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Ieg cambia il manager di Vicenzaoro

Matteo Farsura, già Exhibition Manager di Vicenzaoro, prende la guida della divisione Jewellery & Fashion di Ieg, la società che organizza, tra l’altro, la fiera dedicata alla gioielleria. Farsura sostituisce il Global Exhibition Director della divisione, Marco Carniello, che assume il ruolo di Chief Business Officer alla guida della nuova Direzione Business di Ieg, che coordinerà tutte le industries presiedute dal player fieristico. In sostanza, una promozione per Carniello e una nuova responsabilità per Farsura, che gestirà le manifestazioni della Jewellery Agenda di Ieg: Vicenzaoro, Oroarezzo, T.Gold, Summit del Gioiello, Valenza Gem Forum, VO’Clock Privé, VO Vintage, oltre a JGTD e SIJE rispettivamente a Dubai e Singapore.

Matteo Farsura
Matteo Farsura

Il manager avrà inoltre la responsabilità di Fimast, che rientra nella divisione J&F di IEG. Padovano, classe 1975, Matteo Farsura lavora dal 2017 in IEG, dove ha contribuito a sviluppare prima il segmento delle tecnologie, quindi gli eventi di Arezzo e infine Vicenzaoro. Dopo gli studi scientifici, la laurea in Economia Aziendale a Venezia Cà Foscari e un Master MBA di Fondazione CUOA con la statunitense University of Michigan Dearborn (International Program), ha sviluppato competenze manageriali in ambito luxury e organizzazione eventi, operando – tra gli altri – in una primaria realtà italiana del gioiello fashion, e ispirandosi ai valori dello sport, mutuati dalla consolidata esperienza nel rugby nella duplice veste di giocatore e allenatore.

Marco Carniello
Marco Carniello
Vicenzaoro, visitors. Copyright: gioiellis.com
Vicenzaoro, visitors. Copyright: gioiellis.com

Vicenzaoro, Palakiss passa a Ieg

A Vicenza il padiglione che si trova di fronte allo spazio che ospita Vicenzaoro, cioè il Palakiss, passa a Italian Exhibition Group. L’operazione ha un valore modesto (circa 1 milione di euro), ma offre ulteriori opportunità al polo fieristico. Ieg, la società che organizza Vicenzaoro e che è quotata alla Borsa di Milano, acquisisce il 51% del capitale di Palakiss srl. L’accordo è stato firmato con Andrea Marcon, che rimarrà amministratore delegato del Palakiss, centro orafo a pochi passi dal quartiere fieristico e che dal 1999 organizza quattro eventi annuali ai quali partecipano aziende produttrici italiane ed internazionali del settore orafo.

L’operazione rappresenta un ulteriore passo nella strategia definita dal Gruppo nell’accrescere e arricchire il portafoglio dei prodotti Ieg. L’acquisizione costituisce, infatti, un’occasione per rafforzare la specializzazione settoriale dell’industry orafa che serviamo e che contribuiamo a supportare al fine di creare continue opportunità di business.
Corrado Peraboni, Ceo di Italian Exhibition Group

Corrado Peraboni, Ceo di Ieg
Corrado Peraboni, Ceo Ieg

I termini dell’accordo prevedono anche un’opzione call per l’acquisto del residuo 49% del capitale sociale, esercitabile decorsi 30 giorni dall’approvazione del bilancio di esercizio 2024 e valida per i successivi tre anni, ad un prezzo da determinarsi sulla base dell’Ebitda medio risultante dai due bilanci d’esercizio approvati precedentemente alla data di esercizio dell’opzione. Da determinare la data del closing.
Gioielli al Palakiss
Gioielli al Palakiss

L’acquisizione consentirà a Ieg di ampliare la propria offerta nel settore Jewellery & Fashion, creando interessanti sinergie con i principali eventi già consolidati per Vicenzaoro, T.Gold e Oroarezzo. Sotto una gestione condivisa e unificata, l’operatore internazionale in visita a Vicenza potrà accedere ad una gamma ancora più ampia di prodotti e di servizi legati al mondo del gioiello e avrà un interlocutore unico in grado di garantire la migliore esperienza di business.
Marco Carniello, Chief Business Officer di Italian Exhibition Group

Marco Carniello
Marco Carniello

Addio a Marina Bulgari

È morta a Roma Marina Bulgari, figlia di Costantino Bulgari, primo figlio di Sotirios (l’altro era Giorgio), l’argentiere greco fondatore della celebre maison di via Condotti a Roma. Nata a Roma nel 1930, Marina Bulgari era un’appassionata creatrice di gioielli, tanto che nel 1976 decise di lanciare il suo marchio, Marina B. “Mia zia era una visionaria, una donna straordinaria. Mi ha insegnato il coraggio e la determinazione. Era una designer eccezionale che ha portato tante innovazioni nel settore della gioielleria”, la ricorda una delle nipoti, Laura Calissoni Colnaghi, figlia di Anna, a sua volta figlia di Costantino Bulgari, che aveva avuto tre figlie femmine, Anna, Xenia e Marina appunto.

Pendente in oro, madreperla, rubellite e ametista. Copyright: gioiellis.com
Pendente in oro, madreperla, rubellite e ametista di Marina B. Copyright: gioiellis.com

Il Marchio Marina B si è fatto conoscere per uno stile riconoscibile che ha reso celebre la Maison in tutto il mondo. I suoi gioielli sono stati indossati da star come Sophia Loren e celebrity come Ivana Trump. Dopo il primo showroom aperto a Ginevra nel 1978 sono seguite boutique nelle capitali più prestigiose, a Milano, a Roma e a Parigi, seguite nel 1986 da una boutique in Madison Avenue, a New York.

Come designer, oltre allo stile unico dei suoi gioielli, prettamente geometrico, Marina B ha introdotto tecniche innovative, come il giunto cardanico, per legare fra loro le pietre preziose. Marina Bulgari ha introdotto anche la montatura a molla e una nuova reinterpretazione del pavé di diamanti. Nel 1980 ha anche sviluppato un nuovo taglio delle pietre, divenuto iconico, The Chestnut, un sorta di triangolo smussato, ancora utilizzato dal marchio, che nel 2017 è stato acquistato dall’imprenditore italo-francese Guy Bedarida.

