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Nuova apertura di Damiani a Seul

Nuova apertura di Damiani in Oriente, nella Corea del Sud. Il marchio di gioielleria apre una nuova boutique nello Hyundai Mokdong department store, nella parte occidentale della capitale Seul. Lo Hyundai Mokdong è uno dei centri commerciali di lusso più noti del paese asiatico. Il nuovo punto vendita si trova al piano terra, accanto ai luxury brand più importanti. Come nelle altre boutique Damiani i coreani possono scegliere tra le collezioni più iconiche della Maison, come D.Icon, Belle Époque, Margherita e Mimosa, oltre alle proposte per il mondo bridal.

Damiani, Hyundai Mokdong department store
Damiani, Hyundai Mokdong department store

La nuova apertura fa parte del piano di espansione che Damiani ha intrapreso da tempo. Lo scorso anno, per esempio, ha inaugurato due punti vendita, sempre a Seul, nei department store Shinsegae Gangnam (il quartiere del lusso) e Lotte World Tower. In tutto il marchio italiano conta in Corea 13 boutique, segno di un apprezzamento della produzione di Damiani nel Paese asiatico.
Store Damiani, Seul
Store Damiani, Seul

Vicenzaoro è sold-out

Nuove anticipazioni di quello che sarà Vicenzaoro September (8-12): è tutto esaurito e sono stati occupati dagli espositori anche le sale convegni. L’evento dedicato alla gioielleria organizzato da Italian Exhibition Group ospiterà oltre 1.200 brand espositori da 34 Paesi nel quartiere fieristico di Vicenza riunisce l’intera filiera dell’oro e del gioiello. Germania, Turchia, Cina, India e Tailandia sono i Paesi più rappresentati dai brand espositori provenienti dall’estero, che coprono circa il 40% dell’area. Il Made in Italy sarà rappresentato come sempre da tutti i principali distretti (Arezzo, Vicenza, Valenza e Campania). Sono 400 i buyer esteri attesi anche grazie al supporto di ministero degli Esteri e Ice (agenzia pubblica per l’export). Gli operatori, precisa Ieg, arrivano in particolare da Usa, Emirati Arabi Uniti, Israele, Cina e Paesi Asean (Association of Southeast Asian Nations).

Vicenzaoro September 2022. Copyright: gioiellis.com
Vicenzaoro September 2022. Copyright: gioiellis.com

Per un settore, quello della gioielleria, che corre (in Italia nel primo trimestre 2023 segna un fatturato in crescita dell’11,3%) anche Vicenzaoro ne beneficia: lo spazio espositivo è sold-out, con diverse aziende in lista d’attesa, in particolare per la community Icon dedicata alla gioielleria di alta gamma. Per questo Ieg ha messo a disposizione tutti gli spazi disponibili, comprese le sale convegni al padiglione 7.1 al primo piano del quartiere fieristico, creando uno spazio riservato.

Uffici di Ieg a Vicenzaoro
Ieg, Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com
Bracciale con diamanti per 24 carati e smeraldi per 47 carati. Copyright: gioiellis.com
Bracelet with diamonds for 24 carats and emeralds for 47 carats. Copyright: gioiellis.com

I segreti di Pandora

Pandora è il marchio di gioielli più diffuso al mondo. Tutti hanno indossato o almeno visto da vicino un gioielli di Pandora. Nel 2022 Pandora ha venduto tre gioielli al secondo. Eppure non tutti conoscono la storia di questa azienda. Per esempio, lo sapevate che i gioielli di Pandora, che è un’azienda danese, sono realizzati in Tailandia? E che il suo fondatore è un maniaco della riservatezza, che non rilascia interviste e neppure si lascia fotografare? Tanto che ha comprato casa a Singapore.

Collane della linea Disney Little Mermaid Pandora indossate
Collane della linea Disney Sirenetta Pandora indossate

Pandora è il più grande marchio di gioielleria al mondo con 26,5 miliardi di corone danesi di fatturato nel 2022 (circa 3,5 miliardi di euro o 3,8 miliardi di dollari) e una rete di vendita al dettaglio di circa 2.500 negozi, con 600 milioni di clienti solo sugli store online, e con più di 32.000 dipendenti. Ma è nata da un semplice business familiare. Per la precisione, da una coppia: l’orafo di Copenaghen Per Algot Enevoldsen e sua moglie Winnie. Dopo aver aperto una piccola gioielleria nel 1979 a Copenhagen, i due si recavano spesso in Thailandia per acquistare materiali e gioielli da importare. Ma, prima che Pandora divenisse Pandora, la coppia ha puntato sulla vendita all’ingrosso. Anzi, nel 1987 la vendita al dettaglio è stata interrotta.

