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Libertà e gioielli di Victor Velyan

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Se lo incontrate su una delle ampie strade della California, sulla sella della sua potente moto stile Easy Rider, non direste mai che Victor Velyan è un gioielliere rinomato e un raffinato designer di gioielli. Ma l’aspetto inganna. È vero, però, che il designer ha alle spalle una vita non convenzionale per gli standard della gioielleria. Da ragazzo suonava in una band rock, poi è stato per 12 anni in Africa come guida per i safari. Ma nel 1984 è tornato in patria e ha iniziato a lavorare come incastonatore di diamanti e poi apprendista gioielliere. Apprese le tecniche necessarie per tentare una nuova avventura, ha aperto la sua azienda, ma con l’idea di produrre in conto terzi. Anche perché, come racconta, deve essere frustrante aver vinto oltre 27 premi, ma sotto il nome di altri designer.

Anello in oro 18 carati con tormalina Paraiba, diamanti e perle
Anello in oro 18 carati con tormalina Paraiba, diamanti e perle

Fino a quando non ha deciso, come spesso avviene, di mettere a frutto la propria esperienza con una sua Maison. I gioielli di Victor Velyan, però, nascondono nel design anche le vite precedenti. Grandi pietre, a volte accostate a grappolo, con tagli spesso fantasia o cabochon, diamanti, tormalina paraiba, smeraldi, opali e tanto oro. Gioielli che accostano il lusso a un ritmo musicale, ai colori vividi dell’Africa, alla libertà dei viaggi in motocicletta.

Orecchini in oro 18 carati con smeraldi colombiani e diamanti
Orecchini in oro 18 carati con smeraldi colombiani e diamanti
Anello in oro con opale nero e diamanti
Anello in oro con opale nero e diamanti
Anello in oro 18 carati con smeraldi
Anello in oro 18 carati con smeraldi colombiani
Collana in oro con opale, diamanti, tormalina Paraiba
Collana in oro con opale, diamanti, tormalina Paraiba
Bracciale in oro con acquamarina e diamanti
Bracciale in oro con acquamarina e diamanti

Pendente in oro con opale nero e diamanti
Pendente in oro con opale nero e diamanti

Victor Velyan
Victor Velyan







Un cuscino chiamato Kotlar

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Taglio rotondo, brillante, oppure marquise, baguette, smeraldo, briolette… Le forme che può assumere un diamante sono molte, anche se le più utilizzate sono quattro o cinque. Ma ogni tanto si aggiunge un taglio nuovo, inventato da qualche specialista di diamanti. Uno dei tagli più noti che si è aggiunto più di recente è, per esempio, il taglio Asscher. Ma non è l’unico. Negli Stati Uniti anche un altro specialista di diamanti e gioielli come Harry Kotlar ha introdotto qualche anno fa (nel 2003) un nuovo tipo di sfaccettatura.

Anello in platino con diamante giallo taglio cuscino
Anello in platino e oro con diamante giallo taglio cuscino

Di tratta del Kotlar Cushion, caratterizzato da un esclusivo taglio a cuscino a 61 facce. Il colore della pietra utilizzata per questa lavorazione varia da D a K. La chiarezza va da 1F a S12, la dimensione da 0,70 fino a 20 carati. Ogni Kotlar Cushion riporta una incisione al laser dal laboratorio con il suo numero di certificato e il logo. Il Kotlar Cushion ha 61 sfaccettature: è modellato con una formula specifica di angoli del padiglione e della corona, con percentuali e rapporti studiati per massimizzare brillantezza e scintillio. È utilizzato per pietre da 0,70 a 20 carati.

anello platino diamante
Anello in platino con diamante taglio cuscino

Una lunga storia quella di Harry Kotlar: scampato alle persecuzioni razziali, è immigrato negli Stati Uniti dalla Germania alla fine della guerra. Si è specializzato nel commercio dei diamanti fino a fondare il marchio di gioielleria che porta il suo nome. È scomparso nel 1998 e ora l’azienda è condotta dal nipote David Wiener. Ma i diamanti rimangono sempre al centro dell’attività.

Anello in platino con diamante Kotlar Cushion
Anello in platino con diamante Kotlar Cushion
Orecchini con diamanti gialli
Orecchini con diamanti gialli

Orecchini in oro rosa con diamanti taglio brillante
Orecchini in oro rosa con diamanti taglio brillante







I diamanti di laboratorio raddoppieranno in tre anni




Paul Zimnisky Diamond Analytics è il nome di una società indipendente di analisi dei dati e consulenza specializzata nell’industria globale dei diamanti e nei relativi fondamenti. L’gha fondata Paul Zimnisky, esperto che è riconosciuto come uno dei principali analisti del settore. Le sue previsioni sono utilizzate a livello globale da istituzioni finanziarie, società pubbliche e private, società di consulenza, governi, agenzie e università. E, ovviamente, anche dal mondo della gioielleria. L’ultimo report di Paul Zimnisky, per esempio, riguarda i diamanti sintetici, creati in laboratorio o, più precisamente, in fabbriche ad alta tecnologia.

Paul Zimnisky
Paul Zimnisky

Secondo l’analista, dunque, il mercato dei gioielli con diamanti creati in laboratorio è destinato a raddoppiare entro il 2025. E mentre l’attuale mercato dei gioielli con diamanti sintetici è stimato in 2 miliardi di dollari per 3 milioni di carati, entro i prossimi tre anni il settore salirà a 3,9 miliardi di dollari. I diamanti di laboratorio, quindi, sono destinati a rappresentare una percentuale sempre maggiore nel mercato complessivo dei diamanti.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio

Non solo: la previsione di Zimnisky arriva a pronosticare che nel tempo si profili un sorpasso vengano tra diamanti naturali, estratti dalla terra, e quelli creati dall’uomo. Le gemme lab-grown, che hanno la stessa composizione chimica di quelli naturali, saranno utilizzati principalmente per gioielli di moda. Aziende come Lightbox (di proprietà di De Beers), Pandora e Swarovski sono già tra i marchi che puntano su questo tipo di pietre. Inoltre, i prezzi dei diamanti di laboratorio continueranno a diminuire, in particolare per quelli venduti senza alcun marchio.

Catena in argento con diamanti sintetici di Lightbox
Catena in argento con diamanti sintetici di Lightbox

L’esperto prevede anche che la fine dei diamanti sintetici venduti a prezzi alti, a migliaia di dollari., anche perché molti produttori vogliono abbassare il prezzo e migliorare la qualità. Un trend che porterà a una produzione a prezzi inferiori. Diamanti che sono destinati a un mercato vasto, con un’area di prezzo inferiore a 1.000 dollari, anche se non è escluso che qualche azienda famosa possa proporre una fascia più alta di prezzo, grazie alla forza del marchio. Questo fenomeno, inoltre, provocherà un calo della richiesta di gioielli con moissanite e zaffiro bianco.

Anelli in oro bianco e oro giallo con diamanti di laboratorio
Anelli in argento e oro giallo con diamanti di laboratorio by Pandora







Lightbox vende diamanti (di laboratorio) sfusi




Un diamante di 2 carati non montato su un gioiello e venduto a 1850 euro e ancora meno in dollari. Possibile? Sì, se si tratta di un diamante che invece di essere estratto dalla terra è stato prodotto da una fabbrica o, nella nomenclatura del marketing, «cresciuto in laboratorio», definizione che rende la pietra meno frutto industriale. A vendere diamanti sintetici sfusi è Lightbox, un marchio del gruppo De Beers. La grande società famosa per i suoi diamanti (naturali) da qualche anno ha deciso di farsi concorrenza da sola vendendo diamanti realizzati tra le mura di un impianto industriale.

