L’Italia conserva l’antica tradizione dell’arte del mosaico. Esempi sono i grandi mosaici bizantini che si trovano a Ravenna, ma sono molti anche gli esempi di composizioni dell’epoca romana. Tutte opere che hanno ispirato la nuova collezione di alta gioielleria di Buccellati. Prevedibilmente, la collezione si chiama Mosaico. È composta da oltre 50 pezzi che, però, riprendono il classico stile della Maison fondata Mario Buccellati all’inizio del Novecento. Ora Buccellati, che fa parte del gruppo Richemont, vede al lavoro il direttore creativo Andrea Buccellati.
La collezione Mosaico, insomma, non abbandona i ricami e le trame composte da fili d’oro tipici di Buccellati e che hanno la loro origine nella tradizione dell’oreficeria fiorentina. Allo stesso tempo i gioielli, specialmente quelli di maggiori dimensioni, sono composti da elementi, come le gemme, che rimandano al mondo delle tessere colorate con cui sono composti i mosaici. La suite di gioielli comprende bracciali snodabili, collane bavaglio, orecchini pendenti e anelli cocktail.
Un esempio è la collana composta da cinque castoni a squame taglio cuscino in oro giallo e zaffiri, alternati a castoni a goccia in oro giallo con diamanti fancy, con elementi in oro bianco e diamanti e filo modellato in oro giallo, bordo in pavé in oro bianco e filo modellato in oro giallo. Con l’occasione della nuova collezione la Maison ha presentato come testimonial la principessa Talita von Fürstenberg, che ha indossato una parure della collezione Mosaico.
Le linee che vagheggiano le atmosfere art déco sono una caratteristica della gioielleria di Louis Vuitton. E anche la nuova collezione di alta gioielleria della Maison, denominata Deep Time, rimane fedele alla sua chiave estetica. Questa è la quinta stagione creativa, per il marchio Louis Vuitton, di Francesca Amfitheatrof, direttore artistico orologi e gioielli del marchio francese. Ed è stata probabilmente molto impegnativa, visto che Deep Time ha comportato anche un lavoro altrettanto lungo e profondo: è la più grande collezione di alta gioielleria di Louis Vuitton fino a oggi, con oltre 170 pezzi unici, divisi in 16 temi, con 95 di questi riuniti nel primo capitolo. Un grande impegno anche per quanto riguarda le gemme utilizzate che, data l’ampiezza della collezione, sono rappresentate in tutte le sfumature e provenienze in giro per il mondo.
L’evoluzione della Terra, intesa come storia del pianeta, divisa in ere geologiche che durano milioni di anni, è anche il tema delle diverse linee della collezione, tra riferimenti geografici, filosofici e mitologici. A Gondwana, per esempio, è dedicata una eccezionale collana in platino a sette fili, con altrettanti smeraldi colombiani: al centro c’è una pietra da 4,51 carati dal colore particolarmente saturo. I fili degli smeraldi sono arricchiti da 259 diamanti. Alla collana sono abbinati anche orecchini e anello.
Il nome della collana, Gondwana, si riferisce al super continente che milioni di anni fa ha dato vita all’attuale conformazione di Asia, Europa, Americhe, Africa e Australia. E i fili della collana alludono al movimento circolare della Terra, che ha al centro la V che contrassegna le collezioni di gioielli Vuitton. Anelli, collane, orecchini e bracciali che, in fondo, sono stati realizzati con gemme create nella profondità dalla Terra tante ere geologiche fa, nel deep time.
Alta gioielleria Piaget con Metaphoria
La nuova collezione di alta gioielleria di Piaget racconta qualcosa con parole diverse. La collezione si chiama Metaphoria. E se una metafora è una parola o una definizione usata per esprimere un qualcosa di diverso dal senso letterale, allo stesso modo Metaphoria intinge la penna in questa antica arte dell’espressione. Una metafora usata da Metaphoria? Eccola: la collezione è composta da fiumi di pietre preziose. Una pura metafora (le pietre preziose non sono liquide, ma il paragone funziona). Accanto a questo gioco dialettico c’è, naturalmente l’alta gioielleria, che è il risultato delle operose abilità artigianali ginevrine.
La collezione è composta da 52 pezzi, realizzati completamente negli atelier della Maison e presentati a Firenze, nella villa rinascimentale con giardino all’italiana (oggi hotel) Il Salviatino, sulle colline di Fiesole, alle porte di Firenze. Anch’esso una metafora di significati architettonici. Ora la collezione.
Nel 1969, Yves Piaget ha presentato la sua 21st Century Collection, con orologi-gioiello molto dalla foggia inconsueta e con pietre ornamentali incastonate nei loro quadranti, oltre a sautoir in oro inciso e orologi a bracciale. Collezione che, secondo la Maison, ha gettato le basi per lo stile inconfondibile di Piaget. Metaphoria è 2023 una rielaborazione di quella 21st Century Collection. È divisa in 41 gioielli e 11 orologi, in due capitoli, Azureia e Beautanica. Nomi che evocano una natura altrettanto metaforica.
Sperimentazione, innovazione e allegria fanno parte del Dna della Maison. Fin dagli anni Sessanta, Piaget ha osato introdurre il corallo, il turchese e il lapislazzuli nell’orologeria e in gioielli unici. Questo desiderio di utilizzare materiali inaspettati in pezzi creati secondo elevati standard di gioielleria è ancora al centro della nostra identità.
