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Burma multicolor

Le proposte di Burma, la regina francese dei bijoux: gioielli finti o veri ♦

Dagli anni Venti, a Parigi, hanno scritto in tanti, da Ernest Hemingway a Francis Scott Fitzgerald oltre che, naturalmente, gli autori francesi. Ma parecchie pagine di quella età del jazz le ha scritte anche una Maison specializzata in bijoux di alta classe: Burma. A Parigi è un sinonimo di gioielli creati con elementi che sembrano preziosissimi, ma lo sono a metà. Per esempio, argento o vermeil, cioè argento placcato oro, oppure zirconi al posto dei diamanti. Ma Burma si è specializzata in questa capacità di proporre grandi pezzi di gioielleria senza il bisogno di utilizzare sempre vere pietre preziose: i suoi gioielli sono da quasi un secolo dei pezzi pregiati con uno zero in meno.

Se un grande anello con zaffiri e rubini costa, per ipotesi, 20.000 euro, quello di Burma con lo stesso aspetto ne potrebbe costare 2.000 o 200.

Collana, bracciale, anello in oro bianco e burmalite
Collana, bracciale, anello in oro bianco e burmalite

Da Gaston Doumergue, che ha inaugurato la Maison, a Josephine Baker e le Folies Bergères, ai giorni nostri è però cambiato qualcosa. Per esempio, Burma ha inventato e brevettato la Burmalite, una pietra sintetica, ossido di zirconio, simile al diamante. Ma che costa molto meno e non sembra una gemma sintetica a un occhio non esperto. Le pietre colorate della Maison, con questo materiale, sono un vero spettacolo. Guardare per credere.

Anello in argento rodiato con cristalli di burmalite gialla e bianca
Anello in argento rodiato con cristalli di burmalite gialla e bianca
Bracciale tennis in oro bianco 18 carati e burmalite bianca
Bracciale tennis in oro bianco 18 carati e burmalite bianca
Anello della linea Art Déco con cristalli di burmalite verde e bianca
Anello della linea Art Déco con cristalli di burmalite verde e bianca

Tutto sui diamanti taglio brillante

Una veloce guida per imparare e riconoscere le sfaccettature di un diamante con taglio brillante ♦

Il diamante con taglio brillante, rotondo, è il più richiesto specialmente per gli anelli, ma ci sono diversi aspetti che è bene conoscere prima di acquistarne uno, oppure per saperne di più su quello che si possiede già. Se siete interessati a conoscere come sono tagliati e come si chiamano i diversi punti di un diamante taglio brillante, cioè la classica gemma a forma rotonda potete considerare prima di tutto la capacità di riflettere la luce.

1 diamante taglio brillante
Diamante taglio brillante

Un diamante deve essere tagliato perfettamente per riuscire a riflettere al massimo i raggi della luce che lo colpiscono. Se un diamante non è tagliato in maniera simmetrica, per esempio, anche la sua luminosità sarà alterata. Per questo è importante la disposizione delle sfaccettature, e di conseguenza come la luce si riflette all’interno della pietra. È il motivo per cui i diamanti sono tagliati in un modo preciso, che si è evoluto nel tempo. Il taglio più comune, il brillante, cioè a forma circolare, è stato codificato solo nel secolo scorso.

Solitario con diamante taglio brillante e corona di piccoli diamanti
Solitario con diamante taglio brillante e corona di piccoli diamanti

Quindi un diamante tagliato a regola d’arte rifletterà meglio e sarà più bello. Se mostrerete di conoscere bene la pietra più desiderata del mondo farete un figurone con gli amici e, magari, riuscirete a impressionare il gioielliere che vi vuole vendere un anello. Chissà che non vi faccia uno sconto…

Come il corpo umano, ogni parte del diamante ha un nome specifico. L’anatomia della gemma è divisa in otto parti: faccette o sfaccettature (Facets), tavola (Table), diametro (diameter), corona (Crown), padiglione (Pavillon), cintura (Girdle) , profondità (Depth) e Apice (Culet). Il miglior rapporto tra brillantezza e dispersione della luce si ottiene quando i raggi riescono a penetrare nel diamante da diverse angolazioni.

Le parti del corpo del diamante
Le parti del corpo del diamante

Sfaccettature Sono le superfici piane che formano l’esterno del diamante dopo il taglio. Per il taglio brillante sono 57, oppure 58 se anche l’apice (la parte inferiore) non è a punta. Ogni sfaccettatura è angolata, sagomato e tagliata per produrre un particolare effetto di luce. Obiettivo: riflettere più efficacemente la struttura cristallina interna del diamante. Ogni tipo di taglio (brillante, cuscino, pera e così via) produce riflessi differenti. La rifrazione all’interno del diamante stesso aumenta la lucentezza e i riflessi in uscita verso la superficie del diamante.

Anello con diamante De Beers
Anello con diamante De Beers

Tavola È la sfaccettatura più larga del diamante. Si trova nella parte superiore del diamante, e serve come il principale punto di ingresso e di dispersione (fuoco) della luce. Ma, naturalmente, deve avere le giuste proporzioni per catturare il massimo della luce, ma senza ridurre la superficie delle sfaccettature laterali.

Il diamante da 102 carati taglio brillante
Diamante da 102 carati taglio brillante

Diametro La misura della larghezza del diamante nel suo punto più largo (cintura). Naturalmente il diametro deve essere proporzionato alla dimensione della pietra.

Corona La corona si riferisce alla parte del diamante sopra la cintura. È la sezione del diamante che va dal punto più largo fino alla tavola.

Padiglione Il padiglione è la controparte della corona, cioè la parte inferiore del diamante. L’area che va dalla cintura, o sezione più larga, del diamante al fondo (o culet) è definito come il padiglione.

Anello con diamanti taglio brillante
Anello con diamanti taglio brillante

Cintura È il nome per la parte più ampia del diamante, la sua circonferenza. È lì che si misura la cintura. La pratica comune oggi prevede di sfaccettare anche la cintura stessa, anche se le superfici che ne risultano non sono incluse nel conteggio finale delle sfaccettature del diamante.

Profondità È l’altezza dell’intero diamante. Si misura dalla tavola alla punta inferiore (il culet). La profondità del diamante aiuta a impostare i rapporti per il taglio della gemma. Un diamante troppo profondo rispetto alla sua dimensione avrà un riflesso che tende a essere scuro. Al contrario, un diamante troppo poco profondo, sarà poco brillante.

Anello di Harry Winston, con diamante taglio brillante
Anello di Harry Winston, con diamante taglio brillante. Scintillante, ma non trasparente come il vetro

Apice o culet È il fondo del diamante, la più piccola sfaccettatura. Il culet ha un enorme effetto sul resto del diamante: correttamente tagliata, questa parte della pietra permette alla luce che è entrata di uscire efficacemente attraverso la superficie (la tavola) e abbagliare con i suoi riflessi. Un culet tagliato troppo grande può causare un effetto negativo: se riflette troppa luce può dare l’effetto di avere un foro al suo interno. Il culet, invece, deve essere abbastanza piccolo. Ma non è raro per un diamante non avere del tutto un apice.

Anello in platino punzonato Bulgari con un diamante old cut centrale di circa 3 carati, contornato da diamanti taglio brillante e baguette per altri circa 3 carati,
Anello in platino punzonato Bulgari con un diamante old cut centrale di circa 3 carati, contornato da diamanti taglio brillante e baguette per altri circa 3 carati
Anello di fidanzamento Venus in oro giallo e diamante sintetico taglio brillante
Alessa, anello di fidanzamento Venus in oro giallo e diamante sintetico taglio brillante
Anello Maglia, ispirato alle reti dei pescatori. Diamante a taglio brillante (1,01 carati EVS1), 104 diamanti (1,16 carati), oro grigio perla
Anello Maglia, ispirato alle reti dei pescatori. Diamante a taglio brillante (1,01 carati EVS1), 104 diamanti (1,16 carati), oro grigio perla
Anello trilogy, oro bianco e diamanti taglio brillante
Anello trilogy, oro bianco e diamanti taglio brillante
Diamond map
Diamond map
tiffany
Disegno montatura Tiffany anello con diamante
Il diamante rosso De Young con taglio a brillante
Il diamante rosso De Young
Orecchini con un diamante taglio circolare, del peso di circa 22,60 e 22,31 carati, e diamanti a forma di scudo, montati in platino. Stima: 7-10 milioni dollari
Orecchini con un diamante taglio circolare, del peso di circa 22,60 e 22,31 carati, e diamanti a forma di scudo, montati in platino

Tutto sui diamanti

Sapete come distinguere i diamanti? Che cosa sono le quattro C? Come si valutano i diamanti? Ecco una veloce guida per risolvere ogni dubbio sui diamanti, che sono anche la pietra del mese di aprile

I diamanti sono considerati le pietre più preziose. Ma quanto valgono, davvero, i diamanti di un anello, orecchini o collana? Sono tutti uguali? Come riconoscerli e giudicarli? Gioiellis.com vi aiuta con questa guida, che potete stampare e conservare. Con una premessa: comprendere non significa essere in grado di compiere una perizia da soli. Per una valutazione sicura e definitiva di un diamante è meglio rivolgersi a un esperto in grado di visionare la pietra direttamente. Ma attenti a scegliere persone qualificate, non ascoltate il parere delle amiche. Solo chi ha studiato seriamente gemmologia può offrire un giudizio sicuro. Quasi sempre, almeno.

The Rock, diamante a forma di pera da 228,31 carati
The Rock, diamante a forma di pera da 228,31 carati

CHE COS’È UN DIAMANTE?

La sostanza è una delle tante forme in cui può presentarsi il carbonio. In termini scientifici, il diamante è costituito da un reticolo cristallino di atomi di carbonio disposti secondo una struttura ottaedrica. Il nome deriva dall’antico greco ἀδάμας, cioè adámas, che significa indistruttibile, giusto o anche immutabile.

I diamanti costituiscono il materiale più profondo del nostro Pianeta che ha mai raggiunto la superficie terrestre e vengono considerati una finestra aperta all’interno della Terra. Un materiale impossibile da ottenere con qualsiasi altro mezzo. Ben oltre il loro valore economico, hanno un più alto valore scientifico, perché sono in grado di raccontare molte cose sull’evoluzione della Terra.

Diamanti grezzi
Diamanti grezzi

L’ORIGINE

I diamanti esistenti per il 94% si sono formati tra 1e 3 miliardi di anni fa a profondità tra i 150 e 200 chilometri, dove il carbonio purissimo, sottoposto a enormi pressioni, ha generato queste pietre di grande fascino. Il rimanente 6% dei diamanti è ancora più interessante e ha origine nella «zona di transizione della Terra», tra i 660 e i 2.900 chilometri di profondità. Sono chiamati diamanti superprofondi.

