Burato è uno storico brand di gioielli che si trova nell’area di Venezia, ma è anche uno dei pochi del settore a presentare una collezione con un pizzico di originalità. Su Facebook, infatti, si legge: “Si trovava nella città di Venezia, Galileo Galilei, quando presentava al governo lagunare l’invenzione che avrebbe rivoluzionato il mondo dell’astronomia per sempre: il telescopio. A oltre 400 anni di distanza da quel giorno, il fascino misterioso della volta celeste non smette ancora di farci sognare a testa in su”.
Ecco come presentare in modo intelligente una piccola collezione in oro rosa 18 carati, con l’aggiunta di piccoli diamanti bianchi e neri. Anelli, orecchini, bracciali hanno un design classico, che rientra nei canoni sperimentati della gioielleria, che è sempre gradito dal pubblico femminile. D’altra parte, è anche lo stile di Burato, come testimoniano le altre collezione della Maison: geometrie moderne, ma senza eccedere cadere nella astrusità di certe collezioni che inseguono a tutti i costi l’originalità.
Sicis Jewels su Saturno
Saturno è il sesto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e il secondo pianeta più massiccio, dopo Giove. Ma è anche l’astro più misterioso, con i suoi anelli e i 146 satelliti. Per questo ha avuto un ruolo anche nella cultura, nella mitologia e in alcune credenze religiose. Non sorprende, quindi, che Saturno sia anche fonte di ispirazione per la gioielleria. Come nel caso della collezione Saturno di Sicis, avvistata a Haute Jewels Geneva. La direttrice creativa Gioia Placuzzi ha progettato anello, orecchini e collana con la tecnica tipica della maison: il micro mosaico.
Le minuscole tessere compongono il cielo stellato, incastonate sulla base di oro giallo, ravvivata da diamanti e grandi perle dorate South Sea. La collezione si aggiunge all’ormai vasto repertorio della maison. Altre novità, per esempio, si sono aggiunte alla collezione Giardino, dove il micro mosaico compone piccoli fiori su tonalità rosa, a cui è abbinata una tanzanite tagliata a goccia e zaffiri.
In questo caso la collezione presenta anche anelli componibili: i due elementi che compongono il gioiello possono essere indossati uniti in un unico gioiello, divisi, oppure uno alla volta, separatamente.
Gioielli di Francesca Amritheatrof per Codognato
La sfida è impervia: passare dallo stile new art déco dell’alta gioielleria Louis Vuitton al neo barocco veneziano. Contemporaneamente. Ma è la sfida raccolta da Francesca Amritheatrof, direttrice artistica di orologi e gioielli per Louis Vuitton ed ex direttrice del design di Tiffany & Co, che è diventata anche responsabile creativa di Codognato, una storica gioielleria della città lagunare, fondata nel 1866. Un anno fa, con la scomparsa di Attilio Codognato a 86 anni, gli eredi Mario (curatore e direttore di Berggruen Arts & Culture) e Cristina Codognato (che lavora come psicoterapeuta a Londra) si sono trovati nella necessità di un supporto creativo. Attilio Codognato, quarta generazione della famiglia, ha realizzato raffinati gioielli ed era apprezzato da collezionisti di tutto il mondo per le sue creazioni, ispirate alla tradizione orafa di Venezia.
La scelta di Francesca Amritheatrof non è casuale. La direttrice creativa di Louis Vuitton è amica di famiglia, conosceva bene Attilio Codognato e, inoltre, è ha studiato a Londra assieme al figlio, Mario Codognato: lei ha approfondito il tema del design, lui del mercato artistico. Francesca Amritheatrof proseguirà il suo lavoro con il colosso di Parigi, ma curerà anche la produzione artigianale di Codognato, che manterrà il legame con gli orafi che da sempre realizzano i gioielli della piccola Maison, che si è appena trasferita in Calle Vallaresso. La collaborazione ha già dato i primi frutti: la prima collezione di Francesca Amritheatrof per Codognato, intitolata Ultima Mano. Che però segna un inizio.
Sei eccezionali orologi-gioiello di Piaget
Alta gioielleria + alta orologeria = Piaget. L’equazione o, se preferite, l’algoritmo segna un risultato che è sempre lo stesso: pezzi unici, realizzati con eccezionale maestria e un’altrettanto fuori del comune fantasia. A Ginevra, in occasione di Watches & Wonders 2024 la Maison svizzera ha presentato una serie di creazioni orologio-gioiello fotografate dala fotografo americano Ben Hasset, capace di rendere ancora più suggestivi bracciali-orologio e collane. Le nuove creazioni seguono di poche settimane il lancio di una delle icone dell’orologeria degli anni Settanta: Piaget Polo 79.