Alexander Lacik, President & Chief Executive Officer Pandora
Alexander Lacik, President & Chief Executive Officer Pandora

Dopo aver assunto una decina designer, la produzione è stata portate completamente in Thailandia nel 1989, dove i costi di produzione erano e sono ancora, molto più bassi. I due, Per e Winnie Enevoldsen, si sono trasferiti a vivere a Bangkok con il figlio Christian, e fornivano gioielli a prezzi accessibili per il mercato di massa europeo. L’azienda è cresciuta fino a includere un assortimento di anelli, collane, orecchini e orologi, che al momento ha però smesso di produrre. Una delle caratteristiche di Pandora è anche quella di proteggere alcune soluzioni, come le leghe metalliche utilizzate, con un brevetto. Il successo dei bracciali con ciondoli ha convinto nel Duemila la coppia a puntare sulla vendita diretta.

Una rara immagine di Winnie e Per Enevoldsen
Una rara immagine di Winnie e Per Enevoldsen

Il braccialetto con ciondoli da comporre e personalizzare è stato la chiave del successo. È stato lanciato per la prima volta nel mercato danese. La coppia ha avuto per prima l’idea di creare un gioiello con ciondoli intercambiabili che possono essere aggiunti e rimossi secondo le preferenze di chi lo indossa. Il successo ha convinto Pandora a puntare sui mercati esteri, a iniziare da Germania e Stati Uniti, poi l’Australia nel 2004. Nel 2005, l’azienda danese ha aperto una struttura artigianale su larga scala a Gemopolis, la zona dell’industria della gioielleria a Bangkok. Nel 2017 ha aperto uno stabilimento a Lamphun, vicino a Chiang Mai, nel nord della Thailandia, e nel 2018 un’altro sito produttivo Triple A sempre a Gemopolis.

Il sito produttivo di Lamphun, in Tailandia
Il sito produttivo di Lamphun, in Tailandia

Il sito di Lamphun è una vera cittadella. Occupa oltre un migliaio di dipendenti, quasi tutti molto giovani, che indossano una divisa bordeaux. Le donne incinte aggiungono dei grembiuli azzurri. C’è anche una spirit house, piccolo altare votivo al Buddha dove la mattina, prima di entrare al lavoro, i dipendenti possono recitare una preghiera, ma è stata prevista anche una stanza dedicata alla preghiera dei musulmani. Non solo. Oltre alla mensa c’è un negozio di generi alimentari, una nursery, l’infermeria, e persino un dj che crea alla console una musica per i dipendenti e uno spazio digital dove si producono programmi. In Tailandia Pandora produce i gioielli, ma sono disegnati in Italia e Danimarca.

Lavoratrici nella fabbrica di Lamphun
Lavoratrici nella fabbrica di Lamphun

Dopo la sua fondazione, quasi un quarto di secolo fa, Pandora è cresciuta fino a quotarsi in Borsa, anche grazie all’idea di creare una diffusa catena di negozi in franchising. Nel 2008, il fondo di private equity Axcel ha acquisito il 60% della società e due anni dopo, nel 2010, Pandora è stata quotata al listino del Copenhagen Stock Exchange. I fondatori e il figlio Christian fanno base oggi a Singapore, dove hanno acquistato due lussuosi appartamenti nella zona di Orchard, in un condominio di Boulevard Vue. I servizi includono una piscina, una jacuzzi, una suite spa con letto in pietra riscaldato e una sauna.

Uno store di Pandora
Uno store di Pandora

Come riconoscere i veri gioielli Pandora?
Come per tutte le cose di successo, c’è chi copia. E c’è anche chi vende falsi gioielli di Pandora. Come riconoscere i veri gioielli di Pandora? Lo spiega la stessa azienda: tutti i gioielli in argento sterling sono stampati con la lettera S maiuscola per l’argento, seguita dalla purezza dichiarata in parti di argento puro per mille: S925 (argento puro al 92,5%). Inoltre, tutti i gioielli Pandora in oro sono stampigliati con la G maiuscola per l’oro, seguita dalla purezza, espressa in parti d’oro puro per mille nella lega d’oro: 14k, G585 (cioè 58,5% di oro puro) o 18k: G750 (75% di oro puro). I marchi di qualità sui gioielli Pandora prodotti prima di giugno 2011 contengono però solo numeri, non lettere.
Il marchio di fabbrica standard sui gioielli Pandora è ALE, che sta per Algot Enevoldsen, il padre del fondatore del brand, Per Enevoldsen. Le lettere ALE sono stampate sui gioielli, tranne che su alcuni dei pezzi più piccoli. Alcuni Paesi richiedono però altri timbri specifici per i gioielli e Pandora ovviamente rispetta i requisiti aggiungendo ulteriori timbri.

