libro

Quale tiara scegliere per il matrimonio?




Quale tiara scegliere per il matrimonio? Meglio prendere esempio da quelle celebri. Lo ha spiegato in un libro Enrica Roddolo giornalista del Corriere della Sera ♦

Meglio la Halo tiara di Kate (Middleton) o la Meander tiara di Zara (figlia della principessa Anna)? Non c’è Royal wedding senza una tiara scintillante, come racconta il libro Sì! matrimoni reali, matrimoni regali, scritto da Enrica Roddolo e Giuliana Parabiago (Vallardi). Già, ma quale cerchietto di diamanti, pietre preziose o perle scegliere? Ecco che cosa hanno scelto principesse e regine, come racconta il volume a quattro mani che ripercorre i più affascinanti Royal wedding della storia del Novecento.

Kate Middleton con la Halo tiara
Kate Middleton con la Halo tiara

La tiara nuziale di Kate, battezzata dal suo creatore, la maison Cartier di Parigi, Halo Tiara – luccicante di quasi 800 diamanti a taglio brillante e 149 a taglio baguette – era stata un dono d’amore di re Giorgio VI per la regina madre. Ed era stata commissionata a Parigi e indossata in varie occasioni da Elizabeth Bowes-Lyon, poi più nota come «regina madre», sopra la frangetta in voga negli anni Venti. Non a caso, l’abito del 1923, indossato da Elizabeth Bowes-Lyon, sembra quello delle ballerine «flappers». Mentre la fi glia di re Giorgio, Elisabetta II, l’avrebbe sfoggiata come uno scintillante cerchietto a fermare i suoi riccioli appoggiati alle spalle. E, prima di finire sul capo bruno di Kate, era già stata prestata dalla regina alla sorella Margaret e alla figlia Anna.

Meghan Markle con orecchini e tiara
Meghan Markle con orecchini e tiara

Ancora più affascinante la storia, che si snoda nel tempo, della tiara indossata da Zara, la figlia della principessa reale Anna, per il suo «sì», pronunciato a Edimburgo sul finire dell’estate 2011, con il campione di rugby Mike Tindall. È la Meander Tiara, che si ispira alle linee pulite della classicità greca. Non a caso, è appartenuta alla madre del principe Filippo di Grecia, il duca di Edimburgo. Eterea e molto classica, la tiara era stata donata, come regalo di nozze, a Elisabetta proprio dalla principessa Alice di Battenberg, che era andata in sposa al principe Andrea di Grecia. In realtà, Elisabetta non la indossò mai e la passò qualche anno dopo a una giovanissima principessa Anna, che invece l’ha sfoggiata molto spesso con entusiasmo.

Zara Phillips
Zara Phillips

Anche la regina madre, Elizabeth Bowes-Lyon, aveva indossato una magnifica tiara per il suo «sì» al futuro Giorgio VI: la splendida Strathmore Rose, tramandata nel tempo, in famiglia. E, ancora, uno splendente cerchietto di diamanti e pietre preziose molti anni dopo sarà la scelta anche di principesse più anticonformiste come Sarah Ferguson, andata in sposa al duca di York, Andrea, nel 1986, in un abito color avorio disegnato da Lindka Cierach; e poi di Sophie Rhys-Jones che nel 1999, per il suo «Sì» al principe Edoardo, indossò un candido abito di Samantha Shaw, dalla linea fluida. Fino alla tiara indossata anche da Kate Middleton, per il «sì» del 2011.

Sofia di Borbone
Sofia di Borbone

E in Spagna, alla corte dei Borbone? Nel 1962 Sofia andava in sposa a un sovrano senza un regno, ma sul suo capo brillava un magnifico diadema. Per portare all’altare il suo Juan Carlos – allora solo il figlio del conte di Barcellona: era lontano il trono dei Borbone che avrebbe ripreso solo negli anni Settanta, dopo la morte del generale Franco – Sofia aveva dovuto acconsentire a ben tre cerimonie nuziali. La casa reale greca di fede ortodossa, il credo cattolico di Juan Carlos e in mezzo mille altri problemi politico-diplomatici, compresi malumori dell’opposizione greca che facevano presagire disordini, rendevano inevitabile quel complesso cerimoniale. Lo stesso diadema, il 22 maggio 2004, incorniciava il viso di Letizia. Eppure, poco altro unisce quei lontani fiori d’arancio degli anni Sessanta tra Juan Carlos e Sofi a quelli, ancora profumati, tra Felipe e Letizia. Una tiara-legame sentimentale tra generazioni.

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La Tiara Spencer indossata da Lady Diana
Enrica Roddolo
Enrica Roddolo
La Queen Mary's Fringe Tiara
La Queen Mary’s Fringe Tiara
La principessa Beatrice con lo sposo Edoardo Mapelli Mozzi, indossa la Queen Mary's Fringe Tiara
La principessa Beatrice con lo sposo Edoardo Mapelli Mozzi, indossa la Queen Mary’s Fringe Tiara
La regina Elisabetta il giorno del suo matrimonio
La regina Elisabetta il giorno del suo matrimonio
Un'immagine degli anni Venti della tiara Greville
Un’immagine degli anni Venti della tiara Greville
Princess Eugenia con la tiara
Princess Eugenia con la tiara
La Strathmore Rose tiara
La Strathmore Rose tiara
Rose Elizabeth Bowes, la regina madre, moglie di Giorgio VI
Rose Elizabeth Bowes, la regina madre, moglie di Giorgio VI
Sophie Rhys Jones, contessa del Wessex e moglie di Edward
Sophie Rhys Jones, contessa del Wessex e moglie di Edward
Tiara Étoile in oro bianco con diamante D VVS2 taglio brillante da 0,93 carati, 2 diamanti D VVS1 taglio brillante da 0,73 e 0,70 carati, 2 diamanti D VVS1 taglio brillante da 0,53 carati ciascuno, 2 diamanti D VVS2 taglio brillante del peso di 0,54 carati ciascuno, 2 diamanti E VVS1 ed E VVS2 taglio brillante del peso di 0,54 carati ciascuno e diamanti taglio brillante.
Chaumet, tiara Étoile in oro bianco con diamante D VVS2 taglio brillante da 0,93 carati, 2 diamanti D VVS1 taglio brillante da 0,73 e 0,70 carati, 2 diamanti D VVS1 taglio brillante da 0,53 carati ciascuno, 2 diamanti D VVS2 taglio brillante del peso di 0,54 carati ciascuno, 2 diamanti E VVS1 ed E VVS2 taglio brillante del peso di 0,54 carati ciascuno e diamanti taglio brillante.
House of Garrard, tiara in oro bianco e diamanti
House of Garrard, tiara in oro bianco e diamanti







La storia dei gioielli in 100 tappe




I gioielli sono belli da indossare, ma se davvero amate davvero la gioielleria, fareste bene a conoscerla un po’ meglio. Perché la storia della gioielleria può suggerirvi nuove idee e, soprattutto, può aiutarvi a valutare meglio i vostri gioielli e quelli che volete acquistare (o quelli vi regalano). Un suggerimento potrebbe essere quello di sfogliare Jewels That Made History: 100 Stones, Myths and Legends, un libro illustrato (Rizzoli, New York, 45 euro, ma si trova scontato online) scritto da Stellene Volandes, che racconta la storia dei grandi gioielli, da quelli delle famiglie reali, a quelli delle attrici di Holywood come Audrey Hepburn, fino ai super gioielli indossati ai giorni nostri da celebrity come Jennifer Lopez, Lady Gaga e Meghan Markle.

Jewels That Made History: 100 Stones, Myths and Legends
Jewels That Made History: 100 Stones, Myths and Legends

Il libro, in 224 pagine riassume l’evoluzione del design nel contesto storico e artistico, ma racconta anche episodi e aneddoti legati alla gioielleria, dalle parure indossate da Lady Diana alle spille scelte da Jackie Kennedy, che si trasformano da semplici ornamenti in messaggi densi di significato. Immagini storiche di grandi gioielli d’epoca, indossati anche da uomini (come un maharaja), arricchiscono il volume.

