oro

Il lusso accessibile di Dana Rebecca

Terza generazione di designer di gioielli, Dana Rebecca Gordon sembra avere le pietre, preziose, nel Dna. E infatti, ha debuttato con una linea a soli 16 anni e subito dopo il college (è americana di Chicago): durante l’estate, racconta, è andata in India con mio padre ed è tornata a casa con la mia prima collezione. Subito tutta venduta. Un incoraggiamento a fondare il marchio con il nome Dana Rebecca.

Anello Sophia in oro bianco e diamanti
Anello Sophia in oro bianco e diamanti

Tutte le sue creazioni, che lei definisce di lusso accessibile, partono dalla combinazione soprattutto di oro e diamanti, anche se a volte ama lavorare con pietre diverse, per esempio tormalina, pietra di luna, opale, acquamarina: tanti colori incastonati nell’oro a 14 carati. Ma si tratta di gioielli senza tempo e molto versatili visto che possono essere abbinati con la stessa facilità a un abito couture o portati con una t-shirt e jeans. Anche la collezione per la prossima stagione è composta da tanti pezzi, molti orecchini, e forme geometriche di diversi volumi: gioielli eleganti, ma da indossare tutti i giorni.

Pendente Sadie in oro giallo e diamanti baguette
Pendente Sadie in oro giallo e diamanti baguette
Orecchini in oro bianco e diamanti baguette
Orecchini in oro bianco e diamanti baguette
Bracciale in oro bianco e diamanti
Bracciale in oro bianco e diamanti
Pendente com diamanti taglio marquise
Pendente com diamanti taglio marquise
Orecchini in oro rosa e diamanti
Orecchini in oro rosa e diamanti
Orecchini a cerchio in oro rosa e diamanti
Orecchini a cerchio in oro rosa e diamanti
Anello eternity con topazio
Anello eternity con topazio

Pulire i gioielli con la salsa di pomodoro

Salsa di pomodoro, vodka o birra per pulire i vostri gioielli. Si può. Se non avete sottomano niente di meglio… ♦

A tavola con i gioielli. Per pulirli. Secondo alcuni, ci sono tanti modi per rendere collane, anelli e orecchini più brillanti: basta utilizzare alcuni prodotti che di solito sono impiegati in cucina. Per esempio, ketchup, birra e vodka. Attenzione: non stiamo consigliando di seguire queste indicazioni, soprattutto per i vostri gioielli più preziosi. Ma, chissà, forse funzionano…

Per esempio, una ciotola di ketchup può ripulire un anello immerso nella salsa rossa dopo 5 o 10 minuti. Lasciare troppo a lungo il gioiello a contatto con la salsa, però, potrebbe causare danni. Pulire il tutto con uno spazzolino da denti e risciacquare. Un altro alimento utile è la birra: basta versarne un po su un panno pulito e strofinare delicatamente per far rivivere l’oro. Meglio non provarci, però, sulle placcature leggere, e non usare birra scura.

Tomatensauce
Salsa di pomodoro

L’alcol piace anche ai diamanti: un bicchierino di vodka può restituire luminosità alle pietre, ma anche a strass e cristallo. Basta versare la vodka su un panno morbido e pulire accuratamente i gioielli, oppure immergere il gioiello in un bicchiere colmo del liquore russo per eccellenza. Chi è astemio si consoli: l’acqua frizzante è ottima per resuscitare lo splendore delle gemme. Immergete un gioiello con incastonate delle pietre in un bicchiere con acqua minerale gasata. Lasciate riposare tutta la notte: al mattino sarà tutto più luccicante.

 

Pulire i gioielli con l'acqua minerale
Pulire i gioielli con l’acqua minerale

E dopo pranzo? Lavarsi i denti è una buona norma igienica. Già che ci siete, però, potete usare spazzolino e dentifricio sui gioielli in metallo o pietre come diamanti o rubini. Poi, risciacquate (prima di rimettervi a tavola).

Spazzolino e dentifricio sono utili anche per pulire i gioielli
Spazzolino e dentifricio sono utili anche per pulire i gioielli

La naturale asimmetria di Brusi

I gioielli della piccola Maison milanese Brusi, fondata nel 1930
Brusi fa parte delle tante storie della gioielleria italiana. Un racconto che è cominciato a Milano nel 1920, quando Pietro Codari, un giovane orefice, ha iniziato la sua attività e ha aperto un laboratorio. La storia è continuata: nel 1970 il figlio Paolo ha ereditato laboratorio e professione. L’azienda con il tempo si è ingrandita e ha affinato la propria vocazione. Oggi Paola, Andrea e Simone, i tre figli di Paolo Codari, lavorano nell’azienda di famiglia e sono responsabili della gestione creativa, finanziaria e commerciale di Brusi.

Anello in oro con tanzanite e corona di diamanti
Anello in oro con tanzanite e corona di diamanti

L’azienda, situata in una zona storica della città, tra il Cimitero Monumentale di Milano e il quartiere cinese, propone pezzi di buona qualità, a base di oro, diamanti e pietre preziose. Anelli con pavé di diamanti champagne e pietre preziose come la tanzanite sono i cavalli di battaglia. Sempre con lo stile della «quasi simmetria». Cioè quella differenza dalla perfetta specularità geometrica che si trova spesso in natura. L’obiettivo è presentare gioielli in sintonia con la natura, proprio grazie a questa naturale asimmetria. Concetto sottile, ma interessante.

Anelli con smeraldi e zaffiri
Anelli con smeraldi e zaffiri blu
Anelli con diamanti champagne
Anelli con diamanti champagne
Orecchini in oro, apatite, madreperla, diamanti brown
Orecchini in oro, apatite, madreperla, diamanti brown
Orecchini in oro e diamanti champagne e bianchi
Orecchini in oro e diamanti champagne e bianchi
Orecchini in oro e zaffiri blu
Orecchini in oro e zaffiri blu
Orecchini in oro e rubini
Orecchini in oro e rubini
Anello in oro bianco e tanzanite
Anello in oro bianco e tanzanite

Salvatore Arzani, fiori, cuori e fantasia

Pavé di diamanti, oro, zaffiri… Sono i classici materiali con cui sono realizzati i gioielli di Salvatore Arzani ♦

Uno dei tanti laboratori artigianali del lusso che si trovano a Valenza è quello di Salvatore Arzani. È un’azienda piccola, ma con qualità grandi, tanto che vende all’estero la maggior parte della sua produzione che, come spesso accade nella cittadina piemontese, è figlia di una lunga tradizione. Assieme a moglie, figlie del fondatore, e una decina di virtuosi di incastonatura, bulino e saldatrice, il piccolo brand è una specie di riassunto di quello che è l’artigianato italiano e del design nella gioielleria.

Collana in oro bianco 18 kt con pendente chicco di riso in pavé di diamanti
Collana in oro bianco 18 kt con pendente chicco di riso in pavé di diamanti

Per esempio, con una collezione di pezzi unici in oro 18 carati e diamanti, con ampio uso di pietre colorate, che punteggiano i grossi anelli che compongono le catene. Anche collezioni come Fantasia, in ogni caso, seguono i classici canoni di diamanti, bianchi, neri o colorati e pietre come gli zaffiri che compongono pavé a volte simili a mosaici e a tortuosi arabeschi. Bracciali, grossi anelli, pendenti a forma di cuore o fiore, sono i capisaldi della gioielleria firmata Salvatore Arzani.

