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Marion Vidal, nuove architetture




I nuovi bijoux-design della designer e architetto francese Marion Vidal   ♦︎

Prendete qualche elemento in ceramica, aggiungete piccoli segmenti in marmo di Carrara e uniscili con plexiglas termoformato e lucidato a mano nel Sud della Francia. Ora rosolate con ottone dorato e, se occorre, un pizzico di vermeil. Mescolate bene e, se avete seguito attentamente la ricetta di Marion Vidal, otterrete un gradevole, moderno, vivace gioiello.

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Orecchini in plexiglass e ottone dorato 24 carati
Orecchini in plexiglass e ottone dorato 24 carati

Ma, in effetti, se volete davvero imitare la designer francese, è necessaria anche una laurea di architettura, come quella di Marion Vidal, che interpreta i suoi bijoux come fossero composizioni di elementi da cui deve scaturire un progetto di un monumento, abitazione, cattedrale. Realizzati, però, secondo la filosofia dell’architettura più essenziale, quasi sovversiva. Immaginate, quindi, di congegnare un monile studiando attentamente superfici e volumi, peso e sfumature, senza considerare l’aggiunta di dettagli secondari, ridondanti. È il traguardo che ha raggiunto Marion Vidal, e che si ripete con le nuove collezioni.
Bracciale Onda, plexiglass e ottone dorato
Bracciale Onda, plexiglass e ottone dorato, laccio in jersey

I gioielli di Marion Vidal si trovano nella sua boutique a Parigi, ma anche nel negozio online sul sito, oltre che in diverse città del mondo, da Los Angeles a Seoul, nei negozi di alcuni stilisti (Paul Smith a Londra, Christian Wijnants ad Anversa), e perfino nei musei (Museo delle arti decorative di Parigi o nelle gallerie di gioielli (Macle in Beyrouth).

Anello in vermeil e argento spazzolato
Anello in vermeil e argento spazzolato
Collana in plexiglass, ottone dorato, nastro in polyester
Collana in plexiglass, ottone dorato, nastro in polyester
Collana Cléopatre con nastro in jewrsey, ottone dorato e poliestere
Collana Cléopatre con nastro in jewrsey, ottone dorato e poliestere

Anello in vermeil e lapislazzuli
Anello in vermeil e lapislazzuli







Ioanna Souflia, le geometrie dell’Olimpo




Marmo, architettura, oro e pietre preziose: è il mix della designer greca Ioanna Souflia ♦

Marmo di Taso per Symbiosis, nome della prima collezione di Ioanna Souflia, designer nata e cresciuta ad Atene, che si è trasferita a Londra per studiare al Central Saint Martins. Dopo il diploma il debutto, un omaggio alle proprie origini che combina un’estetica moderna con l’artigianato tradizionale. Infatti, per scolpire il materiale estratto dalle cave dell’isola greca sono necessarie ore di lavoro. E, poi, i gioielli con marmo italiano grigio Bardiglio Imperiale e oro rosa 14 carati per la collezione Adieu.

Anello della collezione Adieu
Anello della collezione Adieu

Ogni pezzo è realizzato a mano, montato su oro annerito lucidato a specchio e impreziosito da diamanti neri e grigi. I motivi grafici sono quelli dell’architettura classica, le curve ricordano le volute dei capitelli ionici, eppure il disegno è molto moderno. Sarà perché sembra la versione contemporanea dell’interpretazione stilizzata che l’Art Deco faceva dei vasi e delle sculture dell’antica Grecia. O forse perché tra le superfici levigate non c’è contrasto, anzi, il candore della pietra e la lucentezza del metallo esaltano le linee nitide e strutturate. Comunque sia, danno a questi gioielli uno stile elegante e perfino vagamente solenne. Lei definisce il suo stile maxi minimalismo, come nel caso della collezione Blueprints, «una documentazione visiva dei cieli metropolitani attraverso la griglia della presenza architettonica».

