Sarà una delle firme di prestigio presenti alla Biennale des Antiquaires di Parigi (10-18 settembre). E sarà un debutto per Cindy Chao, 41 anni, «artista di gioielli» di Taiwan, che nel 2004 ha fondato la sua The Art Jewel. Ed è davvero di un’artista del gioiello. I suoi pezzi sono piccoli capolavori di oreficeria, con pietre preziose modellate a formare complicati fiori o farfalle. «La mia filosofia è quella di creare gioielli come pezzi d’arte in miniatura, scultura e architettura», ha spiegato al sito Blouinartinfo. Che sono stati subito molto apprezzati: nel 2012 a un’asta di Christie’s a Ginevra il suo primo pezzo venduto all’incanto è stato una spilla a forma di farfalla con zaffiro e diamanti, aggiudicato per quasi 953000 dollari, ben al di sopra della stima di 210-260.000. E l’anno dopo una spilla con rubino sangue di piccione è stata venduta da Sotheby’s per 3,8 milioni. Insomma, in pochi anni si è guadagnata un posto nell’Olimpo dei grandi designer. E a Parigi non solo sarà presente alla fiera allestita al Grand Palais, ma per la prima volta i suoi pezzi saranno visibili in una mostra aperta al pubblico. Se siete dei fans di Chao, potrete ammirare i sui pezzi più iconici e i suoi ultimi lavori, Black Label Masterpiece. Di sicuro sono interessanti: lei non produce più di 36 pezzi all’anno. Federico Graglia
Riflessi di Repossi
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Per una volta la notizia non è una nuova collezione, ma il luogo che le ospita. In particolare, il nuovo flagshipstore di Parigi di Repossi, nella piazza più classica della città per la gioielleria, Place Vendôme. La boutique va segnalata per un motivo: è una specie di navicella spaziale che assomiglia poco alle classiche gioiellerie con velluti e poltrone di morbido cuoio. Lo store Repossi è stato progettato dallo studio olandese di architettura Oma. Ci sono specchi, metallo, schiuma di alluminio, resina, lamelle riflettenti, luci Led. «Architettura e gioielli non sono così distanti come si potrebbe immaginare: sono lontani parenti, che operano a diverse risoluzioni», hanno spiegato gli autori del progetto. L’ambiente si sviluppa su tre piani. I gioielli sono custoditi in teche che sembrano mini grattacieli in vetro. «Ho scoperto il desiderio di fare tabula rasa (in latino significa eliminare tutto), ripensare l’esistente su una sfera molto più ampia con approccio intellettuale e didattico che mi ha affascinato», ha spiegato Gaia Repossi a Wallpaper. È bene ricordare che Repossi, azienda nata a Torino nel 1920, ma ormai attiva in Francia, da un anno è partecipata dal colosso Lvmh, che ne ha acquistato una imprecisata quota di minoranza. L’apertura dello store, probabilmente, è il primo risultato dell’operazione. Federico Graglia
Stroili passa ai francesi di Histoire d’Or
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Dopo Bulgari, dopo Pomellato, dopo Buccellati, ecco un altro brand italiano che prende il treno per l’estero o, meglio, per la Francia: Stroili passa a Thom Europe, holding di Histoire d’Or (gruppo Thom Europe). Si tratta della più diffusa catena di gioielleria francese, ed è circa il corrispettivo di Stroili in Italia. Accesible Luxury, la società controllata dal fondo Investindustrial di Andrea Bonomi e partecipata da un altri fondi di private equity, 21Investimenti, Wise e NB Renaissance, insieme a L Catterton (gruppo Lvmh) e ad altri azionisti di minoranza, hanno raggiunto l’accordo per la vendita dell’intero capitale dell’azienda italiana. Stroili è tra le primi cinque catene retail di gioielleria e orologeria in Europa per ricavi, e conta su 572 punti vendita. Non si conosce la cifra concordata per l’operazione. Al momento Maurizio Merenda, attuale amministratore delegato di Stroili, manterrà la carica anche nel nuovo assetto. La transazione verrà interamente finanziata con azioni e con debito.