Anello-in-oro-bianco--18-kt-con-incassati-diamanti-taglio-brillante.
Anello in oro bianco 18 kt con incassati diamanti taglio brillante
Anello in oro bianco e diamanti a forma di fiore
Anello in oro bianco e diamanti a forma di fiore
Anelli con diamanti e zaffiri della collezione Fantasia
Anelli con diamanti e zaffiri della collezione Fantasia
Anelli rosa con diamanti bianchi, neri e colorati
Anelli rosa con diamanti bianchi, neri e colorati
Catena in oro e diamanti
Catena in oro e diamanti
Anelli catena in oro bianco, giallo e diamanti
Anelli catena in oro bianco, giallo e diamanti

I gioielli atomici di Settantanove Studio

Chi legge questo articolo indossa, oppure ha nel cassetto, almeno un gioiello d’oro. Ma, probabilmente, non lo conosce fino in fondo. Non sa, per esempio, che gli atomi che compongono l’oro del suo gioiello sono composti da 79 elettroni. Sembra un particolare superfluo, ma non lo è: l’oro è oro proprio perché ha quel determinato numero di particelle elementari. Ed è anche il motivo che ha indotto Gioia Lelli, designer di Forlì, ha chiamare Settantanove Studio il suo brand di gioielleria. La parola Studio, invece, indica la ricerca di un design essenziale e contemporaneo. La scelta della designer, però, non deriva da un background scientifico: prima di dedicarsi ai gioielli Gioia si è laureata in pedagogia e ha lavorato nel settore scolastico.

Anello cuore in oro 18 carati
Anello cuore in oro 18 carati

I gioielli di Settantanove Studio, quindi, non possono essere che in oro 18 carati, con un design che è definito come composto da linee semplici ed essenziali. I gioielli sono concepiti da Gioia e sono curati nei minimi particolari, dalla fase di progettazione alla loro realizzazione, con una lavorazione interamente a mano e cura minuziosa del dettaglio. È riservata attenzione anche alla scelta dei materiali: Settantanove Studio predilige l’utilizzo di oro etico derivante da miniere che rispettano specifici standard ambientali e sociali. Le pietre preziose e semi preziose vengono fornite da aziende certificate. Infine, il brand utilizza un packaging realizzato con materiali riciclabili.

Collana Luna
Collana Luna
Orecchino in oro con acquamarina
Orecchino in oro con acquamarina
Orecchini Bold in oro
Orecchini Bold in oro
Collana Puro Amore con acquamarina
Collana Puro Amore con acquamarina

The body art by Anissa Kermiche

Anissa Kermiche, una designer con la tentazione di piccole provocazioni che esaltano il corpo femminile, ma non solo ♦︎

Da ingegnere a gioielliere: non è un percorso usuale quello di Anissa Kermiche. Nata a Parigi per un matrimonio franco-algerino, ha avuto, racconta, una rigida educazione. Forse anche per quello, o forse come reazione alla compassata professione di ingegnere, dopo la laurea è volata a Londra, per imparare il 3D Computer Aided Design alla Holts Academy di Hatton Gardens. Voleva creare gioielli. Ci è riuscita piuttosto bene.

Orecchino a bottone in oro 9 carati
Orecchino a bottone in oro 9 carati

Ora il suo brand, Anissa Kermiche, comprende gioielli con oro diamanti e un pizzico di provocazione, come per gli orecchini con il dito di sfida alzato, o per il pendente che raffigura una busto nudo di donna. Insomma, esattamente quello che non ci si aspetta da una laureata in ingegneria. Oltretutto, vanta anche un aspetto decisamente grazioso, forse anche più che grazioso, e quindi è una perfetta testimonial di se stessa. Certo, nei suoi gioielli non mancano i riferimenti geometrici.  Ma lei preferisce ispirarsi ad artisti come Francois Morellet, Alexander Calder e Constantin Brancusi. Così ha deciso il destino: le vie della gioielleria sono infinite.

Bracciale in argento dorato con perle di acqua dolce
Bracciale in argento dorato con perle di acqua dolce
Bracciale in oro 14 carati con tanzanite
Bracciale in oro 14 carati con tanzanite
Orecchino Brönte a cerchio in oro 14 carati e diamanti
Orecchino Brönte a cerchio in oro 14 carati e diamanti
Collana Buonanotte in argento placcato e smalto
Collana Buonanotte in argento placcato e smalto
Collana Le Derrière Sanded, argento placcato
Collana Le Derrière Sanded, argento placcato
Orecchino con perle
Orecchino con perle
Anissa Kermiche
Anissa Kermiche

Gioielli e oro: vero o falso? Domande e risposte

Vero o falso? L’oro si riconosce con un morso? La vera giada è fredda? La cubic zirconia, spesso confusa con lo zircone, è indistinguibile dal diamante? L’argento provoca allergia? Il 925 è il numero dell’argento perfetto? I riflessi di una pietra devono essere arcobaleno? Sono tra le tante domande che riceviamo spesso con le relative risposte.  

Per controllare che il gioiello sia di oro autentico bisogna morderlo.

FALSO L’oro puro è un metallo molto morbido e, in effetti, i denti possono lasciare facilmente un segno se è purissimo, a 24 carati. Ma morderlo non è una garanzia né una prova raccomandabile. Oltretutto, si possono danneggiare i denti. Senza contare che il piombo è ancora più morbido dell’oro: un gioiello che utilizza piombo placcato oro potrebbe facilmente essere scambiato. Inoltre, di solito per i gioielli è utilizzato oro a 18 carati, o anche meno: 14 e perfino 9 carati. Si tratta di oro in lega con altri metalli: in questo modo si rende l’oro meno malleabile e anche meno costoso. Insomma, in realtà oltre all’oro si finisce per mordere anche altri metalli come argento, rame, palladio, nickel.

Mordere l'oro non è una garanzia
Mordere l’oro non è una garanzia

Per scoprire se una pietra è autentica bisogna guardarla in controluce.

VERO In realtà l’unico modo veramente affidabile per identificare una pietra preziosa è il parere di un gemmologo o di un gioielliere, oppure i test di laboratorio. Premesso questo, ecco un suggerimento utile per decidere se vale la pena di prendere in considerazione la pietra di un anello o di una collana. Ponete la pietra contro la luce del sole e guardare l’arco di colori che produce. Le pietre preziose autentiche di solito mostrano un arcobaleno che si rifletterà su una superficie vicina. La maggior parte delle vere gemme produrrà una gamma completa di colori: avvicinate la pietra all’occhio e inclinatela, dovrebbe comparire un arcobaleno. Le pietre che non producono nulla sono spesso falsi. Ripetiamo: non è una  prova definitiva: per alcune pietre, in particolare quelle molto dense, di colorazione profonda o che non sono state lucidate completamente, il sistema potrebbe non funzionare. Ma è un piccolo test da non trascurare.

Esame di un diamante a un precedente Dubai Jewellery Show
Esame di un gioiello con diamante

Uno zircone è praticamente uguale a un diamante, solo che costa meno.

