C’è chi ha una volontà di ferro. Chi tocca ferro pensando che porti fortuna. E c’è chi, con il ferro, realizza gioielli di lusso. Strano? Dipende. Certo, il ferro non è prezioso come l’oro, ma il tempo che è necessario per lavorarlo è altrettanto costoso. Insomma, una sfida: utilizzare un materiale povero (assieme ad argento e oro) per renderlo ricco e nobile. Termine che si addice a Isabella del Bono, discendente di una aristocratica famiglia di Parma e, come tale, proprietaria di un anello nobiliare che, malauguratamente, ha perduto anni fa. Realizzare un nuovo anello chevalier per sostituire quello smarrito è stato, ha raccontato, il clic che ha indotto Isabella del Bono, a quel tempo giornalista, a trasformarsi in designer.
La sua Maison, IdB, è stata fondata nel 2005, dopo anni vissuti a New York e Miami, anche grazie al successo ottenuto con l’anello di famiglia realizzato con ferro e smalto. Un metallo molto difficile da forgiare per la gioielleria che, però, è diventato uno dei tratti distintivi di IdB. I suoi sono, infatti, gioielli inusuali e, allo stesso tempo, raffinati: agli anelli, in particolare quelli chevalier, si sono aggiunti bracciali a catena o a schiava, orecchini, gemelli e bottoni per abbigliamento maschile, sempre in ferro.