Charm Pandora con inciso S 925 Ale
Charm Pandora con inciso S 925 Ale

Perché si chiama Pandora?
Secondo la mitologia greca Pandora è stata la prima donna. Zeus, il re degli dei, incaricò Efesto (un dio del fuoco) di plasmare una donna dalla terra, alla quale gli dei conferirono i loro doni più scelti. Pandora aveva così un vaso con dentro ogni sorta di miseria e male. Quando il vaso fu aperto, per la curiosità di vedere che cosa c’era dentor, i mali volarono sulla Terra, tranne la speranza.

Gioielli Pandora estate 2023
Gioielli Pandora estate 2023

Toolkit per la sostenibilità da RJC

Il Responsible Jewellery Council offre il primo toolkit Esg (Environmental, social, and corporate governance) ai membri dell’associazione. Il Responsible Jewellery Council è un’organizzazione no-profit, che stabilisce standard e certifica, con circa 1700 aziende associate che lavorano nella filiera della gioielleria, dall’estrazione delle gemme alla vendita al dettaglio. Obiettivo del toolkit è allargare a tutti gli aderenti l’impegno a rispettare gli standard Esg, fornendo tutte le informazioni necessarie per un approvvigionamento sostenibile, la mappatura del Cop, cioè delle Conference of Parties, la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici, e degli SDGs, Sustainable Development Goals, cioè gli obiettivi di sviluppo sostenibile. SI tratta di una raccolta di 17 obiettivi interconnessi progettati per essere un progetto condiviso per la pace e la prosperità per le persone e il pianeta.

Esg toolkit
Esg toolkit

Il toolkit analizza lo scopo e l’ambito di tutti i report ESG nel tentativo di dotare i membri RJC delle conoscenze necessarie per prendere una decisione informata in base alle singole esigenze aziendali. Il Responsible Jewellery Council ricora anche che secondo uno studio McKinsey entro il 2025 il 20-30% delle vendite globali di alta gioielleria sarà influenzato da considerazioni di sostenibilità, dall’impatto ambientale alle pratiche di approvvigionamento etico. Ciò equivale a un business di 110 miliardi di dollari, che rappresenta un aumento da tre a quattro volte gli acquisti influenzati dalla sostenibilità dal 2019.
Estrazione di un rubino in Groenlandia
Estrazione di un rubino in Groenlandia

Oggi siamo con la sostenibilità dove eravamo con la trasformazione digitale 20 anni fa. Quelli che l’hanno abbracciata subita hanno acquisito anche clienti nuovi e più giovani, quelli che l’hanno liquidata sono rimasti indietro. Sostenibilità è il più grande problema che l’orologeria e la gioielleria devono affrontare oggi, e voglio aiutare tutti a capire che cosa possono fare per far parte di questo movimento.
Melanie Grant, direttrice esecutiva, Responsible Jewellery Council

Melanie Grant
Melanie Grant

Digitale, perle e trend a Vicenzaoro September

A volte il contorno risulta saporito quanto il principale alimento nel piatto. Questo è, almeno, l’intento degli avvenimenti che arricchiscono l’esperienza dei visitatori di Vicenzaoro. Anche la prossima edizione di settembre (8-12) avrà un contorno di eventi di formazione o di piacevole intrattenimento. Per questa ragione Ieg, la società che organizza Vicenzaoro, anticipa gli argomenti che saranno trattati durante conferenze, workshop o presentazioni. I focus annunciati riguardano le nuove tecnologie per l’industria orafo-gioielliera, la realtà virtuale, e il fenomeno Nft, non si sa quanto apprezzato da chi i gioielli li produce davvero, app e visori 3D. Più in generale, l’impatto del digitale su progettazione, tracciabilità, logistica, customer experience.