Bracciale in oro, diamanti, rubini, smeraldi, onice. Copyright: gioiellis.com
Bracciale in oro, diamanti, rubini, smeraldi, onice by Marina B. Copyright: gioiellis.com

Tiffany in scena con Arón Piper

Arón Julio Manuel Piper Barbero, per tutti semplicemente Arón Piper: è il nuovo volto di Tiffany. L’ambassador del marchio americano, 27 anni, è un attore e cantante spagnolo-tedesco. È noto soprattutto per aver interpretato Ander Muñoz nel film drammatico per adolescenti di Netflix Elite. Arón Piper è nato il 29 marzo 1997 a Berlino, in Germania. Suo padre è tedesco, mentre sua madre è spagnola. Quando Piper aveva cinque anni si è trasferito in Spagna, prima in Catalogna e poi nelle Asturie. Ha studiato recitazione e regia, parla correntemente tedesco e spagnolo, inglese e catalano.

Arón Piper in Tiffany
Arón Piper in Tiffany

Secondo il brand di gioielleria, Piper esemplifica perfettamente i valori di Tiffany. Nelle immagini scattate per la Maison, Piper indossa gioielli e occhiali Tiffany & Co. L’idea è quella di un’intersezione tra i mondi della musica, dell’arte, della cultura e del lusso. E, soprattutto, quella di avvicinare le nuove generazioni al marchio americano di proprietà del gruppo Lvmh.

Arón Piper con choker di Tiffany
Arón Piper con choker di Tiffany

Nuovi brand a GemGèneve

Nuovi brand in arrivo per l’ottava edizione di GemGenève, evento dedicato a gioielli e gemme che si terrà dal 9 al 12 maggio nel padiglione 1 del Palexpo di Ginevra. Sono attesi oltre 200 espositori, tra cui più di 190 commercianti professionisti provenienti da tutto il mondo. Ma gli organizzatori, Thomas Faerber e Ronny Totah, fondatori del salone si attendono per la nuova edizione circa 220 partecipanti.

Per gli espositori, GemGenève rappresenta più di un salone: è una comunità, uno stato d’animo. Con Ida Faerber, il nostro obiettivo è preservare la sua atmosfera speciale, perché è ciò che rende il salone così attrattivo e stupefacente.
Nadège Totah

Nadège Totah
Nadège Totah

Per questa nuova edizione, GemGenève ha registrato un numero record di prenotazioni: il 16% dei partecipanti torna GemGenève fin dal debutto ed è ormai all’ottava presenza. Inoltre, la fiera accoglierà otto nuovi espositori. Come nelle precedenti edizioni, gli espositori americani faranno la parte del leone: da soli rappresentano infatti un quinto dei partecipanti totali, ma i Paesi rappresentati saranno in tutto 21. Tra i nuovi brand presenti, uno di rilievo è l’americano Seaman Schepps, fondato nel 1904 a Los Angeles, prima di trasferirsi a New York nel 1921, nell’eclettico quartiere del Lower East Side. Negli anni Trenta, l’azienda si affermò come una tra le più creative giocando la carta dell’esclusività. Il vocabolario estetico di Seaman Schepps, caratterizzato da creazioni dai colori esuberanti e dalle texture originali, si ispira all’energia di Manhattan.
Seaman Schepps, spilla con scena marina realizzata con nefrite giada e alghe dorate, tormalina rosa,iolite, conchiglie di tormalina watermelon, oro, acquamarina, perle e diamanti
Seaman Schepps, spilla con scena marina realizzata con nefrite giada e alghe dorate, tormalina rosa,iolite, conchiglie di tormalina watermelon, oro, acquamarina, perle e diamanti

Un’altra novità per GemGèneve è ALine Collection, Maison svizzera specializzata in pietre di colori rari e insoliti scovati da Alexander Leuenberger, che viaggia in tutto il mondo alla ricerca di pietre preziose eccezionali ed è anche proprietario della miniera di zaffiri più produttiva del Madagascar. Al salone di Ginevra approda anche Atelier Munsteiner, firma del design contemporaneo. Scomparso il 28 dicembre, Tom Munsteiner è stato un gioielliere e uno scultore, ma soprattutto un grande artista. Il suo lavoro, incontestabilmente moderno, gode oggi di notorietà internazionale. Il laboratorio sarà portato avanti dalla moglie Jutta e dal figlio Philipp.
Atelier Munsteiner, anello in platino e tanzanite
Atelier Munsteiner, anello in platino e tanzanite

Per le gemme, fa ingresso Vlad Yavorskyy, profondo conoscitore delle pietre preziose, lavora tra gli Stati Uniti e l’Indonesia. Grande specialista delle miniere emergenti, la sua conoscenza delle pietre colorate lo ha portato a pubblicare sei libri sull’argomento. Hakimi & Sons, Stati Uniti è invece un’impresa di famiglia, in attività dagli anni Quaranta, fondata a New York nel 1983 da Abraham Hakimi e dai suoi figli, William e Robert. Per la gioielleria vintage, un’altra insegna che si aggiunge a GemGèneve è quella di Steven Neckman, che propone pezzi di design e dalla tecnica straordinari dall’epoca edoardiana dino agli anni Novanta. La Maison Garaude, invece, offre dal 1995 principalmente rubini, zaffiri, smeraldi e spinelli non trattati. La specialità di Patrick Flückiger sono invece le perle. Ex sommozzatore professionista con la passione per il mare, nel 2006 ha fondato Swiss Pearls, società specializzata in perle naturali e coltivate, ma anche antiche, rare e storiche. Flückiger è anche specializzato in pietre preziose: smeraldi, rubini, zaffiri e diamanti a taglio antico.
Spinelli rossi di Vlad Yavorskyy
Spinelli rossi di Vlad Yavorskyy

Il gioiello che lancia un sos anti-violenza

Aggressioni, stupri, omicidi: per le donne la cronaca quotidiana è sempre una storia di violenza. Ma un gioiello può allontanare il pericolo. È l’idea di MonSherif, una piccola azienda francese: un ornamento che si connette con il cellulare (iPhone o Android) e invia un messaggio geolocalizzato. Non è la prima volta che i gioielli sono proposti con un dispositivo elettronico nascosto che serve a proteggere chi lo indossa. Ma MonSherif è una delle soluzioni che sembra funzionare meglio, è già stata utilizzata da migliaia di donne in Francia.