FALSO Quello chiamato comunemente zircone è in realta una cubic zirconia: una pietra artificiale che assomiglia al diamante.  È brillante, ma molto, molto più economica. In realtà, è solo molto difficile distinguerla da un vero diamante se non siete esperti. È una forma cristallina cubica del biossido di zirconio. È un materiale sintetico molto duro, otticamente perfetto e solitamente incolore, anche se può essere realizzato in una varietà di colori diversi. Non va confuso con lo zircone naturale, pietra composta da  silicato di zirconio, spesso di colore blu. La cubic zirconia a volte viene erroneamente chiamato erroneamente «zirconio cubico». La produzione commerciale è iniziata nel 1976. Suo principale concorrente come una gemma creata in laboratorio è la moissanite sintetica.

Cubic zirconia
Cubic zirconia

L’argento provoca allergia e fa diventare verde la pelle.

FALSO La colorazione non è causata da un’allergia: è una reazione ai metalli usati in gioielleria e con cui spesso è fuso l’argento, soprattutto quando la pelle suda. Insomma, indica che l’argento non è puro. È il rame e non l’argento a provocare spesso un alone verde sulla pelle. L’argento Sterling, per esempio, è al 7,5 per cento una lega con rame. Le macchie più comuni lasciate dai gioielli in argento Sterling, in ogni caso, sono nere e non verdi. Alcuni gioielli in argento Sterling sono rivestiti con prodotti che li aiutano a mantenere la patina, ma i rivestimenti possono svanire nel tempo.

Bracciali in argento a maglia geometrica con charm
Bracciali in argento a maglia geometrica con charm Pandora

Vero o falso? Il numero 925 indica che il gioiello è di vero argento.

VERO Nella parte interna di un gioiello, l’incisione o punzonatura del numero 925 indica che il materiale è, appunto Argento 925, la lega più comune. Ovviamente, la garanzia è relativa: nulla vieta che sia stata apposta su un gioiello falso, ma di solito per l’argento non avviene.

In questo orecchino di Giovanni Raspini è ben visibile la punzonatura con il numero 925
In questo orecchino di Giovanni Raspini è ben visibile la punzonatura con il numero 925

Il negozio cinese sotto casa ha degli anelli di giada a un prezzo molto buono. Posso fidarmi? Mi hanno detto che la vera giada è fredda.

VERO La temperatura non è una prova sufficiente, ma un’indicazione la dà: la giada è scarsamente termoconduttrice. Appoggiandola a una parte sensibile, per esempio sul volto, è facile avvertire una sensazione di freddo. Un’altro suggerimento facile è provare a incidere la pietra con l’unghia: la vera giada è molto dura e non mostrerà un graffio. La stessa prova si può condurre con un oggetto molto caldo: la vera giada non mostrerà segni al contatto. Infine, la giada autentica ha di solito piccole imperfezioni, comuni in natura. Una pietra perfetta dovrebbe farvi nascere un sospetto. In ogni caso, la vera giada è molto costosa.

Anello Palloncino con giada
Anello Palloncino di Vhernier con giada verde

5 regole per vendere i vostri gioielli d’oro

È una buona idea vendere adesso i vostri gioielli? Come si fa a vendere un anello, una collana o gli orecchini? Ecco le cose da sapere prima di vendere i vostri preziosi gioielli: la prima cosa da controllare è… ♦

Il prezzo dell’oro sale, scende, risale di nuovo. Sarà il momento giusto per vendere i vostri gioielli? Se avete un gioiello in oro, prima di venderlo è meglio farsi un’idea della quotazione del metallo giallo. Ma qual è il vero prezzo? Se il gioiello è di una grande Maison, con diamanti o altre pietre preziose, è meglio farlo valutare da almeno tre gioiellieri diversi: le valutazioni possono essere molto differenti.

Gioielli in oro
Gioielli in oro

Se, invece, il vostro gioiello è realizzato in oro, la prima cosa da fare è guardare con attenzione i grafici delle quotazioni (ma anche di argento e platino). I più esperti possono anche seguire i listini del New York Spot Gold o del London FixQual è meglio? Dipende: il primo è un indice di prezzo principalmente per le transazioni negli Stati Uniti, mentre il secondo si riferisce ai mercati europei e internazionali. Non è un dettaglio da poco se si ha intenzione di vendere un gioiello importante, perché il compratore potrebbe fare la sua valutazione sulla piazza più conveniente per lui. Conoscere, comunque, la quotazione dell’oro serve a farsi un’idea del prezzo: meglio non fidarsi di quello che spiegano alcuni operatori che acquistano gioielli a peso. Ecco, quindi, cinque consigli per vendere al meglio i propri ori.

Isabelle Fa, collana in oro indossata. Copyright: gioiellis.com
Isabelle Fa, collana in oro indossata. Copyright: gioiellis.com

1 Identificate le variazioni di prezzo: se c’è un picco al rialzo dei prezzi dell’oro, il London Fix è il primo a registrarne la crescita, di conseguenza è questo il mercato migliore per il venditore e ovviamente non per l’acquirente. Ripetiamo: questo vale per gioielli che abbiano un certo peso. Per pochi grammi la differenza non è molta.

2 Imparate pesi e misure dell’oro: è fondamentale, perché anche se i compratori usano i grammi come unità di misura, in realtà il valore sul mercato internazionale è fissato in once. E 1 oncia equivale a 31,1 grammi. Quindi, per capire il prezzo attuale non resta che moltiplicare il valore di 1 oncia per 31,1.

Lingotti d'oro
Lingotti d’oro

3 Controllate i carati dei gioielli: il prezzo ufficiale dell’oro è quello del metallo puro, a 24 carati. Ma nessun gioiello moderno ha 24 carati. I gioielli sono realizzati con oro unito ad altri metalli, per aumentare la resistenza, oppure semplicemente per abbassare il prezzo. L’oro a 14 carati significa, per esempio, che solo il 58,3% del vostro gioiello è composto in oro. Il resto può essere nichel, argento, rame… Quindi, quando andrete a vendere il gioiello, sarà calcolato non per il suo peso totale, ma in quello relativo alla parte di oro. Attenzione, i gioielli a 9 carati vengono spesso pubblicizzati come oro, ma in caso di vendita non sono considerati tali.

Lavorazione di gioielleria
Lavorazione di gioielleria

4 Calcolate e confrontare il prezzo migliore: È meglio misurare e pesare con precisione i gioielli prima di recarsi in qualsiasi negozio, per farvi un’idea (su internet sono in vendita bilance apposite). Inoltre, tenete conto che chi acquista oro non paga il prezzo teorico del listino, perché  deve fondere il gioiello e, ovviamente, aggiungere la sua percentuale di guadagno, su cui paga le tasse. In sostanza, se avete calcolato bene il valore del vostro gioiello d’oro tenendo conto della percentuale presente nella lega (i carati) e il suo peso, dovete togliere almeno un buon 30%.