Un esempio del connubio tra alta gioielleria e alta orologeria è lo Swinging Sautoir Watch: una lunga collana in oro rosa e diamanti, con quadrante dell’orologio in opale, con movimento al quarzo e un diametro dell’orologio di 29 millimetri.
A Ginevra la Maison ha presentato anche un raffinato sautoir componibile. La collana è realizzata in oro, malachite, turchesi, zaffiri gialli e un’acquamarina di 6,11 carati. Il ciondolo è uno grande zaffiro giallo dello Sri Lanka da 29,24 carati. A questa gemma si può aggiungere l’orologio con quadrante di turchese e movimento al quarzo. La cassa dell’orologio può essere rimossa dal sautoir per essere agganciata a un cinturino in raso ed essere indossata al polso. Il sautoir può quindi essere indossato con oppure senza cassa dell’orologio.
Un’altra combinazione tra alta gioielleria e orologeria riguarda un altro sautoir in oro rosa. Anche questo utilizza uno zaffiro giallo dello Sri Lanka di 11,31 carati taglio smeraldo, assieme a un opale cabochon, un diamante bianco taglio smeraldo, altri zaffiri gialli, calcedonio. In questo caso l’orologio ha un quadrante in opale. E anche questa è una creazione trasformabile: la cassa dell’orologio può essere rimossa dal sautoir per essere agganciata a un cinturino in pelle di alligatore e indossata al polso. Il sautoir può quindi essere indossato senza cassa dell’orologio.
Piaget ha presentato anche tre bracciali gioiello-orologio di alta gramma. Il primo prevede un largo bracciale di oro rosa a trama intrecciata, con all’interno un orologio da 35 millimetri con quadrante di opale nero. Il secondo, pezzo unico, è realizzato in oro bianco, con un quadrante formato da diamanti taglio baguette. Anche il bracciale utilizza gemme tagliate a baguette: si tratta di diamanti, rubini e zaffiri rosa applicati in modo da creare una sfumatura dal rosso al bianco. L’orologio è a carica manuale con all’interno un calibro 430 Piaget. Il diametro è di 27,5 x 30 millimetri.
Un altro modello di orologio-gioiello utilizza un quadrante formato da rubini (6,36 carati) taglio baguette, mentre il bracciale e il case sono interamente in diamanti bianchi (57 carati), sempre con taglio baguette. Anche questo segnatempo ha all’interno un calibro Piaget e la carica è manuale. Il diametro è di 35 x 32,5 millimetri. Inutile precisare che è un pezzo unico.
Watches and Wonders Geneva annuncia una edizione record, con aspettative positive per il settore dell’alta orologeria. In sintesi, il grande evento dedicato ai segnatempo alto di gamma hanno registrato un costante aumento del numero di espositori, visitatori e biglietti venduti. Anche grazie alle giornate di apertura al grande pubblico, come era una volta la ormai scomparsa Baselworld. Alle visite al Palaexpo vicino all’aeroporto si sono aggiunti gli eventi in città.
Watches and Wonders Geneva ha avuto oltre 49.000 visitatori unici durante l’intera settimana (+14% rispetto al 2023), tra cui 5.700 rivenditori e 1.500 giornalisti, che sono venuti tutti a scoprire le novità di 54 marchi di orologeria esposti su due livelli. Il programma delle attività prenotabili dal pubblico, tra cui presentazioni di prodotti, visite guidate, workshop e altro, ha registrato il tutto esaurito già prima del primo giorno dell’evento.
L’evento ha generato anche grande traffico social, con una portata stimata di oltre 600 milioni di persone alla chiusura. L’arrivo di diverse celebrità ha infiammato i social media. Tra questi, la top model Gisele Bündchen, la campionessa di tennis Coco Gauff e la superstar del calcio Kylian Mbappé. Ma, soprattutto, secondo gli organizzatori, il business ha raccolto oltre 10.000 appuntamenti con i rivenditori (+25% vs. 2023), 1.800 sessioni stampa Touch & Feel e un significativo aumento degli ordini da parte dei clienti finali. Tra questi, si segnala l’interesse per l’evento tra le generazioni più giovani continua a crescere, con la partecipazione di numerose scuole e una forte partecipazione da parte degli studenti. Dei 19.000 biglietti (contro i 12.000 del 2023), ancora una volta il 25% è stato venduto a under 25, con un’età media di 35 anni, identica al 2023.
Per quanto riguarda il trend del settore, diminuisce l’interesse per gli orologi maxi, e si comincia a tornare a proporzioni più classiche e unisex, seguito dalla presenza di colori audaci e dall’uso di bracciali intercambiabili. Le grandi complicazioni continuano a dominare, mentre l’uso dei mestieri d’arte esemplifica l’intersezione tra ingegneria orologiera e arte decorativa.