Alcune pagine del libro Jewels That Made History: 100 Stones, Myths and Legends
Alcune pagine del libro Jewels That Made History: 100 Stones, Myths and Legends
Jewels That Made History: 100 Stones, Myths and Legends, edito da Rizzoli
Jewels That Made History: 100 Stones, Myths and Legends, edito da Rizzoli
Il libro, in lingua inglese, è di 224 pagine
Il libro, in lingua inglese, è di 224 pagine
Pagine dedicate ai gioielli napoleonici
Pagine dedicate ai gioielli napoleonici






Capire la gioielleria di ieri per capire quella di oggi




Prima di acquistare un gioiello è meglio conoscerlo. Specialmente se il gioiello ha un grande valore. E per giudicare un gioiello è necessario comprendere la qualità e lo stile. Per questo dal 1989 una guida indispensabile per chi ama (o vuole investire) in gioielli è Understanding Jewellery, libro scritto da David Bennett e Daniela Mascetti. Questa Bibbia della gioielleria ora torna con un focus sul XX secolo. Questo è, infatti, un periodo particolarmente importante per la gioielleria, in cui sono state messe a punto nuove tecniche e introdotti nuovi stili.

Understanding Jewellery: The Twentieth Century
Understanding Jewellery: The Twentieth Century

Understanding Jewellery: The Twentieth Century (ACC Art Books, 300 pagine, oltre 500 foto. Prezzo: 76 euro o 72,50 dollari) analizza, e mostra con tantissime immagini, i cambiamenti per ogni decennio, tra grandi firme della gioielleria, le tendenze, le novità. Il libro, un grande volume (325 x 275 mm) con copertina rigida, include anche una nuova serie di fotografie: il testo dei due autori è, in ogni caso, comprensibile anche ai non esperti di gioielleria. David Bennett è stato il presidente mondiale della divisione gioielli internazionali di Sotheby’s e presidente di Sotheby’s Svizzera. Daniela Mascetti è stata Chairman of Jewellery in Europe di Sotheby’s, dove ha lavorato dal 1980, aprendo il dipartimento con sede a Milano. È anche una delle studiose più esperte nella storia della gioielleria, la sua ricerca ha assistito a diverse aste degne di nota, dai gioielli della duchessa di Windsor alle collezioni di Elton John e Gina Lollobrigida.

David Bennett
David Bennett

Daniela Mascetti
Daniela Mascetti

Alcune pagine del libro Understanding Jewellery: The Twentieth Century
Alcune pagine del libro Understanding Jewellery: The Twentieth Century

Pagine del libro Understanding Jewellery: The Twentieth Century
Pagine del libro Understanding Jewellery: The Twentieth Century

Una pagina del libro Understanding Jewellery: The Twentieth Century
Una pagina del libro Understanding Jewellery: The Twentieth Century

Tiara Belle Epoque, una delle 500 illustrazioni del libro
Tiara Belle Epoque, una delle 500 illustrazioni del libro







Le troppo breve arte di Frédéric Zaavy

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Ricordare i gioiellieri che hanno lasciato un’impronta nel mondo della gioielleria è importante. E Frédéric Zaavy (1964-2011) è uno di questi. Al designer è stato dedicato recentemente un libro che fotografa l’opera di quello che è stato uno dei più fantasiosi e raffinati artisti. Zaavy rappresentava la terza generazione di una famiglia di commercianti di diamanti. Nato a Parigi, dopo l’École des Arts Appliqués e l’École des Beaux-Arts, ha deciso di dedicarsi alla creazione di straordinari pezzi unici invece di entrare nell’azienda di famiglia.

Bracciale Nymphéas composto da 5.000 gemme, tra cui diamanti, granati demantoidi, alessandriti
Bracciale Nymphéas composto da 5.000 gemme, tra cui diamanti, granati demantoidi, alessandriti

Ha anche viaggiato a lungo alla ricerca di pietre preziose da utilizzare come i colori della tavolozza di un pittore. E il paragone non è casuale: uno dei suoi pezzi più famosi, il bracciale Nymphéas, è stato creato con 5.000 gemme tra diamanti e zaffiri, ed è ispirato ai quadri del pittore impressionista Monet. Ha iniziato la sua attività assieme alla sua partner taiwanese, Lisa Chen, con la quale Zaavy ha costituito un Maison attiva in Estremo Oriente. Per tornare poi a Parigi, dopo la separazione dalla partner.

Anello con diamanti e gemme colorate di Frédéric Zaavy
Anello con diamanti e gemme colorate di Frédéric Zaavy

Frédéric Zaavy ha anche lavorato a lungo per Fabergé, lo storico marchio di alta gioielleria: è diventato il gioielliere esclusivo per la Maison nel 2008. Il brand Fabergé si è assicurato il copyright di 45 dei pezzi di Zaavy, nonché dei 55 ulteriori pezzi commissionati: gioielli che hanno avuto valutazioni tra 40.000 a 7 milioni di dollari. Lavoro ora fotografato sul libro Stardust: The Work and Life of Jeweller Extraordinaire Frédéric Zaavy, pubblicato dalla casa editrice milanese Officina Libraria, che ripercorre con molte immagini la troppo breve opera del designer.

Stardust: The Work and Life of Jeweller Extraordinaire Frédéric Zaavy
Stardust: The Work and Life of Jeweller Extraordinaire Frédéric Zaavy

Anello con rubini e zaffiri
Anello con rubini e zaffiri

Anello in oro e argento con diamanti e sfene, chiamata anche titanite
Anello in oro e argento con diamanti e sfene, chiamata anche titanite







Un libro per i 20 anni in Dior di Victoire de Castellane

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Ci sono persone che segnano la storia della gioielleria. Una di queste è Victoire de Castellane, direttrice creativa di Dior. Ora un grande libro edito da Rizzoli Usa (Dior Joaillerie: The A to Z of Victoire de Castellane, 349 pagine, scritto assieme a Olivier Gabet, direttore del Musée des Arts Décoratifs di Parigi), ripercorre le tappe di questa campionessa dell’alta gioielleria, da 20 anni al vertice della Maison parigina.

Victoire de Castellane
Victoire de Castellane

Il libro non è strutturato in capitoli, ma segue un ordine alfabetico, come un vero dizionario, in 158 voci. E, naturalmente, il volume è illustrato con grandi fotografie delle sue celebri collezioni, come Cher Dior, Secret Garden Versailles, Rose des Vents, per citarne qualcuna. Ma le voci del dizionario comprendono anche tratti distintivi dello stile compositivo di Victoire de Castellane, come l’asimmetria, oppure l’utilizzo della lacca, che la direttrice creativa di Dior considera come il quarto colore dell’oro. Per finire con una voce del dizionario inattesa: zigzag. È il percorso della libertà creativa che ha guidato, e guiderà, il lavoro di Victoire.

La copertina del libro «Dior Joaillerie: The A to Z of Victoire de Castellane»
La copertina del libro «Dior Joaillerie: The A to Z of Victoire de Castellane»

Due pagine del libro
Due pagine del libro

Anello Toi & Moi in oro giallo e rosa con smeraldi, diamanti, zaffiri, granato, peridoto, lacca, perla
Dior, anello Toi & Moi in oro giallo e rosa con smeraldi, diamanti, zaffiri, granato, peridoto, lacca, perla

Dior, anello multigemma
Dior, anello multigemma

Bracciale-orologio con opali e diamanti della collezione Dior et d'Opales
Bracciale-orologio con opali e diamanti della collezione Dior et d’Opales







Svelati in un libro i gioielli dei divi di Hollywood





Quali gioielli hanno comprato, regalato, indossato gli storici divi di Hollywood? La giornalista Beth Bernstein è una dei pochi fortunati che lavora con quella che è la sua passione: la gioielleria. Beth Bernstein, americana, è anche consulente ed esperta del mondo che sta tra le gemme e la progettazione di gioielli. E in tanti anni di carriera ha raccolto non solo immagini e accumulato esperienza, ma anche una serie di storie, tra l’aneddoto e la nota biografica che ha deciso di raccontare in un libro, pubblicato tempo fa.