Lavorazione orafa. Foto: LaPresse
Lavorazione orafa. Foto: LaPresse

5 Ottenete il prezzo migliore: Internet è un buon canale per acquistare gioielli, ma non per vendere. Alcuni acquirenti applicano tariffe ribassate fino al 50% rispetto ad alcuni negozi «compro oro»: la stessa collana di 14 carati potrebbe essere valutata la metà I gioiellieri potrebbero, invece, possono pagarla di più se rilevano una lavorazione artigianale di pregio, perché il gioiello potrebbe essere trasformato e riutilizzato.

Controllate il peso del gioielli
Controllate il peso del gioielli

Gli otto colori dell’oro di Annamaria Cammilli

Annamaria Cammilli è l’unica Maison a proporre gioielli in oro con otto diverse tonalità.

C’è chi punta tutto sull’oro bianco, magari accompagnato da un piccolo diamante. C’è chi amplia la scelta ai tre classici colori del metallo: giallo, rosa e bianco. Ma solo una Maison si è allargata oltre questi confini e ha ampliato la palette di colori dell’oro. Con quattro? Macché. Cinque? Neppure. Annamaria Cammilli si era spinta fino a sette colori dell’oro. Ma poi il brand di Firenze ha ulteriormente allargato la tavolozza dei colori con il Brown Chocolate. I colori dell’oro per cui il brand è famoso, insomma, sono diventati otto.

Orecchini della collezione Velvet in oro Natural Beige
Orecchini della collezione Velvet in oro Natural Beige

L’oro cambia colore in esclusive sfumature che sono il risultato di fusioni di leghe speciali. Ma tutti i colori sono rigorosamente 18 oro carati.

Anello della collezione Aqua in oro 18Kt Giallo Lemon Bamboo e Giallo Sunrise (al centro) con diamanti
Anello della collezione Aqua in oro 18Kt Giallo Lemon Bamboo e Giallo Sunrise (al centro) con diamanti

Gli otto colori dell’oro proposti da Annamaria Cammilli sono: Giallo Lemon Bamboo, Giallo Sunrise, Bianco Ice, Rosa Champagne, Brown Chocolate, Nero Lava, Arancio Apricot, Natural Beige.

Anello della collezione Premiere in oro Bianco Ice 18Kt con diamanti
Anello della collezione Premiere in oro Bianco Ice 18Kt con diamanti

Le sfumature introdotte negli anni da Annamaria Cammilli vanno dal giallo sunrise al rosa champagne, fino ad arrivare al nero, passando per il bianco e il beige natural. Anche i nuovi gioielli nella sfumatura cioccolato utilizzano la classica finitura della superficie dell’oro satinata, uno dei segni distintivi della Maison. La speciale lavorazione in cui il brand è  famoso si trova, inoltre, nelle nuove collezioni, di cui parleremo in altri articoli su gioiellis.com. M.B.

Anello della collezione Premiere in oro Rosa Champagne con diamanti
Anello della collezione Premiere in oro Rosa Champagne con diamanti
Anello della collezione Serie Uno in oro Brown Chocolate con diamante
Anello della collezione Serie Uno in oro Brown Chocolate con diamante
Anello della serie Regina in oro Giallo Lemon Bamboo 18Kt con Brillanti
Anello della serie Regina in oro Giallo Lemon Bamboo 18Kt con Brillanti
Orecchini della collezione Premiere in oro Nero Lava con diamanti
Orecchini della collezione Premiere in oro Nero Lava con diamanti
Orecchini della collezione Velvet in oro Arancio Apricot
Orecchini della collezione Velvet in oro Arancio Apricot

Che cosa sono i carati?

Di quanti carati è il vostro diamante? E di quanti carati è, invece, il vostro anello d’oro? Per chi non è un esperto di gioielleria o non conosce le regole base del mondo dei gioielli, i carati sono un gran pasticcio. I carati, l’unità di misura utilizzata per pietre preziose e perle, infatti, sono una cosa completamente diversa dai carati che si riferiscono all’oro. Lo sapevate? In lingua inglese è tutto più facile: i carati che misurano i diamanti iniziano con la lettera C mentre quelli per l’oro iniziano con la K. In altre lingue, invece, si scrive allo stesso modo ed è tutto più complicato.

Ecco, quindi, perché bisogna fare attenzione a non confondere i diversi concetti: i carati dei diamanti (oppure di rubini, smeraldi, zaffiri eccetera) con i carati che sono relativi all’oro. Ecco come distinguere i due diversi carati.

Diamante a cuore di Recarlo
Diamante a cuore di Recarlo

I carati delle pietre

Il carato (l’abbreviazione è ct) è un’unità che indica la massa di una pietra o di una perla. Si utilizzano i carati per comodità, dopo che per secoli ogni Paese si regolava in modo diverso. Per chi commerciava in diamanti o altre pietre era difficile, quindi, regolarsi. A Firenze, per esempio, l’unità di misura base equivaleva a 197,2 milligrammi, mentre a Londra era di 205,49. Dopo tante discussioni, alla fine, nel 1907 è stato deciso di adottare come misura del carato 200 milligrammi. Un singolo carato, quindi, equivale a un quinto di 1 grammo.

Anello con diamante bianco ovale da 31,82 carati
Anello con diamante bianco ovale da 31,82 carati

Ora sapete esattamente quanto pesa il diamante che avete al dito: dividete per cinque il numero di carati e avrete il peso in grammi. O, più facilmente, in milligrammi, visto che non è frequente indossare un diamante che pesa 5 carati (e quindi 1 grammo). proprio per questo il carato è divisibile in 100 punti di 2 milligrammi.

Anello di Van Cleef & Arpels a forma bombata con diamanti
Anello di Van Cleef & Arpels a forma bombata con diamanti

A proposito, perché il carato si chiama così? L’origine pare sia legata ai semi di carruba. La parola carato deriva dall’arabo qīrāṭ قيراط, che però è deriva dal greco kerátion κεράτιον, che indica i semi di carruba. E questi semi erano utilizzati anticamente per pesare i gioielli, grazie alla loro forma sempre regolare. Poi il termine carato è stato utilizzato in Italia e, in seguito, nel resto del mondo. L’utilizzo della unità di misura carato per pesare i diamanti risale al 1570.

Selezione dei diamanti nel laboratorio di Antwerp (Anversa)
Selezione dei diamanti nel laboratorio Tiffany di Antwerp (Anversa)

I carati dell’oro

I carati di diamanti, pietre preziose e perle si riferiscono al peso. I carati dell’oro, invece, indicano la percentuale di metallo giallo presente in un gioiello, la sua purezza. Il termine carato è prevalso tra i tanti sistemi adottati in passato e, in particolare, sulla misura di libbre e once, che sono ancora utilizzati per il peso dell’oro, del platino o dell’argento. Perché questa confusione, quindi? Semplice: l’origine antica della parola è la stessa, cioè i carati utilizzati per misurare i materiali preziosi.

Nel caso dei carati che si riferiscono all’oro, però, indicano i millesimi di quantità di oro (o altri metalli preziosi) contenuta in una lega. Il massimo, per quanto riguarda l’oro, è 24 carati. Non troverete mai oro a 25 o più carati. I 24 carati indicano che l’or è al 100% puro. I 24 carati sono la base per calcolare il resto (sempre per l’oro). I gioielli a 18 carati, quindi, sono al 75% d’oro. Si calcola così: 18 : 24 = 0,75. Analogamente, un gioiello con oro al 14% significa che contiene poco più della metà di oro, il resto sono altri metalli (14 : 24 = 0,58).