Diamante di laboratorio del peso di 2 carati, venduto da Lightbox per 1850 euro
Diamante di laboratorio del peso di 2 carati, venduto da Lightbox per 1850 euro

Una mossa che ha sorpreso molti ma che, in effetti, ha una strategia razionale: occupare quella parte di mercato prima che siano altri a farlo. I gioielli di Lightbox sono distribuiti in tutto il mondo anche attraverso il sito internet. La novità è che ora, oltre ai gioielli con diamanti di laboratorio, sono in vendita direttamente le pietre con taglio principessa o brillante (per il momento), che si possono acquistare e poi utilizzare in un gioiello da affidare al proprio gioielliere. Non a caso sul sito di Lightbox al momento (ottobre 2021) è presente un solo anello con diamante, mentre il resto dei gioielli è suddiviso tra orecchini e collane con punto luce. Le pietre sono di purezza VVS, incolori (di colore D, E o F) e hanno un taglio definito eccellente.

Diamante rosa da laboratorio di 1 carato e mezzo
Diamante rosa da laboratorio di 1 carato e mezzo

Il prezzo ultra competitivo dei diamanti di laboratorio, che tra l’altro sono presentati come portabandiera della sostenibilità (un aspetto su cui ci sarebbe da discutere molto), potrebbero risultare un successo: il prezzo proposto è di 800 dollari per carato. Più o meno un decimo di quello che costa un diamante naturale. A questo bisogna aggiungere che, da un punto di vista chimico, tra una pietra di laboratorio e una estratta in miniera non c’è differenza. Anche se le gemme naturali presentano spesso imperfezioni che le rendono uniche. I diamanti sciolti di Lightbox sono forniti con la propria garanzia di qualità e con un codice segno visibile con una lente di ingrandimento 10x. Insomma, per fortuna non si potranno rivendere come diamanti naturali.

Punto luce di Lightbox
Punto luce di Lightbox
Orecchini lab-grown di Lightbox
Orecchini lab-grown di Lightbox
Anello con diamanti lab-grown
Anello con diamanti lab-grown

Diamante blu di laboratorio
Diamante blu di laboratorio







Joelle Jewellery, la tradizione che va di moda

Savransky è il nome di una famiglia di commercianti di diamanti, con sede ad Anversa, la capitale europea della pietra preziosa più richiesta. Ma Joelle Savransky ha iniziato la sua carriera nel mondo moda, frequentando la Royal Academy of Antwerp e occupandosi di abiti. Ma il richiamo delle radici è stato troppo forte: nel 2013 la designer ha fondato la sua azienda di gioielleria, Joelle Jewellery. Il risultato è un mix che unisce la tradizione dei gioielli con diamanti alla fashion jewellery, più legata ai trend che si susseguono. Insomma, gioielli veri, ma anche sintonizzati con i tempi attuali.

Anello in vermeil oro rosa con diamanti
Anello in vermeil oro rosa con diamanti

Naturalmente, l’ambiente familiare ha contribuito a rendere il diamante qualcosa di vicino. I suoi pezzi sono disponibili in 25 Paesi in tutto il mondo, oltre che online, e secondo la designer mescolano influenze Pop Rock e Punk Chic con la vera femminilità, anche con ispirazioni che ricordano i gioielli vittoriani. Le collezioni sono realizzate in argento placcato oro, cioè vermeil, spesso anche in versione annerita. E, naturalmente, non mancano piccoli diamanti ad arricchire bracciali, anelli e orecchini.

Orecchini in argento annerito e diamanti
Orecchini in vermeil oro rosa con perle
Orecchini in vermeil oro rosa con diamanti
Orecchini in vermeil oro rosa con diamanti
Orecchini con perle e diamanti
Orecchini con perle e diamanti
Orecchini con malachite
Orecchini con malachite
Anello Lack Lace in vermeil annerito e diamanti
Anello Lack Lace in vermeil annerito e diamanti
Orecchini Feather Climber in argento annerito e diamanti
Orecchini Feather Climber in argento annerito e diamanti

Qual è la differenza tra oro giallo e oro bianco?

Qual è la differenza tra oro giallo e oro bianco? Ovvio, il colore. Ma voi volete saperne di più. È una buona idea, perché ci sono molte differenze tra oro giallo e oro bianco. E anche la valutazione, nel caso vogliate vendere un gioiello, può variare, sia per l’oro giallo sia per l’oro bianco. Quindi, oltre al colore, quali differenze ci sono tra oro giallo e oro bianco? E l’oro bianco provoca allergia?

Anello chevalier in oro bianco
Anello chevalier in oro bianco di Schreiber

Partiamo da un fatto: l’oro che si estrae nelle miniere oppure nelle pagliuzze che si trovano tra la sabbia di alcuni fiumi, è giallo. In natura non esiste l’oro bianco, che è un’invenzione umana. L’oro bianco è prodotto unendo l’oro giallo con altri metalli. Ma, apriamo una parentesi: anche quasi tutti i gioielli in oro giallo sono uniti in lega con altri elementi. L’oro in natura è a 24 carati, ma è anche molto malleabile. I gioielli in oro a 24 carati si deformano facilmente e sono usati solo da pochissimi gioiellieri, in particolare in Paesi come l’India. In generale, invece, per i gioielli si utilizza oro fuso con altri metalli, come il rame o l’argento, che lo rendono più solido.

Spilla in oro giallo e bianco con diamanti e perla barocca al centro
Spilla in oro giallo e bianco con diamanti e perla barocca al centro by Buccellati

Quanto oro puro c’è in un gioiello? La risposta è facile: lo indicano i carati. Per esempio, un anello in oro a 18 carati, avrà 750 parti di oro puro e 250 parti di altri metalli. Oppure, un gioiello con oro di 14 carati avrà il 585 parti di oro e 415 parti di altri metalli. E con 9 carati la percentuale di oro puro scende a 375 parti o, se preferite, è al 37,5%. Naturalmente, con meno carati di oro anche il valore sarà più basso.

Anello in in oro 24 carati martellato
Anello in in oro 24 carati martellato

E l’oro bianco? Anche per l’oro bianco vale lo stesso concetto. Ma, a differenza dell’oro giallo, è fuso assieme con metalli bianchi, per formare una lega che fa perdere del tutto o quasi il colore giallo. Insomma, è una scelta puramente estetica. Anche se, per la verità, fino a qualche decennio fa l’oro bianco non era così apprezzato. Nel secolo scorso, chi desiderava un anello con metallo bianco spesso sceglieva un gioiello di platino. Un metallo che, però, è anche più difficile da lavorare e più raro (oltre che più costoso).

