Annelise Michelson, designer per caso: ecco i suoi gioielli e la collezione estiva scatenata ♦
C’è chi nasce con il “virus” del designer di gioielli e fin da bambina (o bambino) non desidera altro che inventare nuovi orecchini, anelli e bracciali. E c’è chi si trova a fare il gioielliere per caso. Eppure ha successo. È la storia di Annelise Michelson, figlia di un businessman francese e di una cantante lirica sudafricana.
Cresciuta a Parigi, si è indirizzata verso il mondo della moda: ha lavorato per Hermès, Vanessa Bruno, Paul & Joe. Ha disegnato vestiti e borse. Poi, un giorno, le hanno chiesto di provare a progettare un bijou. Da allora non si è più fermata e, dopo pochi anni ha conquistato Le Bon Marché a Parigi, ma anche Bergdorf Goodman, Saks Fifth Avenue a New York. Non è alta gioielleria. È buona gioielleria, con idee e, soprattutto, una grande portabilità. Design moderno senza essere stravagante. La sua formazione nel mondo del fashion la spinge a creare una gioielleria prêt-à-porter di buon livello e indossabile sempre. E una intelligente politica di prezzo: i gioielli sono proposti in bronzo, argento, oro, placcati. Stesso modello, costo differente. «Mi piacerebbe indossare tutti i miei pezzi», dice. «Non voglio solo fare qualcosa pensando solo al mercato, mi sentirei come se stessi mentendo a me stessa». E facendo così accontenta anche gli altri.