Medaglione Ellesmere, composto da 478 diamanti
Medaglione Ellesmere, composto da 478 diamanti by De Beers

CARATTERISTICHE

Il diamante è il principe dei gioielli grazie alla dispersione della luce bianca nei colori dello spettro, una delle sue principali caratteristiche.  La durezza del diamante è l’altra sua particolarità, che lo rende utile per  molte applicazioni industriali. Oggi la produzione globale di diamanti grezzi è stimata in circa 130 milioni di carati (26 tonnellate) l’anno, di cui il 92% viene tagliato e lucidato in India, per lo più nella città di Surat. Dopo la prima lavorazione, circa l’85% dei diamanti grezzi, il 50% di diamanti tagliati, e il 40% di quelli per l’industria sono scambiati sul mercato di Anversa, in Belgio. Il motivo è che nel tardo Quattrocento ad Anversa è stata introdotta una nuova tecnica per lucidare e dare forma alle gemme. Ci sono più di 12mila tagliatori e lucidatori al lavoro nel quartiere dei diamanti.

Diamanti
Diamanti

PICCOLA STORIA

I diamanti sono conosciuti da centinaia di anni e utilizzati come elementi decorativi fin dai tempi antichi: i primi riferimenti sono stati registrati in India. Oggi l’utilizzo più comune del diamante in gioielleria è per l’anello di fidanzamento, ma pochi sanno che si tratta di una convenzione abbastanza recente, diventata popolare nella prima metà del Novecento grazie a una campagna pubblicitaria da parte della De Beers, la società leader nel commercio di diamanti. Più in generale, comunque, gli anelli di diamanti sono utilizzati almeno dal Quattrocento per simboleggiare un impegno.

Anello Dôme di Buccellati, con diamante taglio smeraldo
Anello Dôme di Buccellati, con diamante taglio smeraldo

LA VALUTAZIONE

I diamanti non sono tutti sono uguali. Per valutarli si classificano in base a  quattro «C», tenendo conto della lingua inglese: carati (carat), taglio (cut), colore (colour) e chiarezza (clarity). Ci sono però anche altre caratteristiche: per esempio, la presenza o assenza di fluorescenza, che possono influire sulla scelta nell’utilizzo per un gioiello e sul valore.

carati
La misura dei carati

CARATI (CARAT)
Il peso in carati misura la massa di un diamante. Un carato corrisponde a 200 milligrammi. Il prezzo per carato aumenta con il peso, dal momento che i diamanti più grandi sono più rari e più richiesti come pietre preziose. Al contrario, il valore non aumenta linearmente allo stesso modo con la dimensione. Per esempio, un diamante da 0,99 carati può avere un prezzo molto inferiore (sempre per carato) di un analogo 1,01 carati: la differenza è causata dalla differenza della domanda.

I gradi di trasparenza del diamante
I gradi di trasparenza del diamante

CHIAREZZA (CLARITY)
La chiarezza misura i difetti interni di un diamante, chiamati inclusioni. Le inclusioni possono consistere in cristalli di un materiale estraneo, oppure imperfezioni strutturali, come piccole crepe o, infine, come un alone biancastro. Il numero, la dimensione, il colore, la posizione relativa, l’orientamento e la visibilità delle inclusioni possono influire sulla relativa chiarezza di un diamante. Il Gemological Institute of America (Gia) e altre organizzazioni hanno sviluppato sistemi per definire il grado di chiarezza, a partire da inclusioni che sono visibili a un professionista con un diamante osservato a dieci ingrandimenti. Solo circa il 20% di tutti i diamanti estratti ha un punteggio di chiarezza sufficientemente alto per un uso in gioielleria. L’altro 80% è relegato a uso industriale. Di quel primo 20%, una quota significativa contiene una o più inclusioni visibili. Le pietre che non hanno una inclusione visibile sono conosciute come “eye-clean”, pulite allo sguardo, e sono ovviamente i pezzi preferiti. Attenzione, a volte le inclusioni sono nascoste sotto la montatura di un pezzo di gioielleria: per scoprirlo bisognerebbe destrutturare il gioiello per esaminarlo. La maggior parte delle inclusioni presenti in un diamante, in ogni caso, non influisce sull’integrità strutturale della gemma. Tuttavia, le cosiddette “nuvole” di grandi dimensioni possono influire sulla capacità di un diamante di trasmettere e diffondere la luce. E fessure grandi  vicino alla superficie aumentano la possibilità di una frattura.

Le sfumature del diamante
Le sfumature del diamante

COLORE (COLOUR)

Qual è il miglior colore per un diamante? Semplice: quello che non c’è. La varietà di diamanti più pregiata è, infatti, totalmente incolore. Anche in questo caso esiste una classificazione, che dovrebbe essere certificata da chi vende il gioiello: il diamante totalmente incolore, quindi della migliore qualità, è classificato come D. Il grado successivo, certificato con la lettera E, ha una traccia quasi invisibile di colore, che può essere osservata solo da esperti in un laboratorio di classificazione. La scala prosegue: anche i diamanti F sono pressoché trasparenti. Le pietre che, invece, mostrano tracce molto piccole di colore sono classificati come G o H. Ancora: quelli leggermente colorati sono classificati come I o J K e via fino a Z, con una colorazione giallo brillante. Questi ultimi, anche se sono alla fine della scala, risultano però abbastanza rari e quindi molto apprezzati. I diamanti con colorazione insolita a volte sono etichettati come fancy (fantasia). Alcuni, come quelli rosa, sono molto rari. Il colore di un diamante può essere causato da impurità chimiche e/o difetti strutturali nel reticolo cristallino. A seconda della tonalità e dell’intensità, il colore di un diamante può sminuire o aumentare il suo valore. Per esempio, intensi diamanti blu (come quello battezzato Hope) sono notevolmente preziosi. Si tratta, però, di pezzi eccezionali. La maggior parte dei diamanti utilizzati come gemme sono fondamentalmente trasparenti, con una piccola sfumatura, o diamanti bianchi. L’impurità più comune, l’azoto, sostituisce una piccola percentuale di atomi di carbonio nella struttura del diamante e causa un colore giallastro o brunastro.

I tipi di taglio del diamante
I tipi di taglio del diamante

TAGLIO (CUT)

Il taglio di un diamante descrive il modo in cui un diamante è stato formato e raffinato dalla sua forma di pietra grezza. Descrive, in realtà, la qualità di lavorazione e gli angoli a cui viene tagliato e spesso è confuso con il concetto di forma. Il taglio non è casuale: ci sono linee guida matematiche per determinare gli angoli e i rapporti di lunghezza al fine di riflettere la massima quantità di luce. Le tecniche per i diamanti di taglio si sono sviluppate nel corso di centinaia di anni. Ma i migliori risultati sono stati ottenuti nel 1919 dal matematico e appassionato di gemme Marcel Tolkowsky: è lui che ha sviluppato il taglio brillante, rotondo, calcolando la forma ideale per diffondere la luce. Il brillante ha 57 facce (lucidate), di cui 33 sulla corona (la parte superiore) e 24 sul padiglione (la metà inferiore). La cintura è la parte centrale sottile. La funzione della corona è di rifrangere la luce nei colori dell’iride, mentre la funzione del padiglione è riflettere la luce attraverso la parte superiore del diamante. Il culet è invece la superficie più piccola nella parte inferiore del diamante: dovrebbe essere di un diametro trascurabile, per evitare le perdite di luce dal fondo.

Il diamante battuto da Sotheby's per 13,8 milioni di dollari
Diamante battuto da Sotheby’s per 13,8 milioni di dollari

IL VALORE

Se volete essere aggiornati sul prezzo di mercato dei diamanti potete seguire  il Rapaport Diamond Report (in inglese), che è pubblicato tutte le settimane da Martin Rapaport, amministratore delegato del Rapaport Group, a New York: è considerato il punto di riferimento de facto del prezzo al dettaglio. Nel commercio all’ingrosso dei diamanti, il termine carati è spesso usato per definire una vendita o acquisto. Per esempio, un acquirente può effettuare un ordine per 100 carati (20 g) di 0.5 carati (100 mg), con determinate caratteristiche. In questo caso il Total carat weight (T.c.w.), cioè il peso totale in carati è usato per descrivere la massa totale di diamanti o pietre preziose in un pezzo di gioielleria. I diamanti «solitaire» per orecchini, per esempio, sono di solito espressi in Tcw, indicando la massa dei diamanti in entrambe orecchini e non di ogni singolo diamante. Tcw è anche ampiamente usato per collane di diamanti, bracciali e altri gioielli. Una indicazione veloce: guardate il diametro complessivo. Tipicamente un brillante rotondo da 1,0 carati (200 mg) dovrebbe avere un diametro di circa 6,5 mm. Matematicamente, il diametro in millimetri di un brillante rotondo dovrebbe corrispondere a circa 6,5 volte la radice cubica di peso in carati, di 11,1 volte la radice cubica di peso grammi, o 1,4 volte la radice cubica di peso punto. Insomma, per valutare il vero valore ci vogliono strumenti molto precisi e un buon occhio.

Modella con collana composta da 374 diamanti bianchi e gialli
Graff, modella con collana composta da 374 diamanti bianchi e gialli

Oro e pietre, il matrimonio riuscito di De’ Lazzari

De’ Lazzari Oro Addosso, la storia continua con nuovi gioielli ♦︎

Dopo oltre 40 anni il metallo giallo continua a essere al centro di De Lazzari Oro Addosso. Il brand è stato fondato nel 1982 a Casale Monferrato (Alessandria), nel distretto orafo di Valenza, e non ha smesso di rappresentare quel tipo di gioielleria che riesce a coniugare un livello alto, ma non irraggiungibile. Insomma, un compromesso di qualità tra alta gioielleria e quella che è davvero possibile acquistare. Il brand è riuscito così a passare indenne attraverso le mode grazie alla sua trasformazione in accessorio che si può indossare sempre, non solo nelle grandi occasioni, e strizza l’occhio al mondo della moda. E, proprio per questo, vissuto come un abito che si cambia con leggerezza.

Anelli in oro, con prasiolite e due acquamarina
Anelli in oro, con prasiolite e due acquamarina. Copyright: gioiellis.com

Oro e grandi pietre di colore sono utilizzate accanto ai tradizionali diamanti.

Lina e Vittorio De Lazzari, quindi, continuano sulla loro strada, con gioielli dalle geometrie precise ma anche morbide, pronte a essere riproposte in modo diverso stagione dopo stagione, in gran parte venduti sui mercati internazionali. Oro, diamanti, ma anche pietre di colore sono gli elementi classici rielaborati secondo lo stile proprio della Maison, che porta con sé un po’ di anni Ottanta, come testimoniano gli ultimi pezzi proposti.

Anelli in oro con prasiolite e acquamarina
Anelli in oro con prasiolite e acquamarina. Copyright: gioiellis.com
Oro Addosso, collana con tormalina, prasiolite, ametista, peridoto. Copyright: gioiellis.com
Oro Addosso, collana con tormalina, prasiolite, ametista, peridoto. Copyright: gioiellis.com
Orecchini a cerchio in oro bianco e diamanti
Orecchini a cerchio in oro bianco e diamanti
Anello in oro bianco con ametista e diamanti
Anello in oro bianco con ametista e diamanti
Anello in oro rosa, diamanti e tormalina di 10,25 carati
Anello in oro rosa, diamanti e tormalina di 10,25 carati

Come spendere meno per un anello con diamante

Come spendere il meno possibile per un anello con diamante?