Bracciale in oro bianco, diamanti e zaffiro blu
Bracciale in oro bianco, diamanti e zaffiro blu by Gismondi 1754

L’oro bianco è diventato molto popolare, ed è utilizzato, in particolare, per gli anelli di fidanzamento. Ma, come abbiamo scritto all’inizio, non tutto l’oro bianco è uguale. Per la precisione, si trovano gioielli di oro bianco realizzati con almeno una quindicina di leghe diverse. Le principali leghe di oro bianco sono ottenute con l’aggiunta di nichel, in diverse percentuali, oppure palladio e argento, ma anche rame e zinco. A questi bisogna aggiungere il rodio, un metallo che molto spesso è utilizzato come una patina esterna, per rendere il gioiello più lucido e più bianco. Con gli anni, oppure a causa di qualche graffio, questa patina si può rovinare. Ma basta portarla da un gioielliere per far rodiare di nuovo il gioiello.

Anello in oro bianco rodiato e diamanti della collezione Milano di Pomellato
Anello in oro bianco rodiato e diamanti della collezione Milano di Pomellato

L’oro bianco provoca allergia? È molto difficile che l’oro provochi un’allergia cutanea. Ma non è raro che siano i metalli contenuti in lega con l’oro a causare qualche reazione della pelle. Questo accade più facilmente con i gioielli che hanno un basso contenuto di oro in percentuale, in sostanza quelli con una caratura più bassa.

Anello trilogy in oro bianco e diamanti
Anello trilogy in oro bianco e diamanti

Un gioiello di oro bianco vale meno di uno in oro giallo? La risposta è no. Il valore di un gioiello può essere determinato dalla forma (per esempio, se è di una marca famosa), dalle pietre con cui è composto, per esempio diamanti o gemme preziose, e dalla percentuale di oro contenuta nel metallo. Cioè dai carati di oro: un gioiello in oro bianco a 18 carati contiene la stessa quantità di oro di un gioiello in oro giallo a 18 carati.

Bracciale Love in oro bianco e 10 diamanti
Bracciale Love in oro bianco e 10 diamanti di Cartier

Per quali tipologie di gioielli è consigliato l’oro bianco? La risposta è facile: per tutti.  Ma, in particolare, l’oro bianco fa risaltare i diamanti, a patto che le pietre abbiano un colore eccellente, in sostanza siano classificate da D a G. Un diamante con un colore da H a K o L (cioè con una leggerissima tendenza al giallo o grigio) probabilmente risalterà di più su oro giallo: sembrerà più bianco. Ma i diamanti più colorati, dalla classificazione Light Yellow in poi, torneranno a essere apprezzati meglio su oro bianco.

Anello Atlas X in oro bianco con diamante di Tiffany
Anello Atlas X in oro bianco con diamante di Tiffany

La Magia di Salvini




Negli spettacoli di illusionisti e maghi, spesso un tocco di bacchetta magica fa sparire qualcosa o qualcuno. Ma c’è anche chi percorre la strada inversa e fa apparire qualcosa che non c’è. Come nella collezione Magia di Salvini. In questo caso, l’arte magica consiste nel creare forme attraverso l’illusione. Ma, a differenza dei maghi che stanno su un palcoscenico, in questo caso la magia è trasparente, perché la Maison del gruppo Damiani non nasconde la tecnica utilizzata nella collezione.

Anello in oro rosa con nove diamanti baguette
Anello in oro rosa con nove diamanti baguette

In sostanza, i gioielli della collezione Magia combinano diamanti di taglio per creare l’illusione che sul gioiello sia montata una pietra con una forma diversa. Per esempio, cinque diamanti taglio baguette raggruppati assieme diventano un taglio smeraldo, due briolette assieme a un taglio diamante princess si trasformano in un cuore. Non a tutti i gioielli della collezione è riservata questa magia, ma ad alcuni sì. I gioielli, in origine in oro bianco e diamanti, sono ora disponibili anche in versione oro rosa.

Anello in oro rosa a forma di cuore con diamanti
Anello in oro rosa a forma di cuore con diamanti
Orecchini Magia in oro bianco e diamanti
Orecchini Magia in oro bianco e diamanti
Orecchini in oro bianco a forma di cuore con diamanti
Orecchini in oro bianco a forma di cuore con diamanti
Orecchini a bottone in oro bianco on diamanti baguette
Orecchini a bottone in oro bianco on diamanti baguette
Anello in oro bianco a forma di cuore con diamanti
Anello in oro bianco a forma di cuore con diamanti

Pendente in oro rosa con diamanti baguette
Pendente in oro rosa con diamanti baguette







Messika sulla passerella di Parigi




Sfilate di Parigi 2021 assieme a gioielli sfavillanti. La storica sede Ritz Paris ha ospitato un evento di Valérie Messika e Kate Moss. È stata la prima sfilata di alta gioielleria della maison Messika, che ha festeggiato la collaborazione tra la designer francese e l’iconica top model. Per questa sfilata unica, Valérie Messika e Kate Moss hanno accolto amici e celebrity, che hanno segnato la storia della maison, come Cardi B, vittoriosa ai Grammy Awards 2019 con indosso i gioielli di Messika; Toni Garrn, in Messika al Festival di Cannes; e l’enigmatica Tina Kunakey, che ha indossato Messika su molti tappeti rossi.

Sfilata a Parigi di Messika
Sfilata a Parigi di Messika

Per sottolineare questa collaborazione, le modelle vicine alla Maison, tra cui Taylor Hill, Cindy Bruna, Isabeli Fontana, Constance Jablonski e Edita Vilkevičiūtė, hanno sfilato in passerella, ovviamente con i gioielli firmati Messika by Kate Moss. Ogni modella ha indossato differenti gioielli delle ultime collezioni di Valérie Messika, che ha ricevuto i meritati applausi alla fine della sfilata.

Le modelle

CIndy Bruna
CIndy Bruna (Best Images)
Constance Jablonski (Best Images)
Constance Jablonski (Best Images)
Nacre Blanche
Nacre Blanche (Best Images)
Isabeli Fontana
Isabeli Fontana (Best Images)
Sfilata di Messika a Parigi
Sfilata di Messika a Parigi (Best Images)
Sfilata di Messika a Parigi, passerella finale
Sfilata di Messika a Parigi, passerella finale (Best Images)
Collezione Bohemian Chic
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Bohemian Chic (Best Images)
Collezione Bohemian Chic, sfilata
Linea Bohemian Chic, sfilata (Best Images)
Collezione Bohemian Chic, sfilata parigina
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Bohemian Chic, sfilata parigina (Best Images)
Collezione Colour Play, sfilata parigina
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Colour Play, sfilata parigina (Best Images)
Collezione Colour Play
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Colour Play (Best Images)
Collezione Colour Play, malachite
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Colour Play, malachite (Best Images)
Collezione Colour Play, madreperla
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Colour Play, madreperla (Best Images)
Collezione Exotic Charme
Model for Messika by Kate Moss Fashion show Exotic Charme (Best Images)
Model for Messika by Kate Moss Fashion show Liberated Spirit 2
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Liberated Spirit (Best Images)
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Liberated Spirit
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Liberated Spirit (Best Images)
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Liberated Spirit
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Liberated Spirit (Best Images)
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Released Sun
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Released Sun (Best Images)
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Spirited Wind
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Spirited Wind (Best Images)
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Twisted Wave
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Twisted Wave (Best Images)
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Unchained Soul
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Unchained Soul (Best Images)
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Colour Play
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Colour Play (Best Images)
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Released Sun
Model for Messika by Kate Moss Fashion show, Released Sun (Best Images)
Mathilde for Messika by Kate Moss Fashion show, Liberated Spirit
Mathilde for Messika by Kate Moss Fashion show, Liberated Spirit (Best Images)
Mathilde for Messika by Kate Moss Fashion show, Bohemian Chic
Mathilde for Messika by Kate Moss Fashion show, Bohemian Chic (Best Images)
Mathilde for Messika by Kate Moss Fashion show
Mathilde for Messika by Kate Moss Fashion show (Best Images)
Taylor Hill for Messika by Kate Moss Fashion Show 2
Taylor Hill (Best Images)