Benjamin Comar, Ceo di Piaget
Mineralis
Il pezzo forte della collezione è il set Mineralis. È composto da gioielli che, sempre usando una metafora, sembrano usciti dalle acque di un fiume di montagna. Una collana asimmetrica è realizzata con diamanti, zaffiri, acquamarina e cristallo di rocca. I gioiellieri Piaget abbinano la trasparenza del cristallo di rocca (che rappresentano la brillantezza che costeggia i bordi dei fiumi), con zaffiri intensamente blu, le cui montature invertite conferiscono al pezzo un aspetto ultra moderno. Al centro risplende un’acquamarina taglio cuscino da 13,25 carati blu laguna. Il pezzo è abbinato a orecchini e anelli, uno dei quali è incastonato con uno zaffiro dello Sri Lanka da 4,1 carati.
Il nostro obiettivo era enfatizzare i dettagli che richiamano alla mente fenomeni naturali, come lo scorrere di una cascata o i raggi del sole, suscitando al tempo stesso un’emozione particolare. I materiali che utilizziamo, dalle elitre degli insetti al legno pregiato, sono stati selezionati per conferire un elemento imprevedibile e vivo a un pezzo di alta gioielleria del 21° secolo.
Stéphanie Sivrière, direttrice creativa di Piaget
Aqua Summa
Con il set Aqua Summa la Maison l’intenzione è trasmettere una visione del gelo e del ghiaccio con l’insolito abbinamento di acquamarina con perle Akoya e diamanti. La collana a colletto, completamente snodata con chiusura invisibile, sfoggia acquamarine cerulee a forma di pera, la più grande delle quali pesa oltre 4 carati. Il pezzo può essere abbinato a orecchini e uno squisito anello da cocktail, il cui corpo in oro bianco è pavimentato da una brina di diamanti luccicanti ed è incastonato con un’acquamarina taglio cuscino da 12,48 carati.
Alata
Con il set Alata Piaget trasforma le foglie in oro, madreperla e diamanti su pezzi ricchi e destrutturati, a forma di collana, orecchini e orologio. Un earcuff in oro e titanio ha foglie d’oro incise con il motivo Decor Palace, madreperla dorata, macchie di oro bianco e diamanti si uniscono per vestire il bordo esterno dell’orecchio con un pezzo spettacolare. I gioiellieri Piaget hanno anche creato un anello di fidanzamento. Su questo pezzo, il centro della foglia è impreziosito da un diamante a forma di pera da 2,23 carati. Il set è completato da un orologio a polsino, il cui corpo è impreziosito da un intarsio di madreperla e oro inciso, mescolato con diamanti taglio marquise. Un pezzo che dimostra la perfetta padronanza di Piaget anche nei minimi dettagli.
Terrae
La parure Terrae ha un design deciso, ispirato ai colori della foresta. Il marrone dell’occhio di tigre e del quarzo rutilato è utilizzato assieme al verde della tormalina. La coppia è contrassegnata da file verticali di perline quadrate di tormalina e vanta al centro una tormalina taglio cuscino del peso di circa 16 carati. Un anello, un braccialetto e orecchini completano il set.
Essentia
L’abilità orafa è al centro di Essentia, che comprende gioielli in oro rosa e diamanti, definiti da linee naturali. Pezzo iconico di questa parure, la collana a maglia piatta è composta da link oversize, le cui forme irregolari ricordano quelle dei legni trovati sulla spiaggia. Orecchini e orologio da polso completano il set.
Adrivea
Seguendo la tradizione degli orologi segreti di alta gioielleria, la Maison svela ora uno dei suoi più grandi pezzi distintivi, Adrivea, un anello che racconta l’ora. Sotto un cabochon di acquamarina da 10,88 carati, il suo quadrante brilla di diamanti, uniti da ondate di pietre lucenti e zaffiri blu che adornano la montatura di questo pezzo oversize.
Foliatura
Un altro pezzo unico è Foliatura, orologio-gioiello con incastonato un magnifico smeraldo colombiano taglio cuscino del peso di 6,59 carati. Il suo corpo in oro bianco rivela un’incredibile maestria artigianale, fondendo foglie stilizzate di crisoprasio e diamanti intrecciati su uno sfondo di oro inciso Decor Palace. Ingegnosamente posizionato nella parte inferiore del cinturino, il quadrante dell’orologio consente a chi lo indossa di leggere l’ora in modo discreto.
Orologi
Alitura presenta un quadrante a mosaico composto da pietre ornamentali, che ricorda il prezioso tessuto damascato. Il quadrante dell’orologio Undulata, invece, è stato realizzato dal laboratorio parigino specialista in intarsi Rose Saneuil. Il quadrante è verde iridescente, con un intarsio di paglia, legno, pelle, pergamena ed elitre, e ospita un tourbillon ultrapiatto, calibro 670P, tutti interamente realizzati da Piaget. È circondato da due cerchi di diamanti taglio baguette e taglio brillante. Ultimo, ma non meno importante, gli orologiai Piaget presentano una versione ultra-gioiello del famoso orologio Black Tie a forma di cuscino, reso famoso da uno dei clienti più affezionati della Piaget Society, Andy Warhol. Il pezzo combina un quadrante in legno pietrificato con una lunetta e indici in smeraldi taglio baguette. È un pezzo unico alimentato dal calibro meccanico ultrapiatto 534P della Manifattura.