Bijou MonSherif Mille et une nuits doré
Bijou MonSherif Mille et une nuits doré

L’iniziativa è partita nel 2015 da Dominique Brogi. Il dispositivo elettronico può essere nascosto all’interno di un ciondolo, ma esiste anche una versione minimal, della dimensione di un bottone, che si attacca ai vestiti: per esempio si può occultare agganciandolo alla spallina di un reggiseno. MonSherif si collega via Bluetooth al proprio smartphone e permette di informare o richiedere aiuto a con un clic. I destinatari del messaggio sono quelli scelti e registrati su una app. Possono essere familiari, amici, colleghi, chiunque possa essere di aiuto. Basta una pressione sul gioiello o sulla versione mini del dispositivo, per inviare un sms geolocalizzato. Una doppia pressione veloce, invece, invia un triplo avviso geolocalizzato sotto forma di telefonata, Sms ed e-mail ai destinatari. Interviene in automatico anche un collegamento video per organizzare il soccorso.
Ciondolo con dispositivo di sicurezza inserito. Metallo argentato e cristalli Swarovski
Ciondolo con dispositivo di sicurezza inserito. Metallo argentato e cristalli Swarovski

Infine, c’è una terza possibilità: una pressione prolungata registra l’ambiente sonoro o attiva un allarme. Quest’ultima funzione consente di acquisire prove mediante la registrazione sonora e può essere molto utile per individuare l’aggressore e provare la sua colpa.

Bottone nascosto MonSherif indossato
Bottone nascosto MonSherif

In Buccellati arriva Nicolas Luchsinger

Al vertice di Buccellati, marchio italiano che fa parte del gruppo Richmont, arriva Nicolas Luchsinger. Il nuovo amministratore delegato prende il posto di Gianluca Brozzetti. Luchsinger è presidente per Asia Pacifico di Van Cleef and Arpels, Maison parigina che fa parte dello stesso gruppo svizzero, dove per 17 anni ha ricoperto diversi ruoli manageriali come direttore delle vendite al dettaglio e direttore del patrimonio a livello di quartier generale e di mercato. In precedenza presso Christie’s.

Anello in oro, zaffiro blu e diamanti di Buccellati
Anello in oro, zaffiro blu e diamanti di Buccellati

Brozzetti resterà nel consiglio di amministrazione in qualità di amministratore di Buccellati Holding Italia, con il titolo di vicepresidente esecutivo. Dopo aver guidato il gruppo negli ultimi dieci anni, inclusa l’integrazione in Richemont nel 2019, Brozzetti ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo della Maison con base a Ginevra. Brozzetti manterrà inoltre il ruolo di rappresentanza della Maison nelle associazioni di settore e nella partnership con Scuola Orafa Ambrosiana.
La boutique di Buccellati a Ginza (Tokyo)
La boutique di Buccellati a Ginza (Tokyo)

Medaglia d’oro per Pandora 2023

Il 2023 è stato un anno d’oro per i gioielli Pandora. I risultati economici del più grande gruppo al mondo di gioielleria indicano una crescita organica di +8%, meglio delle previsioni di 5-6%, con una crescita a parità di perimetro e rapporti di cambio del 6%, mentre l’espansione del network ha portato una crescita del 4%. Sono aumentati i ricavi, quindi, ma anche la redditività. Il gross margin è migliorato al 78,6%, con un aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente. Il margine Ebit (earnings before interest and taxes) si è mantenuto al 25,0%, mentre il rapporto tra utili e valore delle azioni è salito a un livello record di 55,5 corone danesi. Insomma, i dati finanziari sono positivi.

Uno store di Pandora
Pandora store

Secondo l’azienda, il periodo natalizio è stato particolarmente positivo e la crescita organica è salita del 12%: in Europa +5%, negli Stati Uniti +10%, e ancora meglio nel resto del mondo con +16%. Merito, dice l’azienda, della strategia chiamata Phoenix, di cui si è chiouso il primo capitolo, con i continui investimenti nel brand che hanno favorito una crescita su larga scala in tutte le collezioni. Il lancio della nuova campagna natalizia Loves, Unboxed si è rivelata azzeccata. L’azienda ha anche completato la transizione verso l’oro e l’argento riciclati con un anno di anticipo.

Collane Pandora Moments
Collane Pandora Moments

E il 2024? Pandora punta a un altro anno di crescita solida, anche se il clima macroeconomico è meno favorevole. La guidance iniziale per il 2024 prevede una crescita organica del 6-9% e un margine Ebit intorno al 25%. La crescita nel primo scorcio dell’anno è a una cifra.

Pandora Moments
Pandora Moments

Siamo molto soddisfatti di come abbiamo chiuso il 2023 con un ottimo trading durante le festività natalizie. Guardando agli ultimi due anni, da quando abbiamo lanciato la strategia di crescita Phoenix, siamo orgogliosi di come le nostre iniziative strategiche si siano unite per ottenere risultati consistenti nonostante il difficile contesto macroeconomico. Nel 2024, puntiamo a una crescita solida e redditizia mentre attuiamo il prossimo capitolo di Phoenix.
Alexander Lacik, presidente e amministratore delegato di Pandora

Alexander Lacik, ceo di Pandora
Alexander Lacik

Novità e più Oriente per Fope

Il brand Fope è un acronimo di Fabbrica Oreficeria Preziosi Esportazione. E, in effetti, l’azienda orafa italiana quotata sul listino Euronext Growth Milan è molto attiva all’estero. L’ultima mossa è la costituzione della società Fope Japan G.K., con sede a Tokyo e nata per curare lo sviluppo commerciale del mercato giapponese. La società è controllata da Fope Japan (80%) e da SwissPrimeBrands (20% ), partner del Gruppo veneto che ha curato fino a oggi la distribuzione dei prodotti Fope in Giappone. Poche settimane prima Fope aveva annunciato l’apertura di una nuova boutique monomarca nel prestigioso mall Seibu a Kuala Lumpur (Malesia). L’oro di Fope, insomma, fa rotta sempre di più verso l’Oriente. Una strategia che ha dato i suoi frutti: nel 2023 Fope ha ottenuto ricavi netti consolidati a 66,8 milioni di euro, con una crescita di 4,61 milioni (+7,4%) rispetto al 2022.

