È blu come lo zaffiro, preziosa come uno smeraldo, desiderata come un rubino: sapete riconoscere una tanzanite, pietra del mese di dicembre? E siete in grado di dire perché si chiama così? Leggete qui ♦
Dal nome, tanzanite, è facile intuire la provenienza della gemma portafortuna di dicembre: la Tanzania, Paese dell’Africa. Legata alla cultura Masai fin dai tempi antichi per il suo colore blu intenso, questa gemma è ritenuta sacra da quel popolo guerriero. Il suo nome è invece recente, perché è stato coniato nel 1969 da Henry Platt, vice-presidente di Tiffany, che l’ha lanciata sul mercato internazionale. Oggi la tanzanite è molto apprezzata per il suo colore intenso ed è utilizzata da tanti gioiellieri.

Caratteristiche: dal punto di vista minerale è una zoisite, mentre sotto il profilo gemmologico è il colore unico a renderla così interessante. Infatti, ogni cristallo ha dei toni blu, rosso-violaceo e bronzo secondo la quantità di cromo e di vanadio presente al suo interno. La tonalità della pietra è la combinazione di questi tre colori. Poiché il blu intenso è quello più pregiato, al momento del taglio si cerca l’angolo con il colore blu più forte. Ma l’operazione deve essere compiuta da mani esperte, perché la tanzanite è una pietra con una scissione in una sola direzione ed è facile da scheggiare, in quanto relativamente morbida.

Colore: il suo famoso blu è inimitabile. Ha una sfumatura viola e poi una porpora inferiore a quella dell’ametista e superiore a quella dello zaffiro blu, a cui assomiglia, anche se è meno dura. Tutte le pietre naturali sono sottoposte a un trattamento termico per eliminare il tono più opaco grigio, verdastro o brunastro. Esistono anche esemplari gialli, verdi, arancio, rosa e bicolori blu-verde.

Dove si trova: si estrae in unico giacimento al mondo, quello di Merelani Hills ad Arusha, in Tanzania. Una zona vasta poco meno di 20 chilometri quadrati. Anche per questo è considerata molto preziosa e piuttosto cara.

Valutazione: di solito la pietra è senza inclusioni visibili a occhio nudo e non si notano neppure con la lente a ingrandimento: in genere ha un buon grado di purezza. Due aspetti importanti perché trasparenza e assenza di inclusioni ne esaltano il colore. Ma, naturalmente, conta molto anche il lavoro del gioielliere, capace di valorizzare le sue tonalità profonde. M.d.B.







