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A de Grisogono il maxi diamante

Il più grande diamante grezzo al mondo acquistato da de Grisogono.

Il più grande diamante grezzo nella cassaforte di de Grisogono. Il gioielliere di Ginevra ha annunciato l’acquisto della pietra per una cifra imprecisata. Ma la gemma era stata acquistata da Nemesis in un’asta a inizio anno per 63 milioni di dollari. L’annuncio è stato dato in apertura della 28esima edizione della Biennale des Antiquaires, a cui de Grisogono partecipa (ne abbiamo parlato qui). Il grande diamante, battezzato con il nome di The Constellation, ha un diametro di oltre 6 centimetri e un peso di 813 carati. È stato scoperto nel novembre 2015 nella miniera di Karowe in Botswana dalla compagnia canadese Lucara Diamond. Si prevede che il processo di taglio, che sarà completato entro metà del 2017, possa svelare il più grande diamante certificato flawless (senza difetti) del mondo. “Sono entusiasta di poter lavorare su un diamante così straordinario e importante come The Constellation. In qualità di gioielliere sono consapevole dell’enorme responsabilità che ho nei confronti di questa pietra e dell’equipe che ha lavorato duramente per metterla al sicuro. È per me un onore e un privilegio avere la possibilità di esprimere le mie doti creative sul processo di taglio e di incastonatura di una tale gemma e sono impaziente di trasformare la mia visione in realtà”, è il commento di Fawaz Gruosi, proprietario della Maison. The Constellation, rappresenta la seconda acquisizione importante di quest’anno, dopo l’acquisto a maggio di un diamante grezzo di 404 carati sempre da Nemesis International. Resta ora da scoprire in quale gioiello sarà destinato il diamante record. Federico Graglia

The Constellation
The Constellation
Fawaz Gruosi con Nina Agdal
Fawaz Gruosi con Nina Agdal

Set prezioso per Serena Williams

Serena Williams scatta a rete con una collezione di gioielli Diamond Unleashed.

Per le appassionate di tennis e, più in generale, di sport, Serena Williams firma una collezione di gioielli. Anche se l’ultimo Open Usa non è stato un successo, la tennista americana resta sempre un simbolo di atletica forza applicata alla precisione del gioco con racchette e pallina. Forse questo misto di gagliarda potenza e di virtuoso gioco di rimbalzi è stato il motivo che ha spinto alla creazione di Diamond Unleashed, che impiega parte dei ricavi in iniziative benefiche a favore delle donne. La collezione ha debuttato alla New York Fashion Week ed è realizzata anche con diamanti CanadaMark. La linea di gioielli comprende bracciale, collane choker, orecchini a cerchio e anelli placcati in oro. I pezzi hanno un prezzo accessibile, a partire da 169,90 dollari per un anello in bronzo placcato in oro bianco e 419,90 dollari per una collana girocollo. Ogni pezzo incorpora il logo Diamond Unleashed, che Kara Ross concepito come un simbolo di emancipazione femminile. La collezione sarà acquistabile online. Rudy Serra

Anello con motivo di allacciatura per corsetto
Anello con motivo di allacciatura per corsetto
Anello in bronzo placcato a tre colori
Anello in bronzo placcato a tre colori
Orecchini dorati con diamanti
Orecchini dorati con diamanti
La pubblicità della linea di gioielli firmata Serena Williams
La pubblicità della linea di gioielli firmata Serena Williams
Chocker in metallo dorato
Chocker in metallo dorato

Poker di Maison a Parigi

Al Grand Palais di Parigi quattro grandi gioiellieri partecipano alla Biennale des Antiquaires.

Al Grand Palais di Parigi torna la Biennale des Antiquaires. Quadri, sculture, oggetti d’arredo, mobili e, naturalmente gioielli di primissima classe. Quest’anno sono solo quattro le Maison invitate, ma tra gli stand dei 112 antiquari presenti ci sono anche molti gioielli d’epoca (segnaliamo Bernard Bouisset, Epoque Fine Jewels, Martin Du Daffoy, Véronique Bamps). I gioiellieri contemporanei sono, in ogni caso, quattro pesi massimi: Boghossian Jewels, Cindy Chao, De Grisogono e Nirav Modi (lo avevamo anticipato qui). Sotto la grande cupola, insomma, si potranno ammirare anche gioielli eccezionali, come quelli che vedete in questa pagina. Se siete a Parigi dal 10 al 18 settembre, insomma, avete l’occasione di far brillare gli occhi.
Biennale des Antiquaires
Parigi, Grand Palais
Avenue Winston Churchill – 75008
Métro: Champs Elysées-Clémenceau / lignes 1 & 13
Ingresso: 35 euro
Orari: dalle 11 alle 20 (giovedì fino alle 23)

Nirav Modi, anello en tremblant con diamanti rosa e gialli
Nirav Modi, anello en tremblant con diamanti rosa e gialli
Boghossian, anello con zaffiro di Cylon incastonato in calcedonio intarsiato
Boghossian, anello con zaffiro di Cylon incastonato in calcedonio intarsiato
Boghossian, anello con rubino birmano
Boghossian, anello con rubino birmano
Boghossian, orecchini con diamanti fancy
Boghossian, orecchini con diamanti fancy
Boghossian, anello con diamante e smeraldo colombiano
Boghossian, anello con diamante e smeraldo colombiano
Chindy Chao, disegno di collier
Chindy Chao, disegno di collier
De Grisogono, anello della collezione Folies, con dimante e 47 rubini
De Grisogono, anello della collezione Folies, con dimante e 47 rubini
De Grisogono, anello con diamanti e smeraldi
De Grisogono, anello con diamanti e smeraldi
De Grisogono, anello con diamante cushion e smeraldi
De Grisogono, anello con diamante cushion e smeraldi
Nirav Modi, orecchini in diamanti
Nirav Modi, orecchini in diamanti

Una super collana per dieci

Una storica collana di una storica designer torna a vivere. In Brasile.

