Il corallo siciliano varca i continenti e conquista il Giappone. Per il corallo di Sciacca, piccolo borgo della Sicilia, la partecipazione all’International Jewellery di Tokyo si profila come un successo. Forse merito anche del nuovo Consorzio Corallo Sciacca. A Tokyo si sono presentate cinque aziende e laboratori siciliani, espressione dell’artigianato siciliano, che ha un’antica tradizione nella lavorazione del corallo. Una storia legata alla storia dell’isola Ferdinandea, chiamata anche “Isola che non c’è”. È un’isola emersa nel 1831 dalle profondità del mare di Sicilia, tra Pantelleria e Sciacca, Ma un anno più tardi, nel 1832, sprofondò negli abissi e scomparve. Sull’isola vulcanica sommersa si sviluppò nel tempo un giacimento corallino, scoperto molti anni dopo, nel 1875, dai pescatori di Sciacca. Questo corallo del Mar Mediterraneo ha qualità uniche al mondo: è composto da rami affusolati dalle dimensioni relativamente contenute e si tinge delle sfumature più chiare del rosa salmone fino alle più intense scurendosi anche fino al nero del corallo fossile e presentando a volte delle macchie di giallo. I fondatori del Consorzio si chiamano Oro di Sciacca, G&M Gioielli Caruana, Nocito, Sabrina Orafa in Sciacca e Maurizio Alfeo Orafo. F.G.
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