Gli ossimori della collezione Ossimori di Renata Manganelli: ceramica con bronzo e argento, opposti nel design ♦
L’ossimoro è una figura retorica. Cioè è una espressione che vuole sottolineare qualcosa, in questo caso affiancando due concetti opposti. Per esempio, accostamenti come «la gelida calura», «l’immobile velocità», «un giusto errore». La premessa è necessaria per spiegare che cosa ha spinto Renata Manganelli a chiamare Ossimori la sua collezione di gioielli firmata Miré. Sostiene, infatti, che ha cercato l’armonia perfetta dei contrasti. I gioielli sono pezzi unici, realizzati mediante la tecnica della fusione a cera persa. Da una parte il metallo, bronzo o argento, resistente e lucido, dall’altra la meno robusta porcellana.

Il bronzo, spiega una nota, «è una delle leghe preferite da Miré, fra le più antiche e resistenti, che ossidandosi diventa ancora più affascinante ricordando le tonalità dell’oro antico». Resta da dire chi è Renata Manganelli. Il suo curriculum recita che è italiana di nascita e londinese di adozione, ma vive e lavora da qualche anno a Torino. Ha un passato nel teatro e nei new media, per anni si è dedicata a realizzare sculture, che poi sono diventati gioielli. Ha studiato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, ha lavorato con l’attore Glauco Mauri, è stata folgorata dall’incontro con Han Meilin, uno dei principali artisti contemporanei della Cina. Dal 2013 firma le collezioni Miré. Giulia Netrese








L’alta gioielleria vola con Charisma Gems” (Modifica)”>