Le sfumature di Karen Sue
Karen Suen Fine Jewellery è un brand lanciato nel 2007, che ha subito trovato consensi per la qualità dei suoi gioielli. In poco tempo la designer ha ricevuto riconoscimenti come gli Outstanding Greater China Design Awards 2013 e 2014 e con uno dei Ten Outstanding Designer Awards 2014 e a ha vinto un Couture Design Awards a Las Vegas nel 2019 nella categoria Best Pearl. Ma, curiosamente, prima di diventare una designer di alta gioielleria, Karen Suen era una ballerina della City Contemporary Dance Company di Hong Kong. Un’esperienza che, racconta, è servita per acquisire una maggiore sensibilità nel rapporto con il proprio corpo.
La designer ama utilizzare perle, in particolare la rara varietà conch, ma anche grandi gemme, che accosta con destrezza. Sono pezzi unici, che cura personalmente per rendere i gioielli perfetti. “Il vero valore dell’alta gioielleria non si basa esclusivamente sulla qualità della pietra preziosa, ma anche sul modo in cui la si indossa per esprimere la propria personalità”, dice Karen Sue. Orecchini e anelli sono composti spesso da grandi gemme accostate con gusto e grande fantasia: opali cangianti, tormaline, zaffiri, kunzite, acquamarina. A volte i gioielli sono proposti anche con combinazioni asimmetriche, come i due orecchini uno con acquamarina e uno con kunzite taglio smeraldo: due sfumature, azzurro e rosa, che si compensano a distanza.
A Haute Jewels Geneva Marco Bicego ha presentato nuovi gioielli di Alta, la linea top di gamma della Maison. Si tratta di nuovi pezzi che si aggiungono a quelli lanciati due anni fa nella stessa location del Fairmont Grand Hotel di Ginevra. Alta è una linea che non si discosta da un punto di vista stilistico dalle collezioni di successo del brand veneto. Anzi, i gioielli prendono il nome delle collezioni da cui sono derivati. La differenza sta nell’utilizzo dei materiali e nelle proporzioni, accanto a un design speciale. Restano invariate, invece, le superfici d’oro lavorate con il bulino millerighe e i classici pavé.
In tutto la collezione Alta si propone in 35 pezzi realizzati nella sede produttiva del brand a Trissino (Vicenza). Tutti i diamanti utilizzati sono certificati dal Kimberley Process, che ne garantisce la provenienza da zone non di conflitto, così come la tracciabilità delle gemme. Lo stesso vale per l’oro.
Alta è una collezione speciale, che celebra lo splendore delle gemme naturali e lo straordinario savoir‐faire artigianale del nostro atelier di Trissino. È stata presentata per la prima volta nel 2022 a Ginevra e fin dal suo esordio ha riscosso un successo di pubblico e stampa, cosa che ci rende particolarmente orgogliosi. Abbiamo lavorato a delle creazioni che incarnassero lo stile del brand, che mettessero in risalto il nostro tipico savoir‐faire artigianale, come l’incisione a bulino e l’esclusiva tecnica del coil, valorizzando le migliori gemme naturali e i diamanti. Attorno alle pietre creiamo quindi una storia fatta d’oro e artigianalità, design e ricerca, da cui prendono forma gioielli esclusivi, unici e irripetibili.
Marco Bicego, fondatore e direttore creativo
I pezzi presentati si ricollegano, quindi, alle collezioni di fine jewellery. La linea Masai Alta, per esempio, che continua una delle collezioni di maggior successo del brand, comprende parure composte da file alternate di tennis di diamanti e nastri di oro giallo, talora con tanzanite blu, acquamarina e tormalina rosa o verde. Africa Alta, è una rivisitazione in versione che vede protagonisti i diamanti, con un esclusivo taglio rose‐cut. Il set è composto da collana corta, anello e orecchini. In un’altra versione, pavé di diamanti taglio brillante disposti a forma di fuso impreziosiscono lariat, collane corte o lunghe, orecchini chandelier e anelli.
In Petali Alta diamanti e forme tridimensionali riflettono il savoir‐ faire del brand, con diamanti e madreperla disposti a formare una composizione floreale. Altra linea è Murano Alta: utilizza quarzo giallo, citrino, lemon, rutilato e champagne, oppure topazio blu e London o ametista. Selezionate per intensità di colore, sfumature o particolari inclusioni, le gemme presentano un taglio smeraldo e sono circondate da una ghiera e un gambo in oro giallo 18 carati inciso a mano. Infine, Lunaria Alta è resa ancora più preziosa per questa edizione di Haute Jewels da un pavé di zaffiri rosa dalle tonalità calde. Diverse sfumature di rosa, accostate alle nuance più decise dell’ametista e alle variazioni del diamante brown mixate fra loro.