Vicenzaoro, visitors. Copyright: gioiellis.com
Vicenzaoro, visitors. Copyright: gioiellis.com

A rimorchio di questa tendenza, sarà presentato il nuovo Trendbook 2025+ di Trendvision Jewellery + Forecasting, l’Osservatorio indipendente di Ieg diretto da Paola De Luca. Club degli Orafi e direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo aggiorneranno, invece, lo scenario sul settore orafo italiano tra Made in Italy e i mercati internazionali. Un settore che continua un diffuso rafforzamento sui principali mercati internazionali di sbocco e che, nel primo trimestre del 2023, ha realizzato esportazioni per oltre 2 miliardi di euro secondo il Centro Studi Intesa Sanpaolo.
Operatori a Vicenzaoro January
Operatori a Vicenzaoro January

In programma anche un appuntamento con Cibjo (sigla di World Jewellery Confederation, in francese Confédération Internationale de la Bijouterie, Joaillerie, Orfèvrerie des Diamants, Perles et Pierres), con un seminario sulla tutela della proprietà intellettuale per gioielli e orologi con l’esperienza di organizzazioni attive nella lotta alla contraffazione. In collaborazione con Igi, Istituto Gemmologico Italiano, torneranno i Gem Talk, incontri di formazione per gli operatori. Con il contributo di Jpea (Japan Pearl Exporters’ Association) e la cooperazione di Japan External Trade Organization, ci sarà un focus sul mercato delle perle e, in particolare, delle giapponesi Akoya, le più popolari per l’elevata lucentezza, con il contributo di Cibjo Pearl Commission e Mikimoto. Previsti, inoltre, un approfondimento sul diamante nel mercato dei gioielli, naturale e lab grown, un seminario sul mondo del corallo e i Retail Talk che Federpreziosi Confcommercio rivolgerà ai dettaglianti.

Collana di Vittorio Fiorentino con corallo e diamanti indossata a Vicenzaoro
Collana di Vittorio Fiorentino con corallo e diamanti indossata a Vicenzaoro

Damiani in resort a Cipro

Continua l’espansione della rete distributiva di gioielli Damiani. In questo caso il marchio italiano ha aperto un negozio con il proprio brand a Cipro. La boutique si trova nel resortCity of Dreams Mediterranean, vicino a Limassol, nella parte meridionale dell’isola. City of Dreams Mediterranean, di proprietà del colosso asiatico Melco Resort, è il più grande resort-casinò di lusso integrato d’Europa e include una vasta area per lo shopping presidiata dalle principali griffe internazionali. Il nuovo punto vendita Damiani, aperto in collaborazione con il partner Vassos Eliades, è situato vicino ai principali brand del lusso ed è progettato per consentire agli appassionati di scoprire le creazioni del brand grazie a un’attenta disposizione degli spazi espositivi.

Damiani, City of Dreams Mediterranean
Damiani, City of Dreams Mediterranean

A Cipro il brand italiano ha già una pluriennale presenza in diversi punti vendita multimarca di alta gamma. Damiani ha di recente aperto store in Oriente, da Macao, in Cina a Taipei. In Italia, invece, la rete distributiva si è rafforzata con nuove boutique Rocca, marca controllata dal gruppo Damiani.
Jerome Favier, Ceo di Damiani
Jerome Favier, Ceo Damiani

Al Sije ritornerà il Jewellery Design Award

Con 280 brand espositori tra aziende di gioielleria, produttori ed esportatori su 8000 metri quadrati, il Sije 2023 è stata la più grande edizione dello show dedicato alla gioielleria. Il Sije si rivolge a buyer e consumatori principalmente da Singapore e dall’Indonesia, Paese partner, oltre che dal resto del Sud Asia, con un format B2B/B2C. E quella conclusa il 16 luglio è stata anche la prima edizione organizzata da Ieg (Italian Exhibition Group). E per il 2024 è previsto il rilancio del Singapore Jewellery Design Award 2024, che in passato ha visto 93 candidati da 16 Paesi. Il tema del concorso sarà Sustainable Luxury.

