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Storia della Pantera di Cartier

Storia della Pantera di Cartier, la più famosa icona della grande Maison francese. Ecco tutte le cose da sapere sulla preziosa Panthère ♦

Perché i gioielli (e gli orologi Cartier) utilizzano spesso l’icona della Pantera, che è diventata il segno di alcune famose collezioni? Il fascino della Panthère ha origine nel 1914, con un quadro. A quel tempo, come ha raccontato l’esperta Sabrina Doerr, l’azienda parigina era gestita da Louis, Jacques, e Pierre Cartier (la Maison era stata fondata nel 1847 dal nonno, Louis-François Cartier).

Una spilla della serie Panthère di Cartier con diamanti gialli, onice e smeraldi
Una spilla della serie Panthère di Cartier con diamanti gialli, onice e smeraldi

Quell’anno Louis chiese pittore francese George Barbier di creare un dipinto ad acquerello da utilizzare come invito a una mostra di gioielli. La Dame à la Panthère raffigura una donna vestita elegantemente con una pantera ai suoi piedi. Il piccolo quadro ha avuto successo, tanto che da quel momento Cartier ha iniziato a utilizzare il disegno del felino.

George Barbier, «La Dame à la Panthère»
George Barbier, «La Dame à la Panthère»

Secondo Geo Cramer, esperto di Cartier, «agli inizi del XX secolo i grandi felini erano in voga per esprimere la femminilità: questi animali erano visti come la massima espressione della donna». Personaggi che animavano le notti parigine, come la marchesa Luisa Casati, che aveva adottato dei ghepardi nella sua casa di Venezia (ora sede del Guggenheim), confermano il fascino che esercitavano i super gatti nell’alta società. In ogni caso, nel 1914 segna la prima pantera di Cartier: un orologio che ha una superficie maculata. La pantera è stata completamente raffigurata per la prima volta su un beauty case di proprietà di Jeanne Toussaint, direttrice della gioielleria Cartier dal 1933, considerata la Coco Chanel dei gioielli.

Bracciale Panthère di Cartier con con acquamarina cabochon da 71,45 carati
Bracciale Panthère di Cartier con con acquamarina cabochon da 71,45 carati

Un rapporto di lavoro tra Jeanne Toussaint (1887-1976) e Louis Cartier era iniziato quando lei aveva 31 anni. Cartier era stato intimorito dalla sua bellezza, dallo spirito spensierato, e dall’aura di grandezza. Toussaint ha svolto un ruolo importante nel rendere la collezione Panthère de Cartier l’icona che è diventata, tanto che lei stessa è stata soprannominata La Panthère. Nel 1927, un designer di nome Peter Lemarchand si è unito al team di Cartier. Molto abile, ha osservato le pantere allo zoo fino a che, in collaborazione con Toussaint, è stato in grado di tradurle in disegni per realizzare gioielleria. Lemarchand ha giocato un ruolo importante nel rendere la pantera la leggenda che è oggi. In questo periodo compaiono le prime spille raffiguranti gli animali.

Anello Panthère di Cartier in oro bianco, diamanti e uno zaffiro rosa
Anello Panthère di Cartier in oro bianco, diamanti e uno zaffiro rosa

Nel corso degli anni molte celebrità e personaggi dell’alta società sono diventati estimatori della collezione Panthère de Cartier. Attrici come la messicana Maria Felix, l’ereditiera americana Barbara Hutton, o la Duchessa di Windsor, sono state tra le appassionate delle pantere della Maison parigina. Nel 1948, per esempio, il terzo marito Wallis Simpson, il principe Edoardo, duca di Windsor, ha chiesto Cartier di creare una spilla pantera tridimensionale per la moglie. Il risultato è un gioiello in oro giallo punteggiato con smalto nero con cabochon taglio smeraldo. Questa spilla ha anche segnato una pietra miliare nella storia del Panthère de Cartier: è stata la prima volta in cui il felino è stato rappresentato in tre dimensioni. Un anno dopo, nel 1949, i Windsor hanno comprato un’altra spilla pantera tridimensionale, questa volta realizzata con diamanti e onice montati in platino, su uno zaffiro cabochon da 152 carati. Non solo: la duchessa di Windsor ha acquistato altri pezzi della collezione Pantera negli anni successivi.

Classica Panthèere in oro, diamanti, platino, onice, smeraldi di Cartier
Classica Panthèere in oro, diamanti, platino, onice, smeraldi di Cartier

Anche Daisy Fellowes, mondana, ereditiera, direttore della rivista di moda americana Harper Bazaar, era anche una fan della pantera di Cartier: a suo tempo ha comprato una spilla di diamanti e zaffiro, con il felino nella posizione della pecora che simboleggia l’ordine cavalleresco del Toson d’Oro. Nel 1958 la Pantera ha invece conquistato la principessa Nina Aga Khan (Nina Dyer, modella anglo-indiana sposata con il principe Sadruddin Aga Khan). L’Aga Khan ha acquistato diversi elementi della collezione Panthère de Cartier, tra cui una spilla, un braccialetto con le estremità a forma di teste di pantera, e un braccialetto d’oro scanalato progettato con elementi che possono trasformarsi in orecchini. E la storia continua ancora. Nel 2014 Cartier ha celebrato i 100 anni di Panthère de Cartier con una serie di 56 pezzi di gioielleria e una mostra a Parigi, al Grand Palais.

L'orologio-gioiello da polso Panthère Tropicale. Due punti focali del bracciale sono due acquamarine ottagonali per un totale di 12,71 carati e due tormaline blu ottagonali per un totale di 20,58 carati in varie tonalità. Sono accompagnati da onice e diamanti a taglio brillante incastonati in corallo arancione, tutti montati in oro giallo
L’orologio-gioiello da polso Panthère Tropicale. Due punti focali del bracciale sono due acquamarine ottagonali per un totale di 12,71 carati e due tormaline blu ottagonali per un totale di 20,58 carati in varie tonalità. Sono accompagnati da onice e diamanti a taglio brillante incastonati in corallo arancione, tutti montati in oro giallo
Collier Panthère di Cartier
Collier Panthère di Cartier
Spilla Panthére di Cartier
Spilla Panthére di Cartier, oro bianco, diamanti, onice, smeraldi
Spilla Panthere di Cartier. Stima: 280-320.000 dollari
Spilla Panthère di Cartier in oro, onice e smeraldi
Anne Hathaway con bracciale Panthère di Cartier
Anne Hathaway con bracciale Panthère di Cartier
Jeanne Toussaint
Jeanne Toussaint

6 cose da sapere sui diamanti colorati

I diamanti colorati, o fancy, sono le star delle aste internazionali. Ecco perché se avete un gioiello con un grande diamante colorato probabilmente siete ricchissimi ♦

I diamanti colorati, o fancy, sono le star delle aste internazionali, raggiungono stime altissime e, poi, spesso all’atto della vendita le superano. Certo, si tratta di esemplari straordinari per tonalità, purezza e peso, ma tutti i diamanti colorati sono abbastanza unici nel loro genere, anche quando si tratta di pietre da un carato: le impurità presenti all’interno le colorano in modi differenti durante il processo di formazione (per il verde si tratta di radiazioni, il blu è dato dal boro, il giallo e l’arancione dalle molecole di azoto che assorbono la luce blu).

Fancy Vivid Pink Diamond di 13,15 carati
Fancy Vivid Pink Diamond, 13,15 ct

La certificazione è un valido strumento, in quanto elenca tutti quei criteri, le 4 C, che ne determinano il valore. Una sorta di alfabeto di base di cui abbiamo già parlato, che nel caso delle gemme colorate assume significati diversi generati da altri fattori. Bisogna tenere conto che i diamanti possono avere più colorazioni insieme: alcune gemme sono pure, altre hanno un colore secondario, che gli conferisce una particolare sfumatura. E poiché il principali organismi di certificazione sono usano la lingua inglese un fancy greenish yellow diamond sarà una pietra gialla con una tonalità verde, mentre un light-yellow green diamond sarà verde con una leggera tinta gialla. Può creare confusione ma  il colore secondario nella dicitura viene prima di  quello primario.

Diverse sfumature di diamanti
Fancy diamonds

1 Il fattore R. Rarità: solo 1 su 10 mila pietre è colorata. A loro volta, i diamanti fancy sono divisi in tre gruppi: quelli marroni, grigi e gialli sono relativamente più comuni. Al secondo gruppo appartengono quelli con una tonalità più vivace di giallo e sfumature arancio. Nella terza, invece, si trovano quelli che hanno come colore primario l’arancione, il verde, il viola, il rosa e il blu: sono estremamente rari. Quindi, sebbene il colore secondario ne abbassi il valore, un diamante marrone puro sarà sempre più economico rispetto a un diamante rosa con un leggero tono marrone. Infine, c’è il diamante rosso, ma è una categoria a parte, che persino molti gioiellieri non hanno mai visto.

Il diamante rosso Moussaieff
Moussaieff red diamond

2 La quinta C. La fluorescenza, ossia la reazione cromatica della pietra all’irraggiamento di ultravioletti è in genere considerata un difetto e, quindi, incide sul prezzo. Ci sono, però, delle eccezioni: sulle pietre bianche dalla categoria H in su (la gamma del colore va da D, per le pietre completamente senza colorazione, a Z, quasi giallo) la fluorescenza diventa un vantaggio perché fa diventare le pietre più bianche. In quelle colorate è un aspetto irrilevante, a esclusione dei diamanti gialli, in cui deve essere nulla (nil) o leggera (slight).

De Beers, bracciale della linea Vulcan, con diamanti bianchi e fancy
De Beers, bracciale della linea Vulcan, con diamanti bianchi e fancy

3 Passaggi di carato. In linea generale il prezzo di un diamante da 1 carato è superiore del 25% al valore stabilito per una pietra da 0,90 carati della stessa categoria. La differenza aumenta con l’aumentare della qualità e raggiunge anche il 70% con un esemplare D Flawless. Nelle gemme colorate la cosa si complica: per esempio, un diamante rosa intenso da 0,50 carati può costare sei volte di più di un equivalente da 0.20 carati, perché il suo prezzo per carato è molto più alto e il peso in carati stesso è 2,5 volte superiore. Mentre nella fascia di colore più bassa, come il giallo pallido, la differenza non supera il 30%. Insomma, tutto dipende dall’intensità del colore.

Il diamante rosa Pink Star
Il diamante rosa Pink Star

4 Le inclusioni. Una parola che scoraggia la scelta di una pietra, nonostante abbia un bel colore. Secondo gli esperti, il migliore rapporto qualità prezzo si trova nella classificazione di chiarezza VS2. Ma questo vale per le pietre incolori. Invece, nel caso dei diamanti colorati SI1 e SI2, le inclusioni spesso sono invisibili ad occhio nudo. Insomma, perché pagare di più quando l’effetto estetico complessivo non è compromesso?

Collana con diamanti fancy
Collana con diamanti fancy brown

5 Il taglio. Negli esemplari incolori ha la funzione di ottenere il massimo della brillantezza. Invece, nel caso dei diamanti fancy il taglio serve per ottenere il massimo del colore, per esaltarlo. Un esempio: il taglio princess e rotondo, a causa del modo in cui riflettono la luce, ne attenuano il colore, mentre il taglio cushion o ovale esalta la tonalità. Per questo, i primi costano molto di più dei secondi, perché sono più rari. E quindi più ricercati.

Diamante Fancy Vivid Pinkish Purple VS1, taglio rettangolare, 2 carati
Diamante Fancy Vivid Pinkish Purple VS1, taglio rettangolare, 2 carati

6 La montatura. Anche un colore meno vivace si può valorizzare con una montatura. Per esempio, un diamante giallo pallido con le griffe in oro giallo, diventerà più intenso. Lo stesso vale per i diamanti marroni e rosa con l’oro rosa.