Il libro di Beth Bernstein
Il libro di Beth Bernstein

Il volume si intitola: If These Jewels Could Talk: The Legends Behind Celebrity Gems (tradotto: Se questi gioielli potessero parlare: le leggende dietro gioielli leggendari). Se leggete anche in lingua inglese e siete appassionati di gioielli è un libro imperdibile, che contiene succosi aneddoti legati alla gioielleria. Il libro si trova ora su Amazon al prezzo di 49,30 euro, è edito da Antique Collectors Club e ha 254 pagine, con illustrazioni.

Elizabeth Taylor con collana e pendente di rubini e diamanti firmata Van Cleef & Arpels
Elizabeth Taylor con collana e pendente di rubini e diamanti firmata Van Cleef & Arpels

Eccone un aneddoto: mentre Elizabeth Taylor e Richard Burton stavano girando un film a Roma, l’attrice sospettava che il partner avesse un flirt con Sophia Loren. Liz, inoltre, dovette essere operata d’urgenza di appendicite. Burton allora si presentò con un ciondolo a forma di cuore, con pavé di diamanti, di Van Cleef& Arpels, diventato presto uno dei suoi pezzi preferiti, perché regalato con tanto amore da Richard.

Liz Taylor e Richard Burton
Liz Taylor e Richard Burton

Nel film Alta Società, Bing Crosby osserva un anello di fidanzamento della sua ex moglie (sullo schermo) Grace Kelly. «È una bella pietra, Sam», dice verso il fidanzato di lei, John Lund. «Hai miniera di solitaire, George?». L’anello che si vede nel film ha montato un diamante taglio smeraldo da 10,47 carati di Cartier ed è proprio l’anello di fidanzamento regalato a Grace Kelly dal Principe Ranieri III (ne abbiamo parlato qui). Ma quello che la maggior parte della gente non sa di questo anello, è che è stato il secondo anello di fidanzamento del principe per lei. Il primo era un rubino con diamanti, ma il principe ha scoperto che non sarebbe bastato per conquistare il cuore di Grace. Federico Graglia

Beth Bernstein
Beth Bernstein
Grace kelly con anello
Grace kelly con anello
L'anello di fidanzamento di Grace Kelly con diamante da 10,47 carati
L’anello di fidanzamento di Grace Kelly con diamante da 10,47 carati






I segreti di Cartier raccontati da una erede della storica famiglia dei gioiellieri francesi




Volete fare un regalo? Potete scegliere Cartier. E non occorre avere a disposizione un grande budget, bastano 31,50 dollari (e un account su Amazon). Certo, a quel prezzo non potete acquistare un gioiello, anche se il libro che racconta la storia della famiglia Cartier, finora poco nota, a suo modo lo è. Insomma, un gioiello letterario per gli amanti dei gioielli.

I tre fratelli Cartier con il padre nel 1922. Da sinistra, Pierre, Louis, Alfred e Jacques Cartier. Credit: Archivi della famiglia Cartier
I tre fratelli Cartier con il padre nel 1922. Da sinistra, Pierre, Louis, Alfred e Jacques Cartier. Credit: Archivi della famiglia Cartier

Oltretutto, a scrivere il libro, che è in lingua inglese e si intitola The Cartiers: The Untold Story of the Family Behind the Jewelry Empire (Ballantine Books, 656 pagine), è una discendente della dinastia dei grandi gioiellieri francesi, Francesca Cartier Brickell.

he Cartiers: The Untold Story of the Family Behind the Jewelry Empire
he Cartiers: The Untold Story of the Family Behind the Jewelry Empire

Ora Cartier fa parte del gruppo svizzero Richemont, che fa capo all’imprenditore sudafricano Johann Peter Rupert. Ma la famiglia Cartier ha mantenuto l’attività per quattro generazioni. La nascita del libro ha anche un aspetto romanzesco: l’autrice racconta che non è stata particolarmente interessata alla storia della famiglia fino a quando ha trovato un pacco di lettere nella cantina di suo nonno. Poi, i racconti di famiglia hanno acceso la curiosità.

Spilla Devant de Corsage di Cartier, 1912. Comprende un diamante a taglio pera da 34,08 carati, e un diamante ovale da 23,55 carati
Spilla Devant de Corsage di Cartier, 1912. Comprende un diamante a taglio pera da 34,08 carati, e un diamante ovale da 23,55 carati

Come sempre accade, prima della ricchezza c’è la povertà. Non fa eccezione la storia della famiglia Cartier: il nonno del nonno di Francesca Cartier Brickell, Louis-François Cartier, faceva parte della classe operaia prima di fondare la società che porta ancora il suo nome. Era il 1847. Da artigiano, il primo Cartier è diventato così un proprietario di negozio capace di attirare clienti e diventare un punto di riferimento della gioielleria, attraverso rivoluzioni e guerre. Merito anche e soprattutto della capacità dei Cartier nell’interpretare i gusti dei parigini, ma anche della cura per la fattura dei gioielli e la capacità nell’individuare pietre false e guadagnarsi una patente di onestà: un aspetto non secondario per una gioielleria dell’epoca, priva dei mezzi tecnici di quelle attuali.

In più, la Maison Cartier è stata capace di introdurre un design di avanguardia per quel tempo, e ha intuito in anticipo il potere delle pubbliche relazioni e il marketing. In anticipo sui tempi avevano istituito quella che oggi si  definisce come customer relationship management. Un esempio: oltre alle schede personalizzate dei vari clienti, Cartier aveva introdotto anche quelle per i destinatari, con misure, gusti, idiosincrasie. E, ovviamente, tanta discrezione. Con gli anni i Cartier a Parigi sono diventati una istituzione e hanno tessuto amicizia e relazioni (anche matrimoni) con altre famiglie importanti, in primo luogo quelle della gioielleria, come i Fabergé e Van Cleef et Arpels.

Jam Sahib, Maharajah di Nawanagar, con la spilla per turbante di Cartier
Jam Sahib, Maharajah di Nawanagar, con la spilla per turbante di Cartier

Statisticamente, alla terza generazione la grande maggioranza delle imprese familiari va in crisi. Alla terza generazione, invece, Cartier aveva aperto boutique a Parigi, New York e Londra e fornivano gioielli alle famiglie regnanti, per esempio al re britannico Edoardo VII. E, anni dopo, hanno scelto Cartier personaggi come Jackie Kennedy, Marilyn Monroe e Maria Callas, Wally Simpson, per citarne qualcuno. Il libro, oltre alla storia della famiglia, racconta anche l’evoluzione del gusto, dall’Art Nouveau all’Art Déco. Fino alla vendita del marchio, giunto alla quarta generazione famigliare, a 115 anni dalla fondazione.

Jeanne Toussaint, direttrice della gioielleria Cartier dal 1933
Jeanne Toussaint, direttrice della gioielleria Cartier dal 1933
Le vetrine di Cartier, in Place Vendôme, a Parigi
Le vetrine di Cartier, in Place Vendôme, a Parigi
Grace Kelly e il classico anello Cartier
Grace Kelly e il classico anello Cartier
Bracciale Tutti Frutti di Cartier. Stima: 600 - 780 mila euro
Bracciale Tutti Frutti di Cartier
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Cartier, spilla Caresse d’Orchidées, con una rubellite centrale, taglio cabochon






 

Farah Khan, lusso senza frontiere

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Un libro celebra il lavoro di una delle maggiori designer indiane di gioielli: Farah Khan ♦︎

Paola De Luca ha curato A Bejeweled Life, un libro edito da Rizzoli che celebra Farah Khan, designer della omonima Maison con sede a Mumbai. Fondata 15 anni fa, Farah Khan Fine Jewelry è diventata una delle grandi firme nel mondo della gioielleria indiana, e non solo. E lo si capisce sfogliando le 300 pagine del libro, che racconta la storia dell’evoluzione di una delle migliori designer indiane di alta gioielleria.

