Diamonds

Come distinguere tra diamanti veri e sintetici?

/

Attenzione: aumenta il numero di diamanti sintetici, che sono prodotti ora perfino da De Beers. Voi sapete riconoscerli? La prima cosa da sapere è…  ♦

Come si fa a sapere se il diamante del vostro anello è sintetico? È possibile scoprire se un diamante è vero o falso? La risposta è: dipende. La differenza non è visibile a occhio nudo, ma solo con strumenti sofisticati. Naturalmente un diamante è considerato falso solo se non ne è dichiarata l’origine. I diamanti sintetici, se sono ufficialmente dichiarati tali, non possono essere considerati falsi. Da ultimo, è entrato in scena anche il gigante dei diamanti De Beers, che produce diamanti sintetici con un laboratorio in Gran Bretagna per gioielli con il marchio Lightbox.

Orecchini lab-grown di Lightbox
Orecchini lab-grown di Lightbox

L’equivoco tra vero e sintetico, comunque, è un problema per i commercianti: infatti, in caso di dubbio, per le grosse pietre gli operatori si rivolgono agli istituti di gemmologia. Ma se le certificazioni sono dubbie, i grandi gioiellieri non utilizzano le pietre di dimensioni minori, sotto 1 carato, per non correre rischi di compromettere la propria reputazione. Lo affermava tempo fa Alberto Osimo, grossista di diamanti e presidente del Geci (Gemological Education Certification Institute) di uno dei principali laboratori di gemme in Italia: «Attualmente esiste una solo macchinario, il Diamond view, prodotto dalla Dtc, la Diamond trading company, in grado di svolgere questa analisi, che però dura dieci minuti ed è antieconomica nel caso di diamanti di un centesimo di carato. Infatti, non è conveniente certificare e controllare una pietra dal valore di pochi euro quando la procedura potrebbe costare fino a 80 euro a pezzo». Anche altri sistemi proposti successivamente per analizzare i diamanti richiedono, comunque, procedure lunghe e costose.

By Ethereal Green Diamond, 34,59 ct. Photo: Johnny (Chak Wan) Leung
By Ethereal Green Diamond, 34,59 ct. Lab-grown diamond. Photo: Johnny (Chak Wan) Leung

Una soluzione parziale al problema viene da un’altra macchina realizzata dall’istituto svizzero Ssef e capace di analizzare in una sola ora anche 4 mila pietre. Tutto bene quindi? In parte: l’apparecchio identifica solo la struttura molecolare dell’oggetto, ossia li suddivide secondo la tipologia. E, per fortuna, solo una di queste categorie è replicabile artificialmente. In breve: un diamante sintetico si individua solo con macchine costose e procedure complicate.

Ma non ci sono solo i diamanti sintetici. Accanto al diamante naturale, in commercio si trovano pietre create in laboratorio, come la zirconia cubica e la moissanite sintetica. Che sono certificate e vendute come alternative estremamente più economiche rispetto al diamante che è il risultato invece, del lavoro della millenario della terra.

Expertise in un laboratorio Tiffany
Expertise in un laboratorio Tiffany

Quindi, come riconoscere se il vostro diamante è vero o falso?  

1 Un vero diamante è certificato. Quindi, un gioiello con diamante deve avere anche il certificato che ne attesta la purezza, colore, i carati.

2 Potete acquistare un dispositivo per verificare voi stessi. Un dispositivo come Professional Diamond Selector I. Si tratta di una sonda o un misuratore di conducibilità termica e si trovano in vendita su Amazon per pochi dollari, serve a distinguere i veri diamanti da altre pietre simulate. Per esempio, scopre se la pietra è, in realtà, un cristallo oppure una zirconia cubica. Non riuscirà, però, a scoprire se il diamante è stato creato in laboratorio.

3 Altri test che si possono fare in casa: lasciate cadere il diamante in un bicchiere pieno d’acqua (ma questo presuppone che sia separato dal gioiello). Se la pietra preziosa affonda è un vero diamante. Se galleggia sulla superficie dell’acqua o poco sotto è falsa.

4 Prova del respiro: appannate il diamante con il vostro alito, come per pulire le lenti degli occhiali. Se il vapore acqueo si dissolve subito dalla superficie, è più facile che il diamante sia autentico. Inutile aggiungere che è un metodo molto rozzo…

5 Prendete una lente d’ingrandimento. Se sulla pietra scorgete la minuscola sigla CZ significa che si tratta di zirconia cubica.

6 Una prova per cuori forti: scaldate su una fiamma per 40 secondi il vostro diamante. Poi gettatelo in un bicchiere di acqua fredda: se è vero non si romperà. Ma se è un cristallo…  Non ve lo consigliamo, se volete provare è vostro rischio.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

Trasforma tuo marito (oppure il cane) in un diamante

/





Che ne dite di trasformare il vostro cane o gatto defunto in un diamante? E se a lasciarvi fosse, invece, vostro marito (o moglie)? Un’azienda propone, per tutti loro, di mantenere il prezioso ricordo dei compagni di tanti anni: trasformarli in gioielli. L’idea, non sorprende, è nata negli Usa, dove anni fa una un’azienda ha pensato di inaugurare il business di trasformare i parenti defunti, oppure gli animali di casa, in diamanti sintetici. La società si chiama LifeGem e ha sede a Chicago. La sua attività consiste nel trasformare i resti cremati in gemme indossabili, trasformando il carbonio contenuto nelle ceneri in (macabri) diamanti artificiali. Il costo dipende da quanti carati si vogliono ottenere dalle ceneri. Si parte da circa 2.000 dollari per salire fino a quasi 20.000. Per gli animali i prezzi sono più bassi.

Diamanti
Diamanti

Un’operazione che, fanno notare con discrezione, è stata adottata spesso per gli esseri umani: l’idea di infilarsi al dito la suocera, in effetti, per qualche donna potrebbe suonare come una vendetta allettante. “Una volta catturato, il carbonio viene riscaldato a temperature estremamente elevate in condizioni particolari. Nella rimozione della cenere, il processo elimina il carbonio dell’ex cane di casa e con l’aiuto della nostra tecnologia lo trasforma in diamante”, spiegano alla LifeGem. Il servizio è stato lanciato nel 2002. Da allora i clienti possono scegliere tra gemme di diversi colori, tagli, e selezionare l’impostazione per un ciondolo o un anello.
tomba di cane
Intendiamoci, non è un ricordino a buon mercato. Ma, pare, oltre 6.000 persone ha già chiesto di trasformare le care salme, compresi  gatti, cani, conigli, cavalli e persino un armadillo, in costosi gingilli. Come Katie Pilon, di Boston, che ha ora porta al dito il suo Meowy, amato gatto mutato in un bellissimo blu diamante blu.

Diamante prodotto da LifeGem
Diamante prodotto da LifeGem

Per la verità, le pratiche della società sono state messe in discussione, e qualcuno ha avanzato dubbi sulla serietà della LifeGem. Obiezioni respinte: “Kenneth Poeppelmeier, professore di chimica alla Northwestern University, ha sostenuto che non c’è ragione per cui il processo non dovrebbe funzionare, e Avrum Blumberg, professore di chimica alla DePaul University di Chicago, ha ammesso che è possibile fare un diamante di alta qualità dal carbonio contenuto in un essere umano cremato”, ribattono i sostenitori.

Diamante sintetico dopo il taglio e la lucidatura
Diamante sintetico dopo il taglio e la lucidatura

Tuttavia, è impossibile distinguere l’origine dei diamanti sintetici che, quindi, potrebbero avere origine da grafite ordinaria invece che dai resti dell’animale domestico. Ma, in fondo, non importa: quale ricordo migliore che essere associato a un diamante, che è per sempre?






Il rarissimo diamante verde di Jennifer Lopez

/




I diamanti verdi sono rarissimi e molto costosi. Perché hanno un segreto ♦︎

I diamanti colorati infiammano da molti anni le aste di Sotheby’s e Christie’s. Mentre un tempo i diamanti incolori, comunemente chiamati bianchi, erano le gemme più costose, ora sono i colori quelli che vengono pagati di più. I colori più apprezzati sono il giallo, il rosa e il blu. Più rari sono i diamanti rossi. Ma esistono anche diamanti di un altro colore, ancora più raro: sono quelli verdi. Rarissimi. Una delle poche donne ad avere un diamante verde nel cassetto (ma forse in cassaforte) è Jennifer Lopez, che lo ha ricevuto in regalo, montato su un anello.

L'anello con diamante verde di Jennifer Lopez
L’anello con diamante verde di Jennifer Lopez
L'anello con diamante verde ricevuto da Jennifer Lopez
L’anello con diamante verde ricevuto da Jennifer Lopez

Perché sono verdi. Il colore verde è estremamente raro nei diamanti anche perché si ritiene anche sia dovuto alla esposizione della pietra a materiali radioattivi. Ma niente paura: si possono indossare senza problemi. I diamanti verdi contenevano, millenni fa, piccole quantità di materiale come l’uranio o il torio. Ma con il tempo la radioattività è decaduta, cioè è cessata. In ogni caso queste radiazioni sono penetrate nel vicino cristallo di diamante e ne hanno modificato il colore.