Il booth di Talento Italiano a Singapore
Il booth di Talento Italiano a Singapore

Nei prossimi anni Sije rappresenterà una porta d’accesso ai mercati dell’Asia sempre più efficace per le aziende della filiera orafo-gioielliera. I tassi di crescita della regione sono un’opportunità anche per le aziende del Made in Italy e potremo inoltre attrarre espositori internazionali alle nostre fiere in Italia e nel mondo, dall’Europa, con Vicenzaoro e Oroarezzo, al Medio Oriente, con JGT in Dubai e ora anche all’Asia con Sije a Singapore.
Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion di Ieg

Marco Carniello
Marco Carniello

Una conferma il ruolo strategico di Singapore per il gioiello nel mercato Asean (sigla di Association of Southeast Asian Nations, che conta dieci membri), secondo Corrado Perboni, Ceo di Ieg. Singapore l’offerta è stata centrata prevalentemente sull’alta gioielleria da 28 Paesi. Oltre a Singapore (oltre 60 aziende), altri espositori sono arrivati da Hong Kong e Tailandia. A seguire Giappone, Indonesia, Malesia, Sri Lanka e, in misura minore, anche Nepal, Polonia, Spagna, Svizzera, Turchia, Uae, Usa. Nove gli espositori dall’Italia tra i quali Zydo, alla sua quindicesima partecipazione.
Operatori durante una passata edizione di SIje
Operatori durante una passata edizione di SIje

Opportunità dall’Asia
Singapore, perno economico dell’area Asean che conta un bacino di 600 milioni di persone, rappresenta una grande opportunità di sviluppo per l’oreficeria, gioielleria e orologeria, con previsioni di crescita del tasso annuo composto (Cagr) per i beni di lusso del 4,64% nel quinquennio 2022-2027, sostenuto dall’ingresso di nuovi marchi di gioielleria e dall’aumento delle vendite di orologi, accompagnati da una rapida urbanizzazione e maggiore disponibilità di reddito.

Secondo i dati di Confindustria Federorafi nel 2022 l’Italia ha esportato beni verso l’area per 264,44 milioni di euro, pari al 2,7% del totale export settoriale in valore, con incrementi del +46,5% sul 2021 e del +89,4% sul 2019 pre-covid. Considerandoli assieme, questi mercati occupavano il nono posto nella graduatoria delle destinazioni. Malesia, Singapore e Tailandia i tre mercati principali dell’area. Trend decisamente positivo anche nel primo trimestre 2023, chiusosi con 81 milioni di euro esportati, +38,3% su gennaio-marzo 2022 e una quota del 3,2% sul totale export settoriale del periodo analizzato.

Sije è una nuova tappa della strategia di espansione di Ieg, che offre ai nostri espositori e prospect un portafoglio ancora più ricco di manifestazioni di livello nei diversi continenti. Il Far East, in particolare, è uno dei mercati più vasti e interessanti per le aziende che mirano a un’espansione del business, esportando prodotti e know-how.
Francesco Santa, Ceo Ieg Middle East, Dubai & International Business Development Director Ieg Group

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Francesco Santa Francesco Santa

Annamaria Cammilli celebra i 40 anni con l’anello Firenze

La creatività è come una pianta: quando nasce va coltivata e può solo crescere. Principio che vale anche per Annamaria Cammilli, brand fiorentino che ha tagliato il traguardo dei 40 anni di attività Un compleanno festeggiato con un grande evento a Firenze, con tutti gli onori. Una serata speciale iniziata in Piazza della Signoria, con gli ospiti della Maison che hanno visitato la Boutique di Cammilli e sostato presso la Loggia dei Lanzi, riservata ai presenti per l’occasione, e un’esclusiva visita guidata del Museo degli Uffizi. Poi, la festa per l’anniversario ha avuto il suo centro di gravità nello storico Palazzo Gondi, uno dei più illustri edifici rinascimentali fiorentini.

Allestimento a Palazzo Gondi
Allestimento a Palazzo Gondi

Intrattenimento, musica, cibo. E, naturalmente, gioielli, con la presentazione dell’anello celebrativo Firenze, dedicato alla città culla di arte e bellezza che da sempre ha ospitato e ispirato la creatività del marchio Cammilli. La fondatrice della Maison, Annamaria Cammilli, ha dedicato l’anello Firenze alla sua città nelle mani del sindaco, Dario Nardella. Un momento simbolico che rappresenta la sintesi della lunga storia che ha portato il marchio italiano a essere conosciuto in tutto il mondo. Si tratta di un anello in edizione limitata di soli 40 esemplari, nato per celebrare i 40 anni di Annamaria Cammilli. È realizzato con la classica finitura satinata Aetherna, ma in sette diverse varianti, che prevedono anche la versione lucida, o la presenza di varie tipologie e disegni di pavé di diamanti e pietre preziose. Fuori dell’ordinario è anche il packaging: uno scrigno totalmente scolpito in pietra di alabastro.