Farah Khan è la maggiore dei quattro figli dell’attore-regista-produttore Sanjay Khan e della moglie, la interior designer Zarine Khan. Farah ha concluso un corso di gemmologia al Gemological Institute of America a Santa Monica, California, nel 1992 e nel 2004 ha lanciato il proprio marchio di gioielli.

Farah Khan, orecchini con perle e diamanti
Farah Khan, orecchini con perle e diamanti

Come altri designer indiani, il suo lavoro oscilla tra la tradizione della gioielleria indiana, ricca, opulenta, con tante pietre colorate, e un lavoro più semplice dedicato al pubblico occidentale. In tutti e due i casi, però, il risultato è piacevole. La sua capacità di adattarsi a due diversi gusti è simboleggiata dagli orecchini di smeraldi creati per la principessa Diya Kumari, figlia dell’ultimo Maharaja di Jaipur, e dal disegno dalla alla corona tempestata di cristalli Swarovski indossata da Beyoncé sulla copertina di un suo album. Ma il suo eclettismo si spinge ancora più in là: per esempio, ha disegnato anche bruciatori di incenso in ottone preziosi come gioielli. Alessia Mongrando





Il libro «A Bejeweled Life»
Il libro «A Bejeweled Life»

Anello in oro con ametista cabochon
Anello in oro con ametista cabochon

Anelo in oro, diamanti e rubini
Anelo in oro, diamanti e rubini
Anello in oro con smeraldi taglio cuscino e diamanti
Anello in oro con smeraldi taglio cuscino e diamanti
Anello con rubini e libellula in oro e smeraldi
Anello con rubini e libellula in oro e smeraldi
Collana con rubini e smeraldo centrale
Collana con rubini e smeraldo centrale
Collana di smeraldi dello Zambia con pendente a forma di fiore
Collana di smeraldi dello Zambia con pendente a forma di fiore

Orecchini in oro bianco, diamanti, ametiste
Orecchini in oro bianco, diamanti, ametiste







Cartier che colleziona Cartier

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Il libro dell’anno: The Cartier Collection: Jewelry. La storia della Maison francese attraverso 600 immagini ♦︎

Probabilmente è il libro più importante sui gioielli del 2019. La casa editrice francese Flammarion ha curato una grande opera in due volumi, scritta da François Chaille, Thierry Coudert, Christophe Vachaudez, Violette Petit e Michael Spink. Il titolo dice tutto: The Cartier Collection: Jewelry. Se amate la grande Maison di gioielleria, è il libro che fa per voi. Ma, attenzione, costa come un gioiello: 425 dollari. D’altra parte, darà un tono di classe al tavolino che sta di fronte al vostro divano.

Il libro è centrato sulla collezione Cartier, iniziata dalla Maison nel 1973 e che comprende oltre 1600 che vanno dal 1860 a oggi e costituisce la più grande raccolta al mondo di questo genere.

The Cartier Collection: Jewelry
The Cartier Collection: Jewelry

I due volumi ripercorrono la storia e testimonia l’originalità e il genio artistico che ha reso famosa Cartier. Sfogliando le pagine si trovano pezzi straordinari, come quelli posseduti dalla regina Elisabetta, acquistati dalla duchessa di Windsor, da Daisy Fellowes, Barbara Hutton e Sir Bhupinder Singh, dal Maharaja di Patiala, eccetera. Il tutto attraverso disegni originali e immagini di pietre preziose leggendarie. In tutto ci sono più di 600immagini dai vasti archivi di Cartier, alcuni inediti. Se amate i gioielli rompete il salvadanaio. Margherita Donato





Cartier, Art Déco. Bracciale Tutti Frutti con diamanti, smeraldi, rubini, zaffiri
Cartier, Art Déco. Bracciale Tutti Frutti con diamanti, smeraldi, rubini, zaffiri

Bracciale im oro, diamanti e smalto
Bracciale im oro, diamanti e smalto
Collana con ametiste del 1933
Collana con ametiste del 1933
Corona in platino e diamanti del 1927
Corona in platino e diamanti del 1927
Pendulette mystérieuse, orologio ipnotico ad asse centrale. I dischi delle ore e dei minuti sono azionati da un solo asse, in modo tale da lasciare maggior spazio alla ricerca estetica. Quadrante intagliato a partire da un citrino
Pendulette mystérieuse, orologio ipnotico ad asse centrale. I dischi delle ore e dei minuti sono azionati da un solo asse, in modo tale da lasciare maggior spazio alla ricerca estetica. Quadrante intagliato a partire da un citrino

serpente
Cartier,. collier serpente

Collana di Cartier in platino, oro, diamanti e 375 rubini burmesi di Cartier, 1951. Appartenuta a Liz Taylor. Foto: Vincent Wulveryck
Collana di Cartier in platino, oro, diamanti e 375 rubini burmesi di Cartier, 1951. Appartenuta a Liz Taylor. Foto: Vincent Wulveryck

Elizabeth Taylor con la collana di Cartier in platino, oro, diamanti e rubini. Foto: Photofest
Elizabeth Taylor nel 1958 con la collana di Cartier in platino, oro, diamanti e rubini. Foto: Photofest

La Regina Elizabeth II con la collana Nizam di Cartier. Indossata per il suo matrimonio nel 1947
La Regina Elizabeth II con la collana Nizam di Cartier. Indossata per il suo matrimonio nel 1947







I gioielli perduti degli zar




I gioielli degli zar: la ricostruzione in un libro delle leggende, la storia e miti di una delle più grandi collezioni 

I gioielli dei Romanov: una serie di collane, diamanti, corone che non hanno avuto, forse, pari. Rivivono in un libro. Fino alla sua caduta, nel 1917, la dinastia dei Romanov ha posseduto una collezione di gioielli mozzafiato, raccolti nel corso dei secoli: collane, pendenti, bracciali, spille, diademi, corone. Anche la ricca ereditiera americana Consuelo Vanderbilt, abituata al lusso più sfrenato, è stata colpita quando la zia dello Zar, la Granduchessa Maria Pavlovna, le ha mostrato alcuni pezzi della sua collezione: “Ci sono parures infinite di diamanti, smeraldi, rubini e perle, per non parlare di pietre semi-preziose, come turchesi, tormaline, e acquamarine”, ha raccontato.

Anello di perle appartenuto alla zarina Alessandra
Anello di perle appartenuto alla zarina Alessandra

Negli Usa tempo fa è stata pubblicata una nuova edizione di un volume che racconta la storia di questi gioielli da re, anzi, da zar. Il libro si intitola The Jewels of the Romanovs, ed è stato scritto dall’italiano Stefano Papi (Thames & Hudson, 352 pages, 65 dollari su Amazon). Stefano Papi è uno dei massimi esperti al mondo di gioielli: è stato Senior European Specialist per il dipartimento di gioielleria sia di Sotheby’s che di Christie’s. Per gli appassionati il libro è una miniera. Le foto mostrano, per esempio, l’imperatrice Maria Feodorovna in un abito di raso bianco con una fascia rossa, corona e quattro girocolli di perle, una collana di diamanti con in più più perle che pendono come lacrime giganti; una spilla di diamanti e, al polso, un braccialetto con tre giri di perle. Nonostante la bassa statura, ha la posa e l’aura di un’imperatrice.

Spilla a forma di cornucopia
Spilla a forma di cornucopia

Ma in una fotografia all’interno del libro viene indicata anche con il suo soprannome intimo: Minny. La granduchessa Maria Pavlovna, invece, è stata uno degli ultimi Romanov di lasciare la Russia, nel 1920, per morire pochi mesi dopo in Svizzera. Gli amici erano riusciti a salvare la sua collezione affidandola, pezzo per pezzo, a un visitatore inglese che a sua volta aveva depositato i gioielli all’ambasciata svedese. Come tanti profughi reali, la granduchessa ha mantenuto quello che poteva, ma molto è stato venduto. Alcuni dei suoi gioielli, avvolti in una federa, sono stati scoperti decenni più tardi e venduti per ingenti somme solo di recente, nel 2009.

