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Le 10 regole di bon ton per l’anello di fidanzamento

Le 10 regole del bon ton sull’anello di fidanzamento nell’era di Instagram e Facebook. Quali sono le buone maniere da rispettare? ♦︎

Ci sono 10 regole da sapere riguardo l’anello di fidanzamento. Anzi, nuove regole. Perché rispetto al passato ora l’anello di fidanzamento può assumere un ruolo diverso, più social. Quindi, fate attenzione: è bene conoscere queste regole quando regalate o avete ricevuto il vostro anello di fidanzamento.

  1. Quando si regala l’anello di fidanzamento?

  2. Le 10 regole di bon ton per l’anello di fidanzamento

  3. Come scegliere l’anello di fidanzamento

  4. Anello di fidanzamento: 5 cosa da sapere

  5. Donne insoddisfatte dell’anello di fidanzamento

  6. Donne disposte a pagare per il loro anello di fidanzamento

  7. Anelli di fidanzamento colorati

Attenti ai social. Iniziamo dai social: Instagram, Facebook o simili sono diventati parte della vita di milioni di persone. E spesso accade che anche gli aspetti più intimi finiscano per essere condivisi attraverso internet. È una vostra scelta. Ma fate attenzione quando si tratta dell’anello di fidanzamento. Il gioiello, in questo caso, equivale a un impegno per il matrimonio. Dunque, non è il semplice regalo di una cosa preziosa, ma qualcosa di più. Pubblicare una foto del vostro anello di fidanzamento significa comunicare che state per sposarvi. Tutto bene: ma prima di pubblicare la foto su Instagram o Facebook avvertite i vostri genitori, parenti o amici più stretti: saranno felici di non apprendere la bella notizia attraverso un post.

Dichiarazione e anello di fidanzamento, pubblicato su Facebbok
Dichiarazione e anello di fidanzamento, pubblicato su Facebook

Quando mostrare l’anello? Sarete sicuramente orgogliose dell’anello di fidanzamento che lui vi ha regalato. Ma non esagerate nel mostrarlo come un trofeo. Volete pubblicare la foto dell’anello su Instagram o Facebook? Ok. In quel caso, magari, non dimenticate di includere nell’immagine anche il vostro fidanzato, che dopotutto è quello che vi ha chiesto di sposarlo. Nel caso sia un anello particolarmente costoso, evitate di sottolinearlo in un post su internet: oltre che essere una vanteria poco delicata, è anche pericoloso: può risvegliare l’interesse dei ladri.

Anello di fidanzamento trilogy
Anello di fidanzamento trilogy

Scegliete il momento giusto. Consigli per lui: volete regalare un anello per chiedere alla vostra ragazza se vuole sposarsi con voi? Benissimo. Ma scegliete il momento adatto. Non è detto che sia contenta che la richiesta e il dono dell’anello avvengano in un luogo pubblico e nemmeno che il momento diventi un video da pubblicare sul web. Certo, su Instagram o Tik Tok si trovano tanti video in cui lui si inginocchia e le mostra l’anello. Ma non è detto che a tutte le donne faccia piacere condividere un momento così intimo. Quindi, prima di organizzare una cosa del genere (ci deve essere qualcuno che realizza il video) sondate la sua opinione sull’argomento. A proposito: pare che circa il 40% delle richieste di matrimonio coincida con un periodo di vacanza oppure nel giorno di San Valentino. Non è un caso.

Anello di fidanzamento indossato
Anello di fidanzamento indossato

Posso chiedergli quanto è costato? La risposta è no. L’anello è un simbolo, non una dote. È ovvio che siate curiose di saperlo, ma tenete a freno la lingua. Se proprio ci tenete a sapere quanto ha speso il vostro fidanzato, potete chiedere di descrivervi il gioiello. Se l’anello è d’oro e ha un diamante, basterà sapere di quanti carati (o, più probabilmente, di quanti decimi di carato) è la pietra per farsi un’idea rapidamente del costo dell’anello. Poi, verificate su internet il prezzo. Ma è così importante saperlo?

Leggi anche: Perché la fede nuziale si indossa sull’anulare 

Vetrina di una gioielleria
Vetrina di una gioielleria

E se non fosse un diamante? Se il fidanzato non ha grandi mezzi economici è probabile che, invece di un anello con diamante, acquisti un gioiello con una pietra sintetica, come una zirconia cubica, che sembra un diamante, ma non lo è. Oppure un anello con moissanite, altrettanto sintetica. Siete deluse? Certo, una pietra naturale è più gratificante, ma a patto di non pesare troppo sul conto in banca. Sareste meno felici, infatti, se il vostro fidanzato si fosse indebitato per acquistare il vostro anello, visto che state per sposarlo.

L'anello con diamante di Jennifer Lopez
L’anello con diamante di Jennifer Lopez

L’anello può essere scelto dalla donna? Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna è sempre più diffusa l’abitudine di scegliere l’anello di fidanzamento in coppia. Lui e lei (o lui e lui oppure lei e lei) vanno insieme dal gioielliere per l’acquisto. Certo, la sorpresa non c’è più o, meglio, il momento della richiesta di matrimonio non coincide con il regalo dell’anello. Ma sta a voi decidere se vi piace questa idea. Parlatene prima, stando sulle generali.

Anello in oro bianco e diamanti della linea Eden
Recarlo, anello in oro bianco e diamanti della linea Eden

La scelta dei tempi. Il regalo dell’anello di fidanzamento, come detto, coincide con la richiesta di matrimonio. Quanto tempo deve passare dal momento in cui si riceve l’anello prima di farlo sapere al resto del mondo? Risposta: circa 1 secondo. Potete informare subito l’umanità che state per sposarvi. Ma ricordate: ditelo prima a genitori e amici stretti.

L’anello di fidanzamento va indossato subito? Certo, perché no? Se il tuo fidanzato ha fatto le cose per bene avrà anche scelto la misura giusta dell’anello. Quindi, indossatelo subito.

Emily Ratajkowski con l'anello di fidanzamento: ha due diamanti taglio princess da 2 carati e un diamante a forma di pera a 3 carati su una fascia d'oro
Emily Ratajkowski con l’anello di fidanzamento: ha due diamanti taglio princess da 2 carati e un diamante a forma di pera a 3 carati su una fascia d’oro

Leggi anche: Come si misura la circonferenza di un anello 

L’anello deve per forza avere un diamante (o simile)? Assolutamente no. Certo, il diamante è la pietra più utilizzata per gli anelli di fidanzamento. Ma non è obbligatorio. L’anello di fidanzamento della principessa Diana aveva al centro un (grande) zaffiro blu.

La principessa Diana con l'anello di fidanzamento
La principessa Diana con l’anello di fidanzamento

Il giorno del matrimonio devo indossare l’anello di fidanzamento? È una scelta che spetta a voi. Ma non complicate le cose: non indossate l’anello sullo stesso dito che sta per ricevere la fede nuziale. Successivamente, dopo aver infilato al dito l’anello di matrimonio, potete spostare quello di fidanzamento e indossare tutti e due gli anelli sullo stesso dito.

Fede nuziale e solitario
Fede nuziale e solitario

Donne disposte a pagare per il loro anello di fidanzamento

Sareste disposte a pagare di tasca vostra l’anello di fidanzamento? No? Siete in minoranza. Ci sono molte donne che, per ottenere un anello di fidanzamento, sono pronte a intaccare il loro conto in banca. Di sicuro, per esempio, questa è l’opinione della maggioranza delle donne inglesi. Uno studio condotto tempo fa in Gran Bretagna dal dipartimento di gioielleria del canale televisivo Qvc (specializzato nelle vendite online) ha rivelato che il 54% delle donne britanniche sarebbe disposta a contribuire finanziariamente all’acquisto del proprio anello di fidanzamento. Pur di averne uno.

  1. Quando si regala l’anello di fidanzamento?
  2. Le 10 regole di bon ton per l’anello di fidanzamento
  3. Come scegliere l’anello di fidanzamento
  4. Anello di fidanzamento: 5 cosa da sapere
  5. Donne insoddisfatte dell’anello di fidanzamento
  6. Donne disposte a pagare per il loro anello di fidanzamento
  7. Anelli di fidanzamento colorati
Anello di fidanzamento
Anello di fidanzamento

Non solo: una donna su cinque ha confessato di aver acquistato lei stessa il proprio anello di fidanzamento. Qual è il motivo? Gli uomini hanno smesso di avere interesse per le donne, al punto da non mostrare il loro amore spendendo per un anello? Fortunatamente, non è questo il caso. Piuttosto, è la difficile situazione economica che rende meno facile per gli uomini aprire i loro portafogli per acquistare un anello con un brillante, anche perché è stato calcolato che il costo di un anello con diamante corrisponde in media a uno o due stipendi mensili.

L'anello di fidanzamento della regina Elisabetta II
L’anello di fidanzamento della regina Elisabetta II

Acquistare un anello di fidanzamento non è una spesa semplice. A ciò si aggiunge un altro fattore: le donne sono sempre meno soddisfatte di un anello con un diamante da 0,000001 carati. Al contrario, vogliono un gioiello da mostrare con orgoglio ad amici e parenti, con una gemma chiaramente visibile. Ma quel tipo di anelli, si sa, sono molto costosi. Questa insoddisfazione spinge molte donne a entrare in una gioielleria per scegliere il modello di anello da infilare al dito.

L'anello di fidanzamento di Kate Middleton
L’anello di fidanzamento di Kate Middleton appartenuto a Diana

Un altro motivo che causa spesso l’insoddisfazione non è solo la dimensione del diamante, ma anche il modello di anello scelto. Sebbene il classico anello in oro bianco con un diamante solitario montato in cima sia l’anello di fidanzamento più diffuso, non mancano le donne che hanno il desiderio di sfoggiare un gioiello diverso, che si distingua maggiormente. Non bisogna dimenticare che il famoso anello di fidanzamento regalato dall’allora principe Carlo (ora re) a Diana Spencer è stato un anello con un grande zaffiro blu, finito poi al dito di Kate Middleton, ora principessa di Cambridge.

Anello con brillante indossato
Anello con brillante indossato di Conte Diamonds

Se pensate di scegliere voi stesse l’anello di fidanzamento, dovete però fare attenzione a non rovinare il vostro rapporto di coppia. L’acquisto dell’anello è un momento delicato nella vita a due, che si ricorderà a lungo, tutta la vita. Se non volete che sia il vostro partner a scegliere l’anello evitate però di comunicargli che non sarebbe capace di farlo, che non ha capito i vostri gusti o, peggio, che è inadeguato economicamente. Meglio, invece, presentare la vostra scelta come una soluzione intelligente per non sprecare soldi, per evitare perdite di tempo o come esempio di un ruolo della donna meno passivo. Può essere una spiegazione meno traumatica e accolta con serenità dal futuro marito.

Recarlo, anello della collezione Blue Carpet indossato
Recarlo, anello della collezione Blue Carpet indossato

Un’altra tecnica per scegliere voi stesse l’anello di fidanzamento, ma facendo finta che sia lui ad averlo scelto, è portare il vostro partner davanti (casualmente) alla vetrina della gioielleria che avete individuato in precedenza. Naturalmente dovete avere l’accortezza di non essere troppo dirette, ma di far capire quali sono i vostri gusti e che non vi dispiacerebbe dare un’occhiata al gioiello direttamente.

Fotografia d’epoca con l’indossatrice Serenella in abito di Emilio Schubert nel luglio del 1963 che, poco dopo aver sfilato alla Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, posa davanti alla vetrina di Bijoux Cascio in via Tornabuoni. Archivio Riccardo Cascio. Foto Locchi
Fotografia d’epoca con l’indossatrice Serenella in abito di Emilio Schubert nel luglio del 1963 che, poco dopo aver sfilato alla Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, posa davanti alla vetrina di Bijoux Cascio in via Tornabuoni. Archivio Riccardo Cascio. Foto Locchi

Che cosa sono i carati?