Annamaria Cammilli (a destra) e Raffaella Renai
Annamaria Cammilli (a destra) e Raffaella Renai

Le sette versioni dell’anello Firenze
• Versione Lux: solo oro
• Versioni Icon e Icon Lux: in perfetto stile dell’iconica collezione Dune, declinato in versione satinata con finitura Aetherna e versione lucida
• Versioni Galaxy e Glaxy Lux: illuminate da un tocco di pavé, declinato in versione satinata con finitura Aetherna e versione lucida
• Versioni Pavé e Pavé Color: completamente ricoperte di pietre, diamanti o pietre preziose di colore come rubini, zaffiri, smeraldi, diamanti brown e black

L'anello Firenze e la confezione in alabastro
L’anello Firenze e la confezione in alabastro

Un cammino iniziato nel 1983, quando Annamaria Cammilli ha deciso di trasformare la sua boutique di gioielleria nel cuore di Firenze in qualcosa di più grande. Grazie a questa scelta coraggiosa la designer, che è anche pittrice e scultrice, è riuscita nell’impresa di fondare un’azienda sul proprio talento artistico, dando vita a creazioni scultoree che si distinguono per l’eccezionale plasticità delle forme. Oggi, la creatività di Annamaria Cammilli è accompagnata dalla gestione del Ceo Riccardo Renai.

Anello Firenze versione con pavé
Anello Firenze versione con pavé

Nel corso degli anni il suo modo diverso di far gioielleria è diventato un vero e proprio stile, un messaggio creativo originale e molto riconoscibile. Il talento dei mastri orafi di Cammilli ha permesso poi di maturare un’alta specializzazione su vari aspetti tecnici, come le 8 originali tonalità di oro 18 carati e l’esclusiva finitura vellutata delle superfici Aetherna, che distinguono in maniera inequivocabile i gioielli del brand, con una lavorazione segreta appositamente sviluppata per esaltare la tridimensionalità del gioiello. Produzione rigorosamente 100% Made in Italy e un design esclusivo: sono i valori che hanno permesso all’azienda di rinnovarsi costantemente nel tempo.

Riccardo Renai e Annamaria Cammilli
Riccardo Renai e Annamaria Cammilli

I numeri confermano che il mercato apprezza: Cammilli infatti ha chiuso il 2022 con un aumento del fatturato del 38% rispetto all’anno precedente, e l’incremento rispetto all’anno di riferimento prima del covid (2019) è addirittura del 97%. Una crescita dovuta anche a una politica di investimenti mirata a incrementare la distribuzione del brand, la notorietà e la conoscenza del valore aggiunto dei suoi prodotti. Come l’investimento dedicato alla formazione testimoniato dall’inaugurazione in giugno 2022 della Cammilli Academy, una modernissima struttura dedicata alla formazione del personale di vendita dei concessionari che presentano il brand in tutto il mondo. Un percorso che dà ai partecipanti non solo la possibilità di apprendere come trasmettere con efficacia le caratteristiche speciali dei gioielli Cammilli, ma anche di vivere un’esperienza immersiva nel cuore di Firenze, alla scoperta delle origini e della vera essenza del brand. Un’iniziativa che parla della volontà di continuare ad alimentare la crescita, portando nel mondo la bellezza pervasiva di Firenze e il savoir-faire dei propri mastri artigiani, racchiusi in un gioiello.

Orafo al lavoro, dimostrazione durante l'evento
Orafo al lavoro, dimostrazione durante l’evento
Party a Palazzo Gondi
Party a Palazzo Gondi
Il team di Annamaria Cammilli
Il team di Annamaria Cammilli

Amen con il Sole

Il Sole è oggetto di venerazione in molte culture da quando esiste l’umanità ed è indispensabile alla vita. Amen, brand italiano di gioielli accessibili, dedica alla stella più vicina alla Terra una piccola collezione di bijoux, in sintonia con la stagione estiva. Bracciali, collane e orecchini hanno la forma di un sole stilizzato, con tanti raggi e un centro circolare. In alcuni modelli di orecchini, bracciale e collana il sole è rappresentato come se stesse per sorgere (o tramontare) sulle onde del mare. La caratteristica di questi bijoux è l’utilizzo di un pavé di cubic zirconia bianchi o colorati, dalle tonalità calde.