Anello con un raro diamante verde e diamanti bianchi
Anello in platino con un raro diamante verde e diamanti bianchi

Verde artificiale. Visto che i diamanti verdi sono il frutto delle radiazioni, perché non ripetere in laboratorio il processo? È, infatti, quello che fanno alcuni laboratori per produrre un colore verde nei diamanti. Le pietre sono lucidate e poi colpite con un fascio di elettroni a bassa energia. Con questo stesso sistema si producono diamanti gialli. Un altro metodo consiste nell’applicare un sottile strato di silice sulla superficie dei diamanti. Ma, attenzione: il rivestimento è molto sottile e può essere perso con la normale usura.

Aurora Green, venduto da Christie's per 16,8 milioni di dollari, record d'asta mondiale
Aurora Green, venduto da Christie’s per 16,8 milioni di dollari, record d’asta mondiale

Il più grande. Il diamante chiamato Verde di Dresda è quello più grande del mondo (40,72 carati) con questa tonalità. È conservato all’interno del castello di Dresda. L’anello che vedete in queste immagini, invece, è stato venduto per 1,8 milioni di dollari nella primavera del 2014. La sua valutazione è anche dovuta al fatto che il gioiello è firmato dal mitico designer Jar. Il diamante colorato calcareo montato sull’anello pesa 2.49 carati ed è incastonato su platino, circondato da diamanti incolori. Interessante anche ricordare la storia di questa pietra: una volta apparteneva a contessa Eliza Branicka Krasińska ed era montato sul suo anello di fidanzamento con il poeta romantico conte Zygmunt Krasinski, in Polonia. I due si sposarono nel 1843 e rimasero insieme fino alla morte del conte nel 1859.

Il Verde di Dresda, custodito nel castello della città
Il Verde di Dresda, custodito nel castello della città
Un raro diamante verde contornato da bianchi e fancy pink
Un raro diamante verde contornato da bianchi e fancy pink
Diamante verde montato su anello firmato Jar. Venduto per 1,8 milioni di dollari nel 2014
Diamante verde montato su anello firmato Jar. Venduto per 1,8 milioni di dollari nel 2014
Adaline, anello con diamante verde
Adaline, anello con diamante verde
 Eliza Branicka Krasińska
Eliza Branicka Krasińska
La scala delle tonalità dei diamanti verdi
La scala delle tonalità dei diamanti verdi






Romano Diamonds, design a Milano

///




I gioielli di Romano Diamonds, azienda milanese che tiene alta la tradizione del design ♦︎

Non è inusuale che un commerciante di pietre preziose decida di saltare lo steccato e provare a vestire i panni dei suoi clienti. È stato così anche per Marco Romano, fondatore della Real Diamond Invest, e Nicoletta Bonzano, esperta gemmologa. Real Diamond Invest è attiva da anni sul mercato del commercio internazionale di diamanti, tra Tel Aviv, Mumbai e Anversa. Ha, quindi, a disposizione la materia prima: le gemme di qualità. Dalla società di trading, che ha sede proprio davanti al Castello Sforzesco di Milano, è nata quindi Romano Diamonds.

Anello Quinology con cinque diamanti taglio brillante
Anello Quinology con cinque diamanti taglio brillante

Lo stile dei gioielli è piuttosto vario. Comprende i classici anelli solitaire o punto luce da infilare al collo, ma anche forme più moderne, con diamanti a grappoli oppure a pavé, oro rosa o bianco con volumi spesso piuttosto morbidi. A parte la collezione Zip, che presenta diamanti con taglio baguette o smeraldo allineati sorprendentemente per traverso. Per raggiungere un elevato standard qualitativo, Romano Diamonds affida la realizzazione dei gioielli agli orafi di Valenza, una garanzia.

Collana della collezione Quinology con 5 diamanti taglio brillante
Collana della collezione Quinology con 5 diamanti taglio brillante
Orecchini della collezione Quinology con diamanti taglio brillante
Orecchini della collezione Quinology con diamanti taglio brillante
Anello della collezione Moonlight in oro rosa e pavé di diamanti
Anello della collezione Moonlight in oro rosa e pavé di diamanti
Orecchini Karma con diamanti per 3,62 carati
Orecchini Karma con diamanti per 3,62 carati
Anello della collezione Brick in oro rosa e 10 diamanti baguette, 5 diamanti taglio smeraldo
Anello della collezione Brick in oro rosa e 10 diamanti baguette, 5 diamanti taglio smeraldo

Anello con 28 diamanti taglio radiant, 14 diamanti taglio smeraldo
Anello con 28 diamanti taglio radiant, 14 diamanti taglio smeraldo







Eva Fehren, lusso e semplicità

//

25



I gioielli in bianco e nero (con rosa e giallo) di Eva Zuckerman, designer di Eva Fehren, che ha vinto un Couture Awards: essenza di New York ♦︎

Il mondo si divide in due: quelli che amano le foto a colori e quelli che apprezzano quelle in bianco e nero. Sono due scuole di pensiero, tutte e due con buone ragioni, che si incontrano anche nella gioielleria. C’è chi disegna solo estrose collezioni con pietre colorate e forme molto elaborate, e chi predilige la semplicità. Tra questi ultimi, alfieri della filosofia minimal, c’è la super newyorkese Eva Zuckerman, che ha fondato Eva Fehren. Il brand nel 2018 ha vinto il Best in Bridal ai Couture Design Awards.

Private ring in oro bianco annerito e diamanti
Private ring in oro bianco annerito e diamanti

Perché super newyorkese? Perché non solo ci tiene a sottolineare che è nata e vive nella città dei grattacieli come il celebre Chrysler, ma anche che ha le sue radici in un preciso quartiere di Manhattan, l’East Village. È nata, cresciuta e vissuta, insomma, vicino di quegli alti palazzi che gettano ombre nette sul suolo, prima di fondare il marcio assieme alla partner in business Ann Gorga. E forse è questa la sua fonte di ispirazione: i suoi gioielli sono aguzzi, con forme nette, senza nulla di superfluo. Gran parte sono anche in bianco e nero: oro scurito, diamanti bianchi o viceversa. Con il tempo ha allargato la sua offerta anche a gioielli in oro rosa e pietre, ma sempre senza abbandonare la sua filosofia monocromatica, in un perfetto mood che ricorda i film di Woody Allen.

Bracciale in oro giallo 18 carati
Bracciale in oro giallo 18 carati
Collana Apex in oro rosa
Collana Apex in oro rosa
Earcuff in oro annerito e diamanti
Earcuff in oro annerito e diamanti
Orecchino a bottone in oro bianco annerito e diamante
Orecchino a bottone in oro bianco annerito e diamante
Shorty Ring, in oro giallo e diamanti
Shorty Ring, in oro giallo e diamanti
XX Ring, in oro rosa e diamanti
XX Ring, in oro rosa e diamanti






Nuove geometrie di Etho Maria

///




Le nuove geometrie senza compromessi di Etho Maria, maison che accosta ceramica e diamanti ♦︎

Nata nella patria della filosofia, Atene, Etho Maria ha scelto la filosofia del lusso con un pizzico di sorpresa. La Maison, che dalla Grecia si è presto allargata al resto d’Europa e agli Usa, è ancorata all’idea dei gioielli con tanta geometria. Non a caso Euclide ed Archimede era  no greci. Geometria, ma preziosa. E sorprendente. Come quando Etho Maria ha presentato una collezione che abbina la ceramica rossa a sfavillanti diamanti bianchi. Senza dubbio un abbinamento che è rimasto nella memoria. L’idea, tra l’altro, ha fruttato riconoscimenti come il Diamond Classic al Centurion Design Awards 2018 e l’Editor’s Choice ai Centurion Design Awards 2017 di Scottsdale, in Arizona.

Bracciale in oro con diamanti marquise e ovale, con tocchi di smalto
Bracciale in oro con diamanti marquise e ovale, con tocchi di smalto

Oltre alla ceramica rossa, la Maison ha anche deciso di utilizzare il binomio ceramica-diamanti anche con altri colori, come bianco o nero. L’effetto funziona sempre. Accanto a questa serie di gioielli che utilizzano una estetica innovativa a un tecnica orafa altrettanto raffinata, la Maison propone gioielli più tradizionali, ma sempre con un design che non dimentica lo stile moderno che, per esempio, non tralascia pietre tagliate con la forma del triangolo. Gioielli che sono stati scelti da catene di lusso, come Neiman Marcus o Saks Fifth Avenue per vendite ad hoc.