Di quanti carati è il vostro diamante? E di quanti carati è, invece, il vostro anello d’oro? Per chi non è un esperto di gioielleria o non conosce le regole base del mondo dei gioielli, i carati sono un gran pasticcio. I carati, l’unità di misura utilizzata per pietre preziose e perle, infatti, sono una cosa completamente diversa dai carati che si riferiscono all’oro. Lo sapevate? In lingua inglese è tutto più facile: i carati che misurano i diamanti iniziano con la lettera C mentre quelli per l’oro iniziano con la K. In altre lingue, invece, si scrive allo stesso modo ed è tutto più complicato.

Ecco, quindi, perché bisogna fare attenzione a non confondere i diversi concetti: i carati dei diamanti (oppure di rubini, smeraldi, zaffiri eccetera) con i carati che sono relativi all’oro. Ecco come distinguere i due diversi carati.

Diamante a cuore di Recarlo
Diamante a cuore di Recarlo

I carati delle pietre

Il carato (l’abbreviazione è ct) è un’unità che indica la massa di una pietra o di una perla. Si utilizzano i carati per comodità, dopo che per secoli ogni Paese si regolava in modo diverso. Per chi commerciava in diamanti o altre pietre era difficile, quindi, regolarsi. A Firenze, per esempio, l’unità di misura base equivaleva a 197,2 milligrammi, mentre a Londra era di 205,49. Dopo tante discussioni, alla fine, nel 1907 è stato deciso di adottare come misura del carato 200 milligrammi. Un singolo carato, quindi, equivale a un quinto di 1 grammo.

Anello con diamante bianco ovale da 31,82 carati
Anello con diamante bianco ovale da 31,82 carati

Ora sapete esattamente quanto pesa il diamante che avete al dito: dividete per cinque il numero di carati e avrete il peso in grammi. O, più facilmente, in milligrammi, visto che non è frequente indossare un diamante che pesa 5 carati (e quindi 1 grammo). proprio per questo il carato è divisibile in 100 punti di 2 milligrammi.

Anello di Van Cleef & Arpels a forma bombata con diamanti
Anello di Van Cleef & Arpels a forma bombata con diamanti

A proposito, perché il carato si chiama così? L’origine pare sia legata ai semi di carruba. La parola carato deriva dall’arabo qīrāṭ قيراط, che però è deriva dal greco kerátion κεράτιον, che indica i semi di carruba. E questi semi erano utilizzati anticamente per pesare i gioielli, grazie alla loro forma sempre regolare. Poi il termine carato è stato utilizzato in Italia e, in seguito, nel resto del mondo. L’utilizzo della unità di misura carato per pesare i diamanti risale al 1570.

Selezione dei diamanti nel laboratorio di Antwerp (Anversa)
Selezione dei diamanti nel laboratorio Tiffany di Antwerp (Anversa)

I carati dell’oro

I carati di diamanti, pietre preziose e perle si riferiscono al peso. I carati dell’oro, invece, indicano la percentuale di metallo giallo presente in un gioiello, la sua purezza. Il termine carato è prevalso tra i tanti sistemi adottati in passato e, in particolare, sulla misura di libbre e once, che sono ancora utilizzati per il peso dell’oro, del platino o dell’argento. Perché questa confusione, quindi? Semplice: l’origine antica della parola è la stessa, cioè i carati utilizzati per misurare i materiali preziosi.

Nel caso dei carati che si riferiscono all’oro, però, indicano i millesimi di quantità di oro (o altri metalli preziosi) contenuta in una lega. Il massimo, per quanto riguarda l’oro, è 24 carati. Non troverete mai oro a 25 o più carati. I 24 carati indicano che l’or è al 100% puro. I 24 carati sono la base per calcolare il resto (sempre per l’oro). I gioielli a 18 carati, quindi, sono al 75% d’oro. Si calcola così: 18 : 24 = 0,75. Analogamente, un gioiello con oro al 14% significa che contiene poco più della metà di oro, il resto sono altri metalli (14 : 24 = 0,58).

Anello a fascia in oro 22 carati
Anello a fascia in oro 22 carati

I carati d’oro possono essere indicati, in alcuni casi, anche con il numero che si riferisce alla percentuale (il risultato della divisione aritmetica). Per esempio, l’oro a 18 carati può essere indicato anche con la sigla 750, quello a 14 carati con 583 e così via. Se, ancora, in un gioiello leggete il numero 375 sappiate che equivale a 9 carati.

I carati si utilizzano anche per l’argento. Quello sterling, per esempio, contiene il 92,5% di argento e il 7,5% di altri metalli, generalmente rame. È indicato generalmente come argento 925.

Anello Wave Stacking in oro 24 carati
Menē, anello Wave Stacking in oro 24 carati
Anello Bahia in oro 18 carati e diamanti
Anello Bahia in oro 18 carati e diamanti
Anello in oro rosa 14 carati
Anello in oro rosa 14 carati
Anello in oro rosa 9 carati e diamante ice
Anello in oro rosa 9 carati e diamante ice
Anello in argento satinato e lucido
Anello in argento 925 satinato e lucido

Diamanti rossi, i più rari

Alla scoperta di una gemma molto rara: i diamanti rossi. Sapevate che esistono? Se ne trovano pochi e hanno prezzi folli. Ma sono bellissimi ♦

Avete mai visto un diamante naturale rosso come un rubino? È molto difficile. Se solo un diamante su 10 mila esemplari possiede abbastanza colore per essere classificato come fancy (cioè fantasia, di un colore diverso dal classico bianco-incolore). Tra i diamanti fancy, quelli rosa sono considerati tra i più rari e, se hanno una gradazione di tono ancora più scura, sono ancora più eccezionali. Questi diamanti hanno quasi sempre anche colori secondari: rosato, violaceo oppure marrone, come la sfumatura dell’Edcora Red Diamond, il più grande mai classificato dalla Gia (5,71 carati) e tenuto ben nascosto dai suoi proprietari, pare sia una società di Hong Kong, tanto che non esistono foto pubbliche e di questo diamante nemmeno si conosce la provenienza.

Due diamanti rossi della miniera australiana di Argyle
Due diamanti rossi della miniera australiana di Argyle

Insomma, i diamanti che hanno un colore rosso sono rarissimi. Inoltre, le origini di questo colorazione sono ancora misteriose. I gemmologi non sono ancora riusciti a concordare quale sia l’origine di questa tonalità. La tesi più affidabile è che i diamanti rossi siano, in realtà, gemme rosa molto scure. Durante la formazione del diamante questo tipo di pietra sarebbe stato sottoposto a una pressione così grande da alterare la struttura molecolare interna: atomi fuori posto, rispetto a quelli dei comuni diamanti incolori. Ma, al momento, si discute su questa ipotesi.

Il diamante rosso De Young
Il diamante rosso De Young

Non vi capiterà mai di comprare un diamante rosso, a meno che non siate ricchi come uno sceicco o un genio hi-tech della Silicon Valley. Ma, nel caso ve ne proponessero uno, fate attenzione: il colore rosso potrebbe (ed è l’ipotesi più probabile) non essere del tutto naturale. In effetti, la colorazione può essere anche indotta sottoponendo un normale diamante incolore a particelle radioattive, riscaldandolo ad alte temperature e quindi mettendolo a una forte pressione. Non è più, insomma, una colorazione naturale.

Diamante Argyle Everglow, 2.11 carati, radiant shaped, Fancy Red diamond
Diamante Argyle Everglow, 2.11 carati, radiant shaped, Fancy Red diamond, Rio Tinto

Del diamante brasiliano Moussaieff Red Diamond, di 5,11 carati con un taglio Trillion, ossia triangolare, si sa anche il valore: è stato acquistato nel 2002 per 8 milioni di dollari (circa 5,4 milioni di euro) dal gioielliere da cui prende il nome. Battezzato con il cognome del proprietario è anche il terzo classificato, il Kazanjian Red, scoperto nella miniera di Licthenburg in Sud Africa: è di 5,05 carati e ha un taglio smeraldo. In passato era stato scambiato per un rubino a causa del suo colore rosso sangue. Ha una storia avventurosa: durante la Seconda guerra mondiale è stato rubato dai nazisti e ha avuto vari passaggi fino ad arrivare nelle mani del presidente della Kazanjian Diamonds. Un errore di valutazione lo ha subito anche il De Young Red di 5,03 carati  acquistato in una vendita immobiliare: è stato scambiato per un granato per il suo rosso intenso tendente al bruno. È anche uno dei pochi diamanti visibili a tutti, perché è esposto Smithsonian Museum, a Washington.

Il diamante rosso Kazanjian
Il diamante rosso Kazanjian

I diamanti rossi sono così rari, che la maggior parte dei gioiellieri, anche quelli più famosi, non ne ha mai visto uno.  Attualmente, il 90 per cento dei diamanti rosa e rossi naturali del mondo provengono da un’unica fonte: l’Argyle Diamond Mine nell’Australia Occidentale. Secondo i funzionari di Rio Tinto, azienda che possiede la miniera, questi diamanti sono quasi introvabili: la quantità di quelli estratti in un anno più grandi di mezzo carato è risibile e starebbe nel palmo di una mano. I pezzi migliori sono venduti al Pink Diamond Tender, una delle aste internazionali più importanti per questa categoria e in 30 anni sono stati offerti solo nove Fancy Red Argyle. Uno di questi, di 0,75 carati, è stato tagliato a cuore e montato su anello insieme a un altro diamante, the Argyle Celestial di 0,71 carati di un un profondo blu grigio. La combinazione di due pietre con un taglio così difficile rende l’anello straordinario. Però è l’Argyle Phoenix Fancy Red Diamond, di 1,56 carati la vera star: è stato venduto per più di  2 milioni di dollari, il più alto prezzo per un diamante prodotto dalla miniera. Ma attenzione, il valore dei diamanti rossi è in costante aumento perché sono sempre più: la multinazionale anglo-australiana ha previsto di cessare la produzione.

Il diamante rosso Moussaieff
Il diamante rosso Moussaieff
Diamanti rossi Argyle a forma di cuore e Phoenix taglio brillante
Diamanti rossi Argyle a forma di cuore e Phoenix taglio brillante
Tre anelli con diamanti Rio Diamond: bianchi, verde, blu e rosso
Tre anelli con diamanti Rio Diamond: bianchi, verde, blu e rosso
Anello con diamante rosso di 1,38 carati
Anello con diamante rosso di 1,38 carati

Che cosa fare se gli orecchini provocano allergia

È successo di nuovo: quegli orecchini che vi piacciono tanto hanno provocato una reazione allergica. Purtroppo non siete le sole: circa il 20% delle donne soffre di allergie ad alcuni metalli e gli orecchini sono uno dei peggiori nemici. Il lobo dell’orecchio, infatti, è una parte molto delicata del corpo. La reazione allergica al nichel, la dermatite da contatto, è la risposta immunitaria del corpo verso qualcosa che ritiene sia nocivo, proprio come avviene per combattere un batterio o un virus.

Orecchini Lolli Bijoux indossati
Orecchini Lolli Bijoux indossati

I sintomi allergici provocati dal contatto con il metallo compaiono di solito da 24 a 48 ore dopo aver indossato gli orecchini. Il fastidio consiste in prurito, arrossamento, gonfiore, sensazione di calore e, per chi è molto sensibile, anche pelle secca e vesciche. La cattiva notizia è che sono rarissimi i metalli che sono a prova di allergia. Di solito chi soffre di queste allergie sceglie orecchini ipoallergenici. Ma la verità è che non sempre è una buona idea. Che cosa fare se si scatena una reazione allergica? Consultare un medico è sempre l’idea migliore. Probabilmente, un dermatologo prescriverà rimedi come antistaminici orali e cortisone per ridurre l’infiammazione. Se, però, l’allergia è lieve, basta non indossare i gioielli e, nel caso, utilizzare una crema lenitiva.