Fancy Vivid Bluish Green SI1 Rectangular-Shaped Diamond
Fancy Vivid Bluish Green SI1 Rectangular-Shaped Diamond

 

Attenti alla simmetria dei diamanti

Attenti alla simmetria: il taglio di un diamante può esaltare oppure rendere un anello meno brillante. Ecco come scoprirlo ♦

Mentre state per investire buona parte dei vostri risparmi in un anello con brillante, pensate bene a come scegliere il gioiello. Certo, un diamante è per sempre: proprio per questo vale la pena di compiere una scelta accurata. Sapete già che cosa sono le quattro C. Avete già letto la nostra guida Come scegliere il diamante dell’anello e Come scegliere un diamante. Ma c’è ancora una cosa da sapere: dovete fare attenzione alla simmetria. Ebbene sì: un diamante può anche essere «un po’ storto». In questo caso brillerà di meno e avrà meno valore in futuro.

Il diamante ovale da 88 carati messo all'asta
Diamante ovale da 88 carati messo all’asta da Sotheby’s

Che cosa significa simmetria?

La simmetria si riferisce alla precisione, alla forma e alla disposizione delle faccette del diamante. Il taglio brillante, per esempio, ne ha 58 (o 57 se non ha quella sulla punta inferiore) che devono essere perfettamente simmetriche: non è semplice. Diciamo subito che individuare la simmetria non è facile: il Gemmological Institute of America (Gia) ci ha messo 15 anni e ha studiato 38 milioni di diamanti prima di decidere come giudicare la simmetria di un diamante, in particolare quello rotondo, taglio brillante. Alla fine di tanta fatica ha stabilito i parametri e la classificazione. La simmetria può essere Eccellente, Molto buona, Buona, Sufficiente e Povera.

A sinistra, un diamante con una simmetria classificata come Ottima. A destra, una pietra classificata con simmetria Povera
A sinistra, un diamante con una simmetria classificata come Ottima. A destra, una pietra classificata con simmetria Povera

Perché è importante?

Pensateci un momento: un diamante deve essere il più trasparente possibile per lasciar filtrare la luce al suo interno. Poi, deve riflettere la luce attraverso le sue sfaccettature. Se queste non sono perfettamente simmetriche, anche lo scintillio della luce non sarà perfetto. Di più: il diamanti potrebbe scintillare pochissimo perché la pietra non riesce a far uscire la luce dal suo interno. I difetti di questo tipo, causati dalla mancanza di simmetria, sono chiamati deviazioni. Avviene spesso? Per fortuna no. Un tempo chi tagliava le pietre eseguiva tutto a mano, in ambienti male illuminati. Adesso la tecnologia aiuta a non sbagliare, o quasi.

Anello con diamante ovale di 51,60 carati
Anello con diamante ovale di 51,60 carati

Ecco i gradi di simmetria del diamante

Eccellente. Diamanti con una simmetria eccellente. Non presentano deviazioni e non hanno sfaccettature errate o mancanti.

Molto buono. Diamanti con simmetria che presenta un paio di deviazioni non importanti, per esempio un minimo disallineamento o una sfaccettatura non perfetta.

Buono. Diamanti con buona simmetria, ma anche alcune deviazioni che possono influenzare la brillantezza. Per esempio, a causa dell’angolo del padiglione o per una sfaccettatura mancante.

Discreta. Diamanti che presentano diverse deviazioni e, di conseguenza, una brillantezza ridotta. Le deviazioni compromettono una perfetta riflessione della luce.

Scarso. Scarsa simmetria e diverse deviazioni evidenti possono rendere il diamante quasi opaco. Le cause possono essere diverse, come una superficie non perfettamente centrata, sfaccettature mancanti o non identiche.

Williamson Pink Star, diamante rosa di 11 carati
Williamson Pink Star, diamante rosa di 11 carati

Che cosa bisogna guardare?

Le immagini che vedete sono eloquenti: le differenze nel taglio possono essere minime, o saltare subito all’occhio. La cosa migliore da fare è confrontare diversi diamanti con lo stesso taglio e sotto la stessa luce: scegliete quello che vi sembra brilli meglio, che vi piace di più: molto probabilmente non troverete un diamante poco simmetrico.  

A sinistra, un diamante con simmetria giudicata Eccellente. A destra, simmetria buona. La differenza è poco visibile
A sinistra, un diamante con simmetria giudicata Eccellente. A destra, simmetria buona. La differenza è poco visibile

I segreti dell’oro nero

Come si fa a trasformare l’oro, che in natura è giallo, in un metallo nero? Ecco come si ottiene l’oro di colore nero e come si pulisce ♦︎

L’oro in natura è giallo. Ma da tempo la gioielleria ama impiegare anche oro con colorazioni diverse. Le principali, oltre al colore naturale, sono la lega di oro rosa e di oro bianco. Ma non solo: ci sono tanti colori dell’oro, che dipendono dai metalli con cui viene fuso. Uno dei principali è il colore nero, o annerito.

Leggi anche: I 9 colori dell’oro

Collezione Imperium, anello in oro nero, diamanti bianchi e rubini
Ortaea, collezione Imperium, anello in oro nero, diamanti bianchi e rubini

Tra i colori utilizzati per l’oro c’è anche il nero. È quasi un paradosso, perché l’oro, a differenza dell’argento o del ferro, non si ossida a contatto con l’aria. Ma l’idea di indossare oro nero piace a molte donne e a tanti designer che realizzano gioielli con questa tonalità scura del metallo.

Ma non tutto l’oro nero è uguale. Per trasformare l’oro giallo in metallo scuro ci sono diversi metodi. Questo significa anche una differente durata o robustezza della colorazione dell’oro.

Anello per lo zodiaco cinese, Cavallo
Anello in oro nero per lo zodiaco cinese, Cavallo

Il primo modo è quello di realizzare una patina mediante l’applicazione di composti contenenti zolfo e ossigeno, oppure rutenio.

Un altro sistema è quello di procedere a una deposizione chimica con il vapore: si ottiene con l’utilizzo di plasma e carbonio amorfo. Infine, si può indurre nell’oro una ossidazione artificiale con una lega di cobalto oppure cromo, di solito al 25%. A questo punto si porta questa lega a una alta temperatura fino a che si forma uno strato nero di ossido nero.

Anello Dawn, in oro nero, diamanti, perle di Tahiti, granati e citrini
Anello Dawn, in oro nero, diamanti, perle di Tahiti, granati e citrini

Metodo ultra tecnologico
Lo tesso effetto si ottiene unendo l’oro in lega con rame, ferro o titanio oppure con un mix si tre metalli diversi, per esempio 75% oro, 15% cobalto, 10% cromo. Cambiando metallo, però, la sfumatura scura dell’oro può tendere al marrone o al verde.

Più raro è, invece, un trattamento ultra tecnologico, che prevede la creazione di nanostrutture sulla superficie. Si ottiene così: un impulso laser colpisce l’oro per la durata di 1 milionesimo di miliardesimo di secondo. Una durata minima, che però che deforma la superficie del metallo creando un’area che assorbe praticamente tutta la luce, che così appare come nera. Ma è un sistema difficilmente utilizzato in gioielleria.

Deefine, orecchini in oro rodiato nero, diamanti neri
Deefine, orecchini in oro rodiato nero, diamanti neri

Pulire l’oro nero

Pulire un gioiello in oro nero è semplice: basta immergerlo in un recipiente con un po’ di acqua tiepida e qualche goccia di sapone liquido. Dopo una decina di minuti, il gioiello si può pulire con l’aiuto di uno spazzolino da denti a setole morbide. Strofinare con cautela, specialmente se l’oro è placcato: la superficie potrebbe rovinarsi. Infine, risciacquare. Meglio evitare stress a gioielli con pietre particolarmente delicate, come l’opale, oppure le perle.

Collezione Staple, orecchino in oro annerito e diamanti
Repossi, collezione Staple, orecchino in oro annerito e diamanti
Anello Crescendo Flare, in oro annerito lucido e diamanti
Kat Kim, anello Crescendo Flare, in oro annerito lucido e diamanti
Anello in oro rodiato nero e diamante nero
Borgioni, anello in oro rodiato nero e diamante nero
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti gialli
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti gialli

Come scegliere il portagioie da viaggio

Come scegliere il portagioie, o jewelry case, piccolo contenitore per custodire in viaggio i vostri gioielli ♦︎

Andare in vacanza con i gioielli è sempre un po’ complicato. Anche se si tratta solo di un week end. Non è semplice decidere in anticipo che cosa si indosserà qualche giorno dopo, in un ambiente completamente diverso, magari senza sapere se passerete una serata in un contesto elegante, oppure informale. Chissà. E se poi avrete voglia di indossare un gioiello al pomeriggio? Insomma, difficile prevedere quali gioielli saranno più appropriati con tanti giorni di anticipo.

Ecco perché le donne sono tentate di stipare in valigia o nella borsa più gioielli possibile, per essere pronte in qualsiasi caso.

In aeroporto
In aeroporto

Purtroppo questa si rivela spesso una cattiva idea. I gioielli in una borsa possono rovinarsi l’uno con l’altro se messi troppo vicino. Impacchettarli uno a uno è noioso e, inoltre, presuppone che facciate la stessa operazione al ritorno. I gioielli in una valigia corrono ancora più rischi che in una borsa, specialmente se viaggiate in aereo. Che fare? La soluzione sono i contenitori di gioielli per il viaggio. Sono piccoli box sono studiati apposta per contenere i gioielli, in modo che non si rovinino. Inoltre, i gioielli non si perdono, perché sono riuniti tutti assieme e non bisogna cercarli in tutti gli angoli di una borsa. In questo modo, inoltre, sono anche più facili da controllare.

Con i bagagli verso l'imbarco
Con i bagagli verso l’imbarco

Ce ne sono di molti tipi e alcuni hanno all’interno scomparti mobili, che possono essere tolti per fare spazio a qualche gioiello più grande, per esempio, una collana con pendente. Altri, invece, sono studiati apposta per contenere un preciso tipo di gioiello, per esempio, bracciali oppure orologi. Ecco alcuni jewelry box da viaggio: sono scelti solo a titolo di esempio, perché rappresentano diverse tipologie di queste mini valigie per gioielli.

ProCase

È una piccola borsa per gioielli, abbastanza spaziosa per trasportare collane, catene, anelli, orecchini, bracciali, ciondoli e altro. Ha un design a doppio strato, uno scomparto principale con divisori staccabili, tasche trasparenti con cerniera, bottoni automatici per bracciale, cinturini per orecchini e fila di anelli per tenere separati i gioielli. L’interno è morbido e ben imbottito, l’esterno robusto in tessuto di poliestere. Chiusura a doppia cerniera con ampia apertura per un facile accesso ai gioielli. Dimensioni: 7,9 x 4,9 x 2,56 pollici: si adatta facilmente al bagaglio a mano.

ProCase
ProCase

Comely Travel

È uno dei jewelry box più curati, di colore azzurro. Il Comely Travel Accessories Jewelry Storage Case è realizzato in cuoio rigenerato e si chiude con una cerniera. Dentro si trova uno specchio per il trucco. Pesa 231 grammi ed è suddiviso in due grandi scomparti, con ganci ricoperti di stoffa che servono ad appendere le collane, mentre uno scomparto più grande serve a ospitare i bracciali. Scanalature laterali sono studiate per accogliere gli anelli.