Bracciale con cubic zirconia gialli e arancio
Bracciale con cubic zirconia gialli e arancio

I cristalli di cubic zirconia sono montati su argento rodiato nel colore naturale oppure con finitura color oro. Bracciali e collane sono costituiti da catene che terminano con l’elemento centrale a forma di sole. I prezzi proposti vanno da circa 30 per gli orecchini più semplici a 90 euro per la collana con sole che sorge dal mare. Forse da indossare in spiaggia.

Orecchini con cubic zirconia gialli e arancio
Orecchini con cubic zirconia gialli e arancio
Orecchini con cubic zirconia bianchi
Orecchini con cubic zirconia bianchi
Collana con cubic zirconia gialli e arancio
Collana con cubic zirconia gialli e arancio
Collana con cubic zirconia bianchi
Collana con cubic zirconia bianchi
Bracciale della collezione Sole
Bracciale della collezione Sole

Beyoncé indossa un vestito firmato Tiffany

Tiffany & Co. dai gioielli agli abiti. Ma di metallo. A indossare l’inconsueto vestito è stata Beyoncé durante la sua performance al Renaissance World Tour al Rogers Centre di Toronto, Canada. L’abito-gioiello è ispirato a due modelli iconici di Elsa Peretti, Diamonds by the Yard e Mesh. L’abito su misura indossato dalla cantante, pezzo unico, presenta catene di pietre incastonate giustapposte a rete. Il tessuto è fluido e drappeggiato. L’abito è stato realizzato a mano da quasi 5 metri di catene, intrecciato con 300.000 anelli utilizzati sia per i nastri, sia per le spalle e per i fianchi. La confezione ha richiesto circa 200 ore.

Beyoncé indossa l'abito firmato Tiffany
Beyoncé indossa l’abito firmato Tiffany

Beyoncé, che ha una partnership con Tiffany, di recente ha indossato una collana Tiffany T personalizzata, anelli Tiffany T, un anello Picasso Studio e anelli Jean Schlumberger in occasione della sfilata delle collezioni Louis Vuitton Menswear a Parigi, Francia. Vuitton fa parte di Lvmh, il gruppo che ha acquistato Tiffany tre anni fa. La cantante, invece, ha indossato orecchini e choker a maglie HardWear durante la performance del suo tour a Sunderland, in Inghilterra.

Beyoncé alla sfilata Louis Vuitton uomo
Beyoncé alla sfilata Louis Vuitton uomo

Beyoncé al concerto di Sunderland con  orecchini e choker a maglie HardWear
Beyoncé al concerto di Sunderland con orecchini e choker a maglie HardWear

L'abito Tiffany indossato da Beyoncé
L’abito Tiffany indossato da Beyoncé

Graff in giallo a Parigi

Sunrise: A Celebration of Graff Yellow Diamonds. Chi ama i diamanti gialli sa già a quale porta bussare. Ma non è quella del flagshipstore di Londra, dove a sede Graff, uno dei brand più famosi per la sua offerta di gioielli con diamanti, anche nella versione yellow. Il gioielliere britannico ha scelto invece lo store di Parigi in Rue Saint-Honoré per esporre in una breve mostra la sua collezione di diamanti gialli. Accanto a pezzi storici, Graff ha proposto anche una novità: una eccezionale collana di alta gioielleria.

Sunrise Graff Yellow Diamond Necklace
Sunrise Graff Yellow Diamond Necklace

Si tratta di una collana che vale una cifra a sette zeri ed è composta da un diamante a forma di pera giallo intenso fancy da 30 carati, estremamente raro, accompagnato da altri 138 carati di diamanti gialli e bianchi. Oltre a essere un gioiello estremamente prezioso, la collana è anche frutto di una lunga lavorazione. Ogni elemento è stato creato con un attento lavoro artigianale con l’obiettivo di far risaltare la pietra centrale. Graff è una Maison famosa per i suoi diamanti gialli, come quello chiamato Stella di Bombay, acquistato nel 1974, una storica pietra gialla tagliata e lucidata da Graff utilizzando tecniche innovative per il tempo. Oppure Delaire Sunrise, diamante da 118,08 carati, oppure il Golden Empress, diamante color miele da 132,55 carati.