Che cosa fare se si scatena una reazione allergica? Consultare un medico è sempre l’idea migliore.
Che cosa fare se si scatena una reazione allergica? Consultare un medico è sempre l’idea migliore.

La parola ipoallergenici, infatti, non significa che siano immuni dal causare reazioni allergiche. Il termine ipoallergenico significa solo che gli orecchini hanno meno probabilità di provocare un’allergia, non che siano garantiti al 100%. Di solito gli orecchini ipoallergenici funzionano per la maggior parte delle donne. Ma non vanno bene proprio per tutte: c’è chi è più sfortunata.

I metalli che provocano allergie

Il nichel è l’imputato numero uno. Questo metallo è stato utilizzato a lungo in lega con l’oro per rendere il metallo giallo più resistente e attenuarne il colore originale, fino a farlo diventare bianco, ed è la principale fonte di intolleranza per chi ha una pelle sensibile. Ma il nichel non è l’unico metallo a provocare allergie. Il nichel è utilizzato nell’oro giallo. Ma anche l’oro rosa può provocare allergie a chi non tollera il rame, metallo utilizzato in lega per la tonalità rosata. Attenzione ai carati: se l’oro a 18 carati, il migliore, significa che comunque che il 25% del vostro gioiello è composto da altri metalli, che potrebbero provocare allergie. Se, poi, ha 14 carati, significa che quasi la metà del metallo non è oro.

Orecchini indossati
Orecchini indossati

Purtroppo, anche se viene proposto sempre come materiale ipoallergenico, anche l’acciaio può causare allergie (anche se di solito è proposto con l’aggiunta della parola chirurgico, che dovrebbe rassicurare chi lo utilizza). L’acciaio, infatti, può contenere tracce di nichel e ferro e può causare una reazione a chi ha la pelle ipersensibile. Se siete allergiche al rame, fate attenzione all’ottone. Questa lega è composta, infatti, di rame e zinco. Spesso i gioielli placcati oro sono in ottone. Se vi svegliate con i lobi delle orecchie verdi, sappiate che probabilmente avete indossato orecchini composti con ottone.

Fate attenzione anche agli orecchini placcati. La placcatura di solito consente di mantenere bassi i prezzi del gioiello, ma è una barriera molto sottile, spesso non supera pochi millesimi di millimetro, in pratica lo spessore equivale a un decimo di un capello. Basta poco per corrodere o graffiare questa superficie. Se soffrite di allergie al metallo, una placcatura potrebbe non essere sufficiente per evitare la reazione ai vostri lobi.

Orecchini in titanio verde e diamanti di Jacob & Co
Orecchini in titanio verde e diamanti di Jacob & Co

I metalli buoni

Ci sono metalli che al 99% sono tollerati anche dalle orecchie più sensibili. Un metallo ipoallergenico è il platino, prezioso e ancora più robusto dell’oro. Anche il titanio è a basso rischio allergie. Un altro metallo che non provoca allergie, ma è molto raro che sia impiegato in gioielleria, è il tantalio. È resistente ed estremamente resistente alla corrosione. C’è chi propone fedi nuziali di tantalio.

Orecchino indossato
Orecchino indossato

Come trasformare gli orecchini che provocano allergie

Se avete degli orecchini a cui non potete rinunciare, l’idea migliore è portarli da un gioielliere per sostituire la parte metallica a contatto con le orecchie con un materiale ipoallergenico, un metallo buono insomma. Potete anche tentare una soluzione più semplice: splalmare sui perni dello smalto per unghie trasparente. Lo smalto crea una barriera tra il nichel e i vostri preziosi lobi. Bisogna però ricordarsi che questa operazione va ripetuta dopo aver indossato gli orecchini.

Orecchini della collezione I Am indossati
Orecchini della collezione I Am indossati

Come pulire gli orecchini

È necessario pulire regolarmente i gioielli, ma è ancora più necessario pulire gli orecchini. E i motivi principali per cui dovete pulire spesso i vostri orecchini sono due: per evitare che il gioiello si deteriori e per la vostra salute.

Gli orecchini si indossano a stretto contatto con la pelle. In particolare, quelli appesi ai fori nei lobi delle orecchie possono provocare allergie, irritazioni, arrossamenti o peggio. Non è raro il caso di un paio di orecchini che causa un’infezione: basta solo una micro ferita, come una puntura, per far entrare a contatto il vostro corpo con i microbi ospitati da un paio di orecchini poco puliti. Inoltre, non dimenticate che gli orecchini non puliti sono anche meno brillanti e belli da vedere.

Orecchini Lolli Bijoux indossati
Orecchini Lolli Bijoux indossati

Ora che vi siete convinte che gli orecchini si devono pulire spesso, vediamo come si fa. Ci sono diversi metodi per pulire gli orecchini ma, naturalmente, oltre che dai vostri gusti il sistema giusto è determinato anche dal materiale che compone il gioiello. Attenzione: per orecchini con perle, opali o altro materiale delicato bisogna avere particolare cura. Per questo tipo di orecchini è meglio utilizzare solo acqua tiepida e uno spazzolino da denti con setole morbide.

Foglio di alluminio. Foto di Marco Verch
Foglio di alluminio. Foto di Marco Verch

Modo numero 1

Foderate una tazza con un foglio di alluminio utilizzato abitualmente per il cibo, con il lato più lucido all’esterno (cioè verso l’alto). Versate acqua calda (ma non troppo) e aggiungete un cucchiaino o due di bicarbonato di sodio e lasciate gli orecchini a bagno per un’ora. Questo sistema è suggerito in particolare per gli orecchini in argento. Come sempre, sciacquate gli orecchini e asciugate. Questo sistema è da evitare per orecchini con perle, opali o altri materiali delicati.

Bicarbonato e alluminio
Bicarbonato e alluminio

Modo numero 2

Il sistema più semplice per pulire gli orecchini è quello di immergerli in acqua calda. Attenzione, però: c’è chi suggerisce di bollire l’acqua e poi di immergere i gioielli. Non fatelo: l’acqua deve essere calda, ma non bollente. La maggior parte dei microbi, infatti, non sopravvive a temperature superiori ai 60 gradi centigradi (140 gradi Fahrenheit) e, inoltre, temperature troppo elevate possono rovinare il materiale con cui sono fatti gli orecchini. Nel caso di orecchini troppo poco puliti potete sciogliere nell’acqua una goccia di detersivo liquido. Lasciate riposare gli orecchini per circa un’ora. Poi, strofinate delicatamente i gioielli con uno spazzolino da denti con setole morbide. Infine, asciugate gli orecchini con un panno morbido di cotone.

Poche gocce di sapone liquido sono sufficienti
Poche gocce di sapone liquido sono sufficienti

Modo numero 3

Il modo più semplice per pulire gli orecchini è strofinarli con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua ossigenata. Il perossido di idrogeno è il liquido che serve a disinfettare le ferite e, quindi, a uccidere anche i microbi nascosti nei vostri orecchini. Se il gioiello è particolarmente elaborato, potete aiutarvi anche con un bastoncino che serve per la pulizia delle orecchie, sempre imbevuto di acqua ossigenata. Nel caso gli orecchini siano davvero molto sporchi potete anche versare l’acqua ossigenata in una tazza e lasciarvi immersi i gioielli per 5 minuti. Dopo aver disinfettato i gioielli, sciacquate in acqua fredda, poi asciugateli delicatamente con un panno di cotone, morbido ma senza filamenti che possono rimanere impigliati.

Orecchino in acqua ossigenata
Orecchino in acqua ossigenata
Orecchini indossati
Volund, orecchini indossati

Perché i gioielli di Roberto Coin hanno un rubino nascosto

Pensavamo che fosse una storia nota: invece il motivo per cui nei gioielli di Roberto Coin è nascosto un rubino, non è conosciuta da tutti. Eppure l’idea di inserire all’interno dei gioielli un piccolo rubino è senza dubbio un aspetto distintivo del brand italiano.

Anelli della collezione Roman Barocco
Anelli della collezione Roman Barocco

Dunque, l’idea del rubino come firma simbolica della Maison di Vicenza è legata alla mitologia. Roberto Coin, spinto dalla passione per la storia antica, tanti anni fa ha letto tre racconti legati all storie del passato che hanno acceso la sua fantasia.

Roberto Coin
Roberto Coin

La prima di queste leggende appartiene al mondo dell’antico Egitto e ai faraoni: il rubino era considerato una sorta di amuleto, che indossato a contatto con la pelle garantiva eterno amore, eterna gioia ed eterna salute. La seconda leggenda riguarda, invece, i guerrieri birmani. Pare che indossassero la gemma rossa a contatto con la pelle per sconfiggere le ferite e la morte durante la battaglia. Infine un vecchio mito indù considera i rubini come i preziosi frutti di Kalpa, sacro albero dei desideri e della speranza. Insomma, il rubino come pietra magica, forse associata alla vita per il suo color sangue.

Anello e bracciale della Princess collection
Anello e bracciale della Princess collection

Affascinato d questi miti, Roberto Coin ha quindi deciso di associare il suo marchio con in rubino. Così nel 1996 il lancio della collezione Appassionata ha segnato non soltanto l’inizio della storia del brand di Roberto Coin, ma anche il principio della sua firma: un piccolo rubino incastonato per la prima volta all’interno dei gioielli della collezione. Una firma che è rimasta un segno distintivo della Maison veneta.

Bracciale in oro rosa, diamanti e piccolo rubino della collezione Classique Parisienne
Bracciale in oro rosa, diamanti e piccolo rubino della collezione Classique Parisienne
Anelli della collezione New Barocco
Anelli della collezione New Barocco
Anelli della collezione Pois Moi Luna
Anelli della collezione Pois Moi Luna

Tutto sull’oro nero

Un tempo per oro nero si intendeva il petrolio. Ora un po’ meno. In compenso molti gioiellieri hanno iniziato e realizzare gioielli di oro nero. Ma l’oro non è giallo? E, allora, come si trasforma in oro nero? Se volete sapere che cosa è l’oro nero e come si ottiene, ma anche come pulire l’oro nero, eccovi accontentati.

Anello con tormalina gialla e diamanti bianchi e neri su oro nero
Ina Lazarov, anello con tormalina gialla e diamanti bianchi e neri su oro nero

In natura l’oro è solo giallo. Anzi, giallo intenso. Tutti gli altri colori che potete trovare in un gioiello, come i più comuni oro bianco e rosa, sono il frutto di particolari lavorazioni dell’oro, quasi sempre fondendo il metallo giallo con altri, come l’argento o il rame. Anche l’oro nero è il risultato di particolari lavorazioni che trasformano il colore naturale del metallo. Insomma, non pensiate che esista una miniera di oro nero. Quindi, come si ottiene l’oro nero?

Annamaria Cammilli, anello Dune in oro nero e diamanti
Annamaria Cammilli, anello Dune in oro nero e diamanti

Come si ottiene l’oro nero?

Primo metodo. Il modo più utilizzato è la placcatura con metodo galvanico. È lo stesso metodo che si utilizza per altri tipi di placcatura: una macchina deposita sul gioiello minuscole particelle di un altro materiale che si deposita come una seconda pelle sul metallo originario grazie all’elettrolisi. In questo caso si utilizza il rodio oppure il rutenio. Il vantaggio di questo sistema è che è veloce, poco costoso e presenta un metallo brillante. Il punto debole è che, come in tutti i procedimenti di placcatura, bisogna fare attenzione a non graffiare la superficie del metallo per non eliminare lo strato superficiale. Con il tempo, inoltre, questa parte superficiale potrebbe diventare opaca e fragile. Ma non sempre succede, dipende anche dall’uso che si fa del gioiello.

