Una pietra dentro l’altra pietra: la tecnica dell’intarsio con materiali diversi è antica ed è quella adottata per molti gioielli da Kirsty Stone (un nome, un destino), designer canadese del brand Retrouvaí, con sede a Los Angeles. La designer si è trasferita negli Stati Uniti subito dopo la laurea e ha co-fondato uno studio di architettura con un’amica, prima di scegliere la gioielleria. Forse anche per questo imprinting le geometrie dei gioielli sono così precise. Il nome del brand necessita di una spiegazione: è una parola che si ispira alla pronuncia di Retrovailles, termine francese che indica qualcosa che ricongiunge al passato. In questo caso la tecnica dell’intarsio.

Ma non solo: la designer ha un debole per gli oggetti vintage e i suoi gioielli, anche se hanno una forma moderna, alludono spesso a qualcosa che è lontano nel tempo, come gli anelli stile chevalier o i pendenti che sembrano dei cammeo. Per esempio, gli anelli-bussola sembrano indicare la nostalgia di luoghi altrove. I gioielli di Retrouvaí sono spesso realizzati con pietre inusuali. Come rodocrosite, lapislazzuli e turchese accolgono gemme di tipo diverso, come la morganite, e creano un piacevole contrasto. Spesso con un contrasto tra una superficie opaca e una trasparente.