Il tweed alta gioielleria di Chanel
Il tweed è un tipo di robusto tessuto in lana originario della Scozia. Ma è anche un tessuto che Chanel ha spesso utilizzato in passato e utilizza nel presente. Anche per l’alta gioielleria. Nel 2020 la Maison francese aveva già scelto la trama di questo tessuto come fonte di ispirazione per la sua gioielleria top. Ora ripete, con variazioni, l’esperimento. La collezione Tweed de Chanel comprende 63 nuovi pezzi di alta gioielleria. I gioielli, anche se non tutti, sono realizzati con l’idea di replicare l’intreccio dei fili di lana, ma ovviamente con l’utilizzo di oro e gemme. Le scelte sono quelle di Patrice Legéreau, direttore creativo delle linee di gioielli Chanel.
Creare gioielli di alta gamma con complicati intrecci non è stata una passeggiata: nella trama sono state inserite le gemme con raffinato gioco di incastro. Ma a Parigi non mancano gli abili artigiani, come quelli che hanno creato bracciali e collane della collezione come fossero tweed, un tessuto voluminoso ma leggero. I gioielli sono divisi in cinque capitoli, che si ispirano ad altrettanti motivi della Maison: leone (segno zodiacale della fondatrice Coco Chanel), stella, camelia (fiore preferito), sole e fiocco. Tutti simboli che sono stati trasformati in gioielli attraverso un’attenta scelta delle gemme: diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri, ma anche pietre semi preziose come berillio o lapislazzuli.
Tra i tanti gioielli della collezione, un posto di rilievo lo occupa forse la collana Tweed Royal, composta da oro rosa, diamanti, di cui uno a taglio pera da oltre 10 carati al centro, e 37 grandi rubini circondati da altri più piccoli. Un pezzo eccezionale: una testa di leone al centro può essere indossata come spilla o utilizzata per arricchire la collana. Il diamante centrale può essere staccato e indossato come un anello.
Busatti a Milano è un nome storico della gioielleria. Ora è raddoppiato. Un ramo della famiglia ha deciso di puntare decisamente sulla ricerca e sull’innovazione e ha creato un proprio brand: Busatti 1947. Dopo pochi mesi di vita vanta già un riconoscimento prestigioso: il secondo posto nella categoria Best in Diamonds Above $40,000 Retail al Couture Design Awards. Merito, appunto di una spinta decisa verso un design forte e una scelta di materiali per molti aspetti inconsueta. Alla base di tutto ciò ci sono i fratelli Lalla e Davide Busatti. La storia familiare alle spalle risale a quando il nonno, Antonio Busatti, iniziò a viaggiare in Giappone dopo la Seconda guerra mondiale per acquistare perle.
Il figlio, Luigi, ha continuato l’attività con le gemme. Lalla (designer) e Davide Busatti (che seleziona le gemme) rappresentano la terza generazione, che hanno deciso di introdurre gioielli con il proprio brand all’attività di commercio di pietre preziose. Ma, come accennato, mettendoci parecchia innovazione. Per esempio, nell’introdurre materiali inconsueti, come la fibra di carbonio per realizzare una resina super resistente, che è accostata a oro e diamanti o cacholong. I gioielli, di fascia alta, sono già stati presentati alle principali fiere internazionali di gioielleria, da Las Vegas a Dubai, Ginevra e Hong Kong.
Allegoria è la nuova alta gioielleria Gucci
Secondo il dizionario, un’allegoria è una figura retorica per mezzo della quale l’autore esprime e il lettore ravvisa un significato riposto, diverso da quello letterale. Gucci ha utilizzato questa idea per la nuova collezione di alta gioielleria, che segue di soli sei mesi quella presentata a gennaio con la seconda parte della linea Hortus Deliciarum. La nuova collezione composta da 135 pezzi unici si chiama, invece, Allegoria. A che cosa allude? Alle quattro stagioni. Anche in questo caso sono le mutazioni stagionali della natura a ispirare i gioielli. Ma a volte utilizzano al centro del gioiello il classico morsetto Gucci.
Per esempio, la primavera, che ispira i gioielli con l’iconico motivo Flora. La collezione fa un grande utilizzo di tormaline, una pietra che può assumere colori diversi. C’è, per esempio, sono una tormalina verde taglio cuscino da 226 carati con incastonatura traforata e ornata da motivi a stella e diamanti taglio baguette e una collana con una tormalina rosa da 161 carati, circondata da diamanti e smalto colorato a più livelli, il tutto incastonato in una catena con 72 tormaline multicolore da 88 carati che creano un effetto degradé.
Le altre stagioni sono altrettanto ricche di colori. Con il rosso degli spinelli, il verde intenso degli smeraldi, l’azzurro-verde della tormalina Paraiba, oltre a zaffiri gialli, granato mandarino. Naturalmente, la collezione comprende anche i classici diamanti, tra cui alcuni con taglio antico, meno sfaccettati di quelli che si usano normalmente oggi.