Anello triplo in oro nero, diamanti neri e smeraldi
Anil Arjandas, anello triplo in oro nero, diamanti neri e smeraldi

Secondo metodo. Come accennato all’inizio, l’oro di colore diverso dal giallo si ottiene normalmente unendo diversi metalli. Nel caso dell’oro nero, per esempio, è spesso utilizzato il cobalto, che è aggiunto nella misura di circa il 25%. Il cobalto è utilizzato spesso per annerire i metalli, per esempio per gli attrezzi da lavoro, come le le punte del trapano. È utilizzato spesso anche le procedimento di galvanica che abbiamo appena descritto. Il vantaggio: con l’oro unito in lega con il cobalto non ci sono problemi di graffi. In compenso, se soffrite di allergia al nichel potreste avere qualche problema anche con il cobalto, che può provocare la dermatite irritante per chi ha la pelle molto sensibile.

Anello in oro rodiato nero, diamanti e perla
Antonini, anello in oro rodiato nero, diamanti e perla

Terzo metodo. L’oro non si ossida come l’argento, che invece annerisce facilmente. In compenso, può cambiare colore se sottoposto a un potente fascio di energia laser. Non è un procedimento semplice da realizzare, perché necessita di macchine sufficientemente potenti per intervenire sulla struttura molecolare del metallo. Quindi, è così che si ottiene l’oro nero? Sì e no. In teoria si potrebbero realizzare gioielli con l’oro sottoposto a un trattamento laser, ma sfortunatamente oltre che piuttosto complicato è anche costoso. Quindi, il vostro gioiello in oro nero quasi certamente non è il risultato di una cura al laser.

Anello eternity in oro rodiato nero e diamanti neri
Assya, anello eternity in oro rodiato nero e diamanti neri

Quanti carati ha l’oro nero?

Dipende. Come per l’oro giallo, bianco o rosa, i carati sono in proporzione alla quantità di oro giallo utilizzato. Se il gioiello utilizza l’oro nero che si ottiene in lega con il cobalto, avrà 18 carati se il metallo giallo è presente per il 75%, mentre se è a 14 carati vuol dire che la percentuale scende al 58,3%. È un aspetto da tenere conto nel caso vogliate rivendere il gioiello: sarà valutato per la percentuale di oro effettiva che contiene.

Anello Mezzaluna Collection in oro bianco rodiato nero e diamanti
Al Coro, anello Mezzaluna Collection in oro bianco rodiato nero e diamanti

Come pulire l’oro nero

L’oro è un metallo resistente e, specialmente se è ottenuto in lega con altri metalli, non necessita di cure particolari. Bisogna sempre evitare di mettere a contatto i gioielli con prodotti acidi e, quando è a contatto con la pelle, va evitato il contatto con prodotti come creme e cosmetici. Inoltre, è necessario mantenere regolarmente la pulizia del gioiello. Un’attenzione particolare, però, è necessaria per i gioielli ottenuti con procedimento galvanico, che sono più delicati. Per pulire i gioielli oro nero è sufficiente una tazza di acqua tiepida con un paio di gocce di sapone liquido. Dopo aver lasciato a bagno i gioielli una decina di minuti, puliteli con uno spazzolino da denti con le setole morbide (niente stuzzicadenti o cose simili per rimuovere lo sporco). Risciacquate e asciugate delicatamente con un panno di cotone. Naturalmente, se il gioiello ha anche perle o pietre delicate (come l’opale), la cautela deve essere maggiore.

Anello in oro nero 18 carati e diamante
As29, anello in oro nero 18 carati e diamante
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti gialli
Jrs, anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti gialli
Anello Pixel in oro nero
Francesca Grima, anello Pixel in oro nero
Colette Jewelry, Two piece bow, anello in oro nero 18 carati e diamanti neri a forma di fiocco in due pezzi da indossare soggoli o insieme
Colette Jewelry, Two piece bow, anello in oro nero 18 carati e diamanti neri a forma di fiocco in due pezzi da indossare soggoli o insieme

Quanto vale la tua pietra?

Quanto vale la pietra del vostro gioiello?

Alzi la mano chi non ha almeno un gioiello con gemme colorate e si è mai chiesto quanto vale davvero quella pietra. Ametista o rubino, smeraldo o citrino, zaffiro o pietra luna: non esistono solo i diamanti. Ma quanto valgono le pietre colorate? Quanto vale un rubino? Oppure uno smeraldo? O, ancora, l’acquamarina? Se volete sapere quanto vale la gemma che avete incastonata sull’anello, oppure in una collana, orecchini o bracciale, leggete qui. Cerchiamo di spiegare in modo semplice quali sono le caratteristiche che determinano il valore di una pietra colorata.

Filippo G&G, pietra ametista
Filippo G&G, gemme di diverso tipo

Naturalmente, c’è subito un aspetto abbastanza ovvio: in linea generale il valore è determinato da quanto è rara una gemma. Un rubino, sempre in linea di massima, ha un valore superiore di un semplice quarzo citrino. Ma questa è solo una considerazione di partenza. Infatti, non è detto che nella realtà sia proprio così. Vediamo, invece, quali sono i criteri che guidano la valutazione di una pietra preziosa o semi preziosa.

Anelli con pietra di colore di Bulgari
Anelli con gemme di Bulgari

Il punto di partenza è che il valore di una pietra colorata dipende da diversi fattori, non da uno solo. Quindi, il prezzo stimato non dipende solo il peso e il volume di una pietra. Quindi, come abbiamo detto, non è nemmeno il tipo di pietra a determinarne il valore assoluto. Se avete un anello con uno zaffiro, è probabile che abbia un valore superiore a quello di una pietra di luna. Probabile, ma non certo. Per esempio, i diamanti sono utilizzati anche nell’industria, dato che sono il materiale più duro che esiste. E, ovviamente, i diamanti utilizzati per tagliare le piastrelle di ceramica non sono della stessa qualità di quelli che trovate in gioielleria. Questo per far capire che lo stesso tipo di minerale può avere qualità molto diverse.

Orecchini in oro, diamanti, pietra di colore
Orecchini in oro, diamanti, gemme colorate

Le 4C

Come per i diamanti, anche le pietre preziose e semi preziose colorate sono valutate per le classiche 4C: colore, chiarezza, taglio (in inglese cut) e peso in carati (che determina anche le dimensioni). Ma tra queste 4C la prima è la più importante: il colore. È ovvio, parliamo di pietre colorate.

Pietra per Liaison de Couleurs
Paul Wild, gemme per Liaison de Couleurs

Il colore

Per le pietre colorate preziose (smeraldo, rubino e zaffiro) o semi preziose (tutte le altre) il colore è valutato con tre diversi criteri: la tonalità (nome del colore), il tono (oscurità e luminosità) e la saturazione (vividezza). La relazione tra tonalità, tono e saturazione è l’aspetto più importante per valutare una pietra colorata. Per questo gli smeraldi (o i rubini, gli zaffiri eccetera) non sono tutti uguali. In generale, quando una gemma ha un colore più saturo sarà anche più scura. Per ottenere un colore più saturo spesso le pietre sono sottoposte a particolari procedimenti: per esempio, sono sottoposte a un intenso calore, alle radiazioni, oppure trattate con sostanze chimiche (non dannose). Le pietre naturali, non trattate, hanno un valore maggiore, ovviamente a parità di aspetto e peso.

Ma se volete osservare qual è il colore esatto della vostra pietra, fate attenzione alla fonte di luce: una lampadina che illumina con tonalità gialla, per esempio, può far apparire la vostra pietra di una tonalità diversa da quella naturale.

The duPont Emerald, anello con pietra smeraldo colombiano di 9,11 carati
The duPont Emerald, anello con smeraldo colombiano di 9,11 carati

Chiarezza

Di solito le pietre, alcune in particolare come lo smeraldo, non sono limpide come un cristallo di vetro. La chiarezza misura il grado di trasparenza interna o in superficie. All’interno delle pietre possono trovarsi delle inclusioni, cioè piccole imperfezioni, tracce di altri minerali che possono determinarne il valore. Di solito, meno inclusioni ci sono e più la gemma ha valore. Ma, attenzione: se vi propongono uno smeraldo assolutamente limpido guardatelo con sospetto. Potrebbe essere sintetico. Al contrario, le ametiste sono generalmente prive di inclusioni. Altre pietre, invece, sono apprezzate proprio per le inclusioni: per esempio, l’occhio di gatto. Oppure lo zaffiro stellato, che ha quel particolare riflesso proprio perché ha una inclusione piuttosto rara.

Pietra zaffiri e rubino
Zaffiri blu, rosa e giallo, con rubino

I carati (cioè il peso)

Le dimensioni contano. Certo, il colore è importante, ma se poi la gemma è minuscola… Il peso delle pietre di colore è indicato in carati. Già, ma a che cosa equivale? Presto detto: un carato è circa un quinto di un grammo. Una gemma con maggiori carati costerà generalmente più di un’altra più piccola, se la qualità è equivalente. Ma la proporzione è molto diversa: le ametiste si trovano anche in dimensioni rilevanti, anche oltre 100 carati e, quindi, la differenza tra diverse dimensioni e peso è relativa. I rubini grandi, invece, sono molto rari: in proporzione il loro valore rispetto al peso crescerà di più rispetto a quello dell’ametista.

Anello in oro bianco con pietra acquamarina taglio ovale e diamanti
Paolo Costagli, anello in oro bianco con acquamarina taglio ovale e diamanti

Il taglio

Non è facile, per chi non è un gemmologo, giudicare se il taglio di una pietra è corretto. Ma dovete sapere che nella valutazione di una gemma conta anche come è stata tagliata. La luce, infatti, sarà riflessa meglio e renderà più brillante una pietra tagliata bene. Proporzioni, simmetria e la lucidatura sono gli aspetti principali. Sul prezzo di una gemma, invece, influisce meno la sua forma, se si tratta di uno dei classici tagli utilizzati, come brillante, smeraldo, navette, eccetera. Un buon taglio può esaltare le sfumature di una gemma colorata. Un taglio non perfetto può, al contrario, deprimere la sua bellezza. E non pensate che il taglio sia una semplice operazione compiuta in automatico: ogni pietra è diversa dall’altra e un taglio che va bene per una può non essere adatto a una simile, ma non uguale.

pietra preziosa rubino birmano a forma di cuscino, di Harry Winston.
Anello con rubino birmano a forma di cuscino, di Harry Winston

Il paese di origine

Ultimo aspetto da considerare: il passaporto della pietra conta. Ci sono miniere che hanno una migliore fama e qualità media di altre. E, quindi, nella valutazione delle pietre conta anche sapere qual è l’origine. I rubini birmani sono più pregiati. Gli smeraldi della Colombia sono i più richiesti, seguiti da quelli dello Zambia. Gli zaffiri blu del Kashmir, ormai introvabili, sono i più ambiti.

Diamanti rossi, i più rari

Bracciale con pietra ametista, rubini birmani e diamanti su argento e oro
Bracciale con ametista, rubini birmani e diamanti su argento e oro
Pietra citrino con taglio StarBrite da 29,96 carati di John Dyer & Co
Citrino con taglio StarBrite da 29,96 carati di John Dyer & Co
Anello della collezione Aristocrat, in oro bianco e diamanti, pietra alessandrite taglio brillante
Anello della collezione Aristocrat, in oro bianco e diamanti, alessandrite taglio brillante
Orecchini in oro bianco, topazio e diamanti
Tamara Comolli, orecchini in oro bianco, pietra topazio e diamanti
Anello con pietra zaffiro star di Ceylon su ceramica orange e grigia
Anello con zaffiro star di Ceylon su ceramica orange e grigia
Anello con pietra preziosa zaffiro del Kashmir e diamanti
Anello con zaffiro del Kashmir e diamanti

Tutto sui gioielli in titanio

Volete acquistare un gioiello in titanio?

Prima leggete questa guida per scoprire vantaggi, prezzo e caratteristiche dei gioielli in titanio. 

Da qualche anno è sempre più utilizzato anche nella alta gioielleria: il titanio è un metallo che ha tante caratteristiche uniche. Ma quali sono le differenze con l’oro e il platino? È conveniente acquistare un gioiello realizzato in titanio? Come pulire e conservare un gioiello in titanio?