Non è necessario spiegare perché molte donne iraniane, quelle che possono, decidano di andare all’estero. Roshanak Payrovi ha scelto due nuovi mondi: l’Italia e la gioielleria. E dopo il master in Design del gioiello ad Arezzo,ha approfondito la tecnica del micromosaico al punto da farne la caratteristica delle sue creazioni. In Toscana la giovane designer ha seguito l’insegnamento dello storico dell’arte Paolo Torriti e ha trovato il supporto del gioielliere-artista Alessio Boschi. Ha scelto anche di utilizzare la tecnica del micromosaico sotto la guida del Maestro Roberto Grieco, un artista romano con oltre 30 anni di esperienza.
La tecnica del micro mosaico utilizzata nel passato e riscoperta oggi, è utilizzata per realizzare gioielli ispirati all’antica Persia. La suaprima collezione trae ispirazione da Persepoli, la capitale cerimoniale dell’Impero achemenide ( 550–330 aC circa), di cui rimangono le rovine. Si trova nelle pianure di Marvdasht, vicino ai monti Zagros meridionali dell’Iran. È anche uno dei principali patrimoni culturali iraniani e del mondo. Roshanak Payrovi ha debuttato a Vicenzaoro grazie a The8, concorso dedicato agli allievi di Ied di Roma e Torino e promosso da Labigem, Laboratorio Italiano di Gemmologia.
Fope Must Have a due colori
Fope punta ancora sull’abbinamento o, se preferite, sul contrasto tra diversi colori, idea che aveva giù proposto con la collezione Essentials nel 2021. Ora l’oro con due differenti colorazioni si rinnova nella linea Must Have, dove il classico design della maison veneta si combina con il mix di oro utilizzato per le maglie flessibili di bracciali di diverse dimensioni e anelli. Spessori e rondelle di chiusura, in cui è inserito un piccolo diamante bianco o nero, sono quelle abituali di Fope, ma il tocco in più è rappresentato dalla contrapposizione di oro bianco e rosa, oppure giallo con il bianco o con il rosa.
Must Have è, in sostanza, una selezione di creazioni del marchio di Vicenza (che, tra parentesi, nel 2023 ha aumentato il fatturato a 66,8 milioni di euro, con utili invariati a 10 milioni). La selezione racchiude tutti i bracciali che utilizzano il brevetto Flex’it (che rende elastici e flessibili i gioielli) nella loro versione più essenziale, ma con un effetto differente.
La murrina è un oggetto di vetro colorato ottenuto con una speciale lavorazione nata a Murano, isola di fronte a Venezia. La tecnica è utilizzata anche per creare elementi destinati a diventare bijoux: perle di vetro multicolore, con all’interno figure che assomigliano a piccoli fiori, destinatu a bracciali oppure a diventare pendenti per collane. Amourrina, per esempio, è un brand che utilizza questi vetri per creare bijoux.
E in occasione della 60esima Biennale d’Arte di Venezia, Amourrina lancia la capsule collection, For Art Lovers. È un’edizione limitata di 80 perle di vetro realizzate a Murano con murrine vintage anni Novanta con l’iconico disegno a rosetta e montate su ciondoli finiti in oro. Ampourrina ha deciso anche di coinvolgere persone attive nel mondo dell’arte, come artisti, galleristi, curatori, collezionisti, prestando il loro volto per uno shooting a favore della campagna firmata For Art Lovers, scattata dalla fotografa Cristina Spagnolo con direzione creativa di Alessandra Cardone, con l’obiettivo di sostenere il savoir faire artigianale. Una parte del ricavato dalla vendita della collezione sarà devoluto al Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle Perle di Vetro Veneziane.
Le perle di vetro veneziane sono patrimonio dell’Unesco, e Amourrina evidenzia l’amore a prima vista per le murrine, per la lavorazione del vetro, per il tempo impiegato e il know how che rendono queste pietre più preziose delle pietre preziose.
Elisa Evangelisti, founder di Amourrina.
I nuovi gioielli Art Déco di Roberto Coin
L’Art Déco è uno stile di arti visive, architettura e design, apparso per la prima volta a Parigi negli anni Dieci del secolo scorso e fiorito negli Stati Uniti e in Europa tra gli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta. Ma le linee geometriche con l’alternarsi di line rette e circolari continua ad affascinare anche a un secolo di distanza. Art Déco è anche il nome di una delle collezioni di maggior successo di Roberto Coin.
Lo stile e i gioielli della collezioni sono stati arricchiti nel corso degli anni sull’onda del successo riscontrato dai bracciali con o senza nappe, le pietre semi preziose utilizzate, come i lapislazzuli o la malachite, la giada nera, la madreperla, il turchese o la corniola abbinati ai classici diamanti. Anche i nuovi pezzi della collezione Art Déco riprendono le linee geometriche che si ripetono in modo simmetrico e regolare, abbinata alle catene fatte di pallini irregolari che formano le nappe, in oro giallo o rosa. Le catene che compaiono nella collezione sono tutte assemblate a mano, così come l’incastonatura delle pietre preziose che decorano i gioielli e come viene anche costruita la chiusura a doppio scatto, per la massima sicurezza. Tutta la struttura interna a filo ritorto viene invece sviluppata attaraverso la tecnologia 3D, per garantire la perfezione delle simmetrie e la loro solidità.
