Oreficeria

La doppia creatività di Eva Franceschini

Eva Franceschini, due designer in una. La prima si dedica a gioielli artistici, con cui partecipa a qualche esposizione. L’altra designer, che è sempre Eva Franceschini, ha dato vita al sito anelli-fidanzamento, un nome che è un’ottima scelta per quanto riguarda le logiche digitali. La bi-designer si definisce un’orafa artigiana creativa, E lo è. Da una parte è la creatrice che realizza gioielli come 3650 Feminine at Dawn, dedicata alla maturazione biologica della donna. Dall’altro elabora raffinate fedi nuziali completamente fatte a mano.

Anello personalizzato, fatto a mano in oro giallo con diamante etico canadese colore J
Anello personalizzato, fatto a mano in oro giallo con diamante etico canadese colore J

Eva lavora a Padova, dove è diventata Maestro d’Arte in Scultura all’Istituto d’Arte Pietro Selvatico. È anche multidisciplinare e, forse, multitasking, una caratteristica spesso associata al mondo femminile: progetta oggetti tridimensionali, disegna dal vero, lavora creta e gesso, scolpire marmo, pietra e legno, crea maschere in cuoio per la Commedia dell’Arte. Il link con il mondo artistico è indicato anche dall’aver frequentato il corso di laurea in Chimica del Restauro alla Cà Foscari di Venezia, prima di apprendere la tecnica orafa dalla Maestra Orafa Lucia Davanzo, a sua volta allieva di Francesco Pavan.
Fedi nuziali in oro con impronta digitale
Fedi nuziali in oro con impronta digitale

L’altra Eva, quella votata alla gioielleria artistica, intanto, ha partecipato a numerose mostre e concorsi. Ma lavora spesso assieme alla sua metà specializzata in anelli per fidanzamento o matrimonio, che presentano idee e creatività condivisibili da tutte e due le Eva Franceschini.

Fedi nuziali in oro giallo
Fedi nuziali in oro giallo
Anello in oro martellato con tormalina paraiba
Anello in oro martellato con tormalina paraiba
Pillo, anello in oro bianco e diamante
Pillo, anello in oro bianco e diamante
Feminine at Dawn, gioielli in oro e perla
Feminine at Dawn, gioielli in oro e perla

Il gioiello italiano brilla, ma teme la guerra in Ucraina

Il 2022 è andato bene, ma il settore italiano dell’oreficeria e della gioielleria spera soprattutto che la guerra in Ucraina abbia termine. Secondo il sondaggio tra gli operatori del settore commissionato dal Club degli Orafi a Intesa Sanpaolo, la maggiore banca italiana, il 56% degli operatori intervistati crede che l’invasione dell’Ucraina abbia condizionato in senso negativo le opportunità del settore. E la speranza di una risoluzione del conflitto, in termini di influenza sul business, supera anche l’auspicio di una forte ripresa del turismo internazionale, a cui è legata una parte delle vendite di gioielli.

Le opportunità di sviluppo
Le opportunità di sviluppo

Il Rapporto sul settore orafo italiano, in ogni caso, indica un bilancio del 2022 molto positivo. Il fatturato delle aziende è aumentato del 22,1%, incremento che segue il rimbalzo post pandemia maturato già nel 2021 (+55,3%). Il buon posizionamento sui mercati internazionali ha sostenuto questi risultati, con esportazioni di gioielli che nel 2022 hanno superato i 9 miliardi di euro, con un pieno recupero dei livelli pre-covid sia in valore (+41%), sia in quantità (+5%).
Le maggiori difficoltà
Le maggiori difficoltà

Tra i diversi mercati, gli Stati Uniti si sono confermati al primo posto con 1,5 miliardi di euro (+12% nel 2022), sostenuti anche dal rafforzamento del dollaro. Al secondo posto è l’export verso la Svizzera (1,3 miliardi di euro, + 21%) e gli Emirati Arabi Uniti. Per l’anno in corso, a parte le speranze legate a una fine della guerra, per le imprese più grandi prevale un sentiment a maggioranza positivo sia per il mercato interno, sia per i mercati internazionali. Ma l’ostacolo principale sembra del tutto interno: la difficoltà di reperire manodopera specializzata, che è indicata da più della metà del campione di intervistati (51%) come criticità. Secondo le aziende è un problema maggiore rispetto agli aumenti dei prezzi delle materie prime, nonostante l’oro sia ormai sopra quota 2000 dollari.

Export italiano di gioielleria
Export italiano di gioielleria
Le previsioni per il settore della gioielleria
Le previsioni per il settore della gioielleria
Produzione e fatturato del settore orafo-gioielleria
Produzione e fatturato del settore orafo-gioielleria
Le quotazioni di oro, platino e argento
Le quotazioni di oro, platino e argento

L’industria del gioiello vuole assumere giovani. Ecco perché non li trova




Volete lavorare nel mondo dei gioielli? Avanti, c’è posto. Specialmente per giovani che hanno voglia di imparare l’antica arte della lavorazione dell’oro, dell’incastonatura di gemme, della progettazione. L’invito arriva dalle associazioni italiane del settore: le aziende cercano nuove risorse professionali.
Secondo Confindustria Federorafi, Italian Exhibition Group (società che organizza Vicenzaoro), che hanno coinvolto il sito Skuola.net, le cifre sono inequivocabili: l’export italiano a novembre 2022 ha sfiorato i 9 miliardi di euro (8,98 milioni di euro) con un incremento del 22,1% sull’identico periodo del 2021 e del 40,6% sul 2019, pre-covid. Il dato, fanno notare le imprese, è di grande rilevanza per un settore che esporta l’89,5% del proprio fatturato.

Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion di Italian Exhibition Group
Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion di Italian Exhibition Group

E anche le previsioni sono brillanti (l’aggettivo giusto): le previsioni sul fatturato del settore per il 2022 indicano un record assoluto di 10,9 miliardi di euro, nonostante un rallentamento negli ultimi mesi. L’export di gioielli italiani si indirizza soprattuto negli Usa (+13,9%), Svizzera (+20,9%) e Emirati (+20,9%), mentre le restrizioni covid hanno frenato solo, ma di poco, Hong Kong (-0,5%). Le indagini congiunturali su un campione di aziende indicano anche un sentiment positivo per il primo semestre 2023, sia per il fatturato sia per occupati: il 36% delle aziende intervistate ritengono che assumeranno altri dipendenti. Il mondo italiano della gioielleria coinvolge 30.619 persone (58% donne).
Studenti nel laboratorio di oreficeria Design del gioiello contemporaneo, a Venezia
Studenti nel laboratorio di oreficeria Design del gioiello contemporaneo, a Venezia

Insomma, grande soddisfazione. Ma fino a un certo punto, perché le oltre 7.100 imprese italiane del settore non trovano personale specializzato. Peggio ancora, oltre la metà degli occupati tra meno di dieci anni sarà in età pensionabile e solo il 13% degli occupati ha un’età inferiore ai 30 anni. La fiorente attività orafa è poco percepita dai giovani, non ha appeal. Eppure le scuole specializzate non mancano: sono quasi 40 gli istituti che fanno formazione, ma il numero di studenti diplomati è ancora insufficiente rispetto alla richiesta delle aziende, che cercano complessivamente circa 3.000 persone da assumere.

