Barriere coralline a rischio, qualità del corallo: l’Igi, Istituto Gemmologico Italiano, ha messo a punto un metodo scientifico per la classificazione ♦︎
I diamanti sono da tempo otto la lente: per accertare la loro provenienza, oltre che la qualità, sono stati introdotti diversi metodi, a partire dal Kimberley Process. Ma l’esigenza di sapere che cosa si acquista davvero, a partire dalla provenienza e dalle caratteristiche, non riguarda solo i diamanti. Il corallo, per esempio, è un illustre sconosciuto per la maggior parte delle persone che acquistano il prezioso frutto del mare.
Ma, in realtà, è possibile ottenere un identikit sicuro del corallo. E sarà l’Igi, l’Istituto Gemmologico Italiano, presieduto da Raffaele Maino e diretto da Loredana Prosperi, il primo laboratorio in grado di fornire la certezza dell’origine del corallo. Non solo: l’Igi offre anche la possibilità di certificarne l’origine attraverso un sofisticato strumento di fingerprinting. Insomma, non più solo una expertise visiva, ma a una prova scientifica.
Il traguardo è stato raggiunto in sinergia con laCibjo, organizzazione che si definisce come la United Nations of the jewellery business, cioè la confederazione mondiale della gioielleria e dalla commissione Corallo, presieduta da Vincenzo Liverino. La parte scientifica è stata curata con il supporto dell’Università Federico II di Napoli, parte attiva attraverso il proprio dipartimento di Biologia Marina, con a capo la Professoressa Anna Di Cosmo, dallo stesso Igi e dal Danat, l’Istituto delle Gemme e delle perle del Barhein (un’autorità in materia di standard industriali), guidato da Ken Scarratt.
Oltre a certificare la qualità del corallo, il procedimento servirà anche a tutela della materia prima, che è un organismo vivente e specie a rischio (come le barriere coralline). Fra i risultati già raggiunti ci sono l’adozione nel 2015 del Coral Blue Book, poi perfezionato nel 2017 e dalla stesura del manuale Coral Guide for Customs – Classification & Identification of Coral Materials, studiato per fornire alle autorità doganali e alle Agenzie competenti corretti elementi di valutazione e classificazione dei coralli qualità gemma. In questo modo si può identificare in maniera certa la provenienza del materiale, determinante per intervenire sulla tutela delle specie e delle zone protette, e introdurre,
Sino a ora l’identificazione avveniva sulla base delle proprietà fisiche del materiale, dell’osservazione morfologica con l’uso di spettroscopi a infrarossi e Raman. Ma in alcuni casi questo non è sufficiente e sono necessari approfondimenti. Qui entra in gioco l’identificazione del codice genetico, presente in tutti gli organismi viventi, il più affidabile metodo per la determinazione delle specie, che ora offre la possibilità di certificare senza ombra di dubbio, utilizzando opportuni marcatori, la specie di corallo.