Se volete acquistare un anello, ecco i consigli per non spendere troppo e scegliere bene. Quando regalate un anello di fidanzamento o, comunque, un gioiello importante alla propria compagna, fidanzata o moglie, non dovete essere taccagni. Un gioiello dura nel tempo ed è qualcosa che lei guarderà spesso, e penserà a voi ogni volta (o quasi) che lo indossa. Insomma, è meglio mettere mano al portafogli e scegliere bene. Inoltre, tenete conto che state per regalare (o acquistare) un oggetto prezioso: è un piccolo investimento che potrebbe diventare utile in caso di difficoltà. Sarà più facile vendere un anello con un bel diamante, di buona fattura, piuttosto che un anello da pochi euro o dollari.

Anello e orecchino della collezione Diva di Leo Pizzo
Anello e orecchino della collezione Diva di Leo Pizzo

Questo, però, non significa essere sciocchi. Un acquisto può essere fatto in modo intelligente, perché bisogna spendere bene i propri soldi. Ecco quindi, qualche consiglio sulla scelta dell’anello: come ottenere il massimo dal vostro budget e spendere il meno possibile. Cioè, spendere il giusto, senza buttare via i soldi. Perché ci sono aspetti che è necessario valutare quando si acquista un anello (ma vale anche per un un altro tipo di gioiello) con diamante. Ecco tre aspetti di cui tenere conto.

Crieri, Firmamento collecction worn
Crieri, Firmamento collecction

1 La scelta del metallo. Il classico oro bianco, giallo o rosa a 18 carati è il metallo più utilizzato per gli anelli. Ma se volete spendere meno, l’argento ben lucidato è una buona alternativa. Certo, tenete conto che avrà necessità di manutenzione: deve essere pulito spesso, perché si appanna più facilmente e tende a ossidarsi. E quando diventa nero o verde l’argento non fa una buona impressione. Un’alternativa è scegliere un anello in oro, ma con un minore numero di carati: si può scendere fino a 9 carati, il minimo per essere considerato ancora oro. Il prezzo, in questo caso, si abbassa notevolmente. Ma è pur sempre oro, anche se in una percentuale minore rispetto, per esempio, a 18 carati. L’oro a 9 carati è composto per 37,5% da oro puro e per il 62,5% da altri metalli, come argento o rame. Un anello in oro a 18 carati, invece, è per il 75% composto da oro puro. Attenzione, però: in realtà per un anello con diamante il costo dell’oro incide relativamente poco sul prezzo totale, quello che costa davvero tanto è il peso della pietra. Un’altra alternativa per spendere ancora meno è cercare un anello di design che abbina una pietra preziosa a un metallo poco costoso, come l’acciaio. Ma in questo caso il design deve essere davvero speciale.

Anello con solitario di Conte Diamonds
Anello con solitario di Conte Diamonds

2 I diamanti che costano meno. Diciamolo subito: non bisogna scegliere pietre scadenti. Il certificato di un istituto gemmologico, che di solito è rilasciato per pietre che pesano più di 0,3 carati, è una garanzia. Ricordatevi anche le classificazioni dei diamanti per scegliere bene (le trovate qui). Ma è possibile, comunque, cercare diamanti che siano meno costosi di altri. Per esempio, il taglio brillante (tondo) è quello più utilizzato per gli anelli solitaire, i classici da fidanzamento. È considerato, però, anche il taglio più costoso. Un diamante con un taglio meno frequente potrebbe farvi risparmiare anche il 20% del prezzo rispetto al brillante. Due consigli: il taglio a cuscino o il taglio Asscher rendono molto rispetto alla caratura e sono più convenienti. Anche tagli come marquise, ovale o smeraldo possono essere meno costosi, sempre considerando in proporzione alla caratura. Altro consiglio: scegliere una caratura che non sia un numero semplice. Per esempio, un diamante di 0,44 carati sarà un po’ più conveniente di una pietra da 0,50 carati e farà lo stesso effetto per l’occhio.

Ring by Giorgio Visconti
Ring by Giorgio Visconti

3 Il colore dei soldi. I soldi hanno un colore, quando si parla di diamanti. Se volete spendere tanto, scegliete le pietre colorate: diamanti gialli, rosa, fino a quelli rossi e blu se avete un conto in banca con nove zeri. I diamanti colorati, cosiddetti fancy, fanno colpo, ma sono costosissimi. Ma sono molto cari anche quelli incolori, specie di taglio brillante, se sono di buona qualità. Ci sono, però, diamanti che costano meno di altri. Per esempio, quelli brown, champagne, grigi, neri (quelli riscaldati, lo spieghiamo parlato qui). Il loro costo è inferiore anche del 40% rispetto ai diamanti bianchi più trasparenti e incolori. Anche in questo caso, però, tenete conto della famose «4 C»: oltre al colore contano anche il grado di chiarezza e il tipo di taglio scelto. Ancora: se volete a tutti i costi un diamante incolore, potete scegliere quelli classificati come colore G oppure H. Rispetto a quelli D, E o F, quelli G e H costano meno e utilizzati su un gioiello non sono distinguibili da chi non è un esperto gemmologo.

Anelli indossati con diamanti by Messika
Anelli indossati con diamanti by Messika

Altre libellule per Anapsara

I gioielli di Anapsara in oro e diamanti con sottofondo mistico: e alle collezioni si aggiungono nuove libellule ♦

Fate conto di entrare in una gioielleria e di ascoltare queste parole: «Lo stadio larvale delle libellule dura fino a cinque anni. È tempo. Sei pronto per la tua trasformazione?». Nel caso sentiate questa frase, sappiate che vi stanno offrendo gioielli di Anapsara, brand con base ad Anversa, nato nel 2014 tra le spiagge di Ibiza. Nonostante la sua origine, però, Anapsara segue una filosofia che mette in primo piano l’aspetto della spiritualità. Oro e misticismo? La fondatrice del brand, Eugenia Shekhtman, racconta di essere stata ispirata a creare la sua linea di gioielli di lusso dopo anni di studi spirituali e pratiche vediche, dopo 20 anni di lavoro nel mondo della moda. Tanto per cominciare, la parola Anapsara deriva dalla parola sanscrita Apsara, che significa «colei che si muove attraverso l’acqua».

Il logo della collezione, una libellula, è stato scelto per la sua bellezza e il significato: il cambiamento nella prospettiva della realizzazione di sé stessi.

Anello in oro bianco, diamanti, madreperla
Anello in oro bianco, diamanti, madreperla

Per questo Eugenia accompagna la presentazione dei suoi gioielli con frasi come quella che abbiamo ricordato all’inizio. In ogni caso, che siate sensibili alle mistiche indiane o che siate insensibili alla leggiadria della libellula, i gioielli di Anapsara possono ricoprire anche una funzione esclusivamente estetica. Insomma, potete indossarli senza pensarci troppo.

Anello in oro bianco e diamanti
Anello in oro bianco e diamanti
Anello in oro rosa, diamanti, smalto
Anello in oro rosa, diamanti, smalto
Anello in oro rosa, diamanti neri
Anello in oro rosa, diamanti neri
Mono orecchino in oro rosa
Mono orecchino in oro rosa
Collana e pendente in oro rosa
Collana e pendente in oro rosa
Orecchini in oro bianco e diamanti
Orecchini in oro bianco e diamanti
Orecchini in oro e diamanti neri
Orecchini in oro e diamanti neri

I sorprendenti gioielli di Vak

I nuovi gioielli di Vak, la Maison indiana specializzata in sorprendente alta gioielleria ♦︎

Vak è il frutto di una eredità familiare. Eppure, anche se si ispira all’antico, alla tradizione, la Maison di Mumbai fondata da Vishal Kothari, punta tutto sull’innovazione. Laureato al Gia a New York, il designer indiano non si limita a progettare alta gioielleria, ma sottolinea la creatività guidata da una tecnica che spesso è sorprendente. Anche perché sognava anche di fare lo stilista di moda, oppure il musicista. Invece è diventato una grande firma della gioielleria. I diamanti che compongono i petali sono tagliati e montati in modo che siano flessibili, ma allo stesso tempo ben saldi su un anello o un paio di orecchini. I gioielli di Vak sono attesi con pazienza da una schiera di fan, che si contengono gioielli prodotti con il contagocce. Anche perché la Maison crea solo circa 120 pezzi unici all’anno per la sua collezione di alta gioielleria.

Orecchini chandelier con diamanti
Orecchini chandelier con diamanti

D’altra parte, non è semplice realizzare gioielli come il Desert Rain Ring: una nuvola di diamanti tagliati a rosa che sembra cadere su una superficie oro spazzolato, come la pioggia sulla sabbia. È un anello cocktail choc ma, spiegano a Vak, è in effetti una promessa auspicata, come la pioggia nel deserto. Ma, accanto a pezzi venduti ai collezionisti, Vak ora propone anche gioielli di alta gamma, ma venduti tramite piattaforme online come Moda Operandi. Sono sempre gioielli che costano parecchie migliaia di dollari o euro, ma sono più vicini al grande pubblico.

Desert Rain Ring, rose cut diamonds, su oro rosa spazzolato
Desert Rain Ring, rose cut diamonds, su oro rosa spazzolato
Anello con diamanti e spinello burmese esagonale
Anello con diamanti e spinello burmese esagonale
Anello Arch of Heaven con diamanti e uno zaffiro burmese non scaldato
Anello Arch of Heaven con diamanti e uno zaffiro burmese non scaldato
Orecchini Architectural Splendor, con diamanti, spinelli e rubini birmani
Orecchini Architectural Splendor, con diamanti, spinelli e rubini birmani
Bracciale in oro rodiato nero, diamanti e smeraldo di 5,36 carati
Bracciale in oro rodiato nero, diamanti e smeraldo di 5,36 carati
Anello Elephant Pop con diamanti e rubini
Anello Elephant Pop con diamanti e rubini
Orecchini Black Constellation in oro rodiato nero e diamanti
Orecchini Black Constellation in oro rodiato nero e diamanti
Orecchini Green Baroque con diamanti, oro rodiato brown, smeraldi dello Zambia
Orecchini Green Baroque con diamanti, oro rodiato brown, smeraldi dello Zambia
Orecchini Summero Bllom, con smeraldi intagliati e diamanti
Orecchini Summero Bllom, con smeraldi intagliati e diamanti

I consigli dell’esperto per acquistare diamanti

Diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri: quanto valgono? Come riconoscerli? C’è chi li compra per farsi perdonare qualcosa, chi per passione, chi come investimento in un bene rifugio. Qualunque sia la motivazione, il parere di un esperto è fondamentale. Soprattutto perché quando si tratta di diamanti esistono dei parametri che sono una sorta di listino di base per la quotazione, ma nel campo delle gemme colorate, come smeraldi, rubini e zaffiri la faccenda non è semplice. A che cosa stare attenti e quali criteri adottare per la scelta, lo spiega Pio Visconti, docente dell’Istituto Gemmologico Italiano, consulente di molti enti regionali e titolare del Centro analisi gemmologiche di Valenza. La prova che sia un insigne gemmologo, sta nel fatto che la sua perizia è citata come garanzia nei cataloghi delle aste, in caso di una sua certificazione del gioiello. «Come valutare una pietra? Se dovesse comprare un Rolex va dal concessionario autorizzato o si rivolge al conoscente che l’ha acquistato in metropolitana?», spiega in questa intervista a Gioiellis.com.