Orecchini in titanio e diamanti
Orecchini in titanio e diamanti by Margherita Burgener

Le caratteristiche. Il titanio è un metallo leggero con una ottima resistenza, tre volte più dell’acciaio, ma è molto più leggero. È di colore bianco lucido simile all’argento quando è puro. Un’altra caratteristica interessante è che non provoca irritazioni, allergie o scolorimento della pelle: se soffrite di irritazioni quando indossate gioielli, quelli in titanio possono essere la soluzione giusta. Non a caso è molto utilizzato anche per i piercing. Il titanio è utilizzato in gioielleria perché non si rompe né si piega (a meno che sia molto sottile). Altro aspetto positivo: non si rovina con l’acqua di mare o al cloro della piscina, oltre che all’acqua regia.

Orecchini Rosa, in titanio, diamanti, madreperla bianca grigia
Vhernier, orecchini Rosa, in titanio, diamanti, madreperla bianca grigia

In gioielleria. Il titanio è utilizzato in gioielleria, ma la sua resistenza ne rende difficile la lavorazione. Ecco perché i gioielli in titanio sono abbastanza rari: non tutti i gioiellieri riescono a fonderlo (ci vogliono 1723 gradi Celsius, cioè 3.135 gradi Fahrenheit, per fondere questo metallo). Solo alla fine degli anni Novanta la tecnologia ha permesso l’utilizzo del titanio in gioielleria, inizialmente, per semplici anelli e poi per pezzi più complessi. Il titanio è anche utilizzato per far diventare più resistente l’oro: in alcuni casi basta l’1% aggiunto al metallo giallo per eliminare la tipica morbidezza dell’oro puro.

Braccialetto Vita Savers. Oro bianco, titanio, con 560 diamanti
Braccialetto Vita Savers. Oro bianco, titanio, con 560 diamanti

Titanio a colori. Un’altra caratteristica del titanio utilizzato in gioielleria è che può essere colorato. Può, infatti, essere anodizzato per variare lo spessore dello strato di ossido di superficie, con una varietà di colori anche vivaci. Questo processo avviene attraverso il riscaldamento o scosse di corrente elettrica: il metallo rilascia i suoi ossidi e modifica il suo colore secondo la temperatura e la durata del processo. Potete trovare titanio anodizzato giallo, rosa, rosso, viola, blu o nero.

Curiosità. Il titanio è stato scoperto in Cornovaglia in Gran Bretagna da William Gregor nel 1791, ma il nome è stato deciso da Martin Heinrich Klaproth e si riferisce ai titani della mitologia greca.

Sabba, orecchini in titanio e diamanti
Sabba, orecchini in titanio e diamanti

Per chi è consigliato. I gioielli in titanio possono essere una buona soluzione per chi vuole indossarli anche quando è alle prese con qualche attività manuale, dalla cucina alla cura dei bambini, oppure al bricolage. Inoltre, è molto difficile che provochi allergie: un altro punto a suo favore.

Il costo. Il titanio non è un metallo costoso: si trova facilmente in natura e, anche se ha una lavorazione abbastanza complessa, non ha un prezzo elevato. Il costo di un gioiello in titanio sarà quindi determinato dal tipo di forma, più o meno complessa, e quindi dal numero di ore necessarie alla lavorazione. Ovviamente, un altro aspetto fondamentale è il valore delle pietre che possono essere utilizzate nel gioiello.

Anello titanio, diamanti, zaffiri blu
Giovanni Ferraris, anello titanio, diamanti, zaffiri blu

Come pulire un gioiello in titanio. Il titanio si pulisce semplicemente con acqua e, se occorre, una goccia diluita di sapone liquido neutro. Usate uno spazzolino da denti morbido. Il titanio è un metallo resistente, ma la pulizia potrebbe rovinare gli altri materiali con cui è realizzato il gioiello, come le pietre.

Grande anello in titanio, acquamarina, zaffiri
Lydia Courteille, grande anello in titanio, acquamarina, zaffiri
Orecchini Dragonfly in titanio, zaffiri blu e diamanti
Garaude, orecchini Dragonfly in titanio, zaffiri blu e diamanti
Anello con tanzanite di 35,42 carati, calcedonio e diamanti montati su titanio di Wallace Chan
Anello con tanzanite di 35,42 carati, calcedonio e diamanti montati su titanio di Wallace Chan
Anello in titanio con smeraldo colombiano incastonato un cristallo di rocca
Busatti Milano, anello in titanio con smeraldo colombiano incastonato un cristallo di rocca
Orecchini East meet West in titanio
Suzanne Syz, orecchini East meet West in titanio
Vhernier, orecchini Eclisse in titanio
Vhernier, orecchini Eclisse in titanio
Lugano Diamonds, anello in titanio con diamanti
Lugano Diamonds, anello in titanio con diamanti

Si possono bagnare i gioielli?

Si possono bagnare i gioielli? I gioielli si possono rovinare? Di sicuro il mare è un pericolo per i gioielli: ne abbiamo parlato qui  Ma non c’è solo il mare. Ci sono molte occasioni, a cominciare dalla propria vasca da bagno, la doccia al mattino o semplicemente il lavandino della cucina, in cui i gioielli si possono bagnare. Ecco, appunto: si possono bagnare i gioielli? Dipende. L’aspetto principale da considerare è il materiale con cui sono composti. Ma, in ogni caso, ricordate che il sale del mare e il cloro o le altre sostanze disinfettanti delle piscine possono sempre rovinare i vostri gioielli.

I gioielli possono rovinarsi a contatto con l'acqua
I gioielli possono rovinarsi a contatto con l’acqua

Oro. Il metallo allo stato naturale non si ossida perché non reagisce chimicamente all’ossigeno. Non teme, quindi, il contatto con i liquidi. Ma, attenzione: spesso l’oro è rivestito con una sottile patina di rodio che serve a renderlo più brillante oppure a fargli cambiare colore (come nel caso dell’oro annerito). In questo caso il gioiello immerso spesso nell’acqua potrebbe perdere la sua brillantezza. C’è, poi, un altro problema: i gioielli in oro quasi sempre non utilizzano il metallo allo stato naturale, cioè a 24 carati. In particolare, i gioielli d’oro più a rischio sono quelli che contengono una quantità maggiore di altri metalli in lega. Per esempio, l’oro a 14 carati oppure, ancora più diluito nella lega metallica, quello a 9 carati. Anche in questo caso il contatto con l’acqua o altri liquidi può far perdere la lucentezza al metallo.

Anello Wave Stacking in oro 24 carati
Menē, anello Wave Stacking in oro 24 carati

Placcatura d’oro. Ci sono casi di ossidazione dell’oro quando questo è una placcatura su un altro metallo. Questo fenomeno avviene, per esempio, quando si utilizza un processo di doratura al mercurio, che si basa sull’applicazione di un amalgama di mercurio-oro su un metallo, seguito dal riscaldamento per rimuovere il mercurio: si ottiene così uno strato d’oro poroso, che può far penetrare i liquidi. In questo caso una reazione chimica sul metallo usato come supporto può causare un fenomeno di ossidazione che si riflette su tutto il gioiello, anche sulla parte in oro. In ogni caso, una placcatura d’oro è più fragile e tende a usurarsi nel tempo. Il questo caso i liquidi possono ossidare il metallo sottostante: se avviene, l’unico rimedio è procedere a una nuova placcatura. Meglio non esporre gioielli placcati oro, con qualsiasi metodo siano stati realizzati, a prolungati contatti con l’acqua.

Bracciale bronzo placcato oro
Bracciale bronzo placcato oro

Vermeil. Stesso discorso della placcatura: il vermeil, in effetti, è argento placcato oro. È considerata una formula abbastanza raffinata, ma è facile rovinare la placcatura, magari con piccoli graffi che possono mettere a contatto l’acqua con l’argento.

Anello Round Trip in vermeil
Anello Round Trip in vermeil by Charlotte Chesnais

Argento 925 o sterling silver. È l’argento più puro, un metallo piuttosto robusto, ma che può perdere la patina di lucentezza a contatto prolungato con l’acqua, specialmente in ambienti come la piscina, oppure con i solventi utilizzati per la pulizia. Il contatto occasionale con l’acqua pulita, non salata, non ha un effetto negativo, ma il gioiello può rovinarsi se viene a contatto con la crema solare, profumi o altre sostanze detergenti. In commercio ci sono anche i gioielli con argento 075, che contiene germanio, che previene l’ossidazione e può contribuire a conservare il metallo con l’aspetto originale. È un po’ più resistente, ma fino a un certo punto.

Collana in argento della collezione Amatum
Collana in argento della collezione Amatum by Pianegonda

Ottone. È una lega piuttosto robusta, ma può ossidarsi a contatto prolungato con l’acqua. L’ottone può corrodersi a causa dei componenti di zinco, rame e stagno. In questo caso il metallo diventa progressivamente nerastro, verde o blu, con un rivestimento ossidato che, però, può essere rimosso.

Anello in ottone
Anello in ottone by Ambush

Come pulire e lucidare il corallo

Come pulire, conservare e lucidare i vostri gioielli di corallo. Ecco i consigli utili per chi vuole un corallo sempre brillante ♦︎

I gioielli con il corallo sono molto belli e spesso si indossano specialmente in estate (ma non solo): una collana di corallo è perfetta con un abito leggero e, magari, su una pelle abbronzata. Ma come si puliscono i gioielli di corallo? E come si possono conservare anelli, collane e orecchini realizzati con il corallo? Ecco i consigli utili per pulire e conservare i vostri gioielli di corallo.

Collana in corallo e oro indossata
Caterina Murino, collana in corallo e oro indossata

Il corallo. Prima di scoprire come pulire e conservare il corallo è bene fare una premessa. Il corallo è considerato comunemente come un semplice materiale, come fosse una pietra. Ma non è così: il corallo è formato da migliaia di minuscoli organismi grandi pochi millimetri identici, geneticamente chiamati polipi (non sono ovviamente i polipi con i tentacoli e ventose): le loro secrezioni di carbonato di calcio formano la struttura solida che sviluppa i rami del corallo. Bisogna capire, insomma, che il corallo è unico e anche molto delicato. Come le perle, per esempio, il corallo va indossato spesso.

Salvatore Collaro, anello in oro bianco, diamanti e corallo rosso
Salvatore Collaro, anello in oro bianco, diamanti e corallo rosso

Corallo opaco. Con il passare del tempo spesso il corallo può diventare opaco. La brillantezza del gioiello appena acquistato scompare e rimane una superficie senza riflessi. Questo avviene perché la lucidatura superficiale del corallo, ottenuta durante la lavorazione dell’artigiano che ha realizzato il gioiello, è stata eliminata dall’uso quotidiano. A rovinare il corallo sono, in particolare, sudore, acidità della pelle e sostanze cosmetiche. Quindi, se volete indossare una collana di corallo tenetela lontana da creme per il corpo, profumi e deodoranti. Un altro consiglio: evitate di conservare il corallo alla luce del sole, la temperatura troppo alta può rovinarlo. Meglio conservare il gioiello di corallo in un cassetto, al chiuso.

Tiara di Cartier in corallo, diamanti, perle. Venduta per 775.000 dollari
Tiara di Cartier in corallo, diamanti, perle

Metodi di pulizia. Il corallo è un materiale delicato e va trattato con cura. Uno dei metodi per pulire il corallo è quello di immergerlo in una bacinella di acqua, in cui è stata sciolta qualche goccia di detersivo. Alcuni consigliano l’ammoniaca, ma va utilizzata con prudenza, perché può rovinare il gioiello. Dopo aver tenuto a bagno il corallo per circa mezz’ora, si può passare un panno oppure utilizzare un bastoncino di cotone per eliminare l’eventuale sporco che si è ammorbidito con il lavaggio.

corallo della sardegna Green Beryl of over 20 carats diamanti
Assael, bracciale con corallo della Sardegna, diamanti e un berillo verde di 20 carati

Come lucidare il corallo. Se il corallo è molto rovinato, per ottenere una lucidatura uguale a quella di origine è meglio rivolgersi a un orefice. Un altro metodo, poco rischioso, consiste nell’utilizzo di semplice olio di oliva: versarne poche gocce su un panno morbido e passare il tessuto sul corallo. Per evitare che diventi opaco, due volte l’anno si può strofinare non troppo energicamente il corallo in un panno di cotone, magari imbevuto di cera liquida. nel caso di una collana, una buona abitudine è anche quella di cambiare il filo interno al gioiello ogni due o tre anni.