Storia di una collana eccezionale che torna a vivere. È una storia che vale la pena di leggere. Innanzitutto perché a disegnarla, e poi a indossarla, è stata Lina Bo Bardi (Roma, 1914 – San Paolo, 1992). È stata un’architetta italiana naturalizzata brasiliana, attiva nel panorama modernista. Per gli appassionati di architettura e design è bene ricordare che ha iniziato la sua carriera nello studio di Giò Ponti, a Milano. Alla fine della guerra, dopo che i bombardamenti del 1943 avevano distrutto lo studio che aveva aperto da sola, con il marito Pietro Maria Bardi si è trasferita in Brasile. È diventata un grande architetto (famosa la sua Casa di Vetro, nel nuovo quartiere di Morumbi a San Paolo). Oltre a progettare moderni edifici, la designer è l’autrice di questa spettacolare collana: le 62 grandi acquamarine utilizzate erano un regalo del potente imprenditore brasiliano Assis Chateaubriand. Lina Bo Bardi ha disegnato il gioiello, in cui le pietre sembrano galleggiare, su un set in oro.

Ma nel 1986 la collana è stata rubata dalla Casa di vetro assieme ad altri 42 altri gioielli da quattro rapinatori che hanno buttato via le acquamarine per vendere solo l’articolazione d’oro. «È stato un crimine culturale. Per la prima volta, ho provato rabbia per il Brasile», ha commentato allora Lina. Ora, tre decenni dopo, il pezzo viene replicato in edizione limitata, dalla brasiliana Talento Joias. La serie comprende dieci collane numerate. Oltre alla versione con acquamarine, ci saranno anche quelle con prasiolite, ametiste e topazi azzurri. Le diverse versioni saranno esposte in mostre itineranti in Brasile. Federico Graglia

La collana con 62 acquamarine
La collana con 62 acquamarine
Disegno preparatorio
Disegno preparatorio
La collana riprodotta da Talento Joias
La collana riprodotta da Talento Joias
La collana riprodotta da Talento Joias
La collana indossata
Lina Bo Bardi con indosso la collana
Lina Bo Bardi con indosso la collana
La nuova versione della collana
La nuova versione della collana
Disegno preparatorio
La collana con 62 acquamarine
Lina Bo Bardi (a sinistra)
Una storica immagine di Lina Bo Bardi (a sinistra)

VicenzaOro, bilancio finale

Il direttore di Fiera Vicenza, Corrado Facco, l’aveva detto: il mercato della gioielleria, in sostanza, va bene solo negli Usa, mentre è debole in Europa e in pesante calo in Medio Oriente e in parte dell’Asia. Bisogna leggere in questa chiave il bilancio di VicenzaOro September. Mentre in Italia si registra l’eclisse per crisi di brand storici come Chimento, non stupisce che le presenze siano risultate in leggero calo: 19mila quelle comunicate, cioè il 2,5% in meno rispetto allo scorso anno. Buyer e operatori sono risultati provenienti da 115 Paesi, solo cinque in meno dello scorso anno. Sembra un risultato così così ma, nel contesto della situazione attuale, non è così negativo, anzi. Forse alla sostanziale tenuta ha contribuito l’idea di inserire la nuova sezione espositiva Now (Not Ordinary Watches) dedicata al mondo dell’orologio, che ha compensato le assenze. Gli spazi espositivi, infatti, sono stati tutti occupati, segno che Fiera Vicenza ha una reattività che le permette di affrontare anche i momenti difficili del mercato orafo.

Tra gli stand con il passaporto

Il 37% delle aziende espositrici, comunque, è arrivata dall’estero, segno che VicenzaOro continua a mantenere un appeal internazionale: anche il 40% dei visitatori professionali aveva passaporto non italiano. Ma se si registra una sostanziale tenuta della presenza internazionale, c’è stata una flessione della presenza nazionale. Insomma, la crisi in Italia è il tallone d’Achille. Fiera Vicenza comunica che, in linea con i dati di mercato, si è registrata una buona performance dagli Stati Uniti e da alcuni paesi del Centro e Sud America, mentre la provenienza degli operatori della zona Ue è alterna, con Germania, Francia e Spagna in leggero calo, ma Gran Bretagna, Grecia, Norvegia, Danimarca e Olanda in crescita. Buone le presenze dell’Europa centro-orientale (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca,  Slovacchia, Bosnia Erzegovina e Kazakistan) «al netto degli operatori di lingua russa che hanno decisamente confermato un’importante contrazione sia in termini di presenze che di capacità di acquisto». Sulla lista delle defaillances anche area del Golfo (mentre cresce la presenza di Israele) e Turchia. Nonostante il calo nelle vendite buona la performance della Cina, ma non di Hong Kong. Il registro delle presenze segna stabile per gli operatori indiani e in crescita dei tailandesi.

Congiuntura incerta

I risultati sono, come accennato, da mettere in relazione con la situazione del mercato orafo-gioielliero internazionale. Nei primi sei mesi del 2016, la domanda di oro per il settore jewellery ha infatti segnato una flessione del 28% rispetto ai primi sei mesi del 2015. Si registrano cali in mercati chiave per il comparto, quali India (-54%), Cina (-26%), Russia (-25%) e Uae (-18%). Crescono invece Usa (+11%), Uk (+4%) e Germania (+3%). Il fatturato del settore orafo italiano (7,2 miliardi di euro nel 2015), tra gennaio e marzo 2016 è cresciuto del 9%. Eppure nei primi tre mesi dell’anno le esportazioni del Made in Italy hanno registrato una decrescita del 3,6% rispetto al medesimo periodo del 2015.

Il commento di Marzotto

Per chiudere, ecco il commento istituzionale del presidente di Fiera di Vicenza, Matteo Marzotto: «VicnezaOro ha dato ancora una volta prova di essere una piattaforma di business al servizio di tutta la filiera nazionale e internazionale, in grado di stimolare il mercato anche e soprattutto in una situazione globale non particolarmente favorevole. Il valore aggiunto della nostra Manifestazione risiede nella capacità di proporre servizi e contenuti, informazioni e approfondimenti sempre molto utili e appositamente studiati per far conoscere le evoluzioni del settore a tutti i nostri espositori e visitatori. Esprimendo un know-how e un’expertise nel comparto jewellery che rendono VicenzaOro riconosciuto top player internazionale, Fiera di Vicenza continua quindi ad affrontare le sfide globali con visione strategica, capacità di esecuzione e prodotti fieristici di indubbia eccellenza». La parola passa all’appuntamento di gennaio. Roberto Di Lellis

Matteo Marzotto con Isotta Scarpa, vincitrice del premio Next Jeneration Jewellery Talent Contest 2016
Matteo Marzotto con Isotta Scarpa, vincitrice del premio Next Jeneration Jewellery Talent Contest 2016
Corrado Facco
Corrado Facco
Vetrina a VicenzaOro
Vetrina a VicenzaOro
Ingresso ai padiglioni
Ingresso ai padiglioni
Il nuovo padiglione Now
Il nuovo padiglione Now

VicenzaOro, accordo con il Club degli Orafi

Marzotto (Fiera Vicenza) e Aprea (Chantecler) siglano un accordo per VicenzaOro.

