Anelli che si allargano fino a diventare un bracciale, grazie a un brevetto e a una raffinata tecnica: sono quelli di Serafino Consoli ♦︎
Storia di un marchio, che è anche la storia di un brevetto. E su quel brevetto è costruita la fama di Serafino Consoli, marchio nato in provincia di Bergamo, Lombardia, nel 1959. Ma sarebbe ingiusto dire che il lavoro della Serafino Consoli sia solo quello relativo ai gioielli che si stringono e si allargano. La realtà è un’altra. L’azienda è nata per la produzione in conto terzi. Ma è negli anni Novanta che il figlio del fondatore, Ivan Consoli, rinnova l’azienda assieme alle sorelle Nadia e Raffaella. Prima decisione: il trasferimento in una sede nuova e moderna. E poi l’impulso alla ricerca: l’ingegneria dei metalli applicata alla gioielleria porta al brevetto, nel 2013, della tecnologia che ha aumentato la fama della Serafino Consoli.
Anelli e bracciali sono costituiti da una magia metallica che si allarga o si stringe.
Non è l’unica Maison che punta anche su questo aspetto, ma il modo con cui è realizzata l’elasticità è differente rispetto agli altri competitor. Infatti, è frutto di un brevetto che ha alle spalle una sperimentazione di dieci anni. Per dare un’idea, ogni gioiello contiene sino a 42.000 punti di saldatura e 988 componenti. Con questa tecnica, la Serafino Consoli crea gioielli che giocano sull’utilizzo del metallo, l’oro nelle diverse colorazioni, e pietre che sono pazientemente incastonate negli elementi che compongono la maglia elastica: per questi gioielli “smisurati” le combinazioni sono infinite. Alessia Mongrando