Comely Travel
Comely Travel

Zmart Portable Travel Jewelry Box

Piccolo e leggero: le sue dimensioni sono 10,9 x 8,9 x 8,4 centimetri, mentre pesa solo 1 etto. Ha un design elegante e pratico, leggero, facile da inserire nella borsa o valigia. È in pelle sintetica, morbida. All’interno ha un rivestimento in velluto per ogni sezione, che protegge i vostri gioielli ed evita graffi. Il primo livello ha due divisori staccabili. Piccoli fori su i divisori servono a riporre gli orecchini. Il secondo livello ha altri due divisori rimovibili. Anche in questo jewelry box non manca lo specchio. Indicato per viaggi brevi weekend, vacanza o anche per l’uso quotidiano.

Zmart Portable Travel Jewelry Box
Zmart Portable Travel Jewelry Box

Aveson PU roll Travel Watch Jewelry Box

Questo case è concepito apposta per bracciali e orologi. Se siete avete la passione per questo genere di oggetti, questo storage box fa per voi. Può contenere fino a tre orologi. Il cuscino è rimovibile per fornire una protezione supplementare per gli oggetti oppure fare spazio ad altri accessori. È in pelle sintetica con interno in velluto. È anche un’originale idea regalo.

Aveson PU roll Travel Watch Jewelry Box
Aveson PU roll Travel Watch Jewelry Box

Wodison PU Travel Jewelry roll Up

Amate gli anelli e vorreste portarli tutti con voi? Fate come i gioiellieri con questo contenitore portatile e morbido per i viaggi.  Si apre fino a 55 x 29 cm, ma è pieghevole: si arrotola e si porta facilemente in un angolo della valigia o della borsa. Roll Up Bag è in pelle sintetica di alta qualità. Ci sono 16 bottoni a pressione per fermare collane e pendenti, mentre è studiato per proteggere i vostri gioielli da danni e sporcizia.

Wodison PU Travel Jewelry roll Up
Wodison PU Travel Jewelry roll Up

Come vendere il proprio anello

Come vendere i vostri gioielli, per esempio il vostro anello? È conveniente smontare un anello per vendere separatamente oro e diamanti? ♦︎

Ci sono tanti modi per vendere un anello. Si può vendere intero, oppure decidere di separare le pietre preziose, di solito un diamante, dal cerchio d’oro che ferma la pietra. C’è, infatti, chi è interessato a investire in diamanti, anche se è bene ricordare che la rivalutazione non è affatto automatica. Insomma, che cosa succede se volete vendere i diamanti incastonati nei vostri gioielli? Separare oro e diamanti per vendere meglio un anello consente di ottenere un prezzo più alto? Siete sicuri? Prima di separare un diamante dal vostro anello e correre a venderlo, leggete questo articolo.

Anello di Crieri con smeraldo colombiano e diamanti a taglio triangolare. Copyright: gioiellis.com
Anello di Crieri con smeraldo colombiano e diamanti a taglio triangolare. Copyright: gioiellis.com

Come vendere il proprio anello?
L’idea più comune è quella di rivolgersi a un gioielliere. L’interessa ad acquistare l’anello dipende, però, da molti fattori, come il valore della pietra montata sul gioiello, dalla forma e dal marchio dell’azienda di gioielleria che lo ha realizzato. Questi tre fattori possono essere valutati separatamente. Se, per esempio, l’anello ha una pietra preziosa, ma in una montatura poco interessante, il gioielliere può essere interessato ad acquistare l’anello per poi smontarlo e riutilizzare i suoi componenti. Se l’anello è di una marca molto nota, l’interesse prevalente sarà quello di rivendere il gioiello, dopo averlo lucidato di nuovo. Una fede nuziale di solo oro sarà invece valutata semplicemente a peso. Se l’anello ha un certo valore potrebbe valer la pena di proporlo a una casa d’aste. Tenete però conto che in qualsiasi caso il prezzo che vi sarà proposto sarà molto inferiore a quello che sperate.

Valutazione di un diamante di Rubin & Zonen
Valutazione di un diamante di Rubin & Zonen

Valutate prima un prezzo

Prima di portare il vostro anello dal gioielliere o in una casa d’aste, però, sarebbe bene avere un’idea di quanto può valere sul mercato il vostro anello. Ci sono due modi per capirlo almeno in modo approssimativo. Se il vostro anello è di una marca nota potete iniziare a fare una ricerca sui siti delle maggiori case d’asta, che pubblicano il risultato delle vendite sul loro sito web. È probabile che se volete vendere un anello di Buccellati, Damiani o Bulgari, tanto per fare tre nomi, potreste trovare qualcosa che assomiglia al gioiello che avete per le mani. In questo modo vi farete almeno un’idea. Tenete conto che la valutazione determinata in un’asta deve poi scontare i diritti d’asta, cioè il compenso per la società che ha organizzato la vendita. E non sono pochi: possono arrivare a sfiorare il 30%. Se, invece, l’anello è molto semplice, è probabile che sia valutato semplicemente per il peso dell’oro. Se c’è anche un diamante, ma di piccolissime dimensioni, non contateci troppo. Per esempio, un diamante di 0,3 carati di media qualità sarà valutato qualcosa come 200 dollari o euro, circa, se non ha un colore più che buono, forse anche meno. Prima di vendere il vostro anello, quindi, fissate un valore sotto il quale non siete disposti a vendere: vi servirà per una eventuale trattativa con l’acquirente.

Tenzo, anello con granato e diamanti. Copyright: gioiellis.com
Tenzo, anello con granato e diamanti. Copyright: gioiellis.com

È una buona idea separare i diamanti o gemme dall’oro?

Dipende. Non è mai una buona idea se il gioiello è di una marca nota. Se il vostro gioiello ha il marchio riconoscibile di una Maison famosa è meglio vendere il gioiello tutto intero: otterrà una valutazione sicuramente maggiore. Se, invece, il vostro gioiello non ha un design particolarmente riconoscibile, separare oro e diamanti potrebbe essere una buona idea. Attenzione, però: dovete essere sicuri che l’oro abbia una buona caratura. Un anello in oro a 18 carati, per esempio, contiene solo il 75% di metallo puro. Quindi la valutazione di chi acquista prenderà in considerazione solo quella parte di oro. E ancora meno, ovviamente, per l’oro a 14 carati o a 9 carati. Inoltre, dovete essere sicuri che il diamante sia di buona qualità, magari accompagnato da un certificato rilasciato da un istituto gemmologico.

Anversa: valutazione di un diamante
Anversa: valutazione di un diamante

Come togliere i diamanti da un anello?

I diamanti sono l’elemento naturale più duro che esista. Ma questo non vuol dire che siano indistruttibili: i diamanti possono rompersi difficilmente, ma possono graffiarsi. Se avete pinzette abbastanza sottili da muovere i rebbi di un anello che contiene un diamante potete provare (a vostro rischio) da soli. In caso contrario, è meglio rivolgersi a un gioielliere. Ancora più difficile, per chi non è del mestiere, è togliere un diamante da un castone, cioè in un gioiello che blocca la pietra con una banda di metallo.

Lavorazione di un gioiello
Lavorazione di un gioiello

Come valutare i diamanti?

Solo un professionista può assegnare un valore credibile ai diamanti. Il valore, infatti, dipende dal peso e dalla qualità dei diamanti (le famose quattro C). Tutto è più facile, naturalmente, se il vostro gioiello è accompagnato da un certificato di valutazione del diamante, a patto che la pietra sia stata certificata da un ente accreditato. Tenete conto anche che chi acquista un diamante usato non lo valuterà al prezzo di mercato, ma solo a un prezzo più conveniente. Lo sconto potrebbe arrivare anche al 50% del valore di un diamante nuovo con caratteristiche simili.

Diamante rosa sotto la lente del gemmologo
Diamante rosa sotto la lente di un gemmologo

Chi può acquistare i diamanti?

Una volta che i diamanti sono stati smontati dal gioiello e valutati, ci sono tre possibilità. Portare i diamanti a un commerciante di diamanti, a un gioielliere, oppure venderli all’asta. L’ipotesi più probabile è la seconda: un gioielliere che crea lui stesso dei gioielli potrebbe trovare vantaggioso acquistare un diamante a un prezzo inferiore a quello di mercato, a patto naturalmente che la pietra sia autentica, certificata, e in buone condizioni.

Diamanti in vendita ad Anversa
Diamanti in vendita ad Anversa

Conviene portare i diamanti da un commerciante di pietre preziose?

Se il diamante ha un certo peso e una buona qualità vendere le pietre a un commerciante all’ingrosso può essere una soluzione, ma non è facile: il commerciante di solito si rifornisce sui mercati internazionali e acquista molti diamanti alla volta, per poi rivenderli. In ogni caso, non illudetevi: come abbiamo accennato, il valore che vi sarà offerto sarà probabilmente meno del 50% del prezzo al dettaglio. Ovvio: un commerciante di diamanti vende le pietre a chi produce gioielli e trattiene per sé un guadagno.

Diamanti all'ingrosso
Diamanti all’ingrosso

È meglio vendere all’asta il diamante dell’anello?

È possibile anche vendere un diamante all’asta, a patto che abbia un peso in carati da renderlo interessante (una valutazione che dipende dalla società che organizza la vendita all’incanto). Nelle grandi città ci sono case d’aste che periodicamente vendono anche gioielli e pietre. E oggi ci sono anche le aste online. Ma, attenzione, se non si tratta di un diamante di una certa dimensione e di buona qualità, difficilmente potrà essere considerato per una vendita all’incanto. Meglio, in questo caso, provare a vendere il gioiello intero.

Asta di Christie's
Asta di Christie’s

I diamanti di laboratorio sono sostenibili?

Sono meglio i diamanti naturali o quelli creati in laboratorio? Quali diamanti sono più sostenibili? E quali hanno un valore maggiore nel tempo? Domande che, presumibilmente, continueranno a essere di attualità anche nei prossimi anni. Perché soprattutto in Cina e in India si sono moltiplicate le fabbriche di diamanti creati con sofisticate macchine e a prezzi sempre più bassi. Inoltre, chi produce e vende diamanti sintetici, o di laboratorio, può sostenere che queste gemme siano del tutto identiche a quelle naturali, almeno sotto l’aspetto della composizione chimica. Dunque, chi ha ragione?

Lesotho Legend, grande diamante grezzo di 910 carati
Lesotho Legend, grande diamante naturale grezzo di 910 carati

I produttori di diamanti naturali sono preoccupati di fronte al diffondersi di gioielli realizzati con pietre create in laboratorio. Per questo il Natural Diamond Council, associazione che riunisce aziende come De Beers Group, Dominion Diamonds, Lucara Diamond, Petra Diamonds, RZM Murowa e Rio Tinto, ha deciso di spiegare le proprie ragioni. E di sfatare alcuni miti che accompagnano i diamanti di laboratorio. Sono risposte, dal punto di vista delle aziende minerarie, che contestano soprattutto l’idea che i diamanti sintetici siano green, amici dell’ambiente. Anche se non si può ignorare che proprio De Beers da qualche anno vende diamanti sintetici attraverso il marchio Lightbox Jewelry…
Vediamo quali sono gli argomenti del Natural Diamond Council.

Un diamante grezzo emerge dal reattore al plasma CVD
Un diamante sintetico grezzo emerge dal reattore al plasma CVD

I diamanti prodotti in laboratorio sono uguali a quelli naturali?
In realtà, spiega il Natural Diamond Council, i diamanti creati in laboratorio si possono distinguere dai diamanti naturali tramite l’utilizzo di strumenti di verifica professionali. I diamanti lab grown sono prodotti su larga scala in poche settimane, mentre quelli naturali hanno miliardi di anni, e presentano caratteristiche e modelli specifici legati al loro sistema di crescita (sono due i metodi per creare diamanti sintetici).