Il presidente di Fiera di Vicenza, Matteo Marzotto, non tralascia nulla nel tentativo lodevole di fare sistema, soprattutto nel mondo della gioielleria. Si legge sotto questa luce l’accordo di collaborazione con Il Club degli Orafi Italia, associazione indipendente che riunisce le più importanti aziende dell’industria orafa italiana. Come recita il comunicato ufficiale, «l’obiettivo è unire le forze più innovative, dinamiche e attente al mondo del gioiello in alleanze strategiche di business, in quanto in un contesto globale le piccole e medie imprese italiane, in generale e in particolare del gioiello, non possono più agire da sole e hanno sempre più bisogno del sostegno e di coordinamenti istituzionali».  due realtà si riconoscono reciprocamente quali interlocutori preferenziali per rafforzare la propria attività e impatto sul contesto globale. Club degli Orafi Italia riconosce così il ruolo della Società vicentina quale principale player italiano del settore. L’intesa, firmata durante VicenzaOro September, com porta la promozione, da parte del Club degli Orafi, dei progetti di VicenzaOro.

Da parte sua, Fiera di Vicenza metterà a disposizione de Il Club degli Orafi Italia un’area multifunzionale durante VicenzaOro January e September. L’area avrà l’intento di essere un luogo di incontro con i membri attuali e potenziali del Club, un luogo di promozione della cultura imprenditoriale e manageriale del settore e del gioiello, di confronto e di elaborazione di idee, dove stringere nuove alleanze strategiche e operative. Qui il Club degli Orafi Italia ha deciso di proporre il workshop di formazione imprenditoriale per l’autunno denominato  #Rigeneriamoci!

Tutto bene quindi. Ma con un dubbio: il presidente del Club degli Orafi è Gabriele Aprea, alla guida di Chantecler, brand che è presente a Baselworld, ma non a VicenzaOro. Magari adesso cambierà idea.

Matteo Marzotto con Gabriele Aprea. Foto: La Presse
Matteo Marzotto con Gabriele Aprea. Foto: La Presse

Gioielli, a qualcuno piace Calder

A Londra una mostra con i gioielli di Calder, scultore famoso per le sue opere mobili.

Sculture che si muovono: era la specialità di uno dei grandi artisti del Novecento, Alexander Calder. Ma pochi sanno (forse) che Calder si è esercitato anche a produrre gioielli. E la sua produzione artistica è ora (27 settembre-5 novembre) il soggetto di una mostra alla Louisa Guinness Gallery di Londra. La mostra si intitola The Boldness of Calder e presenta alcune delle sculture-gioiello dell’artista provenienti da collezioni di tutto il mondo. Ma siccome i gioielli, anche se ideati da un artista, sono pur sempre gioielli, la mostra comprende anche fotografie che mostrano donne che indossano i pezzi di Calder, per esempio Simone de Beauvoir, Peggy Guggenheim, Georgia O’Keeffe. Spesso sui gioielli ci sono anche le iniziali della committente. Ci sono orecchini, braccialetti, collane, spille, fermacapelli realizzati a mano, ovviamente con forme non esattamente tradizionali, spesso abbastanza grandi. I materiali più utilizzati sono l’argento, o l’ottone. Federico Graglia

Alexander Calder, spilla (1945)
Alexander Calder, spilla (1945)
Maxi collana
Maxi collana
Collana in argento (1940)
Collana in argento (1940)
Spilla in argento (1940)
Spilla in argento (1940)
Alexander Calder
Alexander Calder con una delle sue sculture mobili

VicenzaOro, i designer vincitori

A VicenzaOro September sono stati premiati i vincitori di Next Jeneration Jewellery Talent Contest 2016, quinta edizione del premio dedicato ai giovani designer under 30 promosso da Fiera di Vicenza con la Scuola di Design del Politecnico di Milano. I cinque vincitori (tre premi e due menzioni speciali), provenienti dalle più prestigiose scuole internazionali (Ecole Boulle di Parigi; Design Hochschule Pforzheim in Germania; Technology University Eindhoven in Olanda; FIT di New York; Loughborough University in Inghilterra;  College for Creative Studies di Detroit, Michigan; Shenkar University di Tel Aviv; Hong Kong Design Centre; HES-SO Geneve; Florida International University e il Politecnico di Milano), sono stati selezionati da una giuria di esperti presieduta da Gijs Bakker – Designer e Fondatore Droog Design e di Chi ha paura…? e composta da: Luisa Bocchietto, Designer e Past President ADI, Associazione per il Disegno Industriale, Alba Cappellieri, Professore di Design del Gioiello al Politecnico di Milano, Marco Romanelli, designer, e Pilar Coin, responsabile marketing della Roberto Coin e Past President di Women Jewelry Association Italia. I vincitori sono stati scelti per aver interpretato nelle forme più creative e di valore il tema di questa edizione, “il Gioiello e il Viaggio”, declinandolo come tema di ispirazione, simbolico o reale, metafora narrativa che può riferirsi a un percorso interiore, geografia o processo produttivo.

La premiazione è avvenuta durante la serata di opening di VicenzaOro e ha visto trionfare Isotta Scarpa, premiata da Matteo Marzotto, presidente di Fiera di Vicenza, grazie a Travel Shapes: un progetto elegante che mette a confronto il passato con il contemporaneo con un linguaggio e un utilizzo dei materiali volto alla comprensione del concetto. È stato Ivan Scalfarotto, sottosegretario di Stato al ministero dello Sviluppo Economico, a consegnare il riconoscimento di secondo classificato a Bhawna Bhatia D’Anella per Travel Notes: interessante ricerca per riscoprire delle gestualità in disuso e per rendere funzionale un oggetto, il gioiello, che è prettamente ornamentale. Il terzo classificato Alessio Lu, è stato premiato dal Presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, per Reflecto: un progetto con una forte valenza simbolica in cui la sottrazione nella forma accentua il valore progettuale.