Anello a fascia in oro 22 carati
Anello a fascia in oro 22 carati

I carati d’oro possono essere indicati, in alcuni casi, anche con il numero che si riferisce alla percentuale (il risultato della divisione aritmetica). Per esempio, l’oro a 18 carati può essere indicato anche con la sigla 750, quello a 14 carati con 583 e così via. Se, ancora, in un gioiello leggete il numero 375 sappiate che equivale a 9 carati.

I carati si utilizzano anche per l’argento. Quello sterling, per esempio, contiene il 92,5% di argento e il 7,5% di altri metalli, generalmente rame. È indicato generalmente come argento 925.

Anello Wave Stacking in oro 24 carati
Menē, anello Wave Stacking in oro 24 carati
Anello Bahia in oro 18 carati e diamanti
Anello Bahia in oro 18 carati e diamanti
Anello in oro rosa 14 carati
Anello in oro rosa 14 carati
Anello in oro rosa 9 carati e diamante ice
Anello in oro rosa 9 carati e diamante ice
Anello in argento satinato e lucido
Anello in argento 925 satinato e lucido

L’oro d’Italia si chiama Marchisio




La storia della gioielleria italiana ha un nome: Marchisio. Anche se ora l’azienda torinese lavora per conto terzi, ha una storia alle spalle che vale la pena di raccontare: comincia addirittura nel 1649, quando Gian Piero Marchisio, lavorando con Joannin Marchisio, fu nominato gioielliere della famiglia reale. Nel 1859 nacque la Marchisio Giovanni, ditta individuale, e la gioielleria ottenne dalla città di Torino il primo prestigioso punzone 1TO, che attesta le radici storiche dell’impresa. Anni dopo, il suo discendente, Felice Marchisio, anche lui orafo a Torino, si trasferì a Parigi per imparare le nuove tecniche di lavorazione. Non a caso gran parte dei termini che si usano ancora nella gioielleria italiana sono di origine francese.

Girocollo in oro messo all'asta da Dorotheum
Girocollo in oro messo all’asta da Dorotheum

Ma da Parigi il gioielliere italiano fuggì a causa dell’assedio dell truppe Prussiane (1870). Tornato a Torino, fondò la Marchisio Bros, che è poi diventata la più grande e più importante gioielleria della città: nel 1880 aveva oltre cento lavoratori. La storia della gioielleria, tra alti e bassi, guerre e crisi, è comunque proseguita. Fino alla Seconda guerra mondiale, che ha ha segnato una battuta di arresto. Ma nel 1968 la Giovanni Marchisio & co ha riaperto i battenti con la famiglia Mattioli.

Bracciale in oro giallo con piastra decorativa
Bracciale in oro giallo con piastra decorativa

Nel 2013 un nuovo passaggio: il Gruppo Richemont ha acquistato lo storico marchio. Il colosso svizzero del lusso, infatti, ha rilevato le quote dell’Antica Ditta Marchisio, acquisita dalla famiglia Mattioli. Marchisio è rimasta, comunque, produttore per diversi grandi marchi internazionali del settore, tra cui alcuni di Richemont stessa (Cartier, Piaget, Buccellati, Van Cleef & Arpels). Luciano Mattioli e la figlia Licia hanno poi creato una nuova azienda, la Mattioli.  Federico Graglia

Orecchini in oro giallo
Orecchini in oro giallo
Bracciale con oro e diamanti
Bracciale con oro e diamanti
Bracciale in oro
Bracciale in oro
Bracciale con diamanti
Bracciale con diamanti
Bracciali di Marchisio Giovanni
Bracciali di Marchisio Giovanni






La filosofia acquatica di Ondyn

I gioielli di Ondyn, vincitrice al Couture Design Awards nella categoria Best in Diamonds Below $40,000 Retail.

Ondyn, creatura della newyorkese Tara Maria Famiglietti, ha origini lontane. Il padre di Tara ha creato abiti e scarpe su misura per Eric Clapton, Mick Jagger, John Lennon e Jimmy Hendrix. Sua madre e sua zia erano proprietarie della Boutique Menage a Trois in Madison Avenue,New York, e disegnavano abiti per Diana Ross, Bianca Jagger, Barbara Streisand e Diane von Furstenberg. Lei, la fondatrice di Ondyn, ha iniziato a creare gioielli all’età di vent’anni. La sua Maison di gioielleria contemporanea utilizza diamanti e oro a 14 o 18 carati, accompagnato da diamanti incastonati a formare lunghi fili che servono a collane, anelli oppure orecchini.

Anello con sirena in oro 14 carati e diamanti
Anello Siren in oro 14 carati e diamanti

Tara si è laureata in design di gioielli al Fashion Institute of Technology di New York, ha collaborato con alcuni dei grandi nomi dell’industria della moda per creare pezzi che sono stati venduti in boutique esclusive e grandi magazzini in tutto il mondo. Accanto ai gioielli coltiva anche un’altra passione: il mare. Per un certo periodo la designer ha vissuto in barca a vela, viaggiando attraverso la Costa Azzurra, la Costiera Amalfitana, le Isole Baleari, la Costa Africana e i Caraibi. E non a caso il suo brand si chiama Ondyn (nome che assomiglia alla parola italiana onda, cioè wave). E, dopotutto, anche New York è una città di mare.

Anello Avalon in oro 14 carati e diamanti
Anello Avalon in oro 14 carati e diamanti
Bracciale Magisterial in oro 14 carati e diamanti
Bracciale Magisterial in oro 14 carati e diamanti
Orecchini Eminence in oro 14 carati e diamanti
Orecchini Eminence in oro 14 carati e diamanti
Orecchini con frange in oro 14 carati e diamanti
Orecchini con frange in oro 14 carati e diamanti
Orecchini Dalliance in oro 14 carati e diamanti
Orecchini Dalliance in oro 14 carati e diamanti
Collana Zen in oro 14 carati e diamanti
Collana Zen in oro 14 carati e diamanti

 

Si possono bagnare i gioielli?

Si possono bagnare i gioielli? I gioielli si possono rovinare? Di sicuro il mare è un pericolo per i gioielli: ne abbiamo parlato qui  Ma non c’è solo il mare. Ci sono molte occasioni, a cominciare dalla propria vasca da bagno, la doccia al mattino o semplicemente il lavandino della cucina, in cui i gioielli si possono bagnare. Ecco, appunto: si possono bagnare i gioielli? Dipende. L’aspetto principale da considerare è il materiale con cui sono composti. Ma, in ogni caso, ricordate che il sale del mare e il cloro o le altre sostanze disinfettanti delle piscine possono sempre rovinare i vostri gioielli.