Orecchini in oro bianco con zaffiri blu e lapis
Orecchini in oro bianco con zaffiri blu e lapis
Orecchini pendenti in oro bianco con zaffiri blu e diamanti
Orecchini pendenti in oro bianco con zaffiri blu e diamanti
Anello in oro giallo, diamanti, ceramica
Anello in oro giallo, diamanti, ceramica
Orecchini in oro giallo, diamanti, ceramica
Orecchini in oro giallo, diamanti, ceramica
Collana con zaffiri verdi e diamanti brown
Collana in oro con zaffiri verdi e diamanti brown

Collana  in oro rosa con zaffiri blu e diamanti
Collana in oro rosa con zaffiri blu e diamanti







Diamanti: le regole per evitare truffe

/




Siete sicuri della provenienza del diamante che c’è sul vostro anello? E se dovete acquistare un anello con diamante (o un altro gioiello), come fate a sapere se quello che acquistate è autentico? In altre parole: come si fa a evitare truffe quando si acquista un diamante? Ecco quattro consigli utili per evitare brutte sorprese ♦

Purtroppo truffe o comportamenti poco corretti ci sono anche nel mondo della gioielleria. Sono abbastanza rari, per fortuna. Ma per evitare di cadere in una trappola potete seguire queste quattro regole.

Diamanti in vendita ad Anversa
Diamanti in vendita ad Anversa

Siete sicuri che il vostro diamante sia proprio un diamante?

Il dubbio nasce dopo aver letto una notizia che arriva dalla California, ripresa da Jck. Secondo la cronaca, il proprietario di una gioielleria di Ventura, cittadina della California, è stato arrestato con l’accusa di sostituire i diamanti dei gioielli affidati per una riparazione con moissanite. A scoprire la truffa è stata una donna, che aveva affidato al gioielliere l’anello nuziale da riparare. Il danno è stato valutato in circa 8 mila dollari. Niente di drammatico, certo. Ma fa una certa impressione leggere sul web un commento di un lettore alla notizia: «Purtroppo, ho un prozio che è un gioielliere in Florida, fa le stesse cose, ma utilizza cubic zirconia». Insomma, due indizi non fanno una prova, ma sollevano un sospetto: quanto sono diffuse questo tipo di truffe? Certo, ci sono i casi in cui i diamanti (falsi) sono venduti (o, meglio, spacciati) al di fuori dei canali ufficiali. In Italia, per esempio, è accaduto in Sicilia e vicino al Lago di Garda: in tutti e due i casi falsi gioiellieri cercavano di vendere falsi gioielli a veri anziani, ma sono stati arrestati.

Analisi di un diamante
Analisi di un diamante

Come comportarsi, invece, quando si compra un diamante? Ecco le regole.

1 La migliore sicurezza c’è quando il diamante è accompagnato da un certificato di un Istituto gemmologico riconosciuto. Per esempio, Gia (Gemological Institute of America), che è il più accreditato, oppure Ags (American Gem Society), Igi (International Gemmological Institute). Ma è bene anche sapere che la valutazione di un diamante non è uguale per tutti. Certo, l’autenticità viene prima di tutto, ma poi entra in ballo anche la qualità e la tipologia della pietra (vedi anche Tutto sui diamanti). Non esiste, infatti, uno standard internazionale uguale per tutti. Esistono casi di un diamante con valutazioni diverse in base al criterio di analisi: quando le differenze sono sfumature, è facile che un giudizio sia qualcosa di personale.

Un esempio di certificato, quello dell'IGI, Istituto Gemmologico Italiano
Un esempio di certificato, quello dell’IGI, Istituto Gemmologico Italiano

2 Tenere conto dei produttori che aggiungono il proprio marchio a garanzia: si tratta di incisioni al laser sulla parte del diamante non visibile a occhio nudo, ma che sono leggibili con un microscopio. Codici o marchi sono, infatti, una garanzia ulteriore, perché certificano la provenienza della pietra. In altre parole: la tracciabilità di un diamante è importante e ne aumenta il valore.

Blister di Calderoni Diamonds
Blister di Calderoni Diamonds

3 Chiedete o scattate voi stessi una foto del diamante montato sul gioiello. Può essere una garanzia in caso di contestazioni future. Questo, naturalmente, può essere utile nel caso di diamanti di un certo peso: difficilmente una fotografia di pietre minuscole potrà essere di aiuto, a meno di non ricorrere a scatti con obiettivi macro (e bisogna avere una certa esperienza). In ogni caso, un’immagine del vostro gioiello è sempre utile: per esempio, può essere fornita alla polizia in caso di furto.

Analisi gemmologica a Vicenzaoro
Analisi gemmologica a Vicenzaoro

4 Un certificato (facendo conto che sia autentico) dovrebbe rassicurare il compratore. Ma in ogni caso le norme europee presuppongono la responsabilità diretta e completa del venditore, il gioielliere, verso il cliente. Chi acquista un prodotto, anche un gioiello, gode del diritto di recesso, cioè può restituirlo se non risponde alle caratteristiche descritte al momento della vendita.

Lavorazione di gioielleria
Lavorazione di gioielleria






I 6 anelli di Jennifer Lopez

//




Gli anelli di fidanzamento di Jennifer Lopez: ne ha collezionati sei. Quello più prezioso è… ♦︎

C’è qualcosa di meglio di un matrimonio con l’uomo che amate? La risposta è sì: sono meglio sei fidanzamenti corredati da altrettanti preziosi anelli. O, almeno, questa è la risposta che potrebbe darvi Jennifer Lopez, che ha appena annunciato il suo nuovo fidanzamento ufficiale, con relativo grande anello con diamante. Probabilmente JLo è una collezionista di anelli e la rotazione di mariti e fidanzati è dovuta forse proprio al desiderio di farsi regalare nuovi gioielli.

Il sesto anello di fidanzamento di Jennifer Lopez, grazie al ritorno in auge di Ben Affleck, è stato disegnato e  realizzato da Tamara Rahaminov e Nicol Goldfiner, di Rahaminov Diamonds, Los Angeles. L’anello ha un diamante speciale: una gemma verde naturale da 8,5 carati, incastonata con un diamante bianco e, a sorpresa, su una banda d’argento e non di oro bianco. Anche se probabilmente la scelta non è stata fatta per risparmiare. Il verde è, pare, anche il colore preferito da JLo. Il valore? C’è chi ha stimato il costo del diamante fino a 10 milioni di dollari, perché i diamanti verdi sono rari e preziosi ma, probabilmente, è costato meno. Relativamente meno, naturalmente.

L'anello con diamante verde ricevuto da Jennifer Lopez
L’anello con diamante verde ricevuto da Jennifer Lopez

Il precedente anello ricevuto della cantante americana dal suo ex fidanzato, Alex Rodriguez, era stato invece un diamante taglio smeraldo da 10-15 carati, con un valore fino a 5 milioni.

L'anello con diamante di Jennifer Lopez
L’anello con diamante per Jennifer Lopez di Alex Rodriguez

La pietra che aveva regalato Alez Rodriguez ha un taglio smeraldo e il gioiello è in stile Art Dèco. Forse non a caso è molto simile a quello ricevuto da Meghan Markle, la Duchessa del Sussex che ha una notevole popolarità (anche se i critici non mancano). In ogni caso, nei suoi primi 53 anni (che compie il 24 luglio 2022) JLo ha ricevuto sei anelli di fidanzamento, tutti costati almeno sei cifre.

Uno degli anelli più preziosi è stato il diamante rosa di Harry Winston che le aveva regalato in precedenza Ben Affleck. Ma anche il terzultimo anello, sempre di Harry Winston ma questa volta con un diamante blu di 8,5 carati, era molto prezioso: è stato stimato che sia costato 4 milioni di dollari. Non è servito a molto, però.  

Jlo con il primo marito, Ojani Noa e l'anello di fidanzamento
JLo con il primo marito, Ojani Noa e l’anello di fidanzamento
L'anello di Cris Judd
L’anello di Cris Judd
L'anello di Ben Affleck
Il primo anello di Ben Affleck
L'anello di Marc Anthony
L’anello regalato da Marc Anthony
Jennifer Lopez e Alex Rodriguez
Jennifer Lopez e Alex Rodriguez
L'anello con diamante verde di Jennifer Lopez
L’anello con diamante verde regalato da Ben Affleck a Jennifer Lopez






Hulchi Belluni, nuovi gioielli, diamanti e Feng Shui

///




I nuovi gioielli di Hulchi Belluni: nascono in Belgio, sono prodotti in Italia, ma hanno anche un pizzico di Oriente ♦︎

Martine Hul è una specialista in pavé di diamanti. E non poteva essere altrimenti: vive e lavora nel cuore della capitale dei diamanti, Anversa, in Belgio. È una professionista del settore della gioielleria con una lunga esperienza alle spalle. Nel 2001 ha deciso di fondare la sua linea di gioielli con il marchio Hulchi Belluni, che suona italiano. La spiegazione c’è: la parola Hulchi deriva dal cognome della fondatrice (Hul) a cui si aggiunge (chi), che è un riferimento alla filosofia orientale. Belluni, invece, suona invece simile alle parole italiane “bella luna”. Perché anche l’Italia è stata fonte di ispirazione per la designer belga.