L’alta gioielleria psichedelica di Austy Lee
Quella di Austy Lee è alta gioielleria, ma psichedelica. Non è un abbinamento consueto. L’arte psichedelica, fiorita alla fine degli anni Sessanta, si riferiva all’utilizzo astratto e sorprendente dei colori, per rappresentare le allucinazioni provocate dall’assunzione di droghe come Lsd o Dmt. Nel tempo lo stile psichedelico non è più legato a quelle specifiche esperienze, ma ha assunto una sua caratteristica indipendente. Uno stile che non pone ostacoli alla fantasia e che riesce sempre a stupire. Come l’alta gioielleria di Austy Lee. Nato e cresciuto a Hong Kong, Austy Lee è un designer di gioielli di alta gamma con quasi 20 anni di esperienza nel settore, che ha iniziato come graphic designer prima di focalizzare la sua mente creativa sul mondo dei gioielli.
Ma per ampliare ulteriormente le sue prospettive, e soprattutto per curiosità, ha deciso di ottenere un diploma di Product Design, per imparare l’arte dell’incastonatura delle pietre preziose e la cesellatura, intagli di denti d’osso e giada, manufatti e restauri antichi. Grazie alle sua eccezionale tecnica di disegno e progettazione, gli è stata offerta l’opportunità di lavorare come apprendista di design di gioielli presso Adler Jewellery a Hong Kong.
L’esperienza in Adler Jewellery ha aumentato l’esperienza come designer di gioielli e acquirente di pietre preziose. Austy è stato poi Chief Designer per Wendy Yue. I suoi modelli sono indossati da molte celebrità di Hollywood e internazionali e personaggi famosi in tutto il mondo.
Il suo stile è unico. È la rappresentazione in gioielleria di new age, grafica e moda, ma che lui stesso definisce anche industriale, pop-punk, spigoloso, rigoroso, audace, simbolico e colorato. I gioielli utilizzano molte pietre preziose colorate spesso intagliate come sphene, paraiba, padparadscha, star sapphire, indigolite, pink diamonds e i diversi colori della giada, oltre a materiali meno usuali, come l’abalone.
Le gemme di Tangarart
È un brand che propone pezzi di alta gioielleria davvero notevoli, che hanno consentito a Tangarart di arrivare tra i finalisti dei Design Couture Awards nella categoria Best in Colored Gems Above $40,000 Retail, cioè tra chi produce gioielli più pregiati. Eppure di Tangarart non si conosce molto, al di là delle dichiarazioni un po’ generiche, sull’obiettivo della maison di realizzare gioielli indimenticabili. Le informazioni note sono che Tangarart è un brand brasiliano, con sede a San Paolo fondato nel 2004.
Il nome è espressione della società Baiao Industria de Metais, di proprietà e condotta da Alexandre Sant Ana Baiao, assieme a Luciana Saraiva Santos Baiao. Altro non si sa o, perlomeno, non è immediatamente disponibile. Quello che è inequivocabile sono invece i gioielli prodotti dalla Maison brasiliana. Come altre aziende della gioielleria del paese sudamericano i pezzi proposti sono realizzati con tante gemme colorate di grande qualità. Diamanti, smeraldi, ma anche pietre come tormaline, rhodonite, topazio imperiale. Forme gemetriche, ma gentili, caratterizzano i volumi dei gioielli, apprezzati dagli appassionati di tutto il mondo.
Dior nei giardini della sua storia
Moda, gioielleria, stile: tre aspetti dello stesso giardino dice Dior. La Maison parigina, atelier di grandi abiti, è anche un laboratorio di gioielli. Anzi, di alta gioielleria, come quella presentata dalla direttrice creativa Victoire de Castellane e intitolata Les Jardins de la Couture. Alta gioielleria che prende come riferimento un intreccio tra natura e arte dell’abbigliamento. Non a caso i gioielli sono stati presentati indossati da modelle con abiti ovviamente della Maison. La linea comprende 170 pezzi di alta gioielleria, tra cui tre orologi con segreto, cioè bracciali che incorporano un segnatempo nascosto e svelabile a piacere.
I gioielli sono proposti in quattro differenti filoni: Galons Fleuris, Très Cher Dior, Buissons Couture e Mini Milly. I fiori a cui si ispira un buon numero di gioielli della collezione sono un omaggio al fondatore della Maison, Christian Dior, che amava i fiori, oltre che un classico format della gioielleria. I fiori a forma di gioielli, inoltre, non appassiscono. Gemme e natura, arte orafa e lusso, ma anche leggerezza: gli ingredienti per il successo di Les Jardins de la Couture ci sono tutti.
Il Blue Book di Tiffany è l’appuntamento più atteso di chi ama l’alta gioielleria. L’edizione 2023 Out of the Blue è anche la prima collezione Blue Book disegnata da Nathalie Verdeille, Chief Artistic Officer of Jewelry and High Jewelry di Tiffany & Co. La manager e creativa, che fino al 2021 si occupava della rivale Cartier, ha scelto di ispirarsi al design di un nume della gioielleria legato a Tiffany, Jean Schlumberger. L’artista-designer che ha firmato alcuni dei pezzi più celebri della casa americana amava le creature del mare. L’opera di Schlumberger è stata rivista in chiave moderna.
