Ad Arezzo si apre Gold/Italy con molte speranze e qualche preoccupazione.
È con l’aggiunta di qualche punto di domanda che si svolge la nuova edizione di Gold/Italy (Arezzo, 22-24 ottobre). La fiera, dedicata agli operatori di settore, sarà un termometro della situazione in cui si trova il mercato della gioielleria. Al di là dei sorrisi e delle parole d’ordine votate all’ottimismo degli organizzatori, com’è logico che sia, gli operatori non nascondono i loro timori. Anche se non desiderano essere citati (forse per paura di essere additati come portajella), venditori e imprenditori del settore orafo citano il recente risultato di VicenzaOro, che ha registrato un rallentamento rispetto all’edizione dello scorso anno. Intendiamoci: nessuna colpa da parte di Fiera Vicenza che, anzi, ha fatto di tutto e di più. Ma è la congiuntura internazionale (Medio Oriente che ribolle e prezzo del petrolio in giù, Paesi Europei scossi dalla Brexit, consumi cinesi in frenata) a cui si aggiunge una situazione italiana non certo esaltante a rendere incerti gli acquisti. Così, anche nella città toscana i fari sono puntati sui numeri: lo scorso anno sono giunti ad Arezzo 6100 tra buyer e operatori internazionali. Quanti saranno quest’anno ad aggirarsi tra gli stand delle 280 aziende? Un dato positivo, però, c’è già: lo scorso anno i brand presenti erano stati solo 220. L’incremento, insomma, bilancia gli umori dei più pessimisti. Semmai, l’attenzione della maggioranza è centrata su un altro aspetto: l’incremento del prezzo dell’oro, aumentato di quasi il 15% in un anno. Continuerà a salire? O si fermerà? Per un distretto come quello di Arezzo, centrato sulla lavorazione del metallo, questo è il vero giallo da risolvere. Federico Graglia