Orecchino in oro e corallo
Cartier, orecchino in oro e corallo
Choker Danzatori del Crepuscolo, in corallo, con piastre che ricordano disegni rupestri
Caterina Murino , choker Danzatori del Crepuscolo, in corallo, con piastre che ricordano disegni rupestri
Anello in oro con corallo rosso
Chantecler, anello in oro con corallo rosso e diamanti
Anello in oro, corallo rosa, ametista
Salvatore Collaro, anello in oro, corallo rosa, ametista
Anello con corallo rosso e tsavoriti
Alex Ball, anello con corallo rosso e tsavoriti
Bracciale con corallo intrecciato
Eredi Jovon, bracciale con corallo intrecciato

Gioielli e sicurezza in aeroporto

I gioielli si possono indossare quando si passa al controllo di sicurezza negli aeroporti?

Ci sono gioielli che sono considerati pericolosi? Ecco tutte le risposte ai vostri dubbi.

State per mettervi in viaggio e volete portare qualche gioiello con voi? Uno dei momenti più delicati è il controllo di sicurezza negli aeroporti. Come comportarsi per quanto riguarda collane, anelli e bracciali? Si possono indossare oppure dovete lasciarli a casa? Vanno per forza sfilati è messi nelle cassette di plastica, che passano sotto il controllo di scanner a raggi x per non far suonare l’allarme dei metal detector? Chi ha l’abitudine di indossare parecchi gioielli, oltre all’orologio, si sarà chiesto come ci si deve regolare. La risposta la fornisce il blog della Tsa, la Transportation Security Administration, cioè il sito ufficiale del Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti.

Tenete presente che quelli pubblicati sono consigli, non regole assolute. Quindi, possono esserci comportamenti diversi secondo le regole dei diversi aeroporti nel mondo. Ma in linea di massima queste indicazioni dovrebbero andare bene.

Controllo dei bagagli in aeroporto
Controllo dei bagagli in aeroporto

Indossare i gioielli. La Tsa consiglia di tenere indosso i gioielli. Quindi, se non trovate controllori particolarmente pignoli, non dovrete sfilare collane o anelli. Ci sono, però, delle eccezioni: se il gioiello è voluminoso potrebbe essere ispezionato. Un grande anello o una collana con un pendente maxi, infatti, potrebbero nascondere sostanze pericolose, non si sa mai. In questo caso sarà richiesto un controllo specifico.

Controllo al body scanner
Controllo al body scanner

Siete in dubbio? Temete di far suonare l’allarme al momento di passare attraverso il body scanner? La soluzione è togliere i gioielli prima del controllo e riporli nel bagaglio a mano: borsa, zaino o piccola valigia, che passa sotto i raggi x del controllo. Naturalmente, se sono gioielli poco costosi si possono benissimo riporre nelle vaschette assieme allo smartphone e alle monete. Sconsigliato, invece, nascondere i gioielli nel trolley che finisce nella stiva dell’aereo: nel caso di perdita del bagaglio le compagnie rimborsano solo poche centinaia di euro.

Gioielli al controllo passaporti
Gioielli al controllo passaporti

Piercing. I piercing metallici possono causare un allarme del metal detector. Questo, in alcuni casi, può suggerire agli operatori un controllo ulteriore. Può anche essere chiesto di rimuovere il piercing dal  corpo, ovviamente in locale chiuso se si trovano in una zona del corpo non esposta. È comunque una perdita di tempo.

Gli occhiali (di solito) non sono sospetti
Gli occhiali (di solito) non sono sospetti

Occhiali. Non ci sono solo i gioielli: gli occhiali da vista possono essere indossati durante il passaggio al metal detector. Gli occhiali non dovrebbero causare il suono dell’allarme. In ogni caso, è sempre meglio indossarli che camminare senza vedere nulla o quasi.

Con i bagagli verso l'imbarco
Con i bagagli verso l’imbarco
Verso il gate
Verso il gate
Le code ai controlli di sicurezza possono essere snervanti
Le code ai controlli di sicurezza possono essere snervanti
In aeroporto
In aeroporto

Allarme orecchini giganti

Attenzione agli orecchini troppo grandi

Possono provocare danni, specialmente se indossati con frequenza. Ecco quello che c’è da sapere sui maxi orecchini.
Secondo Dana Oliver, Executive Fashion and Beauty Editor, della testata online The Huffington Post, gli orecchini giganti sono pericolosi per chi li indossa. Un articolo sull’edizione americana del quotidiano web pubblicato tempo fa, riportava il parere del chirurgo plastico Edward Miranda, secondo qui sono tre i principali rischi provocati da orecchini troppo pesanti:

  1. Lieve infezione che può verificarsi, in genere poco dopo il piercing iniziale.
  2. Poiché gli orecchini indossati aggiungono peso al lobo attraverso una sottile striscia di pelle, l’usura data dalla forza di gravità allungherà il lobo trasformando il foro da rotondo a ovale. A lungo andare, il lobo può addirittura rompersi e dividersi in due.
  3. Gli orecchini grandi, specialmente quelli a cerchio, possono impigliarsi facilmente in abiti oppure essere strappati da un bambino, com la conseguente lacerazione del lobo.
Attenzione agli orecchini giganti
Attenzione agli orecchini giganti

Interventi chirurgici

«I nostri lobi delle orecchie sono un’area molto delicata e morbida nelle nostre orecchie, indossando grandi orecchini ogni giorno aumenti le possibilità di allungare il lobo dell’orecchio a un ritmo sempre più elevato. Ciò può causare l’allungamento della pelle e la rottura del lobo dell’orecchio», avverte Deepak Dugar, chirurgo estetico che opera a Berverly Hills, California. Naturalmente, tutto dipende anche dal peso del gioiello. Alcuni orecchini possono essere molto grandi, ma anche molto leggeri. Non sempre è così, però. Nei casi meno gravi gli orecchini  maxi possono comunque causare mal di testa.

Orecchini di Messika in oro rosa e diamanti
Orecchini di Messika in oro rosa e diamanti

Il pericolo è talmente reale che esistono dei medici specialisti nella ricostruzione dei lobi. Un lifting dell’orecchio, per ricostruire la parte inferiore danneggiata da orecchini troppo pesanti è diffusa. Il procedimento comprende due opzioni: una per un lobo in cui il piercing ha allungato il lobo, e il secondo è per ispessire le orecchie che sono semplicemente diventate più sottili con l’età. Il costo dell’intervento varia, negli Usa, tra 1.500 e 3mila dollari. In ogni caso, il lobo non torna più come prima. Quindi, attenzione a non esagerare con orecchini ultra pesanti.

Orecchini firmati Marni
Orecchini firmati Marni
Orecchini di Prada
Orecchini di Prada
Saskia Diez Orecchini in argento Barbelle
Saskia Diez Orecchini in argento Barbelle
Eden Diodati, Bracciale Kalifa e orecchini Edo Pendulum
Eden Diodati, Bracciale Kalifa e orecchini Edo Pendulum
Orecchini-collana di Cosh
Orecchini-collana di Cosh

Mare e gioielli, ecco che cosa fare

Si possono indossare i gioielli al mare? Si rovinano? Sì, state attente: acqua di mare e piscina rovinano i vostri gioielli. Ecco che cosa fare per proteggerli ♦

L’estate è il periodo dell’anno in cui i vostri gioielli rischiano di più: il nemico si chiama acqua: quella del mare o della piscina. In tutti e due i casi i vostri gioielli rischiano parecchio. Il sale contenuto nell’acqua di mare è una sostanza corrosiva che può causare seri danni ad anelli, orecchini o collane. Anche i metalli nobili, come oro e platino possono essere rovinati con un contatto prolungato.

Innanzitutto, il gioiello in oro è spesso in lega con altri metalli: per esempio, l’oro a 18 carati contiene per il 25% materiali come nickel, oppure, rame o argento. Questi metalli a contatto con l’acqua di mare si rovinano facilmente. Anche il platino, seppure più resistente dell’oro, soffre a contatto prolungato con l’acqua salata.

Pietre come i turchesi possono rovinarsi con l'acqua di mare
Pietre come i turchesi possono rovinarsi con l’acqua di mare

Pericolo saldature. Un punto debole dei gioielli sono le saldature. Se un gioiello è ben fatto non si vedranno a occhio nudo, ma ci sono. Il sale può corrodere proprio quelle parti più delicate di giunzione tra le diverse parti di un gioiello. Un altro pericolo è dato dalle onde o dall’impatto del gioiello causato dal nuoto. Una bracciata mentre si nuota causa uno scontro con l’acqua di un certo rilievo a una struttura delicata come, per esempio, un anello. Per questo non sono infrequenti i casi di anelli in cui le griffe che fermano la pietra si ammorbidiscono e finiscono per lasciare libero il diamante, o qualunque altra gemma, che custodiscono. Ancora più rovinoso è l’effetto dell’acqua di mare sui bijoux, che sono realizzati con metalli meno resistenti e sono solitamente più leggeri.

Se per errore si fa il bagno in piscina o in mare con i gioielli, meglio lavarli subito dopo con acqua corrente
Se per errore si fa il bagno in piscina o in mare con i gioielli, meglio lavarli subito dopo con acqua corrente

Pietre appannate. Un altro effetto negativo è quello del sale sulle pietre preziose o semipreziose. Non solo si rischia di perderle per esempre, ma un bagno in mare le renderà meno brillanti a causa del sale che si deposita sulla superficie. Un bagno tra i flutti marini non è consigliato neppure per le perle. Gli stessi pericoli i gioielli li corrono con i bagni in piscina: meglio toglierseli, quindi, prima di fare un bagno.

Anche l'acqua di una piscina può essere nociva per i gioielli
Anche l’acqua di una piscina può essere nociva per i gioielli a causa delle sostanze chimiche disciolte nell’acqua

Come rimediare. E se per caso vi dimenticate di togliere i gioielli prima di un tuffo? La cosa migliore da fare appena tornate a casa è lavare i gioielli in acqua fredda o tiepida, con una goccia o due di detergente non aggressivo. Dopo averli tenuti a bagno per una decina di minuti i gioielli si puliscono delicatamente con uno spazzolino da denti con setole molto morbide. Le gemme si lucidano con un panno.

Vietato fare il bagno con anelli e bracciali, specie se sono bijoux
Vietato fare il bagno con anelli e bracciali, specie se sono bijoux

Argento. Tra tutti i tipi di gioielli, quelli in argento possono rovinarsi di più a contatto con gli agenti come profumi, creme per proteggersi dal sole e salsedine, oltre al  ph acido della pelle. L’ossidazione può essere accelerata a causa di questi agenti: meglio lasciare a casa i gioielli d’argento, oppure riporli in una borsa una volta arrivate in spiaggia.

Leggi anche: Come pulire i gioielli d’argento 

Un bracciale d'oro: può essere indossato in spiaggia, ma lontano dalla salsedine
Un bracciale d’oro: può essere indossato in spiaggia, ma lontano dalla salsedine

Piccola guida ai gioielli vintage

Gioielli vintage: piacciono sempre di più, ma prima di sceglierli bisogna conoscere bene le loro caratteristiche. Ecco i consigli della gemmologa della casa d’aste online Catawiki. 

