I gioielli raku di Francesca Trubbianelli. Non sapete che cosa vuol dire raku? Be’, leggete qui ♦
Grandi e vistosi, eppure leggerissimi: sono i monili di Francesca Trubbianelli, realizzati con la tecnica della ceramica raku. Si tratta di una secolare tradizione giapponese usata per fabbricare le ciotole della cerimonia del tè, che l’artista umbra ha adattato sui suoi gioielli lavorando per sottrazione su un materiale pesante come l’argilla (se volete saperne di più su questa tecnica cliccate qui). Tutti i pezzi sono realizzati interamente a mano e s’ispirano alle profondità della terra, al fuoco che dentro brucia, tutto fonde e unisce, e poi all’acqua che raffredda e fissa. Un po’ come il processo della ceramica, appunto.
La consistenza, la gravità, il buio della terra assumono forme coniche e tonde, forgiate in superficie da sfere irregolari, che prendono luce con lo smalto e sono legate insieme da fili di tessuto morbidi, brillanti e caldi come il velluto e il cachemire. Da mettere sul cuore. Nata ad Assisi (Umbria), dove vive e lavora, Francesca Trubbianelli si è diplomata all’Accademia di belle Arti di Perugia nel 2005. Si è poi specializzata in ceramica e tecnica raku con un corso tenuto dall’artista americano David Davinson. Oggi organizza corsi per insegnare questa antica tecnica.