Nuova vita per Vendorafa, storica azienda di Valenza che, dopo un fugace passaggio sotto le ali del gruppo Lvmh, in primavera è stata acquistata da Gismondi 1754. Che cosa cambia per Vendorafa? La nuova proprietà vuole valorizzare l’eredità storica, che comprende i disegni, le collezioni e lo stock di gioielli che hanno fatto la storia del brand. Ma, allo stesso, tempo, il nuovo direttore creativo (oltre che proprietario), affidata a Massimo Gismondi, cercherà di valorizzare le caratteristiche della produzione. Un esempio è costituito dalla Collana Foglie, una decostruzione della collezione Magnolia, creata da un team di esperti orafi con oltre 200 ore di lavoro. È composta da superfici curve, abilmente martellate secondo i canoni estetici tipici di Vendorafa e impreziosite da accenti luminosi conferiti da file di diamanti. È arrivata al secondo posto al recente Couture Design Award di Las Vegas.
Un buon inizio, anche considerando che gli Usa, assieme al Giappone, sono uno dei mercati di riferimento dell’azienda, fondata a Valenza (Alessandria) nel 1951 che opera nel settore oreficeria e gioielleria, anche in conto terzi. Negli Stati Uniti, per esempio, i gioielli Vendorafa sono distribuiti da grandi catene come Saks o Neiman Marcus, ma anche in gioiellerie indipendenti. La nuova vita di Vendorafa si integra nel gruppo Gismondi 1754, che produce gioielli dedicati alla fascia alta di mercato. Vendorafa, a parte alcuni pezzi come la citata collana Foglie, propone invece gioielli destinati a un uso più quotidiano, anche se si tratta sempre di gioielleria che utilizza oro, diamanti e pietre preziose.
Gismondi 1754 acquista Vendorafa
Gismondi 1754 acquista dal gruppo Lvmh la storica Vendorafa Lombardi. L’azienda, attiva dal 1951, era passata sotto le insegne del gruppo francese lo scorso anno, con il passaggio di Pendemonte a cui fa capo Vendorafa, da parte del fondo di private equity Equinox III Slp Sif. Ora il colosso francese vedende Vendorafa e alcuni asset della società. Il marchio e gli annessi sono passati a Gismondi 1754 per 608.000 euro.
Vendorafa nasce come gioielleria a marchio proprio e, nel corso degli anni, ha anche avviato la progettazione e creazione di linee esclusive per grandi marchi internazionali. Con oltre 70 anni di storia, i gioielli di Vendorafa si contraddistinguono per le loro lavorazioni manuali, come la martellatura, l’incisione e lo sbalzo e sono un simbolo della lavorazione artigianale Valenzana esportata in tutto il mondo. L’operazione consentirà a Gismondi 1754 di integrare nel Gruppo il brand Vendorafa, che manterrà la propria identità, il proprio marchio e posizionamento commerciale sul mercato.
I prodotti Vendorafa sono storicamente riconoscibili per le lavorazioni completamente artigianali che esaltano il valore dell’oro, la sua luce e il suo calore estetico. Un punto di contatto molto forte con Gismondi 1754, che da secoli esalta l’artigianalità e l’italianità della manifattura, seppure in tipologie di gioielli differenti: più iconiche e di alta gamma le collezioni di Gismondi 1754, mentre più daily use e basate sulla lavorazione dei metalli quelle di Vendorafa. Sul mercato, quindi, i due marchi proseguiranno in maniera indipendente a rappresentare la propria diversa immagine e clientela, ma mettendo a fattor comune le importanti sinergie produttive e commerciali.
L’operazione ha un forte valore strategico per il Gruppo Gismondi 1754. Oltre ad acquisire l’eredità totale del marchio valenzano, con i disegni, le collezioni storiche, lo stock di alcuni gioielli iconici e i macchinari per la produzione, porterà avanti anche l’ampia e riconosciuta presenza internazionale di Vendorafa, con particolare riferimento a Usa e Giappone.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il marchio di Valenza è presente sia in 30 retailer qualificati, sia presso le catene wholesale (Saks, Neiman Marcus), sia nelle gioiellerie indipendenti che vendono primari marchi del lusso, come Brigham, Louis Anthony, Diamond Genesis, A.Marek, Louis Anthony e molti altri. In Giappone, Vendorafa è distribuita da Unoaerre Japan, e questo rappresenta un’opportunità di sviluppo immediato anche per Gismondi 1754, non avendo ancora una presenza articolata in quel mercato.