Anello in oro rosa e diamanti della collezione Cheri
Anello in oro rosa e diamanti della collezione Cheri

Tra le collezioni, infatti, ci sono anche linee di gioielleria con il nome italiano come Cubini o Funghetti. La Maison belga, inoltre, ha un altro link con l’Italia: i suoi gioielli sono infatti realizzati ad Arezzo. I pavé di diamanti, però, non sono tutti uguali: la formula di incastonare tante piccole pietre una vicina all’altra si alterna con elaborate forme in oro rosa, giallo o bianco.

Bracciali e orecchini della collezione Cubini
Bracciali e orecchini della collezione Cubini indossati

Ma non è tutto. Perché a distinguere il brand belga c’è anche la scelta di disegnare i gioielli in coerenza con i principi del Feng Shui. Se non sapete che cos’è, riportiamo la definizione di Wikipedia: «Arte geomantica taoista della Cina, ausiliaria dell’architettura, affine alla geomanzia occidentale. A differenza di questa prende però in considerazione anche aspetti della psiche e dell’astrologia. Attualmente non esiste alcuna prova scientifica delle sue ipotesi». Ma che siate affascinate dal Feng Shui oppure no, i gioielli sono di sicuro reali.

Bracciale in oro rosa 18 carati e diamanti della collezione Cubini
Bracciale in oro rosa 18 carati e diamanti della collezione Cubini
Anello in oro rosa 18 carati e diamanti della collezione Funghetti
Anello in oro rosa 18 carati e diamanti della collezione Funghetti
Anello in oro rosa 18 carati e diamanti della collezione Cubini
Anello in oro rosa 18 carati e diamanti della collezione Cubini
Orecchini in oro rosa 18 carati e diamanti della collezione Petra
Orecchini in oro rosa 18 carati e diamanti della collezione Petra

Orecchini in oro rosa 18 carati della collezione Funghetti
Orecchini in oro rosa 18 carati della collezione Funghetti







Le geometrie di Melissa Kaye

//




Gioielli geometrici, rigorosi, ma piacevoli della designer di New York Melissa Kaye ♦︎

Per dieci anni Melissa Kaye si è occupata di complicatissimi prodotti finanziari nella più prestigiosa banca d’affari del mondo, Goldman Sachs. E con un ruolo di primo piano: vice presidente Credit Derivatives Strategist. Alle spalle aveva una laurea in informatica e ingegneria al Mit di Boston. Poi, nel 2010, Melissa ha deciso di cambiare radicalmente la sua vita e di ricominciare da zero, o quasi. Anzi, è tornata a scuola, al Fashion Institute of technology per studiare design dei gioielli.

Orecchini in oro 18 carati, diamanti e smalto rosa
Orecchini in oro 18 carati, diamanti e smalto rosa

Due anni dopo, ecco il suo debutto in grande stile con il suo marchio di gioielli di lusso. Dato che raggiungere traguardi è stato per tanti anni il suo stile di lavoro, anche nella gioielleria ha applicato le stesse regole del business: la creatività unita a un pratico senso degli affari. E non ha abbandonato del tutto neppure gli insegnamenti scientifici appresi durante la laurea, visto che i suoi gioielli hanno forme rigorose, con geometrie ben delineate. Naturalmente, con qualche licenza poetica, per evitare  un eccessivo rigore. Oro e diamanti sono gli elementi più utilizzati e determinano anche una fascia di prezzo che va all’incirca da 5.000 a 15.000 dollari, con un top di oltre 36.000 dollari per una collana con diamanti per 6,86 carati a taglio trillion.

Collana Ada in oro giallo  18 carati e diamanti
Collana Ada in oro giallo 18 carati e diamanti
Anello Aria Fan in oro giallo  18 carati e diamanti
Anello Aria Fan in oro giallo 18 carati e diamanti
Anello per tre dita Aria Jane in oro rosa e diamanti
Anello per tre dita Aria Jane in oro rosa e diamanti
Orecchini Aria in oro rosa e diamanti
Orecchini Aria in oro rosa e diamanti
Orecchini Cristina in oro rosa, diamanti e smalto neon pink
Orecchini Cristina in oro rosa, diamanti e smalto neon pink
Anello a fascia Maya a in oro giallo e diamanti
Anello a fascia Maya a in oro giallo e diamanti

Bracciale Remi in oro, diamanti e smalto neon blu
Bracciale Remi in oro, diamanti e smalto neon blu







I mille riflessi del cuscino di Henri Daussi

/





Storia e diamanti di Henri Daussi, un nome e una garanzia come la città in cui è nata, Anversa ♦︎

Ad Anversa i diamanti sono come le baguette a Parigi o le arance in Sicilia: un elemento che fa parte del territorio e della tradizione. E nella città belga Henri Daussi Loots è nato e cresciuto. Ha imparato l’arte del taglio dei diamanti da suo padre, che a sua volta lo aveva imparato da suo padre. Dopo anni di esperienza, Henri è diventato un grande maestro del diamante e ha lavorato per altri produttori di diamanti per tagliare solo i loro diamanti più unici e significativi.

Anello con diamante centrale a taglio Henri Daussi Cushion
Anello con diamante centrale a taglio Henri Daussi Cushion

Henri, dato sia una passione e un talento eccezionale per il taglio del diamante, è stato il maestro artigiano e pioniere. Ha progettato una ruota di taglio per tagliare i diamanti in modo più preciso e uniforme. Ha anche innovato il classico taglio cuscino, con una variante che lo rende tra il 10% e il 30% più grande e brillante. Ma, soprattutto, è diventato famoso per i diamanti a forma di cuore: è stato il primo a riuscirci con successo. Da piccola azienda con due dipendenti, la sua DTC (Diamond Trading Company) si è ingrandita fino ad avere 200 dipendenti.

Competenza e passione è rimasta nella famiglia Loots con i nipoti del fondatore, Jeff e Kristiaan Loots, che guidano la Henri Daussi, brand fondato 60 anni fa. I gioielli della Maison, è facile indovinare, sono tutti a base di diamanti.

Anello a banda con una tripla fila di diamanti
Anello a banda con una tripla fila di diamanti
Orecchini con diamanti
Orecchini con diamanti
Anello con diamanti Henri Daussi Cushion cut
Anello con diamanti Henri Daussi Cushion cut
PEndente in oro bianco con pavé di diamanti
PEndente in oro bianco con pavé di diamanti

Anello a banda con diamanti bianchi e neri
Anello a banda con diamanti bianchi e neri







Diamanti, un Amour con 77 facce

/




Un diamante con 77 sfaccettature: si chiama Crisscut ed è montato nei gioielli della collezione L’Amour di Christopher Designs ♦

L’amore è vero amore solo se è un eccesso, giusto? È qualcosa che coinvolge, che spinge a fare cose eccezionali, a sfidare regole e luoghi comuni. E, allora, perché un diamante donato per amore non dovrebbe essere in sintonia con questa piacevole follia? Christopher Slowinski deve averla pensata così quando ha fondato Christopher Designs, nel 1981. Nato in Polonia, Slowinski ha lavorato come semplice apprendista con maestri artigiani anche dopo essersi trasferito negli Stati Uniti, a New York.

Anello L'Amour, con diamante Crisscut classic
Anello L’Amour, con diamante Crisscut classic

Per farla breve: ha inventato Crisscut un taglio di diamante brevettato che aumenta a 77 le piccole facce della pietre, invece delle 48 tradizionali. Questo taglio rende il diamante ancora più luminoso e brillante. Il Crisscut è stato applicato inizialmente al taglio smeraldo, per aumentarne i riflessi. Ma poi Christopher ha esteso il concetto anche ad altri tagli, come Asscher e cuscino, fino ad arrivare a 109 sfaccettature in una pietra tonda tipo brillante. Ma il brillante Crisscut in realtà ha 12 pareti diritte e 12 lati e questo aumenta ulteriormente la luminosità. I diamanti si sono trasformati nella collezione L’Amour. Che non ha limiti, appunto.

Diamante Crisscut su taglio smeraldo, a 77 facce
Diamante Crisscut su taglio smeraldo, a 77 facce
Anello con diamanti taglio Asscher e Crisscut
Anello con diamanti taglio Asscher e Crisscut
Anello con diamanti taglio L'Amour Crisscut
Anello con diamanti taglio L’Amour Crisscut

comparazione

Anello con diamante taglio smeraldo Crisscut
Anello con diamante taglio smeraldo Crisscut

La comparazione tra il taglio classico e Crisscut
La comparazione tra il taglio classico e Crisscut







I gioielli (e un anello straordinario a forma di fiore) di Yair Shimansky

//




Un paio di anni fa, a New York, Vogue Italia ha organizzato una reunion di designer sensibili alla sostenibilità ambientale per un evento intitolato The Protagonist. Uno degli invitati era Yair Shimansky. Considerato uno dei re dei diamanti, Shimansky ha presentato un anello chiamato Rosa del deserto, con diamanti sudafricani per un totale di 24,13 carati, accompagnati da 42 gemme di tsavorite e al centro un cristallo di rosa del deserto della Namibia, incastonato in oro 18 carati.

