Le proposte di Burma, la regina francese dei bijoux: gioielli finti o veri ♦
Dagli anni Venti, a Parigi, hanno scritto in tanti, da Ernest Hemingway a Francis Scott Fitzgerald oltre che, naturalmente, gli autori francesi. Ma parecchie pagine di quella età del jazz le ha scritte anche una Maison specializzata in bijoux di alta classe: Burma. A Parigi è un sinonimo di gioielli creati con elementi che sembrano preziosissimi, ma lo sono a metà. Per esempio, argento o vermeil, cioè argento placcato oro, oppure zirconi al posto dei diamanti. Ma Burma si è specializzata in questa capacità di proporre grandi pezzi di gioielleria senza il bisogno di utilizzare sempre vere pietre preziose: i suoi gioielli sono da quasi un secolo dei pezzi pregiati con uno zero in meno.
Se un grande anello con zaffiri e rubini costa, per ipotesi, 20.000 euro, quello di Burma con lo stesso aspetto ne potrebbe costare 2.000 o 200.
Da Gaston Doumergue, che ha inaugurato la Maison, a Josephine Baker e le Folies Bergères, ai giorni nostri è però cambiato qualcosa. Per esempio, Burma ha inventato e brevettato la Burmalite, una pietra sintetica, ossido di zirconio, simile al diamante. Ma che costa molto meno e non sembra una gemma sintetica a un occhio non esperto. Le pietre colorate della Maison, con questo materiale, sono un vero spettacolo. Guardare per credere.