Il nostro sistema scolastico esprime un decimo di diplomati tecnici rispetto alla Germania. Occorre uno sforzo formativo ed informativo dei dirigenti scolastici, dei docenti e degli orientatori, a partire dalla scuola secondaria, per acquisire tutti gli elementi e tutte le informazioni utili da trasferire agli studenti valorizzando le tante opportunità in termini professionali e di retribuzione che anche il settore del prezioso può offrire. Parallelamente il sistema delle imprese deve essere più aperto e comunicare meglio.
Claudia Piaserico, Presidente Confindustria Federorafi

Claudia Piaserico, presidente di Federorafi
Claudia Piaserico, presidente di Federorafi

Ecco, appunto. Perché se il mondo della gioielleria attrae poco è anche perché comunica spesso un’immagine polverosa. Vecchia. Obsoleta. Non tutte le aziende, per carità. I grandi brand, le imprese che si confrontano sui mercati esteri con il prodotto finito, non con i semilavorati, hanno un modo diverso di affrontare il mondo del lavoro. Ma delle 7.100 imprese citate, quelle di livello internazionale non sono più di un centinaio, forse molto molto meno. Basta guardare la galleria degli orrori dei siti web aziendali, datati, vecchi, non aggiornati. Chi vende un prodotto raffinato può permettersi di offrire come biglietto da visita un sito web fermo da anni? Che non spiega, non si presenta, non offre nessuno spunto di interesse per un giovane? E parliamo anche di aziende che producono alta gioielleria. Ma chi ha voglia di andare a lavorare in un’azienda che non ha nessun interesse di informare sulla propria attività? Per non parlare delle tante micro aziende che non hanno il sito non lo hanno neppure.

Gioielli Zancan, laboratorio
Gioielli Zancan, laboratorio

Vogliamo parlare, inoltre, di che cosa offrono queste aziende a un giovane? E non solo dal punto di vista retributivo. Se lavorare in un’industria orafa significa affrontare un compito ripetitivo, poco stimolante, allora la scelta dipende solo dallo stipendio. Un giovane andrà dove guadagna di più. Punto. Quante aziende orafe si presentano anche con prospettive di crescita professionale, creatività, con un ambiente stimolante?
Lavorazione artigianale nel laboratorio di Luigi Sala Gioielli
Lavorazione artigianale nel laboratorio di Luigi Sala Gioielli

In ogni caso, le industrie orafe sono alla ricerca di giovani da assumere. Federorafi per questo ha realizzato per la prima volta una mappatura delle scuole e istituti con percorsi orafi. Non solo, l’associazione ha anche definito i profili professionali più ricercati come orefice, incassatore, incisore, gemmologo, pulitore, esperto in stampa 3D, esperto in macchine a controllo numerico, designer, digital media specialist e organizzato la prima giornata di Orientamento durante Vicenzaoro e attiverà anche una piattaforma per favorire il matching tra domanda e offerta. Inoltre, Federorafi, in collaborazione con Vicenzaoro, ha avviato la partnership con Skuola.net per aprire un canale con gli studenti. Ottima iniziativa. Ma, modestissimo consiglio: contemporaneamente Federorafi potrebbe fare un po’ di formazione anche ai propri associati.
Laboratorio orafo Cazzaniga Nobili
Laboratorio orafo Cazzaniga Nobili







Il lavoro nel settore orafo piace ai giovani, ma…




Chi è giovane e pensa a un lavoro per il futuro farebbe bene a non sottovalutare il mondo del gioiello e dell’oreficeria. In un mondo in cui spesso le aziende faticano a individuare le competenze giuste per la propria attività, la lavorazione dell’oro e delle gemme offre molte possibilità. Ma domanda e offerta non si incontrano. Un’indagine condotta da da Skuola.net su 3.000 studenti di scuole medie e superiori, e commentata da Federorafi, associazione italiana degli operatori del settore, indica inoltre che produrre gioielli sembra essere interessante anche per i giovani: il 28% degli alunni di scuole medie e superiori valuta un possibile inserimento in questo ambito. Eppure molte aziende, soprattutto quelle grandi come Damiani o Bulgari, fanno attività di formazione proprio perché è difficile trovare giovani con le competenze necessarie.

Lavorazione artigianale di gioielli d'oro
Lavorazione artigianale di gioielli d’oro

Sempre secondo l’indagine, l’interesse è maggiore tra gli studenti di istituti tecnici (52%) e professionali (40%). I maschi sembrano essere decisamente più interessati delle femmine. La maggior parte preferirebbe un lavoro nella fase di ideazione e design (64%), a seguire quelli che vorrebbero produrre materialmente gli oggetti (22%), a chiudere quelli attratti dalla parte di marketing e vendita (14%). L’interesse per un lavoro in un’azienda orafa cala invece per gli studenti liceali: solo il 13% prevede un inserimento in questo segmento produttivo. Ma i favorevoli nelle scuole medie sono al 24%.

Lavorazione di un cammeo
Lavorazione di un cammeo

L’indagine che abbiamo condotto conferma le nostre preoccupazioni e la necessità di promuovere le professionalità orafe tra i giovani che hanno ancora una scarsa conoscenza delle rilevanti opportunità che offre il comparto, oltretutto per tutte le abilità possibili: da chi è portato per la manualità, a chi è più creativo o patito per l’informatica, per la tecnologia per la stampa 3D o per i nuovi strumenti collegati ai social, al marketing e all’economia circolare. Le scuole per la professione ci sono e sono dislocate non solo nei principali distretti orafi. Per questo con la mia presidenza stiamo lavorando per far avvicinare gli studenti ad un settore che è moderno, al passo con i tempi e che ha bisogno di nuovi talenti per consolidare la propria leadership mondiale.
Claudia Piaserico, presidente di Confindustria Federorafi

Claudia Piaserico
Claudia Piaserico

Questo interesse si scontra, però, con idee piuttosto vaghe: solo un ragazzo su dieci conosce le prospettive lavorative del settore orafo e sa che le prospettive occupazionali offerte dal mondo dei preziosi sono elevate, dato che le aziende hanno difficoltà nel reperire lavoratori. Al contrario, il 32% degli intervistati crede che sia difficile trovare opportunità di lavoro in questo settore e la maggior parte (58%) immagina che segua l’andamento generale del mercato del lavoro. Altra disinformazione: solo uno su quattro sa che l’Italia è tra le nazioni di riferimento a livello mondiale per l’industria del gioiello e quasi uno su cinque, all’opposto, pensa che non sia un settore così importante per la nostra economia.
Forse le aziende potrebbero impegnarsi a informare un po’ di più.

Disegno Cad di un gioiello
Disegno Cad di un gioiello
Lavorazione di gioielli Zancan
Lavorazione di gioielli Zancan
Progettazione di un gioiello
Progettazione di un gioiello







A scuola con Marco Bicego




A lezione di oreficeria. L’insegnante è Marco Bicego o, meglio, l’Academy promossa dal  marchio italiano di fine jewelry. L’obiettivo è formare nuovi specialisti nella produzione e lavorazione del gioiello. e non deve stupire: le aziende hanno bisogno di personale qualificato e non lo trovano sul mercato del lavoro. Non resta che formarlo con una scuola o con corsi organizzati dalle imprese stesse. Nel caso di Marco Bicego, si tratta di un percorso formativo che unisce lezioni in aula, training strutturato e coaching individuale per l’inserimento di figure professionali in azienda e potenziare la capacità produttiva specializzata.