La Croisette per Alviero Martini 1A Classe
L’ideale giro del mondo di Alviero Martini 1A Classe attraverso i luoghi più famosi prosegue con la collezione La Croisette, ispirata alla passeggiata sul lungomare di Cannes, che tutti gli anni è anche lo scenario di servizi fotografici alle star del cinema in occasione del Festival che si svolge nella città francese. L’atmosfera calda della Costa Azzurra è reinterpretata nella collezione con bijoux in acciaio, acciaio con finitura Ip gold gialla o rosa composta da collane, bracciali, anelli e orecchini. Un segno caratteristico è anche l’utilizzo del logo Geo Sunrise, che ripete il monogramma 1C creando un disegno geometrico.
Questo motivo grafico diventa il volume del pendente, di orecchini e collane, oppure è moltiplicato per bracciali e anelli. Nella collana lunga il pendente è montato al centro di una catena intervallata da cristalli, sul lato riporta il logo 1A Classe nel dettaglio a cuore (39 euro). Il girocollo è una catena con maglia a corda in acciaio IP gold con il Geo Sunrise con cristallo al centro e il logo 1A Classe nel charm a cuore sul lato (49 euro). Il bracciale in acciaio IP gold, ospita sulla catena a corda il pendente Geo Sunrise con dettaglio luminoso e il cuore con logo (39 euro). Il bracciale e l’anello a fascia è inserito anche un cristallo al centro del logo (49 e 39 euro). C’è anche un un bracciale composto da un cinturino in pelle con stampa Geo Map proposto in due varianti di colore, lilla e nude, che si chiude con una fibbia ad ardiglione logata (39 euro). Infine, gli orecchini sono in tre varianti: a bottone in acciaio IP gold con cristallo (29 euro), versione a cerchio con pendente in acciaio IP gold (39 euro) e in versione maxi (39 euro).
Designer e nuovi talenti a GemGèneve
Fin dall’inizio GemGèneve ha proposto un mix tra espositori di gemme, di gioielli vintage, ma anche di nuovi talenti e designer emergenti. E anche per al prossima edizione di GemGenève (9-12 maggio 2024, padiglione 1 del Palexpo) Nadège Totah ha curato lo spazio Emerging Talents &
L’area dedicata ai nuovi creatori attira sempre l’attenzione dei visitatori. Per l’ottava edizione gli organizzatori di GemGenève hanno selezionato cinque Talenti Emergenti e cinque Nuovi Designer, alcuni dei quali debuttano all’evento di Ginevra.
William Griffiths. È un gioielliere inglese che ora lavora in Australia e che si è formato a Londra presso la maison di gioielleria di famiglia, a Hatton Garden. Ha maturato esperienze professionali da Barcellona ad Auckland, per stabilirsi infine a Melbourne nel 2004 e fondare il proprio marchio. Propone creazioni tanto scultoree quanto mistiche.
Shavarsh Hakobian. Il designer armeno torna dopo la partecipazione a GemGèneve di novembre e torna con nuovi pezzi del tutto inediti. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Yerevan, ha fondato il marchio col suo nome nel 2008.
Villa Milano. Un altro ritorno dopo il debutto a novembre. In realtà si tratta di una gioielleria emersa da tempo, visto che è nata nel 1889. Ora, però, la nuova direttrice creativa Alice Villa, assieme alla sorella Francesca, ha infuso nuova energia e idee alla Maison.
Aso Leon. Anche per lui è un ritorno. Il designer lavora in Cina ispirato dalla filosofia zen. Incarna la nouvelle vague dell’alta gioielleria cinese e presenterà pezzi inediti che combinano titanio, la sua specialità, e gemme d’eccezione.
Jaqueline Powers. È il nome di un marchio americano dietri cui sono due designer con base a Miami: Corina Tahuil e Vince Gerardis. Fonde il mondo della gioielleria con quello della moda e considera i gioielli arte da indossare.
A.Win Siu. Anche la designer cinese fa ritorno a Ginevra con nuovi gioielli. Fondata nel 2017 dalla designer Xiao Xintong, è una maison che propone creazioni pop e colorate, come spille che sembrano caramelle e gioielli a forma di pistola.
Lagarde. È il brand fondato da Estelle Lagarde, che ha iniziato come disegnatrice al guazzo di alta gioielleria. Poi, ha deciso di fare da sola. Nel 2023 ha presentato la sua prima collezione.