La Giuria ha inoltre ritenuto opportuno concedere una menzione speciale a Oria Forsher, premiata dal presidente della giuria Gijs Bakker, per Inspired by Kandiski con cui ha saputo esprimere la sua capacità di integrare l’arte all’interno del progetto. Corrado Facco, direttore generale di Fiera di Vicenza, ha consegnato il riconoscimento per la seconda menzione speciale a Silvia Di Napoli per On the Silk Road grazie a cui ha saputo fondere tecniche innovative e ispirazioni dal passato.

Le opere dei vincitori e degli altri finalisti in concorso saranno esposte fino a gennaio 2017 all’interno della Mostra Il Gioiello e il Viaggio curata da Alba Cappellieri e ospitata nel Museo del Gioiello, progettoideato e gestito da Fiera di Vicenza in partnership con il Comune di Vicenza, in Basilica Palladiana a Vicenza.

Isotta Scarpa, Travel Shapes
Isotta Scarpa, Travel Shapes
Bhawna Bhatia D'anella, Travel Notes
Bhawna Bhatia D’anella, Travel Notes
Alessio Lu ,Reflecto
Alessio Lu ,Reflecto
Oria Forsher, Inspired by Kandinsky
Oria Forsher, Inspired by Kandinsky
Silvia-Di-Napoli,-On-the-Silk-Road
Silvia Di Napoli, On the Silk Road
Alessio Lu (a sinistra)
Alessio Lu (a sinistra)
Oria Forsher (a sinistra)
Oria Forsher (a sinistra)
Corrado Facco durante la premiazione dei vincitori
Corrado Facco durante la premiazione dei vincitori
Matteo Marzotto durante la premiazione dei vincitori
Matteo Marzotto durante la premiazione dei vincitori
Isotta Scarpa
Isotta Scarpa
Bhawna Bhatia D’Anella
Bhawna Bhatia D’Anella

VicenzaOro, ecco i megatrend

A VicenzaOro presentato il Trendbook 2017+, la pubblicazione realizzata da Trendvision Jewellery + Forecasting, osservatorio di Fiera di Vicenza curato da Paola De Luca. L’idea è quella di individuare i trend del settore con 18 mesi di anticipo rispetto al mercato. Il Trendbook è suddiviso per aree tematiche (gioielleria, orologeria e diamanti). Gli scenari previsionali per il 2017 comprendono Sophisticore, consumatore nuovo minimalista, che ama la semplicità, ma molto sofisticata. Il gioiello che ama il New Thinker è molto pragmatico. I-History identifica invece il profilo del consumatore The Digger (o The Retronaut) che guarda il passato. Una volta si diceva nostalgico. La magia, l’esoterismo, la ricerca dell’artigianalità e i simboli dark sono le tematiche centrali. Altro megatrend è Geo-Luxury che piace al Geonaut, una specie di esploratore del gusto, che ama un bazaar quanto una gioielleria a Jaipur. Altro consumatore trendy individuato è The Illusionist, espressione del megatrend Digital Hypnosis. Questo tipo ha una forte attenzione al mondo della tecnologia. Insomma, un geek che non disdegna il lusso.

VicenzaOro September
VicenzaOro September
La presentazione di Trendbook 2017+
La presentazione di Trendbook 2017+
Paola De Luca
Paola De Luca, curatrice della ricerca

Gli anelli di Karl Lagerfeld

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Ecco i gioielli della linea bridal firmati Karl Lagerfeld.

In maggio, Karl Lagerfeld aveva annunciato il lancio di una collezione di gioielli dedicati a fidanzamenti e matrimoni (ne avevamo parlato qui). La collezione è arrivata, ma per il momento i gioielli sono disponibili negli Stati Uniti, prodotti dalla Frederick Goldman. Per il lancio della collezione è stata studiata anche una campagna pubblicitaria che apparirà su diverse pubblicazioni di moda e lifestyle. Le immagini ritraggono le modelli Joan Smalls e Hailey Baldwin e si collega alla campagna per il ready-to-wear di Karl Lagerfeld. Entrambe le campagne utilizzano il claim «Love from Parigi, Karl xx». Entrambe le campagne hanno anche immagini con lo stesso stile. I gioielli firmati Lagerfeld, in oro bianco e diamanti, sono prodotti nello stabilimento di Panyu, Cina, e hanno un prezzo tra 1.000 e 10.000 dollari e saranno distribuiti in Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Canada. Il direttore creativo di Chanel e Fendi, 82 anni, è appassionato di gioielli in stile Art Déco e un collezionista di gioielli di Suzanne Belperron. Giulia Netrese





Anello con diamanti dello stilista tedesco
Anello con diamanti dello stilista tedesco

Anello della collezione bridal di Karl Lagerfeld
Anello della collezione bridal di Karl Lagerfeld
Anello in oro bianco e diamanti
Anello in oro bianco e diamanti
Anello in oro bianco e diamanti, a forma di fiore
Anello in oro bianco e diamanti, a forma di fiore
La campagna pubblicitaria della collezione
La campagna pubblicitaria della collezione
La campagna pubblicitaria del ready-to-wear
La campagna pubblicitaria del ready-to-wear

Karl Lagerfeld
Karl Lagerfeld







A Londra gioielli in asta

Asta a Londra di Christie’s con qualche pezzo di gioielleria interessante.

Torna la stagione delle aste di gioielli. Il primo appuntamento è da Christie’s, a Londra. Non ci sono in vendita pietre preziose capaci di strappare record e titoli sui giornali, ma gioielli interessanti con stime che partono da un massimo di 33.000 dollari. Insomma, gioielli alla portata di un investimento di media entità. L’asta è in programma il 15 settembre 2016, a Londra, a South Kensington. Tra i pezzi in vendita c’è anche un ciondolo di fine Ottocento in oro, smalto e perle firmato Carlo Giuliano: è un cuore in cristallo smaltato. Una spilla Art Deco con zaffiri e diamanti, trasformabile in anello, datata circa 1930 ha un prezzo di base di 10.000 dollari: lo stesso prezzo di una collana fine Ottocento composta da diamanti montati su oro e argento. Un po’ meno, circa 6.000 dollari, è invece la valutazione di un seto composto da anello e orecchini in oro e corallo firmato Van Cleef & Arpels. Federico Graglia

Spilla con tre diamanti. La stima è di 33000 dollari
Spilla con tre diamanti. La stima è di 33000 dollari
Collana di diamanti fine Ottocento. Stima: 10.000 dollari
Collana di diamanti fine Ottocento. Stima: 10.000 dollari
Orecchini e anello in oro e corallo di Van Cleef & Arpels. Stima: 6600 dollari
Orecchini e anello in oro e corallo di Van Cleef & Arpels. Stima: 6600 dollari
Spilla-anello Art Deco con diamanti e zaffiri. Stima: 10.000 dollari
Spilla-anello Art Deco con diamanti e zaffiri. Stima: 10.000 dollari
Ciondolo in smalto e perle firmato Carlo Giuliano. Stima: 9000 dollari
Ciondolo in smalto e perle firmato Carlo Giuliano. Stima: 9000 dollari
Spilla in zaffiri e diamanti di Tiffany. Stima 8.000 dollari
Spilla in zaffiri e diamanti di Tiffany. Stima 8.000 dollari

Trend e novità di VicenzaOro

Torna VicenzaOro September: ecco i trend per il 2018 e le novità dell’appuntamento 2016. Ci saranno anche gli orologi.