La nota ufficiale della società parla di un’operazione che «sosterrà le ambizioni di espansione in Europa» di Stroili, con sinergie che porteranno la nuova realtà a diventare la prima piattaforma internazionale di gioielleria a prezzi accessibili. Nei 12 mesi chiusi al 31 marzo 2016, Stroili ha generato vendite in-store per 216 milioni di euro e un Ebitda proforma di 35 milioni. Thom Europe, che è controllata a sua volta da una serie di fondi di private equity (Bridgepoint, Apax Partners, Altamir, Management e Qualium Investissement), ha generato nei 12 mesi chiusi al 31 marzo 2016, vendite in-store per 387 milioni di euro e un Ebitda pro forma adjusted di 78 milioni. Federico Graglia
Gli anelli dei Pokemon
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Ok, sappiamo che la maggior parte di voi leggerà con scetticismo questa notizia. Ma, forse, non siete tra i milioni di appassionati a Pokémon Go. Per chi non lo conosce, spieghiamo che è un gioco che si ispira ai personaggi dei cartoni animati di 20 anni fa, i Pokemon, che sono ora utilizzati in una sorta di videogioco a cui si partecipa utilizzando lo smartphone. È una specie di caccia in cui bisogna catturare virtualmente i personaggi dei Pokemon che compaiono nei luoghi più impensati e si visualizzano sullo schermo dello smartphone. È diventata una vera mania, che sta coinvolgendo, appunto, un esercito di appassionati in tutto il mondo. Se, per caso, avete una fidanzata o fidanzato che ha questa passione, ora potete scegliere un regalo sicuro: i gioielli ispirati ai Pokemon. Sono ovviamente, prodotti in Giappone e comprendono il classico anello di fidanzamento in oro o argento con diamante. Più, naturalmente, un personaggio della saga. I gioielli sono prodotti dalla U-Treasure. Il prezzo è a portata di Pikachu: circa 750 euro la versione in oro, meno di 300 euro la versione in argento. Rudy Serra
È già ora di VicenzaOro
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È già ora di VicenzaOro (3-6 settembre). E non per modo di dire: la maggiore novità annunciata dal presidente di Fiera Vicenza, Matteo Marzotto (con una conferenza stampa organizzata nella sua casa milanese) e dal direttore generale, Corrado Facco, è lo spazio riservato per la prima volta anche alla orologeria, in particolare quella italiana e indipendente. Dato che da un paio di anni VicenzaOro è organizzata nel format che riunisce le aziende in aree omogenee (Icon, Look, Creation, Expression, Essence), anche i segnatempo avranno la loro. Si chiamerà Now, che oltre a essere una parola inglese è anche l’acronimo di Not Ordinary Watches. Già annunciata la presenza di Altanus Geneve, Brosway, Didofà, Gagà Milano, Ju’sto, Locman, Lucien Rochart, Paul Picot, Save My Day, Sordi, Terra Cielo Mare e Montres Louis Erard.
Un tocco d’oro
Ma non sarà l’unica novità in un appuntamento che, ha notato Facco, cade in un momento delicato per il mercato del lusso, rallentato dalle tensioni geopolitiche e, per quanto riguarda i Paesi mediorientali, dal calo del prezzo del greggio. Insomma, non sarà facile per Fiera Vicenza replicare i numeri dello scorso anno, con 1300 brand e 20mila presenze, tutte di operatori (la fiera non è aperta al pubblico). Un’altra novità è il claim adottato quest’anno: The Golden Touch, applicato a sei tematiche differenti: dall’eccellenza delle produzioni nazionali e internazionali (The Touch of Well Done), ai temi di Corporate Social Responsibility (The Human Touch), alla distribuzione (Get in Touch), ai nuovi trend del settore e del mercato (The new Touch), al respiro internazionale (The Global Touch), alla comunicazione (The Touch of Words) e agli aspetti culturali e di sviluppo che ruotano attorno al mondo del gioiello.
A proposito di cultura: il 2 settembre sarà il giorno della vernice della Mostra Il Gioiello e il Viaggio, organizzata da Fiera di Vicenza e curata da Livia Tenuta. La mostra sarà ospitata nel Museo del Gioiello (che entra a far parte del circuito di Museimpresa), che si trova all’interno della Basilica Palladiana a Vicenza. L’esposizione sarà dedicata all’interpretazione del viaggio, inteso come tema di ispirazione, simbolico o reale, metafora narrativa. Le opere in Mostra appartengono ai giovani designer internazionali under 30, finalisti del concorso Next Jeneration Jewellery Talent Contest 2016, promosso da Fiera di Vicenza con la Scuola di Design del Politecnico di Milano e provenienti dalle più prestigiose scuole internazionali.
Infine, non mancherà l’appuntamento con Trendvision Jewellery+Forecasting, l’Osservatorio indipendente di Fiera di Vicenza, che presenterà il Trendbook 2018+, «guida di riferimento nel settore della gioielleria e del lusso contemporaneo a livello internazionale che non ha eguali», ha sottolineato Marzotto. Il Trendbook è arrivato alla 15esima edizione, segno che il prodotto piace e, probabilmente, ci azzecca.
A Milano 36 fancy vivid yellow
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Sono solo 36: dunque, se amate i diamanti fancy yellow dovete affrettarvi. Diamond Love Bond, società specializzata a operare in diamanti naturali certificati di elevata qualità (che seguono i più alti standard delle 4C, colore, purezza, carato e taglio), presenta la prima collezione di diamanti naturali gialli Vivid. Sono 36 rari diamanti da 0,50 a 2 carati, proposti in diversi tagli (round brilliant, emerald, cushion brilliant, heart shape) certificati dal Gia, Gemological Institute of America. Quello che li rende più rari è la classificazione vivid, che indica un colore particolarmente brillante. I diamanti colorati naturali, ovvero Fancy Natural Color, sono fra i più ambiti perché ne esistono pochi esemplari al mondo: solo uno ogni 10mila. Il 60% di questi diamanti è genericamente giallo, mentre solo il 3% ha intensità Vivid.
I 36 diamanti proposti non sono pietre singole. Al contrario, sono utilizzati per comporre gioielli disegnati da Fulvio Maria Scavia, uno dei più grandi designer e gioiellieri a livello mondiale, anima della maison Scavia, fondata a Milano nel 1911, dove ha sede il principale flagship store. Il risultato è una collezione che comprende pendenti, anelli e orecchini unici.