Lo Zar Alessandro con la famiglia
Lo Zar Alessandro con la famiglia

Tra i tesori in mostra nel libro di Papi ci sono oggetti commemorativi o regali per occasioni particolari. Maria Feodorovna, per esempio, aveva regalato sua sorella un piccolo ritratto di se stessa, circondata da perle, in una cornice a forma di cuore di smalto rosso Fabergé. Lo Zar Nicola II, invece, per la sua incoronazione nel 1896, aveva regalato a suo zio, il granduca Vladimir, e alla moglie del granduca, una piccola scatola d’orio e smalto verde. Ritratti doppi adornano un portasigarette verde e oro a strisce creato da Fabergé per il matrimonio della figlia unica grande della coppia ducale, Elena, al principe Nicola di Grecia e Danimarca.

Diadema con perle
Diadema con perle

Molti dei gioielli, però, sono stati dispersi con la rivoluzione russa. Il governo bolscevico in quegli anni drammatici ha fatto cassa vendendo ciò che poteva, compresa la corona nuziale indossata da generazioni di zar. Alcuni Romanov, inoltre, hanno venduto i propri gioielli durante la fuga. Per questo alcuni magnifici pezzi sono stati poi indossati dai membri delle dinastie reali di Romania e Jugoslavia, mentre una tiara è ancora oggi utilizzata dalla regina Elisabetta II. La nonna, Queen Mary, nota per la sua avarizia, è riuscita a entrare in possesso dei migliori pezzi dei gioielli dei Romanov dopo la morte di sua madre, l’imperatrice vedova.

I gioielli dei Romanov acquistati a prezzo di saldo dalla regina d'Inghilterra
I gioielli dei Romanov acquistati a prezzo di saldo dalla regina d’Inghilterra
Una parte del tesoro dei Romanov
Una parte del tesoro dei Romanov
La sfera che simboleggia il potere conferito da Dio
La sfera che simboleggia il potere conferito da Dio
Orecchini di brillanti e rubini
Orecchini di brillanti e rubini
Un rubino tagliato a forma di fragola
Un rubino tagliato a forma di fragola
Un grosso smeraldo circondato da diamanti a fiore
Un grosso smeraldo circondato da diamanti a fiore
Spilla con grossi rubini e diamanti fancy
Spilla con grossi rubini e diamanti fancy
Collana di perle appartenuta all'imperatrice Maria Feodorovna
Collana di perle appartenuta all’imperatrice Maria Feodorovna
Cornice a forma di cuore firmata Fabergé
Cornice a forma di cuore firmata Fabergé
L'aquila imperiale a due teste tempestata di diamanti, con sovrapposta una croce di Sant'Andrea
L’aquila imperiale a due teste tempestata di diamanti, con sovrapposta una croce di Sant’Andrea
La copertina del libro
La copertina del libro
Alcune pagine del libro di Papi
Alcune pagine del libro di Papi
Spilla con brillanti e zaffiri
Spilla con brillanti e zaffiri
Spilla floreale
Spilla floreale
Spilla a stella dell'imperatore di Russia
Spilla a stella dell’imperatore di Russia
Spilla con piccoli brillanti
Spilla con piccoli brillanti
Spilla a forma di rosa, argento e pavé di brillanti
Spilla a forma di rosa, argento e pavé di brillanti
Pendente con diamanti e un grosso smeraldo
Pendente con diamanti e un grosso smeraldo
Frammento
Frammento
Diadema e orecchini
Diadema e orecchini
Una delle corone imperiali degli zar
Una delle corone imperiali degli zar
Copricapo con visone e croce, oro e pietre
Copricapo con visone e croce, oro e pietre







I tesori di Buccellati




I tesori della Fondazione Gianmaria Buccellati ora si possono vedere tutti i giorni. Su un libro ♦︎

Gioielleria, cultura e scultura a volte si fondono. Se, poi, si aggiunge l’abilità orafa di Gianmaria Buccellati, ecco che nasce un mito. Tanto che alla Maison di Milano con radici toscane nel 2014 era stata dedicata una grande mostra, organizzata dalla Fondazione Buccellati, che Gianmaria aveva promosso dieci anni fa. Ora, a tre anni dalla scomparsa del grande gioielliere un libro, I Tesori della Fondazione Gianmaria Buccellati, ne ripercorre la strada e le testimonianze della sua creatività. I lavori di oreficeria e di argenteria della Fondazione Gianmaria Buccellati hanno due padrini, visto che tutto nasce da Mario Buccellati, erede di quella abilità nello scolpire in piccole dimensioni oro e argento che ha reso famoso uno scultore rinascimentale come Benvenuto Cellini.

Il secolo scorso, insomma, a Firenze è nata non solo un’azienda, ma un pezzo di storia delle arti, del Made in Italy, oltre che del lusso. Per questo la storia e i successi di Gianmaria Buccellati sono destinati a durare nel tempo, così come testimonia il libro edito da Skira.

I Tesori della Fondazione Gianmaria Buccellati
Skira
2017, edizione italiana e inglese
30 x 32 cm, 252 pagine
424 colori, cartonato
ISBN 978-88-572-3435-9 I, -3436-6 E
€ 85,00





Tiara sforata a tulle in argento platinato e foderato di oro giallo, incassato con diamanti taglio brillante e taglio rosa
Mario Buccellati, tiara sforata a tulle in argento platinato e foderato di oro giallo, incassato con diamanti taglio brillante e taglio rosa, 1929

Mario Buccellati, anello musone in oro e argento foderato in oro giallo, con zaffiro sfaccettato, diamanti fancy e taglio rosa
Mario Buccellati, anello musone in oro e argento foderato in oro giallo, con zaffiro sfaccettato, diamanti fancy e taglio rosa, 1936
Gianmaria Buccellati, Collana e orecchini Deliziosa, con elementi in oro giallo incisi a ornato, castoni a goccia con rubini cabochon, smeraldi e brillanti, 1995
Gianmaria Buccellati, Collana e orecchini Deliziosa, con elementi in oro giallo incisi a ornato, castoni a goccia con rubini cabochon, smeraldi e brillanti, 1995
Gianmaria Buccellati, collana ispirata a un pizzo veneziano, con trama in oro giallo e sagome in oro bianco incassate con brillanti, 1992
Gianmaria Buccellati, collana ispirata a un pizzo veneziano, con trama in oro giallo e sagome in oro bianco incassate con brillanti, 1992
Gianmaria Buccellati, Spilla e orecchini a fogliette in oro giallo incassato e brillanti. Pendente centrale spilla con perla a goccia conch, 1992
Gianmaria Buccellati, Spilla e orecchini a fogliette in oro giallo incassato e brillanti. Pendente centrale spilla con perla a goccia conch, 1992
Gianmaria Buccellati, anello a turbante in oro con colori diversi, rubino cabochon e brillanti, 1972
Gianmaria Buccellati, anello a turbante in oro con colori diversi, rubino cabochon e brillanti, 1972

Il libro «Tesori della Fondazione Gianmaria Buccellati»
Il libro «Tesori della Fondazione Gianmaria Buccellati»







Gioielli, ma di carta




I gioielli di carta (riciclata) ultima frontiera della sostenibilità ♦︎

È molto facile che nessuno degli appassionati lettori di gioiellis.com si comprerà mai un gioiello di carta. Che, poi, gioiello non è ma, semmai, un accessorio, una decorazione, un gioco. Ma se, per ipotesi, vi piace usare forbici e fantasia per creare qualcosa di nuovo, ecco il libro, anzi, un progetto editoriale che fa per voi. Si intitola Carta Preziosa, il design del gioiello di carta, è curato da Bianca Cappello in collaborazione con Comieco – Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, e da Skira Editore, Cartiera Paudice e Cartotecnica Print Finishing.

Il libro contiene 21 «gioielli», tra collane, bracciali, anelli e diademi, realizzati in cartoncino colorato, con materiale riciclato al 100% e colorato con tinte vegetali. Questi bijoux cartacei sono da costruire, indossare e regalare. Gli autori sono 21 designer e artisti contemporanei che da anni fanno della carta il loro principale strumento di lavoro. La presentazione del libro-scrigno è fissata per lunedì 26 marzo 2018 alle 11.00, Sala Napoleonica dell’Accademia di Brera, a Milano.




