Lei è Tracey Emin un’artista inglese nota per trasformare la sua autobiografia in opera d’arte, una specie di diario intimo in cui mischia oggetti della vita reale, con effetti molto, molto provocatori. Lui è il gioielliere rock britannico Stephen Webster. Insieme hanno collaborato a una collezione che si preannuncia controversa. Per esempio, un bracciale d’oro con ciondoli a forma di gattino, un tasso, una lepre ma anche di pene. Siete svenuti? Non è il caso. Ci sono anche gioielli che non suscitano scandalo, in oro e diamanti, seppure ispirati alle forme dei neon ideati da Tracey Emin. Oppure a scritte, sempre in oro, come «Con te io respiro», «I Promise To Love You» che è un neon creato sei anni fa per la boutique di Webster, e «Più passione». Che cosa lega un gioielliere con un’artista trasgressiva? Be’, l’amicizia nella vita privata: si conoscono da quarant’anni, entrambi sono cresciuti nel Kent, sono entrambi padrini delle due figlie più giovani di Mick Jones, della leggendaria punk band The Clash. Matilde de Bounvilles