Con la collezione Blue Book 2023 abbiamo voluto celebrare l’eredità di Jean Schlumberger, dando nuova vita ad alcuni dei suoi design più celebri. Queste creazioni sono contraddistinte dalla qualità e dalla personalità tipiche di Schlumberger, ma i design sono completamente nuovi. Siamo certi che sarebbe stato felice di ognuno di questi capolavori, come lo siamo noi.
Anthony Ledru, Chief Executive Officer di Tiffany & Co
La collezione debutterà in due fasi nel corso del 2023 con vari temi che rappresentano l’universo acquatico. La collezione estiva è stata lanciata con sette temi: Shell, Coral, Jellyfish, Pisces, Starfish, Sea Star and Star Urchin. Il tema Shell esplora la tridimensionalità degli oggetti scolpiti dall’oceano. Uno dei design più versatili è un pendente trasformabile con una spilla di diamanti staccabile che rivela un opale nero di oltre 21 carati. Il tema Coral è caratterizzato da colori vivaci e presenta una serie di gioielli con tanzaniti, zaffiri e diamanti gialli. Una spilla del tema Jellyfish (medusa) ricorda il movimento aggraziato dei tentacoli dell’animale marino.
Il tema Pisces è uno studio del mare, una rappresentazione di un mondo sconosciuto e infinito che ha sempre affascinato Jean Schlumberger. Con parure che comprendono eccezionali zaffiri padparadscha, zaffiri Umba e diamanti, questo tema presenta tonalità calde abbinate ai blu dell’oceano. Il tema Star Urchin (ricci di mare) è uno studio di forme e simmetrie, con gioielli caratterizzati da tanzaniti e calcedonio intagliato a mano che riproducono l’esterno appuntito dei molluschi.
Il tema Starfish reinterpreta la forma della stella marina come se fosse aggrovigliata tra le rocce, grazie a opali, acquemarine, tormaline e berilli, con accenti di diamanti. Una parure ricca di diamanti dà un’interpretazione unica di questa creatura marina. Infine, il tema Sea Star comprende una distesa di stelle marine madreperla tagliate su misura, intrecciate in motivi ispirati al corallo, regalando un’istantanea dell’affascinante ecosistema marino. Zaffiri padparadscha estremamente rari, zaffiri Umba, madreperla e corniole danno vita al tema Sea Star.
Nell’immaginazione e nella filosofia di Jean Schlumberger, il mare rappresentava un mondo sconosciuto e infinito; ha saputo dare vita a interpretazioni senza precedenti della sua maestosità e dei suoi misteri. La mia prima collezione Blue Book per la Maison è un tuffo profondo nell’universo acquatico, che onora e reinterpreta la visione di Schlumberger.
Nathalie Verdeille, Chief Artistic Officer, Jewelry and High Jewelry, Tiffany & Co
Fiori e scintille creative di Vincent Michel
Brillano di più le scintille di un vulcano o i diamanti di un anello? Vincent Michel si è convinto che la risposta giusta è la seconda. Le pietre preziose sono state anche la prima passione del gioielliere svizzero, con base a Losanna, che è rimasto attratto dal mestiere quando aveva solo 12 anni. Una visita, con la madre, in un laboratorio di gioielleria gli ha fatto conoscere le magie del cesello, ma anche della fiamma ossidrica e delle gemme. Anche se a un certo punto della sua vita Vincent Michel ha avuto anche la tentazione di diventare un vulcanologo.
Dopo i primi esperimenti, come hobby, la gioielleria di alta gamma è diventata la sua professione. La sua strada è iniziata alla Scuola Tecnica della Vallée de Joux, sezione gioielli. E il suo talento è testimoniato dalla vittoria del campionato svizzero di gioielleria. Un successo che lo ha spinto a fondare il suo brand, dopo il classico tirocinio da quello stesso gioielliere che aveva ammirato da teenager. Nel 2016 il grande passo, con l’apertura della sua boutique nella città svizzera, dove crea e lavora, con un laboratorio visibile ai clienti: serve anche a mostrare l’abilità tecnica, che consente al gioielliere di realizzare piccoli capolavori che possono richiedere fino a 300 ore di lavoro.
I gioielli sono realizzati a mano, anche su misura. Ma il designer utilizza sia i metodi tradizionali, sia le nuove tecnologie come la progettazione Cad e la stampa 3D. Il risultato sono gioielli come la collana Vol d’Abeilles (volo d’api) in oro bianco, diamanti e 45 tormaline paraiba. Oppure l’anello Hibiscus, in oro giallo 750 (con una parte centrale in oro rosa 750) che ha incastonato al centro uno spinello ovale di 4,65 carati, zaffiri verdi, granati demantoidi, zaffiri rosa e diamanti naturali.
Michelle Ong è stata indicata come una delle 15 più influenti donne di Hong Kong. Promuove l’arte del Rinascimento italiano. Ed è anche la designer della raffinata Maison Carnet ♦
Non c’è bisogno di volare a Hong Kong per conoscere Michelle Ong, nominata da Tatler come una delle 15 donne più influenti di Hong Kong. La designer ha fondato Carnet assieme all’israeliano Avi Nagar nel 1985. Da quel momento è diventata una specie di Jar dell’Oriente. Tanto che il mitico Joel Arthur Rosenthal le ha fatto i complimenti e ha scritto per lei la prefazione di un libro di Vivienne Becker che ha raccolto le immagini del lavoro della designer.