Bracciale in oro giallo e pavé di diamanti della collezione Eka
Bracciale oro giallo e pavé di diamanti della collezione Eka

Bracciale oro giallo della collezione Eka
Bracciale oro giallo della collezione Eka

Risultati allineati alle aspettative di budget elaborate ad inizio 2023 tenendo conto di una congiuntura economica a livello internazionale complessa e confermata da indicatori che hanno segnato dei rallentamenti in particolare nel secondo semestre. Nel corso del 2023 il mercato italiano si è distinto per le ottime performance di vendita, generate sia dalla boutique di Venezia che in generale dai nostri concessionari e favorite dalla buona presenza in Italia di turisti stranieri. La politica di copertura sui fabbisogni di oro ha neutralizzato le fluttuazioni delle quotazioni dell’oro e il margine primario delle vendite non ha subito scostamenti rispetto ai valori di budget. La visione per il 2024 è positiva e di ulteriore crescita.
Diego Nardin, amministratore delegato di Fope

Diego Nardin
Diego Nardin

Intanto, il brand di gioielleria non rinuncia ad aggiungere novità alle sue collezioni. Una, piuttosto importante, è programmata per settembre. Nel frattempo, Fope ha rinnovato una delle sue collezioni iconiche, Eka. Il nome in sanscrito significa uno. E, infatti, Eka è stata la prima collezione a cui è stata applicata la tecnologia brevettata Flex’it, che consente flessibilità dei gioielli grazie a micro molle d’oro nascoste all’interno di bracciali, anelli e collane. Ora la linea Eka diventa più grintosa e trasversale grazie a una maglia dove i chicchi d’oro si enfatizzano abbracciandosi l’uno con l’altro. Dal 2024 le collane esistono nelle varianti morbida ed elastica, arricchite della preziosa chiusura con diamante a pulsante D-click.

Bracciale in oro bianco e diamanti neri Eka Tiny
Armband aus Weißgold und schwarzen Diamanten aus der Eka Tiny-Linie

I gioielli dell’anno del Drago

Che cosa hanno in comune Rihanna, Adele, Emma Stone, Rupert Grint, Reese Witherspoon, Ryan Reynolds, Cillian Murphy e Khaby Lame? Sono tutte celebrity nate sotto il segno del Drago, secondo l’oroscopo cinese. Per gli appassionati di astrologia, dal 10 febbraio 2024 al 28 gennaio 2025 è l’anno del Drago. Un animale mitologico che è stato spesso uno dei soggetti preferiti dei gioiellieri. Tanto che c’è chi, come Roberto Coin, che ha lanciato una collezione speciale dedicata proprio al drago.

Un gioiello speciale di Mikimoto in oro 18 carati, perle South Sea e rubini
Un gioiello speciale di Mikimoto in oro 18 carati, perle South Sea e rubini

Non sorprende che secondo lo zodiaco cinese i draghi siano associati alla forza. Ma anche alla salute (avete mai sentito parlare di un drago che si ammala?). Inoltre, i nati sotto questo segno possono avere dalla loro parte armonia e fortuna. Pare che in Cina ci sia anche chi cerca di far nascere i propri figli proprio negli anni del drago e per questo ogni 11 anni, quando torna questo segno, si contano più nascite. Il Drago era anche il segno dell’Imperatore cinese e dell’elemento maschile Yang. Infine, è un simbolo di potere e ricchezza. Tanti buoni motivi, insomma, per scegliere un gioiello ispirato a questo segno, con la speranza che la fiducia nel Drago sia ben riposta.

Bracciale Shanghai in oro giallo e diamanti. Copyright: gioiellis.com
Bracciale Shanghai in oro giallo e diamanti by Carrera Y Carrera. Copyright: gioiellis.com
Ciondolo con drago in oro rosa, tsavoriti e diamanti
Ciondolo con drago in oro rosa, tsavoriti e diamanti by Alexandra Abramczyk
Anello Empress Wu Dragon, in oro e lapislazzulo
Anello Empress Wu Dragon, in oro e lapislazzulo di Wendy Brandes
anello realizzato in bronzo, smalto nero smerigliato a mano, incisioni realizzate a mano raffiguranti un Dragone di 12Pm
Anello realizzato in bronzo, smalto nero smerigliato a mano, incisioni realizzate a mano raffiguranti un Dragone di 12Pm

Marco Bicego tra Grammy e Academy

Mentre Serena Williams ai Grammy Awards 2024 sceglieva gli orecchini Marco Bicego della collezione Lunaria, il brand veneto ha inaugurato la seconda edizione della sua Academy, finalizzata a formare nuovi talenti in ambito produzione e lavorazione specializzata del gioiello. Si tratta di un percorso formativo che unisce lezioni in aula, training strutturato e coaching individuale in azienda volti all’inserimento di nuove figure professionali specializzate e perpetuare l’eccellenza della tradizione orafa italiana.

Lavorazione artigianale dei gioielli Marco Bicego
Lavorazione artigianale dei gioielli Marco Bicego

Anche questa seconda edizione è stata realizzata in collaborazione con Gi Group, multinazionale italiana del lavoro, che ha gestito le fasi di talent attraction, recruiting e assessment dei candidati. La formazione dell’Academy viene erogata presso la Scuola Arte e Mestieri di Vicenza, dipartimento della Fondazione Centro Produttività Veneto, che vanta una lunga tradizione nell’area dell’artigianato artistico e che si è affermata, nel corso del tempo, come la più autorevole istituzione formativa rivolta alla professionalizzazione artistica e artigiana del vicentino, in particolare nel settore oreficeria.
Incisione con il bulino millerighe
Incisione con il bulino millerighe

Il percorso formativo, della durata complessiva di quattro mesi, si articola in una serie di corsi teorici e pratici nell’ambito dell’incisione a mano, dell’incastonatura e incassatura delle pietre e della lavorazione orafa a banco. Al termine del periodo di formazione di 80 ore in aula e laboratorio, le risorse selezionate inizieranno un percorso di inserimento e di training on‐the‐job di 480 ore direttamente in azienda. L’obiettivo è formare figure professionali altamente specializzate, i cosiddetti talenti del fare, da inserire in azienda dove il processo produttivo è interamente verticale, end‐to‐end: dalla fusione dell’oro al controllo qualità. Tutti i gioielli Marco Bicego sono creati nell’atelier di Trissino (Vicenza), sono realizzati in oro 18 carati, incisi a mano con l’antica tecnica del bulino millerighe o realizzati con l’esclusiva tecnica del coil, e montano gemme accuratamente selezionate.