Gli invitati

Alison Toby e Julie Sergent
Alison Toby e Julie Sergent (Best Images)
Camila Coelho
Camila Coelho (Best Images)
Carla Ginola e Lena Situations
Carla Ginola e Lena Situations (Best Images)
Evan Mock
Evan Mock (Best Images)
Fay Kahdra e Valérie Messika
Fay Kahdra e Valérie Messika (Best Images)
Grece Ghanem e Valérie Messika
Grece Ghanem e Valérie Messika (Best Images)
Ilona Smet
Ilona Smet (Best Images)
Jessica Verratti e Bob Sinclar
Jessica Verratti e Bob Sinclar (Best Images)
Jessica Wang
Jessica Wang (Best Images)
Juan Arbelaez e Laury Thilleman
Juan Arbelaez e Laury Thilleman (Best Images)
Luma Grothe
Luma Grothe (Best Images)
Maïwenn Le Besco
Maïwenn Le Besco (Best Images)
Negin Mirsalehi
Negin Mirsalehi (Best Images)
Silma Lopez
Silma Lopez (Best Images)
Sofia Resing
Sofia Resing (Best Images)
Toni Garrn
Toni Garrn (Best Images)
Anne Sophie Godet e Wesley Lautoa
Anne Sophie Godet e Wesley Lautoa (Getty Images)
Tina Kunakey e Valérie Messika
Tina Kunakey e Valérie Messika (Getty Images)
Leila Nda
Leila Nda (Getty Images)
Jordan Barrett, Valérie Messika, Fernando Casablancas
Jordan Barrett, Valérie Messika, Fernando Casablancas (Getty Images)
Hiba Abouk
Hiba Abouk (Getty Images)
Fatima Alawa e Valérie Messika
Fatima Alawa e Valérie Messika (Getty Images)
Elodie Fontan
Elodie Fontan (Getty Images)
Elisa Tovati e Valérie Messika
Elisa Tovati e Valérie Messika (Getty Images)
Camille Charriere
Camille Charriere (Getty Images)
Branda Fayed e Karim Fayed
Branda Fayed e Karim Fayed (Getty Images)






 

È l’ora di Tiffany

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Orologi o preziosi gioielli? Forse quelli presentati da Tiffany & Co. sono tutte e due le cose insieme. Tiffany Eternity sono diamanti circondati da meccanismi segnatempo, fatti per piacere, stupire e sfoggiare. D’altra parte, da quando ognuno ha in tasca uno smartphone non ha certo necessità di guardare il polso per sapere che ore sono. E da quando esistono gli smart watch, sempre più carichi di funzioni, l’orologio è diventato più simile a un bracciale che a un oggetto pratico. Ecco perché i bracciali a forma di quadranti con lancette che si muovono possono avere un loro ruolo.

Tiffany Eternity in oro bianco, diamanti, cinturino in gros grain nero
Tiffany Eternity in oro bianco, diamanti, cinturino in gros grain nero

Gli orologi-gioiello, in due misure di 28 e 32 millimetri, sono proposti in due versioni: in oro rosa o bianco. La forma si ispira a una serie di pubblicità di Tiffany & Co. degli anni Sessanta e Settanta. Il quadrante, infatti, invece dei numeri sfogglia 12 diamanti di altrettanti tagli diversi, uno per ogni ora: taglio brillante (ore 12), baguette (al posto del numero 1), cuscino (2), Tiffany True (3), marquise (4), Asscher (5), a cuore (6), a goccia (7), ovale (8), smeraldo (9), triangolare (10) e princess (al posto del numero 11). Gli orologi Tiffany Eternity sono Swiss Made e ogni modello include due cinturini: uno in gros grain nero e uno in alligatore nero.

Tiffany Watch in oro rosa e diamanti
Tiffany Watch in oro rosa e diamanti

Non solo: la corona dell’orologio è ispirata all’anello di fidanzamento Tiffany Setting con la classica montatura a sei griffe introdotta dalla Maison, che si combina con i diamanti taglio brillante che incorniciano la cassa. Gli artigiani svizzeri di Tiffany impiegano oltre 13 ore alla realizzazione di ogni orologio, dalla costruzione della cassa all’incastonatura a mano di ogni diamante. I prezzi sono di conseguenza: 27.200 o 38.000 euro.

Il retro dei Tiffany Watch
Il retro dei Tiffany Watch
Pubblicità Tiffany del 1969
Pubblicità Tiffany del 1969

Tiffany Watch diametro 28 millimetri
Tiffany Watch diametro 28 millimetri







Recarlo con il cuore




Da tempo la Maison italiana Recarlo ha puntato sulla forma iconica del cuore per le sue collezioni. Lo ha fatto con alcune inedite linee di gioielli che utilizzano diamanti con questo taglio della gemma, una forma poco comune anche perché abbastanza complicata tecnicamente da realizzare. Ora, però, l’azienda piemontese propone un’intera linea di gioielli, appendice della consolidata collezione Anniversary, che è dedicata al simbolo dell’amore. La nuova Linea Cuore si presenta, sarebbe inutile sottolinearlo, con uno spirito romantico e design pulito.

Orecchini a monachella della linea Cuore
Orecchini a monachella della linea Cuore

La Linea Cuore, inoltre, ha una geometria ancora più morbida grazie alla scelta creativa dei designer Recarlo di utilizzare diamanti a scalare. Anche in questa linea di gioielli sono ovviamente utilizzati i castoni a cuore, che caratterizzano la Collezione Anniversary. Sono proposti un anello, un bracciale a catenella, un girocollo con il pendente a cuore di diamanti, e due paia di orecchini, uno a lobo e l’altro a monachella, tutti in oro bianco e diamanti.

Bracciale della linea Anniversary Love Cuore
Bracciale della linea Anniversary Love Cuore
Anello della linea Cuore
Anello della linea Cuore
Collana della linea Cuore
Collana della linea Cuore

Orecchini a lobo
Orecchini a lobo







Leonori al top




L’alta gioielleria di Leonori, una Maison italiana che sta alla pari con le big ♦︎

A Forlì, Emilia Romagna, a due passi dalle spiagge delle Riviera Adriatica, Cesare Boccalatte riesce a proporre alta gioielleria. E non si tratta di un modo di dire. A realizzare anelli con fantastici smeraldi, diamanti e zaffiri è la Leonori Gioielli una Maison che è stata fondata da Agostino Leonori nel 1962. Maestro gioielliere, Leonori ha studiato nella Scuola Orafa di Valenza, la culla dell’alta gioielleria italiana, e ha lavorato per oltre 20 anni in aziende del settore.

