Damiani, brilla il welfare

Gli italiani comprano meno gioielli. E Damiani chiede la «cassa integrazione» per i dipendenti. Secondo i sindacati, il trattamento di sospensione dal lavoro e integrazione dello stipendio coinvolge 150 dipendenti per Damiani e 18 per Rocca, catena di gioiellerie collegate al brand di Valenza. In tutto i dipendenti del gruppo Damiani sono circa 600, ma a essere colpiti sono solo quelli italiani. Il provvedimento è in discussione a Roma, al ministero del Lavoro. «Ma la cassa integrazione non riguarderebbe più di 50 dipendenti contemporaneamente. La situazione non presenta alcun carattere di drammaticità: il progetto è per far fronte alla attuale congiuntura del mercato, in particolare quello italiano», minimizza Giuseppe Viola, direttore centrale del gruppo. Secondo quanto riporta il quotidiano la Stampa, nella sua edizione di Alessandria (la provincia italiana in cui è collocata Valenza), «l’operazione va letta nel contesto del complesso processo di revisione organizzativa internazionale del gruppo. Il business sta diventando sempre più internazionale, il mercato estero cresce a ritmi sempre più significativi e richiede pertanto presenze locali meglio strutturate», sostiene Viola. «Il gruppo è solido e, nonostante le congiunture negative dei mercati tradizionali italiani ed europei, non ha mai fermato gli investimenti necessari a garantire un futuro all’azienda. Ma ora dobbiamo far tornare a brillare i nostri risultati economici». In effetti Damiani ha chiuso i primi nove mesi del fiscal year 2013-14 (che si chiude a giugno 2014) con un fatturato di 110,3 milioni di euro, in crescita del 2,6%, un ebitda tornato positivo per 0,3 milioni, ma una perdita netta di 3,6 milioni. Nel 2012-2013 era stata di 4,7 milioni.

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