Anello in oro rosa 14 carati e marmo grigio Bardiglio Imperiale
Anello in oro rosa 14 carati e marmo grigio Bardiglio Imperiale
Orecchini in oro rosa 14 carati e marmo grigio Bardiglio Imperiale
Orecchini in oro rosa 14 carati e marmo grigio Bardiglio Imperiale
Anello in oro giallo 14 carati, diamanti bianchi, smeraldo, crisoprasio
Anello in oro giallo 14 carati, diamanti bianchi, smeraldo, crisoprasio
Anello in oro e diamanti
Anello in oro e diamanti
Anello della collezione Atelier in oro giallo 14 carati, diamanti bianchi, smeraldo, crisoprasio
Anello della collezione Atelier in oro giallo 14 carati, diamanti bianchi, smeraldo, crisoprasio
Orecchini della collezione Atelier in oro giallo 14 carati, diamanti bianchi, smeraldo, crisoprasio
Orecchini della collezione Atelier in oro giallo 14 carati, diamanti bianchi, calcedonio cromato, crisoprasio
Anello in oro con diamanti
Anello in oro con diamanti
Orecchini in oro con diamanti
Orecchini in oro con diamanti







Ioanna Souflia, gioielli e mito

Dagli architetti dell’antica Grecia alle gioiellerie di oggi: la collezione di Ioanna Souflia.

Avete mai visitato l’Acropoli di Atene? O, almeno, qualche tempio greco dell’età classica? Vi siete soffermati sugli elementi decorativi dei fregi, tra una colonna e l’altra? Spesso sono composti da una figura che in italiano è definita come palmette, cioè piccole foglie di palma. Nel caso non le abbiate mai notate, eccole trasformate in anelli oppure orecchini. E sempre con lo stesso materiale dei templi, il marmo. A far diventare gioielli questi motivi dell’architettura classica ci ha pensato Ioanna Souflia, designer greca che lavora tra Londra e Parigi. Per la verità aveva mosso i primi passi per diventare avvocato. Ma mentre studiava Giurisprudenza ad Atene, Ioanna ha anche iniziato gli studi alla Central Saint Martins di Londra. Il risultato sono questi gioielli in oro, diamanti e marmo, oppure una pietra grigia scovata in Sardegna. Li scolpisce lei, pare, dal 2015. Il marmo è intagliato a mano e giustapposto ai materiali preziosi. Il contrasto è sorprendente. E possono piacere anche a chi non si interessa di architettura classica. Rudy Serra

Orecchini con diamanti e marmo bianco
Orecchini con diamanti e marmo bianco
Anelli di Ioanna Souflia
Anelli di Ioanna Souflia
Anello con diamanti e marmo
Anello con diamanti e marmo
Bracciale in oro rosa con diamanti e marmo
Bracciale in oro rosa con diamanti e marmo
Anello con fregio a forma di palmetta
Anello con fregio a forma di palmetta
Orecchini indossati
Orecchini indossati
Orecchini indossati di Ioanna Souflia
Orecchini indossati di Ioanna Souflia
Orecchini in oro bianco, marmo e diamanti
Orecchini in oro bianco, marmo e diamanti
Decorazione con palmette da un fregio antico
Decorazione con palmette su un fregio antico

Il dolce marmo di Pietraquadra

Gioielli e pietre estratte da miniere lontane sono un classico binomio. Ma molti scordano che anche l’Italia ha una pietra amata e apprezzata in tutto il mondo: il marmo. Perché, quindi, non utilizzare questa pietra per realizzare gioielli? Non poteva che essere una designer nata a Carrara, Valeria Eva Rossi, a pensarci. Cresciuta ai piedi delle Apuane, dove si trovano le cave del marmo utilizzato da Michelangelo e Bernini, si è laureata in Architettura a Firenze. Ha vissuto alcuni anni in Francia, ma la nostalgia delle bianche rocce l’ha riportata in Italia con una sua creatura: Pietraquadra stone jewels. Gioielli disegnati su misura per il marmo, realizzati anche con l’ausilio di materiali inusuali, come la passamaneria, «mentre il metallo diventa l’estensione della pietra stessa, in un gioco di equilibri sempre perfetti», racconta. «Desideravo una scelta cromatica che avesse un forte potere evocativo e comunicativo, ho scelto esclusivamente marmi Bianchi e Neri: l’accostamento delle due tonalità evoca la doppia essenza delle cose e il dualismo intrinseco nell’uomo. Come nella filosofia orientale Yin e Yang, anche nella cultura occidentale, il nero e il bianco rappresentano il dualismo di tutte le cose». Artigiani esperti con specialità diverse lavorano la materia prima, che si sposa con l’argento e il tessuto della più antica fabbrica di passamaneria d’Europa, che ha sede a Torino.