Il trend della gioielleria per il 2018 ha le lancette puntate sulla semplicità. È quanto emerge dal TrendBook, guida alle tendenze del settore elaborata da Trendvision Jewellery+Forecasting, l’Osservatorio indipendente di Fiera di Vicenza. La ricerca, a cura di Paola De Luca, è uno degli appuntamenti più attesi di VicenzaOro September (3-7 settembre). La semplicità, tendenza che emerge con forza nell’analisi, sarà realizzata con geometrie pulite, utilizzo di smalti, elementi naturali, elaborazioni in scala ridottissima, ma molto preziose. Oltre all’Art Deco, che non cessa di essere un punto di riferimento, emergeranno anche richiami all’antico Egitto e a un trionfo dello smeraldo.

Ma VicenzaOro, oltre che con le tendenze, deve vedersela anche con una congiuntura non molto brillante. I numeri non sono esaltanti: il mercato italiano dell’oreficeria ha visto un calo dell’export del 3,6% nel terzo trimestre 2016. Per fortuna si segnala anche un timido risveglio degli acquisti interni, segno di una ritrovata fiducia degli italiani. Ma Brexit, tensioni in Medio Oriente, rallentamento dell’economia cinese (con in più le norme anti corruzione) sono elementi che hanno pesato negativamente per le imprese. Tra l’altro, i problemi maggiori sembrano essere concentrati proprio nell’area attorno a Vicenza, uno dei tre grandi distretti della gioielleria italiana assieme a quello di Alessandria e di Arezzo, a cui però si aggiunge anche il polo napoletano.

VicenzaOro, insomma, con 1300 brand provenienti da 35 Paesi, è anche un termometro per valutare lo stato di salute del settore. Quest’anno il tema centrale della manifestazione è The Golden Touch, che affronta sei tematiche differenti: dall’eccellenza delle produzioni nazionali e internazionali (The Touch of Well Done), ai temi di Corporate Social Responsibility (The Human Touch), alla distribuzione (Get in Touch), ai nuovi trend del settore e del mercato (The new Touch), al respiro internazionale (The Global Touch), alla comunicazione (The Touch of Words) e agli aspetti culturali e di sviluppo che ruotano attorno al mondo del gioiello. Un’altra novità è Now, che sta per Not Ordinary Watches. Per la prima volta, infatti, VicenzaOro si allarga e dedica uno spazio al mondo dell’orologio, con una selezione di brand innovativi e di design dell’orologeria Made in Italy & Europe: Altanus Geneve, Brosway, Didofà, Gagà Milano, Ju’sto, Locman, Lucien Rochart, Paul Picot, Save My Day, Sordi Spa, Terra Cielo Mare e Montres Louis Erard. Come avviene ormai da due anni, prosegue invece l’organizzazione dello spazio in cinque aree espositive: Icon, Look, Creation, Expression, Essence, che fanno parte del format espositivo.

Il direttore di Fiera Vicenza Corrado Facco (a sinistra), con il presidente, Matteo Marzotto
Il direttore di Fiera Vicenza Corrado Facco (a sinistra), con il presidente, Matteo Marzotto
VicenzaOro September
VicenzaOro September 2015
Stand a VicenzaOro September
Stand a VicenzaOro September

Antonini sulla Quinta Strada

I gioielli di Antionini nel magazzini di Bergdorf Goodman, a New York.

Da Piazza Borromeo, Milano, alla Fifth Avenue, New York. Antonini, il marchio di alta gioielleria fondato nel capoluogo lombardo nel 1919, si trova ora anche da Bergdorf Goodman, mall newyorkese che si affaccia sulla main street della Grande Mela. I magazzini Bergdorf Goodman sono stati fondati a Midtown Manhattan nel 1899 da Herman Bergdorf al quale poi si è unito Edwin Goodman nel 1901. I buyers di Bergdorf Goodman hanno scelto numerosi pezzi unici della linea Extraordinaire, creazioni numerate e certificate, personalmente progettate da Sergio Antonini per esaltare la bellezza e l’unicità delle pietre preziose, smeraldi e zaffiri circondati da diamanti bianchi che ne esaltano la luminosità.

Con loro anche una corposa selezione dei pezzi iconici delle collezioni Siracusa e Matera. Siracusa (collezione disegnata nel 2016), gioca con le forme geometriche dell’oro bianco o giallo e diamanti bianchi. Matera (del 2015) enfatizza la materialità dell’oro opaco e dei diamanti in tutte le loro sfumature, dal bianco al nero.

Antonini nel 2016 ha investito in diverse nuove attività come la collaborazione con MiArt, la partecipazione alla XXI° Triennale con la mostra Brilliant!, la traduzione completa del proprio sito in russo, la partecipazione a VicenzaOro nei prossimi giorni ed altre iniziative in programma nel secondo semestre.