Questa operazione ha un significato doppio nella via di crescita del nostro Gruppo, che coniuga la visione industriale e commerciale che abbiamo in mente e su cui porre le basi del nostro sviluppo. Questa rappresenta la prima di una serie di acquisizioni, da qui al medio termine, finalizzate a rafforzare la presenza del Gruppo nel settore. Un’operazione che porta con sé anche il sentimento e la volontà di salvaguardare e dare forza alle PMI, che sono le vere custodi del Made in Italy che tutto il mondo ci invidia. Credo che sia sempre più necessario dare uno spazio in cui l’etica del lavoro, il rispetto dell’individuo trovino un ambiente vitale in cui lavorare e crescere. Con Vendorafa diamo continuità e forza ad un brand di livello internazionale; da subito sono stato colpito dal comune radicamento al nostro motto “fatto a mano in Italia da italiani” che ci contraddistingue e con cui valorizziamo l’artigianalità e l’alta specializzazione italiana nel comparto orafo. Siamo davvero orgogliosi di mantenere viva l’essenza di un brand come Vendorafa e farla entrare all’interno del nostro Gruppo, che da sette generazioni rappresenta e difende l’etica, la tradizione e la qualità della manifattura del nostro Paese.
Massimo Gismondi, Ceo di Gismondi 1754
L’operazione di Gismondi 1754, storica Maison genovese di gioielleria, avviene dopo l’annuncio dei risultati relativi al 2022, con un valore della produzione consolidato di 15,2 milioni di euro (+52% rispetto al 2021), Ebitda (margine lordo) consolidato a 3 milioni (+213% rispetto all’anno precedente) e un utile netto consolidato di 1,6 milioni, anche questo in forte incremento (+364%). Altri dati comunicati dall’azienda, quotata al listino Euronext Growth Milan di Borsa Italiana riguardano il patrimonio netto consolidato a 11,0 milioni (+20%) e la posizione finanziaria netta a 3 milioni (a debito rispetto ai 290 mila del 2021).
Lvmh conquista Pedemonte (e Vendorafa)
Una grossa fetta della gioielleria italiana emigra in Francia, a Parigi. Non trasloca i laboratori, ma la proprietà. Pedemonte Group, controllato dal fondo di investimento Equinox III SLP SIF, è stato venduto al colosso Lvmh, che ha già brand come Bulgari, Tiffany, Chaumet, Fred e Repossi. Il gruppo Pedemonte è soprattutto un produttore di gioielli conto terzi, con sedi in Italia (a Valenza e Valmadonna, in Piemonte) e Francia. Ma produce anche proprie collezioni con il marchio Vendorafa, riconosciuta a livello internazionale come fiore all’occhiello del Made in Italy dal 1951 per il suo stile unico e l’eccellenza manifatturiera.
Con questa acquisizione strategica, il gruppo LVMH si rafforza ulteriormente in Italia, continuando a sostenere l’ecosistema di aziende che contribuiscono al successo delle nostre Maison. Con Pedemonte, le nostre Maison si affideranno a un partner riconosciuto per il suo savoir-faire, in modo da sostenere la loro crescita e mantenere la loro leadership nella gioielleria.
Toni Belloni, Direttore Generale di LVMH
Ora l’acquisto di Pedemonte consentirà a Lvmh di aumentare ulteriormente la propria capacità produttiva. Il gruppo Pedemonte è nato nel 2020 dalla fusione di diversi laboratori di produzione indipendenti e ha conquistato un posto di rilievo nel mercato di gioielli di alta gamma. Impiega 350 tra artigiani e dipendenti.