La collezione è disponibile in esclusiva nella sede di Diamond Love Bond in Via della Spiga 9 a Milano su appuntamento (0276009691) e presso le filiali di Ubi Banca. Siamo in grado di indicare anche qualche prezzo: per la parure, il pendente: 87.157 euro, l’anello 22.986, gli orecchini 71.100. L’anello amazing: 62.883 euro. M.B.
Rubini da sogno
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Vi piacciono i rubini? Ovvio. Sono una delle pietre preziose più amate, anche se spesso confuse con spinelli e granati. Un rubino ha un colore che va dal rosa al rosso sangue (sono i più pregiati). Da un punto di vista della gemmologia è una varietà del corindone (ossido di alluminio), che è trasparente: il colore è dovuto principalmente alla presenza al suo interno di cromo . Il suo nome deriva dalla parola latina ruber, che significa rosso. Ma, quello che è più interessante è l’impiego del rubino in gioielleria: è una delle gemme più apprezzate fin dall’antichità. Per celebrare questa pietra, Sotheby’s ha pensato di confrontare alcuni dei pezzi più belli (la gallery completa la trovate qui) venduti dalla casa d’aste: ci sono semplici anelli con un grosso rubino, ma anche creazioni più complesse, come la spilla che rappresenta un pavone che pesa 48,57 carati, oppure la classica Panthère di Cartier, o la spilla della serie Ballerine di Van Cleef & Arpels. Ma il rubino più caro al momento è quello montato su un anello di Cartier: è stato venduto per 30 milioni di dollari. Federico Graglia
Sfilate di Parigi, in passerella anche i gioielli
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Sfilate, celebrity, party: a Parigi la moda ha, come di consuetudine, fatto il pieno di stranezze, ma anche di lusso. E sulle passerelle non sono mancati i gioielli. Ecco una carrellata di immagini raccolte nella capitale francese.
Araya A. Hargate
Petra Nemcova
Miroslava Duma
Natalia Vodianova
Olivia Palermo
Valentino
Valentino
Valentino
Zuhair Murad
Jean Paul Gaultier
Valentino
Elie Saab
Elie Saab
La Saga degli smeraldi di Van Cleef & Arpels
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La Saga degli Smeraldi di Van Cleef & Arpels. La Maison parigina regala agli appassionati di gioielli qualcosa di più di una sbalorditiva collezione: offre anche una storia. Dietro a una serie di gioielli da cinque stelle, alta gioielleria che diventa un insieme di capolavori di oreficeria e ingegno, di composizione e fantasia, di lusso e passione gemmologica, ci sono pezzi di storia. Van Cleef & Arpels ha saggiamente deciso di raccontarla per far comprende tutto quello che può essere rappresentato da un gioiello (potete leggerla nella pagina seguente).
Ma veniamo alla collezione, composta da oltre 1400 carati di smeraldi selezionati da esperti gemmologi di Van Cleef & Arpels. Arrivano dalla Colombia o dallo Zambia, ma sono uniti dalla qualità delle pietre, di un verde molto carico. Per apprezzarne l’intensità, racconta la Maison, gli esperti osservano le pietre attraverso lampade a luce nordica, che ne svela il cromatismo nel modo più corretto.
Il secondo criterio è la purezza. Lo smeraldo presenta forse i cosiddetti jardin, le famose inclusioni tanto caratteristiche? Dove si trovano? Benché esse appartengano all’identità stessa della pietra, alla sua storia, la Maison è molto attenta affinché si rivelino con finezza ed equilibrio.
La materia rappresenta il terzo criterio di selezione. Anche se meno conosciuto, esso è tuttavia un fattore di primordiale importanza per Van Cleef & Arpels. Secondo la Maison uno smeraldo deve distinguersi anche per la qualità della sua cristallizzazione. Due pietre possono presentare lo stesso colore, eppure l’una brillerà più dell’altra. È la materia, la lucentezza a fare la differenza.
Infine, bisogna tenere conto del taglio della pietra e delle sue proporzioni. È a questo punto che entra in gioco l’arte degli specialisti: essa consiste nello scegliere, in funzione del cristallo grezzo o già tagliato, il modo in cui conferirgli più lucentezza, sublimarne il colore o, ancora, eliminare un’impurità troppo presente.
La Maison valuterà la qualità del taglio e l’eleganza della forma, che deve catturare lo sguardo. Il rispetto di questi differenti criteri permette a Van Cleef & Arpels di proporre da diversi decenni delle Pierres de Caractère, pietre che, distinguendosi dalle altre, sanno suscitare un’emozione. Poiché la pietra è il cuore del processo creativo, tutto trae origine da essa. Alcune di esse trovano rapidamente posto in seno a un gioiello, altre attendono pazientemente la creazione gioielliera che saprà metterle in valore. Sono i tesori raccolti nel corso di più di dieci anni ad aver ispirato questa collezione, che riflette tutta la maestria dell’Alta Gioielleria della Maison.