Antonini, collezione Matera
Antonini, collezione Matera
Anelli in oro e diamanti
Anelli in oro e diamanti
Anelli in oro e diamanti  della collezione Matera
Anelli in oro e diamanti della collezione Matera
Anello con diamanti e smeraldo
Anello con diamanti e smeraldo
Anello con diamanti e zaffiro
Anello con diamanti e zaffiro
Collezione Siracusa, oro bianco e diamanti
Collezione Siracusa, oro bianco e diamanti
Collezione Siracusa, oro bianco e diamanti
Collezione Siracusa, oro bianco e diamanti
Collezione Siracusa, oro giallo e diamanti
Collezione Siracusa, oro giallo e diamanti

Non comprate gioielli su Amazon




Volete acquistare die gioielli su Amazon? Attenti: tempo fa su uno dei siti web di tecnologia più seguiti, Gizmodo, è apparso un articolo che mette sotto accusa i gioielli venduti sulla piattaforma Amazon. Sarà proprio come scrive il sito? In ogni caso vale la pena di leggere questo articolo ♦

«Non comprate gioielli su Amazon». L’attacco frontale è arrivato tempo fa da un sito molto noto agli appassionati di tecnologia: Gizmodo. Il sito ha deciso di caricare a testa bassa il più grande negozio online fondato da Jeff Bezos. L’iniziativa è davvero forte. Gizmodo ha pubblicato un articolo mettendo sotto la lente l’offerta di Amazon in materia di gioielli. E ha puntato il dito sulla politica commerciale. «Abbiamo chiesto Gemological Institute of America di valutare alcuni articoli», premette Gizmodo. E il risultato non è stato incoraggiante. Il primo gioiello sotto accusa è un set di anelli di fidanzamento con diamante.

Set venduto a circa mille dollari
Set venduto a circa mille dollari

«Viene venduto alla metà del suo prezzo ufficiale, 2mila dollari, ma di che cosa è fatto esattamente?», si domanda Kristen Dowling, l’esperto dell’istituto gemmologico consultato da Gizmodo. L’esperto ha molti dubbi, a partire dai carati dell’oro, 10K. «Significa che c’è solo il 41,6 % di oro nella lega metallica, rispetto al 58,5 % dei 14K o il 75 % dei 18K», rileva il gemmologo. Un’altra obiezione riguarda i diamanti: sono tanti, ma minuscoli. «Ci sono 25 diamanti! Come potete immaginare, i diamanti piccoli sono molto più comuni di quelli di grandi dimensioni. Se ci fosse solo 1 diamante del peso di 0.99 carati allora il prezzo sarebbe molto più alto». E il colore? I diamanti sono classificati G-H. «Ciò significa che c’è molto poco colore giallo. Insomma, hanno un buon colore, ma purtroppo la classificazione I1-I2 clarity significa che hanno molte inclusioni. Si tratta di minerali naturali, imperfezioni che sono all’interno del diamante». Insomma, non sembra un affare: «il prezzo non segnala un’occasione, ma semplicemente il valore del materiale utilizzato».

Il giudizio non migliora per un paio di orecchini di oro con granati.
granati

«Il prezzo originale, 380 dollari, è scandaloso», commenta Dowling. Amazon ha infatti abbassato il costo a 150 dollari, che è «un valore di mercato relativamente ragionevole». Ma il diavolo si nasconde nei dettagli: «L’argento Sterling è molto poco costoso e con la piccola quantità di oro a 14K il valore del metallo è molto scarso. Inoltre, i granati sono una gemma dal costo molto basso». Infine, pollice verso anche gli orecchini con diamanti neri e topazio bianco offerti dal grande sito di vendite online. Anche qui il prezzo fa colpo: 200 dollari.black Ma secondo Gizmodo non bisogna lasciarsi ingannare. «Sono sempre impressionato dalle tecniche di marketing nel settore della gioielleria. Proprio come per la definizione di Diamonds Cognac e Diamonds champagne (che sono diamanti di bassa qualità, che nessuno avrebbe comprato prima che il marketing non li trasformasse in pietre interessanti) i Black Diamonds sono molto popolari in questo momento. Ma i diamanti neri sono essenzialmente pietre di bassa qualità, trattate per trasformarsi in un nero vivido. E il topazio bianco è una pietra molto comune a basso costo. Una bella alternativa al diamante, ma non ha il fuoco e la brillantezza dei brillanti». Conclusione: «Tutti e tre questi pezzi hanno un aspetto bello e un prezzo relativamente buono. Molte persone tendono a fare acquisti online per comodità e perché costa meno. Ma coloro che cercano la qualità è meglio entrare in un negozio di gioielleria».

Schermata della vendita online di gioielli su Amazon
Schermata della vendita online di gioielli su Amazon

Infine, il sito si lancia in consigli per chi vuole proprio acquistare un gioiello online. Eccoli:

1) La credibilità del venditore: andare a verificare il rivenditore reale. Vedere se ha un sito diverso da quello di Amazon: per esempio, c’è un anello di fidanzamento senza recensioni su Amazon. Ma forse sul sito effettivo del retailer e si cerca lo stesso gioiello si possono trovare altre informazioni, così come sui social network.

2) Attenti ai dettagli: molti aggettivi o definizioni sono frutto di abile marketing. Parole come «Tiffany» o «color smeraldo» possono essere fuorvianti. Per esempio, «montaggio Tiffany» non significa che sia un anello di Tiffany. Allo stesso modo, «color smeraldo» non vuole dire che sia uno smeraldo vero e proprio, ma vetro di colore verde. Esaminate bene le parole della descrizione.

3) Qualità: I gioielli di valore sono di argento, oro o platino. «Color oro» non è un metallo prezioso. La sigla Pvd significa un rivestimento (acronimo di Physical Vapour Deposition) con cui ci sono riporti metallici superficiali in forma di film molto molto sottili.

4) Vedere per credere: I diamanti si giudicano con le quattro C: cut (taglio), colore, carati e chiarezza. Non sono cose che si possono giudicare fino a quando non si vedono. Non si sa che cosa si sta acquistando finché non lA si tiene in mano.

5) Spedizione: È una buona idea assicurarsi quando si pagano diverse centinaia di dollari o euro via internet. E accertarsi di poter restituire il gioiello se non corrisponde alle proprie aspettative. Giulia Netrese






Pugnale al collo per il malumore

Facciamo il caso: avete appena letto le mail d’amore (ma non dirette a voi) del vostro fidanzato. Piove e l’acqua è entrata nelle vostre scarpe da 350 euro. Vostra madre vi sgrida per come vi vestite (ma siete maggiorenni da parecchio tempo). Insomma, l’umore non è dei migliori. Eppure non potete fare a meno di partecipare alla festa di compleanno della vostra migliore amica, al party con i colleghi di ufficio o al banchetto di beneficenza organizzato da mesi. Per fortuna una soluzione c’è: la collana Code of the Sea vi aiuterà a non parlare con nessuno. Insomma, un’arma per il cattivo umore. Basterà mostrare la collana a chi vi chiederà «come stai?».  La collana Codice del Mare, infatti, ha la forma di un pugnale con inciso su un lato la frase «Se ti dico» e sul rovescio «dovrò ucciderti». Costa 150 euro e se vi interessa si acquista qui. Buona fortuna. Giulia Netrese  

La collana Code of the Sea. È in vendita da digbyandiona.com. Costa 150 dollari
La collana Code of the Sea. È in vendita da digbyandiona.com. Costa 150 dollari
Il lato A del ciondolo
Il lato A del ciondolo

Dunquette online con Sotheby’s

I gioielli di Tony Dunquette all’asta online di Sotheby’s.