Una fibbia per Vendorafa
Tra le grandi invenzioni dell’umanità si possono contare invenzioni come la ruota, i vaccini o l’energia nucleare. Ma senza dimenticare la fibbia. Regolare la larghezza di un paio di pantaloni o di una gonna non è meno importante di tante altre cose e, ha pensato Vendorafa Lombardi, è un’invenzione che va celebrata. Il risultato è la collezione Buckle, in oro, diamanti e rubini. La forma di anelli, orecchini e bracciali ricorda, in modo aggraziato e stilizzato, l’idea di due elementi che sono uniti, in questo caso da una piccola rondella di diamanti.
La collezione Buckle non è l’unica novità dell’azienda di Valenza, che ha anche partecipato all’ultima competizione dei Couture Design Awards a Las Vegas con un bracciale che ha raccolto molti complimenti. Il bracciale Magnolia, interamente realizzato a mano, è composto da una voluttuosa superficie in oro scanalato e martellato, con un bordo di pavé di diamanti e una fascia di piccoli smeraldi. L’oro utilizzato dall’azienda è al 100% responsabile.
Vicenzaoro a quota 700
Vicenzaoro ha voglia di tornare al business as usual. Vuole lasciare alle spalle l’annus horribilis 2020 e tornare a respirare (con Green Pass e Safe Travel giustamente necessari per accedere). Risultato: Italian Exhibition Group, la società che organizza Vicenzaoro (10-14 settembre) annuncia che si preannuncia un’edizione nel segno della normalità. Cioè con tanti espositori presenti: prenotati, anticipa Ieg, ci sono oltre 700 i brand espositori. E, notizia che fa tirare un sospiro di sollievo a tutti, la community Icon, cioè lo spazio che ospiterà i brand più prestigiosi, è sold out.
Attendiamo Vicenzaoro perché è l’occasione per mostrare i nostri gioielli a nuovi potenziali buyer internazionali e alla stampa di settore. Un incontro in presenza atteso e dal grande valore relazionale e di business.
Jerome Favier, Ceo di Damiani Group
Damiani ha preannunciato che a Vicenzaoro presenterà le novità della collezione Minou. Inoltre, verrà esibita un’interpretazione esclusiva della collezione Mimosa in oro bianco, diamanti e cammeo sardonico. Anche Salvini, sempre parte del gruppo Damiani, presenterà le novità della collezione Link e Bliss, altro marchio della scuderia di Valenza, mostrerà nuove varianti delle collezioni Rugiada e Regal.
Tra i grandi marchi presenti, inoltre, ci saranno Roberto Coin, Fope, Crivelli. Gismondi 1754, Annamaria Cammilli, Nanis, Giovanni Ferraris, Davite & Delucchi, Vendorafa e Picchiotti. Fabergè ha preannunciato l’Uovo del Centenario, realizzato a mano in oro giallo, pesa 10 chilogrammi e si ispira al primo uovo imperiale del 1885. Il gioiello commemora l’anniversario della scomparsa di Peter Carl Fabergé. Tra i marchi esteri, si confermano la tedesca Stenzhorn, l’olandese Tirisi, la libanese Yeprem, specializzata nell’alta gioielleria a base di diamanti e dalle grandi dimensioni, Akillis, Yoko London.
I debuttanti del Tefaf (due sono italiani)
Tanti debutti, tra cui due italiani, al Tefaf New York Fall, la prestigiosa fiera di preziosi e antichità che quest’anno, causa coronavirus, sarà online. I due debuttanti sono Gismondi 1754 e Vendorafa. La fiera online organizzata dalla European Fine Art Foundation (1-4 novembre oltre a un’anteprima 30-31 ottobre, 300 espositori) comprende un nutrito drappello di gioiellieri famosi, come l’artista-designer di Hong Kong Wallace Chan, Hemmerle, Cindy Chao, Taffin, Otto Jakob. Ne parliamo in un altro articolo. È interessante, infatti, raccontare chi sono i debuttanti.