Lavorazione artigianale di gioielli d'oro
Lavorazione artigianale di gioielli d’oro

L’importanza di imparare un mestiere sembra una raccomandazione d’altri tempi. Invece è attualissima. E può essere molto prestigioso. Per far crescere il lavoro di qualità e rendere nuovamente attrattivo il nostro territorio, abbiamo lanciato questo percorso formativo fondato sui nostri valori di tradizione, eccellenza, savoir-faire artigianale e innovazione: un programma che si inserisce nella mission della nostra azienda di preservare e valorizzare un savoir-faire storico, sostenendo il legame con il distretto e il territorio dove questa stessa tradizione orafa affonda le radici.
Marco Bicego, fondatore e direttore creativo del brand

Marco Bicego
Marco Bicego

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Gi Group, multinazionale italiana del lavoro con sette sedi nel vicentino, e l’istituto professionale Scuola Arte e Mestieri di Vicenza della Fondazione Centro Produttività Veneto. Chi segue i corsi imparerà tecniche come l’incisione  a bulino, una delle lavorazioni interamente manuali più tipiche del brand. L’ingresso al programma, avvenuto previa selezione, si è rivolto a talenti di diversa provenienza, con o senza pregressa esperienza nel settore orafo.

L’Academy è già partita il 5 settembre con un programma di formazione della durata di 120 ore, che sarà seguito da un periodo di induction e onboarding propedeutico all’assunzione in azienda.

Incisione a bulino di un gioiello
Incisione a bulino di un gioiello

Bracciale in oro Lucia
Bracciale in oro Lucia di Marco Bicego







La gioielleria brilla, con qualche ombra





Come va il mercato della gioielleria in Italia? A questa domanda risponde la seconda edizione dell’inchiesta congiunturale organizzata dal Club degli Orafi e da Banca Intesa Sanpaolo. I risultati sono stati definiti con un sondaggio tra i soci del Club degli Orafi, associazione che riunisce le più importanti aziende dell’industria orafa italiana. L’indagine è stata presentata in un talk durante la prima giornata di Vicenzaoro. Risultato: per ora va tutto bene. Più della metà degli operatori ipotizza una crescita del fatturato, confermata anche dalla variazione dell’indice Istat, che si attesta nel primo semestre del 2022 a +32%, meglio dei settori del comparto moda e della media del manifatturiero italiano.

La cerimonia inaugurale di Vicenzaoro, con Lorenzo Cagnoni, presidente Italian Exhibition Group, Elena Bonetti, Ministro per le Pari opportunità e famiglia, Erika Stefani, Ministro per le disabilità, Francesco Rucco, sindaco di Vicenza, Roberto Luongo, Direttore Generale ICE Agenzia, Maria Cristina Franco, vicepresidente della Provincia di Vicenza, Claudia Piaserico, presidente Federorafi, Roberto Marcato, Assessore allo Sviluppo Economico ed Energia Regione Veneto
La cerimonia inaugurale di Vicenzaoro, con Lorenzo Cagnoni, presidente Italian Exhibition Group, Elena Bonetti, Ministro per le Pari opportunità e famiglia, Erika Stefani, Ministro per le disabilità, Francesco Rucco, sindaco di Vicenza, Roberto Luongo, Direttore Generale ICE Agenzia, Maria Cristina Franco, vicepresidente della Provincia di Vicenza, Claudia Piaserico, presidente Federorafi, Roberto Marcato, Assessore allo Sviluppo Economico ed Energia Regione Veneto

Sempre secondo l’indagine, in termini di produzione industriale la gioielleria e bigiotteria si colloca tra i best performer dell’industria italiana, sia nel confronto con il primo semestre 2021 (+23%, in quarta posizione tra i comparti manifatturieri) sia rispetto ai primi sei mesi del 2019 (+30%, che le vale il terzo posto nel ranking).

Incombono, però, alcune ombre. Una è determinata dalla guerra della Russia in Ucraina. La seconda riguarda invece l’aumento dei tassi di interesse. Il fenomeno inflattivo, inoltre, è di storicamente accompagnato dall’aumento del prezzo dell’oro. A inizio settembre, conferma l’indagine, rispetto alle precedenti edizioni è stata registrata una  revisione al ribasso delle aspettative che, però, sembra coinvolgere solo gli operatori di dimensioni minori. Le imprese più grandi, invece, confermano una tenuta per l’anno in corso con il 70% dei partecipanti che dichiara una crescita del fatturato. Va aggiunto, però, che la quantità di ciò che si vende non sempre corrisponde agli utili scritti in bilancio.

Vetrine di Piovani a Vicenzaoro September. Copyright: gioiellis.com
Vetrine di Piovani a Vicenzaoro September. Copyright: gioiellis.com

In ogni, caso, nei primi cinque mesi del 2022 si è verificata una crescita del 41% in valore e del 15% in quantità dell’export. Il gioiello Made in Italy è riuscito a consolidare il proprio posizionamento verso i principali competitor commerciali. In particolare, ha guadagnato posizioni negli Stati Uniti dove rappresenta il secondo partner con una quota del 12,7% nella prima parte del 2022.

Vicenzaoro
Vicenzaoro

È però sorprendente che, di fronte a questo quadro incerto, le imprese si lamentino in particolare della difficoltà nel reperire manodopera, problema indicato dall’80% delle imprese più grandi, mentre tra le imprese di dimensioni minori cresce l’attenzione ai costi di trasporto.

Analisi gemmologica a Vicenzaoro
Analisi gemmologica a Vicenzaoro







Parte Oroarezzo tra eventi e business




Oroarezzo (7-10 maggio) countdown. L’evento organizzato da Ieg nei padiglioni di Arezzo Fiere e Congressi si estende anche al centro città, con iniziative per espositori e visitatori. I temi di Oroarezzo comprendono manifattura e design, ma soprattuto di business per gli operatori del settore. Non mancano le occasioni di formazione. Domenica 8 maggio, per esempio Confindustria Federorafi organizza il workshop tecnico intitolato La sostenibilità come lasciapassare per il futuro. L’idea è di offrire una guida per aumentare la consapevolezza sulle richieste del mercato. Propone un confronto sulle certificazioni in ambito di circolarità e tracciabilità dei metalli preziosi e sul ruolo della sostenibilità della filiera come chiave di valorizzazione della supply chain in termini sia di creatività che di innovazione, specialmente nel mondo del lusso. Sul palco, il direttore Federorafi Stefano de Pascale, Luca Parrini, coordinatore Consulta Orafa Aretina, Silvia Bezzone (Manifattura Bulgari), Egidio Chini (F.lli Chini), Raul Sapora (Auditor, Esperto in CSR e Gemmologo), Cristina Squarcialupi (Unoaerre Industries, vicepresidente Federorafi con delega alla Sostenibilità) e Damiano Zito (Progold).