La sua curiosità ha prodotto uno strano incrocio tra Art Nouveau e tradizione Ming. Per la verità i due termini semplificano parecchio la complessità del percorso creativo di Michelle Ong. In realtà quello che più conta è la ricerca di costruire con virtuosismo gioielli attorno a grandi e preziose pietre. I suoi pezzi, non sorprende, sono apprezzati da chi può e vuole sfoggiare gioielli di pregio, come il soprano Renée Fleming o Kate Winslet. Sul suo stile sono stati sprecati molti aggettivi: maestoso, esuberante, espressivo… Ma la verità è che riassumere con qualche parola una produzione così densa è molto difficile. E dire che Michelle Ong è un’autodidatta. Ha iniziato a disegnare gioielli per hobby. Ama il perfezionismo: anche dopo aver raggiunto il successo continua a seguire da vicino gli artigiani che realizzano i suoi disegni. «I materiali che uso sono un mezzo per un fine», ha spiegato. L’assenza di una scuola alle spalle ha avuto anche vantaggi: per esempio, la designer di Hong Kong ha iniziato a utilizzare il titano 17 anni fa, in grande anticipo rispetto agli altri. Ecco alcuni gioielli della sua produzione.
Michelle Ong è anche una raffinata appassionata d’arte. È stata nominata presidente della Marco Polo Society, un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove gli scambi culturali tra Italia, Hong Kong, Macao e Cina continentale. E nella città ex colonia britannica ha promosso Shaping the Human Body: la scultura fiorentina del Rinascimento italiano, una mostra di dieci capolavori chiave del periodo, presso l’Università di Hong Kong.
La serendipità è una scoperta fortunata non pianificata, e per questo il mare può essere uno dei luoghi in cui trovarla. Serendipity Jewelry è il brand fondato a Parigi nel 2017 da Christine Chen, che ha scoperto la sua passione per le pietre oltre dieci anni fa, in occasione di un viaggio in Australia, e grazie a un incontro fortuito, che ha suggerito il nome della Maison. Ora la designer unisce il concetto di sorpresa con quello delle onde, ma non solo, giusto in tempo per il trasloco al 16 di Place Vendôme.
Una linea dei nuovi gioielli è, appunto, dedicata all’oceano e si chiama Riding the wave. Fa parte di questa serie una collana intarsiata di diamanti per assomigliare alle onde increspate, con un’acqua cristallo a forma di goccia che pende sotto e una perla bianca australiana che punteggia in mezzo. Inoltre, la nappa di perline di lapislazzuli aggiunge anche una brillantezza unica alla lucentezza di la collana scintillante. Un anello riproduce le morbide onde del mare con piccoli pavé di diamanti e al centro una perla.
La collezione Secret d’Iris è invece ispirata al fiore che dal Medioevo è simbolo nazionale della Francia. Di questa collezione fanno parte una collana lavorata come fosse pizzo, con tormalina rosa e un paio di orecchini. Platino e diamanti sembrano diventare un merletto ricamato a mano. È sempre la Francia che ha ispirato gli orecchini I giardini di Secret d’Iris Monet. Il pittore impressionista ha dipinto i fiori in quadri del suo ultimo periodo. Serendipity trasforma il giardino in orecchini con tanzanite, tormaline, acquamarine, zaffiri, ametiste, tsavoriti, zaffiri viola.
Alta gioielleria anche con un anello con tormalina Paraíba dedicato al Giardino di Monet, che raffigura i fiori che sbocciano in primavera. La pietra principale è una Paraiba di forma ovale, impreziosita da tormaline, zaffiri rosa, tsavoriti e zaffiri.
Le sfumature di Toji Jewelry
Fondata nel 2018 Bangkok, Tailandia, e gestita da Jamshed Gulmamadov, Toji Jewelry si è ritagliata uno spazio tra le imprese-bonsai di alta gioielleria. Propone, cioè, gioielli di alta gamma, pezzi unici, con grandi pietre, a un pubblico selezionato. Il Paese asiatico è da anni uno dei centri mondiali della gioielleria e, in particolare, per l’utilizzo di gemme preziose. Ed è quello che fa l’enigmatica Toji Jewelry. La fonte di ispirazione dichiarata è, come sempre, il mondo della natura. Ma, in realtà, è l’alta gioielleria stessa a essere il filo conduttore. Con in più la scelta di puntare su pietre con una particolare qualità, che fa supporre anche un link diretto con produttori e distributori che operano nel Paese asiatico.
Come nel caso dell’anello con spinello color lavanda, una sfumatura piuttosto inusuale. Uno spazio particolare è riservato ai rubini estratti nella vicina Burma. Del team fanno parte tagliatori e lucidatori esperti, che contribuiscono a fornire ai designer le pietre necessarie. Il resto lo fa la composizione dei gioielli.
L’arte dell’alta gioielleria di Chopard
Chiuso il Festival di Cannes, rimangono i gioielli. Nel caso di Chopard si tratta della classica collezione Red Carpet, che è presentata ogni anno in occasione della competizione cinematografica. Chopard è partner ufficiale del Festival di Cannes dal 1998 ed è anche il marchio di lusso incaricato di creare la palma d’oro premio per i vincitori. Premio che quest’anno Chopard ha rinnovato: la palma è posta su un blocco di cristallo di rocca a forma di diamante taglio smeraldo, ognuno è un pezzo unico. La collezione di alta gioielleria è una di quelle che non si dimenticano facilmente. Filo conduttore scelto dalla direttrice creativa e co-presidente della Maison, Caroline Scheufele, è quello dell’arte.