Tithi Kutchamuch
Tithi Kutchamuch
Martine Horstma
Martine Horstma
Gianluca Bartellone
Gianluca Bartellone
Ela Cindoruk
Ela Cindoruk
Zoe Keramea
Zoe Keramea
Noemi Gera
Noemi Gera
Eleonora Cumer
Eleonora Cumer
Angela Simone
Angela Simone
Daniele Papuli
Daniele Papuli
Paolo Ulian
Paolo Ulian






I tesori di Bulgari

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Un libro con le storie, ma soprattutto i gioielli, che hanno accompagnato il mito di Bulgari ♦︎

Arriva un libro che racconta tutto e, soprattutto, mostra l’arte, la gloria e gli onori di Bulgari. La Maison romana passata sotto le insegne francesi di Lvmh è descritta da Vincent Meylan, uno specialista del lusso, che si è già occupato di Christie’s e Van Cleef & Arpels. Il libro si intitola Bulgari, Treasures of Rome e, ovviamente, narra la crescita del brand di gioielli diventato in pochi decenni un mito. Una fama conquistata non solo con la necessaria abilità nell’arte orafa, ma anche con l’idea di avvolgere la propria produzione di gioielli con stili e forme prese in prestito dall’antichità, quella dell’impero romano, ma anche quella dei bizantini e dell’arte islamica. L’anello Trombino e i braccialetti Serpenti hanno così fatto il giro del mondo.

Per comporre il libro l’autore ha avuto accesso agli archivi della Maison e questo spiega l’accuratezza della ricostruzione e il corredo fotografico che illustra le pagine del libro. In cui non mancano, come ci si poteva aspettare, le immagini classiche delle clienti diventate di fatto ambasciatrici del marchio di gioielleria, come Liz Taylor, la contessa Dorothy Dentice di Frasso che frequentò Bulgari mentre era in love con Gary Cooper, o l’Infanta Beatrice di Spagna e la principessa Maria Jose del Belgio.

Ma è riduttivo descrivere Bulgari come una gioielleria per celebrity. È, invece, una delle grandi del mondo della gioielleria capaci di proporre uno stile diverso, riconoscibile e, diciamolo, spesso anche copiato. Federico Graglia

Bulgari, Treasures of Rome
ACC Art Books
Prezzo: 95 dollari





Bracciale con smeraldi e rubini
Bracciale con smeraldi e rubini

Il libro «Bulgari, Treasures of Rome»
Il libro «Bulgari, Treasures of Rome»
Collana di Bulgari con gemme
Collana di Bulgari con gemme di colore
Parure di rubini e diamanti
Parure di rubini e diamanti
Il celebre bracciale serpente, in versione orologio
Il celebre bracciale serpente, in versione orologio
Anello Trombino con rubino burmese di 5,98 carati  non riscaldato
Anello Trombino con rubino burmese di 5,98 carati non riscaldato
Una pagina del libro «Bulgari, Treasures of Rome», dall'archivio della Maison
Una pagina del libro «Bulgari, Treasures of Rome», dall’archivio della Maison

Liz Taylor con orecchini di Bulgari
Liz Taylor con orecchini di Bulgari






Gioielli su carta per de Grisogono



In un libro la storia (vista attraverso 160 illustrazioni) della Maison de Grisogono e del suo fondatore, Fawaz Gruosi ♦︎

«Nessun grand’uomo vive invano: la storia del mondo non è che la biografia dei grandi uomini», diceva Thomas Carlyle, storico, saggista e filosofo scozzese vissuto nel periodo Vittoriano. Questo principio vale anche per il mondo della gioielleria. E così ecco Daring Creativity, libro scritto dalla specialista Vivienne Becker e dedicato al creatore di de Grisogono, Fawaz Gruosi. Una storia, ampiamente illustrata, che affascinerà i fans della Maison di Ginevra, attratti dalla fantasia qualche volta graffiante del suo fondatore.

«Quando si tratta di pietre eccezionali, il segreto è individuare quella che trasmetterà emozioni, quella fatta per voi, come se fosse un’estensione del vostro essere. Quando creo, so già quale donna indosserà il gioiello e come la pietra diventerà il suo talismano», racconta Gruosi a Vivienne Becker. Gruosi, uno dei rari spiriti visionari in un mondo spesso troppo ligio alla tradizione, ha creato il suo brand nel 1993, con la prima boutique in Rue du Rhone a Ginevra. Ha subito trovato il suo spazio e, soprattutto, un’anima: ha lasciato perdere il minimalismo caratteristico dell’ultimo decennio del XX secolo, e ha optato su creazioni opulente, sensuali, complesse.

La prima creazione de Grisogono, un paio di orecchini di perle e diamanti realizzata su misura per la begum Salima Aga Khan era già una perfetta immagine del gusto, del fasto e dell’originalità che sarebbero diventati il marchio di fabbrica del gioielliere. Personaggi come Sofia Loren, la duchessa Camila di Cornovaglia, Sharon Stone hanno indossato i modelli sfavillanti della Maison. Da allora Gruosi continua ad esplorare i diamanti bianchi e neri così come le pietre dai colori unici, inventando forme al tempo stesso classiche e innovative.

Le immagini del volume mostrano l’ampia gamma di idee, soluzioni tecniche, innovazioni della Maison. Con un background italiano, il Gruosi riesce a fondere le influenze fiorentine e bizantine, combinazioni di pietre preziose e artigianalità.

Daring Creativity
Assouline
Testo di Vivienne Becker
28 x 35 cm, 256 pagine, 160 illustrazioni
Isbn: 9781614285847
Prezzo: 195 euro





Il libro Daring Creativity
Il libro Daring Creativity

Bracciale in onice e diamanti. Foto di Laziz Hamani
Bracciale in onice e diamanti. Foto di Laziz Hamani
Orecchini con diamanti bianchi e neri. Foto di Laziz Hamani
Orecchini con diamanti bianchi e neri. Foto di Laziz Hamani
Orecchini con diamanti bianchi e smeraldi. Foto di Laziz Hamani
Orecchini con diamanti bianchi e smeraldi. Foto di Laziz Hamani
Collier con diamanti bianchi e rubini. Foto di Laziz Hamani
Collier con diamanti bianchi e rubini. Foto di Laziz Hamani
Alta gioielleria de Grisogono, anello. Foto di Laziz Hamani
Alta gioielleria de Grisogono, anello. Foto di Laziz Hamani
Alta gioielleria de Grisogono, anello in oro rosa, diamanti, rubino. Foto di Laziz Hamani
Alta gioielleria de Grisogono, anello in oro rosa, diamanti, rubino. Foto di Laziz Hamani
Alta gioielleria de Grisogono, anello con diamanti e zaffiro. Foto di Laziz Hamani
Alta gioielleria de Grisogono, anello con diamanti e zaffiro. Foto di Laziz Hamani
Illustrazioni di Daring Creativity
Illustrazioni di Daring Creativity
Orologio Occhio
Orologio Occhio
Fawaz Gruosi
Fawaz Gruosi

Skull, una delle creazioni più controcorrente di de Grisogono
Skull, una delle creazioni più controcorrente di de Grisogono







Mikimoto da sfogliare

Le collane di perle di Mikimoto ritratte in un grande libro illustrato: per chi ama i gioielli dell’antica Maison giapponese ♦

Dici Mikimoto e dici perle. Già, e che perle. Non solo si può dire che le tonde sfere translucide sono di prima qualità, ma bisogna aggiungere che la Maison giapponese ha interpretato le perle come elementi di una rappresentazione teatrale. E, giustamente, arriva anche il libro che raccoglie storia e immagini del brand. Il libro è edito da Assouline e si intitola The Pearl Necklace (introduzione di Vanessa Friedman, 300 pagine, 200 immagini, 85 dollari), ed è curato dalla specialista Vivienne Becker.

