Tiffany diventa araba? Il grande brand americano piace sempre di più all’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al Thani. E non solo perché anelli e orecchini del brand americano sono apprezzati dalla moglie del capo del piccolo (ma ricco) Stato della penisola d’Arabia, Sheikha Mozah bint Nasser Al Missned. Tiffany piace anche come investimento, tanto che il fondo sovrano Qatar Investment Authority (Qia), società che fa capo direttamente alla famiglia reale, un mese fa ha portato la sua quota di azioni in Tiffany all’11,72% con l’acquisizione di 3,2 milioni di azioni. E non si è fermato ora l’emiro ha aumentato l’investimento nel gioielliere di New York a quota 12,5%. Non che siano soldi buttati via: Tiffany è una macchina che fa soldi. Nel quarto trimestre del bilancio fiscale (al 31 gennaio), Tiffany ha annunciato il rialzo dell’utile netto a 179,6 milioni di dollari (+0,7%), mentre i ricavi sono aumentati del 4,1% a 1,24 miliardi di dollari. E per il 2013 l’azienda prevede di aumentare il fatturato del 6-8%. Chissà, forse anche grazie agli acquisti negli emirati.
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