Dato che il marmo italiano è apprezzato in tutto il mondo, Valeria Eva ha presentato le sue collezioni non solo in Italia, ma anche alla New York Fashion Week 2015, nello showroom Rosenthal Sambonet Usa, e in una mostra collettiva di designer italiani. E anche in Cina, dove la designer vive parte dell’anno.

Da marzo 2016 Pietraquadra ha anche uno showroom nel centro storico di Torino.

A proposito, oltre al marmo della Apuane, «i gioielli utilizzano anche il Nero Belgio, il Portoro o Giada di Portovenere, dal colore nero intenso e brillante con venature dorate», spiega Valeria Eva.

Domanda. Come ti è venuta l’idea di gioielli in marmo?

Risposta. Materia sorprendente, non solo perché se sapientemente lavorata dà vita a capolavori unici che tutti conosciamo, racchiude in sé una storia antichissima che gli conferisce una nobiltà incomparabile. Questa storia nasce in un tempo remoto ed è la lunga storia di un materiale che per formarsi ha attraversato diversi stadi evolutivi e il cui inizio è il mare. Ecco allora, che si può guardare il marmo al di là dell’immagine codificata che abbiamo e apprezzarlo, oltre che per la sua bellezza, per la sua preziosità attribuitagli da questo prodigioso processo di genesi. Il mio lavoro parte da una premessa, cioè dalla magia della creazione di questa pietra, e la volontà di trasformare il marmo in un gioiello è il desiderio di riconoscergli e far conoscere questa speciale preziosità, che deriva dalla sua stessa natura e si esplica a prescindere dalla scala dell’opera. Anzi, ritengo che questo particolare potenziale venga accresciuto dal rapporto più personale che si crea con un oggetto che indossiamo, piuttosto che con qualsiasi altro oggetto.

D. I gioielli non sono un po’ troppo pesanti da indossare?

R. Assolutamente no. Ma sono consapevole che quando si pensa al marmo si è abituati a pensare a un materiale pesante, duro, freddo, per astrazione direi maschile, più legato a grandi opere, alla scultura e all’architettura, più che ad oggetti di design e ancor meno al gioiello, contraddistinto da altri attributi. Ho affrontato questo progetto cercando, innanzitutto, di capire limiti e possibilità di questo materiale, in particolare per ottenere quelle caratteristiche di leggerezza, portabilità e una sorta di morbidezza, che sono proprie un gioiello, tutte qualità in apparente contrasto con la durezza connaturata a questa materia. L’intento era di conseguire delle tridimensionalità lievi, (tridimensionalità perché il materiale è di per sé tridimensionale e tale deve rimanere, lievi perché che la leggerezza è una caratteristica base di un gioiello) e di grande impatto visivo e percettivo. In altre parole, volevo creare delle piccole sculture che fossero piacevoli alla vista e al tatto ed avessero un disegno semplice e perfetto, quindi ho scelto delle forme archetipe, universalmente conosciute: il cerchio in particolare, ma anche il quadrato, declinato anche in rettangolo, che divengono matrice, unità di base da cui ricavare, comporre i vari gioielli delle collezioni.

D. Sono prodotti artigianali?

R. La lavorazione manuale è molto importante: conferisce ai singoli pezzi due caratteristiche fondamentali: l’unicità e una particolare gradevolezza al tatto, che personalmente chiamo morbidezza. Ritengo importante evidenziare come il connubio marmo-seta sia risultato una piacevole esperienza sensoriale: a pelle il marmo si scalda acquistando la stessa temperatura del corpo ed assume una pesantezza lieve, come il tocco di una mano e la seta, sembra completare questa sorta di abbraccio.

