Grandi designer da riscoprire: il mitico matestro francese Pierre Sterlé ♦
Hancocks, società di Londra specializzata nella compravendita di gioielli rari, tempo fa ha partecipato al Tefaf di Maastricht con 88 pezzi, tra cui una collana speciale: la Pierre Sterlé diamond Ribbon, cioè una collana con la forma di un nastro, realizzata circa nel 1960. La scelta è anche un riconoscimento per il gioielliere francese. La collana, di 62,9 carati, ha un motivo arco stilizzato, con le estremità che si stringono e diamanti taglio baguette. Figlio di una famiglia di banchieri, Pierre Sterlé è nato nel 1905.

Da ragazzo Pierre Sterlé ha vissuto con uno zio, un gioielliere di Parigi: così anche lui è stato iniziato al mestiere e ha debuttato nel 1934 con un sua propria creazione. Ha lavorato per Boucheron, Chaumet e Ostertag. La scrittrice Colette amava il lavoro di Sterlé ed è stata una dei suoi primi clienti. Durante la Seconda Guerra si è trasferito in una sede più grande, in avenue de l’Opera, vicino a Place Vendome. Ha lavorato anche per il modo della moda, da Dior, Balenciaga o Jean Desses. Pierre Sterlé ha conquistato una clientela e fama internazionale: dai maharajà indiani al Re d’Egitto, Farouk, che gli ha commissionato una corona per la moglie, la regina Narriman.

Lo stile di Pierre Sterlé è facilmente riconoscibile: è caratterizzato da temi ispiratori, trattamento artistico e padronanza tecnica. I motivi ricorrenti nella sua opera derivano dalla natura: uccelli, ali, piume, animali e vari tipi di fiori. I suoi temi presentano asimmetria e un tipo di stravaganza barocca, in contrasto con forme geometriche e arabeschi opulenti, osservati nei gioielli tradizionali dell’epoca.

La sua reputazione è stata cementata quando ha vinto il De Beers Diamond Award, un risultato importante nella professione di gioielli, e che ha vinto per tre anni consecutivi, nel 1953, 1954 e 1955. Ma non è andato tutto per il verso giusto: dai gioielli Sterlé si è allargato ai profumi, Huit-huit e 2 Diam, che sono stati un disastro economico. Nonostante questo la sua carriera è continuata come gioielliere, ma sempre con poca fortuna dal punto di vista finanziario (nonostante la famiglia avesse fatto fortuna con la finanza). Così nel 1976 ha dovuto liquidare la società, e tutto il materiale è stato acquistato da Chaumet. È scomparso nel 1978, ma i suoi gioielli continuano a essere più che mai apprezzati.