Anello doppio con diamanti e zaffiri gialli
Anello doppio con diamanti e zaffiri gialli

Imparati i segreti del mestiere, è tornato nella natia Forlì dove ha aperto una piccola bottega di gioielleria. Racconta la storia dell’azienda che l’attività è proseguita con i figli Cesare, Lucio e Daniela. Hanno allargato e promosso l’attività, e attirato l’attenzione di clienti in Italia e all’estero. Cesare, in particolare, qualche anno più tardi ha intessuto relazioni in tutto il mondo per importare diamanti da Tel Aviv, smeraldi dalla Colombia, rubini dalla Birmania e zaffiri dal Ceylon. Una eccellenza che punta molto sul mercato estero (per esempio, con la presenza all’International Jewellery London), grazie ai suoi gioielli che stallo alla pari con quelli delle grandi Maison. Come potete vedere da queste immagini.

Anello con rubino e diamanti
Anello con rubino e diamanti
Leonori Gioielli, anello in oro bianco con diamanti e smeraldo ovale da 2,09 carati
Leonori Gioielli, anello in oro bianco con diamanti e smeraldo ovale da 2,09 carati
Collezione Peonia, anello con diamanti e zaffiri rosa
Collezione Peonia, anello con diamanti e zaffiri rosa
Orecchini con diamanti e smeraldi
Orecchini con diamanti e smeraldi
Anello della collezione Giardini Segreti, in oro rosa e zaffiri
Anello della collezione Giardini Segreti, in oro rosa e zaffiri
Anello con diamanti e smeraldi taglio a goccia
Anello con diamanti e smeraldi taglio a goccia
Anello con diamanti bianchi e gialli
Anello con diamanti bianchi e gialli
Collana con diamanti e zaffiro taglio a pera
Collana con diamanti e zaffiro taglio a pera
Bracciale con zaffiri e diamanti
Bracciale con zaffiri e diamanti
Anello con smeraldi e zaffiro
Anello con smeraldi e zaffiro







I diamanti vintage di 64Facets

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Diamanti con taglio vintage, che piacciono a rivenditori di lusso come Neiman Marcus, Saks 5th Avenue e Stanley Korshak e indossati da celebrity come Salma Hayek, Claire Danes e Naomi Watts: forte di queste premesse, 64Facets è stata selezionata tra i finalisti al Couture Design Awards nella categoria Best in Diamonds Below $20K.

Orecchini con diamanti rose-cut
Orecchini con diamanti rose-cut

64Facets è un’azienda di gioielleria fondata nel 2016, che è specializzata (anche) in gioielli con diamanti rose cut e old european cut. Ma non dovete stupirvi della scelta dallo stile vintage delle gemme. L’azienda, infatti, sembra (non ci sono notizie ufficiali) collegata con la galassia Brenninkmeijer, nome della famiglia tedesco-olandese che possiede società finanziarie, è attiva nel business della moda, ha un fondo di private equity e, secondo Wikipedia, impiega più di 80 mila persone in tutto il mondo. Il legame passa attraverso la svizzera Abreziel Holding, che a sua volta controlla la finanziaria londinese Adbb attiva, appunto, nel business del gioiello. Di quest’ultima fa parte Delphine Brenninkmeijer Braas, che si occupa delle strategie di 64Facets, fondata a New York, ma con uffici a Londra, Beverly Hills e Jaipur, dove sono tagliati i diamanti ld style (rose-cut è un tipo di taglio utilizzato anche in epoca Moghul).

Anello con cluster di diamanti rose-cut
Anello con cluster di diamanti rose-cut

A gestire la Maison, però, è un indiano, Gourav Soni: un manager partito dalla lontana Kolkata, città nel golfo del Bengala, e poi dopo gli studi a Delhi, con un diploma al Gia di New York e un master in business administration alla Columbia University. Gourav Soni cura anche l’approvvigionamento di diamanti da Jaipur, India. Secondo quanto ha spiegato il manager, la realizzazione dei gioielli viene svolta internamente, in modo da poter controllare ogni aspetto del processo. I diamanti seguono il processo Kimberly e sono poi tagliati a Jaipur. A proposito, il nome 64Facets si ispira alla mitologia indiana, che individua in 64 le arti e le scienze che gli esseri umani possono padroneggiare. Inoltre, l’induismo ritiene che uno degli dei, Krishna, abbia padroneggiato tutte le 64 arti e scienze in 64 giorni.

Orecchini Diamond Crawler
Orecchini Diamond Crawler
Orecchini Sunflower con diamanti taglio rosa e brillante
Orecchini Sunflower con diamanti taglio rosa e brillante
Collana con nappa in diamanti
Collana con nappa in diamanti
Collana con diamanti e smeraldi
Collana con diamanti e smeraldi
Anello Floral con diamanti taglio rosa e brillante
Anello Floral con diamanti taglio rosa e brillante
Orecchini Floral con diamanti taglio rosa e brillante
Orecchini Floral con diamanti taglio rosa e brillante






 

Diamanti di laboratorio sconosciuti ai giovani




Anche se le vendite di diamanti «cresciuti» in laboratorio, cioè sintetici, è in aumento, non è detto che il concetto di pietre artificiali sia ben chiaro tra gli acquirenti. Specialmente se i diamanti creati da macchine sono considerate green, ecologiche, verdi, biocompatibili, sostenibili. Potete aggiungere voi la definizione più rispettosa dell’ambiente chre preferite. Un sondaggio presentato a Vicenzaoro September, infatti, mette il dito nella piaga: i giovani, i  Millennials e la Generazione Z, non hanno recepito il concetto. Si può fare una colpa? Evidentemente no. È chi vende pietre sintetiche che non ha comunicato abbastanza. Inoltre, c’è un dibattito intenso su quanto le gemme sintetiche, create in buona parte in Cina, siano davvero amiche dell’ambiente. Per esempio, per essere «cresciute» in laboratorio hanno necessità di un grande utilizzo di elettricità che, in Cina, deriva in gran parte da centrali a carbone (naturale, non sintetico).

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio

In ogni caso, a Vicenzaoro è emerso che oltre il 90% degli intervistati non conosce i temi della sostenibilità etica dei diamanti. E solo per chi ha presente il fattore ambientale considera questo aspetto come rilevante per la scelta. La maggioranza degli intervistati, inoltre, pensa che solo il diamante naturale racchiude anche un fattore emotivo, per la sua autenticità e rarità. Al contrario delle pietre costruite in laboratorio. Ma le idee dei giovani intervistati sono piuttosto confuse, visto che solo il 60% è pronto ad acquistare un diamante naturale, mentre il 35% si dice indifferente.

Orecchini con diamanti blu creati in laboratorio
Orecchini con diamanti blu creati in laboratorio

La ricerca qualitativa, curata da Laura Inghirami, imprenditrice e fondatrice di Donna Jewel, con la collaborazione di Igi (Istituto Gemmologico Italiano) è stata presentata nell’ambito dei Gem Talk assieme a Gaetano Cavalieri, presidente Cibjo, Andrea Sangalli, vice presidente di Federpreziosi. Conclusione: tutti d’accordo che gli acquirenti devono essere informati di più e meglio, con il Cibjo che ha realizzato un documento di Linee Guida scaricabile dal web. Sarà sufficiente?