Collana Grand Opus
Creazione cardine della collezione Emeraude en majesté, la collana Grand Opus mette in risalto tre smeraldi colombiani intagliati, detti vieille mine, per un totale di 127,88 carati. La finezza e la regolarità dell’incisione, i motivi scanalati che richiamano, in particolare, le parure dei maharaja conferiscono loro tutto il fascino delle pietre antiche. Trattenuti da sobri nastri di diamanti, essi si combinano in modo armonioso, pur distinguendosi per le perfette proporzioni e il carattere unico. Completata da un paio di orecchini, una spilla e pendenti amovibili, questa parure può essere portata in vari modi. I tre smeraldi possono, infatti, essere posizionati a piacere sulla collana, sulla spilla o sugli orecchini. Allo stesso modo, delicati pompon di perle di coltura bianche impreziosiscono i differenti elementi della parure. Coniugando Pierres de Caractère e arte della metamorfosi, questa creazione testimonia dell’eccellenza e dello stile distintivo della Maison.
Anello Canopée
Dal sogno di una freschezza tropicale lussureggiante di vegetazione, è nata l’idea dell’anello Canopée. Suggerendo un’oasi vegetale, questa creazione interpreta l’estetica del solitario attraverso una composizione elegantemente asimmetrica. All’ombra di uno smeraldo colombiano di 13,52 carati, volute di diamanti con taglio a baguette si dispiegano sulla mano. Oggetto di un notevole lavoro di volume e movimento, le fronde si arricchiscono di una nervatura in oro bianco levigato. Profonda e ben proporzionata al tempo stesso, la pietra risplende grazie alla sua materia vivente e al suo colore intenso, percorso da una nota di giallo che le apporta un calore unico. Il castone e il corpo dell’anello si arricchiscono di delicate file di diamanti allo scopo di rendere l’elemento naturale ancora più prezioso.
Collana Drapé Majestueux
Improntato alla haute-couture, fonte d’ispirazione fondamentale per Van Cleef & Arpels, il panneggio costituisce la linea guida di questa collana concepita come un tessuto prezioso. Cade in modo estremamente fluido grazie a tre file di smeraldi sferici che scivolano sulla pelle, sposando con naturalezza la curva del collo. Per un totale di 244,24 carati, questi 150 smeraldi provenienti dallo Zambia sono stati selezionati per l’omogeneità della taglia, compresa tra 6 e 8 mm, e l’intensità dei loro riflessi. Formano un insieme di una limpidezza rara per delle pietre taglio cabochon, sottolineato da motivi ornamentali in diamanti in parte ritagliati in funzione dell’opera: rotondi, quadrati, Asscher, a baguette o, ancora, obus. Delicatamente lavorato, il motivo retrostante può ricadere sulla schiena oppure abbellire il décolleté a guisa di un pendente sfavillante.
Bracciale Twist émeraude
Caratterizzandosi per l’audace associazione di colori e linee, questo bracciale deve la sua estetica ai gioielli torques, che hanno ispirato la Maison fin dagli anni Venti. Alle due estremità di un tortiglione, due cabochon di smeraldi sembrano attrarsi l’un l’altro in un prezioso abbraccio. Lungo la parte ricurva s’intrecciano linee di diamanti e di zaffiri viola a contrastare le due pietre di 19,80 e 21,48 carati. Queste ultime posseggono la stessa intensità di verde, sottolineata dalla profondità del taglio cabochon, la stessa limpidezza della materia, armoniosamente abitata da jardin, e una brillantezza rara per delle pietre levigate. Per la sua simmetria e la sottile gradazione di gemme, il bracciale Twist Emeraude ha richiesto competenze gioielliere estremamente precise, testimoniate anche dal suo sistema di apertura. Le due estremità si discostano, infatti, dolcemente, in modo da lasciare passare il polso per poi richiudersi ripristinando il loro tête-à-tête originario.
Collana Claudine
Ispirata al celebre colletto Claudine, questa collana ricorda, per la sua composizione regolare e maestosa, la grande gioielleria francese dell’inizio del XIX secolo. Fa risaltare nove smeraldi provenienti dalle antiche miniere della Colombia, che variano da 3,99 a 6,04 carati, totalizzando un peso eccezionale di 42,07 carati. Invitando a tuffarsi nel cuore stesso delle gemme, il taglio smeraldo permette di apprezzare la loro materia vivente ed estremamente cristallizzata. Incastonate su motivi a ghirlanda di diamanti, queste pietre conferiscono un ritmo cadenzato ai preziosi festoni della collana, la quale si distingue anche per le differenti trasformazioni che la caratterizzano. Il motivo anteriore, in cui è incastonata la pietra più importante in termini di peso, può, infatti, essere separato e indossato come spilla, mentre il motivo a cravatta del verso presenta un pendente amovibile, anch’esso ornato di uno smeraldo.