Anello in oro giallo e diamanti di laboratorio
Anello in oro giallo e diamanti di laboratorio di Grown Brilliance

I diamanti prodotti in laboratorio sono sostenibili?

Secondo il Natural Diamond Council, i diamanti prodotti in laboratorio replicano il processo naturale di creazione di diamanti, che richiede una considerevole quantità di energia elettrica, principalmente dalla rete nazionale. Oltre il 60% dei diamanti creati in laboratorio è prodotto in Cina e India, dove rispettivamente il 63% e il 74% delle reti elettriche è alimentata a carbone. Inoltre, la produzione di diamanti in laboratorio può richiedere temperature altissime che si avvicinano al 20% della temperatura della superficiale solare.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

I diamanti naturali significa sono una risorsa naturale limitata?
La formazione avviene nell’arco di milioni, talvolta miliardi di anni, e si verifica in zone limitate del manto terrestre, a temperature e pressioni estreme. Il recupero globale dei diamanti naturali ha raggiunto l’apice nel 2005, per poi decrescere del 30% nel corso degli ultimi 16 anni.

Anello trilogy in oro bianco con diamanti cresciuti in laboratorio
Anello trilogy in oro bianco con diamanti cresciuti in laboratorio

I diamanti creati in laboratorio si sono deprezzati negli ultimi anni?


Dal 2016 al 2023, il prezzo medio di un diamante creato in laboratorio da 1,5 carati è diminuito di oltre il 74%, insiste ancora il il Natural Diamond Council. Al contrario, anche se i prezzi dei diamanti naturali hanno subito fluttuazioni negli ultimi 35 anni, in media questi sono aumentati del 3% all’anno.

Diamante blu di laboratorio
Diamante blu di laboratorio

Estrarre diamanti naturali è eticamente sostenibile?


Grazie al Kimberley Process, voluto dalle Nazioni Unite e dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization), il commercio di diamanti grezzi, aggiungono i produttori di diamanti, è regolamentato per garantire che sia privo di conflitti. Il Responsible Jewellery Council (RJC) assicura un approvvigionamento responsabile attraverso certificazioni verificate da terzi. E marchi, rivenditori e gioiellieri, stanno implementando sempre più protocolli e politiche di approvvigionamento etico per garantire la trasparenza nelle loro catene di approvvigionamento.

Un impianto di produzione di diamanti sintetici
Un impianto di produzione di diamanti sintetici

L’estrazione di diamanti naturali nuoce all’ambiente?
Secondo il Natural Diamond Council i diamanti naturali contribuiscono a proteggere la biodiversità su un’area delle dimensioni delle città di New York, Chicago, Washington D.C. e Las Vegas messe assieme. De Beers Group, per esempio, lavora con Kelp Blue allo studio del potenziale delle alghe per immagazzinare carbonio, migliorando al contempo la salute marina. Diamond Route è una rete creata da De Beers Group per proteggere gli habitat naturali minacciati in Sudafrica e Botswana.

Miniera della Culinam
Miniera della Cullinan

I diamanti naturali sono nocivi per i Paesi in cui sono estratti?
Il settore dei diamanti naturali, dicono i produttori, supporta il sostentamento di 10 milioni di persone in tutto il mondo. Fino all’80% del valore del diamante grezzo resta nelle comunità locali sotto forma di acquisti locali, benefit occupazionali, programmi sociali, investimenti nelle infrastrutture, tasse, diritti e dividendi pagati dal settore ai rispettivi governi. Per i membri dell’NDC, l’85% di tutti gli approvvigionamenti è locale. E in Canada, l’industria dei diamanti naturali contribuisce al 24% del Pil totale nei territori nordoccidentali, dove 17 miliardi di dollari sono andati a imprese (NWT) e 7,5 miliardi di dollari a imprese di proprietà indigene (NWT).

La nuova miniera: l'impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali
La nuova miniera: l’impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali Lightbox (De Beers)

I gioielli dell’Art Nouveau

Tornano sotto i riflettori i gioielli Art Nouveau, che in Italia si chiama stile Liberty, ma con lo stile eclettico dei primi anni del Novecento negli Usa, oppure un barocco rivisitato, o un insieme di fantasie che mischiano stili diversi: collane, spille e orecchini di un secolo fa sono una strana combinazione tra eccesso e innovazione. Rispetto al gusto ottocentesco, nei gioielli del primo scorcio del secolo scorso si vedono le influenze più consistenti del gusto artistico dell’epoca.

René Lalique, spilla Art Nouveau Libellules, con aquamarina, smalto e diamanti
René Lalique, spilla Art Nouveau Libellules, con aquamarina, smalto e diamanti

Le ghirlande di Cartier, i ricami, i fiori di Boucheron e Chaumet, i richiami all’antico Egitto o all’Oriente, sono tra gli aspetti più appariscenti. Novità raggiunte anche grazie a innovazioni nella lavorazione, come l’utilizzo più frequente del platino, un metallo resistente, che ha permesso di acquisire in leggerezza, con gioielli che sono diventati meno pesanti e più resistenti rispetto a quelli in argento. Ma nella scelta di un gioiello che ha cento anni bisogna fare attenzione: a quel tempo i metodi di lavorazione erano differenti da quelli attuali, che sono aiutati dalla tecnologia.

Tiara art nouveau di Philippe Wolfers con spilla a forma di pavone
Tiara art nouveau di Philippe Wolfers (1858–1929), argentiere, gioielliere, scultore e designer belga, con spilla a forma di pavone

Anche la scelta delle pietre era meno scientifica di quella di oggi, per non parlare del trattamento delle gemme, che ora riesce a valorizzare pietre che allora erano utilizzate allo stato naturale: opache, tagliate in modo un po’ approssimativo a brillante, a rosa, a goccia e a cabochon, a cui si sono aggiunti poi forme come calibré e briolettes. Eppure i gioielli tra la fine dell’Ottocento e gli Anni Ruggenti segnano una svolta e conservano un grande fascino. Tanto che ora sono tornati a essere al centro dell’attenzione anche sul mercato, tra case d’aste e antiquariato.

Spilla con corallo, diamanti e smalto di Janesich, 1930
Anello art nouveau con acquamarina, granati e smalto di Georges Fouquet

Ma quali sono le caratteristiche dei gioielli Art Nouveau? Bisogna premettere che gli artisti e gli artigiani della gioielleria di quel periodo volevano distinguersi prima di tutto dalla produzione di massa, che iniziava ad affacciarsi sul mercato prpoprio a quel tempo. Per questo i gioielli Art Nouveau sono caratterizzati da una raffinata lavorazioen artigianale. Ancora oggi si ricordano designer e gioiellieri famosi come René Lalique, Louis Comfort Tiffany e Karl Fabergé. I loro gioielli sono stati copiati e persino le grandi industrie di oggetti o della moda si sono ispirati a questi maestri del design.

Collana con ametista, giada e oro disegnata da Julia Munson sotto la direzione di Louis Comfort Tiffany nel 1906
Collana con ametista, giada e oro disegnata da Julia Munson sotto la direzione di Louis Comfort Tiffany nel 1906

A loro volta, i creatori di gioielli in stile Art Nouveau sono stati affascinati dall’arte di Cina e Giappone, che in Occidente erano espressioni artistiche ancora poco conosciute. Elementi naturali come animali, insetti o fiori sono stati associati a creature mitiche come i draghi. E, come negli acquarelli realizzati in Cina e Giappone, l’Art Nouveau ha privilegiato i colori pastello.

Pendente di collier Art Nouveau in oro e smalto, con viso di donna e glicine
Pendente di collier Art Nouveau in oro e smalto, con viso di donna e glicine

I gioielli Art Nouveau hanno anche privilegiato la figura femminile. Non dimentichiamo che nell’era Vittoriana una donna non poteva mostrare in pubblico neppure una caviglia. L’Art Nouveau non ha avuto timore, per reazionre, di valorizzare il corpo femminile senza censura, spesso in figure associate a personaggi della mitologia o fantastici. Anche la gioielleria ha tenuto conto di questo aspetto.

Collana Lucertola, Francia Art Nouveau, 1900, in bachelite e metallo
Collana Lucertola, Francia Art Nouveau, 1900, in bachelite e metallo

Il più famoso creatore di quel periodo è stato il designer di vetri e orafo francese René Lalique (vissuto tra il 1860 e il 1945). Utilizzava colori tenui e volumi con curve sinuose, pietre semipreziose, ambra, madreperla, e materiali inconsueti come il guscio di tartaruga, il corno, perle barocche.

René Lalique
René Lalique
Pendente a forma di delfino di James Cromar Watt. Smalto, oro, opale e perle
Pendente a forma di delfino di James Cromar Watt. Smalto, oro, opale e perle
Spilla a forma di rana in oro, diamanti, opali e rubini
Spilla a forma di rana in oro, diamanti, opali e rubini
Spilla in alessandrite, diamanti e smalto Art Nouveau, circa 1900, Marcus & co
Spilla in alessandrite, diamanti e smalto Art Nouveau, circa 1900, Marcus & co
Uovo con cestino di fiori per lo zar Nicola firmato Peter Carl Fabergé
Uovo con cestino di fiori per lo zar Nicola firmato Peter Carl Fabergé

I segreti dei gioielli Masai

Olivia Palermo è un’attrice, modella e blogger statunitense. Ma non solo: è anche ambasciatrice di Progetto Masai. Anni fa ha partecipato alla proiezione in anteprima di Red 2, a New York, indossando un abito Alexander Wang bianco e una splendida collana di ispirazione tribale. Vistosa, certo, ma di sicuro effetto.

Olivia Palermo
Olivia Palermo

Ma quanti conoscono, davvero, il significato e la storia dei bijoux dei Masai? Ecco che cosa bisogna sapere: la tribù Masai vive nella zona Centro-Est dell’Africa. È famosa per la tradizione dei gioielli composti da perline colorate. Il beadwork fa parte della loro cultura e le donne Maasai quasi ogni giorno trovano il tempo per comporre collane o bracciali.

Un uomo della tribù Masai. Photo: Kureng Workx
Un uomo della tribù Masai. Photo: Kureng Workx

La produzione di gioielli tribali, infatti, è affidata alle donne, anche se poi i monili sono indossati anche dagli uomini. Ma non solo per una questione di moda: il colore e il tipo di perline indossate, infatti, indicano età e condizione sociale Per esempio, gli uomini con un alto rango sociale nella tribù indossano gioielli più elaborati, con più colori. Oltre a indossarli, i gioielli tribali costituiscono una fonte di reddito, visto che sono venduti ai turisti: difficile resistere alla tentazione di aquistare un bijou.

Collane Masai
Collane Masai

Ma se volete farvi regalare un gioiello, è meglio conoscerne il significato. Le ragazze Maasai spesso indossano un grande disco pianeggiante attorno al collo quando ballano. Il movimento del disco accentuano grazia, flessibilità e agevolano la ricerca di un marito. Una volta sedotto il maschio, le donne indossano una collana un molto elaborata e pesante il giorno delle nozze. Non è molto consigliabile: spesso pende talmente verso il basso che può rendere difficile per persino camminare. Una volta diventata moglie, una donna Maasai indossa il Nborro, lunga collana con perline blu.

Ragazza Masai con collana e orecchini
Ragazza Masai con collana e orecchini

Anche i colori, infatti, hanno un significato. Spesso i colori sono relativi al bestiame posseduto, che è la principale fonte di cibo del Maasai e resta un simbolo di ricchezza. Il rosso, in ogni caso, è considerato un colore associato al coraggio e al sangue. Ma anche delle vacche quando sono macellate. Il bianco rappresenta invece la pace, la purezza  e la salute.  Il blu è legato all’energia e al cielo, l’arancione all’ospitalità, così come il giallo. Il verde è associato alla salute e alla terra. Infine, il nero rappresenta il popolo e le lotte che deve sopportare.