Quale anello vintage scegliere? A lei piacerà? Oppure: come fargli capire che cosa mi piace? La prima regola è andare sul classico. La seconda, è seguire il trend. E, in questa chiave, arrivano i consigli della casa d’aste online Catawiki. Secondo quanto rileva l’azienda, ci sarebbe (meglio usare il condizionale) un incremento nell’acquisto di anelli antichi. Può essere. Ma, in ogni caso, gli anelli in uno stile d’antan hanno sempre avuto estimatori ed estimatrici.

Collana vittoriana con diamanti. Prezzo: 28.000 dollari
Collana vittoriana con diamanti. Prezzo: 28.000 dollari

La casa d’aste, quindi, ha pensato bene di chiedere a Deborah Mazza, gemmologa e banditore su Catawiki, un commento: «Negli ultimi dieci anni si è verificato un forte cambiamento rispetto a quello che gli utenti cercano al momento della scelta di un anello di fidanzamento. I trend rivelano un allontanamento dagli anelli dallo stile classico, come i solitari acquistati in gioiellerie di alto livello, mentre adesso si cerca qualcosa che non rientri nell’ordinario, per questo gli anelli vintage sono diventati molto diffusi e richiesti. Ma questo implica il dover fare una ricerca per selezionare un oggetto vintage e, per evitare che la futura sposa resti delusa, bisogna rivolgersi ad un gemmologo, che potrà garantire la qualità e la provenienza dell’anello. Tutto il resto dipende dal gusto personale».

Spilla vittoriana in alluminio annerito e jet-Whitby
Spilla vittoriana in alluminio annerito e jet-Whitby (giaietto), un mineraloide di origine vegetale

Aggiunge Louise Baltruschat Hollis, responsabile del noto sito per matrimoni Whimsical Wonderland Weddings: «Per alcune coppie, il matrimonio rappresenta indubbiamente il giorno più importante della propria vita. Per questo, non c’è da meravigliarsi se si fa di tutto per rendere questo giorno memorabile. Le spose di oggi optano per qualcosa di personalizzato, dal festival chic alle cerimonie nel bosco, e questo desiderio di avere qualcosa di unico passa anche attraverso la scelta dell’anello».

Quindi, ecco una breve guida agli anelli nello stile del passato.

Vittoriano È un anello per chi ama i colori. Molto spesso, infatti, gli anelli vittoriani montano gemme colorate inclusi granati, smeraldi e zaffiri, per questo gli anelli di questo periodo di tempo sono la scelta ideale quando si cerca di un’alternativa al classico diamante solitario. «In genere, quando si opta per le gemme colorate, c’è la tendenza a scegliere anelli con zaffiro grazie alle sue proprietà di resistenza all’usura, ed è stata Kate Middleton a lanciare questo trend», continua la gemmologa. «Per coloro che cercano qualcosa di insolito ma comunque colorato e resistente, suggerirei di cercare un rubino. I rubini hanno una resistenza incredibile, seconda solo ai diamanti e alla metà del prezzo, non c’è quindi da stupirsi se si è verificato un forte aumento della richiesta».

Anello vittoriano in oro e diamanti
Anello vittoriano in oro e diamanti

Art Nouveau Sono l’antitesi alla semplicità di un solitario tradizionale. Gli anelli in stile Art Nouveau (in Italia si chiama stile Liberty) si caratterizzano per la forma. Originario dei primi del Novecento, lo stile Art Nouveau è conosciuto per i disegni intricati e ricchi di dettagli e curve, che lo rendono una scelta audace per le spose. Sono ricchi di storia e presentano dettagli del romanticismo. Spesso presentano molte pietre colorate innestate in uno stile delicato ma complesso.

Il classico Trinity di Cartier, in oro e diamanti. È nato nel 1924 ed è ancora prodotto
Il classico Trinity di Cartier, in oro e diamanti. È nato nel 1924 ed è ancora prodotto

Art Déco Questo stile ha acquisito popolarità negli anni Venti e Trenta, con disegni sono caratterizzati da un deciso stile geometrico e angoli che rappresentano una rottura con lo stile del periodo precedente. Sono tornati di gran moda anche grazie al Il Grande Gatsby.

Anello Art Deco in platino, diamanti e onice
Anello Art Deco in platino, diamanti e onice

Antique Tiffany & Co. Per alcune donne che desiderano unicamente l’eccellenza, l’unica scelta possibile è un Tiffany & Co. vintage. La Maison americana produce anelli di fidanzamento dal 1837, e sebbene tendano ad avere uno stile classico, acquistando un pezzo vintage è possibile garantirsi un tocco unico per sentirsi fuori dall’ordinario e indossare un pezzo di storia.

Il classico anello in oro bianco e tre diamanti di Tiffany & co.
Il classico anello in oro bianco e tre diamanti di Tiffany & co.
Spilla a forma di farfalla con diamanti e perle, di epoca vittoriana
Spilla a forma di farfalla con diamanti e perle, di epoca vittoriana
Tiara e collana vittoriana venduta da Christie's
Tiara e collana vittoriana venduta da Christie’s
Spilla di René Lalique, con smalto e crisoprasio
Spilla di René Lalique, con smalto e crisoprasio
Anello Art Nouveau con lucertola e uccello, in oro e opale
Anello Art Nouveau con lucertola e uccello, in oro e opale
Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940
Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940
Anello art déco con diamanti
Anello art déco con diamanti
Particolare di un bracciale Art Deco di Cartier, con perle con zaffiri e diamanti
Particolare di un bracciale Art Deco di Cartier, con perle con zaffiri e diamanti

Che cosa fare se vi rubano i gioielli in hotel

Che cosa fare se vi rubano i gioielli in hotel? Non è, purtroppo, un evento così raro: un furto di gioielli in hotel può avvenire facilmente se non siete prudenti. Ecco che cosa fare se vi rubano i gioielli in hotel.

Gioielli in hotel
Gioielli in hotel

La storia è sempre la stessa: siete in vacanza, oppure affrontate un viaggio per lavoro e non potete indossare sempre gli stessi orecchini, oppure anello e collana. Decidete, quindi, di lasciare nella vostra stanza in hotel i vostri gioielli. Potreste essere sbadate e dimenticarli incustoditi su un tavolino. Oppure, sperando di non avere sorprese, avete nascosto i gioielli in una tasca della valigia. Ma purtroppo al vostro ritorno in hotel scoprite che i vostri gioielli non ci sono più.

Nella stanza di hotel
Nella stanza di hotel

Prima di scoprire come dovete affrontare questa situazione è bene fare una premessa: non lasciate mai i gioielli, specialmente se sono di valore, incustoditi in una stanza di albergo. La cosa migliore da fare è chiuderli alla cassaforte fornita dall’hotel, che può essere nella vostra stessa camera, oppure quella della reception. Non è solo buonsenso, ma anche un consiglio pratico. Vediamo perché.

Parlare con la direzione dell'hotel
Parlare con la direzione dell’hotel

La prima cosa da fare se subite un furto è comunicare il fatto alla direzione dell’hotel. Subito dopo andate alla polizia e sporgete denuncia, anche nel caso qualcuno vi consigli di non farlo. Chiedete anche alla direzione dell’hotel di fare il possibile per recuperare i vostri gioielli. Nel caso il o la colpevole sia una persona che lavora alla pulizia delle camere c’è qualche (rara) possibilità di tornare in possesso dei gioielli.

Usare lo smartphone
Usare lo smartphone

Il secondo consiglio utile è quello di registrare prove dell’esistenza dei vostri gioielli: fotografateli con lo smartphone, magari anche quando li riponete da qualche parte in hotel. Spesso (cioè sempre), infatti, gli hotel chiedono una prova: avevate davvero dei gioielli nella vostra camera o ve lo state inventando ora? Ed è difficile provare di averli avuti davvero, giusto? E ancora più difficile è convincere qualcuno che non li avete persi.

Reception in hotel
Reception in hotel

Se, invece, gli oggetti sono stati rubati dalla cassaforte entra in gioco la responsabilità dell’hotel. Ma, in questo caso, deve essere dimostrata la negligenza nella gestione: per esempio a causa di casseforti facilmente apribili o lasciate incustodite. In questo caso l’hotel può essere costretto a pagare un indennizzo. Ma qui viene la cattiva notizia: dipende da dove vi trovate. La legislazione è differente da un Paese all’altro.

Hotel room
Hotel room

In Italia, per esempio, una sentenza ha stabilito che chi subisce un furto in hotel, se dimostrato, ha diritto a essere risarcito con una cifra che può arrivare fino a un massimo di 100 volte il costo della stanza di hotel. E questo vale anche se si lascia un gioiello incustodito su un comodino. Negli Usa, invece, il rimborso varia da uno Stato all’altro e, in media, prevede un indennizzo tra 300 e 500 dollari. Se il vostro gioiello vale di più, peggio per voi.

Negli hotel un concierge assiste gli ospiti svolgendo varie attività come prenotare ristoranti , prenotare hotel, organizzare servizi spa, offrire assistenza in casi di emergenza
Negli hotel un concierge assiste gli ospiti svolgendo varie attività come prenotare ristoranti, prenotare hotel, organizzare servizi spa, offrire assistenza in casi di emergenza

Un consiglio utile, secondo gli esperti, è quello di sottoscrivere una polizza di assicurazione prima della partenza, che comprenda anche la copertura dai furti. Ma, in questo caso, state bene attente prima di acquistare l’assicurazione: controllate a quanto ammonta il rimborso in caso di furto: spesso le cifre previste sono molto basse.

Quando l’anello di matrimonio è arcobaleno

I gioiellieri che offrono un anello di matrimonio per persone dello stesso sesso sono in aumento. E gli uomini preferiscono anelli fatti in … ♦

Vi ricordate della pubblicità di Tiffany sull’anello per persone delle stesso sesso? Ne hanno parlato tutti i giornali, spesso con titoli elogiativi e anche un pizzico di cinismo: un passo avanti nei diritti matrimoniali o un passo avanti nelle vendite? In realtà, l’iniziativa non ha solo allargato questo segmento di mercato, ma di fatto ha identificato una nuova tendenza: l’anello di fidanzamento da uomo a uomo o da donna a donna. Certo, si tratta di una nicchia, che però cresce: per esempio, la legalizzazione, nel 2014, del matrimonio tra persone dello stesso sesso in Inghilterra, Scozia e Galles, ha fatto aumentare la domanda di fedi nuziali.

Matrimonio gay
Matrimonio arcobaleno

E, infatti, se prima si vendevano degli anelli informali come simbolo di un impegno privato, ora l’attenzione si è spostata verso qualcosa di più istituzionale, una scelta più ponderata e su misura. Gli uomini sono alla ricerca di qualcosa di meno appariscente, ma non necessariamente meno prezioso: diamanti, oro rosa, palladio e titanio sono in cima alle classifiche. Personalizzazione è la parola chiave per conquistare i clienti inglesi, che sono interessati anche alle finiture, che siano lucide, opache o satinate non è importante, ma vogliono contribuire al disegno dell’anello. Cosa che porta maggiore libertà creativa, sebbene i gioiellieri di fronte a tanto estro diano sempre lo stesso consiglio: poiché si suppone debba durare parecchi anni la fede dovrebbe seguire il gusto personale piuttosto che l’ultima moda. 

La firma del registro
La firma del registro

In un matrimonio al femminile, per ora, sembra prevalere una tendenza più vicina alla fede, al classico anello di matrimonio, un cerchio di oro che simboleggia l’unione tra due persone. Anche con piccole varianti, per esempio, con un piccolo diamante incastonato all’interno della banda metallica. Ma, in sostanza, le donne sembrano preferire più sobrietà. È anche una questione estetica: gli uomini hanno mediamente mani più grandi e, quindi, anche gli anelli sono di dimensioni maggiori e risultano più visibili.