Anello Entre les Doigts Lune d’eau
L’anello Entre les Doigts Lune d’eau accosta fin quasi a sfiorarsi due ninfee appena sbocciate. Esso mette in scena, in un tenero vis-à-vis, uno smeraldo dello Zambia e un diamante, accuratamente abbinati in un perfetto equilibrio di peso e forma. Lo smeraldo di 3 carati, tagliato a goccia allungata, svela dolcemente il suo colore intenso, mentre il diamante DIF di 3,03 carati, di una qualità straordinaria, infonde purezza e splendore alla creazione. Intorno alle due pietre centrali, brillanti e smeraldi con taglio a baguette raffigurano le foglie della ninfea che, in un sottile gioco di rilievi, sono disposte a differenti altezze e inclinazioni. Poiché l’attenzione al confort П pari a quella prestata all’estetica dell’oggetto, il corpo dell’anello è stato minuziosamente studiato in modo da adornare la mano con eleganza.
Collana Serrania
La collana Serrania è concepita intorno a uno smeraldo di 26,43 carati. Caratteristico degli antichi giacimenti della Colombia, esso presenta una materia e un colore vibranti, che gli conferiscono un fascino unico, mentre il peso – il pù importante della collezione – è valorizzato dal taglio a cuscino, in un sottile equilibrio tra dolcezza e splendore. Questa Pierre de Caractère si staglia al centro di un decoro di diamanti minuziosamente studiato coll’intento di evocare motivi precolombiani. Per completare la composizione, una perla fine di 26,82 carati, leggermente barocca, illumina lo smeraldo dando vita a un matrimonio di rarità e prestigio. Secondo la tradizione dei gioielli trasformabili cara a Van Cleef & Arpels, il motivo e la perla fine possono staccarsi dalla collana ed essere indossati insieme come spilla. Tesori della terra e del mare sono così magnificati secondo differenti varianti.
Bracciale Liens Antiques
Attraverso l’intreccio di pietre preziose, il bracciale Liens Antiques esprime la perennità di un affetto. La sua forma in rilievo e in movimento ricorda appunto il nodo di Ercole, che nella mitologia classica simboleggia l’unione. Il tema del nodo, ricorrente nella storia creativa di Van Cleef & Arpels, è qui interpretato in uno stile tanto elegante quanto innovativo. Il bracciale dispone ad arco undici smeraldi ottagonali che, incastonati l’uno accanto all’altro, risplendono dello stesso verde profondo, caratteristico delle miniere della Colombia. In virtù dei criteri di selezione estremamente esigenti della Maison, sono stati necessari diversi anni per comporre un tale lotto, del totale di 19,38 carati. In un gioco di linee dolci o più geometriche, quest’arcata è ritmata da zaffiri con taglio a goccia non sfaccettati, che attraverso il loro blu fanno risaltare l’armonia degli smeraldi. Incastonati con andamento digradante su due nastri, i diamanti rotondi o tagliati a baguette vanno a illuminare questo insieme che riflette tutto il virtuosismo gioielliero della Maison.
Collana Talisman Papillons
Brillando al centro di un prezioso medaglione, lo smeraldo della collana Talisman Papillons esercita tutto il potere di attrazione tipico delle pietre rare. Di un peso di 16,52 carati, proviene dagli antichi giacimenti della Colombia – origine storica molto ricercata – e affascina per il suo colore: un verde profondo, venato di un tocco di blu caratteristico delle miniere di Chivor. La sua materia densa e luminosa dall’eccezionale limpidezza è esaltata dalle sfaccettature del taglio a cuscino, alle quali fa eco una scacchiera di smeraldi e zaffiri. Tra queste pietre sfaccettate e suiffé, si librano due farfalle, eteree guardiane a protezione del loro tesoro. Alla sinuosa pienezza di questa composizione traforata, risponde la fluidità di un pompon di perle di coltura bianche. Adattandosi a differenti circostanze, la collana può essere indossata senza il pompon o senza il medaglione, poiché tanto l’uno quanto l’altro si staccano per poi unirsi a formare una spilla che danza al ritmo dei movimenti del corpo.
Spilla Bouquet d’émeraudes
Ricreando tutta la vitalità di un bouquet lussureggiante, questa spilla mostra l’affetto di Van Cleef & Arpels per la natura, fonte d’ispirazione in perpetuo rinnovamento. Il bouquet è concepito partendo da un raro lotto di undici pietre incise originarie dello Zambia, per un totale di 32,53 carati. Con tutta la delicatezza che lo smeraldo richiede, esse sono state minuziosamente lavorate secondo forme differenti e incastonate su oro giallo intorno a un cuore di brillante. Accompagnati da cabochon di crisopraso, questi fiori danno vita a un infinito gioco di sfumature, di tagli e di riflessi, che infondono una vitalità primaverile all’insieme. Le foglie, in forte rilievo, sembrano anch’esse ondeggiare sotto l’effetto di un vento leggero, che fa scintillare i diamanti di cui si compongono.
Collana émeraude entrelacée
Ci sono legami che amiamo rinnovare indefinitamente. Rivisitando uno schizzo Van Cleef & Arpels degli anni Cinquanta, la Collana émeraude entrelacée perpetua la tradizione dei nodi e dei nastri preziosi inaugurata dalla Maison proprio in quest’epoca. Grazie alle sue linee di un’estrema purezza, essa sublima, al centro, uno smeraldo colombiano di 17,82 carati dalle generose proporzioni. Di un verde denso e carico, esso invita lo sguardo a tuffarsi in una materia dalla cristallizzazione eccezionale. Il taglio smeraldo magnifica la brillantezza di questa pietra che Van Cleef & Arpels ha scelto di incastonare orizzontalmente, accentuando la sensazione di un’ampia finestra dischiusa su un favoloso mondo minerale. Quest’ultima trattiene due nastri di diamanti rotondi e con taglio a baguette che s’intrecciano in un elegante gioco di luce.
