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Il viaggio di Garaude: i gioielli di un francese attraverso i sentieri che portano a oriente, fino al Giappone ♦
Garaude, ovvero, la gioielleria francese più scanzonata, non vicina ma non lontana da Place Vendôme presenta ancora una volta quello che è la sua specialità: i gioielli con pietre colorate e fantasia latina. Tutto nasce da un viaggio negli anni Settanta di François Garaude in Brasile, quando era studente di architettura e appassionato velista. Ma la musica e i colori di Salvador de Bahia, la scultura autoctona, e le miniere di smeraldi gli hanno cambiato la vita.

Un altro viaggio negli Stati Uniti è servito ad apprendere le nozioni di gemmologia e le tecniche della gioielleria. Dieci anni dopo, Garaude è tornato in Francia per lavorare con qualche grande Maison, forte della sua apprezzata ricerca di pietre sui mercati asiatici: rubini, zaffiri, ma anche giada nelle diverse tonalità, una pietra che ama ancora oggi non solo nella classica tonalità verde imperiale, ma anche bianca, grigia, nera, lavanda. È invece delle 50 sfumature di grigio, ha collezionato le 42 sfumature dello spinello, dal rosso all’arancio, dal rosa al viola. Dopo tanta esperienza e lavoro, nel 2010 ha fondato la sua Maison Garaude (con l’aiuto della figlia Jeanne). L’anello Bisanzio o la collezione dedicata al pittore giapponese Hokusai testimoniano ascendenze raffinate, uno stile tra Oriente e Occidente, un design originale. E il viaggio del designer continua.