È la storia di Mikimoto, ma anche delle perle: un racconto che si incrocia e si sovrappone. Le perle che adornano i turbanti dei maharaja, che sono indossate da regine e da principesse come Diana, dalle star di Hollywood come Marylin Monroe e da cantanti come Lady Gaga. un simbolo, una tradizione, una passione che Mikimoto ha saputo interpretare anche con gioielli che sono entrati nella storia della creatività orafa. La collana di perle vista da vicino segue i 124 anni di storia di Mikimoto, ma porta anche per mano chi sfoglia il volume attraverso la pura bellezza di questo elemento della gioielleria che ha qualcosa di mistico. Federico Graglia

Bracciale vintage di Mikimoto, con perle Akoya
Bracciale vintage di Mikimoto, con perle Akoya
Orecchini di perle con diamanti
Orecchini di perle con diamanti
Mikimoto, set per debutto in società
Mikimoto, set per debutto in società
Collana di perle di Mikimoto
Collana di perle di Mikimoto
Perle South Seas, oro bianco, zaffiri
Perle South Seas, oro bianco, zaffiri
Collana con perle Thaiti e diamanti
Collana con perle Thaiti e diamanti
Il libro The Pearl Necklace
Il libro The Pearl Necklace
La clip Yaguruma può essere diviso in diversii componenti, che possono poi essere trasformata in 12 diversi gioielli
La clip Yaguruma può essere diviso in diversii componenti, che possono poi essere trasformata in 12 diversi gioielli


Lydia Courteille a tutto volume

La storia di Lydia Courteille attraverso i suoi gioielli nelle 239 pagine di un libro dedicati alla designer francese.

I fan di Lydia Courteille hanno ora una nuova occasione per ammirare i gioielli della designer francese. ACC Art Books, infatti, ha pubblicato una nuova monografia dedicata alla estrosa creatrice parigina. Il libro si intitola Lydia Courteille, Extraordinary Jewellery of Imagination and Dreams (239 pagine, 59 euro da Amazon). Il libro è stato scritto da Julia Weir de la Rochefoucauld, esperta di gioielli e capace di percorrere tutta la storia di Lydia Courteille, a partire dall’infanzia, l’amore per i romanzi, la passione per le pietre che vedeva al museo mineralogico di Parigi. E una buona capacità di socializzare: da bambina era in corrispondenza con 18 amici di penna in tutto il mondo.

Ma la data che interessa gli appassionati di gioielli è il 1979, quando la designer ha iniziato la sua attività. Preceduta dal lavoro su gioielli antichi, riparazione di cammei oppure la trasformazione di spille in anelli. A quel punto ha deciso di fare sul serio: ha studiato gemmologia e ha affiancato la raccolta di gioielli d’epoca a quelli disegnati da lei stessa. Ha avuto successo. Il libro riporta immagini di 20 collezioni legate da un unico filo: la fantasia. Federico Graglia





Anello Ark Angel con smeraldi e peridoto
Anello Ark Angel con tormaline verdi e peridoto

Diadema in oro rodiato e pietre della collezione Saba
Diadema in oro rodiato e pietre della collezione Saba
Orecchini in oro rodiato, zaffiri, tsavorite e opali fuoco
Orecchini in oro rodiato, zaffiri, tsavorite e opali fuoco
Anello in oro rodiato, tra tsavorite, opali e tormalina verde
Anello in oro rodiato, tra tsavorite, opali e tormalina verde
Il libero «Lydia Courteille, Extraordinary Jewellery of Imagination and Dreams»
Il libero «Lydia Courteille, Extraordinary Jewellery of Imagination and Dreams»
Orecchini con conigli realizzati con rubellite, zaffiri rosa, diamanti bianchi e neri, oro rosa
Orecchini con conigli realizzati con rubellite, zaffiri rosa, diamanti bianchi e neri, oro rosa
Orecchini Piume di struzzo e ventaglio
Orecchini Piume di struzzo e ventaglio
Orecchini Processionale Menorah
Orecchini Processionale Menorah

Anello in oro rodiato, diamanti gialli, zaffiri, tsavoriti e onice
Anello in oro rodiato, diamanti gialli, zaffiri, tsavoriti e onice







Taffin, 20 anni in 300 scatti

Un libro sul geniale designer James Taffin de Givenchy: 300 immagini di gioielli fuori dal comune.

È difficile che un libro possa essere lo specchio di una persona. Anche le biografie, inevitabilmente, non fotografano esattamente quello che è l’aspetto e il carattere del soggetto di cui parlano. Un libro illustrato, però, ha qualche vantaggio: lascia all’occhio di chi lo sfoglia il giudizio e riduce le descrizioni scritte al minimo. È il caso di Taffin, libro scritto da James Taffin de Givenchy assieme alla giornalista Stephanie LaCava (Rizzoli Usa, 115 dollari o 118 euro su Amazon, 413 pagine per 4,1 chilogrammi). Il libro raccoglie i 20 anni di carriera  del designer nipote di Hubert de Givenchy, fondatore della casa di moda e cosmetici. Invece di occuparsi di profumi o vestiti, Taffin ha studiato al Fashion Institute of Technology di New York, e poi da Christie’s, nel reparto gioielli. Dopo le aste, è andato ha lavorare da Verdura, brand che ha ereditato anche i disegni di Suzanne Belperron. Ma un altro dei suoi miti è Jar. Nel 1996 ha fondato la propria Maison, a New York, con l’idea di produrre gioielli degni dei suoi modelli creativi. Il libro raccoglie oltre 300 immagini delle più grandi opere di Taffin, con disegni, immagini dell’atelier e dello stilista. Un designer che ha saputo unire i materiali più preziosi con scelte sorprendenti, come il metallo di un mitra militare, legno e ceramica. E che ora è immortalato sulle pagine di un libro. Federico Graglia




Collana con ametiste su oro giallo
Collana con ametiste su oro giallo
Anello doppio con ametista
Anello doppio con ametista
Orecchini pendenti con diamanti e zaffiri rosa
Orecchini pendenti con diamanti e zaffiri rosa
James-De-Givenchy
James Taffin de Givenchy
Orecchini pendenti con diamanti, granati e oro rosa
Orecchini pendenti con diamanti, granati e oro rosa
Orecchini con topazio, zaffiri del Montana, ceramica azzurra, oro (dal libro Taffin)
Orecchini con topazio, zaffiri del Montana, ceramica azzurra, oro (dal libro Taffin)
Orecchini in cristallo di rocca, calcedonio, diamanti, spinelli, su platino e oro rosa
Orecchini in cristallo di rocca, calcedonio, diamanti, spinelli, su platino e oro rosa
«Taffin», Rizzoli
«Taffin», Rizzoli

Anello con zaffiri viola, ceramica blu, oro rosa
Anello con zaffiri viola, ceramica blu, oro rosa







La storia dei bijoux

Vi piacciono i bijoux d’autore? Siete a caccia di monili che hanno fatto epoca? Vi piacerebbe collezionare orecchini, anelli o collane delle grandi firme? Prima di mettere mano al portafogli potete consultare Storia della Bigiotteria Italiana, un libro che raccoglie il meglio dei bijoux Made in Italy. Una storia lunga, presentata a Milano dall’autrice, Bianca Cappello, storica e critica del gioiello ed edita da Skira. La bigiotteria di qualità, design e interpretazione, capace di confrontarsi con la gioielleria, ha una storia parte dall’Unità d’Italia e corre fino ai giorni nostri, miscelando assieme artigianato e storia sociale, moda, tradizioni, tendenze del costume e, non da ultima, cultura. «Come sempre, quando si affronta un argomento così complesso è inevitabile percorrere anche la storia delle tendenze artistiche, in questo caso quelle del Novecento», spiega Cappello. M.B.