Pio Visconti in tenuta da golf
Pio Visconti in tenuta da golf

Domanda. Quale delle famose quattro C carati (carat), colore (colour), chiarezza (clarity) e taglio (cut), è più importante nella scelta di un diamante?

Risposta. Il criterio che deve prevalere, secondo me, è il taglio. Certo peso, colore e chiarezza sono importanti, ma poiché la spesa per una pietra IF di 40 punti e una Vs2 di 70 punti magari è abbastanza simile, rimane il fatto che il diamante quando è incastonato deve brillare sulla montatura, deve essere una montagna di luce, come dicevano gli antichi, e questo lo si ottiene solo con un buon taglio.

Fedi eternity in diamanti
Fedi eternity in diamanti

D. Ma chi non è del settore come fa a capire se si tratta di un buon lavoro? Si affida al suo senso estetico?

R. Nel certificato si leggono dei numeri che si riferiscono ai valori della tavola, ossia della parte superiore, per esempio 57%, e all’altezza della corona 14%. Al cliente non dicono nulla e per questo a fianco è scritto il giudizio dell’analista: ottimo, buono, medio, sia come proporzioni sia come accuratezza. In definitiva, io consiglierei un diamante tagliato in maniera ottima, perché gli altri criteri sono legati al prezzo.

D. Che cosa fare se la certificazione non esiste?

R. Le faccio io una domanda: se dovesse comprare un Rolex va dal concessionario autorizzato o si rivolge al conoscente che l’ha acquistato in metropolitana?

Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi

D. Molti marchi conosciuti ci tengono a evidenziare l’utilizzo esclusivo di diamanti certificati, ma non c’è il rischio di ricevere il certificato di un’altra gemma? 

R. Tutto può succedere, però rovinarsi la reputazione per un comportamento poco trasparente per gemme di poco valore non vale la pena, tanto più che basta poco a trasformarsi in una catastrofe commerciale. In casi di pietre molto rare, il diamante è sigillato con il suo certificato all’interno, addirittura negli ultimi dieci anni è sempre più frequente la richiesta dell’incisione del numero di certificato sulla cintura della pietra stessa.

D. La corsa alla certificazione non dipende anche dalla notevole evoluzione tecnologica nella produzione diamanti sintetici che derivano sì dal carbonio, ma realizzati in laboratorio, e dall’aumento del numero di pietre naturali modificate dall’uomo per farle sembrare più belle. Il Gemological Institute of America(Gia), ha addirittura messo a punto un software 3D per smascherare i falsi. Funziona? 

R. È uno strumento in più, ma da solo non basta. Il lavoro del gemmologo è quello di identificare l’autenticità della pietra con una strumentazione adatta. Inoltre, esiste un listino prezzo di massima per ognuna delle 4 C, poi il valore preciso è determinato dalla domanda e dall’offerta. I commercianti addirittura possono valutare la pietra senza nemmeno vederla perché, appunto, fa fede il certificato. Le cose invece, si complicano terribilmente con le pietre di colore: nessun ente certificatore al mondo è riuscito a identificare in maniera seria parametri che possano suggerire il valore di uno smeraldo, di un rubino e uno zaffiro. E per le pietre semipreziose è ancora peggio.

Esame di un diamante a un precedente Dubai Jewellery Show
Esame di un gioiello com diamante

D. Si dice che la provenienza delle gemme ne determini la qualità. È vero che i rubini più belli sono birmani, così come gli smeraldi devono essere colombiani?

R. È una semplificazione: si sa che un rubino birmano solitamente ha delle caratteristiche cromatiche eccezionali perché è di un bel rosso vivo, brillante, senza saturazioni di bruno o di viola, quasi la tonalità delle auto Ferrari per intendersi. Questo non vuol dire che pietre simili non si possano trovare anche nei giacimenti di altri Paesi, ma sicuramente sono più rare. Per esempio quelli tailandesi hanno un’ottima trasparenza, ma anche una sfumatura violacea, per una piccolissima saturazione blu. Lo stesso vale per gli smeraldi: alcuni esemplari, magnifici per colore e trasparenza ossia con caratteristiche tipiche dei berilli colombiani, sono stati scoperti in Brasile. Gli zaffiri del Kasmhir sono di un blu incomparabile, ma rarissimi, mentre quelli di Ceylon sono più chiari ma più caldi e, ancora, quelli del Siam sono di una tonalità molto intensa.

D. Se la provenienza non garantisce la qualità, che dire del taglio?

R. Le pietre colorate hanno dei sistemi cristallini più complicati del diamante, quello che conta è una buona simmetria e un’uniformità colore vista dall’alto, perché di profilo questo non si otterrà mai. Per questo un taglio non perfettamente centrato è accettabile negli smeraldi, rubini e zaffiri. Al contrario, è inaccettabile in un diamante.

Rubino birmano color sangue di piccione non riscaldato da 6,41 carati, montato su un anello in oro giallo e bianco di 18 carati, circondato da diamanti, progettato da Forms
Rubino birmano color sangue di piccione non riscaldato da 6,41 carati, montato su un anello in oro giallo e bianco di 18 carati, circondato da diamanti, progettato da Forms

D. E si torna sempre al taglio…

R. Sfruttare al massimo sia il peso che il colore della gemma dipende dall’abilità del tagliatore: gli zaffiri australiani molto scuri con un sovratono verdastro e per questo poco amati, sono solitamente tagliati abbastanza sottili per evitare di accentuarne la cupezza. Invece, quelli Ceylon dalla tonalità molto bella, ma poco intensa hanno un padiglione molto più ampio per rafforzarne il colore.

D. Ma allora il criterio di scelta per queste pietre è il colore?

R. Sì, deve essere il più puro possibile, rispecchiare l’idea di verde o rosso o blu che abbiamo. Ovviamente, non devo vedere inclusioni a occhio nudo, magari posso aiutarmi con occhiali da una diottria o due, perché le imperfezioni ne abbassano il valore. E se capita di voler fare shopping durante un viaggio, prima di comprare una pietra meglio passare prima da un ente certificatore del luogo.

Anello Margot con zaffiro taglio pera e diamanti
Anello Margot con zaffiro taglio pera e diamanti

D. Quali sono le contraffazioni più comuni e quelle più dannose economicamente? Si sente spesso parlare di smeraldi «No Oil» come segno di autenticità. Vale anche per rubini e zaffiri? 

R. Tra tutti i trattamenti quello citato è più innocuo e anche più antico: Plinio accenna nei suoi scritti che per rendere più belli gli smeraldi era sufficiente metterli a bagno nell’olio. Le microfratture impregnate di resina: quelle sì che sono gravi. Per gli zaffiri il metodo più clamoroso, che riduce di un decimo il valore è la termodiffusione, ossia la colorazione blu di un corindone naturale, ma completamente incolore. Risultato? Una gemma da 70 euro trattamento compreso, potrebbe essere valutata anche 1.200 euro. Mentre le radici di rubino, chiamate così perché opache, sono rubini di bassissima qualità che, con una tecnica molto sofisticata, ricevono infiltrazioni di vetro. In genere sono al piombo per aumentare l’effetto, in modo da rendere i rubini completamente trasparenti. In pratica, una pietra di 4 carati il cui costo al commercio fatica superare i 100 dollari, assume lo stesso aspetto estetico di una da 5mila dollari.

D. Quindi l’ente certificatore garantisce l’autenticità e l’origine del prodotto?

R. Sì, verifica se è naturale o sintetico e, nel primo caso, se ha subito dei trattamenti. Grazie alle inclusioni, che sono delle tracce della roccia nella quale la pietra si è formata, è possibile risalire alla zona geografica. Sul valore c’è una forbice molto ampia legata al commercio, alla moda, alla percezione personale. Monica Battistoni

Pietre di colore: zaffiro, rubino, rubellite e zaffiro giallo
Pietre di colore: zaffiro, rubino, rubellite e zaffiro giallo

Gioielli come uova di Pasqua

Pasqua è una festività che in Occidente è anche sinonimo di uova. Ma le uova non sono solo sono un ingrediente per i piatti tipici di questo periodo. La la forma ovale è stata utilizzata nella storia dell’arte come simbolo di rinascita, di maternità, di natura che si rinnova. E ricorre spesso anche nella gioielleria, in particolare sono celeberrime le preziose uova prodotte da Fabergé. Il grande gioielliere russo, il cui marchio è tornato a vivere da qualche anno (dal 2012 è entrata a far parte del gruppo Gemfield), ha prodotto 50 uova imperiali, create apposta per gli zar.

Il motivo cinese della Gazza blu e bianca è realizzato in titanio e oro bianco e giallo 18 carati, con un pavé di oltre 500 gemme, delicati rami di alberi in oro bianco incastonati con diamanti e tormalina Paraiba. Una perla conch diventa un uovo su un nido d'oro giallo. Il pezzo è stato ispirato dall'antico motivo a fiori e uccelli blu e bianco su un piatto di porcellana a forma di cerchio del National Museum of History di Washington, DC, nonché alle opere di Giuseppe Castiglione, missionario gesuita e pittore del corte imperiale cinese
Spilla di Anna Hu. Il motivo cinese della Gazza blu e bianca è realizzato in titanio e oro bianco e giallo 18 carati, con un pavé di oltre 500 gemme, delicati rami di alberi in oro bianco incastonati con diamanti e tormalina Paraiba. Una perla conch diventa un uovo su un nido d’oro giallo. Il pezzo è stato ispirato dall’antico motivo a fiori e uccelli blu e bianco su un piatto di porcellana a forma di cerchio del National Museum of History di Washington, DC, nonché alle opere di Giuseppe Castiglione, missionario gesuita e pittore del corte imperiale cinese

Oggi valgono milioni, sono custodite spesso in musei e rare collezioni private di tutto il mondo. Il Museo Fabergé di San Pietroburgo, aperto nel 2013, custodisce il famoso primo uovo che era di proprietà dell’imperatrice Feodorovna. Sette uova imperiali, però, sono in realtà ancora disperse. Ma se le uova di Fabergé sono famose, e continuano a essere prodotte come gioielli con la nuova gestione, in gioielleria ce ne sono anche altre. Alcune molto preziose, come la spilla d’oro firmata Cartier, mentre altre uova sono gioielli meno raffinati, ma pur sempre adatti a essere abbinati al giorno di Pasqua.

Uovo con gemme di Kristen Malan
Uovo con gemme di Kristen Malan

Naturalmente, non è detto che ci si debba fermare a un semplice gioiello. Perché non festeggiare la Pasqua con un diamante a taglio ovale? I diamanti con questa forma, in realtà, non sono esattamente simili a un uovo naturale, ma sono simmetrici. Le due aree più lunghe, quindi, sono perfettamente identiche. Lo stesso vale per altre gemme tagliate con la forma ovale. I diamanti a taglio ovale sono considerati tra i più eleganti e, se montati su un anello, tendono a far sembrare le dita più lunghe e affusolate: un aspetto da tenere in considerazione.