Il Talk sui diamanti sintetici a Vicenzaoro
Il Talk sui diamanti sintetici a Vicenzaoro

La nuova miniera: l'impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali
La nuova miniera: l’impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali







Diamanti nudi (e scintillanti) con Persée

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Volete sapere quale gioiello va bene per voi? Cominciate dalla vostra data di nascita. È perlomeno inusuale il metodo scelto dalla Maison parigina Persée: su sito web, tra l’altro, compare un giochino, chiamato calcolo numerologico: si inserisce la propria data di nascita e, in base a un misterioso algoritmo, compare un numero che è anche un suggerimento per la scelta dei gioielli. Li chiromanti che ancora vendono le proprie abilità da indovini si troveranno presto senza lavoro.

Sautoir con il numero 2, oro e diamante
Sautoir con il numero 2, oro e diamante

In ogni caso, Persée il nome della maison è altrettanto fantasioso, ispirato al mitologico figlio di Zeus e Danaé (Perseo, quello che ha tagliato la testa della Medusa), ma anche una tecnica rara e unica, proveniente dal Giappone. Il brand è stato fondato da Nawal Laoui, ex manager di Fabergé, Redline Joaillerie e di Audemars Piguet. Nel 2017 la designer ha dato vita a Persée con l’idea di proporre gioielli con una propria personalità. Una delle caratteristiche della maison, per esempio, è il diamante forato, cioè presentato senza metallo che lo ferma, come rebbi o incastonatura.

Orecchino singolo Tourbillon in oro 18 carati e rubini
Orecchino singolo Tourbillon in oro 18 carati e rubini

Oltre al diamante puro, i gioielli possono essere arricchiti anche da zaffiri, rubini o smeraldi, sempre liberi, e con lo stesso concetto sono utilizzate le perle. Una tecnica che Nawal Laoui ha importato dal Giappone, per mettere in risalto la brillantezza delle pietre. Una tecnica apprezzata anche dalla giuria del Couture Design Award del 2021, che ha selezionato Persée come finalista nella categoria Best Innovative.

Orecchino singolo Fibule in oro 18 carati e diamante
Orecchino singolo Fibule in oro 18 carati e diamante
Orecchino singolo Bohéme in oro e diamanti
Orecchino singolo Bohéme in oro e diamanti
Anello Zeus in oro con diamante taglio brillante
Anello Zeus in oro con diamante taglio brillante

Anello con diamante taglio brillante
Anello con diamante taglio brillante

Anello Chakra in oro con 5 pietre
Anello Chakra in oro con 5 pietre

La collana di diamanti di Persée finalista ai Couture Design Awards
La collana di diamanti di Persée finalista ai Couture Design Awards







Cala il prezzo dei diamanti da laboratorio




I diamanti creati in laboratorio, ma sarebbe più preciso dire in una fabbrica, conquistano molte acquirenti. Sono del tutto uguali, da un punto di vista chimico, ai diamanti naturali e, soprattutto, costano meno. Molto meno. Rispetto a due o tre anni fa il costo (e il valore) dei diamanti fabbricati dall’uomo con sofisticate macchine è diminuito di circa un terzo. Continuerà questa tendenza? Fino a quanto scenderà il valore dei diamanti sintetici? Conviene acquistarli subito o è meglio aspettare? Sono domande che ricorrono spesso tra chi sta per acquistare un gioiello con diamanti, soprattutto anelli e orecchini.

Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox di De Beers
Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox di De Beers

Lo scenario è cambiato per due motivi. Il primo è l’ingresso sul mercato di De Beers, il colosso che estrae dalla terra diamanti naturali e che, inoltre, commercializza gioielli realizzati con queste pietre. Nel 2018, a sorpresa, De Beers ha annunciato che avrebbe iniziato a vendere gioielli con diamanti creati in laboratorio. A molti è sembrata una decisione paradossale, un modo per farsi concorrenza in casa. Ma il successo del marchio Lightbox, destinato ai gioielli con diamanti artificiali, sembra dare ragione a De Beers. Ma Lightbox ha anche spiazzato il mercato con prezzi molto più bassi della concorrenza: 200 dollari per un gioiello con un diamante da 0,25 carati, 400 dollari per mezzo carato, 600 dollari per 0,75 carati e 800 per un anello con diamante da 1 carato. Subito i prezzi sono scesi di quasi il 30%.

La nuova miniera: l'impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali
La nuova miniera: l’impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali

Il secondo fattore che ha contribuito a far scendere i prezzi è l’evoluzione della tecnologia, che consente oggi di creare diamanti con un costo sempre più basso. Mentre fino a qualche anno fa era molto complicato ottenere diamanti artificiali di oltre 3 carati, adesso il processo di produzione sembra molto più agevole e per pietre di piccole dimensioni il prezzo è ormai molto basso.

Collana in oro e diamanti di laboratorio
Collana in oro e diamanti di laboratorio

A queste ragioni si aggiunge il successo decretato dai consumatori. Così il prezzo sul mercato dei diamanti creati in laboratorio è sceso in media notevolmente, con qualche alto e basso nel 2019. Secondo alcuni analisti, uno dei motivi del successo è legato alla pandemia covid. Le riunioni via Zoom, per esempio, potrebbero essere alla base della grande richiesta di orecchini con diamanti di laboratorio: nessuno andrà a verificare l’origine di quelle pietre indossate sullo schermo di un computer. Le vendite, infatti, continuano ad aumentare e i prezzi, secondo Virtual Diamond Boutique, quest’anno solo calati del 3%.

Orecchini con diamanti blu creati in laboratorio
Orecchini con diamanti blu creati in laboratorio

Ovviamente la discesa non potrà continuare all’infinito, ma il clima di competizione tra i produttori sembra avvicinare i diamanti creati in laboratorio sempre più lontano dalla cosiddetta fine jewelry, per avvicinarsi al mondo fashion. Diamanti semplici, da acquistare e da cambiare quando si ha voglia di rinnovare il proprio jewels box. Non diamanti che sono per sempre, insomma, ma solo per un momento.

Il diamante cresciuto in laboratorio
Anello con diamante cresciuto in laboratorio







Freelight Diamond, la libera interpretazione del lusso

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Dal corallo all’oro, dall’oro ai diamanti. Ma quelli creati in laboratorio. La storia di Lux Coral, azienda umbra nata nel 1986 su iniziativa di Domenico Antonio Cosentino, che è ancora il presidente, prosegue con il marchio Freelight Diamond, interamente dedicato a pietre sintetiche. Accanto ai tradizionali gioielli, quindi, l’impresa orafa ha fondato un paio di anni fail nuovo brand, con l’obiettivo di conquistare il crescente interesse nei confronti dei gioielli in oro, ma con diamanti dal prezzo più abbordabile.

Anello trilogy in oro bianco con diamanti cresciuti in laboratorio
Anello trilogy in oro bianco con diamanti cresciuti in laboratorio

Bisogna ricordare che, da un punto di vista chimico e ottico, i diamanti realizzati in laboratorio sono del tutto identici a quelli naturali, scovati nelle profondità della terra. Anche i diamanti frutto della tecnologia sono certificati Igi e descritti secondo le classiche 4C (cut, color, clarity e carat). La domanda di gioielli con diamanti che sono indistinguibili da quelli naturali, se non sono sottoposti a una accurata analisi in centri specializzati, è in crescita. Per questo Freelight Diamond si propone di soddisfare la richiesta con gioielli di tipo tradizionale, come i classici anelli con solitario, ma anche di pietre di colore come smeraldi, zaffiri e rubini, sempre creati in laboratorio.