Cerimonia di matrimonio gay al femminile
Cerimonia di matrimonio al femminile

Anche se i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono ormai consentiti in un gran numero di Paesi, non sembra si sia codificata una formula comune per quanto riguarda i gioielli da indossare, a partire dagli anelli. Al momento prevale, insomma, una semplice trasposizione delle caratteristiche per gli anelli di matrimonio utilizzate dalle coppie etero. È la tradizione. Ma non è detto che in un prossimo futuro gli anelli possano assumere un aspetto diverso: è un universo ancora inesplorato.

Matrimonio gay
Scene di matrimonio

Come scegliere gli orecchini di diamanti

Un classico di sempre: gli orecchini con diamanti a solitario, chiamati anche orecchini di diamanti punto luce.

Semplici ed eleganti, sono un gioiello che dovrebbe essere sempre presente nel proprio jewelbox. Ecco come scegliere gli orecchini di diamanti. Gli orecchini di diamanti punto luce sono il sogno di ogni donna: come scintille illuminano qualsiasi viso. Non a caso si chiamano punti luce. Una moda iniziata con regine e dame di corte nel 1500, che continua sui Red Carpet dei giorni nostri con Angelina Jolie, Natalie Portman, Scarlett Johansson ed Eva Longoria. Ma, oltre a imbellire, gli orecchini di diamanti a solitario hanno un altro pregio: si possono portare anche di giorno senza sentirsi a disagio, perché sebbene non passino inosservati riescono a essere discreti. A patto di avere scelto il modello giusto. Ecco alcuni consigli per l’acquisto, tra cui una verifica delle 4 C adeguata al gioiello.

Orecchini di diamante solitario, in oro bianco con chiusura a vite
Orecchini di diamante solitario, in oro bianco con chiusura a vite

Indossabilità

La montatura, e quindi il diamante, devono aderire perfettamente al lobo e non pendere, nemmeno leggermente, dall’orecchio, altrimenti la pietra guarda verso il basso e non cattura la luce. È un rischio che si corre con gemme oltre i due carati se gli orecchini non sono ben progettati. Certo, dipende anche dalla misura dell’orecchio, ma è fondamentale che il diamante sia incastonato in modo tale da avere il centro di gravità verso il lobo, perché l’insieme sia equilibrato.

Orecchini punto luce indossati
Orecchini punto luce indossati

Chiusura

I perni a farfalla, perfetti per gli orecchini più piccoli, hanno una controindicazione: con l’uso è probabile che si allentino, con il rischio di perdere l’amato gioiello. Più sicuro è il perno a vite, ma anche più scomodo da mettere e togliere. C’è un terzo tipo di perno, bombato e circolare con una cavità speciale, che blocca il fermaglio finché non viene premuto ai lati ed è quindi il più affidabile.

Damiani, orecchino taglio rotondo con chiusura bombata
Damiani, orecchino taglio rotondo con chiusura bombata

Certificazione

Meglio optare per pietre certificate se si tratta di diamanti. In fondo si acquista sostanzialmente la gemma, la lavorazione della montatura è minima.

Le 4 C

Carato È importante perché determina la dimensione e l’aspetto del punto luce. Ma attenzione alle differenze delle varie dimensioni a occhio nudo: un diamante da 2 carati non sembra essere due volte più grande di un diamante di un carato. Non solo, una pietra da 0,50 carati può sembrare più grande se circondata da un bordo di piccolissimi diamanti che in più conferisce maggiore lucentezza all’insieme.

Orecchini di diamanti solitario, taglio a cuore
Orecchini di diamanti solitario, taglio a cuore

Taglio Dipende dal gusto e dal budget, il taglio tondo, o brillante, è il più diffuso perché con le sue 57-58 sfaccettature riflette maggiormente la luce in, che sembra irradiarsi dal centro verso il bordo esterno e rende la pietra più brillante. A seguire, come popolarità per questo tipo di gioiello, i tagli princess e cuore. Comportano però più materiale di scarto per ottenere la stessa brillantezza del taglio tondo e, quindi, costano di più perché a parità di prodotto finito si utilizzano pietre di maggiori dimensioni.

Orecchini a bottone Celine, con diamanti
Orecchini a bottone Celine, con diamanti

Colore e chiarezza I diamanti senza inclusioni o macchie sono rari e costosi. Nel caso dei punti luce, è preferibile privilegiare il taglio e poi il colore e quindi la chiarezza. Meglio optare per pietre più bianche, quindi più lucenti, anche se con qualche difetto interno per avere il massimo valore relativo.

Pulizia

I diamanti sono una calamita per la polvere, specialmente gli orecchini così vicini a viso e capelli, quindi più facilmente a contatto con creme e gel. Proprio per questo devono essere puliti almeno una volta alla settimana. Basta un po’ di acqua tiepida, detersivo liquido delicato e uno spazzolino morbido per farli nuovamente brillare.

Poche gocce di sapone liquido sono sufficienti
Poche gocce di sapone liquido sono sufficienti
Collezione Illusion, orecchini in oro nero 18 carati e diamanti
As29, collezione Illusion, orecchini in oro nero 18 carati e diamanti
Orecchini con diamanti ognuno del peso di 20,27 carati
Orecchini con diamanti ognuno del peso di 20,27 carati
Orecchini con diamanti sviluppati in laboratorio Lightbox
Orecchini con diamanti sintetici sviluppati in laboratorio Lightbox
Orecchini in oro bianco e diamanti della linea Eden
Recarlo, orecchini in oro bianco e diamanti della linea Eden
Orecchini con diamanti a taglio esagonale
Doryn Wallach, orecchini con diamanti a taglio esagonale

Storia della gioielleria in 10 tappe

Le 10 tappe fondamentali nella storia della gioielleria che è necessario conoscere. La prima è… ♦︎
Tempo fa il Financial Times ha pubblicato un articolo che individuava le 10 tappe fondamentali della gioielleria nel corso degli ultimi duecento anni o poco più. L’articolo parte dalla innovazione nel taglio dei diamanti, con l’introduzione della foggia a brillante, fino alla stampa in 3D. È interessante ripercorrere l’analisi per dare una bella ripassata alla storia del gioiello.

1 Taglio brillante

I diamanti con il taglio rotondo, o brillante, sono stati introdotti alla fine del 17esimo secolo, dopo che nel Settecento, nei gioielli barocchi, l’aspetto brillantezza delle pietre era diventato preponderante. Il taglio brillante si è sviluppato nei laboratori di Parigi, Amsterdam e Anversa, che hanno prodotto il precursore del taglio contemporaneo, che oggi è quello scelto per il 75 per cento dei diamanti.

Il diamante da 102 carati taglio brillante
Diamante da 102 carati taglio brillante

2 Galvanotecnica

Come si fa a far diventare oro quello che non lo è? Niente pietra filosofale: dal 1840 oro e argento sono applicati con un procedimento elettrolitico, che è diventato un pilastro della produzione di gioielli a prezzi accessibili. È merito del chirurgo di Birmingham John Wright, che ha sviluppato bagni galvanici con cianuro di potassio Wright ed i suoi soci George e Henry Elkington brevettato il processo di elettrodeposizione, che consente di applicare una sottile pellicola di oro o argento su un normale gioiello di altro materiale, come l’acciaio.

Bracciale in galvanica oro rosa di Swarovski
Bracciale in galvanica oro rosa di Swarovski

3 Tiffany setting

Nel 1886 Tiffany ha inventato l’anello più popolare tra le donne: eleva il diamante sopra il cerchio dell’anello tramite quattro o sei griffe, invece di essere incassato nel metallo. In questo modo il diamante si vede molto di più. Da allora l’anello con solitaire rimane da solo per pochissimo: tutti lo vogliono. Prima di Tiffany le incastonature dell’anello di diamanti erano molto più basse sul dito: le pietre erano solitamente fissate in una banda di oro o tenute con rebbi più corti, quindi le pietre avevano un profilo basso. La montatura Tiffany a valorizzato il diamante.

Anello solitario in platino e diamante con il Tiffany Setting
Anello solitario in platino e diamante con il Tiffany Setting

4 Platino

Alla fine dell’Ottocento si diffonde l’utilizzo del platino, un metallo più difficile da lavorare, ma molto più resistente dell’oro. Grazie alle nuove tecniche di trattare il platino Cartier può realizzare un gioiello raffinato come la tiara con disegno a ghirlanda. Il platino ha una notevole resistenza alla corrosione, e non si deforma anche ad alte temperature: è considerato un metallo nobile che assicura una lunga vita al gioiello.

Orecchini in platino e diamanti
Orecchini in platino e diamanti

5 Perle coltivate

Fino ai primi anni del Novecento le perle erano rarissime, perché si trovavano solo quelle prodotte naturalmente dalle ostriche. Dalla varietà Akoya, Kokichi Mikimoto è invece riuscito a ottenere perle indotte dall’uomo. Ma è merito anche di sua moglie. L’11 luglio 1893, la moglie di Mikimoto esaminò un cesto di ostriche appena pescate e vide la prima perla coltivata semisferica bella quanto di una perla naturale. Tre anni dopo, nel 1896, Mikimoto ottenne il suo primo brevetto per le perle coltivate.

Bracciale con tre fili di perle coltivate
Bracciale con tre fili di perle coltivate

6 Orecchini a clip

Negli anni Trenta si sono diffusi gli orecchini trattenuti da una piccola molla, come reazione all’uso del foro nell’orecchio, considerato un’usanza barbara (pare che non sia più così, ora). Gli orecchini a clip possono essere indossate da tutte, mentre quelli con foro sono riservati a chi ha le orecchie forate. Negli anni Settanta, però, è tornato di moda il buco ai lobi, e non solo.

Verdura, orecchini clip con la forma di grappolo d'uva, con oro, perle, platino e diamanti
Verdura, orecchini clip con la forma di grappolo d’uva, con oro, perle, platino e diamanti

7 Serti Mystérieux

È un’innovazione di Van Cleef & Arpels la tecnica di utilizzare pietre poste sul gioiello senza mostrare griffe o altri congegni per immobilizzare i singoli elementi. Sottilissime e invisibili rotaie conducono la pietra nella posizione desiderata. Inutile aggiungere che non è un’operazione semplice, anche se poi è stata imitata da molte altre Maison.

Clip Panache MystОrieux. Serti MystОrieux Vitrail zaffiri colorati, diamanti
Van Cleef & Arpels, clip Panache MystОrieux. Serti MystОrieux Vitrail zaffiri colorati, diamanti

8 Titanio

Nei primi anni Sessanta entra in scena il titanio. Anche in questo caso è la tecnologia che ha permesso ai gioiellieri più innovativi, come Jar, di utilizzare questo metallo leggero e resistente, che permette di realizzare gioielli con ardite fogge, impossibili con leghe più tradizionali come quelle con oro e argento.

Bracciale Calla in titanio e diamanti
Bracciale Calla di Vhernier in titanio e diamanti

9 Progettazione 3D

Per chi non lo sapesse, nonostante i filmati dei maggiori brand continuino a mostrare artisti con pennino e colori mentre disegnano le proprie collezioni, la stragrande maggioranza dei gioielli è disegnata al computer. Questo avviene grazie all’introduzione, negli anni Ottanta, della progettazione in 3D, con un software chiamato Cad. È un sistema meno poetico delle matite colorate, ma molto più efficiente.

Progettazione in 3D dei gioielli
Progettazione in 3D dei gioielli

10 Stampa 3D

Da qualche anno la frontiera è la stampa in 3D. La maggior parte inizialmente è stata realizzata in plastica, ma ora è possibile utilizzare anche il metallo. Dopo aver progettato il gioiello, si passa subito alla realizzazione tramite speciali stampanti che, invece di sfornare la foto delle vacanze, costruiscono per sottrazione (cioè limando il materiale in eccesso), oppure per aggregazione (aggiungendo polvere d’oro o d’argento, impastata) anelli, collane o bracciali.

Gioielli di platino realizzati con la stampante 3D
Gioielli di platino realizzati con la stampante 3D

 

 

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