Bacheche a OroArezzo
Bacheche a OroArezzo

Domenica sera la sede di Sugar, in Corso Italia ad Arezzo, ospita la premiazione del Concorso Premiere. A decretare tra i gioielli in gara la migliore interpretazione del tema del bracciale tra 58 aziende in gara, in termini di manifattura orafa italiana e design, la conduttrice televisiva Jo Squillo. Fuori dal quartiere fieristico, lunedì, assieme a Confguide Confcommercio Arezzo, Ieg accompagna i buyer internazionali ospitati in un tour experience alla scoperta del patrimonio culturale e artistico aretino.

Una passata edizione di OroArezzo
Una passata edizione di OroArezzo







Oroarezzo pronta al via




Sono oltre 300 i brand previsti a Oroarezzo, l’evento organizzato da Ieg, che riprende in presenza (7 al 10 maggio) dopo il blocco dei due anni pandemici. Nonostante le ombre che dall’Ucraina si proiettano sull’intero settore del lusso, il comparto orafo per ora ha tenuto bene, seppure inizi a registrare il contraccolpo del blocco del mercato russo. In ogni caso, a Oroarezzo saranno presenti aziende del distretto toscano come Unoaerre, Giordini, Gold Art, Graziella Group, Richline e Lusso, ma anche del distretto di Vicenza come Chrysos, Rancangelo, Alessi Domenico, Superoro, Ronco e Sharma Group World, napoletano con Roberto Giannotti, milanese con Milor.

Una passata edizione di Premiere a Oroarezzo
Una passata edizione di Premiere a Oroarezzo

Ad Arezzo la fiera si sviluppa attraverso quattro padiglioni dedicati all’oreficeria, gioielleria, argenteria, semilavorati e pietre. La manifattura orafa rappresenta quasi il 70% dell’offerta, di cui il 15% è internazionale, mentre i sistemi di lavorazione più tecnologici il 18%, e il Cash&Carry, opportunità per le aziende di vendere sul pronto, oltre il 12%.

Interno di OroArezzo
Booth a OroArezzo

Secondo il Centro studi di Banca Intesa Sanpaolo, il distretto orafo aretino ha registrato una crescita rispetto al livello pre-crisi pari al 23,5% sul 2019 e si rivolge ai principali paesi di sbocco dell’oreficeria Made in Italy: Nord America, Middle East, Sud America, oltre ai retailer italiani. Oroarezzo utilizza, inoltre, la Jewellery Golden Cloud, piattaforma digitale predisposto da Italian Exhibition Group e potenziata da un sistema di intelligenza artificiale che agevola il matching mirato nei giorni di fiera grazie alla profilazione dettagliata degli utenti connessi.

Team room di Italian Exhibition Group a VicenzaOro
Team room di Italian Exhibition Group a VicenzaOro







Vicenzaoro tra ottimismo e timori




Chiuso il sipario, è il momento dei conti. Quanto ha pesato su Vicenzaoro l’atmosfera bellica, seguita al covid e all’euforia post pandemica? Ieg, la società che organizza la più importante fiera europea della gioielleria sottolinea il dato positivo. Prima, però, sintetizziamo il risultato dal piccolo sondaggio informale condotto da gioiellis.com su un panel di 37 espositori: l’85% si è detto molto preoccupato per i riflessi sul business (oltre che dal punto di vista umano, s’intende) della guerra in Ucraina. Il 65% ha messo in conto riflessi negativi più o meno rilevanti sulle proprie vendite, mentre il 10% non prevede scossoni e il rimanente è semplicemente incerto.

plus ou moins importants sur leurs ventes, tandis que 10% ne s’attendent pas à des à-coups et le reste est simplement incertain.

Vicenzaoro marzo 2022. Copyright: gioiellis.com
Vicenzaoro marzo 2022. Copyright: gioiellis.com

Premesso questo, il bilancio di Vicenzaoro (a cui si è affiancato T.Gold) ha segnato +24% di presenze rispetto all’edizione di Vicenzaoro September 2021, di pari durata e inserita anch’essa nell’inedito contesto post pandemico. Insomma, nonostante i venti di guerra rimane un clima fiducioso, anche se scosso dagli avvenimenti. L’affluenza di buyer e visitatori dall’estero, precisa il comunicato finale, ha registrato presenze da Spagna (6,5% del totale), Germania (6,4%), Stati Uniti (6,3%), Grecia (5,3%), Francia (5,2%), per un totale del 53%. Numeri che si aggiungono a un consuntivo brillante per il settore orafo: giro d’affari 2021 di 8,8 miliardi di euro ed export in crescita del Made in Italy +15,7% in confronto al 2019 (+54% sul 2020), con una crescita a doppia cifra rispetto al 2019 verso Usa ed Emirati Arabi Uniti (export Extra-UE vale il 75%). Con la speranza che a settembre un clima di pace consolidi una visione altrettanto ottimistica, anche se due mercati sono ora da considerarsi off limits.

Visitatrici a Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com
Visitatrici a Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com
Business a Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com
Business a Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com

Gioielli di Roberto Coin a Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com
Gioielli di Roberto Coin a Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com







Guerra in Ucraina e gioielleria: che impatto avrà?




Che impatto avrà l’invasione dell’Ucraina e la guerra scatenata dalla Russia sul mondo della gioielleria? Una domanda che si sono posti, in Italia, il Club degli Orafi e Intesa Sanpaolo, la maggiore banca del Paese. Per capirlo, è stata realizzata per la prima volta una inchiesta coinvolgendo i soci del Club degli Orafi, associazione che riunisce le più importanti aziende dell’industria orafa italiana. Il risultato è una fotografia sullo stato di salute del settore, ma anche delle indicazioni di strategia che seguono il conflitto. Non è azzardato pensare che medesime preoccupazioni coinvolgano anche aziende della gioielleria che risiedono in altri Paesi. Il risultato, presentato nell’ambito di Vicenzaoro, non lascia dubbi.

Giorgio Villa, presidente del Club degli Orafi Italia e Stefania Trenti, Responsabile Industry Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo sul palco di Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com
Giorgio Villa, presidente del Club degli Orafi Italia e Stefania Trenti, Responsabile Industry Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo sul palco di Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com

I dati 2021 confermano quanto abbiamo percepito come imprenditori: quello orafo è un comparto che ha saputo reagire bene alle difficoltà, continuando a investire, innovare e puntando fortemente sul capitale umano. Questo ha consentito alle aziende italiane di arrivare strutturate ad affrontare questa nuova crisi. Sicuramente le incertezze e le criticità legate principalmente ai costi e alla disponibilità delle materie prime generano preoccupazioni, ma, come emerge dalla lettura dell’indagine qualitativa, permane nel settore un cauto ottimismo. Il momento è difficile per tutti ma c’è alla base un tessuto imprenditoriale sano e solido con prospettivi reali e un sentimento positivo.
Giorgio Villa, Presidente del Club degli Orafi Italia