D. Dove si possono acquistare?

R. Il mio showroom si trova a Torino, nel centro storico, in via Bogino 9 nel cortile interno di Palazzo Graneri della Roccia. E poiché ho creato dei gioielli in Portoro, i gioielli Pietraquadra si trovano anche a Portovenere nella boutique La Balestra, nei carruggi tra le mura storiche e nel Grand Hotel Portovenere. Mi piacerebbe molto se trovassero un luogo anche in Toscana, in Versilia in particolare, proprio per lo stretto legame del materiale col territorio. Ma una volta, qualcuno mi disse: nessuno è profeta in patria.

D. Quanto costano?

R. L’intervallo di prezzo va dai 130 ai 300 euro circa.

Collana con pendenti in marmo
Collana con pendenti in marmo
Passamaneria e marmo
Passamaneria e marmo
Anello in argento e marmo bianco
Anello in argento e marmo bianco
Anello in argento e marmo bianco, retro
Anello in argento e marmo bianco, retro
Anello in argento e marmo bianco, fronte
Anello in argento e marmo bianco, fronte
Anello in marmo nero
Anello in marmo nero
Anello in marmo bianco, retro
Anello in marmo bianco, retro
Anello in marmo bianco, fronte
Anello in marmo bianco, fronte

Menu indiano per Boucheron

Boucheron, la quintessenza della gioielleria francese, si infila il turbante con Bleu de Jodhpur, una collezione di gioielli che nasce dall’incontro tra la mente creativa della Maison, Claire Choisne, e l’attuale Maharaja di Jodhpur, Sua Altezza Gajsingh II. D’altra parte, Boucheron e l’India hanno un rapporto di oltre un secolo e il Rajastan ha una lunga storia nell’oreficeria e nell’intaglio delle gemme. Ma questa nuova collezione ne rafforza il legame attraverso i simboli: Jodhpur è conosciuta come la città del sole, Boucheron come il gioielliere di luce e Parigi è la ville lumiere e il patronato del Maharaja conferisce autenticità e anche un tocco di romanticismo. Certo, la tradizione non è sufficiente per conquistare la fascia alta del mercato indiano e Boucheron spinge la sfida creativa al limite, con gioielli realizzati con nuovi materiali, per esempio il marmo. Attenzione, non uno qualsiasi, ma quello proveniente dalle cave di Makrana che hanno contribuito a costruire il Taj Mahal. Poi c’è la sabbia, quella del deserto del Thar, che si trova nel nord ovest di del Paese. Elementi della cultura indiana, che insieme al fiore di loto e alla tecnica mendhi, ossia il tatuaggio temporaneo eseguito con henné naturale rosso, e alle città di Jodhpur e Nagaur raccontano la storia delle quattro collane che costituiscono la collezione. La collana Jodhpur è un omaggio evidente alla gioielleria indiana, con la sua struttura simmetrica, il retro decorato per il piacere esclusivo del proprietario e il tipico grande diamante centrale a forma di aquilone, ed è anche il primo gioiello reversibile della Maison: da una parte il marmo bianco Makrana con il suo aspetto lattiginoso e la sua lucidatura che esalta la luminosità dei diamanti e rende il disegno geometrico un po’ più morbido; dall’altro lato invece, lo zaffiro inciso sul cristallo di rocca ricorda i decori dei palazzi di Jodhpur, conosciuta anche come città blu. Il costo di questa collana è di circa 1 milione e 300 mila euro.

Bleu de Jhodpur
Collezione Blue de Jhodpur, collana Jodhpur dal peso di 490 grammi con 2448 diamanti e 215,15 carati di marmo bianco e un diamante flawless da 6,01 carati
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Collezione Blue de Jodhpur, collana Jodhpur il retro con 744 zaffiri e 248.30 carati di cristallo di rocca

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