Per gli amanti di Hollywood degli anni d’oro, dal 1930 al 1970, tornano all’asta i gioielli di Tony Duquette (scomparso nel 1999) designer di interni e scenografie, ma anche di gioielli ammirati dalla Duchessa di Windsor, che gli ha commissionato pezzi su misura. Inutile dire che anche le stelle del cinema di quegli anni andavano matte per i pazzi gioielli creati dall’estroso designer. Dopo essere approdato al settimo piano dei magazzini Bergdorf Goodman a New York (ne abbiamo parlato qui) dal 18 al 30 luglio alcuni pezzi firmati Duquette vanno all’asta da Sotheby’s. È un’asta esclusivamente online. In vendita ci sono 32 gioielli dello stilista, che amava abbinare materiali preziosi con altri più comuni, con un mix sorprendente. Se avete nostalgia del cinema in technicolor magari vi piacciono. Federico Graglia

Da sinistra a destra) oro a 18 carati, Tormalina e Diamante Bracciale, Tony Duquette. Stima $ 10.000-15.000
Da sinistra a destra) oro a 18 carati, Tormalina e Diamante Bracciale, Tony Duquette. Stima $ 10.000-15.000
Tony Duquette è il padre fondatore dell'utilizzo. materiali poveri, come conchiglie e pietre grezze, che sarebbero stati scartati, mentre sono stati utilizzati per disegni one-of-a-kind
Tony Duquette è il padre fondatore dell’utilizzo. materiali poveri, come conchiglie e pietre grezze, che sarebbero stati scartati, mentre sono stati utilizzati per disegni one-of-a-kind
Starburst e solarizzazione sono motivi ricorrenti per il designer
Starburst e solarizzazione sono motivi ricorrenti per il designer
Anelli che non passano inosservati
Anelli che non passano inosservati
Gioielli con materiali preziosi e semi preziosi
Gioielli con materiali preziosi e semi preziosi
Gioielli realizzati da tonalità marine simili, come il turchese, acquamarina e quarzo rosa,
Gioielli realizzati da tonalità marine simili, come il turchese, acquamarina e quarzo rosa
Da sinistra a destra) oro a 18 carati, Tormalina e Diamante Bracciale, Tony Duquette. Stima $ 10.000-15.000
Da sinistra a destra) oro a 18 carati, Tormalina e Diamante Bracciale, Tony Duquette. Stima $ 10.000-15.000
Gioielli realizzati da tonalità marine simili, come il turchese, acquamarina e quarzo rosa,
Gioielli realizzati da tonalità marine simili, come il turchese, acquamarina e quarzo rosa
Gioielli con materiali preziosi e semi preziosi
Gioielli con materiali preziosi e semi preziosi
Anelli che non passano inosservati
Anelli che non passano inosservati
Starburst e solarizzazione sono motivi ricorrenti per il designer
Starburst e solarizzazione sono motivi ricorrenti per il designer
Tony Duquette è il padre fondatore dell'utilizzo. materiali poveri, come conchiglie e pietre grezze, che sarebbero stati scartati, mentre sono stati utilizzati per disegni one-of-a-kind
Tony Duquette è il padre fondatore dell’utilizzo. materiali poveri, come conchiglie e pietre grezze, che sarebbero stati scartati, mentre sono stati utilizzati per disegni one-of-a-kind

L’avanzata di Thomas Sabo

Thomas Sabo si espande: apre a New York e si rafforza in Italia.

Dove arriverà Thomas Sabo? Domanda lecita vista la raffica di iniziative del designer tedesco, che ha costruito un impero sui gioielli accessibili. L’ultima mossa è l’apertura del primo store monomarca a New York. Insomma, ha gli Usa nel mirino. Ma il marchio si espande anche in Europa, Italia compresa. Nato nel 1961 a Norimberga, Thomas Sabo ha studiato da ingegnere di precisione. Ma (i casi della vita…) ha iniziato a importare i gioielli dall’Asia. Con gli anni ha poi deciso a produrre gioielli, e non solo, fino ad allargare il business. Ora è una delle aziende leader nel mondo nel settore dei gioielli, orologi e prodotti beauty. I gioielli sono soprattutto in argento Sterling, con un design di ispirazione orientale, oppure con forme e strutture minimal. Charms, Karma Beads, singole perle da abbinare a bracciali Love Bridge, ma anche orecchini. I modelli Georgia May Jagger e Marlon Teixeira, sono i volti del brand. In Italia l’azienda tedesca ha appena avviato un accordo con Partners, una società torinese che dovrebbe accompagnare l’espansione sul mercato mediterraneo. Per dare un’idea delle dimensioni, Thomas Sabo (1400 dipendenti) coopera su scala internazionale con 2.600 gioiellieri e partner commerciali, 275 punti vendita (119 shop-in-shop e 156 negozi stand alone) nei cinque continenti, con un listino che comprende 2.000 prodotti. Insomma, un panzer della gioielleria. Federico Graglia

Bracciali Love Bridge
Bracciali Love Bridge
Bracciali Love Cuff
Bracciali Love Cuff
Collana di Thoma Sabo
Collana di Thoma Sabo
Pendenti in argento
Pendenti in argento
Linea Dreamcatcher, collana
Linea Dreamcatcher, collana
Linea Dreamcatcher, anello
Linea Dreamcatcher, anello
Linea Dreamcatcher, pendente
Linea Dreamcatcher, pendente
Bracciali Dreamcarcher, in argento e perline
Bracciali Dreamcarcher, in argento e perline

Livoos, gioielli e beneficienza

Livoos, fondata dall’italiano Flavio Amorelli, vende oggetti di lusso (anche gioielli) e fa beneficenza.