Laboratorio orafo Cazzaniga Nobili
Laboratorio orafo

Il settore orafo italiano ha evidenziato nel 2021 una straordinaria capacità di reazione: dopo il crollo del mercato subito nel 2020, il settore ha conosciuto un boom di vendite che ha portato, unico tra i comparti del Sistema Moda, a recuperare interamente quanto perso durante la pandemia, raggiungendo livelli record delle esportazioni. Tali risultati sono il frutto dell’ottima competitività degli operatori italiani e degli investimenti fatti negli scorsi anni per valorizzare l’elevato livello di know-how e di creatività che da sempre caratterizza il settore in Italia. Il conflitto in corso crea nuove incertezze nello scenario: al di là del peso sul nostro export di Russia e Ucraina, peraltro limitato a 36 milioni di euro (lo 0,5% dell’export del settore, di cui 25 milioni di Russia), sicuramente le imprese dovranno fare i conti con un incremento del prezzo dei preziosi, tradizionale bene rifugio, e con consumatori più prudenti, in particolare sui mercati europei. Le opportunità su altri mercati, in primis Stati Uniti e Cina, sembrano, al momento, meno compromesse, seppure in un quadro che resterà incerto.
Stefania Trenti, Responsabile Industry Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo

 

Circa il 78% degli intervistati, dopo il conflitto evidenzia un impatto negativo, con l’incremento dei prezzi delle materie prime come maggiore criticità indicata da tutti i partecipanti all’indagine. Ma è significativa anche la capacità di reazione: il 30% delle imprese pensa già a modifiche organizzative, in particolare attraverso una revisione dei canali di approvvigionamento, ma anche dei listini e dei canali di vendita.

Visitatori a Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com
Visitatori a Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com

E dire che il quadro emerso sull’industria orafa italiana, prima della guerra, è positivo. Quasi il 60% degli intervistati non ha subito cali del fatturato anche durante l’anno pandemico 2020, oppure li ha già completamente recuperati nel 2021. L’indice di fatturato Istat mostra una crescita dell’oreficeria e bigiotteria di oltre il 50% nel 2021 che porta i livelli del 17% al di sopra di quelli del 2019, un dato nettamente superiore alla media manifatturiera (+9%) e soprattutto agli altri comparti della moda, cha ancora soffrono di un gap nei confronti del pre-pandemia.

L'incastonatura di uno smeraldo, laboratorio de Grisogono
L’incastonatura di uno smeraldo

Cruciale per il recupero del settore la competitività sui mercati internazionali, con le esportazioni che hanno toccato il record storico di 8,5 miliardi di euro per l’oreficeria e bigiotteria e di 7,5 miliardi per i soli gioielli in oro, grazie agli ottimi risultati conseguiti su tutti i mercati, in particolare gli Stati Uniti che rafforzano il proprio ruolo di primo sbocco. Ma in questa atmosfera di diffuso ottimismo, con oltre il 73% delle imprese che si aspettava una ulteriore crescita del fatturato nel 2022, l’inchiesta del Club degli Orafi ha evidenziato preoccupazioni già a gennaio, a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime e i ritardi negli approvvigionamenti.

Laboratorio Garavelli, la scelta delle pietre
Laboratorio Garavelli, la scelta delle pietre

Le imprese del settore, però, sembrano pronte alla sfida: il 60% ha aumentato i propri investimenti nell’ultimo biennio, nonostante la pandemia, con una particolare attenzione nei confronti della formazione e del capitale umano, che ha ricevuto il massimo dei punteggi in termini di priorità ed è stato indicato solo dal 5% del campione come non rilevante. Seguono la digitalizzazione della fase produttiva, la Ricerca e Sviluppo e la valorizzazione del marchio. Lo sguardo, insomma, va oltre la guerra.

Lavorazione di gioielleria
Lavorazione di gioielleria






 

La tecnologia di T.Gold al prossimo VicenzaOro




Assieme a VicenzaOro (17 al 22 gennaio) torna la gioielleria hi-tech con T.Gold, la manifestazione internazionale dedicata ai macchinari per l’oreficeria e alle tecnologie più innovative applicate all’oro e ai gioielli.

A T.Gold debuttano le novità tech del settore orafo-gioielliero in grado di dettare i trend futuri, grazie alla presenza dei principali player tra cui le aziende espositrici italiane Legor, Sisma, Ompar e Novagum, le statunitensi Gemvision e 3D Systems, oltre a una significativa presenza di realtà tedesche.

Lavorazione orafa. Foto: LaPresse
Lavorazione orafa. Foto: LaPresse

In programma c’è anche l’appuntamento con il Jewellery Technology Forum, unica conferenza internazionale in Europa dedicata alle nuove tecnologie e alle ultime tendenze nel settore della gioielleria (19 gennaio) co-organizzata insieme a Legor Group. Il Jewellery Technology Forum è un momento di formazione prezioso sia per le nuove leve sia per i veterani del settore orafo, e offre un’occasione di confronto e di aggiornamento sull’andamento e le tendenze del settore. Le tematiche trattate spazieranno dal grano cristallino alla progettazione dell’innovazione, dai modelli 3D in fotopolimero acrilico per microfusione allo scenario macroeconomico. A chiudere la manifestazione anche un approfondimento sul tema dei diamanti sintetici.

Visitatori a T.Gold
Visitatori a T.Gold

Sempre in materia di tecnologia, a VicenzaOro è in programma l’hackathon The Gold Run: gli studenti universitari potranno infatti tradurre in progetti inediti e tangibili le competenze multidisciplinari che stanno alla base del mondo orafo-gioielliero, dalla chimica alla fisica, dal design all’implementazione di tecnologie digitali. Le 40 migliori proposte per l’ideazione di un nuovo prodotto o di un packaging innovativo saranno sottoposte a un advisory board composto da importanti aziende del comparto.

Lavorazione di gioielleria
Lavorazione di gioielleria

Infine, per la prima volta Italian Exhibition Group, che organizza la fiera di Vicenza, lancia un focus sul mondo delle start-up e delle piccole imprese innovative come ulteriore veicolo dell’innovazione di filiera con il progetto StartUp and Carats: darà visibilità ai nuovi business model che si affacciano sulla scena orafa, prevedendo talks e momenti di incontro, oltre al coinvolgendo incubatori internazionali.

VicenzaOro January, visitatori nel booth di Giovanni Ferraris
VicenzaOro January, visitatori nel booth di Giovanni Ferraris. Copyright: gioiellis.com

Gioielli esposti a VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com
Gioielli esposti a VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com







Gold/Italy, tre giorni di business prezioso





Ad Arezzo Torna Gold/Italy fiera dedicata ai professionisti di oro e gioielleria ♦︎

Ad Arezzo Fiere Congressi torna Gold/Italy – International Business Forum, manifestazione organizzata da Italian Exhibition Group (26-28 ottobre). L’appuntamento è dedicato al business dell’oreficeria, con semilavorati, pietre e componentistica, oltre a una vasta area cash & carry, una sezione tech dedicata alle tecnologie e un focus sul packaging. Insomma, un appuntamento per chi lavora nella gioielleria.

Una passata edizione di Gold/Italy
Una passata edizione di Gold/Italy

Il programma prevede circa 700 gli appuntamenti fissati con la piattaforma digitale di business matching gestita da Ieg: permette di scegliere, sulla base della profilazione, i buyers più interessanti con cui entrare in contatto e organizzare in anticipo la propria agenda. Le circa 200 aziende orafe presenti sono una selezione rappresentativa della miglior produzione dei distretti italiani. Sono attesi buyer dai principali mercati di export: Stati Uniti (con una delegazione di 35 importanti grossisti e catene della distribuzione), Medio Oriente, Sud Est Asiatico ed Est Europa.

