La designer ed ex dj di New York, Jules Kim, che ha fondato il brand Bijules: gioielli fuori dalle convenzioni ♦
Orecchini che servono a non perdere gli AirPods, anelli che sostituiscono le smalto per unghie: sono gli inconsueti gioielli di Bijules. Sulle pagine di gioiellis.com raccontiamo spesso le storie dei nuovi designer. C’è una storia, per esempio, che è replicabile per un grande numero di nuovi gioiellieri. Si svolge così: fin da bambini volevano fare i designer di gioielli. Poi, hanno frequentato il Central Saint Martins College of Art and Design o qualcosa del genere, infine dopo un diploma al Gia hanno dato vita al loro brand. Insomma, tutto il regolare curriculum che ci si aspetta da chi crea gioielli sul palcoscenico internazionale.

Ma ci sono le eccezioni. Jules Kim è una di queste «pecore nere», cioè davvero innovative, della gioielleria. Fino a una decina di anni fa ha fatto la promoter e la dj nei locali notturni di New York. Se l’è spassata parecchio fino a quando, con una scelta a freddo, ha deciso che il mondo della gioielleria era il più addormentato di tutti («è noioso», ha spiegato) e lei, abituata alle veglie notturne, avrebbe potuto dare una scossa. Il risultato è Bijoules, un brand che gioca sul nome della fondatrice e sulla parola bijoux. Ha avuto ragione lei: non si può dire che i gioielli di Jules Kim siano convenzionali.





