Investire in orologi?
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Investire in orologi? Piace soprattutto in Asia




Chi ha detto che l’orologio è superato? I numeri indicano il contrario, perlomeno secondo i dati relativi all’industria orologiera svizzera contenuti nel nono report Deloitte Swiss Watch Industry Study 2022: le vendite con l’e-commerce raddoppieranno entro il 2030, e sonoi 35 i miliardi di franchi svizzeri (al momento i cambio è circa alla pari con euro e dollaro) di crescita mondiale del mercato dell’usato. Il sondaggio è stato condotto tra 70 dirigenti di alto livello del settore dell’orologeria e quasi 6 mila consumatori in Svizzera, Cina, Francia, Germania, Hong Kong, Italia, Giappone, Singapore, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti.

L’analisi di Deloitte sottolinea alcuni aspetti interessanti: la maggioranza (57%) dei dirigenti dell’industria orologiera svizzera intervistati prevede un 2023 positivo per il settore, anche se in calo. A inizio 2022, però, più di tre quarti (77%) dei dirigenti prevedevano prospettive rosee. Inoltre, quasi l’80% dei dirigenti del settore orologiero afferma che l’incertezza geopolitica causata dalla guerra in Ucraina e dalle tensioni tra Cina e Stati Uniti sta impattando in maniera negativa le prospettive aziendali.

Le prospettive del mercato. Fonte: Deloitte Swiss Watch Industry Study 2022
Le prospettive del mercato. Fonte: Deloitte Swiss Watch Industry Study 2022

Gli Stati Uniti continua a essere il Paese più importante per l’industria orologiera svizzera in termini di volumi di esportazione (il 77% prevede ancora crescita), ma sale il peso India e Cina. Le aspettative sono però diverse: per Hong Kong è previsto che prosegua il calo o la stagnazione, mentre solo il 57% degli intervistati ritiene che il mercato in Cina crescerà.

L’ora dell’e-commerce
Il 40% dei consumatori e il 45% degli intervistati sotto i 40 anni, sempre secondo il report, sono i più propensi ad acquistare online. La maggioranza dei dirigenti del settore orologiero svizzero ritiene che i negozi tradizionali continueranno a essere la piattaforma di vendita più importante nel prossimo futuro. In Italia, per esempio, il negozio resta il luogo preferito dal 61% dei consumatori, ma nei Paesi anglosassoni, asiatici e anche degli Emirati Arabi l’acquisto di un orologio online è sempre più diffuso.

Con due consumatori su cinque che preferiscono acquistare i loro orologi online, è fondamentale che i brand espandano i canali e-commerce e amplino la loro già ricca offerta offline per soddisfare le aspettative dei clienti. Secondo le nostre stime, la quota di orologi acquistati online è destinata a raddoppiare fino a raggiungere il 30% entro il 2030.
Karine Szegedi, responsabile Consumer e Fashion & Luxury presso Deloitte Svizzera

Intenzioni di acquisto. Fonte: Deloitte Swiss Watch Industry Study 2022
Intenzioni di acquisto. Fonte: Deloitte Swiss Watch Industry Study 2022

Gli orologi sono sempre un investimento
Il report conferma l’opinione diffusa secondo cui un buon orologio è anche un investimento. Il 23% dei consumatori acquista orologi con l’idea di rivenderli: il business piace sopratutto a a Singapore (33%), Hong Kong (32%) e in Cina (29%). Questo spiega anche perché i consumatori di alcuni mercati asiatici sono disposti a spendere di più per gli orologi nuovi. In Cina, per esempio, più di un terzo (35%) afferma che è disposto a sborsare 5.000 franchi svizzeri o più per un nuovo orologio, mentre paradossalmente nella patria dell’orologeria, in Svizzera, la percentuale scende all’8% e in Francia solo il 2%. I consumatori che acquistano un orologio come investimento intendono ovviamente rivenderlo a un prezzo più alto (36%), ma considerano gli orologi anche un modo per diversificare il proprio portafoglio (33%). Tra questi ultimi, i consumatori cinesi sembrano i più interessati (55%).
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Il mercato dell’usato
Le compravendite hanno creato inevitabilmente un mercato parallelo: un terzo dei clienti (31%) prevede di acquistare un orologio usato nel prossimo anno e le aziende creano i propri canali di vendita dell’usato. Gli orologi di seconda mano sono sempre più popolari, soprattutto tra i millennial e la generazione Z: il 48% degli intervistati più giovani è interessato a un segnatempo di marca usato, ovviamente perché il prezzo è inferiore (44%) rispetto al nuovo, ma anche perché si può trovare un modello fuori produzione (29%). Senza contare che c’è chi (21%) considera l’acquisto di un orologio di seconda mano per motivi ambientali.

La crescita del mercato di orologi usati non preoccupa i produttori: il 70% dei manager intervistati considerano questo fenomeno positivo perché influenza positivamente la percezione e il valore del marchio. Deloitte si aspetta che l’attuale dimensione del mercato, pari a circa 20 miliardi di franchi svizzeri, continui a crescere in modo significativo nei prossimi anni, fino a raggiungere quasi 35 miliardi di franchi svizzeri entro la fine del decennio, diventano oltre la metà rispetto al mercato di orologi nuovi.

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