Anello con diamante ovale di oltre 43 carati
Anello con diamante ovale di oltre 43 carati

Decorare i gusci d’uovo è un’idea che affonda nelle radici dell’umanità. Uova di struzzo decorate e incise 60.000 anni fa sono state trovate in Africa. Nel periodo pre-dinastico dell’Egitto e nelle prime culture della Mesopotamia e di Creta, le uova erano associate alla morte e alla rinascita, specialmente se di grandi dimensioni. Uova di struzzo decorate con oro e argento erano collocato nelle tombe degli antichi Sumeri e dagli Egizi 5.000 anni fa. Questa tradizione potrebbe aver influenzato le prime culture cristiane e islamiche in quelle aree, nonché attraverso legami mercantili, religiosi e politici da quelle aree intorno al Mediterraneo, fino a essere utilizzata dalla gioielleria.

Collana in oro rosa 18 carati, composta da 206 perle di smeraldo dello Zambia, diamanti rotondi e con taglio princess by Fabergé
Collana in oro rosa 18 carati, composta da 206 perle di smeraldo dello Zambia, diamanti rotondi e con taglio princess by Fabergé
Nido composto a mano con un uovo d'oro e due uova di porcellana
Tiffany, nido composto a mano con un uovo d’oro e due uova di porcellana
rina limor
Rina Limor, orecchini in argento con zaffiri
Bibi van der Velden, orecchini in oro e avorio di mammuth
Bibi van der Velden, orecchini in oro e avorio di mammuth
Raro uovo per lo zar Alessandro firmato Peter Carl Fabergé
Raro uovo per lo zar Alessandro firmato Peter Carl Fabergé
Pendente di Jean-Schlumberger per Tiffany, con oro e diamanti
Pendente di Jean-Schlumberger per Tiffany, con oro e diamanti
Pendente di Fabergé con diamanti, smeraldi e acquamarina
Pendente di Fabergé con diamanti, smeraldi e acquamarina

Giuseppina Fermi controcorrente

Gioielli che si ispirano all’arte rinascimentale, con pietre naturali: è lo stile di Giuseppina Fermi ♦

Quale può essere il tuo destino se tuo padre parte per la Cina e importa arte e gioielli antichi? E se poi diventa gemmologo e gioielliere? La risposta, per Giuseppina Fermi, scomparsa nel 2017 era quasi scontata: il mondo dei gioielli è il suo mondo. Oggi portato avanti dalla figlia, Ambra Fermi Pylinski. Pietro, suo padre, è stato anche uno dei pionieri nell’utilizzare i diamanti fancy, mentre la moglie ha fondato uno dei primi negozi di bijotterie. Con queste premesse Giuseppina ha fuso gli insegnamenti del padre e della madre per creare la sua linea che le definisce controcorrente. Nel senso che non abbraccia la filosofia minimal, geometrica ed essenziale che è la più utilizzata dai giovani designer, ma resta ancorata a una sorta di festival rinascimentale-barocco composto da putti, angioletti, riccioli, dorature, simboli.

Ciondolo con la forma di angelo
Ciondolo con la forma di angelo

Tutto assieme a pietre naturali, perle, argento e oro. Anche la sua attività è decentrata rispetto a quelle delle altre Maison: lavora, infatti, tra Piacenza, la sua città, e Porto Rotondo, località della Sardegna che d’estate si popola di turisti famosi, ricchi o tutte e due le cose assieme. Prezzi: il range è piuttosto vario. Si parte da un centinaio di euro per un ciondolo a qualche centinaio per i pezzi più importanti.

Orecchini in argento con cubic zirconia
Orecchini in argento con cubic zirconia
Anelli a forma di farfalla
Anelli a forma di farfalla
Orecchini in bronzo con cubic zirconia
Orecchini in bronzo con cubic zirconia
Ciondolo con perla barocca
Ciondolo con perla barocca

Come valutare il pavé dei vostri gioielli

Sapete giudicare il pavé del vostro gioiello? Il pavé è la tecnica più utilizzata nella gioielleria, eppure pochi la conoscono davvero. Leggete come valutare i pavé di pietre sui vostri gioielli ♦

Ci sono gioielli composti da gemme così vicine l’una all’altra da sembrare una superficie continua: ecco l’effetto di un pavé fatto a regola d’arte, che trasforma un fiore, un insetto o una forma qualsiasi in un oggetto dall’armonia unica. È il risultato di tante ore di lavoro e grande abilità tecniche. Certo, riconoscere quello migliore non è difficile, basta una certa sensibilità, ma capire perché è così speciale rende l’esperienza ancora più gratificante. Ecco una serie di esempi di alta gioielleria per imparare a conoscere questa tecnica: in fondo saperne un po’ di più aiuta anche a scegliere meglio e fare un acquisto consapevole.

Plumettes, bracciale in oro bianco e pavé di diamanti by Dior
Plumettes, bracciale in oro bianco e pavé di diamanti by Dior

La tecnica

Si scavano nel metallo dei fori conici dove inserire le pietre, successivamente bloccate (incastonate) con minuscole palline ottenute incidendo con uno scalpello (bulino) il materiale di scavo ai lati della pietra. È chiaro che si tratta di un lavoro, quello svolto a mano dall’incassatore, di estrema precisione. La minore distanza tra una pietra richiede una maggiore abilità e attenzione che fanno aumentare i costi di produzione. Viceversa spazi vuoti più ampi riempiti di queste palline indicano il contrario. Ma non solo: con l’affollamento intorno alla pietra spesso si ottiene un effetto di complessiva confusione che gli addetti ai lavori definiscono con il termine sporco.

Michele della Valle, spilla con pavé di zaffiri La Rose de Bourbon
Michele della Valle, spilla con pavé di zaffiri La Rose de Bourbon

La collezione Tubetto di De Grisogono è un esempio da manuale: i diamanti neri dell’anello qui sotto pur essendo di diverse dimensioni sono tutti sullo stesso piano. È l’abilità dell’incassatore a far sì che le gemme più grandi non sporgano troppo e quelle piccole rimangano in evidenza, per cui la profondità del solco deve essere calcolata al millimetro, operazione ancora più difficile quando sono di diverse misure. Inoltre, le minuscole palline che fissano le pietre sono quasi invisibili anche in foto come questa dove l’oggetto è molto ingrandito.

Anello Tubetto con diamanti neri della ormai scomparsa Maison svizzera de Grisogono
Anello Tubetto con diamanti neri della ormai scomparsa Maison svizzera de Grisogono

Ecco altri due esempi mirabili di incassatura invisibile, il Camaleonte di Vhernier e gli orecchini a stelle e strisce di Michele della Valle. Ottenere questo tipo di qualità è molto più difficile con i diamanti incolori su oro bianco, perché con le pietre colorate, se la base è buona, si può migliorare colorando il metallo. Inoltre, in questi due casi il pavé è continuo, non ha delle lastre di metallo che lo delimitano ma avvolge la montatura. Dettaglio che aumenta la difficoltà e il tempo di esecuzione.

Vhernier, spilla Camaleonte con pavé di diamanti bianchi, sugilite, giada nera, opale arlecchino, cristallo di rocca
Vhernier, spilla Camaleonte con pavé di diamanti bianchi, sugilite, giada nera, opale arlecchino, cristallo di rocca
Michele della Valle, orecchini american flag con zaffiri, spinelli e diamanti
Michele della Valle, orecchini american flag con zaffiri, spinelli e diamanti

Qui sotto è interessante notare la raffinatezza delle palline, sono in oro giallo o nero a seconda del colore delle pietre; nella seconda immagine invece, un tecnica mista: le punte su lastra ( dei cilindri applicati sul metallo al posto delle palline incise con lo scalpello) al centro e pavé ai lati.

De Grisogono dettaglio ciondolo
De Grisogono, dettaglio ciondolo

Altri esempi di altissima artigianalità tutta italiana: gli anelli Drapes di Palmiero con pietre di identica misura nonostante il drappeggio, e  il bracciale Pom Pom di Pomellato.

Palmiero anelli Drapes
Palmiero anelli Drapes
Pomellato, bracciale PomPom
Pomellato, bracciale PomPom

Infine, sempre di Pomellato un esempio di pavé questa volta preincassato nella linea Sabbia, dove può sembrare che in fase di progettazione si sia indicato nel software gli spazi necessari per poter posizionare le pietre e i pallini, senza quindi doverli eseguire a mano e ottenere questo preciso effetto. Monica Battistoni

Pomellato, anello Sabbia
Pomellato, anello Sabbia

Come pulire i gioielli d’argento

Come eliminare la patina che appanna i vostri gioielli in argento e il nero che si forma sulla superficie con quattro veloci mosse.

Avete gioielli d’argento che sono diventati neri? Ecco come fare per far tornare lucidi e belli i vostri gioielli d’argento. Non è difficile, basta seguire le indicazioni di questa breve guida per la pulizia dell’argento, che può essere utilizzata anche per altri oggetti realizzati con il metallo bianco. Innanzitutto, vediamo perché i gioielli si rovinano: l’appannamento avviene quando la superficie di argento del gioiello si combina con lo zolfo, una sostanza che può essere contenuta nell’aria (specie dove è più inquinata) e trasforma il metallo in solfuro d’argento, che ha il colore nero. Ma per fortuna non è difficile eliminare appannamento e colore nero.

1 Acqua calda

La prima cosa da fare per pulire l’argento annerito è versare due tazze di acqua calda, ma non bollente, in una ciotola. L’acqua deve coprire il gioiello (o i gioielli) completamente.

Tazza di acqua calda, ma non troppo
Tazza di acqua calda, ma non troppo

2 Versare il sale

Versare nell’acqua un cucchiaio di sale grosso da cucina (va bene anche quello fine). Il sale fa da detergente delicato che elimina l’ossidazione senza che si rischi una abrasione dell’argento. Rimestate delicatamente fino a quando il sale non si è sciolto del tutto. La quantità di acqua deve essere proporzionata al numero di gioielli da pulire. Questo metodo di pulizia è molto delicato, ma se sul gioiello ci sono pietre molto costose (anche se è difficile con l’argento), è preferibile portare il gioiello da un professionista, non si sa mai. Alternativa: invece del sale si può utilizzare bicarbonato di sodio.

Cucchiaio di sale
Cucchiaio di sale

3 Foglio di alluminio

Foglio di alluminio
Foglio di alluminio

Qui viene il bello: dopo aver aggiunto il sale mettete nell’acqua anche un foglio di alluminio tagliato a strisce, di quelli che si utilizzano in cucina per conservare i cibi. La combinazione di sale e alluminio reagisce all’appannamento dell’argento e crea una superficie lucida luminosa. Questo avviene perché il solfuro d’argento reagisce con l’alluminio posto in una soluzione salina. La reazione chimica che avviene trasforma il solfuro d’argento in puro argento. Controllate prima che l’acqua sia ancora calda. Lasciate a bagno i gioielli per circa 5 minuti. Se l’argento è molto appannato si può ripetere il processo fino a quando il metallo torna perfettamente luminoso.