Orecchini con diamanti fancy yellow al centro e diamanti baguette bianchi
Orecchini con diamanti fancy yellow al centro e diamanti baguette bianchi

Il fiore è ispirato dai Fynbos, la vegetazione spontanea del Sudafrica. E c’è un motivo: Shimansky ha la sede principale a Città del Capo, in Sudafrica, anche se ha un altro ufficio-atelier a New York. Oltre che un gioielliere, infatti, Shimansky ha anche un’atti vità di taglio e lucidatura di diamanti a Johannesburg. Lui è, in ogni caso, il principale designer di gioielli del Sud Africa e il creatore dell’anello di diamanti più iconico del Sudafrica, il Millennium Diamond Ring, in platino, che ha un design classico e moderno. Non solo: Shimansky  anche l’autore del disegno del diamante Brilliant 10, una pietra a taglio brillante rotondo a 71 sfaccettature (abitualmente sono 57 o 58) sviluppato e brevettato da Shimansky. Questo diamante è l’unico con equilibrio tra fuoco, brillantezza e riflesso del 33,33% in ogni area.

Desert Rose ring
Desert Rose ring

Curiosamente, Shimansky non ha alle spalle una famiglia di gioiellieri o commercianti di diamanti. È nato in Israele nel 1967, con una madre casalinga e un padre in una grande compagnia di navigazione. All’età di 12 anni, lui e la sua famiglia si sono trasferiti a Londra. Tornato in Israele, dopo una serie di lavori provvisori ha cambiato la sua vita con la decisione di vendere diamanti e gioielli in Giappone. Dove, con un difficile tirocinio, ha imparato l’arte del taglio e della lucidatura, ma anche la necessità della perfezione. Infine, è andato in Sudafrica, dove nel frattempo si era trasferito il padre. Dopo un avvio difficile, con poche risorse, oggi Shimansky è uno dei marchi di gioielli più conosciuti del Sudafrica.

Anello in oro giallo con diamante taglio cuscino
Anello in oro giallo con diamante taglio cuscino
Anello pantera in oro giallo, smeraldi, diamanti
Anello pantera in oro giallo, smeraldi, diamanti
Anello in platino con tanzanite
Anello in platino con tanzanite
Anello Millennium in platino e diamante
Anello Millennium in platino e diamante

Yair Shimansky
Yair Shimansky







Perché i diamanti si chiamano così (e altre 21 notizie sorprendenti)

/




I diamanti, la pietra preziosa più conosciuta e amata, nasconde tanti segreti: eccone 22 che dovete sapere ♦︎

Sapete che il diamante è il materiale più duro che esiste ed è per sempre. Sapete anche che cosa sono le 4 C (e se non lo sapete leggete qui). E sapete anche che i diamanti possono essere anche colorati. Ma ci sono altri 22 sorprendenti aspetti del diamante che dovete conoscere.

Diamante taglio cuscino di Great Diam
Diamante taglio cuscino di Great Diam

1 Sapete perché i diamanti si chiamano così? Il nome deriva dall’antica parola greca ἀδάμας (adámas), che significa inalterabile, indistruttibile, indomito.
2 Da quanto tempo l’umanità cerca e indossa i diamanti? Secondo gli antropologi, i diamanti sono stati riconosciuti e estratti per la prima volta in India, tra 600 e 300 anni fa. I diamanti si trovavano nei depositi alluvionali lungo i fiumi Penner, Krishna e Godavari.
3 È risaputo che il diamante ha la massima durezza. Meno noto che ha anche un’alta conduttività termica, cioè l’attitudine a trasmettere il calore. Anche per questo i diamanti sono utilizzati in molte applicazioni industriali come utensili da taglio e lucidatura.

Ricerca di gemme in miniera
Ricerca di gemme in miniera

4 Se ci riuscite, avvicinate l’orecchio a un diamante e ascoltate. Be’, ci vuole un diamante di una certa dimensione, ma sappiate che attraverso a questa gemma il suono passa alla più alta velocità.
5 Anche se fa passare il calore, il diamante ha anche un’alta resistenza elettrica. Attraverso a un diamante non prendete la scossa.
6 I diamanti sono duri, ma possono graffiare altri diamanti. E questo può causare danni a una o entrambe le pietre. Quando li riponete fate attenzione che le pietre non si urtino.

Esame di un diamante a un precedente Dubai Jewellery Show
Esame di un diamante durante Dubai Jewellery Show

7 Un’altra proprietà interessante del diamante: è chimicamente inerte, cioè non reagisce con la maggior parte delle sostanze corrosive e ha anche un’eccellente compatibilità biologica. Non si conosce nessuna allergia al diamante (per fortuna).
8 I diamanti colorati sono determinati da piccoli difetti o impurità al loro interno. In particolare, quando il diamante è blu significa che all’interno ha atomi di boro, giallo o marrone l’azoto, se è verde è perché è stato esposto a radiazioni, come il viola, il rosa, l’arancione o il rosso.
9 L’azoto, responsabile del colore giallo e marrone, è di gran lunga l’impurità più comune trovata nei diamanti.

Anello della collezione Cannella, in oro rosa e diamanti brown
Brusi, anello della collezione Cannella, in oro rosa e diamanti brown

10 Il diamante ha anche una dispersione ottica elevata (capacità di disperdere la luce di diversi colori) e per questo è così luminoso.
11 Quanto sono vecchi i diamanti? Molto: la maggior parte dei diamanti naturali ha un’età compresa tra 1 miliardo e 3,5 miliardi di anni.
12 Da dove arrivano i diamanti? Dalla pancia della Terra. La maggior parte si è formata a profondità comprese tra 150 e 250 chilometri nel mantello terrestre e alcuni addirittura da 800 chilometri di profondità. Ma oggi si trovano a profondità inferiori, perché sono stati portati in superficie da eruzioni vulcaniche e depositati in rocce conosciute come kimberlite e lamproiti.

Anello con diamante taglio rotondo di circa 13,70 carati firmato Bulgari
Anello con diamante taglio rotondo di circa 13,70 carati firmato Bulgari

13 Avrete sentito che i diamanti sono, in pratica, carbone compresso. Ma è falso. Il carbone è un materiale che si è formato da piante preistoriche sepolte, mentre la maggior parte dei diamanti sono molto più antichi delle prime piante terrestri. È però possibile che i diamanti possano formarsi dal carbone in alcune particolari zone, ma i diamanti così formati sono molto rari.
14 Vi piacerebbe avere tanti diamanti? Allora andate nello spazio. Anche se i diamanti sulla Terra sono rari, sono invece molto comuni nei meteoriti: circa il 3% del carbonio rinvenuto è in forma di nanodiamanti, grandi solo pochi nanometri (un milionesimo di millimetro). Ma, secondo gli astronomi, alcuni pianeti extrasolari potrebbero essere quasi interamente composti di diamanti.
15 Il commercio di diamanti è molto concentrato: circa il 90% dei diamanti del mondo è tagliato e lucidato a Surat, in India.

Anello con diamante fancy yellow
Anello con diamante fancy yellow

16 Le pietre più preziose sono tagliate in centri di taglio e commercio di Anversa in Belgio, dove ha sede l’International Gemological Institute, a Londra, nel distretto dei diamanti a New York, ai Diamond Exchange District di Tel Aviv e Amsterdam.
17 Quando si taglia un diamante grezzo la riduzione del peso può essere dell’ordine del 50%.
18 Tagliare un diamante non è facile: la pietra può essere divisa da un singolo colpo ben calcolato, con un martello e uno strumento appuntito. Ma è un sistema molto rischioso. In pratica, di solito si utilizza una sega diamantata di precisione, che è un sistema più affidabile, ma lungo.

Il diamante Lesotho Pink grezzo
Il diamante Lesotho Pink grezzo

19 Vanno di moda i diamanti colorati. Ma solo da pochi anni: quelli brown erano una larga parte della produzione di diamanti, ma erano utilizzati principalmente per scopi industriali.
20 I diamanti brown un tempo non erano valutati sulla scala dei colori dei diamanti. Ma dopo lo sviluppo della miniera di diamanti Argyle in Australia, nel 1986, sono stati considerati gemme accettabili e utilizzati in gioielleria.

Selezione dei diamanti nel laboratorio di Antwerp (Anversa)
Selezione dei diamanti nel laboratorio Tiffany di Antwerp (Anversa)

21 La miniera Argyle, in Australia, con i suoi 35.000.000 di carati (7.000 kg) di diamanti all’anno, produce circa un terzo della produzione globale di diamanti naturali. E l’80% dei diamanti Argyle sono brown.
22 Qual è stato il più grande furto di diamanti? È avvenuto nel febbraio 2013 all’aeroporto di Bruxelles. I ladri sono fuggiti con gemme per un valore stimato di 50 milioni di dollari. Ma successivamente la banda è stata arrestata e parte dei diamanti è stata recuperata.