Per 14 anni Flavio Amorelli ha lavorato, a Londra, nella finanza in settori come il credit risk, corporate lending, seles finance, eccetera in società del calibro di Barclays Bank, Ingersoll Rand, Société Generale. Poi, ha deciso di cambiare vita, associando il business alla responsabilità sociale. Il risultato è Livoos, azienda londinese che ha fondato e che è la prima al mondo a donare il 50 per cento del fatturato in beneficenza. In realtà si tratta del 10 per cento del prezzo. Per esempio per orecchini che costano 14.800 sterline, Livoos devolverà 1480 sterline. «Senza costi aggiuntivi per il consumatore», precisa Amorelli. «La sostenibilità e la responsabilità sociale sono parole d’ordine in questi ultimi anni. È giunto il momento di creare un nuovo modello di business che fungerà da catalizzatore per il cambiamento in modo autentico ed economicamente sostenibile» è il suo programma. Insomma, acquisti un prodotto che ti piace e, allo stesso tempo, sostieni una causa sociale. Al momento dell’acquisto online si può aderire, per esempio, di sostenere il Cesvi, associazione che si cura dei bambini disagiati nelle periferie, oppure Dynamo Camp, che si occupa di alcune patologie croniche, oppure di devolvere ad altre associazioni: in tutto sono una decina. Livoos si presenta come marchio dello shopping del lusso e, come tale, ha anche un canale dedicato ai gioielli. Collane, bracciali e anelli di due marchi: Annoushka e Halcyon Days. Non è una scelta molto vasta, ma l’iniziativa è appena iniziata… Federico Graglia

Flavio Amorelli con Caroline Rush, Chief Executive del British Fashion Council
Flavio Amorelli con Caroline Rush, Chief Executive del British Fashion Council
Annoushka, pendente Dream Catcher. Oro rosa, rodio nero e madreperla
Annoushka, pendente Dream Catcher. Oro rosa, rodio nero e madreperla
Annoushka
Annoushka, orecchini The Dream Catcher in oro rosa, diamanti e madre perla, raffiguranti l’Albero della vita con fiori e uccellini

Gioielli Selvaggi a Bergamo

I gioielli selvaggi non sono anelli con un carattere selvatico. I Wild Jewels sono, invece, gioielli che hanno come soggetto rappresentazioni di animali o fiori e piante esotiche. Insomma, in cui gli elementi di flora e fauna sono trasformati in gioielli. È un tema affascinante, che è al centro di una mostra organizzata nella Galleria E.L.A Antichità di Bergamo (9 -17 settembre 2016). Si potranno ammirare pezzi di pregio realizzati dalla fine del XIX secolo ai giorni nostri. La mostra, iniziativa di Gian Luca Andreotti, è il risultato di lunghe ricerche e raccoglie pezzi della collezione Les Animaliers di Rino Frascarolo, alcuni pezzi della collezione Panthère di Cartier, e i ricercati animali esotici di David Webb, con gli echi di Van Cleef, Tiffany, Buccellati, Bulgari. Insomma, animali selvaggi, ma addomesticati da grandi designer. Tra l’altro, la differente collocazione temporale dei pezzi esposti è l’occasione per comprendere come è cambiata nel tempo la rappresentazione di animali e piante dagli anni Trenta agli anni Settanta, dal Liberty all’era moderna. La mostra Wild Jewels è un’occasione anche per chi vorrà visitare la contemporanea I maestri del paesaggi, sempre a Bergamo.

Wild Jewels
Galleria E.L.A Antichità
via Sant’Orsola 17, Bergamo

Bracciale serpente in oro con incastonati diamanti e smeraldi naturali. Manifattura europea 1960 circa
Bracciale serpente in oro con incastonati diamanti e smeraldi naturali. Manifattura europea 1960 circa
Bracciale in oro con smalti diamanti e rubini naturali. Italia 1960 circa
Bracciale in oro con smalti diamanti e rubini naturali. Italia 1960 circa
Anello in oro bianco diamanti naturali e onice. Manifattura Europea 1940 circa
Anello in oro bianco diamanti naturali e onice. Manifattura Europea 1940 circa
Anello in oro con incastonato tormalina naturale rosa e diamanti. America 1950 circa
Anello in oro con incastonato tormalina naturale rosa e diamanti. America 1950 circa
Spilla in oro smalti e perle naturali. Italia, 1940 circa
Spilla in oro smalti e perle naturali. Italia, 1940 circa

Valenza Gioielli alza il tiro

Valenza Gioielli sfida VicenzaOro e allarga gli inviti.

Dire che sta nascendo una concorrente a VicenzaOro è senza dubbio eccessivo. Però c’è un dato che deve far riflettere: quest’anno l’edizione di Valenza Gioielli, appuntamento riservato agli operatori del settore, ospiterà anche aziende che non fanno parte del distretto piemontese. Insomma, non più solo la promozione delle imprese che sono attive nella zona di Alessandria e sono specializzate nella produzione di gioielli di alta qualità, ma anche brand di altre regioni. Cambia anche la location dell’evento: l’anno scorso si è tenuto a Verbania, quest’anno invece sarà ospitato nel castello di Guarene, in provincia di Cuneo, dove è in programma dal 22 al 24 ottobre. L’iniziativa è promossa da Confindustria Alessandria con il Gruppo Aziende orafe valenzane e condiviso con il Comune di Valenza, oltre che dalla Regione Piemonte. Un altro aspetto che ricorda quelli più classici di Vicenza o Arezzo è il pressing in corso per far convergere a Valenza Gioielli anche operatori internazionali, nonostante sia giusto un mese dopo VicenzaOro September: sono previste presenze da Repubblica Popolare Cinese, America Latina, Vietnam, Malesia, Thailandia,  Stati Uniti, Russia, Armenia, Ucrania, Kazakhistan, Arabia Saudita, Dubai. Tra l’altro, la benedizione ufficiale della associazione degli industriali sarà impartita due giorni prima, il 20 ottobre, quando al Teatro Sociale di Valenza il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, presenterà la nuova edizione di Esportare la Dolce Vita, analisi del Centro Studi di Viale dell’Astronomia, con testimonianze dirette di alcuni imprenditori orafi valenzani. Federico Graglia

Gioielli firmati Carlo Barberis, una delle aziende presenti a Valenza Gioielli
Gioielli firmati Carlo Barberis, una delle aziende presenti a Valenza Gioielli
Gioielli firmati Carlo Barberis
Gioielli firmati Carlo Barberis
Valenza Gioielli nel 2015 si è svolta a Verbania
Valenza Gioielli nel 2015 si è svolta a Verbania
Il castello di Guarene (Cuneo)
Il castello di Guarene (Cuneo)
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