Il diamante da 110 carati con cui è stata realizzata la collana
Diamante grezzo da 110 carati utilizzato da Messika

Tutto sui diamanti

Sapete come distinguere i diamanti? Che cosa sono le quattro C? Come si valutano i diamanti? Ecco una veloce guida per risolvere ogni dubbio sui diamanti, che sono anche la pietra del mese di aprile

I diamanti sono considerati le pietre più preziose. Ma quanto valgono, davvero, i diamanti di un anello, orecchini o collana? Sono tutti uguali? Come riconoscerli e giudicarli? Gioiellis.com vi aiuta con questa guida, che potete stampare e conservare. Con una premessa: comprendere non significa essere in grado di compiere una perizia da soli. Per una valutazione sicura e definitiva di un diamante è meglio rivolgersi a un esperto in grado di visionare la pietra direttamente. Ma attenti a scegliere persone qualificate, non ascoltate il parere delle amiche. Solo chi ha studiato seriamente gemmologia può offrire un giudizio sicuro. Quasi sempre, almeno.

The Rock, diamante a forma di pera da 228,31 carati
The Rock, diamante a forma di pera da 228,31 carati

CHE COS’È UN DIAMANTE?

La sostanza è una delle tante forme in cui può presentarsi il carbonio. In termini scientifici, il diamante è costituito da un reticolo cristallino di atomi di carbonio disposti secondo una struttura ottaedrica. Il nome deriva dall’antico greco ἀδάμας, cioè adámas, che significa indistruttibile, giusto o anche immutabile.

I diamanti costituiscono il materiale più profondo del nostro Pianeta che ha mai raggiunto la superficie terrestre e vengono considerati una finestra aperta all’interno della Terra. Un materiale impossibile da ottenere con qualsiasi altro mezzo. Ben oltre il loro valore economico, hanno un più alto valore scientifico, perché sono in grado di raccontare molte cose sull’evoluzione della Terra.

Diamanti grezzi
Diamanti grezzi

L’ORIGINE

I diamanti esistenti per il 94% si sono formati tra 1e 3 miliardi di anni fa a profondità tra i 150 e 200 chilometri, dove il carbonio purissimo, sottoposto a enormi pressioni, ha generato queste pietre di grande fascino. Il rimanente 6% dei diamanti è ancora più interessante e ha origine nella «zona di transizione della Terra», tra i 660 e i 2.900 chilometri di profondità. Sono chiamati diamanti superprofondi.

Medaglione Ellesmere, composto da 478 diamanti
Medaglione Ellesmere, composto da 478 diamanti by De Beers

CARATTERISTICHE

Il diamante è il principe dei gioielli grazie alla dispersione della luce bianca nei colori dello spettro, una delle sue principali caratteristiche.  La durezza del diamante è l’altra sua particolarità, che lo rende utile per  molte applicazioni industriali. Oggi la produzione globale di diamanti grezzi è stimata in circa 130 milioni di carati (26 tonnellate) l’anno, di cui il 92% viene tagliato e lucidato in India, per lo più nella città di Surat. Dopo la prima lavorazione, circa l’85% dei diamanti grezzi, il 50% di diamanti tagliati, e il 40% di quelli per l’industria sono scambiati sul mercato di Anversa, in Belgio. Il motivo è che nel tardo Quattrocento ad Anversa è stata introdotta una nuova tecnica per lucidare e dare forma alle gemme. Ci sono più di 12mila tagliatori e lucidatori al lavoro nel quartiere dei diamanti.

Diamanti
Diamanti

PICCOLA STORIA

I diamanti sono conosciuti da centinaia di anni e utilizzati come elementi decorativi fin dai tempi antichi: i primi riferimenti sono stati registrati in India. Oggi l’utilizzo più comune del diamante in gioielleria è per l’anello di fidanzamento, ma pochi sanno che si tratta di una convenzione abbastanza recente, diventata popolare nella prima metà del Novecento grazie a una campagna pubblicitaria da parte della De Beers, la società leader nel commercio di diamanti. Più in generale, comunque, gli anelli di diamanti sono utilizzati almeno dal Quattrocento per simboleggiare un impegno.