Tornano anche i Gold Days: per l’intero weekend, dalle 16.00 alle 23.00, in collaborazione con Confcommercio Arezzo, i negozi e le boutique del centro storico offrono speciali offerte agli operatori della fiera in possesso della Gold Card.

Catene d'oro
Catene d’oro

Nella serata inaugurale di sabato la  cornice rinascimentale di Palazzo della Fraternita dei Laici (Piazza Grande) ospita il cocktail di benvenuto sponsorizzato da Unoaerre (ingresso su invito), domenica alle 18.30, il programma prevede la visita guidata Città dell’Oro – Tour Experience, a cura di Confguide Confcommercio Arezzo.

Gold/Italy
Gold/Italy

Collana in oro
Collana in oro







I maestri del gioiello a Milano





Torna a Milano l’evento Maestri del Gioiello: due giorni dedicati agli artigiani tra design e lusso ♦︎

A Milano il design è di casa. Anche quello che riguarda la gioielleria. Per questo nella città lombarda torna per la quindicesima volta Maestri del Gioiello, rassegna di oreficeria e gioielleria. L’appuntamento è per sabato 19 e domenica 20 ottobre 2019 in via Dante 14, tra Castello Sforzesco e Duomo.

L’obiettivo è promuovere la creatività italiana, un patrimonio riconosciuto sul piano internazionale grazie al passato storico ed artistico e al presente che continua la tradizione d’eccellenza, rappresentato dagli artigiani che dimostrano, giorno per giorno, con la loro ricerca ed il loro lavoro di continuare non solo una tradizione antica, ma di rinnovare, arricchire e far progredire questo patrimonio.

Laboratorio orafo Cazzaniga Nobili
Laboratorio orafo Cazzaniga Nobili

Maestri del Gioiello è promossa da Associazione Culturale ed Artistica Iperbole con il supporto organizzativo di Eventi doc di Myriam Vallegra e di artigiani orafi e si svolgerà in concomitanza con la Milano Fall Design, rassegna autunnale dedicata al design e all’artigianato. Prevede anche un concorso.

Dedica a Leonardo

Gioiello del laboratorio Cazzaniga Nobili
Gioiello del laboratorio Cazzaniga Nobili

Quest’anno il concorso sarà dedicato al Grande Genio di Leonardo e i gioielli che saranno presentati per il concorso dovranno ispirarsi alla Vita ed alle Opere di Leonardo da Vinci, in occasione dei 5000 anni dalla morte. Saranno presentate da orafi ed artigiani produttori di gioielleria provenienti da tutta Italia, collezioni di gioielli, da quelli più importanti e prestigiosi, per occasioni importanti, matrimoni ed anniversari, a quelli per tutti i giorni.

Alla mostra si possono anche visionare ed acquistare pietre e componenti per gioielli realizzati a mano, per farsi realizzare il gioiello che si ha in mente, partendo da un proprio disegno o schizzo oppure farsi rimettere a nuovo un gioiello magari ereditato o che non si indossa più.

Lavorazione della collezione Cento100. Foto: Aldo Agnelli
Lavorazione della collezione Cento100. Foto: Aldo Agnelli

Nell’edizione 2019 di Maestri del Gioiello, inoltre, sarà dato risalto e importanza anche ai temi Matrimonio, Anniversari, Eventi importanti, nei quali l’oreficeria e gioielleria si inseriscono perfettamente, presentando al pubblico fedi nuziali, anelli, parure, collier, orecchini, che possano fornire idee di acquisto a coloro che sono alla ricerca di gioielli unici, originali, belli e fatti a mano, anche appositamente realizzati su richiesta e/o disegno da regalare o per sé.







Gioielleria, Arezzo batte tutti





Le statistiche del settore gioielleria e oreficeria indicano 1.211 aziende attive nella provincia di Arezzo. Vicenza e Alessandria, invece… ♦

L’Italia è un Paese di santi, navigatori e orafi. Le statistiche dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Arezzo e rese note da Italian Exhibition Group alla vigilia di OroArezzo (6-9 aprile) fotografano un settore con diversi gradi di salute. Le imprese del settore gioielleria e oreficeria della provincia di Arezzo sono, infatti, aumentate da 1.185 del 2013 alle 1.211 del 2018. Più di Alessandria con il suo polo a Valenza (749) e Vicenza (545), dove si trovano le altre due aree dove si concentra la produzione di gioielli. La città toscana, insomma, rappresenta il distretto più grande per numero di imprese e vede anche una crescita di addetti per singola azienda: 6,43 addetti dai 5,99 di fine 2013. In termini di occupazione totale, le aziende aretine del comparto occupano 7.788 addetti, quelli alessandrine 4.855 e quelle vicentine 4.280.

Bracciale d'oro firmato 1Ar
Bracciale d’oro firmato 1Ar

Lo stato di salute

Vicenza e Arezzo rimangono stabili o moderatamente in flessione, mentre le esportazioni della provincia di Alessandria mostrano un andamento leggermente più dinamico, con il valore di esportazioni nazionale a +2,2%. Alessandria focalizza i flussi di scambio sulla Svizzera (come hub di ri-esportazione alle Maison di Ginevra), mentre Vicenza e Arezzo rimangono penalizzate da volumi di esportazione rilevanti su mercati al momento con performance meno positive (come Emirati Arabi Uniti e Hong Kong). Gli Stati Uniti rimangono per tutti i distretti un mercato di destinazione importante e stabile per l’importazione di prodotti Made in Italy, dall’oreficeria alla gioielleria.

Una passata edizione di OroArezzo
Una passata edizione di OroArezzo

L’andamento dell’export del distretto orafo di Arezzo verso i principali mercati di destinazione, evidenzia come gli Emirati Arabi Uniti, pur scontando una contrazione di quasi 15 punti percentuali rispetto al 2017, si confermino al primo posto nel ranking dei principali paesi di sbocco per il gioiello aretino. In crescita le esportazioni verso Hong Kong (+4,2%) e stabili le performance verso gli Stati Uniti (-0,1%).





Interno di OroArezzo. Photo: Lorenza Ricci Studio
Interno di OroArezzo. Photo: Lorenza Ricci Studio

Sfilata a OroArezzo: Mata Gold
Premiere 2013 di OroArezzo: Mata Gold

Lavorazione di un gioiello
Lavorazione di un gioiello

Lavorazione nei laboratori vicentini di Fope
Lavorazione nei laboratori vicentini di Fope







OroArezzo cambia mese

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OroArezzo anticipa di un mese: si terrà dal 6 al 9 aprile. Il tema del contest sarà l’anello ♦︎

Il distretto orafo di Arezzo anticipa i tempi. Ieg, Italian Exhibition Group , la società che organizza OroArezzo, ha deciso di anticipare la fiera di un mese. OroArezzo si terrà quindi dal 6 al 9 aprile (lo scorso anno si era svolto il 5-8 maggio), sempre nella sede di Arezzo Fiere e Congressi. La spiegazione di questo cambio di date è quella di “agevolare la presenza di buyer provenienti dai mercati target per il distretto orafo italiano, mantenendo inalterati gli elementi distintivi e peculiari della manifestazione”. A maggio, in effetti, incombono GemGenève (9-12 maggio), il Couture di Las Vegas (30 maggio) e il Jck, sempre a Las Vegas (31 maggio).

