Elie Top, il meccanismo della creatività tra Seicento e tecnologia 3D.
È uno dei nomi nuovi della gioielleria, ma fa già parlare di sé. Difficile dimenticarsi di Elie Top: i suoi gioielli hanno il raro pregio di essere completamente diversi dagli altri, senza incorrere nel peccato della bizzarria. Lui ha iniziato la sua carriera nel design di gioielli con il leggendario Loulou de la Falaise a Yves Saint Laurent, per collaborare poi con Alber Elbaz a Lanvin. Ebbene: come sempre accade ai creativi che hanno qualcosa da aggiungere, si è messo in proprio. Tutto è prodotto in Francia, ma senza disdegnare le tecniche più avanzate, come il 3D. In effetti, i suoi gioielli sono un capolavoro di ingegneria. La collezione Mécaniques Celestes, per esempio, è ispirata in parte dagli orologi astrologici del Seicento e Settecento, con elementi di rotazione dei dischi che rivelano elementi precedentemente nascosti, come il globo centrale tempestato di diamanti sull’anello in oro e argento (prezzo: 13145 dollari). L’idea è quella di giocare sul concetto di chiuso/aperto. Ama lavorare con pietre preziose dure e semidure, come labradorite, cristallo di rocca, calcedonio, tormalina, citrino, quarzo, in cui prevale l’aspetto estetico legato al gioiello più il desiderio di accumulare materiali preziosi. Se vi piacciono i suoi gioielli, Elie Top ha aperto una boutique in rue Saint-Honoré, a Parigi. Ma non crediate che sia un negozio di gioielli come tutti gli altri: guardare per credere. Lavinia Andorno