I gioielli possono rovinarsi a contatto con l'acqua
I gioielli possono rovinarsi a contatto con l’acqua

Oro. Il metallo allo stato naturale non si ossida perché non reagisce chimicamente all’ossigeno. Non teme, quindi, il contatto con i liquidi. Ma, attenzione: spesso l’oro è rivestito con una sottile patina di rodio che serve a renderlo più brillante oppure a fargli cambiare colore (come nel caso dell’oro annerito). In questo caso il gioiello immerso spesso nell’acqua potrebbe perdere la sua brillantezza. C’è, poi, un altro problema: i gioielli in oro quasi sempre non utilizzano il metallo allo stato naturale, cioè a 24 carati. In particolare, i gioielli d’oro più a rischio sono quelli che contengono una quantità maggiore di altri metalli in lega. Per esempio, l’oro a 14 carati oppure, ancora più diluito nella lega metallica, quello a 9 carati. Anche in questo caso il contatto con l’acqua o altri liquidi può far perdere la lucentezza al metallo.

Anello Wave Stacking in oro 24 carati
Menē, anello Wave Stacking in oro 24 carati

Placcatura d’oro. Ci sono casi di ossidazione dell’oro quando questo è una placcatura su un altro metallo. Questo fenomeno avviene, per esempio, quando si utilizza un processo di doratura al mercurio, che si basa sull’applicazione di un amalgama di mercurio-oro su un metallo, seguito dal riscaldamento per rimuovere il mercurio: si ottiene così uno strato d’oro poroso, che può far penetrare i liquidi. In questo caso una reazione chimica sul metallo usato come supporto può causare un fenomeno di ossidazione che si riflette su tutto il gioiello, anche sulla parte in oro. In ogni caso, una placcatura d’oro è più fragile e tende a usurarsi nel tempo. Il questo caso i liquidi possono ossidare il metallo sottostante: se avviene, l’unico rimedio è procedere a una nuova placcatura. Meglio non esporre gioielli placcati oro, con qualsiasi metodo siano stati realizzati, a prolungati contatti con l’acqua.

Bracciale bronzo placcato oro
Bracciale bronzo placcato oro

Vermeil. Stesso discorso della placcatura: il vermeil, in effetti, è argento placcato oro. È considerata una formula abbastanza raffinata, ma è facile rovinare la placcatura, magari con piccoli graffi che possono mettere a contatto l’acqua con l’argento.

Anello Round Trip in vermeil
Anello Round Trip in vermeil by Charlotte Chesnais

Argento 925 o sterling silver. È l’argento più puro, un metallo piuttosto robusto, ma che può perdere la patina di lucentezza a contatto prolungato con l’acqua, specialmente in ambienti come la piscina, oppure con i solventi utilizzati per la pulizia. Il contatto occasionale con l’acqua pulita, non salata, non ha un effetto negativo, ma il gioiello può rovinarsi se viene a contatto con la crema solare, profumi o altre sostanze detergenti. In commercio ci sono anche i gioielli con argento 075, che contiene germanio, che previene l’ossidazione e può contribuire a conservare il metallo con l’aspetto originale. È un po’ più resistente, ma fino a un certo punto.

Collana in argento della collezione Amatum
Collana in argento della collezione Amatum by Pianegonda

Ottone. È una lega piuttosto robusta, ma può ossidarsi a contatto prolungato con l’acqua. L’ottone può corrodersi a causa dei componenti di zinco, rame e stagno. In questo caso il metallo diventa progressivamente nerastro, verde o blu, con un rivestimento ossidato che, però, può essere rimosso.

Anello in ottone
Anello in ottone by Ambush

İTÄ dal Gran Bazar ai Caraibi

Compagne di stanza alla Syracuse University. E, poi, amiche e partner di İTÄ, un brand di gioielleria che costituisce un inedito ponte tra Porto Rico, isola caraibica che oggi fa parte degli Stati Uniti, e la Turchia. Le protagoniste sono Inesita Capó e Äfet Burcu Salargil. Prima di dedicarsi alla gioielleria Inés si è occupata di giornalismo di moda e Äfet di fashion design. Per quasi vent’anni le strade di Inés e Äfet si sono incrociate e separate. Ma i viaggi assieme, lo scambio culturale e l’amicizia nel 2019 le hanno convinte a lanciarsi nell’avventura. La tecnologia ha aiutato a sorvolare Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo.

Anelli in oro 14 carati con diamanti
Anelli in oro 14 carati con diamanti

I gioielli di İTÄ Fine Jewelry sono realizzati in oro giallo, bianco o rosa 14 carati e utilizzano smalto o pietre preziose. I gioielli sono realizzati a mano negli atelier dell’azienda vicino al Grand Bazaar di Istanbul. Come nella collezione Caona, parola che si ritiene significasse oro nella lingua taina utilizzata dalle popolazioni indie dei Caraibi. I gioielli si ispirano a conchiglie e oggetti di arte pre-colombiana. Ma nelle collezioni del brand trovano posto anche i classici gioielli tipo amuleto portafortuna, come quelli ispirati alla forma dell’occhio.

Collana in oro con ciondolo della collezione Caona
Collana in oro con ciondolo della collezione Caona
Orecchino singolo Tona in oro e diamanti
Orecchino singolo Tona in oro e diamanti
Anello in oro 14 carati della collezione Caona
Anello in oro 14 carati della collezione Caona
Anello Acu (occhio) con pavé di zaffiri blu e ametista
Anello Acu (occhio) con pavé di zaffiri blu e ametista
Äfet Burcu Salargil (a sinistra) e Inesita Capó
Äfet Burcu Salargil (a sinistra) e Inesita Capó

Thais Bernardes, il Brasile in Italia

Thais Bernardes, i gioielli del Brasile che hanno un po’ di Italia ♦︎

Ci sono tanti cittadini brasiliani di origine italiana. Ma ci sono anche designer che prendono semplicemente esempio dagli italiani, quelli che lavorano nella gioielleria. È il caso di Thais Bernardes, che dice: “Ho imparato dagli italiani a valorizzare i dettagli e ad investire sulla qualità. I miei gioielli seguono uno stile contemporaneo per donne che desiderano, allo stesso tempo, dettare moda con eleganza e leggerezza”.

Collana di Thais Bernardes indossata
Collana di Thais Bernardes indossata

Cioè il luogo dove sono estratte più pietre preziose naturali tra gli stati del Brasile. E crescere a contato con le pietre per gioielleria le ha fornito un imprinting decisivo. Anche se ha iniziato la carriera come modella. Poi, però, ha studiato gemmologia e jewelry design, con una specializzazione in Fashion Brand Management a Milano. Finalmente, nel 2015 ha fondato il brand Thais Bernardes, presente ora anche a VicenzaOro September. I suoi gioielli sono tutti realizzati in argento, oro e pietre preziose e semi-preziose, “dove la mano d’opera italiana unita alla tradizione brasiliana, crea oggetti inimitabili”.

Choker con pappagallo, argento e cubic zirconia
Choker con pappagallo, argento e cubic zirconia
Anello in argento, smalto e zirconia cubica
Anello in argento, smalto e zirconia cubica
Anello in argento, rodiato o placcato oro e zirconia cubica
Anello in argento, rodiato o placcato oro e zirconia cubica
Anello in oro giallo 18 carati con smalto verde e zaffiro
Anello in oro giallo 18 carati con smalto verde e zaffiro
Orecchini in oro rosa 9 carati con smalto verde e zaffiro giallo
Orecchini in oro rosa 9 carati con smalto verde e zaffiro giallo
Anello in oro rosa 9 carati con smalto nero e peridoto
Anello in oro rosa 9 carati con smalto nero e peridoto

Gli anelli bicolore di Fope Essentials

Perché scegliere tra oro rosa e bianco, oppure tra rosa e giallo, quando si possono indossare tutti e due i colori assieme? La soluzione individuata da Fope è quella di realizzare gioielli composti da oro di due differenti nuance. Si tratta della collezione Essentials, introdotta nel 2021, che ha rappresentato da subito un grande successo grazie alla trasversalità degli anelli Flex’it e degli orecchini. Due anni dopo la casa veneta di gioielleria presenta una estensione della linea di gioielli con nuovi anelli. Sono gioielli estremamente versatili, che utilizzano la tecnica della maglia Novecento.