Collana con punto luce a cuore
Collana con punto luce a cuore
Anello eternity in oro con diamanti lab grown
Anello eternity in oro con diamanti lab grown
Orecchini a bottone in oro con diamanti lab grown
Orecchini a bottone in oro con diamanti lab grown
Orecchini con diamanti e zaffiri artificiali
Orecchini con diamanti e zaffiri sintetici
Anello con solitario a cuore
Anello con solitario a cuore

Anello in oro bianco con solitario
Anello in oro bianco con solitario







I nuovi gioielli di Vania Leles

I nuovi gioielli di Vania Leles, con le più preziose gemme africane

L’eredità dell’Africa vista attraverso gli occhi di una ex modella delle grandi marche di gioielleria che ha imparato ad amare le pietre preziose: di Vania Leles abbiamo già parlato. La modella, ora designer, continua la sua missione di esaltare i frutti preziosi che escono dalla terra africana. Il risultato è alta gioielleria di gusto raffinato. Vania Leles predilige i gioielli monocolori: tutti rubini, oppure tutti smeraldi, tutti diamanti.

Bracciale in oro bianco con diamanti e smeraldi dello Zambia
Bracciale in oro bianco con diamanti e smeraldi dello Zambia

Leggi anche: I rubini di Vania Leles 

Scesa dalle passerelle e uscita dagli studi fotografici, Vania è entrata nelle aule del Gemological Institute of America (Gia), dove ha imparato i segreti delle pietre preziose. Dopo la laurea la designer si è trasferita a Londra e ha lavorato per Graff Diamonds, De Beers e Sotheby’s Jewellery Department, dove ha supervisionato le aste di alcuni dei pezzi più prestigiosi del secolo, come i gioielli della Duchessa di Windsor e il Graff Pink, uno dei gioielli più costosi mai venduti all’asta. Infine, nel 2011 ha deciso di fondare il suo marchio di gioielleria, utilizzando diamanti di alta qualità che provengono da Paesi senza conflitti. Vania Leles è stata una delle designer incluse nella selezione di Sotheby’s, in mostra e vendita a New York, intitolata Brilliant & Black: A Jewelry Renaissance.

Orecchini floreali in oro rosa, titanio, rubini del Mozambico
Orecchini floreali in oro rosa, titanio, rubini del Mozambico
Orecchini Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Orecchini Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Anello Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Anello Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Orecchini Legends of Africa con diamanti bianchi e neri
Orecchini Legends of Africa con diamanti bianchi e neri
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Collier con diamanti bianchi e smeraldi
Collier con diamanti bianchi e smeraldi
Anello in oro rosa, diamanti e rubini del Mozambico
Anello in oro rosa, diamanti e rubini del Mozambico, rubellite
Vania Leles (da Facebook)
Vania Leles (da Facebook)

PdPaola debutta in oro e diamanti

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PdPaola, brand spagnolo che in pochi anni è andato alla conquista del mercato europeo, sale l’ultimo gradino della qualità e affianca le sue collezioni a prezzi accessibili a una nuova linea  realizzata con gli elementi classici della gioielleria: oro e diamanti. I nuovi gioielli di PdPaola sono realizzati a mano in oro 18 carati, 100% riciclato, e con diamanti coltivati in laboratorio, cioè senza estrazione mineraria con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e, naturalmente, di mantenere prezzi più bassi rispetto ai gioielli con pietre naturali.

Anello in oro con diamanti lab grown
Anello in oro con diamanti lab grown

All’interno della collezione, che comprende anelli e orecchini con lo stile essenziale della Maison, sono comprende collane con un ciondolo a forma di lettera dell’alfabeto, che di solito coincide con quella del nome di chi la indossa: un classico della gioielleria e uno dei driver in fatto di regali. I prodotti della linea di gioielleria in oro saranno per il momento disponibili esclusivamente nel negozio online pdpaola.com, con prezzi che vanno da 100 a 1.400 euro, ma arriveranno presto anche nei negozi. Accanto a questa nuova linea, rimangono sempre disponibili le ampie collezioni in argento sterling.

Collana indossata in oro e diamanti di laboratorio con lettera
Collana indossata in oro e diamanti di laboratorio con lettera
Collana in oro e diamanti di laboratorio
Collana in oro e diamanti di laboratorio
Orecchini in oro bianco e diamanti di laboratorio
Orecchini in oro bianco e diamanti di laboratorio
Fedina in oro
Fedina in oro

Orecchini asimmetrici in oro giallo e diamanti di laboratorio
Orecchini asimmetrici in oro giallo e diamanti di laboratorio







Conviene acquistare un diamante nato in laboratorio?

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L’irresistibile ascesa dei diamanti di laboratorio. Ecco perché i diamanti sintetici piacciono sempre di più a chi acquista gioielli ♦︎

Vi piacerebbe acquistare un anello con un grande diamante da 1 carato e pagarlo la metà? O, addirittura, il 90% in meno? E se il diamante non fosse stato estratto in qualche miniera russa o africana, ma prodotto da una fabbrica e con le stesse caratteristiche di quelli naturali?

È il dilemma al quale sempre più spesso sarete di fronte. I diamanti sintetici, che le aziende chiamano pudicamente “diamanti cresciuti in laboratorio” o, addirittura, “fuori dalla terra” sono ormai una realtà sempre più diffusa. Secondo i dati raccolti dal sito Earther l’analista del settore Paul Zimnisky stima che saranno il 2-3% del mercato, ma con la percentuale è destinata ad aumentare. Ormai i diamanti sintetici,  cioè i diamanti cresciuti in laboratorio sono una industria diffusa, specialmente in Cina dove si produce circa la metà di quelli in circolazione, in gran parte però utilizzati a scopo industriale. I diamanti, infatti, sono il minerale più duro che esiste e servono anche per svariati utilizzi, per esempio per le macchine da taglio.

Anello ispirato alle fioriture eterne e alle farfalle danzanti del poetico Giardino Inglese. Lavorato a mano in oro bianco 18k Fairtrade, con 184 diamanti da laboratorio Diamond Foundry, per 6,84 carati
Anello ispirato alle fioriture eterne e alle farfalle danzanti del poetico Giardino Inglese. Lavorato a mano in oro bianco 18k Fairtrade, con 184 diamanti da laboratorio Diamond Foundry, per 6,84 carati

La produzione è florida anche in Occidente, dove persino la più grande industria di diamanti veri, De Beers, ha iniziato a produrre pietre artificiali. E l’International Grown Diamond Association (Igda), associazione nata nel 2016 da una dozzina di imprese attive nel settore, ora conta circa 50 membri. Secondo quanto dichiara l’associazione, i motivi della crescita dei diamanti sintetici sono due: la tecnologia consente di abbassare i prezzi e di ottenere diamanti che sono difficilmente distinguibili rispetto a quelli naturali, dato che sono del tutto identici e hanno la stessa composizione di quelli naturale. Per capire se un diamante è vero o artificiale, infatti, sono necessarie attrezzature che solo pochissimi centri di gemmologia hanno a disposizione. Se la pietra non è garantita (ammesso che la tracciabilità funzioni) un gioielliere non riesce distinguere un diamante naturale da uno prodotto in fabbrica.