Il diamante The Mirror of Paradise, 52,58 carati, D Color, IF, venduto per 6,5 milioni
Il diamante The Mirror of Paradise, 52,58 carati, D Color, IF, venduto per 6,5 milioni







Un cuscino chiamato Kotlar

//




Taglio rotondo, brillante, oppure marquise, baguette, smeraldo, briolette… Le forme che può assumere un diamante sono molte, anche se le più utilizzate sono quattro o cinque. Ma ogni tanto si aggiunge un taglio nuovo, inventato da qualche specialista di diamanti. Uno dei tagli più noti che si è aggiunto più di recente è, per esempio, il taglio Asscher. Ma non è l’unico. Negli Stati Uniti anche un altro specialista di diamanti e gioielli come Harry Kotlar ha introdotto qualche anno fa (nel 2003) un nuovo tipo di sfaccettatura.

Anello in platino con diamante giallo taglio cuscino
Anello in platino e oro con diamante giallo taglio cuscino

Di tratta del Kotlar Cushion, caratterizzato da un esclusivo taglio a cuscino a 61 facce. Il colore della pietra utilizzata per questa lavorazione varia da D a K. La chiarezza va da 1F a S12, la dimensione da 0,70 fino a 20 carati. Ogni Kotlar Cushion riporta una incisione al laser dal laboratorio con il suo numero di certificato e il logo. Il Kotlar Cushion ha 61 sfaccettature: è modellato con una formula specifica di angoli del padiglione e della corona, con percentuali e rapporti studiati per massimizzare brillantezza e scintillio. È utilizzato per pietre da 0,70 a 20 carati.

anello platino diamante
Anello in platino con diamante taglio cuscino

Una lunga storia quella di Harry Kotlar: scampato alle persecuzioni razziali, è immigrato negli Stati Uniti dalla Germania alla fine della guerra. Si è specializzato nel commercio dei diamanti fino a fondare il marchio di gioielleria che porta il suo nome. È scomparso nel 1998 e ora l’azienda è condotta dal nipote David Wiener. Ma i diamanti rimangono sempre al centro dell’attività.

Anello in platino con diamante Kotlar Cushion
Anello in platino con diamante Kotlar Cushion
Orecchini con diamanti gialli
Orecchini con diamanti gialli

Orecchini in oro rosa con diamanti taglio brillante
Orecchini in oro rosa con diamanti taglio brillante







I diamanti di Samer Halimeh

//




I diamanti e i gioielli di Samer Halimeh, tra i migliori al mondo. Tanto che a volte piacciono troppo ♦︎

Samer Halimeh è un gioielliere americano di origine libanese. Fa base a New York ed è amato da star come Naomi Campbell, Oprah Winfrey, Elton John e dalle famiglie reali di Arabia Saudita, Abu Dhabi e Brunei. Proprio la stima che si estende anche all’Oriente ha causato non pochi problemi al gioielliere. Tempo fa, infatti, ha inviato in prova 44 gioielli per un valore 11,5 milioni di sterline a Rosmah Mansor, moglie dell’ex primo ministro della Malesia, Najib Razak. Che, sfortunatamente (per lui) non è stato rieletto. A tre mesi dalla sconfitta elettorale il gioielliere non aveva ancora ricevuto indietro i gioielli, che non erano neppure stati pagati. Un caso sfortunato, che è finito sui giornali.

Collana con diamanti bianchi e fancy yellow
Collana con diamanti bianchi e fancy yellow

A parte questa disavventura, Samer Halimeh può dire di essere un uomo fortunato e di talento. È famoso per i suoi diamanti, e per scovare le pietre migliori si reca direttamente dove sono le miniere, specialmente in Africa. È stato così che ha scoperto e tagliato il famoso diamante Ocean Blue, che gli ha regalato fama mondiale. Le sue creazioni sono state messe all’asta da Sotheby’s e Christie’s, oppure compaiono indosso alle star sui red carpet. La sua clientela spazia in tutto il mondo, dall’Arabia all’Europa occidentale, alla Russia e all’Estremo Oriente. Dove forse ora sarà più cauto.

Anello con diamante di 8.25 ct fancy intense pink VVS2
Anello con diamante di 8.25 ct fancy intense pink VVS2
Samer Halimeh con Rosmah Mansor
Samer Halimeh con Rosmah Mansor
Collana con diamanti tagliati a cuore
Collana con diamanti tagliati a cuore
Collier con diamanti fancy yellow e smeraldi
Collier con diamanti fancy yellow e smeraldi
Collana di diamanti di Samer Halimeh
Collana di diamanti di Samer Halimeh
Samer Halimeh con Naomi Campbell
Samer Halimeh con Naomi Campbell







Conviene acquistare un diamante nato in laboratorio?

/




L’irresistibile ascesa dei diamanti di laboratorio. Ecco perché i diamanti sintetici piacciono sempre di più a chi acquista gioielli ♦︎

Vi piacerebbe acquistare un anello con un grande diamante da 1 carato e pagarlo la metà? O, addirittura, il 90% in meno? E se il diamante non fosse stato estratto in qualche miniera russa o africana, ma prodotto da una fabbrica e con le stesse caratteristiche di quelli naturali?

È il dilemma al quale sempre più spesso sarete di fronte. I diamanti sintetici, che le aziende chiamano pudicamente “diamanti cresciuti in laboratorio” o, addirittura, “fuori dalla terra” sono ormai una realtà sempre più diffusa. Secondo i dati raccolti dal sito Earther l’analista del settore Paul Zimnisky stima che saranno il 2-3% del mercato, ma con la percentuale è destinata ad aumentare. Ormai i diamanti sintetici,  cioè i diamanti cresciuti in laboratorio sono una industria diffusa, specialmente in Cina dove si produce circa la metà di quelli in circolazione, in gran parte però utilizzati a scopo industriale. I diamanti, infatti, sono il minerale più duro che esiste e servono anche per svariati utilizzi, per esempio per le macchine da taglio.

Anello ispirato alle fioriture eterne e alle farfalle danzanti del poetico Giardino Inglese. Lavorato a mano in oro bianco 18k Fairtrade, con 184 diamanti da laboratorio Diamond Foundry, per 6,84 carati
Anello ispirato alle fioriture eterne e alle farfalle danzanti del poetico Giardino Inglese. Lavorato a mano in oro bianco 18k Fairtrade, con 184 diamanti da laboratorio Diamond Foundry, per 6,84 carati

La produzione è florida anche in Occidente, dove persino la più grande industria di diamanti veri, De Beers, ha iniziato a produrre pietre artificiali. E l’International Grown Diamond Association (Igda), associazione nata nel 2016 da una dozzina di imprese attive nel settore, ora conta circa 50 membri. Secondo quanto dichiara l’associazione, i motivi della crescita dei diamanti sintetici sono due: la tecnologia consente di abbassare i prezzi e di ottenere diamanti che sono difficilmente distinguibili rispetto a quelli naturali, dato che sono del tutto identici e hanno la stessa composizione di quelli naturale. Per capire se un diamante è vero o artificiale, infatti, sono necessarie attrezzature che solo pochissimi centri di gemmologia hanno a disposizione. Se la pietra non è garantita (ammesso che la tracciabilità funzioni) un gioielliere non riesce distinguere un diamante naturale da uno prodotto in fabbrica.

Anello in oro bianco e diamante di laboratorio
Anello in oro bianco e diamante di laboratorio

Come si producono

Non tutti i diamanti artificiali sono uguali. Il sistema più tradizionale, introdotto ormai mezzo secolo fa, prevede di ricreare le stesse condizioni con cui si sono formati i diamanti nelle viscere della terra. Cioè attraverso una enorme pressione e una altrettanto eccezionale temperatura. Questo metodo è chiamato HPHT (high-pressure high-temperature). I diamanti si ottengono a partire da un materiale di carbonio, per esempio la grafite come quella che si usa per le matite. La grafite è posta in una gigantesca pressa meccanica capace di pressioni di 5-6 Gigapascal e sottoposta a temperature di circa 1.600 gradi Celsius. Insomma, bisogna fare una grande fatica.

Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox di De Beers
Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox di De Beers

Il sistema alternativo è completamente diverso: si chiama CVD e funziona attraverso deposizione chimica da vapore (Chemical vapor deposition). Secondo gli ingegneri che lo hanno messo a punto, è un modo che ricrea le condizione di come i diamanti potrebbero formarsi nelle nubi di gas interstellare, nello spazio. In questo caso un gas generato da idrocarburi, come il metano, viene pompato in un reattore a bassa pressione accanto all’idrogeno. I gas sono poi riscaldati da 3.000 a 4.000 gradi Celsius. Questo causa la rottura degli atomi di carbonio , che poi si depositano su un substrato, in genere una piastra quadrata piatta di un diamante sintetico prodotto con il metodo HPHT.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio

Le caratteristiche

Come è possibile che ingegneria e chimica producano pietre del tutto simili a quelle naturali? Eppure è così. Anzi, la mancanza di azoto nei diamanti prodotti con il metodo CVD conferisce, pare, una purezza chimica eccezionale. Tanto che i diamanti lab grown sono classificati come di tipo IIa, cioè particolarmente puri, come sono soltanto il 2% di quelli che si trovano in natura. Tra l’altro, mentre in passato i diamanti artificiali erano solo molto piccoli, oggi i produttori riescono a creare anche pietre con dimensioni ragguardevoli, sempre con un alto grado di purezza. Negli Usa è stato prodotto un diamanti artificiale di quasi 7 carati, ma in Germania si è arrivati fino a produrre un mostro di 155 carati.

Anversa: acquisti di un buyer
Antwerp (Anversa): acquisti di un buyer

Il prezzo

Anni fa un diamante di laboratorio costava un po’ meno rispetto a uno naturale. Oggi costa molto meno. Anzi, moltissimo meno. Secondo gli esperti del settore, un diamante di media qualità coltivato in un laboratorio costa ora il 40% in meno rispetto a uno naturale. Due anni fa lo sconto era solo del 18%. Inoltre, De Beers sta per proporre anche diamanti cresciuti in laboratorio prodotti in serie, quasi come fossero cristalli Swarovski, con uno sconto di quasi il 90% rispetto ai diamanti naturali.

Anversa: mercato dei diamanti
Anversa: mercato dei diamanti

Il pubblico apprezza

Torniamo alla domanda di partenza? Vi piacerebbe avere un anello con diamante e pagarlo la metà? Un sondaggio condotto nel 2018 da Consumer Research condotto da MVI Marketing ha rilevato che la maggior parte degli intervistati sceglierebbe un diamante più grande sviluppato in laboratorio rispetto a una pietra naturale più piccola, a parità di prezzo. Ma chi vuole acquistare un gioiello che mantenga o accresca il proprio valore nel tempo tende a preferire i diamanti naturali, più facilmente rivendibili.

Miniera di diamanti Cullinam
Miniera di diamanti Cullinam

Sono davvero ecologici?

Uno dei motivi che spingono la crescita dei diamanti artificiali risiede, secondo le aziende produttrici, nella loro sostenibilità, cioè nel rispetto dell’ambiente. Ma è proprio così? Dipende. Certo, rispetto ai diamanti estratti in modo primitivo, in miniere che sfruttano le popolazioni locali e che devastano il territorio, o magari che servono per sostenere guerre, l’impatto dei laboratori che producono diamanti sintetici è minore. Bisogna però aggiungere che dove le miniere sono controllate e l’attività mineraria è più moderna, il lavoro rimane duro, ma anche necessario per le popolazioni locali. Paesi come il Botswana, che erano tra i più poveri al mondo, oggi hanno parecchio migliorato le condizioni di vita media della popolazione grazie all’attività estrattiva delle pietre preziose. Inoltre, per produrre diamanti di laboratorio occorre utilizzare moltissima energia e, per esempio, in Cina la maggior parte dell’elettricità nasce nelle centrali a carbone.

Anelli in oro bianco e oro giallo con diamanti di laboratorio
Anelli in oro bianco e oro giallo con diamanti di laboratorio by Pandora

Secondo gli esperti del settore, le fabbriche di diamanti più efficienti con il metodo HPHT usano oggi circa fino a 700 kWh per carato, mentre la produzione CVD ne utilizza ancora di più, 1.000 kWh per carato di diamante prodotto. Uno studio ha stimato che i diamanti da laboratorio producano circa 511 chilogrammi di emissioni di carbonio. Secondo le compagnie minerarie, per estrarre un diamante naturale, tra consumo di carburante e di elettricità, si arriva a soli 160 chilogrammi di emissioni. Insomma, stando ai dati delle imprese che estraggono i diamanti (e che quindi vanno considerati di parte), estrarre una pietra naturale inquina meno di produrla artificialmente. Difficile dire quanto questi dati siano attendibili, ma bisogna prendere nota di quanto affermano. Insomma, ci sono due lati della medaglia.

Anello in oro bianco con diamanti lab grown
Anello in oro bianco con diamanti lab grown






The Chrysler Diamond venduto per 5 milioni da Christie’s

/




Diamanti protagonisti dell’asta di Magnificent Jewels di Christie’s a New York. Il top-lot è risultato, come nelle previsioni, The Chrysler Diamond. Si tratta di un grande diamante con taglio a pera di 54,03 carati, colore D, Internally Flawless. La pietra è stata venduta per oltre 5 milioni di dollari. La storia di questa pietra ha contribuito al suo fascino: nel 1958 è stata acquistata da Harry Winston. A quel tempo il diamante era conosciuto come Luigi XIV ed  dalla tenuta di Thelma Chrysler Foy, figlia di Walter Chrysler, fondatore del gruppo automobilistico e dell’iconico grattacielo Art Déco di New York City.

The Chrysler Diamond, diamante a forma di pera di 54,03 carati, colore D, Internally Flawless
The Chrysler Diamond, diamante a forma di pera di 54,03 carati, colore D, Internally Flawless

Altro protagonista dell’asta è stato The Dancing Sun, un maxi diamante giallo intenso di 204,36 carati, chiarezza VVS2. È il più grande diamante di questo tipo estratto in Nord America. La pietra è stata venduta a 4,950 milioni. Questa pietra, con un peso di 552,74 carati, è stata scoperta nel 2018 dalla Diavik Diamond Mine in Canada.

The Dancing Sun, 204,36 carati, e altri diamanti gialli originari della stessa pietra grezza
The Dancing Sun, 204,36 carati, e altri diamanti gialli originari della stessa pietra grezza

Il bilancio finale dell’asta di Christie’s ha raggiunto un totale di 26,5 milioni, cioè il 118% al di sopra della stima bassa. Il 94% dei pezzi è stato venduto per valore e l’87% venduto per lotto. Tra le attrazioni della vendita c’era una selezione di 19 gioielli firmati Jar, di proprietà di un’importante collezione. La collezione ha totalizzato complessivamente 5,9 milioni, con molti lotti che hanno superato di gran lunga le stime iniziali. La selezione è stata guidata dal braccialetto bangle con diamanti Branch under Snow, esposto al Metropolitan Museum of Art nel 2013-14 e venduto per 1,89 milioni contro la sua stima bassa di 400.000.

Bracciale in oro, diamanti, malachite, lapislazzuli e crisoprasio
Bracciale in oro, diamanti, malachite, lapislazzuli e crisoprasio
Bracciale Branch under Snow di Jar, con diamanti
Bracciale Branch under Snow di Jar, con diamanti

Ulteriori punti salienti includono The Flawless Match, un superbo diamante colorato e anello di diamanti composto da un diamante a forma di pera blu vivido fantasia di 2,52 carati e un diamante a forma di pera di 2,43 carati, colore D, Internally Flawless, tipo IIa che ha raggiunto 2,91 milioni. Un diamante rosa violaceo intenso fantasia di 2,58 carati è stato venduto per 675.000 dollari, contro la stima più bassa di 200.000. Un raro anello di diamanti grigio-blu di 4,10 carati ha realizzato oltre tre volte la sua stima di vendita, a 846.000 e, infine, un diamante taglio smeraldo di 11,93 carati, colore G, purezza VS2, di Harry Winston è stato battuto a 425.000 dollari.

The Flawless Match, anello composto da un diamante blu brillante a forma di pera di 2,52 carati e un diamante a forma di pera di 2,43 carati, colore D, Internally Flawless, Tipo IIa
The Flawless Match, anello composto da un diamante blu brillante a forma di pera di 2,52 carati e un diamante a forma di pera di 2,43 carati, colore D, Internally Flawless, Tipo IIa

anello di diamanti grigio-blu di 4,10 carati
Anello di diamanti grigio-blu di 4,10 carati

Bracciale di Jar in oro con diamanti bianchi e fancy
Bracciale di Jar in oro con diamanti bianchi e fancy







50 sfumature di diamante grigio

/




Tutto quello che dovete sapere sui diamanti di colore grigio e sulle tante sfumature che possono avere ♦

I diamanti bianchi sono un classico. Quelli colorati sono di moda. Ma i diamanti grigi sono di tendenza. C’è un unico problema: i diamanti grigi sono rari, molto rari. Ma sono considerati molto chic, anche perché sono perfetti da abbinare ad altri colori: il grigio è una sfumatura che riesce a convivere con tutte le altre, oltre che da sola. Un diamante di colore grigio, infatti, è adatto a essere abbinato a qualsiasi abito e può essere indossato in qualsiasi ora del giorno.