Ma non si tratta di una specifica arte, bensì della creatività applicata alle diverse forme in cui si esprime, come letteratura, musica, pittura, scultura, architettura e, naturalmente, il cinema. In tutto 76 pezzi che, come le arti creative evocate, sono del tutto differenti l’uno dall’altro. Un aspetto comune, invece, è la eticità dei materiali utilizzati, dall’oro 18 carati certificato Fairmined, al titanio (una novità), fino alle gemme che provengono da fonti eticamente certe.
Tra i pezzi più impressionanti ci sono un anello con diamante giallo taglio pera circondato da diamanti taglio brillante, un bracciale-orologio in oro bianco con diamanti e zaffiri blu, un anello in titanio con una tormalina paraiba e smeraldi, orecchini chandelier con diamanti, alle collane stravaganti e agli anelli sartoriali, ogni pezzo della collezione fa una dichiarazione unica, una collana in titanio colorato e tanzaniti, la più grande delle quali è a forma di pera e pesa più di 32 carati.
Le Voyage Recommencé di Cartier
In viaggio con Cartier. Ma è un viaggio simbolico, che rimanda alla storia della Maison che fa capo al gruppo Richemont. Il viaggio è anche attraverso le frontiere dell’alta gioielleria. E Cartier ha presentato a Firenze, una delle più famose mete turistiche, la tappa del suo itinerario, che non si è mai interrotto. Per questo la nuova collezione di alta gioielleria si chiama Le Voyage Recommencé. Firenze è anche la patria dell’architettura classica del Rinascimento. E la nuova collezione si ispira molto alle geometrie dell’architettura, con gioielli che mostrano una raffinata scelta di volumi. Un’idea che appare subito chiara in pezzi come l’anello Ondule, con al centro un diamante grigio-viola.
Le Voyage Recommencé conta oltre 80 nuovi gioielli, frutto della cura estetica di Jacqueline Karachi , High Jewellery Creative Director di Cartier. Il viaggio attraverso la storia della Maison passa anche attraverso una nuova interpretazione di simboli, come la celeberrima panthère, che è avvinghiata al centro di una collana. Il felino è utilizzato per la collana Panthère Givrée, dove gli occhi con piccoli smeraldi sono circondati da diamanti e acquamarine, con piccoli lapislazzuli che fanno da raccordo.
Sono molti i gioielli dal fascino eccezionale. La collana Claustra gioca con una ardita combinazioni di trafori applicata con il bianco dei diamanti e il nero dell’onice, una delle combinazioni classiche di Cartier. Il tocco extra è un diamante taglio briolette da 4,02 carati. La collana Sama ha richiesto un attento lavoro di progettazione per assemblare i diversi componenti. Il risultato è una collana che sembra composta da onde del mare che si infrangono su uno zaffiro Ceylon da 19,27 carati. Ma in realtà il mare non c’entra: il gioiello è ispirato ai dervisci danzanti.
Sempre in Toscana, ma in Lucchesia, Cartier scintilla con la sua storia in una mostra con più di 350 pezzi a Villa Reale di Marlia. La selezione esclusiva di pezzi di alta gioielleria Cartier è stata allestita secondo le scelte di Patricia Urquiola, architetto e decoratrice che ha di recente riadattato i locali della Maison in rue de la Paix, a Parigi.
C’è un’alta gioielleria che abita a Bruxelles. Nella capitale del Belgio disegna, progetta e produce gioielli eccezionali Fred Fa, e se non avete in programma di passare nella città potete dare un’occhiata al sito privilegecreation.com. Nel suo studio il gioielliere-artista belga immagina gioielli alto di gamma, cominciando dai bozzetti disegnati a matita: una capacità che, ormai, sono in pochi a poter vantare. Ma questo non esclude l’utilizzo delle nuove tecnologie, come l’uso dei programmi di progettazione 3D o l’uso del laser. Insomma, libertà e creatività.
Non bisogna confondere Fred Fa con quel tipo di alta gioielleria, a volte un po’ noiosa, che ripropone schemi e forme tradizionali. I suoi gioielli sono pezzi unici che non rinunciano a provare nuove strade. Non a caso lui si definisce un esploratore nel mondo della gioielleria. Conosciuto dai veri intenditori, Fred Fa ha creato il suo studio-laboratorio nel 2009. La passione per i gioielli, racconta, segue quella per il disegno, una strada iniziata a 16 anni e perfezionata dagli studi per coniugare la vena artistica alla capacità realizzativa nel mondo dei gioielli. Una volta progettati, i gioielli sono realizzati da un network di artigiani fidati a Bruxelles.
L’Occidente conosce troppo poco l’alta gioielleria cinese. Eppure da anni artisti del gioiello, come Aso Leon, producono pezzi eccezionali. E ancora meno occidentali conoscono il distretto di Panyu, che si trova non distante da Hong Kong e vicino alla regione di Guanngzhou, al centro del delta del Fiume delle Perle. Panyu è uno dei principali centri di produzione al mondo, dove si creano ogni anno circa il 60% dei gioielli di tutta la Cina. Buona parte di questi gioielli sono prodotti a Panyu, ma sono venduti con il brand di grandi aziende della gioielleria. Aso Leon ha iniziato a lavorare con i gioielli nel 1995 e gran parte della sua attività riguarda collezioni cosiddette Oem, cioè prodotte per altri marchi.