Leggete qui la storia degli smeraldi di Van Cleef & Arpels
Unexpected jewels
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Si chiama Unexpected creations ed è un libro dedicato a una delle più inconsuete aziende del lusso: la tailandese Lotus Arts de Vivre. L’editore, Assouline, ha deciso di pubblicare il volume dedicato alle creazioni più sorprendenti del brand di design, che oltre ai gioielli produce anche accessori e decorazioni per la casa. Le immagini raccolte e dedicate alla gioielleria, però, non lasciano dubbi: la Maison è il frutto del matrimonio tra Oriente e Occidente. A fondare Lotus Arts de Vivre sono stati Helen e Rolf van Bueren oltre 30 anni fa. Olandesi innamorati della cultura e dell’abilità artigianale asiatica, hanno iniziato a lavorare con semi, noci, gusci di cocco, pelle di struzzo e emù, ali di scarabeo, ebano e legni pregiati, conchiglie, bambù. Ancora oggi il brand va in India per il taglio delle pietre, in Indonesia per l’intaglio del legno, in Thailandia per la lavorazione dei gioielli, ma anche in Giappone e Cina per la lacca. Lo stile orientale-occidentale dell’azienda è così unico che sono spuntati collezionisti in mezzo mondo, da Palm Beach a New York, da Londra a Cannes, da Delhi a Dubai e da Pechino a Bangkok. A mandare avanti la società sono ora i figli dei fondatori, Sri e Nicki von Bueren. Con un buon risultato, come testimonia l’idea di dedicare un libro alla Maison. Alessia Mongrando
A Monaco all’asta Belperron & c
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Volete unire il mare, il lusso e il brivido di un’asta di gioielli? Segnatevi sull’agenda questa data: 16-19 luglio. Nel Principato di Monaco, sotto le insegne di Artcurial, all’Hôtel Hermitage è in programma una maratona estiva che comprende la vendita di 563 pezzi. Ce n’è per tutti i gusti, a partire da un valore d’asta di mille euro (per una spilla con diamanti), fino a salire a stime decisamente più elevate. E si capisce perché: accanto a pezzi interessanti, ma anonimi, sono all’incanto bracciali, anelli e collane delle maggiori firme della gioielleria, da Bulgari a Van Cleef & Arpels, da Cartier a Boucheron. Ma non mancano neppure le firme dei grandi designer, come nel casi di Suzanne Belperron, che abbiamo scelto per sintetizzare l’evento, oppure Jean Vendôme o gli scultori francesi Arman e Cesar. I pezzi all’asta spaziano da gioielli dei primi Novecento a pezzi contemporanei, con una (ovvia) prevalenza delle Maison francesi. Pezzi che, sull’abbronzatura, dovrebbero risaltare benissimo. Federico Graglia
Perle da Recarlo per Veronica
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Perle nere di Taaiti o australiane per questi gioielli di Recarlo ♦
Perle per Veronica da Recarlo. Non è il regalo a una fiamma del proprietario della Maison di Valenza, ma il nome della nuova collezione che gira attorno al pallido frutto dell’ostrica. Perché la scelta del nome sia caduta proprio su Veronica non è noto, ma di certo i gioielli che abbinano diamanti alle perle bianche o grigie piaceranno anche alle donne con nomi che hanno iniziali dalla A alla Z. I diamanti sono composti in diverse dimensioni sono utilizzati come tessere di un mosaico che si trasforma in fiori, gambi o forme geometriche. In un certo senso contrastano con la compostezza solitaria della perla, che è una forma morbida per definizione. La collezione comprende orecchini e collana in due varianti: con perle austrialiane e di Thaiti. Il prezzo è fornito su richiesta. Lavinia Andorno
Un flop l’asta del super diamante
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Niente da fare: il diamante più grande non è stato venduto da Sotheby’s (lo avevamo anticipato qui. L’asta del diamante da 1.109 carati, il secondo più grande di sempre, non ha raggiunto il minimo previsto. Gli acquirenti, anonimi, si sono fermati a 61 milioni di dollari, contro i 70 milioni del prezzo minimo fissato da Lucara, l’azienda che aveva scoperto la gemma preziosa nel novembre scorso in una sua miniera nel Botswana. Bisogna contare anche che il prezzo battuto dal banditore di un’asta non è netto: a questo si aggiunge una commissione di circa il 12%. In questo caso, dunque, l’acquirente avrebbe sborsato 68 milioni di dollari se si fosse aggiudicato il diamante. Il diamante La Rona, come era stato battezzato, ha le dimensioni di una palla da tennis (circa 66,4 x 55 x 42 millimetri), e vanta una eccezionale trasparenza. Oltre che un’età venerabile: da 2,5 a oltre 3 miliardi di anni. Ma, secondo gli esperti, è anche difficile da tagliare per ricavarne pietre da utilizzare su un gioiello. Federico Graglia
A Milano più facile valutare i gioielli
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Volete far valutare i gioielli di famiglia? O piuttosto acquistare un diamante da investimento ma temete di prendere una fregatura? I vertici di 50&Più Milano, uno dei più grandi Sistemi associativi di Confcommercio, hanno firmato una convenzione con Diamond Service Company, società di consulenza specializzata nel settore della gioielleria, delle pietre preziose e dei diamanti per investimento, con ”consulenti fidati, capaci di rispondere a qualsiasi esigenza in materia di preziosi, per acquistare, stimare, vendere gioielli e pietre preziose”. ”Pur offrendo uno sconto ai tesserati, l’accordo vuole essere molto di più di un’offerta promozionale”. “Dsc è una società che ha al suo interno un’area dedicata alla commercializzazione di oro e gioielli, ma il nostro core business sono la consulenza e i servizi” spiega Maurizio Spoldi, amministratore della Diamond Service Company. La società punta inoltre sulla ”sensibilizzazione culturale sulle reali opportunità del mercato dei preziosi”.