Una delle novità è rappresentata da Gismondi 1454, che presenterà la collezione Genesi, con gioielli che si si ispirano al guscio a spirale elicoidale della conchiglia Nautilus. In effetti, la Maison è di Genova, città di mare. I gioielli, infatti, sono ispirati ai fossili visti dal Ceo Massimo Gismondi al Museo di Storia Naturale. I gioielli sono composti da fili in oro rosa 18 carati che descrivono morbide ellissi, con pavé di diamanti e sormontati e ceramica bianca a forma di goccia con bordi in oro.
L’altro brand italiano al debutto, la Maison di Valenza Vendorafa, propone le sue classiche creazioni in oro, come l’anello Onda. Il gioiello presenta una tipica lavorazione di Vendorafa, con oro giallo martellato assieme a una banda con finitura lucida e una linea di piccoli diamanti sul bordo.
Dall’Oriente, invece, la new entry è Nicholas Lieou, designer di alta gioielleria con sede a Hong Kong. I suoi gioielli li abbiamo già visti lo scorso a GemGèneve, che però quest’anno non si terrà. Nicholas Lieou ha iniziato come apprendista per il gioielliere londinese Shaun Leane. Ed è stato anche direttore del design per l’alta gioielleria su misura per Tiffany & Co. Ha da poco lanciato una capsule collection in collaborazione con Sotheby’s Diamonds: uno dei gioielli che presenta è il Pod Ring, con un diamante fancy taglio cuscino di colore verde-bluastro da 4,40 carati circondato da un pavé di diamanti bianchi su platino.
Infine, un altro nome nuovo per il Tefaf è quello di Tatiana Verstraeten, designer belga che predilige gioielli con lunghe frange, come gli orecchini con una pioggia di perle dell’immagine in questa pagina. Tatiana ha fatto pratica da Chanel con la supervisione di Karl Lagerfeld e ha acquisito i segreti dei maestri artigiani francesi. Un anno fa ha aperto uno showroom in Place Vendôme e, come se non bastasse, ha destinato parte dei ricavi dalla vendita dei suoi orecchini con frange a UN Women France, con l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne. Cate Blanchett ed Eva Longoria, che hanno acquistato i suoi gioielli, apprezzano. Federico Graglia
Ciottoli, cioè pebbles. Ma preziosi: una delle novità di Vendorafa Lombardi è la collezione Pebbles, che si compone di collane, bracciali e anelli che vogliono ricordare, nella forma, i sassolini che si trovano in riva al mare, nelle spiagge in cui non c’è la sabbia. Ovviamente i gioielli non utilizzano comuni sassi, ma pietre semi preziose, come la malachite, ma anche madreperla, intervallate da piccoli diamanti. Lo stile è quello classico della Maison di Valenza: moderno, ma senza esagerare.
La storia di Vendorafa, in effetti, testimonia una ricerca di classicità. L’azienda è nata ormai 70 anni fa su iniziativa di Mario Lombardi e del fratello Renzo. L’azienda si chiamavaLombardi Mario e f.llo, ma nel 1955 Mario Lombardi ha deciso di favorire l’internazionalizzazione dei suoi prodotti fondando il brand Vendorafa, assieme ad altre ditte, tra cui Gatti e Panelli e Garavelli e Bozzo, rimaste associate al marchio sino agli anni Ottanta. Un’azienda moderna, la prima ad aver affidato a un grande architetto, Ignazio Gardella, il progetto per la nuova sede.
Negli anni Settamta la produzione di Vendorafa Lombardi ha ripreso le lavorazioni artigianali dello sbalzo, della martellatura e dell’incisione, una caratteristica della produzione della Maison. Ma dal 1980 l’azienda lavora su due fronti: con proprie collezione utilizza il marchio Vendorafa, mentre per la lavorazione conto terzi è a marchio Lombardi. L’azienda è condotta oggi da Daniela Lombardi con il marito Augusto Ungarelli, amministratore unico, mentre Raffaella Lombardi si occupa dell’area amministrativa e finanziaria.