Sono fermamente convinto che l’artigianato vada preservato, il nostro Made in Italy è un marchio di eccellenza che ci viene riconosciuto a livello internazionale. Servono competenze oramai rare e savoir‐faire molto alto, soprattutto nel lusso. Nella nostra azienda si continua una tradizione orafa centenaria, ancora in‐house, e di questo sono estremamente orgoglioso.
Marco Bicego, fondatore e direttore creativo del brand

Marco Bicego. Copyright: gioiellis.com
Marco Bicego. Copyright: gioiellis.com

I 24 brand di Jewellery Geneva

Sono 24 i brand di gioielleria che parteciperanno alla terza edizione di Jewellery Geneva. L’evento è programmato dal 9 al 15 aprile in concomitanza con Watches and Wonders e focalizzato sull’alta orologeria che è organizzato al Palexpo della città svizzera, e con Haute Jewels Geneva, che coinvolge altrettante Maison della gioielleria e si svolge al Fairmont Hotel. Non tropo distante da Jewellery Geneva, che si svolge anche quest’anno nell’Hotel President di Quai Wilson 47, a pochi passi dalla maggior parte dei migliori hotel.

Hotel President. Copyright: gioiellis.com
Hotel President. Copyright: gioiellis.com

Jewellery Geneva è organizzato da H2 Eventi di Howard Hauben, che ha ricoperto il ruolo di capo di Europa Star e ha editato dal 1985 al 2016 Basel Tribune, il quotidiano ufficiale di Baselworld, con quattro edizioni pr ogni fiera, stampando durante la notte e distribuendo circa 10 mila copie durante quello che era l’evento fieristico più importante del mondo. Hauben ha anche creato, fondato e diretto il famoso Couture Show di Las Vegas e ora dirige un altro appuntamento per la gioielleria, il Centurion che si svolge a Phoenix, in Arizona.
Jewellery Genva 2023
Jewellery Genva 2023. Copyright: gioiellis.com

A Jewellery Geneva 2024 parteciperanno Anan Jewels, Artexpo, Artur Scholl, Bloch, Busatti Milano, Damaso, Di.Go Srl/Valentina Callegher, Hasbani Gioielli, Heinz Mayer, Hulchi Belluni, Isabellefa, Italgold Valenza 1967, J Jewels Milano, Jewels By Jacob, K Di Kuore, Luca B, Matthia’s & Claire, Misani, Nader Kash, Nanis, Rf Jewels, Schreiner, Solo Collection, Staurino, Tirisi, Zydo.

Jewellery Geneva 2023 booth
Jewellery Geneva 2023, espositori. Copyright: gioiellis.com

Pandora passa a oro e argento riciclato

Gioielli in oro e argento realizzati senza utilizzare metalli estratti dalla terra: Pandora ha deciso il grande passo verso una produzione più sostenibile. Non sarà un percorso facile, visto che il brand danese di gioielleria è il più grande del mondo in termini di volumi. In ogni caso Pandora ha deciso di utilizzare esclusivamente oro e argento riciclati e fusi per ricavare il materiale necessario per la sua gioielleria. L’estrazione dei metalli richiede più energia e risorse rispetto al riciclo: per l’argento il riutilizzo equivale a un terzo rispetto a quella dell’argento estratto, mentre per l’oro sono emesse meno dell’1% delle emissioni di carbonio prodotte dall’estrazione. In questo odo, calcola Pandora, saranno prodotte 58.000 tonnellate di Co2 in meno all’anno.

Anello Love argento riciclato
Anello Love in argento

Il risparmio per l’ambiente, stima sempre Pandora, equivale al consumo annuale di elettricità di 11.000 case o alla guida di 6.000 automobili in tutto il mondo. Nel 2020, Pandora ha fissato l’obiettivo di approvvigionarsi di argento e oro riciclati al 100% entro il 2025, e l’azienda annuncia di aver raggiunto il traguardo prima del previsto. Pandora prevede di realizzare tutti i nuovi gioielli con argento e oro riciclati al 100% a partire dalla seconda metà del 2024. Nel 2023, il 97% dell’argento e dell’oro utilizzati per i gioielli Pandora era già riciclato.

I metalli preziosi possono essere riciclati all’infinito senza perdere di qualità. L’argento estratto secoli fa è come nuovo e il miglioramento del riciclo può ridurre significativamente l’impronta climatica dell’industria della gioielleria.

Fusione di metallo riciclato
Fusione di metallo riciclato

Alexander Lacik, Ceo di Pandora

Alexander Lacik, President & Chief Executive Officer Pandora
Alexander Lacik, President & Chief Executive Officer Pandora

I fornitori del brand danese hanno dovuto modificare le proprie attività per approvvigionarsi solo di materiali riciclati certificati secondo la Responsible Jewellery Council Chain of Custody, uno degli standard più severi del settore. Per molti di loro questo ha comportato l’introduzione di nuovi processi e attrezzature per garantire la completa separazione dei metalli estratti e riciclati lungo l’intera catena di fornitura, compresi lo smistamento, la fusione e la produzione. Più di cento dipendenti di Pandora sono stati coinvolti nel lavoro di transizione.
Argento riciclato
Argento riciclato

Oggi meno del 20% dell’offerta mondiale di argento proviene da fonti riciclate, in genere da oggetti elettronici dismessi, vecchi gioielli, argenteria, scarti di produzione e altri rifiuti industriali. Una volta raccolto, l’argento riciclato viene sottoposto a un processo di raffinazione in cui vengono eliminate le impurità e il metallo viene rifuso per essere riutilizzato.

Oro riciclato
Oro riciclato

Cena più anello con Voodoo Jewels

Il voodoo è un’antica religione praticata da alcune popolazioni africane del Benin, Togo, Ghana e Nigeria, che è stata esportata in diversi Paesi delle Americhe. Ma, in un certo senso, ha attecchito anche a due passi dal Vaticano. Voodoo Jewels è un brand di gioielleria nato a Roma nel 2002 su iniziativa di Livia Lazzari. Il nome deriva dall’idea che gli oggetti della religione voodoo sono considerati magici. E anche i gioielli possono avere un influsso sugli essere umani, a patto di crederlo. Le creazioni Voodoo Jewels, inoltre, proprio come i talismani sono tutte realizzate su ordinazione, a chilometro zero.