Ma Aso ha un’anima creativa molto sviluppata e ha sviluppato una sua tecnica per raggiungere le vette della sua produzione di alta gioielleria. In perfetto spirito cinese si è ispirato alla natura, tradotta in gioielli dall’aspetto che ricorda il fantasy.
I gioielli sono realizzati in titanio, un metallo difficile da lavorare, ma che consente ardite creazioni, resistenti, leggere e flessibili. Da 2005 utilizza questo metallo in modo molto originale, assieme a diamanti, pietre semi preziose e, naturalmente, giada. Per questo ci tiene a sottolineare che il Made in China si è trasformato in Creato in Cina.
Bulgari, alta gioielleria e atmosfere mediterranee. La Maison italiana, oggi parte del gruppo Lvmh, ha scelto Venezia per presentare la nuova collezione di alta gioielleria chiamata, appunto, Bulgari Mediterranea. Il palcoscenico non poteva essere migliore per accompagnare gioielli eccezionali, come quelli a cui è abituata la produzione Bulgari, indossati da star altrettanto di primo piano come la miss Mondo Priyanka Chopra, l’attrice americana Anne Hathaway, e la cantante-attrice Zendaya. Oltre alle modelle che hanno sfilato con indosso i gioielli, tra cui Stella Maxwell, Blesnia Minher ed Eva Herzigova. Il Ceo di Bulgari, Jean-Christophe Babin, ha fatto le cose in grande.
Anche perché vasta è la collezione di alta gioielleria Mediterranea, composta da 400 pezzi unici. Di questi, una novantina costano oltre 1 milione ciascuno e alcuni molto di più. Per esempio, la collana shock Muse of Rome con diamanti e smeraldi, di cui uno centrale del peso di 281 carati. Un peso che chiunque donna sarebbe lieta di sopportare. I gioielli sono straordinari. La collana Oriental Buds, per esempio, in oro rosa, diamanti, gemme e con uno smeraldo colombiano di 13,34 carati, ha richiesto 2.300 ore di lavoro. Come è intuibile dal nome di questa collana, l’ispirazione al Mediterraneo è, in realtà, un’idea piuttosto estesa. D’altra parte, Venezia è stata storicamente il punto di contatto tra Oriente e Occidente.
I nuovi raffinati Possession di Piaget
Il possesso di un gioiello può essere inebriante, così come il possesso di un sentimento. E non a caso la linea di gioielli Possession di Piaget è diventata una bandiera del brand svizzero. Per il 2023 ha presentato una nuova interpretazione della sua collezione iconica, impreziosita dallo stile Décor Palace utilizzato per i suoi gioielli più preziosi. Spieghiamo subito di che cosa si tratta: Piaget negli anni Sessanta ha introdotto nelle sue collezioni il Décor Palace, una tecnica di incisione dell’oro che dà corpo e consistenza al metallo. Questa lavorazione, che si ispira al guillochage dei quadranti degli orologi, sia nella sostanza che nell’esecuzione, rende il gioiello visibile anche nella semioscurità. Una tecnica raffinata, che ora arriva anche nella collezione probabilmente più acquistata, Possession.
Il Décor Palace è utilizzato con un nuovo bracciale ispirato agli anni Novanta, con le pietre pavé, incastonatura del diamante centrale, il motivo gadroon (a onde) sull’esterno della montatura e la mobilità dell’anello. Un modo per tornare alle radici stilistiche della Maison.
Una delle caratteristiche di Possession è la rondella che si può far girare su sé stessa. Anche l’anello, una volta indossato sulle dita, può ruotare aggiungendo una nota giocosa al lusso.
I nuovi Possession sono disponibili in oro rosa o oro bianco, in diverse misure e incastonature, con le citate varianti della lavorazione Décor Palace. I gioielli presentano anche la montatura denominata Possession, che sembra fermare il diamante centrale tra due parentesi incise nell’oro. Il modello con una fila di diamanti pavé appoggiata all’anello Décor Palace, con diamante incastonato al centro, contrasta con la versione con doppia fila di diamanti pavé di due diametri diversi, circondati a loro volta dal Décor Palace.
Il bracciale rigido è disponibile in tre versioni: due modelli in oro con diamante incastonato o con due righe di diamanti pavé ai lati del motivo centrale. Il bracciale presenta il Décor Palace, un minuscolo anello rotante centrale e il diamante con incastonatura Possession al centro. I designer Piaget hanno anche studiato un sistema di apertura più discreto possibile, con un piccolo fermaglio a grilletto, invisibile ma giocoso, posto all’interno del bracciale.
I nuovi Possession sono anche il frutto del lavoro del Ceo della Maison, Benjamin Comar Piaget, arrivato un paio di fa e che ha lavorato alla riorganizzazione della manifattura integrata situata a Plan-Les-Ouates, alle porte di Ginevra, con l’obiettivo di migliorare la produttività e dare un posto di rilievo alla gioielleria.