Donne in cerca di marito
Donne in cerca di marito
Complicati orecchini Masai
Complicati orecchini Masai
Collana a disco
Collana a disco
Elaborato diadema di perline
Elaborato diadema di perline
Giovane perlinato
Giovane con perline

Le cose da sapere sui diamanti neri

Come creare gioielli in resina

C’è chi indossa gioielli. E c’è chi vuole crearli con le proprie mani, magari gioielli in resina. Già, ma come fare gioielli in resina? Che cosa occorre? Quali sono i passaggi fondamentali. Vediamo come si può creare un gioiello in resina nella misura e con il disegno che avete deciso voi. Proprio per questo i gioielli in resina sono diventati sempre più popolari negli ultimi anni. È facile capire perché: si tratta di un materiale è versatile, economico e può essere utilizzato per creare un’ampia gamma di design. Se vi stuzzica l’idea di creare i vostri gioielli in resina, ecco una guida dettagliata per iniziare.

Collezione Reef, bracciale in resina e ottone
Collezione Reef, bracciale in resina e ottone di Marie-Hélène de Taillac

Materiale necessario:
• Resina epossidica
• Tazze di miscelazione
• Mescolare i bastoncini
• Stampo in silicone
• Pigmento o colorante (facoltativo)
• Glitter (facoltativo)
• Componenti di gioielleria (anelli di salto, ganci per orecchini, ecc.)
• Carta vetrata
• Equipaggiamento protettivo (guanti, maschera, occhiali)

Questo kit di resina epossidica è venduto su Amazon a 78,99 euro
Questo kit di resina epossidica è venduto su Amazon a 78,99 euro

Passaggio 1: preparate lo spazio di lavoro
La resina è un materiale che crea disordine, quindi ti consigliamo di lavorare in un’area ben ventilata e protetta da polvere e avanzi. Coprite il vostro spazio di lavoro con plastica o giornali e indossate indumenti protettivi, inclusi guanti, maschera e occhiali.

Stampo in silicone per anelli rotondi in resina epossidica, misure assortite, per creare gioielli in resina, anche questo si trova facilmente su Amazon
Stampo in silicone per anelli rotondi in resina epossidica, misure assortite, per creare gioielli in resina, anche questo si trova facilmente su Amazon

Passaggio 2: mescolare la resina
Seguite le istruzioni sulla confezione della resina epossidica per miscelare la resina e l’indurente nelle proporzioni corrette. Versate la resina in una tazza di miscelazione e mescolate per 2-3 minuti, assicurandovi di raschiare i lati e il fondo della tazza per garantire che la miscela sia ben amalgamata.

Passaggio 3: aggiungi colore e glitter (facoltativo)
Se volete aggiungere colore alla resina, potete usare pigmenti o coloranti. Fare attenzione a non aggiungere troppo colore, perché può influire sul processo di polimerizzazione. Potete anche aggiungere glitter o altri piccoli elementi decorativi in questa fase.

Passaggio 4: versare la resina
Versate la miscela di resina nello stampo in silicone. Se state realizzando un ciondolo o degli orecchini, potete usare uno stampo con una interruzione nella parte superiore dell’anello. Se state realizzando un braccialetto è sufficiente usare uno stampo con una superficie piana.

Anello realizzato a mano e venduto su Etsy, con cristalli di alluminio, filo di rame, resina epossidica, quarzo tibetano, quarzo rutilato dorato, ametista, granato e quarzo rosa
Anello realizzato a mano e venduto su Etsy, con cristalli di alluminio, filo di rame, resina epossidica, quarzo tibetano, quarzo rutilato dorato, ametista, granato e quarzo rosa

Passaggio 5: rimuovere le bolle
Usate una pistola termica o, se ne avete a disposizione, una fiamma per rimuovere eventuali bolle che potrebbero essersi formate nella resina. Fate attenzione a non tenere la fonte di calore troppo vicino alla resina o troppo a lungo, in quanto ciò può causare il surriscaldamento della resina e la polimerizzazione troppo rapidamente.

La preparazione della resina epossidica della creatrice Katherine Swift
La preparazione della resina epossidica della creatrice Katherine Swift

Passaggio 6: curare la resina
Seguite le istruzioni sulla confezione della resina per determinare il tempo di polimerizzazione. Questo può variare da poche ore a tutta la notte. Una volta che la resina si è indurita, rimuovetela dallo stampo e rifinisci l’eccesso con carta vetrata.

Stampi per la resina epossidica
Stampi per la resina epossidica

Passaggio 7: aggiungi gli altri elementi ai gioielli
Attaccate anelli o ganci per orecchini ai pezzi di resina usando le pinze. Se state realizzando un braccialetto o un anello, potete usare un adesivo forte per fissare il pezzo di resina a una base di metallo.

Lavorazione di un oggetto di resina
Lavorazione di un oggetto di resina

Passaggio 8: goditi i tuoi nuovi gioielli!
I vostri gioielli in resina sono ora completi e pronti per essere indossati o regalati a un amico. Conservate i pezzi in un luogo fresco e asciutto per evitare che diventino torbidi o scoloriscano nel tempo.

Orecchini in ottone, resina e cristalli
Orecchini in ottone, resina e cristalli

In conclusione, creare i tuoi gioielli in resina può essere un progetto fai-da-te divertente e gratificante. Con i materiali e le tecniche giuste, potete realizzare pezzi belli e unici che riflettono il vostro stile personale. Buon lavoro!

Collana in resina indossata. Foto: Aog Pixels
Collana in resina indossata. Foto: Aog Pixels

Come pulire gli orecchini

Come scegliere gli orecchini per una serata

Che orecchini scegliere quando si esce per un evento di sera? È una domanda che spesso si pongono le donne quando arriva il momento critico: dopo aver faticosamente scelto l’abito e gli accessori arriva il turno dei gioielli. E, in particolare, degli orecchini, che devono abbinarsi al vestito, ma anche alla forma del viso. Per questo aspetto leggete: Come scegliere gli orecchini.

Orecchini Lunaria Alta indossati
Orecchini Lunaria Alta di Marco Bicego indossati

Oltre a individuare qual è la dimensione e la forma degli orecchini che si accorda meglio con il vostro viso, dovete focalizzarvi sul tipo di evento o dall’occasione a cui state per partecipare. In generale, gli orecchini che si indossano la sera tendono a essere più formali e sofisticati rispetto a quelli che si indossano durante il giorno. Ecco alcuni tipi di orecchini che potresti considerare per una serata elegante:

Yvone Christa NY
Orecchini indossati di Yvone Christa NY

1. Orecchini a goccia. Gli orecchini a goccia sono molto eleganti e possono essere realizzati in una varietà di materiali come perle, diamanti, argento o oro. Naturalmente, ci sono anche orecchini a goccia in semplice metallo e pietre sintetiche, come cubic zirconia. Questo tipo di gioiello è un classico, che si abbina facilmente alla scelta dell’abito e può essere l’idea più semplice quando non sapete esattamente se la serata sarà super elegante e formale, oppure normale routine.

Orecchino a goccia della collezione Amuleti di Nanis
Orecchino a goccia della collezione Amuleti di Nanis

2. Orecchini pendenti. Gli orecchini pendenti sono perfetti per abiti senza spalline o scollature a V. Sono quindi una scelta che può essere messa facilmente in relazione al tipo di abito indossato. Anche in questo caso, possono essere realizzati in diversi materiali e colori. Gli orecchini pendenti sono di solito anche più visibili: richiedono quindi un’attenta valutazione nella scelta del colore e delle dimensioni. Per una serata molto formale o una cerimonia meglio optare per orecchini pendenti non troppo grandi. Per una serata in discoteca o una festa con amici vanno bene anche orecchini pendenti più grandi e vivaci.
Orecchini chandelier con diamanti indossati di Leo Pizzo, collezione Venezia
Orecchini chandelier con diamanti indossati di Leo Pizzo, collezione Venezia

3. Orecchini a cerchio. Gli orecchini a cerchio sono un classico della gioielleria e si adattano a molti stili di abbigliamento. Potete un paio di orecchini in metallo lucido o dorato per un look sofisticato. Gli orecchini a cerchio possono essere, però, anche una trappola: in questo caso conta molto la dimensione in relazione alla forma del viso e dell’abito. Orecchini a cerchio molto grandi, anni Settanta, sono sconsigliati per cerimonie e serate intime. Meglio optare per una dimensione che non superi la circonferenza di una moneta.
Orecchino a cerchio Motion di PdPaola
Orecchino a cerchio Motion di PdPaola

4. Orecchini con pietre preziosi. Gli orecchini con pietre preziose, come diamanti, zaffiri o rubini, sono perfetti per eventi formali come matrimoni, feste di gala o eventi aziendali importanti. È una scelta che vuole sottolineare il vostro ruolo, uno status sociale o, spesso, una scelta azzeccata (almeno dal punto di vista economico) del partner. Da non indossare per serate con amici, occasioni informali, discoteca o un semplice festeggiamento di compleanno: risulterebbero eccessivi.

Orecchini con ambra, rubini e diamanti brown firmati Fawaz Gruosi
Orecchini con ambra, rubini e diamanti brown firmati Fawaz Gruosi

5. Orecchini di perle. Gli orecchini di perle sono una soluzione eccellente per ogni tipo di occasione. Sono meno indicati, forse, per serate molto movimentate in discoteca o feste in cui prevale il colore, come il Carnevale o Halloween. Per tutte le altre occasioni un paio di orecchini di perle andranno sempre bene. Oltretutto, si abbinano a qualsiasi outfit, anche sportivo.

Orecchini Constellation indossati in oro, perle coltivate, ametista e diamanti
Orecchini Constellation indossati in oro, perle coltivate, ametista e diamanti

5 regole per scegliere gli orecchini con perle

Come scegliere gli orecchini di perle? Per decidere, guardate che cosa ha indossato Kate Middleton ♦︎

Da sempre le perle, in particolare gli orecchini, sono una scelta obbligata per regine e principesse. Quando, per esempio, il Principe Louis è stato battezzato, nessuno si è stupito che la madre, la duchessa di Cambridge, Kate Middleton, indossasse orecchini di perle (assieme a un abito Alexander McQueen color crema). Gli orecchini, se siete curiosi, erano del gioielliere londinese Cassandra Goad e costano 4.360 sterline. Ogni perla presenta un piccolo diamante incastonato, circondato da oro giallo 18 carati. Aspetto divertente: il design di questi orecchini è stato ispirato da grappoli di cavolfiori in un mercato siciliano.

Kate Middleton al battesimo del principe Louis
Kate Middleton al battesimo del principe Louis

Cassandra Goad, orecchini Cavolfiore, indossati da Kate Middleton
Cassandra Goad, orecchini Cavolfiore, indossati da Kate Middleton

Insomma, questo è solo un esempio. Gli orecchini di perle sono regolarmente indossati nelle occasioni più diverse. C’è chi sceglie le perle e le abbina ai jeans oppure chi, come Kate Middleton, le utilizza come gioiello classico e sempre di moda anche per le occasioni ufficiali, per le serate e le cerimonie. Secondo l’International Gem Society, le perle bianche hanno un legame con l’innocenza e la purezza. In Asia le perle sono considerate un simbolo di divinità e una potenza superiore grazie all’aspetto esterno e alla forma circolare della gemma. Gli orecchini con le perle, però, non sono tutti uguali. Innanzitutto le perle possono avere forme differenti, non necessariamente circolari. E, inoltre, le perle hanno anche colori differenti: dal bianco perlaceo alle sfumature dorate, verdi o grigio scuro.