Antonini, un’attesa Extraordinaire
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Antonini ha presentato la collezione Siracusa a Baselworld (ne abbiamo parlato qui). Ora questa linea di gioielli ispirata ad Archimede, il matematico che visse nella città siciliana, si arricchisce di un nuovo pezzo. Si tratta di un grande bracciale sinusoidale creato in esclusiva per Luisaviaroma (vendite online). Il bracciale sostituisce la linea di diamanti con i rubini, in una edizione limitata. La struttura in oro giallo lucido è segnata da una base di rodio nero sulla quale sono incastonate le 53 pietre color rosso porpora. Resta intatta la filosofia della collezione a base di cerchi, ellissi, curve che si intersecano, in omaggio alla scienza della geometria, di cui Archimede è stato uno dei teorici più famosi. Ma non è l’unica novità in serbo della Maison milanese. In arrivo, infatti, ci sono i nuovi pezzi unici della collezione Extraordinaire, nati successivamente alla fiera di Baselworld su disegno di di Sergio Antonini: saranno presentati al prossimo VicenzaOro di settembre (padiglione 6, stand 121). Alessia Mongrando
I gioielli di Masterpiece London
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Antiquariato, ma anche tanti gioielli straordinari: Masterpiece London è la principale fiera internazionale per l’arte e il design, che attira collezionisti da tutto il mondo. Tra i 154 stand di selezionati espositori si trova di tutto, dalla statua antica ai gioielli contemporanei. Tutto, però, di un livello alto, altissimo. Tutte le opere sono in vendita e certificate da esperti internazionali per garantire provenienza e qualità. Si trovano, per esempio, gioielli firmati da Suzanne Belperron, di Castellani e perfino di Salvato Dalì, accanto a Maison acclamate come Cartier e Van Cleef & Arpels, Chase, Verdura, Hemmerle, Boghossian, Somlo, SJ Phillips, Véronique Bamps, Chatila e Grima. Non pensate, però, di trovare gli stessi gioielli che potete acquistare in gioielleria. Questi sono una razza a parte. E ci sarà anche Wallace Chan, che farà il suo debutto nel Regno Unito proprio per la Masterpiece London: il designer di Hong Kong presenterà la Collana Seta 2016 creata apposta per la Fiera, composta di 54 diamanti, 124 tormaline rosa, diamanti colorati, zaffiri rosa e agata bianca. Federico Graglia
Masterpiece London
30 giugno – 6 luglio 2016
Royal Hospital Chelsea, South Grounds
www.masterpiecefair.com
Orario: 11:00-21:00
Van Cleef & Arpels a passo di danza
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Sadler Wells ha presentato a Londra la prima mondiale di On the other side, terzo capitolo della trilogia Gems del ballerino e coreografo Benjamin Millepied. Che cosa c’entra questo con i gioielli? Semplice: l’evento ha avuto il supporto di Van Cleef & Arpels, che è famosa anche per le sue spille che raffigurano ballerine classiche. Creata da Benjamin Millepied con la sua compagnia L.A. Dance Project, la trilogia è ora completa, anche grazie alle musiche di Philip Glass. Alla trilogia hanno contribuito il designer Alessandro Sartori e l’artista americano Mark Bradford, che hanno firmato rispettivamente i costumi e le scene per il nuovo balletto. I precedenti capitoli sono stati rappresentati nel 2013 e nel 2014. La danza è un tema affrontato molte volte da Van Cleef & Arpels. Le prime spille della ballerina della Maison sono state create nel 1940 a New York, su richiesta di Louis Arpels, amante della danza classica e dell’opera. Le spille sono diventate presto molto ricercate dai collezionisti. Il nipote, Claude Arpels, era anche un grande amico di George Balanchine e con lui ha ideato uno dei balletti più famosi: Jewels, ispirato da smeraldi, rubini e diamanti. La prima rappresentazione si è tenuta a New York nel mese di aprile del 1967. Ora, con il supporto a questa trilogia, il connubio tra Van Cleef & Arpels e il balletto si rinnova. Rudy Serra
I sorprendenti gioielli di Roberto Paolini
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Da chef a scultore, passando per i gioielli: Roberto Paolini, scomparso un paio di anni fa, è stato un artista outsider. Molto conosciuto a pochi, cioè agli appassionati di arte contemporanea. Ed è stato anche un collezionista di gioielli. E a Palazzo Serbelloni, a Milano, sede della celebre casa d’asta Sotheby’s, sono stati presentati i gioielli della sua collezione. Nell’occasione è stata presentata anche la monografia dedicata all’artista, curata da Adriana Polveroni e edita da Maretti Editore. Un volume che è il frutto di una serie di eventi- performance a porte chiuse, tenuti presso musei, enti e istituzioni nazionali, in un percorso che è iniziato già ad ottobre. Il progetto nasce grazie alla direttrice dell’Archivio Paolini e figlia dell’artista, Elena Paolini. Lei, negli anni Ottanta e Novanta, ha visto nascere da giovanissima le creazioni di suo padre. A sorpresa, a distanza di quasi trent’anni, qualcuno le ha fatto il regalo di portarla in una stanza piena dei gioielli plasmati da suo padre, che aveva conservato e archiviato attraverso gli anni. Travolta dall’emozione e dalla bellezza di questa collezione, decise quindi di dar vita all’archivio e a questo progetto.
