Volete acquistare un anello di platino? Ecco quello che dovete sapere sul platino, uno dei metalli più preziosi utilizzati in gioielleria, in particolare per gli anelli. Insomma, meglio oro o platino? ♦
«Lo preferisce in oro o in platino?». È una delle domande classiche che si sente rivolgere chi va dal gioielliere per acquistare un anello, in particolare per il fidanzamento o il matrimonio. Chi non è un esperto finisce per scegliere il metallo meno costoso: l’oro. Ma conoscere le caratteristiche di quello che è il più raro e nobile materiale, il platino, potrebbe portare a fare una scelta diversa.
Caratteristiche. Il nome del platino deriva dal termine spagnolo platina, che è letteralmente tradotto in «piccolo argento». È un metallo molto raro. E quindi è anche molto più costoso dell’oro. Si trova assieme a minerali di nichel e rame, principalmente in Sud Africa, dove è concentrata l’80% della produzione mondiale. Ma grandi depositi di platino sono presenti anche nello Stato del Tamil Nadu, in India.
Gioielli in platino. Il platino è uno dei metalli meno alterabili: ha notevole resistenza alla corrosione, anche a temperature elevate, ed è quindi considerato un metallo nobile. In gioielleria il platino è utilizzato per la sua duratura ed eleganza. È morbido, duttile e facilmente lavorabile, ma è anche forte e resistente. Per questo, per esempio, è molto apprezzato nei gioielli che contengono pietre preziose: le griffe in platino sono più sicure di quelle in oro. Inoltre, il colore si sposa bene con la purezza dei diamanti. Spesso è utilizzato in lega con altri metalli, come l’iridio, osmio, palladio, rodio e rutenio, ma in questo caso deve essere segnalato. Se acquistate un gioiello in platino fate attenzione che abbia la sigla «Plat»: significa che il platino è puro almeno al 95%. La cornice della corona della regina Elisabetta, conosciuta anche come la Regina madre, fabbricata per l’incoronazione come consorte del re Giorgio VI, è realizzata in platino. È stata la prima corona britannica a essere realizzata con questo particolare metallo.
Storia. Il platino era conosciuto già dagli antichi Egizi: gli storici hanno appurato che una sacerdotessa commissionò a un artigiano geroglifici in platino sul suo sarcofago. E oggi, 2500 dopo, i disegni sono perfettamente intatti. Anche Re Luigi XVI (fine 1700) amava i gioielli in platino. E alcuni dei diamanti più famosi del mondo sono stati inseriti in una struttura in platino, come il diamante Hope. Poiché si trova naturalmente nelle sabbie alluvionali di vari fiumi, è stato usato per la prima volta dai nativi precolombiani del Sud America per produrre artefatti. Fu menzionato negli scritti europei già nel XVI secolo, ma fu solo quando Antonio de Ulloa pubblicò un rapporto su un nuovo metallo di origine colombiana nel 1748 che iniziò a essere studiato dagli scienziati.
Come si pulisce il platino? Anche se il platino è un metallo particolarmente resistente, è necessario provvedere alla pulizia di tanto in tento. Il metodo migliore resta sempre quello di immergere l’anello o il bracciale in una ciotola con acqua calda, ma non bollente, in cui avrete sciolto qualche goccia di sapone liquido neutro. Dopo aver lasciato per una decina di minuti il gioiello a bagno, sciacquate, e poi strofinate delicatamente (specialmente se ci sono anche pietre) con uno spazzolino da denti con setole morbide. Poi, asciugate con un panno in microfibra: cotone o lana possono lasciare residui attaccati al gioiello se questo non è perfettamente liscio. Un altro metodo consiste nel mettere a bagno il gioiello di platino in una recipiente di acqua con l’aggiunta di bicarbonato di sodio. Dopo qualche minuto si versa mezzo bicchiere di aceto: l’acqua per reazione inizierà a produrre bolle. Dopo 10 minuti sciacquare il gioiello in acqua fredda.