Anello Dôme di Buccellati, con diamante taglio smeraldo
Anello Dôme di Buccellati, con diamante taglio smeraldo

LA VALUTAZIONE

I diamanti non sono tutti sono uguali. Per valutarli si classificano in base a  quattro «C», tenendo conto della lingua inglese: carati (carat), taglio (cut), colore (colour) e chiarezza (clarity). Ci sono però anche altre caratteristiche: per esempio, la presenza o assenza di fluorescenza, che possono influire sulla scelta nell’utilizzo per un gioiello e sul valore.

carati
La misura dei carati

CARATI (CARAT)
Il peso in carati misura la massa di un diamante. Un carato corrisponde a 200 milligrammi. Il prezzo per carato aumenta con il peso, dal momento che i diamanti più grandi sono più rari e più richiesti come pietre preziose. Al contrario, il valore non aumenta linearmente allo stesso modo con la dimensione. Per esempio, un diamante da 0,99 carati può avere un prezzo molto inferiore (sempre per carato) di un analogo 1,01 carati: la differenza è causata dalla differenza della domanda.

I gradi di trasparenza del diamante
I gradi di trasparenza del diamante

CHIAREZZA (CLARITY)
La chiarezza misura i difetti interni di un diamante, chiamati inclusioni. Le inclusioni possono consistere in cristalli di un materiale estraneo, oppure imperfezioni strutturali, come piccole crepe o, infine, come un alone biancastro. Il numero, la dimensione, il colore, la posizione relativa, l’orientamento e la visibilità delle inclusioni possono influire sulla relativa chiarezza di un diamante. Il Gemological Institute of America (Gia) e altre organizzazioni hanno sviluppato sistemi per definire il grado di chiarezza, a partire da inclusioni che sono visibili a un professionista con un diamante osservato a dieci ingrandimenti. Solo circa il 20% di tutti i diamanti estratti ha un punteggio di chiarezza sufficientemente alto per un uso in gioielleria. L’altro 80% è relegato a uso industriale. Di quel primo 20%, una quota significativa contiene una o più inclusioni visibili. Le pietre che non hanno una inclusione visibile sono conosciute come “eye-clean”, pulite allo sguardo, e sono ovviamente i pezzi preferiti. Attenzione, a volte le inclusioni sono nascoste sotto la montatura di un pezzo di gioielleria: per scoprirlo bisognerebbe destrutturare il gioiello per esaminarlo. La maggior parte delle inclusioni presenti in un diamante, in ogni caso, non influisce sull’integrità strutturale della gemma. Tuttavia, le cosiddette “nuvole” di grandi dimensioni possono influire sulla capacità di un diamante di trasmettere e diffondere la luce. E fessure grandi  vicino alla superficie aumentano la possibilità di una frattura.

Le sfumature del diamante
Le sfumature del diamante

COLORE (COLOUR)

Qual è il miglior colore per un diamante? Semplice: quello che non c’è. La varietà di diamanti più pregiata è, infatti, totalmente incolore. Anche in questo caso esiste una classificazione, che dovrebbe essere certificata da chi vende il gioiello: il diamante totalmente incolore, quindi della migliore qualità, è classificato come D. Il grado successivo, certificato con la lettera E, ha una traccia quasi invisibile di colore, che può essere osservata solo da esperti in un laboratorio di classificazione. La scala prosegue: anche i diamanti F sono pressoché trasparenti. Le pietre che, invece, mostrano tracce molto piccole di colore sono classificati come G o H. Ancora: quelli leggermente colorati sono classificati come I o J K e via fino a Z, con una colorazione giallo brillante. Questi ultimi, anche se sono alla fine della scala, risultano però abbastanza rari e quindi molto apprezzati. I diamanti con colorazione insolita a volte sono etichettati come fancy (fantasia). Alcuni, come quelli rosa, sono molto rari. Il colore di un diamante può essere causato da impurità chimiche e/o difetti strutturali nel reticolo cristallino. A seconda della tonalità e dell’intensità, il colore di un diamante può sminuire o aumentare il suo valore. Per esempio, intensi diamanti blu (come quello battezzato Hope) sono notevolmente preziosi. Si tratta, però, di pezzi eccezionali. La maggior parte dei diamanti utilizzati come gemme sono fondamentalmente trasparenti, con una piccola sfumatura, o diamanti bianchi. L’impurità più comune, l’azoto, sostituisce una piccola percentuale di atomi di carbonio nella struttura del diamante e causa un colore giallastro o brunastro.