Livia Lazzari
Livia Lazzari

Per San Valentino 2024, però, il brand di gioielleria fa un ulteriore salto di fantasia con una alleanza gastronomica con i fratelli Christian e Manuel Costardi, chef piemontesi con ristoranti a Torino e Vercelli. L’iniziativa è davvero originale: un pacchetto speciale del costo di 450 euro che comprende l’anello solitario Red Love Letter di Voodoo Jewels e una cena per due con menu degustazione, più abbinamento vini al ristorante Scat_to in Piazza San Carlo, a Torino.
Ristorante Scat_to, Torino
Ristorante Scat_to, Torino

L’abbinamento anello e cena è previsto da sabato 10 febbraio fino a sabato 17 febbraio. Sul sito di Voodoo Jewels e nel ristorante Scat_to si potrà acquistare la Gift Card cartacea speciale da regalare. «Come tutte le Love Letter che abbiamo scritto fino a oggi, questo dono è un pensiero d’amore che non conosce limiti e che speriamo arrivi il più lontano possibile», commenta Livia Lazzari. «Perché ho scelto proprio Scat_to? perché la bellezza è trasversale e la ricerca che viene fatta dai fratelli Costardi qui è la stessa che faccio io per realizzare i miei gioielli e, non per ultimo, il buon cibo è espressione d’amore». In occasione della collaborazione sarà allestito un pop-up di Voodoo Jewels all’interno del ristorante Scat_to, parte del complesso Gallerie d’Italia: un corner studiato dove per tutto il weekend 10-11 febbraio sarà possibile acquistare anche altri gioielli del brand.
Livia Lazzari con l'attrice Martina Pinto
Livia Lazzari con l’attrice Martina Pinto

Livia Lazzari, founder Voodoo Jewels
Livia Lazzari, founder Voodoo Jewels

Anno d’oro per Bros Manifatture

Brosway, Pianegonda, Rosato e S’Agapò, a cui si aggiungono Bros Cinturini e Dhiva packaging: marchi del gruppo Bros Manifatture, che hanno contribuito a un buon risultato del gruppo di gioielleria marchigiano. I ricavi della società nel 2023 sono aumentati complessivamente del 10% rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno è stato cruciale anche per lo sviluppo internazionale, in particolare negli Usa.

Beatrice Beleggia assieme al padre Lanfranco Beleggia, fondatore di Bros Manifatture
Beatrice Beleggia e Lanfranco Beleggia, fondatore del gruppo Bros Manifatture

Nel dettaglio, secondo il consuntivo di Bros Manifatture, Pianegonda, brand di gioielleria in argento che punta sul design, ha registrato un incremento del 34% rispetto al 2022. Lo storytelling del brand privilegia partnership che ne rafforzino la percezione in ambito di cinema, moda e design grazie anche alla nuova collezione Assoluto scelta ed indossata da celebrities di tutto il mondo.
Bracciale rigido in argento
Bracciale rigido aperto in argento della collezione Assoluto di PIanegonda

Rosato punta storicamente sui charm personalizzabili e collezioni complete di gioielli disegnate in linea con le tendenze del momento. Il marchio ha visto una crescita del 20% nell’ultimo anno, anche grazie ad una forte strategia comunicativa. Rosato 4Good è il progetto attraverso cui il brand supporta campagne di sensibilizzazione sociale.
Rosato, gioielli della collezione Gemma indossati
Rosato, gioielli della collezione Gemma indossati

Brosway punta tutto su gioielli colorati e dallo spirito giovane ed ha aperto al mercato Usa e ha fatto registrare una crescita dell’8%. Infine, S’Agapô, gioielleria fashion, ha riscontrato un aumento delle vendite del 4% grazie al marketing di supporto su piattaforme social come Tik Tok e Instagram.
Broswa Italia, Las Vegas store
Broswa Italia, Las Vegas store

Bros Manifatture impiega circa 300 persone tra dipendenti e collaboratori, distribuisce i suoi brand in 30 Paesi nel Mondo, con 10.000 punti vendita e con una crescita costante sia in Italia che all’Estero grazie, anche, alla partecipazione alle più importanti fiere internazionali di settore del 2024 come Atlanta Market, Inhorgenta Munich, JCK show di Las Vegas e VicenzaOro.

S'Agapò collezione Chunky
S’Agapò, collezione Chunky

GemGenève torna e punta sull’opale

Appuntamento per giovedì 9 maggio con l’ottava edizione di GemGenève, che si concluderà domenica 12 maggio. L’evento che riunisce operatori nella gioielleria vintage, di design e nel settore delle grandi gemme si svolgerà sempre al Palexpo, padiglione 1. Il salone ha già ricevuto l’adesione, per ora, di oltre 180 espositori selezionati (erano 210 lo scorso anno). GemGenève, aperto al pubblico, si svolgerà in concomitanza con la Geneva Luxury Week e le grandi vendite all’asta di gioielleria. L’evento si propone anche in questa edizione di presentare un mix di business e di cultura del gioiello, come anticipa il direttore, Mathieu Dekeukelaire.

GemGenève talk. Copyright: gioiellis.com
GemGenève talk. Copyright: gioiellis.com

A maggio 2024, per esempio, GemGenève ospiterà un’esposizione interamente dedicata all’opale. I dettagli organizzativi prevedono una conferenza stampa mercoledì 8 maggio alle ore 11:00, preceduta da una visita guidata dell’esposizione alle 10:00. L’anteprima si terrà lo stesso giorno a partire dalle ore 14:00. La cerimonia avrà inizio alle ore 18:00. Sarà nuovo anche l’allestimento: i designer di Autre Idée per nobilitare il padiglione 1 del Palexpo hanno pensato al tema Viaggio e Movimenti.

Le pietre preziose e il design di gioielli sono per noi di primaria importanza, come anche lo spirito di unione e la sinergia all’interno della comunità internazionale dei commercianti di pietre preziose e di gioielli antichi, dei designer e degli appassionati del settore.
Thomas Faerber, Cofondatore di GemGenève

Thomas Faerber. Copyright: gioiellis.com
Thomas Faerber. Copyright: gioiellis.com

GemGenève 2023. Copyright: gioiellis.com
GemGenève 2023. Copyright: gioiellis.com

Vicenzaoro pronta ad allargarsi

Aumento del 3% delle presenze. Contatti media totali oltre i 230 milioni. Visualizzazioni dei profili degli espositori sulla piattaforma online B2B circa 260mila (+30% rispetto a gennaio 2023). Il bilancio di Vicenzaoro January sembra roseo. E ora Ieg, la società che organizza la più prestigiosa fiera europea del gioiello, si appresta a investire 60 milioni per ampliare gli spazi in vista del prossimo appuntamento, fissato dal 6 al 10 settembre 2024. I 70 anni, insomma, Vicenzaoro non li vive male.