Storia della Bigiotteria Italiana
Skira
2016, edizione bilingue (italiano-inglese)
24 x 28 cm, 160 pagine
152 colori e 32 b/n, cartonato
Prezzo: 40 euro

Spilla in galalite e metallo dorato, Italia (attribuibili ad Adolfo Pavesi di Milano), anni trenta-quaranta, collezione Franco Jacassi. Foto Francesco di Bona
Spilla in galalite e metallo dorato, Italia (attribuibili ad Adolfo Pavesi di Milano), anni trenta-quaranta, collezione Franco Jacassi. Foto Francesco di Bona
Fotografia d’epoca con l’indossatrice Serenella in abito di Emilio Schubert nel luglio del 1963 che, poco dopo aver sfilato alla Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, posa davanti alla vetrina di Bijoux Cascio in via Tornabuoni. Archivio Riccardo Cascio. Foto Locchi
Fotografia d’epoca con l’indossatrice Serenella in abito di Emilio Schubert nel luglio del 1963 che, poco dopo aver sfilato alla Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, posa davanti alla vetrina di Bijoux Cascio in via Tornabuoni. Archivio Riccardo Cascio. Foto Locchi
Archimede Seguso per Chanel, collana con catena di elementi in vetro e metallo dorato, 1968, collezione Stella Pinelli. Foto Augusto Panini
Archimede Seguso per Chanel, collana con catena di elementi in vetro e metallo dorato, 1968, collezione Stella Pinelli. Foto Augusto Panini
Fornasetti gemelli da polsino, ceramica e ottone dorato
Fornasetti gemelli da polsino, ceramica e ottone dorato
Coppola e Toppo, collana con tubetti cavi in vetro, plexiglass, strass, collezione autunno-inverno 1969-70, archivio di Donatella Pellini. Foto Francesco di Bona
Coppola e Toppo, collana con tubetti cavi in vetro, plexiglass, strass, collezione autunno-inverno 1969-70, archivio di Donatella Pellini. Foto Francesco di Bona
Sharra Pagano per Giorgio Armani, spille pagliaccio in resina, anni ottanta, archivio di Sharra Pagano. Foto Francesco di Bona
Sharra Pagano per Giorgio Armani, spille pagliaccio in resina, anni ottanta, archivio di Sharra Pagano.
Foto Francesco di Bona
Moschino, collana Ditali in ottone dorato, perle di imitazione, strass, anni ottanta, archivio di Sharra Pagano. Foto Francesco di Bona
Moschino, collana Ditali in ottone dorato, perle di imitazione, strass, anni ottanta, archivio di Sharra Pagano. Foto Francesco di Bona
Donatella Pellini, bracciale in pvc, 1980 ca, archivio di Donatella Pellini. Foto Archivio Pellini
Donatella Pellini, bracciale in pvc, 1980 ca, archivio di Donatella Pellini. Foto Archivio Pellini
Missoni, collana in metallo dorato, cristallo di rocca, anni novanta, archivio de Il Gioiello di Firenze. Foto Augusto Panini
Missoni, collana in metallo dorato, cristallo di rocca, anni novanta, archivio de Il Gioiello di Firenze.
Foto Augusto Panini
Marina e Susanna Sent, collana Soap, perle di vetro soffiato trasparente, 2001, archivio di Sorelle Sent. Foto Studio Pointer
Marina e Susanna Sent, collana Soap, perle di vetro soffiato trasparente, 2001, archivio di Sorelle Sent.
Foto Studio Pointer
Giuliano Fratti, collier multifilo con catena di meallo dorato, perle di vetro, anni sessanta, collezione Mimma Maffei. Foto Francesco di Bona
Giuliano Fratti, collier multifilo con catena di meallo dorato, perle di vetro, anni sessanta, collezione Mimma Maffei. Foto Francesco di Bona

Storia-Bigiotteria_1

Laurence Graff, il signore delle gemme




La fantastica storia di Laurence Graff si trasferisce ora in un grande libro illustrato. Lo edita la stessa Graff. Il volume racconta la storia del fondatore di una delle più grandi Maison specializzate in diamanti. Laurence Graff è un gemmologo completamente autodidatta che aveva iniziato come apprendista in Hatton Garden, la strada dei gioiellieri e dei commercianti di diamanti di Londra. A soli 22 anni, nel 1960, Graff ha aperto la sua sua azienda. Pare avesse una specie di sesto senso per riconoscere le gemme, oltre a una ferrea preparazione professionale. Oltre a questo, possedeva nervi d’acciaio: una qualità che gli è servita per acquistare e, soprattutto, per lavorare pietre del valore di milioni di sterline.

Nel libro non mancano le immagini sulla storia, a tratti avventurosa, del gioielliere londinese. Avventure che, ovviamente, hanno a che fare con i diamanti. Come nel caso della grande pietra da 603 carati Lesotho Promise, che Graff ha tagliato per trasformarla in una collana di 26 pietre perfette. Oppure l’acquisto di Delaire Sunrise, il più grande Fancy Vivid Yellow quadrato al mondo, di 118,08 carati. O, ancora, del più grande diamante colore D Flawless, taglio brillante, il Graff Costellation, da 102.79 carati.

Sono ricordate anche le iniziative sorprendenti, come Hair & Jewel, con una modella che indossa mezzo miliardo di dollari in gemme preziose nei capelli (https://gioiellis.com/unidea-brillante-in-testa), un’idea ripresa nel 2013 per commemorare i 60 anni di attività. Se vi interessa, il libro costa 65 sterline. Il ricavato andrà in beneficenza. Federico Graglia

Carissa necklace, uno dei gioielli più belli firmati Graff
Carissa necklace, uno dei gioielli più belli firmati Graff
Laurenza Graff con il Delaire Sunrise
Laurenza Graff con il Delaire Sunrise
Laurence Graff con il Lesotho Primise, il 15esimo più grande gioiello del mondo
Laurence Graff con il Lesotho Primise, il 15esimo più grande gioiello del mondo
Il Graff Costellation visto da vicino
Il Graff Costellation visto da vicino
Il Graff Pink Diamond
Il Graff Pink Diamond
Laurence Graff con The Graff Constellation, 109,72 carati
Laurence Graff con The Graff Constellation, 109,72 carati

Il libro dedicato alla storia di Laurence Graff
Il libro dedicato alla storia di Laurence Graff







I 50 anni di Dinh Van

Compie 50 e li festeggia con un gioiello speciale e un libro: la parigina Dinh Van riesce a rinnovare il suo stile unico, che l’ha consacrata tra i grandi del design. Fondata nel 1965, dal gioielliere-artigiano Jean Dinh Van, di origine vietnamita, la Maison francese  ha saputo distinguersi dagli altri brand del settore per il stile che rimane lontano da forme come fiori, animali o croci. Insomma, niente simboli, ma una linea geometrica pulita, lontana dai codici tradizionali della gioielleria. Al contrario, Dinh Van ha saputo reinterpretare oggetti comuni trasformandoli in gioielli, come nel caso delle lamette da barba o delle manette. Il primo gioiello di successo di Dinh Van è stato l’anello 2 Perle, creato nel 1967 per Pierre Cardin. Una rivoluzione per l’epoca, con una silhouette quadrata, in cui sono collocate due diverse sfere colorate nel centro. Un pezzo straordinario, cheè entrato entrerà nel Museo delle arti decorative di Parigi nel 2003.

Per celebrare il suo mezzo secolo di vita, la maison ha deciso  reinterpretare questo anello in una collezione completa in oro giallo, ornata da due perle (perle Akoya o Tahiti, ma anche d’acqua dolce, bianche ed ematite). La collezione si declina in anelli, bracciali, collane, orecchini. Prevista (a novembre) anche una riedizione del bracciale Maillet de polo, datato 1980. Il modello sarà offerto in soli 50 esemplari.

Infine, è in arrivo un libro che racconta le più grandi creazioni della casa. Scritto da Berenice Geoffroy-Schneiter per  Assouline Publishing, rende giusto onore al designer franco-vietnamita. Lavinia Andorno

Anello in oro disegnato per Cartier
Anello in oro disegnato per Cartier
Manette in versione oro
Manette in versione oro
Manette cuoio, in oro bianco e diamanti
Manette cuoio, in oro bianco e diamanti
La celebre lametta
La celebre lametta
Jean Dinh Van
Jean Dinh Van
L'anello 2 Perle, del 1960
L’anello 2 Perle, del 1960
Bracciali disegnati per Cartier
Bracciali disegnati per Cartier