Diana Zhang. Salita alla ribalta dieci anni fa alla Biennale des Antiquaires di Parigi, Diana Zhang è oggi una delle figure più influenti della scena artistica asiatica. Considera i gioielli un mezzo per esplorare il significato della vita. I suoi gioielli sorprendentemente realistici riflettono una realtà riscritta per mezzo delle pietre preziose.
Diva Jewels. Il gioielliere indiano Rishi Mehta torna a GemGèneve con i suoi gioielli mobili, frutto di ardite composizioni con titanio e gemme: colibrì articolati, pappagalli, tutti i pezzi di Diva Jewels sono realizzati en tremblant.
Chang Ho Art Jewellery. Da Hong Kong, il designer Ho Siu Chong, per perfezionare la propria tecnica ha proseguito la formazione anche in Italia e nel Regno Unito. Prima di fondare il marchio col suo nome, il creatore ha lavorato per diversi anni per il prestigioso gioielliere di Hong Kong Cheng & Cheung.
Alicia Stanska. Polacca, propone un incontro tra moda e gioielleria, che utilizza il ricamo per impreziosire i tessuti con pietre preziose e cristalli. Grande esperta della tecnica Lunéville ideata nel XIX secolo, Alicia Stanska ha elevato ad arte il ricamo con perline e paillettes.
Novità di alta gioielleria da Picchiotti
La Maison Picchiotti presenta nuovi pezzi di alta gioielleria in quelle che sono le due principali direttrici della sua produzione, che accompagnano la linea bridal: gli anelli cocktail, con grandi gemme e un design raffinato, e la collezione Xpandable, composta da bracciali e anelli che, grazie a un ingegnoso sistema invisibile, consentono flessibilità, per essere indossati in modo più confortevole. Tra gli anelli, per esempio, Picchiotti ha ripreso l’idea alla base dell’anello Anfiteatro, presentato in occasione del 50esimo anniversario della Maison. Questa volta, però, al centro dell’anello invece di un rubino si trova una grande spessartite ovale di colore arancione, circondata da diamanti taglio baguette che formano un volume a gradinata. Un anfiteatro, appunto.
Un altro pezzo eccezionale è l’anello composto da due pietre con un inconsueto taglio esagonale: sono pochi gioielli con gemme che hanno questa forma. Si tratta di uno smeraldo e uno zaffiro, incastonati con un contorno di diamanti che brillano sui lati. Come per gli altri anelli del brand, anche le superfici laterali del gioiello sono particolarmente curate.
La collezione Xpandable, invece, si ripropone con altre combinazioni. Come i nuovi bracciali realizzati con oro, corallo, e ceramica bianca o nera.
Tre nuovi Patrimony da Vacheron Constantin
Novità da Watches and Wonders, il salone di Ginevra che riunisce 54 marchi di alta orologeria. Nella città svizzera Vacheron Constantin ha presentato nuove versioni della linea Patrimony, lanciata giusto 20 anni fa. Sono tre i modelli, con un nuovo quadrante soleil color argento antico, cinturini dalle tonalità inedite, un fondello personalizzabile e un diametro di soli 39 mm per i modelli a carica manuale.
Due i modelli a carica manuale in oro bianco o oro rosa presentano un quadrante color argento antico, un fondello chiuso che offre la possibilità di incisioni personalizzate e due nuove tonalità per il cinturino, azzurro o verde oliva. Il terzo modello è in oro bianco con fasi lunari e calendario retrogrado, quadrante color argento antico e cinturino in pelle di alligatore verde oliva.
L’estetica della linea Patrimony è ripresa dal tipico quadrante convesso, la cui superficie con finitura soleil aggiunge la nuova tonalità argento antico, che conferisce una nota retro. Nella cassa c’è il calibro 1440 a carica manuale, sviluppato e prodotto da Vacheron Constantin con uno spessore di soli 2,6 mm. È dotato di una riserva di carica di 42 ore.
La versione con fasi lunari e calendario retrogrado presenta invece una cassa in oro bianco del diametro di 42,5 mm con un nuovo colore del quadrante, mentre all’interno si trova il calibro 2460 R31L a carica automatica. Due le complicazioni: l’indicazione delle fasi lunari in una finestrella a ore 6, che è graduata per corrispondere con precisione al ciclo lunare di 29 giorni, 12 ore e 45 minuti, e richiede una correzione solo ogni 122 anni. La seconda consiste nel calendario retrogrado posto nella parte superiore del quadrante: una firma tecnica e stilistica di Vacheron Constantin. Attraverso il fondello in vetro zaffiro, il calibro di manifattura mostra l’emblema della Maison: una croce di Malta la cui forma ha ispirato quella della massa oscillante scheletrata in oro.
