Perché limitarsi a considerare un gioiello qualcosa che si indossa sopra il corpo, quando può essere anche qualcosa che cela un significato al suo interno? Se la filosofia può essere applicata alla gioielleria, chiedetelo a Regina Gambatesa. Dalle profondità dell’Italia mediterranea (Bari) la designer ha intrapreso un viaggio attraverso una sorta di meta-gioielleria. Spesso, infatti, nei gioielli di Regina Gambatesa si nascondono elementi pronti a rimandare ad altre forme, mondi o realtà. Magari un pizzico di sabbia legato alla sua storia, con gli anni dell’adolescenza trascorsi in Medio Oriente, tra Turchia, Libano e Libia. Ma, a parte gli aspetti più legati alla mente che agli occhi, i gioielli della designer italiana sono soprattutto da guardare, toccare e indossare.
La bellezza come valore, funzione delle forme e degli ornamenti che riguardano gli stati dell’anima.
Regina Gambatesa
Premesso tutto questo, i gioielli non possono che essere originali. La collezione Serpenti rappresenta uno dei punti di forza: ma, al contrario di tanti altri gioielli ispirati al rettile strisciante, anelli, orecchini e bracciale di questa collezione ha un modo tutto loro di attorcigliarsi a dita e polsi. I gioielli di Regina Gambatesa utilizzano oro e pietre preziose, dai diamanti ai rubini, oppure colorate e semi preziose come il quarzo madera nell’anello Fior di Loto oppure la kunzite. Ma è il titanio colorato che consente forme innovative e geometrie inedite, adatte alla fantasia della designer.