Internet non è un nemico del negozio fisico. Anzi. E infatti, c’è chi si usa la Rete per fidelizzare i clienti o proporre nuovi servizi. Artlinea, azienda orafa toscana, l’ha capito in tempo, con quell’intuizione e quella capacità d’innovare tipica di alcuni imprenditori. Un modo per affrontare la crisi e con ottimi risultati, come si legge nell’articolo del quotidiano il Sole 24 Ore, scritto da Silvia Pieraccini.
«Se oggi in Italia vendessimo solo attraverso i canali tradizionali, non avremmo più mercato», E invece la Artlinea di Capolona (Arezzo), azienda orafa che produce tutto in “casa” e distribuisce nel mondo col marchio proprio, il mercato italiano lo sta tenendo stretto, grazie a un’innovazione produttivo-distributiva che ha richiesto investimenti in tecnologia, formazione del personale, commerciale e comunicazione. «La strategia – spiega Alberto Martinelli, 34 anni, seconda generazione dell’azienda familiare fondata dal padre Doriano più di 30 anni fa – punta a fornire gioielli personalizzati al cliente finale, che li sceglie e li compone sul nostro sito Internet ma non li compra direttamente: per farlo deve andare dal rivenditore, che dispone di un kit di campionarlo e può mostrare, spiegare, assistere», si legge nell’articolo.
È grazie a una rete di quasi 400 rivenditori in tutta Italia che il cliente ordina l’anello, il bracciale o la collana Artlinea con nomi, frasi, dediche o date personalizzate e, nel giro di pochi giorni, ritira in negozio il gioiello da lui creato. «Innovativo – aggiunge Martinelli – è il fatto che noi andiamo a produrre l’oggetto quando questo è già stato ordinato, col risultato di non avere scorte di magazzino, e che lo facciamo in tempi rapidissimi: entro 24 ore dall’ordine».
Insomma, secondo quanto si legge, personalizzazione e tecnologia permettono ad Artlinea non solo di rimanere sul mercato, ma di ridurre drasticamente i costi di magazzino. Un beneficio anche per i rivenditori che in questo caso hanno un vantaggio in più:
L’azzeramento del magazzino è un toccasana per l’azienda orafa, ma anche per i rivenditori: «Con questa formula – aggiunge Alberto Martinelli, responsabile amministrativo di Artlinea – abbiamo affrontato il problema della distribuzione italiana, che spesso ha difficoltà ad approvvigionarsi ed è soffocata dalla mancanza di liquidità. Per vendere i nostri prodotti il negozio acquista solo un kit espositivo, col vantaggio di non dover tenere scorte in magazzino e di avere flussi di cassa positivi perché riscuote subito dal cliente finale».
La distribuzione diretta al punto vendita di gioielli personalizzati – avviata sei anni fa con la collezione “tvb”, e ora estesa anche alla linea di fedi “forever” -dà oggi il 66% del fatturato italiano di Artlinea, e dunque consente di mantenere un mercato che vale tre milioni di euro; i due terzi dei ricavi arrivano invece dall’estero, per un totale di 8,8 milioni realizzati nel 2013. Ma, come spesso accade per le aziende orafe, quel che conta non è tanto il fatturato (sceso del 21 % rispetto al 2012) quanto il valore delle lavorazioni: su questo fronte Artlinea (85 dipendenti) ha segnato +21% l’anno scorso (grazie al “conto lavorazione”, cioè di oro fornito dai committenti) e addirittura +91% nel primo semestre di quest’anno, grazie al traino del Medio Oriente che, però, sta rallentando gli ordini a causa degli avvenimenti politici».