Anello della collezione Essentials in oro giallo e rosa
Anello della collezione Essentials in oro giallo e rosa

Come negli altri gioielli di Fope, il sistema brevettato Flex’it consente agli anelli, proposti in tre differenti spessori, una piacevole flessibilità, con una migliore indossabilità del gioiello, che si adatta meglio alle dimensioni delle dita. le combinazioni sono oro bianco e giallo, oro bianco e rosa, oro rosa e giallo: la trama del metallo è divisa in due colori a metà della circonferenza.

Anello della collezione Essentials in oro bianco e rosa
Anello della collezione Essentials in oro bianco e rosa
Orecchini in oro bianco
Orecchini in oro bianco
Orecchini a lobo in oro e diamanti
Orecchini a lobo in oro e diamanti

Il barocco marino di Massimo Izzo




I pezzi unici di Massimo Izzo, gioielliere e scultore di Siracusa ispirato alla tradizione e al Mar Mediterraneo ♦

Di Massimo Izzo ha scritto anche il New York Times. Da Siracusa a Manhattan la distanza è molta. Eppure la fama del gioielliere siciliano è come quelle onde che partono da un capo della Terra e attraversano tutti gli oceani. La metafora marina non è un caso: il gioielliere-artista è, infatti, un estimatore dei flutti e della natura celata sotto la superficie del mare. Gran parte delle sue creazioni, celebrate in tutto il mondo e vendute nelle due boutique di Siracusa e Milano, è dedicata o ispirata a quello che il mare offre. Recentemente Massimo Izzo è stato invitato dalla galleria Elisabetta Cipriani, a Londra, a creare una serie di opere seguendo la sua estetica originale e la superba maestria che avrebbero spinto ulteriormente la sua immaginazione e creatività. Il risultato sono sei anelli di grande impatto, realizzati con argento annerito, zaffiri e ipnotici opali.

Sciara, Blackened-silver, Australian opal, blue-sapphires ring
Anello con argento annerito, opale australiano e zaffiri blu

Una storia davvero sorprendente, quella di Izzo. Nato a Messina, ma cresciuto a Siracusa, racconta che a 14 anni era già affascinato dalla gioielleria. Prima di passare dalla scuola d’arte di Stato di Siracusa, dove ha seguito un programma sperimentale in oreficeria, al palcoscenico internazionale ha lavorato per Salvatore Cassone, il gioielliere più importante di Siracusa. Dopo aver imparato il mestiere fino in fondo, il designer siciliano ha spiccato il volo grazie a un ordine singolare: la incisione di un piatto d’argento in occasione della visita in città di Papa Giovanni Paolo II. Ha anche lavorato con un altro siciliano famoso, il regista premio Oscar Giuseppe Tornatore, che gli ha commissionato i gioielli indossati da Monica Bellucci nel film Malena.

Anello in argento brunito, zaffiri orange e opale di fuoco
Anello in argento brunito, zaffiri orange e opale di fuoco

I gioielli della collezione Mare sono realizzati in oro 18 carati e rappresentano polpi, ricci di mare, granchi, stelle marine. Tutti i pezzi sono una raffinata ed elaborata rapsodia di colori e forme, spesso utilizzando pietre preziose grezze: assomigliano più più a sculture che a bijoux. Il suo lavoro è stato accostato a quello di un altro grande gioielliere siciliano Fulco di Verdura, sebbene lo stile sia completamente differente. Certo, si può leggere nel lavoro di Izzo un profumo del barocco siciliano che ha dato un’impronta nell’architettura di interi quartieri delle città dell’Isola. Ed è uno stile che ha affascinato, secondo il suo racconto, anche Santo Versace, Tim Burton e JK Rowling. Non è difficile crederlo.

Guscio di riccio di mare dorato con diamanti
Guscio di riccio di mare dorato con diamanti
Anello per due dita Cut not Cut con diamanti taglio brillante e una acquamarina naturale brasiliana
Anello per due dita Cut not Cut con diamanti taglio brillante e una acquamarina naturale brasiliana
Collana con ciondolo della collezione I Gioielli del Mare. Oro bianco 18 kt, diamanti taglio brillante
Collana con ciondolo della collezione I Gioielli del Mare. Oro bianco 18 kt, diamanti taglio brillante
Orecchini con cavalluccio marino in oro rosa e diamanti
Orecchini con cavalluccio marino in oro rosa e diamanti
Collana con antico corallo di Sciacca, oro e acquamarina brasiliana
Collana con antico corallo di Sciacca, oro e acquamarina brasiliana

 

I segreti dell’oro nero

Come si fa a trasformare l’oro, che in natura è giallo, in un metallo nero? Ecco come si ottiene l’oro di colore nero e come si pulisce ♦︎

L’oro in natura è giallo. Ma da tempo la gioielleria ama impiegare anche oro con colorazioni diverse. Le principali, oltre al colore naturale, sono la lega di oro rosa e di oro bianco. Ma non solo: ci sono tanti colori dell’oro, che dipendono dai metalli con cui viene fuso. Uno dei principali è il colore nero, o annerito.

Leggi anche: I 9 colori dell’oro

Collezione Imperium, anello in oro nero, diamanti bianchi e rubini
Ortaea, collezione Imperium, anello in oro nero, diamanti bianchi e rubini

Tra i colori utilizzati per l’oro c’è anche il nero. È quasi un paradosso, perché l’oro, a differenza dell’argento o del ferro, non si ossida a contatto con l’aria. Ma l’idea di indossare oro nero piace a molte donne e a tanti designer che realizzano gioielli con questa tonalità scura del metallo.

Ma non tutto l’oro nero è uguale. Per trasformare l’oro giallo in metallo scuro ci sono diversi metodi. Questo significa anche una differente durata o robustezza della colorazione dell’oro.

Anello per lo zodiaco cinese, Cavallo
Anello in oro nero per lo zodiaco cinese, Cavallo

Il primo modo è quello di realizzare una patina mediante l’applicazione di composti contenenti zolfo e ossigeno, oppure rutenio.

Un altro sistema è quello di procedere a una deposizione chimica con il vapore: si ottiene con l’utilizzo di plasma e carbonio amorfo. Infine, si può indurre nell’oro una ossidazione artificiale con una lega di cobalto oppure cromo, di solito al 25%. A questo punto si porta questa lega a una alta temperatura fino a che si forma uno strato nero di ossido nero.