Qui parliamo di gioielli, ma Roberto Paolini comunicava l’arte attraverso le sue sculture e i dipinti, ma anche attraverso la sua cucina: era noto anche come chef. Dopo la partecipazione italiana (Museion di Bolzano, Mart di Rovereto, Palazzo Fortuny di Venezia, il Macro di Roma, la Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti di Camogli, la Collezione Ernesto Esposito di Napoli, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino), in futuro la collezione dovrebbe continuare nel suo tour, questa volta internazionale, con tappe anche a Londra e Miami.
Nella monografia, in più degli scatti degli eventi, potrete trovare rare foto ritrovate fatte dall’artista stesso, e archivi di giornali poiché alla fine degli anni Ottanta i gioielli di Roberto Paolini sono stati indossati da Monica Bellucci in un calendario di Amica, e in diverse riviste di moda. E.A.
Aste: Faraone batte la regina
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Come avevamo anticipato qui la storica gioielleria di Milano, Faraone (le origini risalgono al 1860), ha debuttato nelle vendite all’asta con mettendo all’incanto, tra gli altri pezzi, anche la parure di diamanti appartenuta alla Regina d’Italia Margherita di Savoia e ricevuta in dono dal consorte Re Umberto I d’Italia. Patrizia di Carrobio, banditrice, ed esperta di diamanti, pietre preziose e gioielli vintage, alla fine della vendita ha messo in bilancio oltre 2 milioni di euro in pezzi venduti. Al Four Seasons di Milano hanno posto le loro offerte per 146 lotti, tra cui, appunto, la parure di diamanti appartenuta alla Regina d’Italia Margherita di Savoia. Il gioiello è stato acquistato per un valore di 185,000 euro. Un anello della stessa Faraone, con zaffiro centrale di 24,85 carati, con due diamanti laterali, ha però battuto il gioiello regale: è stato battuto per 330,000 euro. Anonimo il compratore. In vendita c’erano anche alcune pietre. Un diamante taglio brillante (7,44 carati) HVVS2 è stato venduto per 130.000 euro, mentre uno da 5,01 carati ha fossato il prezzo a 105,000. Entrambe le pietre, spiegano da Faraone, sono state acquistate da due commercianti stranieri. Da segnalare anche un anello in platino con perla naturale battuto per 55,000 euro. Un po’ meno brillante la vendita di orologi. La prossima asta è programmata per la fine ottobre dove protagonista sarà per ora l’Ulivo Bianco, una scultura di Agatino Cappella in platino con 3.000 diamanti per un totale di 366 carati. Federico Graglia
Graff, a Parigi una super pera
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Diciamo la verità: di sicuro per i diamanti le dimensioni contano. Lo sa bene Graff, Maison londinese con la passione per le pietre più amate. Da sempre collezionista di pezzi straordinari, Graff ha deciso di mostrarne uno al pubblico per far conoscere la nuova boutique aperta a Parigi. Il diamante si chiama Graff Vendôme: è una pietra tagliata a forma di 105.07 carati, qualità D. Il diamante celebra l’apertura del suo nuovo negozio che si trova, appunto, in Place Vendôme a Parigi. Il diamante ha una storia interessante: è stato creato a partire da una pietra grezza da 314 carati trovata in una miniera del Lesotho. Per prima cosa la pietra è stata sottoposta a una mappatura 3D computerizzata. Poi, i maestri intagliatori di Graff hanno studiato per mesi il taglio giusto, eseguito al laser, per passare alla seconda fase della lucidatura a mano. Dal diamante grezzo sono poi stati tagliati altri 12 pezzi, il più grande è di 17.10 carati, classificati di massima qualità. Nel caso vogliate guardare da vicino al pera più bella (e costosa) del mondo, la boutique di Graff in Place Vendôme è proprio vicino al Ritz di Parigi. Rudy Serra