4 Sciacquare i gioielli

Non dimenticate l’ultima cosa da fare: passare i gioielli sotto acqua corrente fredda per eliminare il sale. Infine, asciugate i gioielli d’argento con un panno morbido o un asciugamano in microfibra.

Pulizia dell'argento con un foglio di alluminio
Pulizia dell’argento con un foglio di alluminio
Un bracciale in argento che si è ossidato
Un bracciale in argento ossidato

I 10 anelli più indossati

Quale anello scegliere? Ogni forma di questo gioiello ha un suo significato e un suo nome. Leggete quali sono i 10 tipi di anelli più indossati e che cosa simboleggiano ♦

Sono tante le tipologie di anello: non ci sono solo quelli per il fidanzamento o il matrimonio. Dalla forma di un anello dipende anche su quale dito della mano indossarlo o in quale occasione è più appropriato, perché molti tipi di anelli hanno anche un significato simbolico. I gioiellieri, non a caso, propongono i loro anelli con una definizione precisa, come eternity, trilogy, solitaire, cocktail… Ecco quali sono i 10 modelli di anello più richiesti e che cosa significano le diverse forme di questo gioiello.

Anello in oro rosa con calcedonio della Namibia
Anello in oro rosa con calcedonio della Namibia

1 Solitaire. È il più diffuso e apprezzato anello per fidanzamento: ha un diamante montato da solo, senza altre pietre intorno, su una banda di metallo. Significato simbolico: un solo diamante, un solo amore. Il gambo può essere in oro, il più delle volte bianco, oppure platino, molto raramente in argento o titanio. L’anello solitaire simboleggia l’impegno di una donna che accetta di sposare l’uomo che le regala il gioiello. Ma, indossato nel tempo, rimane il segno dell’amore esclusivo. Il solitaire si può indossare anche dopo il matrimonio, assieme alla fede nuziale.

Tiffany Harmony, anello solitaire
Tiffany Harmony, anello solitaire

2 Eternity. Anello con una fascia di metallo (di solito oro bianco) e una linea continua di gemme (di solito i diamanti, ma sono proposti anche con pietre diverse, come smeraldi, rubini o zaffiri). Come indica il nome, eternity simboleggia l’amore che non finisce. È un anello regalato spesso dal marito alla moglie in occasione di un anniversario, in genere dopo dieci anni di matrimonio. Se i diamanti incastonati non seguono tutta la circonferenza, ma solo una parte (anche per rendere più comodo da indossare), è anche definito come half-eternity. Ma in questo caso il concetto è lo stesso: amore eterno (e anche una spesa minore).

Anello Live Diamond con diamanti prodotti in laboratorio
Anello eternity Live Diamond con diamanti prodotti in laboratorio

3 Fede nuziale. È il classico anello per il matrimonio, il più utilizzato. È caratterizzato da un metallo di solito liscio, il più delle volte oro giallo. La larghezza è variabile, dipende dai gusti. L’anello offre la possibilità di incidere all’interno la data del matrimonio, oppure il nome della moglie o del marito. Introdotta dagli antichi romani, la fede nuziale simboleggia l’impegno contratto con il matrimonio. La fede nuziale si indossa generalmente sulla mano sinistra al dito anulare, mentre nell’Europa Centro-Orientale, ed anche nella Penisola Iberica (tranne Catalogna), si usa metterla a destra.

Leggi anche Su quale dito indossare l’anello

Anello di Damiani con piccolo diamante all'interno
Anello di Damiani con piccolo diamante all’interno

4 Toi et Moi. È un anello con due pietre simili, ma non per forza uguali, impostate una di fronte all’altra. Un contrasto, ma anche una unione di due personalità diverse, che si completano a vicenda. È un anello che simboleggia uno stretto rapporto tra due persone. Regalare questo anello, è un po’ come dire: portami sempre con te. È anche un anello che consente a designer e gioiellieri di mettere alla prova la propria fantasia: gli anelli di questo tipo possono essere realizzati con due semplici pietre, oppure con la scelta di combinazioni audaci.

Anello in oro bianco toi et moi con diamanti
Anello in oro bianco toi et moi con diamanti di Shay

5 Falangina. Questo anello ha un diametro più piccolo rispetto a un anello normale: infatti, si indossa sulla prima o seconda falange del dito. Utilizzato nell’antichità, è tornato di moda adesso. Ma è necessario fare attenzione alla misura: deve essere della dimensione giusta per non rischiare di perderlo. Di solito è molto sottile, leggero, spesso in solo metallo, senza pietre.

Anelli firmati Ella
Anelli firmati Ella

6 Trinity. Anello ideato da Cartier nel 1924 e parecchio imitato. Consiste in tre diverse bande di metallo di colori differenti e con simbologie diverse: l’oro rosa indica l’amore, l’oro giallo è scelto come segno di fedeltà (perché ricorda l’anello nuziale) e, infine, l’oro bianco segnala l’amicizia. Le tre bande di metallo si intersecano a formare un unico anello. Molto apprezzato soprattutto dai giovani. È proposto anche con alcune varianti, per esempio, con l’utilizzo di pietre incastonate nel metallo.

Trinity ring di Cartier
Trinity ring di Cartier

7 Trilogy. Da non confondere con l’anello trinity. L’anello trilogy indica una banda di metallo con tre pietre montate, di solito diamanti. Assomiglia a un anello solitaire, ma moltiplicato per tre. Il significato? Be’, se cercate su Google ne troverete parecchi. Ma quello vero è: mia cara, non posso spendere per un anello con grande diamante, ma con tre piccoli ottengo (quasi) lo stesso effetto. Ed è proprio così.

Anello trilogy di Recarlo
Anello trilogy di Recarlo

8 Anello con segreto. Di moda nel Medioevo (erano utilizzati anche per nascondere veleno), sono ora piccole e complesse opere d’arte. Questo tipo di anello è tornato di moda in epoca Vittoriana, perché lo scomparto segreto poteva essere utilizzato per contenere un messaggio, un piccolo ritratto dell’amante, oppure un simbolo. Sembra incredibile, ma a quel tempo non esistevano i messaggi su Whastapp. Sono anelli voluminosi e lo scomparto segreto oggi riserva spesso delle sorprese.

Anelo con segreto di Theo Fennel
Anelo con segreto di Theo Fennel

9 Cocktail. Nati durante gli anni del Proibizionismo negli Stati Uniti, questi erano indossati dalle donne durante i party a base di alcol, vietato. Grandi, vistosi, con pietre colorate, sono anelli da pomeriggio o prima serata. Simboleggiano, come indica il nome, la voglia di divertirsi e un po’ anche di trasgredire. Date le dimensioni e i colori vivaci, però, non sono facili da abbinare all’abito.

Leggi anche I segreti del cocktail ring

Jacob, anello cocktail
Jacob, anello cocktail

10 Halo. Il nome indica un anello con un diamante o altra pietra centrale e una corona di gemme più piccole attorno. È un espediente dei designer di gioielli che serve ad aumentare l’impatto visivo delle pietre, senza dover ricorrere a una gemma più grande e costosa.È un tipo di montatura molto utilizzata sia per anelli impegnativi sia per quelli meno costosi.

Blue NIle, halo ring
Blue Nile, halo ring

I gioielli della corona di Olanda

Anche i reali di Olanda possono vantare un buon numero di gioielli importanti. Ecco quali sono ♦

Maxìma di Olanda anni fa era stata inserita dalla rivista Time tra le 100 persone più influenti al mondo per il suo impegno sociale. E sembra proprio una donna fortunata: ha sposato un principe, è diventata regina, dopo che nel 2013 Beatrice d’Olanda ha abdicato a favore del figlio Guglielmo Alessandro. Maxima Zorreguieta Cerruti, argentina di nascita, ha così avuto anche accesso a una delle collezioni di gioielli più ricche d’Europa. È un patrimonio accumulato nei secoli e mantenuto intatto grazie a una brillante soluzione: quella di far confluire i pezzi più importanti in una fondazione. E se i membri femminili della famiglia possono usufruirne in base al ruolo dinastico, alcuni di questi preziosissimi gioielli sono riservati unicamente alla regina regnante o consorte. Come, appunto, la regina Máxima , che a un anno dall’incoronazione ha dimostrato grande abilità nel modificarli e indossarli. Perché si tratta di diademi smontabili e rimontabili come collane e bracciali e viceversa. Ecco come, partendo proprio dalla tiara di diamanti zaffiri indossata nel giorno dell’incoronazione.

Maxìma d’Olanda con la tiara e gli orecchini della parure di zaffiri
Maxìma d’Olanda con la tiara e gli orecchini della parure di zaffiri

Sapphire Parure. Realizzata nel 1881 per la regina Emma, la tiara, che fa parte della Sapphire Parure, ha 655 diamanti sudafricani di 242 carati complessivi con un taglio brillante e 33 zaffiri del Cashmere di 155 carati. Uno zaffiro centrale a taglio cuscino circondato da due zaffiri più piccoli e da cinque diamanti per lato è l’elemento centrale, indossabile anche separatamente come spilla. Per renderla più leggera la nuova regina elimina sostituisce i tre diamanti montati a forma di giglio sulla sommità e li sostituisce con un unico grande diamante. Il girocollo di questa parure invece, è stato indossato come tiara aggiungendo sulla sommità cinque elementi costituiti da uno zaffiro centrale, circondato da diamanti in una montatura a forma di rombo.

Maxìma d’Olanda con la collana della parure di zaffiri indossata come tiara
Maxìma d’Olanda con la collana della parure di zaffiri indossata come tiara

Tiara di diamanti. Dono di nozze della regina Emma nel 1879, era in origine sormontata da tre stelle di diamanti a 12 punte. Ora è composta da tre diamanti centrali che possono essere sostituiti da rubini.

Dettaglio della tiara con 34 diamanti taglio rosa
Dettaglio della tiara con 34 diamanti taglio rosa

Tiara di diamanti taglio rosa. Tiara formata da una fila di 34 grossi diamanti i incastonati su una placca di platino (chaton) secondo una moda in voga nella metà del XIX secolo, che può essere usato come diadema o una collana.

Maxìma d’Olanda con la tiara di 34 diamanti taglio rosa
Maxìma d’Olanda con la tiara di 34 diamanti taglio rosa

Tiara della Regina Anna. Appartenuta alla Gran Duchessa Anna Pavlovna di Russia, moglie di Guglielmo II d’Olanda, è composta da diamanti e sette perle a forma di pera che pare risalgano al 1600.

Maxìma d’Olanda con la tiara delle perle antiche
Maxìma d’Olanda con la tiara delle perle antiche

Tiara delle margherite. Trasformata più volte, inizialmente aveva sulla sommità cinque perle tonde circondate ciascuna da dieci diamanti taglio brillante, in modo da formare una margherita, appunto. Nel 2002 al posto dei fiori vennero inserite delle stelle tramandate dalla regina Emma, seconda moglie di Guglielmo III. I gioielli a forma di stella erano popolari nel tardo XIX secolo, e fu Sissi l’imperatrice Elisabetta d’Austria a decretarne il successo usandole come fermagli nei capelli.Maxìma le ha volute per il giorno del suo matrimonio.