Meghan Markle con gli orecchini di perle
Meghan Markle con gli orecchini di perle

Come scegliere gli orecchini con perle

1 Scegliete orecchini con perle pendenti, magari a forma di goccia, se avete un viso piuttosto tondo.

2 Meglio orecchini con perle a bottone, oppure cluster come quelli indossati da Kate Middleton, se avete un viso allungato.
3 Il colore delle perle può anche essere abbinato alla tonalità della pelle. Perle bianche o dorate per chi ha la pelle chiara, perle di Tahiti dal colore grigio o con sfumature violacee per chi ha la pelle bruna o scura.

4 Un paio di orecchini di perle può essere indossato in qualsiasi occasione a patto che sia semplice, come quelli a bottone. Orecchini pendenti, magari abbinati a diamanti o altre pietre preziose è meglio se sono riservati alle serate impegnative.

5 Abbinamento con il vestito: le perle bianche sono neutre e si possono accompagnare con qualsiasi outfit. Le perle colorate, invece, sono da considerare a tutti gli effetti come gioielli da coordinare con il colore dell’abito, come una sciarpa o una spilla.

Orecchini pendenti in oro 18 carati e diamanti con due perle South Sea
Jewelmer, orecchini pendenti in oro 18 carati e diamanti con due perle South Sea
Orecchini in oro bianco e perle di Tahiti, diamanti
Schoeffel, orecchini in oro bianco e perle di Tahiti, diamanti
Orecchini in oro rosa, diamanti e perle rosa
Coscia, orecchini in oro rosa, diamanti e perle rosa
Autore, orecchini della collezione Stars & Galaxies
Autore, orecchini della collezione Stars & Galaxies
Yoko London, orecchini con perle di Tahiti e diamanti
Yoko London, orecchini con perle di Tahiti e diamanti
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Tiffany Signature, orecchini con perle e diamanti
Autore, perle dorate dei Mari del Sud
Autore, perle dorate dei Mari del Sud
La regina Elisabetta indossa gli orecchini con perle
La regina Elisabetta indossa gli orecchini con perle
Orecchini Hoops in fibra di carbonio, perle
Fabio Salini, orecchini Hoops in fibra di carbonio, perle
Orecchini con tormalina bicolore e perle di Thaiti
Assael, orecchini con tormalina bicolore e perle di Tahiti
Orecchini a forma di grappolo d'uva, con perle, platino e diamanti
Verdura, orecchini a forma di grappolo d’uva, con oro, perle, platino e diamanti
Orecchini di perle con diamanti
Mikimoto, orecchini di perle con diamanti
Suzanne Belperron, orecchini in platino con perle e diamanti, anni Cinquanta
Suzanne Belperron, orecchini in platino con perle e diamanti, anni Cinquanta
Clip di perle coltivate di René Bonvin
Clip di perle coltivate di René Bonvin

Come scegliere un anello con zaffiro

Come e perché scegliere un anello con zaffiro? Consigli utili per acquistare un anello (ma anche una collana, orecchini bracciale) con zaffiro ♦︎

Il colore blu è bellissimo: è quello del mare, del cielo terso, e anche dello zaffiro più pregiato. Ma probabilmente sapete che gli zaffiri sono una pietra che si trova anche in altri colori, come giallo, rosa, viola. Ma come scegliere un anello con zaffiro? E quanto vale uno zaffiro? Se non siete esperti ci sono alcuni aspetti di cui potete tenere conto prima di acquistare un anello con zaffiro (ma lo stesso discorso vale per una collana, orecchini o bracciale). Ecco alcuni suggerimenti utili, che possono aiutare a prendere la decisione giusta se volete acquistare un gioiello con zaffiro.

Anello con raro zaffiro blu non riscaldato taglio cuscino di 12 carati
Anello con raro zaffiro blu non riscaldato taglio cuscino di 12 carati

1 Controllate la provenienza. Conoscere la provenienza di una pietra è essenziale. Per esempio, per gli zaffiri, l’origine delle pietre è particolarmente importante. Lo zaffiro si estrae in molte parti del mondo, ma non tutte le pietre sono uguali: ci sono i rarissimi zaffiri del Kashmir, oppure della Birmania (Myanmar) o estratti in Sri Lanka. Hanno prezzi diversi. Per esempio, le miniere del Kashmir (India) sono esaurite da un secolo e, quindi, gli zaffiri con quella provenienza sono rarissimi e molto costosi. Sono anche generalmente considerati di una qualità superiore: il loro colore è particolarmente intenso, saturo, con una luce vellutata che sembra provenire dall’interno. Anche gli zaffiri birmani sono simili, ma hanno riflessi più vitrei, trasparenti, chiari, con un colore vivido. Infine, gli zaffiri dello Sri Lanka sono molto luminosi, con un riflesso quasi liquido con punti tendenti al viola. Hanno spesso anche una particolare consistenza cristallina che dona una intensità del colore diversa quando si gira la pietra davanti a una luce. Gli zaffiri dello Sri Lanka sembrano più più freschi e moderni rispetto a quelli di Birmania o Kashmir. Ma si estraggono zaffiri anche in Tailandia o Vietnam, oppure in Africa, per esempio in Tanzania, Kenya, Nigeria, Madagascar e persino nel Montana (Stati Uniti).

Shaun Leane, anello con zaffiro di 10,53 carati
Shaun Leane, anello con zaffiro di 10,53 carati

2 Scaldati o non scaldati. Nella maggioranza dei casi, gli zaffiri (così come molte altre pietre) sono stati scaldati per rendere più vivido il colore e maggiormente trasparenti le gemme. È una pratica che dura da secoli, quindi non bisogna scandalizzarsi. Se una pietra non è stata scaldata e vanta un colore intenso, però, ha anche un maggior valore. E se uno zaffiro non è naturale e non è stato scaldato solitamente è una qualità sottolineata (e fatta pagare) al momento della vendita. Normalmente le pietre è sempre accompagnate dal certificato di un istituto gemmologico. Attenzione: scaldare lo zaffiro non è l’unico sistema per rendere migliore e più vendibile la pietra. Un altro sistema consiste nel riempire le micro fatture con materiale sintetico con l’aggiunta di coloranti. In questo caso però, le pietre possono essere rovinate da una sostanza acida, per esempio al momento della pulizia, per esempio un sapone o un succo di limone. Quindi, prima di acquistare uno zaffiro chiedete sempre se è stato trattato e con quale metodo.

Anello in oro bianco con zaffiro Ceylon, non scaldato, taglio rettangolare di 33,40 carati
Anello in oro bianco con zaffiro Ceylon, non scaldato, taglio rettangolare di 33,40 carati

3 Quale colore. Gli zaffiri non sono tutti blu, il colore più pregiato. Ci sono anche zaffiri gialli, arancio, rossi, viola, verdi e rosa (una particolare varietà particolarmente pregiata è chiamata padparadscha) e ci sono persino gemme incolori come i diamanti. In generale, però, il valore delle pietre dipende parecchio dall’intensità del colore. Più il colore è intenso senza compromettere la luminosità, e più la pietra è preziosa.

Anello con zaffiro rosa naturale circondato da diamanti
Anello con zaffiro rosa naturale circondato da diamanti

4 Attenti ai difetti. Se acquistate un anello con zaffiro e la pietra ha una certa dimensione sarà più facile controllare se all’interno vi sono delle inclusioni (e di solito è molto facile che ci siano). Le inclusioni possono essere, per esempio, dei filamenti chiari di rutilio, che rendono una pietra meno preziosa. Non solo: in alcuni casi queste inclusioni possono minacciare la solidità della pietra. Se le inclusioni sono molto visibili il prezzo di uno zaffiro può scendere sostanzialmente. Con un’eccezione: se le inclusioni formano una sorta di stella riflessa sulla superficie, un fenomeno abbastanza raro, in quel caso lo zaffiro ha un valore maggiore.

Inclusioni in uno zaffiro del Kashmir
Inclusioni in uno zaffiro del Kashmir

5 Fate un confronto. Anche se un anello con zaffiro vi sembra bello, chiedete di confrontarlo alla luce con altri gioielli. Il vostro gioielliere ha di sicuro a disposizione altri gioielli con zaffiri e un confronto tra pietre diverse vi farà scoprire, per esempio, se il colore della vostra pietra è più o meno intenso. Come per i diamanti, inoltre, conta molto la qualità del taglio: di solito per gli zaffiri viene preferito un taglio tondo oppure ovale. Pietre di grande dimensione sono proposte anche con una forma pan di zucchero.

Anello con zaffiro taglio pan di zucchero e diamanti
Anello con zaffiro taglio pan di zucchero e diamanti by Viren Bhagat

6 Guardate il taglio. Uno degli aspetti che può valorizzare o deprimere il valore di una gemma è il taglio. Un buon taglio può fare una grande differenza, conferendo una maggiore brillantezza alla pietra e riflettere la luce uniformemente su tutta la gemma. Gli zaffiri tagliati male hanno anche un valore minore. Come si fa a sapere se una pietra è tagliata bene? In effetti, sono un esperto gemmologo può scorgere subito i difetti e individuare la causa tecnica di un taglio mal riuscito. Ma se esponete la pietra alla luce e la paragonate ad altre simili, potreste notare delle differenze nei riflessi: scegliete il più brillante.

in platino con zaffiro giallo di 6,01 carati
Anello in platino con zaffiro giallo di 6,01 carati
Anello con zaffiro blu e zaffiri viola
Anello con zaffiro blu e zaffiri viola
Spilla in oro e diamanti con zaffiro viola
Spilla in oro e diamanti con zaffiro viola

Come scegliere l’anello nuziale

Anelli nuziali, guida alla scelta della fede per il matrimonio (e 5 idee per individuare l’anello di matrimonio giusto per voi)

I gioielli hanno sempre giocato un ruolo decisivo nelle relazioni, non solo dal punto di vista più frivolo, come uno dei doni più apprezzati che un uomo può fare una donna, ma anche sotto un aspetto molto più profondo, di unione tra due persone. Ecco perché la scelta dalla fede nuziale da condividere con il compagno di vita non dovrebbe essere presa alla leggera.

Anello di fidanzamento indossato assieme alla fede matrimoniale
Anello di fidanzamento indossato assieme alla fede matrimoniale

L’anello per il giorno più importante della coppia, infatti, sarà indossato (si spera) per tutta la vita. La scelta, insomma, va decisa dopo aver pensato bene. E tenete conto anche che l’anello si deve abbinare a vestiti diversi, stagioni differenti, alla sera come alla mattina. Insomma, deve andare bene sempre.

Quindi, meglio scegliere una fede nuziale classica, in semplice oro giallo ? Oppure in oro rosa, bianco o platino? Una fede lucida, satinata o con diamanti? Ecco una selezione di quello che si può acquistare attraverso internet: l’anello di matrimonio, come l’amore, non ha confini. E per la misura? Le dimensioni dell’anello si possono stabilire facilmente seguendo queste istruzioni.

1 anello in oro giallo. È come un abito grigio, che va bene per tutte le occasioni. Un classico. Non stona mai, nessuno lo noterà troppo, ma non pensate di distinguervi. C’è chi sceglie un anello a banda in oro giallo proprio perché un po’ anonimo, nessuno avrà mai nulla da ridire sulla vostra scelta, e tra 20 anni andrà bene lo stesso. Altri, però, la trovano la fede in oro giallo troppo noiosa. A voi la scelta.

