Un altro brutto colpo per Baselworld: se ne va anche Gucci. Nella fiera di Basilea, programmata quest’anno dal 30 aprile al 5 maggio, il brand del gruppo Kering non ci sarà. E lascerà due spazi vuoti, visto che l’anno scorso il marchio ha occupato aree espositive distinte nella Hall 1.0, una per i gioielli e l’altra per gli orologi.
Gucci, quindi, allunga la lista dei marchi scontenti, in particolare della scelta di posticipare la data della fiera, oltre che dei costi connessi all’allestimento fieristico: ristoranti e hotel di Basilea hanno la fama di avere prezzi poibitivi. E, mentre la presenza di Rolex e dei marchi del gruppo Lvmh è confermata, hanno dato forfait aziende come Breitling, Swatch, de Grisogono, Pasquale Bruni, Jacobs& Co, oltre a molti marchi di minori dimensioni.
Gucci non ha voluto argomentare il motivo della decisione. Baselworld, in ogni caso, ha ammesso che l’idea di posticipare la fiera così in avanti per legarla al Sihh, che nel frattempo ha cambiato nome in Watches & Wonders Geneva, evento dedicato all’alta orologeria, non sarà replicata: nel 2021 Baselworld si dovrebbe tornare a fine marzo o inizio aprile. Ma il verbo va usato al condizionale.
Certo, è difficile che la fiera di Basilea torni ai 2.000 espositori di una decina di anni fa. Ed è ancora più difficile dire se potrà essere di nuovo il centro mondiale dell’orologeria: Baselworld, infatti, era principalmente una vetrina di orologi svizzeri quando il designer di gioielli britannico Stephen Webster iniziò a esporre, nel 1999. Nei successivi 12 anni lo hanno seguito tanti altri marchi, prima che iniziasse un declino che, forse, non è ancora finito.