Visitatori a Vicenzaoro
Visitatori a Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com

Il bilancio dell’edizione di gennaio indica anche in 141 i Paesi del mondo presenti a Vicenza con espositori o buyer, in crescita dai 136 del 2023: il 53% dall’Europa, il 9,3% dal Medio Oriente. Poi, Asia (10,5%), Turchia (8%), Nord America soprattutto per gli Usa (7,2%), America Latina (5,1%), Africa (4,9%). Per singoli Paesi l’incremento maggiore è stato per Cina (+188%), Giappone (+44%), Colombia (+38%), Brasile (+36%) e Francia (+25%). La gioielleria, d’altra parte, vive un momento positivo, anche se si fa strada qualche ombra legata soprattutto alle tensioni internazionali.
Vicenzaoro January. Copyright: gioiellis.com
Vicenzaoro January. Copyright: gioiellis.com

C’è anche una novità: dal prossimo anno (2 al 4 settembre 2025) Ieg ha previsto un nuovo appuntamento internazionale: The Vicenza Symposium che eredita l’esperienza del Santa Fe Symposium, chiuso nel 2022: un evento nato a metà degli anni Ottanta, con l’obiettivo di approfondire i temi della produzione di gioielli.
Vicenzaoro January, ingresso. Copyright: gioiellis.com
Vicenzaoro January, ingresso. Copyright: gioiellis.com

Gismondi 1754 si consolida

Risultati in linea per il gruppo Gismondi 1754. Nel 2023 la società di gioielleria ha totalizzato ricavi complessivi pari a 14 milioni di euro, lo stesso risultato dell’anno precedente, particolarmente positivo. Dal momento della quotazione in Borsa all’Euronext Growth Milan nel 2019, la società genovese fatturava 5,69 milioni di euro. L’incremento, insomma, è stato notevole. il 2023 è stato un anno a due velocità: le vendite del quarto trimestre 2023 sono state di 3,7 milioni, con una flessione del 15%, rispetto corrispettivo periodo 2022. Un calo 637.733 euro), spiega l’azienda, è imputabile principalmente a una contrazione delle vendite sul Wholesales Europa del quarto trimestre e delle special sales del quarto trimestre che hanno invece ben performato nei trimestri precedenti. Che è all’incirca anche il trend dell’intero settore della gioielleria.

Il bracciale Marea, simula le onde del mare
Il bracciale Marea di Gismondi 1754, che simula le onde del mare

Le vendite Wholesale Europa su base annua hanno mostrato una crescita del 29%, passando da 3 milioni euro a quasi 4 milioni. In Usa le vendite sono aumentate da 1,8 milioni a 2,2, con un incremento del 18%. Un segnale positivo arriva dal franchising di Doha, inaugurato il 21 dicembre 2023, che ha registrato vendite pari a 463.714 euro. L’azienda, inoltre, l’anno passato ha acquistato Vendorafa e Hyperion Lab.
Orecchini di alta gioielleria di Gismondi 1754
Orecchini di alta gioielleria di Gismondi 1754

Il 2023 conferma sostanzialmente l’ottimo risultato dell’anno precedente in un difficile scenario generale. La situazione geopolitica già instabile, si è aggravata col conflitto Hamas-Israele, e i recenti sviluppi nel Mar Rosso. Abbiamo inoltre assistito a un contrappeso di quello che molti analisti hanno chiamato Revenge Shopping, ovvero l’ottimismo che ha portato a una entusiasmante corsa agli acquisti nel dopo pandemia. Seppur non abbiamo ripetuto l’incremento di fatturato degli ultimi anni, considero il 2023 come un anno fondamentale nello sviluppo del nostro Gruppo. Un’importanza data dalla preparazione di un terreno fertile per guardare con fiducia e solidità al futuro. L’acquisto del brand Vendorafa, della fabbrica Hyperion Lab e l’apertura del nostro franchising a Doha, sono infatti tutti brillanti lampi che illuminano il nostro percorso. Segnali positivi che in questi giorni riscontriamo anche nell’interesse manifestato a VicenzaOro per i nostri due brand Gismondi 1754 e Vendorafa.
Massimo Gismondi, Ceo di Gismondi 1754

Massimo Gismondi. Copyright: gioiellis.com
Massimo Gismondi. Copyright: gioiellis.com

I premiati del Progol3D Design Contest

A Vicenzaoro una giuria composta da esperti di Progold, Bulgari e Platinum Guild International, ha selezionato i premiati del Progol3D Design Contest. Sono risultate vincitrici a pari merito Giulia Noascone dell’Istituto Europeo di Design di Torino e Asia Roccazzella di LAO-Le Arti Orafe di Firenze. La giuria pubblica ha decretato invece vincitore Christophe Darreau dell’Haute Ecole de Joallerie di Parigi. Al contest hanno partecipato oltre 150 i progetti disegnati da 74 studenti di sette scuole provenienti da sei Paesi. Il tema identificato per il 2024 è stato B-Evolution, il gioiello ispirato all’universo industriale visto attraverso gli occhi di Bulgari.

Christophe Darreau, Giulia Noascone, Asia Roccazzella
Christophe Darreau, Giulia Noascone, Asia Roccazzella

Sul palco anche Damiano Zito, amministratore delegato di Progold, Donatella Fici, direttore Innovazione e Sviluppo prodotto Bulgari Roma, Tai Wong, direttore Innovazione e Sviluppo prodotto Platinum Guild International, Daniela Bulgarelli, coordinatrice del Corso di Design del Gioiello e Accessorio allo Ied-Istituto Europeo di Design di Torino, Michela Ferraro, Jewellery expert and educator at Birmingham institute of Jewellery, Fashion and Textiles.

Anello di Asia Roccazzella
Anello di Asia Roccazzella
Anello di Giulia Noascone
Anello di Giulia Noascone
Anello di Christophe Darreau
Anello di Christophe Darreau

Diamanti naturali o sintetici? Una ricerca svela che…

I diamanti sintetici, definiti di solito come cresciuti in laboratorio, sono una truffa o un’opportunità per il consumatore? Dipende. La spinosa questione divide da qualche anno il mondo della gioielleria. E alcuni, persino un brand come De Beers, ha finito per scegliere salomonicamente di vendere tutti e due. L’argomento è caldo ed è stato affrontato durante uno dei talk organizzati a Vicenzaoro January. I risultati di una inchiesta di Format Research ha gettato benzina sul fuoco.