OroArezzo 2017. Photo: Lorenza Ricci Studio
OroArezzo 2017. Photo: Lorenza Ricci Studio

Come sempre OroArezzo sarà anche l’occasione per il contest Premiere, concorso a tema che quest’anno si centra sulla forma dell’anello. In ogni nuova edizione alle aziende partecipanti viene chiesto di realizzare un gioiello che esprima il massimo della creatività coerentemente con lo stile aziendale, una creazione che si ispiri a forme tradizionali reinterpretate in modi non convenzionali, con la massima libertà nella scelta dei materiali e delle lavorazioni.





OroArezzo 2017
OroArezzo 2017

ronco
Premiere 2013 di OroArezzo: Ronco

quattrobi
Premiere 2013 di OroArezzo: Quattrobi

quadrifoglio
Premiere 2013 di OroArezzo: Quadrifoglio
Interno di OroArezzo. Photo: Lorenza Ricci Studio
Interno di OroArezzo. Photo: Lorenza Ricci Studio







Il gioiello italiano è extrardinario per Ieg





Accordo tra Italian Exhibition Group e Confindustria Federorafi per comunicare la straordinarietà del gioiello italiano ♦︎

Italian Exhibition Group e Confindustria Federorafi siglano un accordo per valorizzare la gioielleria italiana a livello internazionale. L’intesa è stata firmata in occasione di Vod Dubai International Jewellery Show. Ieg, società che organizza tra l’altro VicenzaOro e OroArezzo, e Confindustria puntano, insomma, a “un’univoca strategia per la promozione della gioielleria italiana sui mercati internazionali, attraverso il coinvolgimento delle imprese, la leva delle fiere e nel quadro delle politiche per il consolidamento del Made in Italy all’estero predisposte del ministero dello Sviluppo Economico”.

Nella pratica, l’iniziativa si tradurrà in una campagna di comunicazione.

Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg
Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg

Punto importante in ottica dello sviluppo internazionale del comparto, si legge in un comunicato stampa, la condivisione con Ieg del progetto di creazione di una creatività per la promozione all’estero del sistema orafo-gioielliero italiano, sulla base delle indicazioni espresse da Confindustria Federorafi e affidate poi alle competenze di un’agenzia creativa.

La creatività, secondo le due entità, esprime la straordinarietà del gioiello italiano come prodotto bello e ben fatto con tutti i suoi valori materiali ed immateriali, illustrando il claim The Extraordinary Italian Jewelry, in raccordo con le campagne già realizzate dall’Agenzia Ice (Istituto per il commercio estero), ed è rappresentata da una serie di immagini che legano concetti lifestyle tipicamente italiani alla gioielleria italiana.




Padiglione Italia al Jck
Padiglione Italia al Jck di Las Vegas
VicenzaOro 2017
VicenzaOro 2017
Vetrina di Casato a VicenzaOro
Vetrina di Casato a VicenzaOro. ©Gioiellis.com

Lo stand di Pasquale Bruni nella passata edizione di VicenzaOro
Booth di Pasquale Bruni a VicenzaOro







I gioielli italiani brillano di più





Il punto sul mercato della gioielleria in Italia: nel 2017 vendite in crescita. E boom dell’export soprattutto verso la Francia (grazie a Bulgari) ♦︎

Subito dopo le lamentele per il meteo (fa troppo caldo, troppo freddo, troppo piovoso, troppo asciutto), il secondo sport preferito degli italiani è il pessimismo. Quello degli italiani è un popolo di insoddisfatti, molto più infelice di chi vive in Paesi con meno ricchezza, meno bellezze da ammirare, meno squisiti cibi da assaggiare. Quindi, se gli orafi dicono che il 2017 è stato un anno d’oro, bisogna proprio credere loro. 

A fare il punto sul mercato della gioielleria ci ha pensato il Club degli Orafi, che cita i dati Istat sulla produzione e il fatturato del settore dell’oreficeria e bigiotteria. Nel 2017, quindi, i due settori hanno registrato in Italia una crescita rispettivamente del 15,6% e dell’8,9%. Ma siccome non bisogna esaltarsi troppo, il Club degli Orafi raffredda un po’ l’entusiasmo. Sì, è vero che gli affari sono andati meglio, ma anche grazie al miglioramento dell’economia mondiale e della domanda specifica di gioielli in oro, come decretato dal World Gold Council. Nel mondo, infatti, nel 2017 la domanda mondiale di gioielleria in oro è cresciuta del 4% in quantità, grazie soprattutto a una accelerazione a fine anno.

Piщ esportazioni

Le aziende italiane ne hanno approfittato per esportare di più. L’export verso altri Paesi è lievitato del 12% in valore per il complesso della gioielleria e bigiotteria (del 12,7% per la sola componente in metalli preziosi, che cresce anche del 6% in quantità). In particolare, sono aumentate le vendite verso la Francia (+33,0%, quasi 190 milioni in più rispetto al 2016), anche per effetto dell’entrata in produzione a Valenza del nuovo stabilimento Bulgari, parte del gruppo francese Lvmh, con Alessandria che diventa la prima provincia esportatrice superando la soglia dei 2 miliardi di euro.

Buoni i risultati dell’export anche verso la Svizzera (+15,7%, pari a 188 milioni di euro) saldamente al primo posto come destinazione, verso Hong Kong (+16,2%, 109,5 milioni di euro) e verso gli Stati Uniti (+19,5, 127,3 milioni di euro). Da segnalare il forte sviluppo delle esportazioni dirette in Turchia, che crescono del 29% (+56 milioni di euro). Continuano, invece, a calare le vendite verso gli Emirati Arabi Uniti (-3,4%): rispetto al 2013 le vendite di gioielli italiani si sono ridotte di circa il 30%, con una perdita di 380 milioni di euro. Nonostante l’incremento delle importazioni (+9,1% e +23,6% per la componente in metalli preziosi), il saldo del settore orafo è ulteriormente aumentato, superando i 4 miliardi di euro (4,4 miliardi per i gioielli in preziosi).