Collana di Monique Péan con diamanti grigi chiari
Collana di Monique Péan con diamanti grigi chiari

Caratteristiche. I diamanti grigi sono estratti in India, Russia, Sud Africa e Australia. Per i chimici il colore grigio deriva da un’alta concentrazione di idrogeno o di boro. Ma non solo: spesso i diamanti grigi hanno sfumature diverse, dovute a una leggera influenza di altri elementi minerali. Possono esserci, infatti, diamanti grigi che tendono all’azzurro, al verde, al beige. I più ricercati, però, sono proprio quelli grigi, non neri e neppure incolori.

De Beers, anello con diamante grigio taglio marquise
De Beers, anello con diamante grigio taglio marquise

Infatti, secondo il Gia (Gemological Institute of America), esistono molti tipi di diamanti grigi, anche con colorazioni supplementari. Ci sono i Gray Purple (grigi-viola), Gray-Blue (grigio-azzurri), Gray-Green (grigio-verdi) e così via. Inoltre, i diamanti grigi sono catalogati anche per l’intensità del colore: Light Gray, Fancy Light Gray, Fancy Gray, Fancy Dark Gray, e Fancy Deep Gray. Le tonalità più comuni secondo il Gia sono giallo, verde, blu e viola. L’occhio umano, d’altra parte, può distinguere circa 500 tonalità di grigio. Difficile però che capiti di vedere così tanti diamanti di questo colore…

Diamante grigio tendente all'azzurro
Diamante grigio tendente all’azzurro

Il costo. Il prezzo dei diamanti è determinato dal colore, ma anche dalla chiarezza e, ovviamente, dalla dimensione. Anche per i diamanti grigi valvono le famose quattro C che servono a classificare i diamanti. In generale, i diamanti grigi costano un po’ meno di quelli dai colori vivaci, come giallo o rosa. E costano meno, in media, anche di quelli incolori.  Federico Graglia

 

Anello Amulet, oro rosa, diamante grigio
Rachel Boston, anello Amulet, oro rosa, diamante grigio
Anello con la figura dell'occhio in oro rosa e diamanti neri e grigi
Bee Goddess, anello con la figura dell’occhio in oro rosa e diamanti neri e grigi
Anello con diamanti grigi e opale
Suciyan, anello con diamanti grigi e opale
Anello Neraviglia, linea Gioia. Zaffiri neri e diamanti grigi
Al Coro, anello Neraviglia, linea Gioia. Zaffiri neri e diamanti grigi
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti neri e grigi
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti neri e grigi
Spilla con diamante grigio-azzurro venduta da Christie’s
Spilla con diamante grigio-azzurro venduta da Christie’s
Anello con diamante grigio taglio marquise
Anello con diamante grigio taglio marquise
Maurizio Pintaldi, anello con diamanti grigi e neri
Maurizio Pintaldi, anello con diamanti grigi e neri
Moussaieff, anello con diamante grigio taglio smeraldo di 11 carati
Moussaieff, anello con diamante grigio taglio smeraldo di 11 carati

Le scale di grigio dei diamanti
Le scale di grigio dei diamanti







Come riconoscere se un diamante è vero

/




Siete sicuri che il diamante del vostro anello sia autentico? Ecco 5 trucchi per scoprire se (probabilmente) il vostro diamante è autentico

Un caso classico: volete sapere se il diamante dell’anello di fidanzamento della nonna, che avete ereditato, è vero o falso. Oppure siete curiose di conoscere la verità sul diamante che vi hanno appena regalato (su un bellissimo anello), ma sul quale nutrite dubbi: e se fosse un’imitazione? O, infine, volete semplicemente sbarazzarvi di un anello con brillante che non avete quasi mai indossato, perché avete necessità di realizzare dei soldi. Già, ma quel diamante sarà proprio vero?

Expertise in un laboratorio Tiffany
Expertise in un laboratorio Tiffany

Diciamolo subito: per saperlo con assoluta certezza dovete rivolgervi a un gemmologo o a un laboratorio di gemmologia. Solo un professionista qualificato può darvi la garanzia che il vostro diamante è autentico. Naturalmente, se assieme all’anello con diamante avete anche un certificato di garanzia sulla pietra non avete bisogno di altro.

Ma, se avete fretta, potete farvi subito un’idea sulla autenticità del vostro diamante con qualche semplice prova a casa. Ripetiamo: non sono test sicuri al 100 per cento, ovviamente, ma possono suggerire valide indicazioni per scoprire se avete in mano un pezzo di vetro o di plastica invece di un diamante autentico. Tanto vale provare, no? Il risultato potrebbe sorprendervi.

Selezione dei diamanti nel laboratorio di Antwerp (Anversa)
Selezione dei diamanti nel laboratorio Tiffany di Antwerp (Anversa)

Un’ultima avvertenza: questi test non vi indicheranno se il diamante è naturale o creato in laboratorio. I diamanti sintetici che sono sempre più diffusi, infatti, hanno una composizione chimica del tutto identica a quelli naturali. Per distinguere i diamanti creati artificialmente sono necessarie attrezzature molto costose ed esami di laboratorio accurati. In ogni caso, i diamanti sintetici sono sul mercato in modo massiccio solo da pochi anni, quindi non è così probabile che ne abbiate uno. Un test casalingo, però, potrebbe indicare se il vostro diamante è in realtà un cristallo di vetro.

Diamante con piccole inclusioni
Diamante con piccole inclusioni

Prova numero 1: lente d’ingrandimento

Munitevi di una grande lente d’ingrandimento o di un paio di occhiali con vetri abbastanza spessi. O, in mancanza, del microscopio-giocattolo di vostro figlio. Osservate attentamente l’interno della pietra. Un vero diamante molto facilmente presenta delle piccolissime inclusioni, minuscole imperfezioni che sono micro tracce di carbonio o di altri minerali che sono restate imprigionate nella gemma. In questo caso, è un buon indizio: il diamante dovrebbe essere vero. Le gemme finte, infatti, non presentano alcuna inclusione. Certo, se il diamante è di primissima qualità dovrebbe essere comunque privo di imperfezioni, ma in questo caso sarà stato sicuramente pagato parecchio e dovrebbe avere un certificato che, per esempio, indica la purezza. Le eventuali inclusioni, e più in generale le imperfezioni, sono quindi un buon segnale della autenticità di un diamante.

Osservate il diamante con una lente
Osservate il diamante con una lente

Prova numero 2: test del respiro

Soffiate delicatamente sul diamante, come si fa per appannare la lente degli occhiali prima di pulirli. I diamanti non possono conservare il calore: il vapore acqueo su una pietra vera si disperde subito. Su uno zircone (sintetico), invece, permane più a lungo. Questo sistema funziona anche con le pietre sintetiche chiamate moissanite. Certo, dipende anche dalla superficie del diamante: deve essere sufficiente per consentire l’osservazione. La difficoltà maggiore di questo metodo rudimentale, però, è che bisogna avere a disposizione un altro diamante per poter fare il confronto.

Un anello format Harry Winston e disegnato per Lisa Christiansen. Un grande diamante con zaffiri e Moissanite
Un anello Harry Winston e disegnato per Lisa Christiansen. Un grande diamante con zaffiri e Moissanite

Prova numero 3: sotto vetro

Se il diamante è montato su un anello e sporge un po’, per esempio un solitario, potete provare a utilizzarlo per graffiare un vetro. Dovete passare sulla superficie del vetro uno spigolo della pietra e osservare se lascia incisa una sottile linea. Attenzione, però: anche se il diamante è il materiale più resistente, non vuol dire che non possa scheggiarsi: per eseguire questa prova bisogna prestare molta cautela. In ogni caso, se la pietra non lascia neppure un graffio sul vetro è più probabile che sia falsa. Ci sono però alcuni diamanti sintetici che riescono a graffiare il vetro.

Zirconi (cubic zirconia)
Zirconi (cubic zirconia)

Prova numero 4: leggete il giornale

Se il vostro diamante ha una dimensione adeguata (cioè non è microscopico) e non è montato su un gioiello, provate  disporlo su un foglio di carta stampata. Un diamante vero rifrange la luce e quindi non permette di scorgere le lettere attraverso di esso. Al contrario, per esempio, uno zircone (cubic zirconia, una pietra sintetica) ha l’effetto di una moderata lente: vedrete ingrandite le lettere stampate. L’effetto ingrandimento avviene anche con i cristalli.

La prova della carta
La prova della carta

Prova numero 5: fatelo nuotare

Se potete smontare il diamante, provate a metterlo in un bicchiere pieno di acqua: andrà subito a fondo, perché ha una densità maggiore. Al contrario, un diamante finto il più delle volte tende a galleggiare, perché non ha lo stesso peso specifico del vero diamante. È un metodo facile, ma efficace. Buona fortuna.  

Laboratorio Garavelli, la scelta delle pietre
Laboratorio Garavelli, la scelta delle pietre






1 2 3 6