L’Anaconda di Vendorafa
La collezione Anaconda di Vendorafa, che ha vinto ai Couture Design Awards di Las Vegas ♦︎
Un’anaconda può essere molto convincente e non solo se vi trovate nel mezzo della foresta amazzonica. Il serpente più grande del mondo può strisciare fino sul palco dei Couture Show Awards, a Las Vegas. E, di fronte alle squame del rettile, trasformato però in gioiello, ha convinto tutti. Un bracciale della collezione Anaconda di Vendorafa, infatti, ha ricevuto l’ambito premio per la categoria Editor’s Choice. Una bella soddisfazione per l’azienda nata a Valenza quasi 70 anni fa.
Tra i pezzi della collezione Ananconda, a convincere la giuria di Las Vegas è stato un bracciale in oro giallo lucido 18 carati con diamanti neri.
Ma la collezione, che riprende il motivo geometrico delle scaglie del rettile, comprende anche pezzi in oro satinato e lucido con diamanti bianchi. Tra le ultime novità della Maison piemontese c’è, inoltre, la collezione Dune, anche questa in oro con piccoli diamanti bianchi incastonati come pattern, come il nuovo bracciale Hula Hoop con bordi in pavé di diamanti. Lavinia Andorno
L’appuntamento è atteso con ansia, ma anche con preoccupazione da molti designer. Quelli che sono presenti al Couture Show di Las Vegas. Ma, alla fine, anche quest’anno i Couture Design Awards sono stati proclamati dopo una serata di supense ♦
I riconoscimenti sono stati distribuiti, come sempre, senza pregiudizi e non sono mancate le sorprese. Ecco l’elenco dei vincitori:
Best in Bridal
Winner: Jade Trau
First Runner Up: TAP by Todd Pownell
Second Runner Up: Polly Wales
Best in Colored Gemstones Above $20,000
Winner: Adam Foster
First Runner Up: Antonini
Second Runner Up: VRAM
Best in Colored Gemstones Below $20,000
Winner: Noor Fares
First Runner Up: Stephen Webster
Second Runner Up: Alice Cicolini
Best in Diamonds Above $20,000
Winner: Kataoka jewelry and objets d’art
First Runner Up: Gem Platinum
Second Runner Up: Hearts On Fire
Best in Diamonds Below $20,000
Winner: Baentelli
First Runner Up: Swati Dhanak
Second Runner Up: ANDY LIF Jewelry
Best in Gold
Winner: Nikos Koulis
First Runner Up: Bibi van der Velden
Second Runner Up: Isabella Fa
Best in Haute Couture
Winner: Mike Joseph
First Runner Up: Selim Mouzannar
Second Runner Up: Giovanni Ferraris
Best in Innovative
Winner: Silvia Furmanovich
First Runner Up: Federica Rettore
Second Runner Up: Graziela
Best in Men’s
Winner: Jan Leslie
First Runner Up: Shamballa
Second Runner Up: Victor Mayer
Best in Pearls
Winner: Karen Suen
First Runner Up: Assael
Second Runner Up: Moksh
Best in Platinum
Winner: Jorg Heinz
First Runner Up: Schaffrath
Second Runner Up: BQ Jewelry
Best in Silver
Winner: Syna
First Runner Up: Nancy Newberg
Second Runner Up: John Hardy
Best in Debuting at Couture
Winner: Ara Vartanian
First Runner Up: Ananya
Second Runner Up: Lotus Arts de Vivre
Editor Choice
Vendorafa
(originally in the Best in Diamonds Below $20,000)
People’s Choice
Gismondi 1754
(originally entered in Haute Couture category)
A sorpresa il Cindy Edelstein Award è stato assegnato alla veterana del settore Michelle Orman, presidente di Last Word Communication, che gestisce le pubbliche relazioni per gli spettacoli di Couture e JA New York, e una miriade di altri progetti di gioielli.
Come abbiamo anticipato su gioiellis.com, l’edizione 2019 dei premi ha anche inaugurato lo scherzoso WTF Award?!assegnato al più grande fallimento nel design di gioielli. Un onore che è andato a Stephen Webster.
