Il rubino è una delle pietre preziose più amate da secoli ed è anche la gemma del mese di luglio. Ma pochi ne conoscono le sue vere caratteristiche. Ecco una veloce guida per sapere tutto sui rubini ♦
Brillanti, rossi, costosi: i rubini sono uno dei quattro minerali classificati come pietre preziose, assieme a diamanti, zaffiri e smeraldi. Attenti, però: sono molto rari. Spesso sono utilizzate altre gemme rosse simili al rubino ma, di solito, di minor valore, come la rubellite. Vi siete mai chiesti perché si chiama rubino? Semplice: il nome della pietra deriva dalla parola latina ruber, rosso. Tra l’altro, il rubino è anche la pietra del mese di luglio. Volete sapere tutto sui rubini?
Che cosa sono. Sfatiamo un mito: non tutti i rubini sono rossi. Il colore varia dal rosso fino al rosa intenso. Secondo la scienza, i rubini sono una varietà del corindone, minerale composto da ossido di alluminio. Ma da un punto di vista chimico il colore rosso è indotto dalla presenza al suo interno di cromo. Da un punto di vista minerale, il rubino è parente di un’altra pietra preziosa: lo zaffiro, che è anche lui un corindone. Tanto che a volte è difficile stabilire se una gemma è un rubino e zaffiro. Per esempio, un rubino con un colore non troppo forte da un po’ di tempo è classificato come zaffiro rosa. I rubini sono utilizzati in gioielleria, ma non solo: sono pietre molto dure, quasi come il diamante.
Guardate dentro. All’interno di un rubino è possibile trovare un asterismo: si tratta di un effetto luminoso a tre o sei punti o a stella che è provocato da inclusioni di rutilio. Questo tipo di rubini è tagliato a cabochon per visualizzare questo effetto luminoso. Gli asterismi sono visibili in modo corretto con una singola fonte di luce: danno un effetto di movimento e sono molto apprezzati.
La provenienza è importante. I rubini si trovano in molte zone del mondo, ma quelli della Valle Mogok, a Myanmar (Birmania) sono i più pregiati per il loro colore rosso intenso. Rubini si trovano anche in Thailandia, Cambogia, India, Afghanistan e Pakistan. In Sri Lanka di solito sono rosa chiaro (spesso sono classificati zaffiri rosa). Piccoli depositi di rubini si trovano anche in Tanzania, Madagascar, Vietnam, Nepal, Tagikistan e persino negli Stati Uniti. Oggi, però, l’Africa è la principale fonte di rubini. Si stima che l’80% dei rubini provenga dal Mozambico, principalmente dalla miniera di Gemfields. Ma anche altre aziende sono attive, come Fura Gems, che ha iniziato a mettere all’asta gemme nell’ultimo anno, insieme a un terzo concorrente, Gem Rock, che presto entrerà nel mercato delle aste di rubini. L’Africa, come fonte, è stata però tradizionalmente disprezzata dall’industria, in particolare per i rubini: le gemme più pregiate, infatti, sono quelle della Birmania. Ma dato che i rubini birmani scarseggiano, quelli africani di Mozambico, Madagascar e Tanzania sono in ascesa. Meglio, quindi, non fissarsi sulla provenienza: meglio giudicare il valore della pietra stessa, qualunque sia la provenienza.
Quanto vale un rubino? Peso, colore e qualità della pietra determinano il suo valore. Prima di tutto conta il colore: quelli con un rosso molto intenso e brillante sono i più ricercati. Il loro colore è definito «sangue di piccione», gemme di questa tonalità hanno un prezzo elevato rispetto ad altri rubini con sfumature più rosa. Raramente i rubini possono anche cambiare colore oppure presentare un effetto «occhio di gatto». È importante anche il loro gradi di chiarezza: i rubini senza inclusioni sono molto rari, specialmente oltre una certa dimensione. Un rubino da 10 carati senza inclusioni di aghiformi rutilo (chiamati anche seta) può indicare che la pietra è stata trattata, oppure è eccezionale.
Trattati o naturali? Proprio le imperfezioni, comuni praticamente in tutti i rubini, sono utilizzate dai gemmologi per capire se una pietra è stata trattata oppure è un rubino sintetico. Il trattamento, nella maggior parte dei casi, consiste nel scaldare la pietra grezza prima che sia tagliata. In effetti, ormai quasi tutti i rubini oggi sono trattati in qualche modo, di solito utilizzando il metodo termico. Per questo i rari rubini non trattati e di buona qualità raggiungo prezzi molto alti. La maggior parte dei rubini che si trovano sul mercato sono trattati termicamente per migliorare il colore, rimuovere la sfumatura viola, le macchie blu e inclusioni. Le gemme sono scaldate a temperature intorno ai 1800 gradi Celsius (3300 fahrenheit). Un rubino senza inclusioni di rutilo aghiformi può indicare che la pietra è stata trattata.
Ci sono anche famose pietre preziose che sono state scambiate per rubini, come il Black Prince’s Ruby incastonato nella corona imperiale britannica, che è in realtà è uno spinello, una gemma che in passato era spesso confusa con il rubino. Un’altra pietra confusa con il rubino è la rodolite. Il colore del rubino deve essere deciso: se è troppo chiaro viene classificato come zaffiro rosa (pietra che è sempre un corindone), anche se non è ben chiaro qual è il confine cromatico tra una gemma e l’altra.
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