Anello in oro giallo e diamanti di laboratorio
Anello in oro giallo e diamanti di laboratorio

La ricerca è stata compiuta su un campione significativo di consumatori italiani, con focus sulla percezione tra sintetico e naturale. Lo studio è stato rivolto a cittadini di età superiore ai 25 anni che negli ultimi tre anni hanno acquistato un diamante (naturale o sintetico) o che avrebbero desiderato acquistarlo. Le interviste ai consumatori (200 casi) sono state effettuate tramite Sistema CAWI (Computer Aided Web Interview) nel periodo compreso tra il 18 e il 22 dicembre 2023. Le interviste qualitative alle gioiellerie (34 casi) sono state effettuate tramite Sistema CATI (Computer Aided Web Interview) nel periodo compreso tra il 2 e l’11 gennaio 2024.
La presentazione della ricerca
La presentazione della ricerca

Primo dato: il 27,5% dei consumatori che hanno acquistato almeno un gioiello negli ultimi tre anni ha optato per un diamante. Oltre il 35%, invece, desiderava acquistare un diamante, ma ha successivamente rinunciato all’acquisto: la rinuncia è stata causat principalmente per l’eccessivo costo dei diamanti (77,5% dei casi). Sempre la ricerca ha stabilito che l’86,5% dei consumatori è a conoscenza dei diamanti sintetici o ne ha sentito parlare. I consigli da gioiellieri, di esperti del settore (42,2%) e ricerche online su siti web specializzati (38,5%) sono i principali canali attraverso i quali i consumatori hanno acquisito informazioni sui diamanti sintetici.

Tra chi ha acquistato un diamante, l’80% ha scelto una gemma naturale, il 20% una pietra sintetica. Il 55% di chi ha acquistato un diamante naturale lo ha fatto perché le pietre hanno un valore duraturo per il loro carattere di rarità e unicità e il 42,5% perché conservano e aumentano il loro valore nel tempo. Tra l’altro, è anche quello che pensa l’88,2% dei gioiellieri intervistati.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

I motivi principali per cui i consumatori hanno acquistato diamanti sintetici sono sostanzialmente due: è impossibile notare a occhio nudo la differenza con una gemma naturale (60%) e il prezzo più accessibile (50,5%): erano ammesse risposte multiple.

E i gioiellieri? Il 23,5% degli intervistati vende i diamanti sintetici. DI questi, il 14,7% afferma di venderli in quantità limitata rispetto ai diamanti naturali. Il 76,5%, invece, non vende diamanti sintetici. Dall’indagine risulta anche che nove diamanti su dieci venduti in Italia dalle gioiellerie nell’ultimo anno sono diamanti naturali. Il restante 10% delle vendite, invece, riguarda i diamanti sintetici. I gioiellieri italiani hanno anche una pessima opinione dei diamanti sintetici: circa il 53% delle gioiellerie considera il diamante sintetico un «falso», in quanto creato in laboratorio. E oltre l’85% dei gioiellieri ritiene che il diamante sintetico non rappresenti il futuro del diamante.

Pierluigi Ascani
Pierluigi Ascani

Secondo oltre il 73% dei gioiellieri, infine, molti clienti hanno una conoscenza limitata riguardo alla differenza tra diamanti naturali e sintetici ma tendono a preferire i diamanti naturali per ragioni tradizionali o emotive. «Il consumatore non è in grado di distinguere tra diamante sintetico e naturale. A fare la differenza possono essere solo la professionalità, l’etica e la capacità di racconto del gioielliere», ha commentato Pierluigi Ascani di Format Research.

Stefano Andreis
Stefano Andreis

Il quadro che emerge dalla ricerca condotta per l’Osservatorio Federpreziosi Confcommercio offre, in effetti, molti spunti di riflessione. Se negli Usa il diamante sintetico sembra prendere sempre più spazio, in Italia e, forse, in Europa, la gemma di laboratorio non ha ancora attecchito. «Volendo partire dal punto di vista del gioielliere, dalla lettura dei dati sembra prevalere la convinzione che solo il professionista gioielliere possa essere punto di riferimento per il cliente», è il commenti di Stefano Andreis, presidente di Federpreziosi. «Il cliente oggi è piuttosto informato, ma spesso le operazioni di marketing non aiutano a fare chiarezza. Chi è pronto ad acquistare un diamante, tuttavia, ha in genere fatto la sua scelta etica; spetta poi al gioielliere guidare il cliente verso la scelta migliore», è l’analisi di Steven Tranquilli, direttore di Federpreziosi .
Steven Tranquilli
Steven Tranquilli

E secondo il presidente dell’Associazione Italiana Gemmologi Rinaldo Cusi, «per conoscere e saper raccontare il diamante occorre muoversi tra Scienza e Storia, così da essere in grado di fare le appropriate distinzioni ed attribuire il corretto valore simbolico». Infine, il gioielliere e gemmologo Davide Bolzoni ritiene importante insistere sulla corretta terminologia quando si parla di diamanti naturali e sintetici: «È importante farsi comprendere con chiarezza dai propri clienti, evidenziando le opportune differenze, per esempio tra artificiale e sintetico, senza annoiarli, ma con precisione ed equilibrio. Questo vale quando si parla di caratteristiche fisiche così come di temi etici e sostenibilità. Accuratezza e capacità di suscitare emozioni devono essere al pari parte del racconto». D’accoro Loredana Prosperi, direttrice del Laboratorio dell’IGI-Istituto Gemmologico Italiano, secondo cui «la storia dei diamanti sintetici nasce nel lontano 1954, lo stesso anno in cui nacque la Fiera Orafa di Vicenza, ed è interessante ripercorrerne le tappe per scoprire come fin dall’inizio la professionalità del gioielliere fosse di fondamentale importanza nell’orientare correttamente i consumatori. Oggi più che mai anche su temi etici e di sostenibilità».
Rinaldo Cusi
Rinaldo Cusi

Loredana Prosperi
Loredana Prosperi
Davide Bolzoni
Davide Bolzoni