La collezione Tribal di Vendorafa: oro martellato assieme a elementi in legno pregiato ♦︎
Giusto un secolo fa Picasso, Braque e una nutrita pattuglia di artisti che lavoravano a Parigi fu affascinata dall’arte delle popolazioni primitive. Le sculture in legno dai tratti semplici e forti si tramutarono in tele cubiste. A un secolo di distanza l’arte tribale continua ad affascinare l’Occidente e, talvolta, ispira gli oggetti più disparati. Per esempio, i gioielli.
L’arte primitiva è il motivo che ha dato vita alla collezione Tribal di Vendorafa.
L’azienda di Valenza guidata da Augusto Ungarelli propone gioielli con la classica lavorazione artigianale dell’oro che caratterizza Vendorafa, ma con l’aggiunta di elementi in legno pregiato. Si tratta, per la precisione, di un legno molto resistente che è chiamato comunemente Bloodwood, una varietà di eucalipto che si trova in America Centrale. L’oro martellato contrasta con gli anelli di legno scuro satinato. La forma dei gioielli, inoltre, è giocata sulla classica forma geometrica del cerchio, un elemento ricorrente non solo nelle sculture primitive, ma anche nei tatuaggi tribali. Lavinia Andorno
Le sfere martellate della collezione Boules di Vendorafa: oro con dettagli in diamanti e pietre preziose ♦︎
La sfera è un volume definito come solido geometrico generato dalla rotazione di un semicerchio intorno al proprio diametro. Ma questa fredda definizione nasconde un intero mondo di simbologie: la sfera appoggiata sulla mano di re e imperatori, a indicare il loro potere sul mondo, simbolo della perfezione. Ma anche uno strumento per giocare, per adornare un albero di Natale e, come sanno tutte le appassionate di gioielli, anche un perfetto volume utilizzato per anelli, collane o bracciali. Ora alle sfere utilizzate dai gioiellieri si aggiunge la collezione Boules di Vendorafa Lombardi, azienda attiva a Valenza dal 1951 e specializzata in lavorazioni manuali come martellatura, incisione e sbalzo. La collezione Boules, infatti, è realizzata proprio con sfere in oro martellate, che richiamano l’effetto di bolle di vetro soffiate. A queste sfere in oro sono aggiunti dettagli con pavé di diamanti, oppure di zaffiri, diamanti neri e smeraldi. La collezione si compone di bracciali, girocollo, orecchini e anelli. Giulia Netrese
Las Vegas si gioca il gioiello
Las Vegas capitale del gioielli con il Jck Show e il Couture: c’è anche un pezzo di gioielleria italiana ♦
A Las Vegas è l’ora del Jck Show (5-8 giugno 2017) al Mandalay Bay Resort & Casino. È il principale evento annuale dell’industria dei gioielli di questa parte del mondo e riunisce oltre 30.000 professionisti del settore. Coinvolge aziende di gioielleria, orologi, pietre preziose, attrezzature, forniture, tecnologia, sicurezza e soluzioni di business: oltre 23.000 i rivenditori presenti e circa 9.400 negozi. Il 23% delle presenze arriva da fuori degli Stati Uniti.
VicenzaOro a Las Vegas
Tra i protagonisti c’è VicenzaOro, format di Italian Exhibition Group (società fieristica nata dall’integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza), che ha portato nella città del Nevada famosa per i suoi casinò un centinaio di aziende italiane della gioielleria. Il Jck, infatti, è un’opportunità per l’industria della gioielleria e del lusso. Il padiglione italiano è posizionato al piano nobile della manifestazione (Shoreline 2). Sono presenti brand dell’alta gioielleria e oreficeria conosciuti a livello internazionale tra cui: Biancaspina, Chrisos, Fani Gioielli, Falcinelli, Giorgio Visconti, Hasbani, Karizia, Leo Pizzo, Misis, Novecentonovantanove, Richline e Unoaerre, oltre ad aziende del packaging di settore. Accanto allo spazio espositivo, è previsto un palcoscenico per l’Osservatorio indipendente di forecasting mondiale del gioiello e dei preziosi Trendvision Jewellery + Forecasting e del nuovo Trendbook 2018+. Da questa edizione, inoltre, Trendvision Jewellery + Forecasting organizza i buying trails, workshop destinati ai buyer con l’obiettivo di supportarli e guidarli all’acquisto nei rispettivi distretti di interesse.
