Alexandra Mor e la rudraksha. Forse non sapete che cosa è: rudraksha un frutto che diventa duro come la pietra prodotto da alcuni grandi alberi sempreverdi del genere Elaeocarpus. Il frutto, essiccato, è usato per comporre rosari per la preghiera dagli indù (soprattutto Shaiva), ma anche da buddisti, sikh e musulmani. Non solo: ora rudraksha è anche un elemento di alta gioielleria. Ma non solo. Perché la designer con base a New York ha deciso di utilizzare anche quello che è chiamato avorio vegetale, cioè le noci di tagua, un prodotto ottenuto dai semi di alcune palme intagliate in stile rudraksha, accanto a elementi in legno indonesiano e perle barocche dei Mari del Sud.
Insomma, alta gioielleria, ma sicuramente fuori dall’ordinario. L’oro giallo 22 carati intagliato a Bali serve a collegare le diverse perle: presenta motivi di viticci, foglie e viticci che intrecciano, assieme al Padmasana, o fiore di loto, un fiore che in Asia è carico di simbologia. La linea di gioielli realizzati con questi elementi naturali ha anche un aspetto di beneficienza: il 10% di tutti i profitti delle vendite andrà a Space for Giants, un’organizzazione internazionale per la conservazione che protegge i grandi paesaggi della fauna selvatica africana di cui gli elefanti hanno bisogno per sopravvivere.