Anello Dawn, in oro nero, diamanti, perle di Tahiti, granati e citrini
Anello Dawn, in oro nero, diamanti, perle di Tahiti, granati e citrini

Metodo ultra tecnologico
Lo tesso effetto si ottiene unendo l’oro in lega con rame, ferro o titanio oppure con un mix si tre metalli diversi, per esempio 75% oro, 15% cobalto, 10% cromo. Cambiando metallo, però, la sfumatura scura dell’oro può tendere al marrone o al verde.

Più raro è, invece, un trattamento ultra tecnologico, che prevede la creazione di nanostrutture sulla superficie. Si ottiene così: un impulso laser colpisce l’oro per la durata di 1 milionesimo di miliardesimo di secondo. Una durata minima, che però che deforma la superficie del metallo creando un’area che assorbe praticamente tutta la luce, che così appare come nera. Ma è un sistema difficilmente utilizzato in gioielleria.

Deefine, orecchini in oro rodiato nero, diamanti neri
Deefine, orecchini in oro rodiato nero, diamanti neri

Pulire l’oro nero

Pulire un gioiello in oro nero è semplice: basta immergerlo in un recipiente con un po’ di acqua tiepida e qualche goccia di sapone liquido. Dopo una decina di minuti, il gioiello si può pulire con l’aiuto di uno spazzolino da denti a setole morbide. Strofinare con cautela, specialmente se l’oro è placcato: la superficie potrebbe rovinarsi. Infine, risciacquare. Meglio evitare stress a gioielli con pietre particolarmente delicate, come l’opale, oppure le perle.

Collezione Staple, orecchino in oro annerito e diamanti
Repossi, collezione Staple, orecchino in oro annerito e diamanti
Anello Crescendo Flare, in oro annerito lucido e diamanti
Kat Kim, anello Crescendo Flare, in oro annerito lucido e diamanti
Anello in oro rodiato nero e diamante nero
Borgioni, anello in oro rodiato nero e diamante nero
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti gialli
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti gialli

Come riconoscere se un gioiello è d’oro

Alzi la mano chi non ha almeno un gioiello d’oro. Un anello, un paio di orecchini, una collana o un bracciale d’oro sono forse il regalo più comune che è riservato per anniversari o grandi occasioni. Ma siete sicuri che il gioiello sia di vero oro? Esistono diversi modi per riconoscere se un gioiello è realizzato in vero oro.

Orecchini e collana in oro
Orecchini e collana in oro

1. Controllare l’indicazione dei carati
I gioielli in oro sono spesso contrassegnati con segni distintivi che indicano la purezza dell’oro. I segni distintivi più comuni sono 14K, 18K e 24K, oppure Ct per un gioiello italiano. K o Ct indicano i carati, la misura della purezza dell’oro. L’oro 24 carati è oro puro, mentre l’oro 14 carati è oro 58,3% e l’oro 18 carati è oro 75%. Il segno distintivo dovrebbe trovarsi in un’altra posizione poco appariscente. Se volete saperne di più sui carati dell’oro leggete qui.
Questo anello in oro della francese Marie Mas indica l'oro 18 carati con il numero 750
Questo anello in oro della francese Marie Mas indica l’oro 18 carati con il numero 750

2. Il test del magnete
L’oro non è magnetico. Quindi, se un gioiello è attratto da un magnete, non è fatto di vero oro. Tuttavia, tenete presente che anche altri metalli, come l’acciaio inossidabile o l’argento, non sono magnetici, quindi questo test da solo non è sempre affidabile. Ma è pur sempre un tentativo che si può fare.
Collana e orecchini Lunaria Alta indossati
Collana e orecchini Lunaria Alta di Marco Bicego indossati

3. Il test dell’acido nitrico
Questo test può determinare la purezza dell’oro. Viene praticato un piccolo graffio nascosto sui gioielli e una goccia di acido nitrico viene posta sul segno. Il colore del graffio dopo l’applicazione dell’acido indicherà la purezza dell’oro. Tuttavia, questo test può danneggiare i gioielli, quindi dovrebbe essere eseguito solo da un professionista qualificato.
Anelli della collezione Anime indossati
Anelli della collezione Anime di Leonori indossati

4. Il test di densità
L’oro è un metallo denso, quindi peserà più della maggior parte degli altri metalli della stessa dimensione. Un gioielliere può eseguire un test di densità misurando il peso del gioiello e calcolandone la densità. Tuttavia, questo test richiede attrezzature specializzate, quindi potrebbe non essere alla vostra portata.
Collana Ivy in oro rosa e diamanti indossata
Collana Ivy in oro rosa e diamanti di Nanis indossata

5. Il test della pelle
L’oro autentico non provoca reazioni o scolorimento sulla pelle: se indossate i gioielli e osservate delle reazioni cutanee è probabile che i gioielli non siano realizzati in oro autentico. Tuttavia, tenete presente che alcune persone potrebbero avere reazioni allergiche ad altri metalli, come il nichel, che potrebbero essere presenti nei gioielli in oro, specie quelli più vecchi.
Collezione Crescendo di FerrariFirenze, gioielli indossati
Collezione Crescendo di FerrariFirenze, gioielli indossati

In sintesi, per riconoscere se un gioiello è realizzato in vero oro, è possibile verificare la presenza di segni distintivi, eseguire un test del magnete, eseguire un test dell’acido nitrico, eseguire un test della densità o eseguire un test cutaneo. Tuttavia, alcuni di questi test possono richiedere attrezzature o competenze specializzate, quindi è meglio farli eseguire da un professionista qualificato.
Dune-Velaa-pave_bracciale-indossato
Dune Velaa Pavé di Annamaria Cammilli, bracciale in oro indossato

La dea Atena per Alfieri St.John




Forse nell’antichità le donne aerano tenute in maggiore considerazione. Atena, per esempio, era la dea greca della sapienza, delle arti e della strategia in battaglia. Secondo la mitologia, Atena difendeva e consigliava eroi, istruiva donne industriose, ispirava i giudici dei tribunali, ma anche gli artigiani e proteggeva i bambini. Ma quando era in collera, diventava cattivissima ed era comunque raffigurata con scudo ed elmo in testa. A questa figura mitologica è dedicata la collezione Atena di Alfieri St.John, marchio nato nel 1977 e passato anni fa alla società Gens Aurea. Il brand propone ora la collezione dedicata alla dea greca.

Orecchini pendenti in oro e diamanti
Orecchini pendenti in oro e diamanti

I gioielli sono composti da cerchi, ovali, quadrati o a gocce, che sono intrecciati e assemblati in diverse combinazioni. Sono realizzati in oro giallo, bianco e diamanti, con un design moderno e raffinato. Il filo conduttore di tutti i gioielli, compresi gli anelli, è la catena, uno dei modelli di gioiello più antichi, probabilmente indossato anche da Atena quando si pavoneggiava con Giove sull’Olimpo.

Anello a catena in oro bianco e diamanti
Anello a catena in oro bianco e diamanti
Anello della collezione Atena in oro e pavé di diamanti
Anello della collezione Atena in oro e pavé di diamanti
Bracciale rigido in oro bianco e pavé di diamanti
Bracciale rigido in oro bianco e pavé di diamanti
Collana a catena in oro bianco e giallo, con diamanti
Collana a catena in oro bianco e giallo, con diamanti

Orecchini in oro bianco e diamanti
Orecchini in oro bianco e diamanti







1 2 3 33