Anelli Assoluto di Pianegonda
La collezione Assoluto di Pianegonda è stata la novità firmata dalla direttrice creativa del brand Betony Vernon, che ha scelto come volto la modella Anna Cleveland. La collezione, come suggerisce il nome, si ispira a concetti siderali che volano oltre l’infinito, ma nella pratica si compone di gioielli in argento dalle linee morbide e minimal, con i volumi che idealmente raffigurano particelle elementari e corpi celesti. Un design che è stato sviluppato in molti aspetti: dai primi gioielli in solo argento, a quelli aggiunti in un secondo tempo con l’aggiunta di elementi in pelle, con una eco dello stile punk.
Infine, ecco una serie di anelli che all’argento uniscono una serie di piccole sfere colorate. Questi elementi sferici sono di agata declinata nei diversi colori che può assumere la gemma, cioè rosso, nero, bianco, azzurro e verde, con l’aggiunta di una variante viola, che in questo caso è però ametista. Alle sfere di pietra si contrappone, simmetricamente, una identica sfera di argento. Prezzo: 120 euro.
Novità Ellesanti tra design e bijoux
Nuove collezioni, nuove idee, nuovi bijoux in un’atmosfera di design. Il marchio Ellesanti si immerge nella Milano Design Week con una presenza alla galleria Gli eroici furori (via Melzo 30, dal 17 al 21 aprile) per presentare le novità. La produzione del marchio padovano è presentata con un titolo impegnativo: L’universo in divenire. Al di là delle aspirazioni etiche legate al rapporto con la natura, concretamente i bijoux di Ellesanti sono realizzati con argento, acciaio e tessuti rigenerati.
Una delle novità è Vis, collezione di bracciali realizzati nei colori acciaio, gun metal e oro satinato. La linea QB è invece in argento. È ispirata alla forma geometrica del cubo. Comprende anelli con finitura satinata e collane con pendente, ovviamente cubico. Ellesanti, inoltre, ha deciso di collaborare con altri marchi, come Fular per la realizzazione di abiti «che siglano un incontro di affinità elettive» e con Thread del creativo Thushini Fernando. Un altro link è stato deciso con Inge Design, che crea arredi e complementi d’arredo unici in legno di recupero. Infine, Ellesanti partecipa al progetto espositivo Uncover Everythink di Raffles, Istituto di Moda e Design Milano, che dedica una sezione a progetti in fieri, con Pattern, frutto della capacità visionaria di idee non ancora realizzate, con prototipi e rendering di gioielli metallici disponibili per studenti e docenti che desiderano sperimentare nuovi percorsi progettuali.
Un Bouquet per il polso da Stenzhorn
Gioielli un po’ diversi dal solito quelli della collezione Bouquet di Stenzhorn. Si tratta di gioielli da aggiungere al cinturino dell’orologio per impreziosirlo. I gioielli hanno forme diverse e sono combinabili tra loro: in pochi secondi consentono di trasformare un orologio da giorno casual in un segnatempo elegante. E una serie di cinturini colorati si trasforma in un braccialetto da sera glamour scintillante di diamanti. Completamente trasformabile e ideale da collezionare, Bouquet è una divertente opzione per divertirsi a combinare look diversi. Bouquet inizia con una selezione arcobaleno di cinturini in pelle su cui attaccare gli ornamenti dorati. Ma propone anche casse di orologi. I cinturini sono disponibili in decine di tonalità diverse in pelle di alligatore, lucertola, vitello o seta.
Gli accessori hanno forma di fiocchi, simboli di baci, di croce o ciondoli floreali. Sono disponibili in oro bianco o giallo e con pavé di diamanti opzionale. Possono essere facilmente sostituiti e sono facili da usare. Le diverse casse degli orologi in oro giallo o bianco sono disponibili con quadranti in madreperla bianca o nera. Esistono anche opzioni di incastonatura: con un singolo diamante a ore 12 oppure una fila di diamanti attorno al quadrante o diamanti che ricoprono interamente la cassa e il quadrante.
I colori di Santorini per Mabina
Il brand milanese Mabina Gioielli evoca l’estate, le spiagge, il Mar Egeo, i colori del Mediterraneo e il fascino di un vulcano. Tutto nella collezione Santorini, ispirata a una delle più famose isole della Grecia. Ma non è solo la tonalità dell’azzurro a prevalere. La collezione Santorini utilizza una tavolozza che comprende anche i colori accesi di fiori come il rosso violetto della bouganvillea o il rosa dei petali di pesco. La collezione comprende quattro parure, indossate nelle immagini dalla modella Federica Nargi.
Orecchini, bracciali, anelli e collane sono realizzati con argento nel colore naturale o rodiato oro rosa, con l’aggiunta di pietre ottenute con l’unione di cristallo di rocca e vetro colorato, con l’effetto di una consistenza opalescente. I gioielli sono presentati in versione monocroma, cioè con tutte le pietre dello stesso colore, oppure in un mix di tonalità differenti.