Il commento dell’analista

«L’accelerazione degli indici di produzione, del fatturato e delle esportazioni nel corso di tutto il 2017 testimonia l’importanza del know how e delle competenze italiane nel gioiello, in grado di attrarre nuovi investimenti e di sostenere la competitività delle numerose piccole e medie imprese che operano nel settore. Lo scenario internazionale rimane favorevole alle imprese del settore anche nel 2018, con i principali mercati di destinazione attesi rimanere in crescita», è il commento di Stefania Trenti, della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Federico Graglia





Garavelli, prime fasi di lavorazione
Garavelli, prime fasi di lavorazione
Lavorazione di un cammeo
Lavorazione di un cammeo
Collana di Bulgari con gemme
Collana di Bulgari con gemme di colore

Anello Trombino con rubino burmese di 5,98 carati non riscaldato
Anello Trombino con rubino burmese di 5,98 carati non riscaldato

Il celebre bracciale serpente, in versione orologio
Il celebre bracciale serpente, in versione orologio
81064079 emozioni
Anello in oro bianco, rubino e diamanti

Bracciale in oro bianco e diamanti
Bracciale in oro bianco e diamanti

Orecchini con pendente in oro bianco della collezione Emozioni
Damiani, orecchini con pendente in oro bianco della collezione Emozioni







Il 2017 anno d’oro per i gioielli italiani



Alla vigilia di VicenzaOro l’Osservatorio di Ieg su oro e gioielli fotografa la situazione: aumentano le vendite. E tra Valenza, Arezzo e Vicenza vince… ♦︎

Conto alla rovescia per VicenzaOro January (19-24 gennaio). Mentre il classico modello fiera è in piena fase di trasformazione, come dimostra anche la strada originale intrapresa da Fiera Vicenza, le incertezze sono ancora molte. Quale sarà, davvero, l’esito di VicenzaOro? Le attese, sono positive, anche perché dopo qualche anno difficile per il mondo della gioielleria, a causa della crisi economica, i dati incoraggianti su consumi e trend di spesa possono far sorridere anche le aziende della filiera orafa.

I dati diffusi dall’Osservatorio sul settore orafo-gioielliero di Italian Exhibition Group (il gruppo che organizza VicenzaOro), indicano per i primi nove mesi del 2017 un incremento di produzione e fatturato. L’indice medio di fatturato totale del settore, precisa l’analisi dell’Osservatorio, è aumentata del 6,2% nei tre trimestri dello scorso anno rispetto allo stesso periodo del 2016, del 2% a livello nazionale e con una punta dell’8,2% per quanto riguarda le vendite all’estero. Ancora meglio: per la produzione l’indice medio è aumentata del 13% rispetto allo stesso periodo del 2016.

Laboratorio Garavelli, la scelta delle pietre
Laboratorio Garavelli, la scelta delle pietre

 Vola l’export

In valore assoluto le esportazioni di oro e gioielli made in Italy a settembre 2017 erano a quota 5,2 miliardi di euro (5,176 miliardi di euro) pari a +13% in valore, considerando un prezzo medio dell’oro sostanzialmente simile a quello del 2016. Questo exploit si spiega con la ripartenza dei consumi in India, Russia e Usa. Gli ultimi due, in particolare, sono molto importanti per la gioielleria Made in Italy, che si inserisce in questo scenario con tassi interessanti, soprattutto per quanto riguarda il mercato statunitense. In Usa l’andamento della domanda di gioielli e bijoux made in Italy nei primi nove mesi del 2017 è salito del 21% in valore. Bene anche l’Europa, in controtendenza rispetto all’andamento globale. In Francia l’export di gioielli e oreficeria italiana è salita nei primi nove mesi del 44%, del 14% Germania e del 22% in Spagna. In Russia i gioielli italiani segnalano fatturati in aumento di oltre il 12%.

L’Osservatorio ha anche quantificato il differente business tra i poli della gioielleria. Alessandria (Valenza) nei primi nove mesi del 2017 ha registrato un valore del fatturato a 1,5 miliardi di euro, Arezzo un export a 1,4 miliardi, mentre Vicenza e dintorni è a circa 1 miliardo di euro.





Garavelli, progettazione Cad
Garavelli, progettazione Cad

Garavelli, prime fasi di lavorazione
Garavelli, prime fasi di lavorazione
Garavelli, lavorazione di un orecchino
Garavelli, lavorazione di un orecchino
Garavelli, gioiello terminato
Garavelli, gioiello terminato
L'ingresso a VicenzaOro January 2017
L’ingresso a VicenzaOro January 2017







Seconda vita per OroArezzo

Dopo la crisi per OroArezzo c’è voglia di ottimismo. Focus sul made in Italy ♦

I numeri di partenza non sono entusiasmanti. Ma l’atmosfera dell’economia (in generale) italiana sembra meno pesante di quella degli anni scorsi. Così OroArezzo (6-9 maggio), tradizionale fiera in uno dei distretti italiani dell’oreficeria, è in bilico tra pessimismo e ottimismo. I numeri, appunto, farebbero pesare la bilancia su una visione poco rassicurante: come indica il nome, la manifestazione ha avuto come base di partenza la lavorazione dell’oro, particolarmente viva nell’area toscana. E nel 2016 la domanda di oro nel mondo è calata del 22%. È uno dei motivi che ha depresso il fatturato della gioielleria italiana a 7,9 miliardi, con gioielli per esportati 5,4 miliardi. Dati che segnano un momento non facile per le imprese del settore.

Pare, però, che la primavera 2017 sia più serena, specialmente grazie a un clima meno incerto per mercati come quello del Medio Oriente. Ma sugli Usa aleggia la mannaia di Donald Trump e dei dazi sulle importazioni. E, come se non bastasse, il prezzo dell’oro va in  altalena, legato a crisi, climi elettorali, e dati sull’economia mondiale. In ogni caso, chi esporta è in media sotto del 20% rispetto a qualche anni fa.

Tutto questo si riflette su OroArezzo, ora organizzata da Italian Exhibition Group, il soggetto nato dall’unione di Fiera Vicenza (che edita VicenzaOro) e Fiera Rimini. Un passo quasi obbligato, la concentrazione dei poli fieristici, che dovrebbe portare sinergie (così si spera) anche nel caso di OroArezzo, che ora è molto focalizzata sul territorio e sulle realtà locali: 640 espositori (erano 650 lo scorso anno) per il 97% italiani, 20mila metri quadri coperti. Insomma, un appuntamento concentrato sul lato industriale (il settore conta 10mila imprese e 40mila addetti).

OroArezzo 2017
OroArezzo 2017

Sul lato della manifestazione, è da segnalare l’inaugurazione del nuovo Museo dell’Oro, all’interno della prestigiosa sede del trecentesco Palazzo di Fraternita di Arezzo, con i gioielli della Collezione Oro d’Autore, creata da Arezzo Fiere e Congressi. Comprende 82 gioielli realizzati dalle aziende orafe di Arezzo e Vicenza in collaborazione con artisti, architetti, designer e stilisti. Continua, inoltre, il concorso Premiere. Quest’anno il tema scelto è quello del bracciale. Federico Graglia

Bacheche a OroArezzo
Bacheche a OroArezzo
Una passata edizione di OroArezzo
Una passata edizione di OroArezzo


Film: a jewel is born

oreficeVi siete mai chieste come si crea un gioiello? Non da un punto di vista del design, ma proprio come avviene la lavorazione del materiale, come si incastona una pietra, come si può comporre un oggetto prezioso così piccolo e delicato, dove un singolo errore può compromettere l’intera lavorazione o rovinare l’equilibrio dell’opera? Ecco un filmato che può soddisfare la vostra curiosità. Si tratta di un pendente in argento, che ospita un topazio blu da 22,60 arati. Un pezzo unico ideato da un cliente della gioielleria britannica Temprell. Non si tratta di altissima gioielleria, certo, ma è interessante seguire le diverse fasi di lavorazione. Giulia Netrese