La tiara delle margherite
La tiara delle margherite

Tiara Mellerio. Fa parte di una parure costituita da una collana, un bracciale e una spilla con rubini e diamanti in grande quantità: 385 gemme nella tiara, 425 nella collana e 135 nel bracciale.

La tiara Mellerio con bracciali e orecchini
La tiara Mellerio con bracciali e orecchini

Tiara Wurttenberg. È un diadema con un intricato disegno di diamanti e perle che formano volute e gigli, sormontati da due file di perle a forma di goccia: sei nella parte inferiore e cinque in quella superiore, entrambe sono rimovibile e per questo sono possibili quattro versioni: con o senza perle, con la prima o seconda fila. È sempre stata la preferita dell’ex regina Beatrice, che dal giorno del suo matrimonio in poi l’ha portata in tutte le occasioni ufficiali.

Dettaglio della tiara Wurttenberg
Dettaglio della tiara Wurttenberg
Maxìma d’Olanda con la tiara di tre diamanti centrali sostituibili con i rubini
Maxìma d’Olanda con la tiara di tre diamanti centrali sostituibili con i rubini
Dettaglio della tiara delle margherite-stelle
Dettaglio della tiara delle margherite-stelle
La tiara dele perle antiche senza perle
La tiara dele perle antiche senza perle

Tutto sul platino

Volete acquistare un anello di platino? Ecco quello che dovete sapere sul platino, uno dei metalli più preziosi utilizzati in gioielleria, in particolare per gli anelli. Insomma, meglio oro o platino? ♦

«Lo preferisce in oro o in platino?». È una delle domande classiche che si sente rivolgere chi va dal gioielliere per acquistare un anello, in particolare per il fidanzamento o il matrimonio. Chi non è un esperto finisce per scegliere il metallo meno costoso: l’oro. Ma conoscere le caratteristiche di quello che è il più raro e nobile materiale, il platino, potrebbe portare a fare una scelta diversa.

Bracciale stile art déco in platino, diamanti e onice
Neil Lane, bracciale stile art déco in platino, diamanti e onice

Caratteristiche. Il nome del platino deriva dal termine spagnolo platina, che è letteralmente tradotto in «piccolo argento». È un metallo molto raro. E quindi è anche molto più costoso dell’oro. Si trova assieme a minerali di nichel e rame, principalmente in Sud Africa, dove è concentrata l’80% della produzione mondiale. Ma grandi depositi di platino sono presenti anche nello Stato del Tamil Nadu, in India.

La corona realizzata per la regina Elisabetta , moglie del re Giorgio VI, la Regina madre: ha la cornice in platino
La corona realizzata per la regina Elisabetta , moglie del re Giorgio VI, la Regina madre: ha la cornice in platino

Gioielli in platino. Il platino è uno dei metalli meno alterabili: ha notevole resistenza alla corrosione, anche a temperature elevate, ed è quindi considerato un metallo nobile. In gioielleria il platino è utilizzato per la sua duratura ed eleganza. È morbido, duttile e facilmente lavorabile, ma è anche forte e resistente. Per questo, per esempio, è molto apprezzato nei gioielli che contengono pietre preziose: le griffe in platino sono più sicure di quelle in oro. Inoltre, il colore si sposa bene con la purezza dei diamanti. Spesso è utilizzato in lega con altri metalli, come l’iridio, osmio, palladio, rodio e rutenio, ma in questo caso deve essere segnalato. Se acquistate un gioiello in platino fate attenzione che abbia la sigla «Plat»: significa che il platino è puro almeno al 95%. La cornice della corona della regina Elisabetta, conosciuta anche come la Regina madre, fabbricata per l’incoronazione come consorte del re Giorgio VI, è realizzata in platino. È stata la prima corona britannica a essere realizzata con questo particolare metallo.

Henrich and Denzel, bracciale e anello in platino
Henrich and Denzel, bracciale e anello in platino

Storia. Il platino era conosciuto già dagli antichi Egizi: gli storici hanno appurato che una sacerdotessa commissionò a un artigiano geroglifici in platino sul suo sarcofago. E oggi, 2500 dopo, i disegni sono perfettamente intatti. Anche Re Luigi XVI (fine 1700) amava i gioielli in platino. E alcuni dei diamanti più famosi del mondo sono stati inseriti in una struttura in platino, come il diamante Hope. Poiché si trova naturalmente nelle sabbie alluvionali di vari fiumi, è stato usato per la prima volta dai nativi precolombiani del Sud America per produrre artefatti. Fu menzionato negli scritti europei già nel XVI secolo, ma fu solo quando Antonio de Ulloa pubblicò un rapporto su un nuovo metallo di origine colombiana nel 1748 che iniziò a essere studiato dagli scienziati.

Chaumet, tiara in platino e diamanti
Chaumet, tiara in platino e diamanti

Come si pulisce il platino? Anche se il platino è un metallo particolarmente resistente, è necessario provvedere alla pulizia di tanto in tento. Il metodo migliore resta sempre quello di immergere l’anello o il bracciale in una ciotola con acqua calda, ma non bollente, in cui avrete sciolto qualche goccia di sapone liquido neutro. Dopo aver lasciato per una decina di minuti il gioiello a bagno, sciacquate, e poi strofinate delicatamente (specialmente se ci sono anche pietre) con uno spazzolino da denti con setole morbide. Poi, asciugate con un panno in microfibra: cotone o lana possono lasciare residui attaccati al gioiello se questo non è perfettamente liscio. Un altro metodo consiste nel mettere a bagno il gioiello di platino in una recipiente di acqua con l’aggiunta di bicarbonato di sodio. Dopo qualche minuto si versa mezzo bicchiere di aceto: l’acqua per reazione inizierà a produrre bolle. Dopo 10 minuti sciacquare il gioiello in acqua fredda.

Anello solitario in platino e diamante con il Tiffany Setting
Anello solitario in platino e diamante con il Tiffany Setting
Cartier, solitario in Platino e diamanti
Cartier, solitario in Platino e diamanti
Luois Vuitton: fede in platino della collezione Empreinte, ispirata ai chiodi dei bauli con solitario incastonato. Prezzo 1890 euro
Louis Vuitton: fede in platino della collezione Empreinte, ispirata ai chiodi dei bauli con solitario incastonato
Bracciale di platino con diamanti e rubini venduto per 149mila dollari
Bracciale con diamanti e rubini venduto per 149mila dollari
Anello in platino con diamanti del 1950 circa. Base d'asta: 1500 euro
Anello con diamanti del 1950 circa

I diamanti di casa Asscher

I gioielli con diamanti della dinastia Asscher, che ha dato il nome a uno dei più famosi tipi di taglio delle pietre più preziose ♦

Molti conoscono Asscher perché è anche il nome di un particolare taglio dei diamanti. Ma la Royal Asscher Diamond Company, società olandese fondata nel 1854 dalla famiglia Asscher, produce anche gioielli, che ovviamente fanno largo uso di diamanti. Pensate che la sede della società è ancora quella originale, in via Tolstraat, ad Amsterdam. Nei gioielli si trovano gli elementi del movimento Arts and Crafts, che hanno dato vita allo stile liberty, e poi si sono evoluti nell’Art Deco. Pezzi di gioielleria davvero regali. D’altra parte, è si è fregiata del nome Royal Asscher Diamond Company nel 1980, quando è stato conferito l’onore di fornitore reale dalla Regina Giuliana. E nel 2011 la regina Beatrice ha perpetuato il prefisso «Royal» per altri 25 anni.

Orecchini Pavo con diamanti taglio Asscher
Orecchini Pavo con diamanti taglio Asscher

Royal Asscher è ancora di proprietà della famiglia Asscher. È diventata famosa all’inizio del XX secolo per il lavoro di Joseph e Abraham Asscher, ed è diventata Royal Asscher Diamond Company nel 1980, quando le fu conferito il Predicato Reale Olandese dalla Regina Giuliana dei Paesi Bassi in riconoscimento della importanza dell’azienda nei Paesi Bassi e in tutto il mondo.

Orecchini con diamanti per 1 carato con taglio Asscher
1 Karat Diamantohrringe im Asscher-Schliff

Il taglio Asscher è nato nel 1902, inventato da Joseph Asscher, che ha brevettato questa speciale forma per il diamante. È stato anche il primo taglio di diamante brevettato al mondo. Il progetto originale prevedeva 58 sfaccettature a gradini e un padiglione ripido con angoli tagliati. In pratica, è un diamante con taglio smeraldo, ma quadrato e con angoli tagliati. Il taglio Asscher è stato un punto fermo dei gioielli dell’epoca art déco e art nouveau, con le sue linee rette e la disposizione sfaccettata che lo rendevano perfetto per elementi puliti e grafici portati in vita dal movimento.
Riproduzione della corona reale britannica, esposta nella sede di Asscher, con il grande diamante Cullinam
Reproduktion der britischen Königskrone, ausgestellt in Asscher, mit dem großen Cullinam-Diamanten

I diamanti storici

La storia della società è legata ad alcuni diamanti straordinari: l’Excelsior di 997 carati uno dei più grandi diamanti trovati. Nel 1903 Abraham Asscher per ridurre al minimo i difetti (alcune inclusioni) ha diviso la pietra in dieci diamanti. Il diamante Excelsior è finito (ma non si sa se è un merito) per essere indossato come pendente dal reggiseno, durante la sfilata 2003 della Victoria Secret Fantasy Bra, indossato da Heidi Klum. Un completo intimo da circa 13 milioni di dollari. Altro diamante storico è il Cullinan, scoperto nel 1905, di 3.106 carati (621,2 g). Il diamante è stato presentato al re Edoardo VII, che ha invitato i fratelli Asscher a Londra per discutere come tagliare la pietra. Joseph Asscher ha diviso il Cullinan in tre parti. Se ne sono poi ricavate nove grandi pietre: la più grande è di 530,20 carati (106,040 g), il Cullinan I. Fa parte dei gioielli della corona britannica.

Anelli di fidanzamento della Maison Asscher
Anelli di fidanzamento della Maison Asscher

Una curiosità: durante i mesi dell’epidemia di coronavirus, Mike e Lita Asscher hanno deciso di voler aiutare a combattere il covid-19 con la creazione di una mascherina che ha stampata l’immagine dei diamanti Asscher. La maschera è in tessuto non medico ed è venduta online: i profitti sono stati destinati agli scienziati del LUMC (Leiden University Medical Center).

Orecchini in oro giallo e diamanti
Orecchini in oro giallo e diamanti
Anello con diamante taglio ovale
Anello con diamante taglio ovale
Anello con diamante taglio Asscher
Anello con diamante taglio Asscher

Ingo Henn, lusso e sorprese 

Pietre, volumi, romanticismo e razionalità: i gioielli di Ingo Henn con la sua Henn of London ♦

Ingo Henn appartiene alla categoria di quelli che volevano disegnare gioielli fin da bambini. Non solo: da piccolo amava le grandi pietre colorate. E ne ha fatto una professione. Il designer, di origine tedesca, ma trapiantato a Londra, utilizza pietre preziose dai colori unici. Diciamola tutta: è il figlio di Hans-Jürgen Henn, uno dei principali rivenditori di gemme. Da bravo tedesco, Ingo ha fatto le cose per bene: ha studiato la professione di orafo (la gemmologia l’ha imparata a casa), ha viaggiato, ha conosciuto tecniche e designer al massimo livello.