Mabina ha anche l’ottima idea di aggiungere dei consigli per la cura dei gioielli, che vale la pena di riprendere e pubblicare qui:
Acqua, raggi solari o contatto con composti chimici (creme, profumi, detersivi, ecc.) possono danneggiare o scolorire i gioielli. Si consiglia di evitare di indossarli durante l’esercizio fisico. È fisiologico che con l’usura e con lo sfregamento fra i differenti materiali, si possa formare una leggera ossidazione. Per la pulizia è sufficiente immergerli in acqua tiepida con alcune gocce di sapone con ph naturale, rimuovere lo sporco con uno spazzolino ed infine asciugarli con un panno morbido. Mabina consiglia di trattare i propri gioielli con la stessa cura che si riserva alle cose più care. Rodiatura La rodiatura è un trattamento fatto sulla superfice del gioiello per conferirgli luce e brillantezza. Per mantenere questo effetto il più a lungo possibile consigliamo di non pulirlo con panni o liquidi abrasivi, ma di utilizzare semplicemente panni morbidi e acqua.
Come scegliere una collana di perle vere
Volete acquistare una collana di perle vere? Volete aggiungere nel vostro cassetto una collana di perle naturali perché vi manca questo indispensabile gioiello? Ottima idea. Ma dovete fare attenzione perché le perle non sono tutte uguali. Leggete quali sono le differenze e come scegliere una collana di perle naturali.
Forse vi sarete accorti che in giro ci sono un sacco di gioielli che costano davvero poco e utilizzano le perle, specialmente per le collane. Di sicuro non si tratta di vere perle, ma di perle sintetiche, imitazioni create in una fabbrica di finte perle. Se volete una collana di perle vere, naturali, dovete spendere un po’ di più. Ma ne vale la pena, perché una collana di perle è un gioiello classico che ha due vantaggi: si può indossare praticamente con qualsiasi vestito e in ogni occasione. E, inoltre, manterrà o aumenterà di valore nel tempo.
Se cercate una collana di perle naturali, però, dovrete scegliere tra due diversi tipi di perle: quelle coltivate e quelle naturali. Qual è la differenza? Lo spieghiamo subito.
Cominciamo subito a dire, però, che tutte e due i tipi di perle, quelle coltivate e quelle naturali, sono autentiche perle.
Una perla coltivata è una perla in tutto e per tutto. Si forma, infatti, all’interno di un’ostrica o di un mollusco proprio come le perle non coltivate. La differenza è che nelle perle coltivate le sfere perlacee che finiranno sulla vostra collana sono il frutto di un’azione umana. Nelle grandi farm in cui sono immerse, nelle conchiglie sono inseriti dei minuscoli elementi irritanti oppure minuscole perline attorno a cui si forma poi una perla più grande. Questo sistema è nato in Giappone alla fine dell’Ottocento e a inventarlo è stato Kokichi Mikimoto, che ha poi brevettato questo processo. È un lavoro in grande stile: per esempio, un gioielliere e produttore di perle come Autore, in Australia, ricava ogni anno circa 350.000 perle dalle sue farm acquatiche.
Le perle coltivate hanno un altro vantaggio: il controllo dei produttori consente di avere ostriche che producono molto in fretta e con una maggiore costanza. Sono perle autentiche di alta qualità, con una grande varietà di colori e dimensioni, e sono vendute a un prezzo moderato (ma non pensate che siano a buon mercato).
Coltivare le perle, in acqua salata oppure in acqua dolce, consente anche di ottenere dimensioni e colori diversi più facilmente. Sono molte, infatti, le sfumature che possono avere le perle. Oltre quelle bianche esistono perle dorate, violacee, tendenti al blu, rosa. Inoltre, possono avere dimensioni e volumi differenti oltre alla classica sfera.
Le perle naturali, invece, sono definite così perché sono formate senza l’intervento umano. È il caso che spinge all’interno dell’ostrica o del mollusco un granello di sabbia o un’impurità attorno a cui si forma la madreperla. Ovviamente, è un evento piuttosto raro. Inoltre, la perla si forma in un tempo più lungo rispetto alle perle coltivate. Per questa ragione le perle naturali costano molto di più di quelle coltivate. Il grande numero di navi e l’inquinamento hanno aumentato la difficoltà nell’individuare un mollusco con perla naturale: solo una conchiglia su migliaia contiene una perla che si è formata in natura. Un filo di perle naturali dei Mari del Sud, per esempio, può costare anche 100.000 euro o dollari. E il fatto che le perle naturali siano sempre più rare fa prevedere che costeranno sempre di più.
In conclusione: sia le perle coltivate sia le perle naturali sono perle autentiche. Ma tutte le perle, sia quelle coltivate sia quelle naturali possono essere molto diverse. È importante, quindi, acquistare una collana di perle da un venditore di fiducia, meglio se con un certificato di garanzia di un laboratorio o di un istituto gemmologico.