Noi2, fede nuziale in oro giallo by Damiani
Noi2, fede nuziale in oro giallo by Damiani

2 anello in oro rosa. Anni fa l’oro rosa era considerato troppo vistoso e non adeguato per il matrimonio. Oggi non è più così: chi sceglie l’oro rosa apprezza il colore caldo del metallo. Tra l’altro, non c’è un solo tipo di rosa: il colore, infatti, dipende dalla quantità di rame che è utilizzata nella lega con l’oro. Più il rosa è acceso, più rame sarà stato utilizzato. Per la precisione, l’oro rosa è di solito composto per il 75% di oro (giallo, quindi), per il 6,5-5% d’argento e per il 18,5-20% da rame. Ovviamente non dovete avere allergie al rame.

Fede Nuziale Toujours in oro rosa
Fede Nuziale Toujours in oro rosa

3 anello in oro bianco. Discreto, classico, perfetto anche quando è completato da un piccolo diamante incastonato nella banda: l’oro bianco continua ad avere un buon numero di estimatori. La sua lucentezza dipende, però, dal tipo di rodiatura utilizzato (questo vale anche per gli altri colori dell’oro). Quando l’oro bianco, con l’usura, perde la sua lucentezza, rischia di essere confuso con l’argento. Ma niente paura: basterà portarlo in gioielleria per una nuova veloce rodiatura e tornerà come nuovo.

Anello in oro bianco Heart Beat
Salvini, anello in oro bianco Heart Beat

4 anelli con diamante. Il classico solitaire di solito è un anello destinato al fidanzamento. In quel caso, però, il diamante è griffato all’esterno della banda d’oro. Nulla vieta, però, che piccoli diamanti possano essere utilizzati anche per le fedi nuziali. Ma in questo caso devono essere collocati in modo molto discreto sull’anello per non diventare eccessivamente vistosi. 

Anello di Piaget Possession, in oro rosa e diamante
Anello di Piaget Possession, in oro rosa e diamante

5 anelli di platino. Non c’è solo l’oro: il platino è un ottimo metallo per le fedi nuziali. Oltre a essere molto chic, il platino è anche un metallo che non provoca facilmente allergie, ed è molto resistente. È però un po’ più costoso dell’oro. Non solo: una volta indossato non è distinguibile da un normale anello in oro bianco: quindi, se scegliete il platino, non dovete avere la preoccupazione di esibirne il costo.

Cartier, anello in platino (versione uomo)
Cartier, anello in platino (versione uomo)

Gioielli con la malachite

Come scegliere, pulire, curare e acquistare un gioiello con la malachite ♦︎

Se vi piace il verde, ma siete anche al verde, potreste essere interessati ai gioielli con la malachite. La pietra semi preziosa, infatti, è molto decorativa, ma anche economica. La malachite ha, però, un difetto. Ecco quale.
Per la gemmologia, la malachite è un carbonato di rame verde. Per la gioielleria la malachite è usata spesso sotto forma di perle per collane e braccialetti. Ma c’è anche chi la utilizza con taglio cabochon per gli anelli. Spesso è rivestita di cera o resina per renderla lucida. Le sue tipiche striature di verde più scuro possono donare al gioiello fascino e, soprattutto, un aspetto unico. Era molto apprezzata dagli zar di Russia, anche perché la malachite era estratta dalle miniere degli Urali. Oggi nel Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo si trova una delle esposizioni più straordinarie di questa gemma in una stanza chiamata Malachite Room.

Anello in oro, diamanti e malachite
Anello in oro, diamanti e malachite di Gaya

Il difetto. La malachite costa poco, se ne trova in grande quantità, ma ha un punto debole: è abbastanza morbida. Nella scala della durezza, che vede in cima il diamante a quota 10, la malachite si accontenta di un punteggio di 3,5. Ed è anche il motivo per cui è molto semplice la lavorazione. Con la malachite, infatti, oltre ai gioielli si fabbricano, piatti, soprammobili, perfino vasi.

Collana a forma di elefante in oro, malachite e rubino
Collana a forma di elefante in oro, malachite e rubino by Cedille

Come sceglierla. Se volete acquistare un gioiello con malachite, fate attenzione soprattutto alle striature: il disegno delle strisce o venature che percorrono la pietra è l’aspetto che conferisce valore al gioiello. il disegno più apprezzato è quello a centri concentrici, che formano una specie di occhio. Le pietre senza striature, invece, non sono considerate interessanti.
Il nome. Il nome malachite deriva dalla parola greca che si riferisce al colore delle foglie di malva. Ma anche dalla parola malakos, che significa morbido.

Bracciale in oro, diamanti, malachite, lapislazzuli, corniola, turchese e crisoprasio
Bracciale in oro, diamanti, malachite, lapislazzuli, corniola, turchese e crisoprasio di Gem Dior

Poteri magici. C’è chi ancora oggi crede che una pietra possa avere poteri soprannaturali. Se ci credete, sappiate che nell’antichità (quando la vita media era molto bassa), la malachite era indossata come gemma di guarigione, protezione contro il malocchio e perfino data ai bambini per proteggerli dagli incubi. Ma se per caso avete la tosse, meglio andare dal medico.

Brent Neale, orecchini in oro, diamanti, malachite
Brent Neale, orecchini in oro, diamanti, malachite

Pulizia e cura della malachite. La pietra è morbida, quindi fate attenzione a non graffiarla. Fibbie, anelli appuntiti, pietre più dure o lavori domestici possono graffiare facilmente la malachite. Inoltre, è una pietra sensibile al calore, all’acido, all’ammoniaca e all’acqua calda, ai detergenti chimici per la casa. Per pulire la malachite basta usa semplicemente acqua saponata (poco) e un panno morbido. Sciacquare bene, asciugare in un panno morbido. Non sono raccomandati pulitori a ultrasuoni.

Orecchini in oro con diamanti e malachite
Vendorafa, orecchini in oro con diamanti e malachite
Anello con malachite e smeraldi
Pomellato, anello con malachite e smeraldi
Bracciale con malachite, oro rosa e diamante
Chopard, bracciale con malachite, oro rosa e diamante
Rose gold cuff and ring with black jade, malachite and diamonds
Roberto Coin, rose gold cuff and ring with black jade, malachite and diamonds
Anello Entre les Doigts Perlée couleurs in oro bianco, diamanti e malachite
Van Cleef & Arpels, anello Entre les Doigts Perlée couleurs in oro bianco, diamanti e malachite
Anello in oro bianco, diamanti e malachite
Anello in oro bianco, diamanti e malachite by Mateo

Attenzione ai gioielli che si rovinano facilmente

Lo sapevate che luce e calore possono rovinare i vostri gioielli? Eppure è così. Sono molti i gioielli che possono essere compromessi a causa di un’esposizione continua alla luce e a una temperatura troppo elevata. E non si tratta della fiamma di un fuoco, ma del semplice calore solare. O magari di un camino. Ecco, quindi, quali gioielli dovete proteggere i vostri gioielli da luce e calore.

Collana con acquamarina e pietre dure
Collana con acquamarina e pietre dure

I gioielli a rischio con la luce

Innanzitutto è meglio precisare: non tutti i gioielli sono sensibili alla luce e al calore e, anche quelli che lo sono, hanno diversi gradi di criticità. Un bracciale in oro 18 carati non avrà eccessivi problemi. I gioielli più a rischio, invece, sono quelli che utilizzano pietre o altri materiali delicati: proprio come avviene per la pelle o per i tessuti, i raggi del sole possono compromettere il loro colore, che può sbiadire. Troppa luce (oltre quella necessaria per un semplice utilizzo del gioiello) può arrivare anche a danneggiare seriamente la loro struttura. I gioielli a rischio sono quelli con materiali delicati come ambra, avorio, perle. Ma anche con pietre preziose come ametista, kunzite, topazio, oppure i cammei realizzati con l’incisione di una conchiglia. Le perle e l’avorio, per esempio, sono elementi che diventano più bianchi se esposti estrema alla luce. Per una perla colorata, come quelle nere di Tahiti, la luce può comportare un danno notevole. L’ambra, al contrario, se esposta al sole per lungo tempo diventa più scura.

Le perle sono tra i materiali più delicati
Le perle sono tra i materiali più delicati

I gioielli a rischio con il calore

Tanto caldo e poi freddo improvviso, per esempio in estate quando si passa dalla spiaggia a un locale con aria condizionata, è un fattore di rischio per i gioielli con pietre. Gli sbalzi improvvisi di temperatura, infatti, possono incrinare le pietre o i materiali più delicati. Le perle, per esempio, potrebbero seccarsi, rompersi e scolorirsi se perdono l’umidità di cui hanno bisogno. Ma anche pietre come gli opali possono cambiare colore e diventare improvvisamente bianchi o scuri, e sulla superficie possono comparire minuscole crepe, che a lungo andare possono compromettere la struttura stessa della pietra. C’è, inoltre, un altro motivo per temere il calore. Molte pietre preziose colorate, infatti, sono sottoposte a un forte calore per migliorare il colore e, in alcuni casi, per renderle anche più trasparenti. Non solo: sono spesso trattate anche con solventi, vapore e pulitori ad ultrasuoni. Questi trattamenti possono rendere la gemma più attraente, ma anche più delicata. Insomma, non lasciate un anello con pietre al sole per lungo tempo.

I rubini sono stati messi in un recipiente al centro del fuoco, dove vengono riscaldati
Birmania, i rubini sono stati messi in un recipiente al centro del fuoco, dove vengono riscaldati per ravvivarne il colore

Queste sono le gemme più delicate

Secondo la classifica stilata dal Gia, tra le pietre più suscettibili al calore e ai cambiamenti di temperatura, indipendentemente dal fatto che vengano trattate o meno, ci sono tanzanite, feldspato (pietra di sole e pietra luna), fluorite, iolite, kunzite, lapislazzuli, malachite, opale, topazio, turchese, zircone.

Riparazione di un gioiello con pietra danneggiata
Riparazione di un gioiello con pietra danneggiata
Gli opali sono pietre particolarmente delicate
Gli opali sono pietre particolarmente delicate
Orecchini con cammeo su conchiglia sardonica
Orecchini con cammeo su conchiglia sardonica

Che cosa sono le perle akoya?

Che cosa sono le perle akoya? Se avete intenzione di acquistare una collana di perle, oppure orecchini di perle, un bracciale o un anello realizzato con queste piccole sfere prodotte da speciali molluschi, è facile che vi imbattiate nel termine akoya, che distingue un particolare tipo di perle. Ma che cosa sono le perle akoya? Se siete curiosi, scoprite le caratteristiche di queste perle e, naturalmente, l’origine del nome akoya.

Collana di perle akoya
Mazza, collana di perle akoya

Le perle akoya sono una varietà di perle coltivate conosciute per la loro bellezza e lucentezza. Queste perle sono coltivate in acqua salata e sono il frutto di un tipo di ostrica in cui crescono, la Pinctada fucata martensii. Queste ostriche sono coltivate principalmente in Giappone, anche se sono state sviluppate anche tecnologie di coltivazione in altri paesi, come la Cina e la Corea. Le perle akoya sono comunque disponibili in tutto il mondo. Questa varietà di perle sono considerate le perle classiche per eccellenza. Sono state introdotte per la prima volta in Giappone alla fine del XIX secolo, e da allora sono diventate una delle perle più popolari al mondo.