I tipi di taglio del diamante
I tipi di taglio del diamante

TAGLIO (CUT)

Il taglio di un diamante descrive il modo in cui un diamante è stato formato e raffinato dalla sua forma di pietra grezza. Descrive, in realtà, la qualità di lavorazione e gli angoli a cui viene tagliato e spesso è confuso con il concetto di forma. Il taglio non è casuale: ci sono linee guida matematiche per determinare gli angoli e i rapporti di lunghezza al fine di riflettere la massima quantità di luce. Le tecniche per i diamanti di taglio si sono sviluppate nel corso di centinaia di anni. Ma i migliori risultati sono stati ottenuti nel 1919 dal matematico e appassionato di gemme Marcel Tolkowsky: è lui che ha sviluppato il taglio brillante, rotondo, calcolando la forma ideale per diffondere la luce. Il brillante ha 57 facce (lucidate), di cui 33 sulla corona (la parte superiore) e 24 sul padiglione (la metà inferiore). La cintura è la parte centrale sottile. La funzione della corona è di rifrangere la luce nei colori dell’iride, mentre la funzione del padiglione è riflettere la luce attraverso la parte superiore del diamante. Il culet è invece la superficie più piccola nella parte inferiore del diamante: dovrebbe essere di un diametro trascurabile, per evitare le perdite di luce dal fondo.

Il diamante battuto da Sotheby's per 13,8 milioni di dollari
Diamante battuto da Sotheby’s per 13,8 milioni di dollari

IL VALORE

Se volete essere aggiornati sul prezzo di mercato dei diamanti potete seguire  il Rapaport Diamond Report (in inglese), che è pubblicato tutte le settimane da Martin Rapaport, amministratore delegato del Rapaport Group, a New York: è considerato il punto di riferimento de facto del prezzo al dettaglio. Nel commercio all’ingrosso dei diamanti, il termine carati è spesso usato per definire una vendita o acquisto. Per esempio, un acquirente può effettuare un ordine per 100 carati (20 g) di 0.5 carati (100 mg), con determinate caratteristiche. In questo caso il Total carat weight (T.c.w.), cioè il peso totale in carati è usato per descrivere la massa totale di diamanti o pietre preziose in un pezzo di gioielleria. I diamanti «solitaire» per orecchini, per esempio, sono di solito espressi in Tcw, indicando la massa dei diamanti in entrambe orecchini e non di ogni singolo diamante. Tcw è anche ampiamente usato per collane di diamanti, bracciali e altri gioielli. Una indicazione veloce: guardate il diametro complessivo. Tipicamente un brillante rotondo da 1,0 carati (200 mg) dovrebbe avere un diametro di circa 6,5 mm. Matematicamente, il diametro in millimetri di un brillante rotondo dovrebbe corrispondere a circa 6,5 volte la radice cubica di peso in carati, di 11,1 volte la radice cubica di peso grammi, o 1,4 volte la radice cubica di peso punto. Insomma, per valutare il vero valore ci vogliono strumenti molto precisi e un buon occhio.

Modella con collana composta da 374 diamanti bianchi e gialli
Graff, modella con collana composta da 374 diamanti bianchi e gialli






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