Sembra che i gioielli, nati anticamente come talismani, esercitino un fascino che va al di là della loro oggettiva realtà: la parigina Alexandra Abramczyk, per esempio, è una di quelle designer che attribuiscono agli oggetti che crea una dimensione spirituale. I suoi pezzi, sostiene, sono una fonte di equilibrio, armonia, energia e benessere. Come più volte abbiamo ripetuto, questo è probabilmente importante per chi crea il gioiello, al quale conferisce un potere misterioso. È un po’ meno importante per chi il gioiello lo acquista semplicemente perché gli piace. In qualunque modo la pensiate, sarete d’accordo, però, che i gioielli di Alexandra Abramczyk sono indubbiamente interessanti.
La designer, racconta nella sua nota autobiografica, è cresciuta con personalità forti che hanno influenzato la sua vita, a cominciare dal padre argentino, appassionato d’arte e collezionista di argenteria, che la portava in giro per fiere di antiquariato. Alexandra Abramczyk ha poi studiato Belle Arti di Madrid, dove ha appreso il restauro di dipinti antichi e il lavoro della doratura.
Di ritorno a Parigi, ha studiato in parallelo al BJOP (Ecole Privée de la Bijouterie) e al National Institute of Gemology. Ha poi fatto esperienza con Cartier, nel dipartimento dell’Alta Gioielleria e poi Graff, a Londra. Dal 2015, Alexandra ha lanciato la sua etichetta omonima: Alexandra Abramczyk. Il suo lavoro riflette una forte creatività: per esempio, con la collezione Secret Glass, composta da dieci pendenti incastonati in una goccia di vetro e oro e sospesa a una catena martellata. All’interno si trovano miniature di mondi con gemme en tremblant e figure di animali. Oppure l’anello con nappa arcobaleno, con apatiti, zaffiri e diamanti.