Anello con tormalina paraiba del Mozambico, diamanti, platino
Anello con tormalina paraiba del Mozambico, diamanti, platino

A metà degli anni Novanta ha deciso di avere imparato il necessario e ha fondato il suo marchio nel quartiere dei gioielli di Hatton Garden, a Londra. La gioielleria è proprio accanto agli uffici della società che commercia in gemme. Razionalità germanica. Ma questo non impedisce a Ingo Henn di sviluppare alcuni tra i gioielli più romanticamente eclettici del nostro secolo, con la sua Maison Henn of London. Pietre preziose di raffinata tonalità e qualità, ma unite a un design prezioso per accostamento di colori e sorprendente uso dei volumi. I suoi gioielli sono pezzi unici, disegnati attorno al colore e al tipo di pietra utilizzato. 

Pendente in oro giallo, con granati mandarino, diamanti e smalto
Pendente in oro giallo, con granati mandarino, diamanti e smalto
Pendente in oro bianco con tanzanite intagliata a mano da 57,45 carati, diamanti, smalto
Pendente in oro bianco con tanzanite intagliata a mano da 57,45 carati, diamanti, smalto
Pendente con topazio rosa, diamanti, smalto, oro bianco
Pendente con topazio rosa, diamanti, smalto, oro bianco
Pendente con acquamarina Santa Maria intagliata (non riscaldata), diamanti e oro bianco
Pendente con acquamarina Santa Maria intagliata (non riscaldata), diamanti e oro bianco
Orecchini con tanzaniti ovali, diamanti, smalto, oro bianco 18 carati
Orecchini con tanzaniti ovali, diamanti, smalto, oro bianco 18 carati

Quanto valgono le perle nere?

Le preziose perle nere: ne avete sentito parlare? Leggete come riconoscerle e quanto valgono ♦

Per indicare qualcosa di valore si dice che è «preziosa come una perla». Se poi la perla è nera, il valore aumenta. Infatti, non tutte le perle sono bianche: quelle nere (dette anche perle di Tahiti) sono molto pregiate. In realtà non sono proprio nere, ma solo di colore più scuro, tendenti al grigio. Sono i frutti della ostrica Pinctada margaritifera (chiamata anche Ostrica delle perle nere di Tahiti), un mollusco che vive nell’Oceano Indo-Pacifico alla latitudine dei Tropici.

Collana con perla di Tahiti e diamanti
Collana con perla di Tahiti e diamanti

Le perle nere si trovano in molte sfumature, color metallo, molte sfumature di grigio (chissà, forse sono 50), ma anche verde pavone (sono considerate particolarmente preziose), o tendenti al violaceo, come le melanzane, e marrone scuro o gialle. Il colore dipende dai minerali che il mollusco ha ingerito, contenuti nel plancton, il cibo delle ostriche. Nella coltivazione di perle, però, si usa tintura o irradiate per migliorare o cambiare il loro colore. Ma non sperate di individuarle: è difficile distinguere una perla naturale da una trattata.

Il nome di queste perle è, ovviamente, legato al luogo in cui si coltivano, cioè principalmente intorno alle isole della Polinesia francese, vicino a Tahiti.

Yoko London, Aurora necklace
Yoko London, Aurora necklace

Il valore delle perle in gioielleria è determinato da una combinazione di lucentezza, colore, dimensioni, mancanza di difetti superficiali e simmetria. Una perla perfettamente rotonda è considerata più preziosa, mentre le perle allungate a forma di goccia sono spesso utilizzate nei ciondoli. Un altro aspetto da considerare è la lucentezza, che è un importante elemento di differenziazione della qualità della perla.

Anello della collezione Bubble con perle di Tahiti
Assael, anello della collezione Bubble con perle di Tahiti

Quanto valgono le perle nere?
Come abbiamo detto, dipende molto dalla dimensione e dalla qualità. Inoltre, in circolazione ci sono perle che sono semplicemente colorate di nero. Una collana non troppo lunga con un filo di vere perle nere può avere un valore che va da poche centinaia di euro o dollari, se composta da quelle più piccole e di qualità inferiore, fino qualche decina di migliaia di euro/dollari se le perle hanno una buona lucentezza, sono naturali e hanno una forma regolarmente sferica.

Se avete gioielli con perle di questo colore trattatele con cura: le perle sono delicate e possono deteriorarsi se non sono trattate bene. In ogni caso, se volete sapere come si puliscono i gioielli con perle vi consigliamo di leggere l’articolo che abbiamo già pubblicato e che spiega nel dettaglio che cosa bisogna fare per tenere puliti i gioielli con perle, ma senza rovinarle.

Collana di perle di Tahiti, oro giallo, lapislazzuli
Collana di perle di Tahiti, oro giallo, lapislazzuli

Come distinguere una perla nera di Tahiti da un’imitazione, falsa? In effetti online si trovano straordinarie offerte di gioielli a basso prezzo con perle di Tahiti. Molto probabilmente si tratta di perle di acqua dolce colorate. Purtroppo dalle immagini sul web non è facile distinguere le perle di Tahiti vere dalle imitazioni. Quelle colorate, in ogni caso, hanno di solito una tonalità uniforme, mentre le perle vere tendono ad avere variazioni di colore sulla superficie. Inoltre, spesso il colore utilizzato per rendere nere le perle si concentra maggiormente vicino al piccolo foro in cui passa il filo che lega le perle. Quindi, guardate con una lente se il foro della perla vi sembra più scuro del resto.

Le cose da sapere sui diamanti neri

Come per le gemme, anche le perle hanno valori (e costi) differenti. Le perle di Tahiti sono giudicate in base a una severa classificazione. Eccola:

1 Shape (forma): più è rotonda in modo regolare, più la perla è apprezzata. 
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2 Size (misura): più grande è, meglio è.perle-2-ok

3 Surface (qualità della superficie): è preferita quella molto liscia, senza difetti.

Collana con perle di Tahiti e chiusura in oro
Collana con perle di Tahiti e chiusura in oro

4 Luster (lucentezza): se brilla ha maggior valore.

Anello con perla nera di Tahiti e diamanti
Anello con perla nera di Tahiti con sfumatura violacea e diamanti

 

5 Nacre (madreperla): più la madreperla è spessa, più durerà nel tempo.

Anello in argento con perla tahitiana
Anello in argento con perla tahitiana

6 Color (tonalità): i colori più ricercati sono verde pavone, oppure le tonalità tendenti a blu, rosa, oro, argento, viola melanzana.

Anello Dawn, in oro nero, diamanti, perle di Tahiti, granati e citrini
Anello Dawn, in oro nero, diamanti, perle di Tahiti, granati e citrini

 

Le foglie preziose di Michael Aram

Metalli lavorati a mano e pietre colorate nei gioielli di Michael Aram ♦︎

In lingua hindi, la parola aram significa «dolcezza, con pace, amore e cura». Se questo sia il mood di Michael Aram, non si sa. In ogni caso, lui sottolinea questa affinità semantica. Michael Aram è un designer e artista americano, nato a New York, dove lavora. Alla fine degli anni Ottanta ha fatto un viaggio in India che gli ha cambiato la vita: ha scoperto la tradizione della lavorazione dei metalli e ha creato casa e laboratorio a Nuova Delhi. Da lì, l’attività è proseguita e Aram ha fondato un’azienda che produce soprattutto raffinati oggetti di design per la casa. Ma propone anche gioielleria.

Orecchini in argento rodiato nero, oro, diamanti
Orecchini in argento rodiato nero, oro, diamanti

Arredo, design, ma anche artigianalità. La passione per le antiche tradizioni si è coniugata a uno spirito imprenditoriale che lo ha trasformato in una firma nel suo campo. Ma dopo un po’ di anni, Michael Aram ha allargato l’attività anche alla gioielleria. Naturalmente con collezioni che hanno nel metallo lavorato a mano il loro fulcro. Non solo: i gioielli di Micheal Aram, che sono apparsi anche al Couture 2017 di Las Vegas, fanno un ampio utilizzo di pietre preziose e semi preziose, come nella collezione Botanical Leaf. Un aspetto che piace molto anche agli indiani.

Collana con perle grigie, ametrine, zaffiri viola
Collana con perle grigie, ametrine, zaffiri viola
Anello in oro, argento rodiato nero e diamanti
Anello in oro, argento rodiato nero e diamanti
Anello Butterfly Ginko in oro, argento e diamanti
Anello Butterfly Ginko in oro, argento e diamanti
Orecchini Butterfly Ginko in oro, argento e diamanti
Orecchini Butterfly Ginko in oro, argento e diamanti
Anello Butterfly Ginko, in argento, oro, diamanti
Anello Butterfly Ginko, in argento, oro, diamanti
Orecchini a foglia in argento con diamanti
Orecchini a foglia in argento con diamanti

Le gemme di Pamela Huizenga

La danza delle pietre guida la fantasia di Pamela Huizenga: pezzi unici con le gemme al centro della creatività ♦ 

A 16 anni, in Florida, Pamela Huizenga aveva già mostrato la propria passione per le pietre. I minerali li raccoglieva, a patto che luccicassero un po’, e il portava a casa. Non sospettava, però, che dopo qualche anno sarebbe diventata una designer conosciuta e apprezzata. A dire il vero nella sua storia c’è una pausa: dopo aver studiato il taglio delle pietre e i segreti dell’oreficeria da un affermato artigiano in Nord Carolina, si è sposata e ha avuto tre figli. Ma la passione per le pietre ha avuto la meglio. L’inizio della conversione a designer di gioielli è stato un po’ casuale, con l’acquisto di un opale etiope su eBay.

Collana con diamanti grezzi
Collana con diamanti grezzi

Era il 2009. Partendo da questa pietra ha iniziato il percorso che la ha trasformata in una professionista del gioiello, che crea solo pezzi unici. Le sue creazioni sono realizzate tra la Florida, New York e Bali, dove un’artigiana si è specializzata nella lavorazione dei pezzi in argento. Inutile sottolineare che al centro dei suoi gioielli ci sono soprattutto le pietre, specialmente quelle che hanno qualcosa di speciale: turchese, giada, opali di diverso tipo (etiope o messicano), ma anche fossili e legno pietrificato sono gli elementi base su cui si esercita la fantasia di Pamela. I prezzi dei suoi gioielli partono da circa 4.000 dollari.

Bracciale con turchesi
Bracciale con turchesi
Collana in oro e aquaprase
Collana in oro e aquaprase
Collana in oro bianco e malachite
Collana in oro bianco e malachite
Collana con cluster di diamanti grezzi
Collana con cluster di diamanti grezzi
Orecchini con acquamarina
Orecchini con acquamarina
Orecchini con spessartite
Orecchini con spessartite
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