Il Couture
Sempre a Las Vegas c’è anche il Couture, ospitato al Wynn Resort, altra destinazione per il mercato di gioielli e orologi di lusso. Qui sono previsti oltre 4.000 buyer top per circa 200 designer e marchi di primo piano, come Bulgari, Bell & Ross, David Yurman, Victor Velyan, Stephen Webster, Sevan Bicakci, o italiani come Qayten, Antonini, Casato, Damiani, Crivelli, Dada Arrigoni, Chantecler, Federica Rettore, Garavelli, Gavello, Gucci, Maria e Luisa, Mariani, Misani, Moraglione, Officina Bernardi, Piero Milano, Picchiotti, Pasquale Bruni, Pomellato, Ponte Vecchio, Repossi, Spallanzani, Superoro, Terra Cielo Mare, Vendorafa. Federico Graglia
Un’Anaconda si aggira a Vendorafa
Tra le novità di Vendorafa spunta la collezione Anaconda ♦
Un’azienda che lavora nella culla piemontese della grande oreficeria. Ma difficilmente i gioielli di questa azienda italiana si trovano in Italia. Vendorafa, infatti, vende oltre l’80% dei suoi gioielli all’estero. Questo non significa, però, che non sia apprezzata anche nella Penisola che si affaccia nel Mediterraneo.
Per il 2017 la novità di Vendorafa ha il nome di un serpente: Anaconda. È il rettile più grande e lungo che esista in natura, mentre nella versione preziosa del brand, presentata al Couture di Las Vegas, ha dimensioni più contenute, che si possono indossare senza problemi insomma. La superficie dei gioielli della collezione Anaconda ha un pattern che imita quello della pelle di serpente, ma in più con qualche piccolo diamante incastonato. La superficie in oro, spesso battuta a mano, è anche una delle caratteristiche della produzione dell’azienda fin dalla sua fondazione, nel 1951. Martellatura, incisione e goffratura sono i segni caratteristici dei suoi gioielli, come nel caso della collezione Bamboo, ma anche di altre linee in cui sono utilizzate pietre colorate, come nei gioielli della serie Floreale o Brooches. Lavinia Andorno
I big di The Italian Jewelry Festival
Ci sarà anche il designer Marco Dal Maso con il suo marchio Marco Ta Moko, tra i gioiellieri selezionati da Neiman Marcus per The Italian Jewelry Festival, dedicato ai «maestri gioielleria italiana» durante il mese di ottobre. Il festival si svolge nei Precious Jewels Salons di Neiman Marcus sparsi in 41 località degli Stati Uniti. L’iniziativa è in collaborazione con l’Ice (istituto del commercio estero italiano) e celebra gioielli di lusso progettati e realizzati a mano in Italia. «Porterà alla luce l’arte e la storia di gioielli preziosi italiani», dice Larry Pelzel, vice presidente di Neiman Marcus. «Si tratta di un’opportunità eccezionale per testimoniare molti pezzi esclusivi da alcuni dei più talentuosi artigiani di tutto il mondo e designer. La portata di questa meravigliosa storia è certamente la pena l’attenzione di ogni appassionato di gioielli». Marco Ta Moko sarà direttamente coinvolto in molti degli eventi e feste di lancio che Neiman Marcus ospiterà per celebrare questo evento. Accanto al giovane designer ci sono una schiera di firme affermate della gioielleria italiana: Adolfo Courier, Buccellati, Bulgari, Crivelli, Leo Pizzo, Marco Bicego, Mariani, Marina B, Mattia Cielo, Mattioli, Miseno, Pasquale Bruni, Picchiotti, Pomellato, Roberto Coin, Staurino Fratelli, Utopia, Vendorafa, Vhernier, e Zydo.