Orecchini in oro giallo e perle Akoya
Orecchini in oro giallo e perle Akoya

Caratteristiche delle perle akoya
Come abbiamo detto, le perle akoya sono apprezzate per la loro lucentezza, ma anche per il loro colore brillante e la loro forma regolare. La lucentezza si riferisce alla capacità della perla di riflettere la luce, creando un effetto luminoso sulla superficie. Il colore delle perle akoya è generalmente bianco o crema, anche se sono disponibili in altre tonalità come rosa, oro e argento. La forma rotonda è considerata la forma ideale per le perle akoya, ma possono essere anche ovali, a goccia o barocche. Le perle akoya sono generalmente più piccole di altre perle coltivate, con un diametro che va dai 2 ai 10 millimetri. Tuttavia, ci sono anche perle akoya più grandi che possono arrivare a 12-13 millimetri. Queste perle sono comunemente usate per creare gioielli come collane, braccialetti e orecchini.

Orecchini con perle akoya
Orecchini con perle akoya di Nimei

Coltivazione delle perle akoya
La coltivazione delle perle akoya inizia con la selezione delle ostriche mature, che vengono poi innestate con un frammento di tessuto di mantello di un’altra ostrica. Questo tessuto stimola l’ostrica a produrre la madreperla, o nacre, una sostanza che ricopre il nucleo del tessuto impiantato, formando la perla.

Bracciale con perle Akoya e diamanti di Yoko London
Bracciale con perle Akoya e diamanti di Yoko London

Pulizia delle perle
Le perle akoya sono considerate un simbolo di eleganza e raffinatezza, e sono spesso indossate in occasioni speciali come matrimoni e eventi formali. Sono anche un’ottima scelta per i regali, soprattutto per le donne che apprezzano la moda e il design. Fate attenzione: le perle akoya sono abbastanza fragili, quindi devono essere trattate con cura per evitare graffi o danni. Evitate di esporle a sostanze chimiche o calore ed è meglio pulirle delicatamente con un panno morbido dopo l’uso.

Assael, bracciale in oro con perle Akoya
Assael, bracciale in oro con perle Akoya

L’origine del nome
Il termine akoya deriva dal nome dell’ostrica che produce queste perle, ovvero l’ostrica akoya secondo il nome giapponese (Pinctada fucata martensii). Queste ostriche crescono naturalmente nelle acque costiere del Giappone, dove l’acqua è ricca di nutrienti e minerali che favoriscono la crescita delle perle, e dove le perle akoya sono state coltivate per la prima volta alla fine del XIX secolo. Il termine akoya in giapponese significa acqua salata, il che riflette l’ambiente in cui queste perle vengono coltivate.

Bracciale della linea Milano con perle Akoya gialle indossato
Alessio Boschi, bracciale della linea Milano con perle Akoya gialle indossato

Come riconoscere il vero argento

Un gioiello in argento non può mancare alla vostra collezione. Orecchini, collane, anelli, bracciali: l’argento è uno dei metalli più utilizzati e anche uno dei più antichi impiegati in gioielleria. L’argento, inoltre, ai giorni nostri è anche economico rispetto all’oro. Ma questo non vuol dire che non sia imitato. Oppure, può essere utilizzato solo come leggera patina che ricopre un altro metallo, meno nobile. Insomma, come riconoscere se il vostro gioiello è di vero argento?

Lemaire, bracciale d'argento indossato sopra il polsino
Lemaire, bracciale d’argento indossato sopra il polsino

Esistono diversi modi per riconoscere se un gioiello è realizzato in vero argento:

1. Controllate se ha un marchio
I gioielli in argento autentico sono spesso contrassegnati con segni distintivi, che in gioielleria si indicano come punzonatura. Negli Stati Uniti e nella maggior parte dei Paesi si indica la purezza dell’argento con sigle come 925 o sterling. Queste sigle indicano che i gioielli sono realizzati con argento puro al 92,5%. Ma possono anche essere utilizzate abbreviazioni. In Italia, per esempio, si trova anche Arg. che indica la parola argento. La punzonatura si trova di solito all’interno del gioiello, in una posizione poco appariscente.

In questo dettaglio è visibile la punzonatura 925
In questo dettaglio è visibile la punzonatura 925

2. Eseguite il test del magnete
A differenza dell’oro, l’argento è debolmente magnetico. Ma se un gioiello è fortemente attratto da un magnete significa che non è composto di vero argento, ma potrebbe essere realizzato con alcuni altri metalli, come l’acciaio o il ferro, che sono fortemente magnetici.

Collana in argento annerito by Giovanni Raspini
Collana in argento annerito by Giovanni Raspini

3. Test dell’acido nitrico
Questo test può determinare la purezza dell’argento. Viene praticato un piccolo graffio sui gioielli e si bagna con una goccia di acido nitrico. Il colore del graffio dopo l’applicazione dell’acido indicherà la purezza dell’argento. Tuttavia, questo test può danneggiare i gioielli, quindi dovrebbe essere eseguito solo da un professionista qualificato.

Bracciali in argento a maglia geometrica con charm
Bracciali in argento a maglia geometrica con charm

4. Test di candeggina
Un gioiello in argento autentico dovrebbe appannarsi se è a contatto alla candeggina. Applicate una goccia di candeggina su un’area poco visibile dei gioielli per scoprire se si appanna.
Bracciale e anello indossati
Bracciale e anello in argento di Pianegonda, indossati

5. Prova della pelle
I gioielli in argento non provocano reazioni o scolorimento sulla pelle. Una eventuale reazioni cutanea può anche indicare se i gioielli sono realizzati in argento puro. Tuttavia, bisogna tenere presente che alcune persone potrebbero avere reazioni allergiche ad altri metalli, come il nichel, che possono essere presenti nei gioielli. Come abbiamo scritto prima un gioiello in argento 92,5% significa che, comunque, la lega è composta per il 7,5% da altri metalli, molto spesso il rame. L’argento puro non è utilizzato in gioielleria, ma è venduto sul mercato in lingotti. Un lingotto di argento puro è definito 999/1000, perché composto da argento per il 99,9%.
I gioielli sono in argento 925 riciclato, argento ossidato e oro 14 carati
I gioielli di Aurum sono in argento 925 riciclato, argento ossidato e oro 14 carati

Come riconoscere se un gioiello è d’oro

Alzi la mano chi non ha almeno un gioiello d’oro. Un anello, un paio di orecchini, una collana o un bracciale d’oro sono forse il regalo più comune che è riservato per anniversari o grandi occasioni. Ma siete sicuri che il gioiello sia di vero oro? Esistono diversi modi per riconoscere se un gioiello è realizzato in vero oro.

Orecchini e collana in oro
Orecchini e collana in oro

1. Controllare l’indicazione dei carati
I gioielli in oro sono spesso contrassegnati con segni distintivi che indicano la purezza dell’oro. I segni distintivi più comuni sono 14K, 18K e 24K, oppure Ct per un gioiello italiano. K o Ct indicano i carati, la misura della purezza dell’oro. L’oro 24 carati è oro puro, mentre l’oro 14 carati è oro 58,3% e l’oro 18 carati è oro 75%. Il segno distintivo dovrebbe trovarsi in un’altra posizione poco appariscente. Se volete saperne di più sui carati dell’oro leggete qui.
Questo anello in oro della francese Marie Mas indica l'oro 18 carati con il numero 750
Questo anello in oro della francese Marie Mas indica l’oro 18 carati con il numero 750

2. Il test del magnete
L’oro non è magnetico. Quindi, se un gioiello è attratto da un magnete, non è fatto di vero oro. Tuttavia, tenete presente che anche altri metalli, come l’acciaio inossidabile o l’argento, non sono magnetici, quindi questo test da solo non è sempre affidabile. Ma è pur sempre un tentativo che si può fare.
Collana e orecchini Lunaria Alta indossati
Collana e orecchini Lunaria Alta di Marco Bicego indossati

3. Il test dell’acido nitrico
Questo test può determinare la purezza dell’oro. Viene praticato un piccolo graffio nascosto sui gioielli e una goccia di acido nitrico viene posta sul segno. Il colore del graffio dopo l’applicazione dell’acido indicherà la purezza dell’oro. Tuttavia, questo test può danneggiare i gioielli, quindi dovrebbe essere eseguito solo da un professionista qualificato.
Anelli della collezione Anime indossati
Anelli della collezione Anime di Leonori indossati

4. Il test di densità
L’oro è un metallo denso, quindi peserà più della maggior parte degli altri metalli della stessa dimensione. Un gioielliere può eseguire un test di densità misurando il peso del gioiello e calcolandone la densità. Tuttavia, questo test richiede attrezzature specializzate, quindi potrebbe non essere alla vostra portata.
Collana Ivy in oro rosa e diamanti indossata
Collana Ivy in oro rosa e diamanti di Nanis indossata

5. Il test della pelle
L’oro autentico non provoca reazioni o scolorimento sulla pelle: se indossate i gioielli e osservate delle reazioni cutanee è probabile che i gioielli non siano realizzati in oro autentico. Tuttavia, tenete presente che alcune persone potrebbero avere reazioni allergiche ad altri metalli, come il nichel, che potrebbero essere presenti nei gioielli in oro, specie quelli più vecchi.
Collezione Crescendo di FerrariFirenze, gioielli indossati
Collezione Crescendo di FerrariFirenze, gioielli indossati

In sintesi, per riconoscere se un gioiello è realizzato in vero oro, è possibile verificare la presenza di segni distintivi, eseguire un test del magnete, eseguire un test dell’acido nitrico, eseguire un test della densità o eseguire un test cutaneo. Tuttavia, alcuni di questi test possono richiedere attrezzature o competenze specializzate, quindi è meglio farli eseguire da un professionista qualificato.
Dune-Velaa-pave_bracciale-indossato
Dune Velaa Pavé di Annamaria Cammilli, bracciale in oro indossato

Che cosa sono le perle maki-e?




La parola maki, in lingua giapponese, significa rotolo, come sa bene chi frequenta i ristoranti di sushi. Maki-e, invece, indica un’antica tecnica di lavorazione delle perle. È piuttosto rara ed è associata alla lavorazione a mosaico.

Orecchini con perle maki-e di Deirdre Featherstone
Orecchini con perle maki-e di Deirdre Featherstone

Questa tecnica consiste nell’aggiungere alle perle lacca e vernice di polvere d’oro 24 carati e minuscole tessere di abalone. Il risultato sono piccole perle decorate e ancora più preziose. Maki-e, in particolare, è una tecnica di verniciatura sviluppata un migliaio di anni fa in Giappone. La lacca è applicata sulla superficie della perla, e poi mescolata con vernice oro o argento in polvere. Il mosaico applicato alle perle è, invece, una tecnica più recente, ma spesso è utilizzata assieme alla lavorazione maki-e. Solo le perle dei Mari del Sud sono utilizzate per creare queste creazioni.

Pendente con perla di Tahiti e pesci Koi di Judi McCormick Jewelry
Pendente con perla di Tahiti e pesci Koi di Judi McCormick Jewelry

Maki-e è una tecnica di decorazione tradizionale giapponese del periodo Edo, che risale a oltre mille anni fa. Ogni perla è decorata a mano utilizzando una combinazione di lacca Urushi (dall’albero giapponese Urushi), polvere d’oro 24k e conchiglia di abalone.

Orecchini con perle maki-e di Karafuru
Orecchini con perle maki-e di Karafuru

Se non avete mai visto una perla lavorata a mosaico oppure dipinta con la tecnica maki-e non preoccupatevi: sono rarissime. Al mondo ci sono solo quattro produttori di perle decorate in questo. Negli Usa a distribuire queste perle è Eliko Pearls, che le vende a un prezzo tra 300 e 1200 dollari l’una.

Orecchini con granati, diamanti e perle a mosaico di Deirdre Featherstone
Orecchini con granati, diamanti e perle a mosaico di Deirdre Featherstone
Collana con pendente: perla maki-e di Deirdre Featherstone
Collana con pendente: perla maki-e di Deirdre Featherstone
Anello con perla maki-e
Anello con perla maki-e






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