Anello in oro bianco e diamante di laboratorio
Anello in oro bianco e diamante di laboratorio

Come si producono

Non tutti i diamanti artificiali sono uguali. Il sistema più tradizionale, introdotto ormai mezzo secolo fa, prevede di ricreare le stesse condizioni con cui si sono formati i diamanti nelle viscere della terra. Cioè attraverso una enorme pressione e una altrettanto eccezionale temperatura. Questo metodo è chiamato HPHT (high-pressure high-temperature). I diamanti si ottengono a partire da un materiale di carbonio, per esempio la grafite come quella che si usa per le matite. La grafite è posta in una gigantesca pressa meccanica capace di pressioni di 5-6 Gigapascal e sottoposta a temperature di circa 1.600 gradi Celsius. Insomma, bisogna fare una grande fatica.

Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox di De Beers
Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox di De Beers

Il sistema alternativo è completamente diverso: si chiama CVD e funziona attraverso deposizione chimica da vapore (Chemical vapor deposition). Secondo gli ingegneri che lo hanno messo a punto, è un modo che ricrea le condizione di come i diamanti potrebbero formarsi nelle nubi di gas interstellare, nello spazio. In questo caso un gas generato da idrocarburi, come il metano, viene pompato in un reattore a bassa pressione accanto all’idrogeno. I gas sono poi riscaldati da 3.000 a 4.000 gradi Celsius. Questo causa la rottura degli atomi di carbonio , che poi si depositano su un substrato, in genere una piastra quadrata piatta di un diamante sintetico prodotto con il metodo HPHT.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio

Le caratteristiche

Come è possibile che ingegneria e chimica producano pietre del tutto simili a quelle naturali? Eppure è così. Anzi, la mancanza di azoto nei diamanti prodotti con il metodo CVD conferisce, pare, una purezza chimica eccezionale. Tanto che i diamanti lab grown sono classificati come di tipo IIa, cioè particolarmente puri, come sono soltanto il 2% di quelli che si trovano in natura. Tra l’altro, mentre in passato i diamanti artificiali erano solo molto piccoli, oggi i produttori riescono a creare anche pietre con dimensioni ragguardevoli, sempre con un alto grado di purezza. Negli Usa è stato prodotto un diamanti artificiale di quasi 7 carati, ma in Germania si è arrivati fino a produrre un mostro di 155 carati.

Anversa: acquisti di un buyer
Antwerp (Anversa): acquisti di un buyer

Il prezzo

Anni fa un diamante di laboratorio costava un po’ meno rispetto a uno naturale. Oggi costa molto meno. Anzi, moltissimo meno. Secondo gli esperti del settore, un diamante di media qualità coltivato in un laboratorio costa ora il 40% in meno rispetto a uno naturale. Due anni fa lo sconto era solo del 18%. Inoltre, De Beers sta per proporre anche diamanti cresciuti in laboratorio prodotti in serie, quasi come fossero cristalli Swarovski, con uno sconto di quasi il 90% rispetto ai diamanti naturali.

Anversa: mercato dei diamanti
Anversa: mercato dei diamanti

Il pubblico apprezza

Torniamo alla domanda di partenza? Vi piacerebbe avere un anello con diamante e pagarlo la metà? Un sondaggio condotto nel 2018 da Consumer Research condotto da MVI Marketing ha rilevato che la maggior parte degli intervistati sceglierebbe un diamante più grande sviluppato in laboratorio rispetto a una pietra naturale più piccola, a parità di prezzo. Ma chi vuole acquistare un gioiello che mantenga o accresca il proprio valore nel tempo tende a preferire i diamanti naturali, più facilmente rivendibili.

Miniera di diamanti Cullinam
Miniera di diamanti Cullinam

Sono davvero ecologici?

Uno dei motivi che spingono la crescita dei diamanti artificiali risiede, secondo le aziende produttrici, nella loro sostenibilità, cioè nel rispetto dell’ambiente. Ma è proprio così? Dipende. Certo, rispetto ai diamanti estratti in modo primitivo, in miniere che sfruttano le popolazioni locali e che devastano il territorio, o magari che servono per sostenere guerre, l’impatto dei laboratori che producono diamanti sintetici è minore. Bisogna però aggiungere che dove le miniere sono controllate e l’attività mineraria è più moderna, il lavoro rimane duro, ma anche necessario per le popolazioni locali. Paesi come il Botswana, che erano tra i più poveri al mondo, oggi hanno parecchio migliorato le condizioni di vita media della popolazione grazie all’attività estrattiva delle pietre preziose. Inoltre, per produrre diamanti di laboratorio occorre utilizzare moltissima energia e, per esempio, in Cina la maggior parte dell’elettricità nasce nelle centrali a carbone.

Anelli in oro bianco e oro giallo con diamanti di laboratorio
Anelli in oro bianco e oro giallo con diamanti di laboratorio by Pandora

Secondo gli esperti del settore, le fabbriche di diamanti più efficienti con il metodo HPHT usano oggi circa fino a 700 kWh per carato, mentre la produzione CVD ne utilizza ancora di più, 1.000 kWh per carato di diamante prodotto. Uno studio ha stimato che i diamanti da laboratorio producano circa 511 chilogrammi di emissioni di carbonio. Secondo le compagnie minerarie, per estrarre un diamante naturale, tra consumo di carburante e di elettricità, si arriva a soli 160 chilogrammi di emissioni. Insomma, stando ai dati delle imprese che estraggono i diamanti (e che quindi vanno considerati di parte), estrarre una pietra naturale inquina meno di produrla artificialmente. Difficile dire quanto questi dati siano attendibili, ma bisogna prendere nota di quanto affermano. Insomma, ci sono due lati della medaglia.

Anello in oro bianco con diamanti lab grown
Anello in oro bianco con diamanti lab grown






Due pezzi speciali da Recarlo




Due pezzi speciali per occasioni speciali. Recarlo, accanto alle sue collezioni dedicate a matrimoni, fidanzamento e anniversari, aggiunge due gioielli che si collocano al vertice della produzione della Maison di Valenza. Il primo è il collier che fa parte dell’iconica collezione Anniversary, la più rappresentativa dello stile Recarlo. Il collier è caratterizzato da un design ergonomico che si apre sul davanti, che culmina in una doppia fila di diamanti taglio brillante a scalare che donano grazia e movimento al gioiello. Un gioiello che, grazie alla sua forma sinuosa sottolineata dalla cascata di diamanti, è studiato per valorizzare il décolleté di chi lo indossa.

Collana Anniversary
Collana Anniversary

L’altro pezzo speciale, invece, è un anello solitario della collezione Maria Teresa. Il gioiello è il risultato della ricerca di un anello dalla forte personalità. È realizzato solo con diamanti di oltre 0,50 carati: una originale veretta resa ancor più preziosa dall’alternarsi di diamanti taglio taper, cioè trapezoidale, e baguette. Il solitario arricchisce la collezione Maria Teresa, che comprende anelli, bracciali e punti luce, e diventa il pezzo più pregiato.

Anello della collezione Maria Teresa
Anello della collezione Maria Teresa

Mariateresa
Recarlo, solitario Maria Teresa

Anello solitario della collezione Maria Teresa
Anello solitario della collezione Maria Teresa
Bracciale tennis della collezione Maria Teresa
Bracciale tennis della collezione Maria Teresa

Orecchini della collezione Maria Teresa
Orecchini della collezione Maria Teresa







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