Il mondo non sarà più come prima a causa del coronavirus: per esempio, potrebbe non esserci più Baselworld. Una prospettiva esageratamente pessimista? Forse. Ma la cancellazione della grande fiera dedicata alla gioielleria e all’orologeria, che quest’anno era programmata per la fine di aprile, rischia di provocare il calo del sipario.
Il problema è legato ai costi e ai rimborsi degli espositori che avevano prenotato gli spazi. Tutti pagati in anticipo e, secondo qualche gioielliere interpellato da gioiellis.com, prenotati anche per le molte pressioni da parte degli organizzatori di Baselworld. Il problema, però, è che ora la società organizzatrice, Mch Group, ha proposto alle aziende un rimborso parziale, come abbiamo scritto qui. In pratica, Baselworld ha proposto due alternative: impiegare l’85% di quanto versato come anticipo per la prossima edizione a gennaio 2021, mentre il 15% dovrebbe servire a ripianare le spese sostenute per l’organizzazione della fiera cancellata. Oppure, un rimborso del 30%, con il 40% come anticipo dell’edizione 2021 e il 30% perso, a copertura dei costi di Mch Group.
Una proposta che molti espositori non vogliono accettare. Il quotidiano di Ginevra Le Temps, per esempio, ha pubblicato l’opinione del presidente del comitato degli espositori svizzeri, Hubert du Plessix, che è anche responsabile degli investimenti di Rolex, insomma, un pezzo da novanta. Il manager, senza giri di parole, ha chiesto il rimborso completo di quanto speso. E senza un accordo ha pronosticato la fine di Baselworld. Anche perché, ha aggiunto, la fine di gennaio (data prevista per Baselworld 2021), non garba né al settore della gioielleria né a quello dell’orologeria, che peraltro ha già registrato defezioni pesanti, come Bulgari e Swatch.