Collana composta da un diamante a forma di pera giallo intenso fancy da 30 carati, estremamente raro, accompagnato da altri 138 carati di diamanti gialli e bianchi
Collana composta da un diamante a forma di pera giallo intenso fancy da 30 carati, estremamente raro, accompagnato da altri 138 carati di diamanti gialli e bianchi
La lavorazione del ciondolo della collana
La lavorazione del ciondolo della collana
Orecchini Sunrise Graff Yellow
Orecchini Sunrise Graff Yellow
Lavorazione della collana di Graff
Lavorazione della collana di Graff

Uno smeraldo Muzo da 10 carati per Tiffany

Una gemma verde può indurre in tentazione non solo una donna, ma anche un brand di gioielli come Tiffany & Co. La Maison americana ha acquistato una pietra preziosa fuori dall’ordinario: è uno smeraldo del peso di oltre 10 carati. La gemma è stata estratta dalle miniere di smeraldi di Muzo in Colombia, che si trovano a circa 100 chilometri a nord-ovest di Bogotá, dove si estraggono le pietre più pregiate di questo tipo. Ora la pietra ha anche un nome: Tiffany Muzo Emerald. La pietra ha un intenso colore verde e simboleggia la volontà di Tiffany di utilizzare gemme straordinarie.

Tiffany Muzo Emerald
Tiffany Muzo Emerald

In qualità di autorità mondiale in materia di pietre rare, siamo entusiasti di annunciare il nostro recente acquisto del Tiffany Muzo Emerald. Con questa gemma straordinaria, del peso di oltre 10 carati, continua la lunga tradizione di Tiffany di acquistare le pietre più pregiate che Madre Natura possa offrire.
Victoria Wirth Reynolds, Chief Gemologist di Tiffany & Co

Lo smeraldo ha un taglio rettangolare ed è stato estratto dallo storico pozzo minerario di Puerto Arturo nel dicembre 2019
Lo smeraldo ha un taglio rettangolare ed è stato estratto dallo storico pozzo minerario di Puerto Arturo nel dicembre 2019

Secondo la Maison, si tratta dello smeraldo più pregiato mai estratto dalle miniere di Muzo. Ha un taglio rettangolare ed è stato estratto dallo storico pozzo minerario di Puerto Arturo nel dicembre 2019. Uno smeraldo raro per la sua purezza straordinariamente elevata, che offre un livello di trasparenza superiore e mette in risalto il suo colore eccezionale. La gemma non presenta fessure (che sono abbastanza frequenti negli smeraldi) ed è praticamente privo di inclusioni, fatta eccezione per pochissime osservate al microscopio, in linea con quelle trovate negli smeraldi colombiani della miniera di Muzo. Inoltre, mostra il colore verde perfettamente saturo, per il quale gli smeraldi di Muzo sono così celebri e pregiati. Il Tiffany Muzo Emerald farà il suo debutto con il lancio autunnale della collezione Blue Book 2023: Out of the Blue.

Lo smeraldo ha un intenso colore verde
Lo smeraldo ha un intenso colore verde

Gemme, intagli e viaggi di Piranesi

Da Odessa (Ucraina) fino a Milano, poi a New York. Infine, ad Aspen (Colorado) e, ora, anche a Sainkt Moritz (Svizzera): la strada percorsa dalla famiglia Hajibay, che ha fondato il marchio Piranesi, è lunga. Ma continua ancora a quasi due secoli di vita. Il marchio è stato fondato nel 1845 da Abraham Hajibay e per quasi un secolo ha prodotto gioielli di alta gamma per nobili e ricchi. Dopo aver operato in Italia, il brand Piranesi nel 1976 si è trasferito negli Usa sotto la guida di Sami Hajibay. La Maison si è ritagliata un posto di rilievo nel mondo della gioielleria di lusso. Una appassionata di gioielli come Elizabeth Taylor negli anni Ottanta ha anche collaborato con Piranesi firmando collezioni per il marchio italo-americano.

Orecchini con acquamarina intagliata
Orecchini con acquamarina intagliata

Scomparso Sami Hajibay nel 2017, l’azienda è ora condotta dalla moglie e designer, Miriam Hajibay, e da suo figlio Julian come amministratore delegato. La presenza di donne nello staff è molto forte: costituiscono quasi il 90% dei dipendenti. Pietre particolarmente rare e una lavorazione esclusiva caratterizzano i gioielli di Piranesi, che spesso propone pietre con un lavoro di intaglio. Per esempio, con acquamarina o ametista a forma di foglia. Un’altra caratteristica è la capacità di utilizzare il set invisibile.

Collana in oro giallo e bianco  con rubini e diamanti
Collana in oro giallo e bianco con rubini e diamanti
Orecchini con diamanti e rubini in invisible set
Orecchini con diamanti e rubini in invisible set
Anello con rubini in invisible set
Anello con rubini in invisible set
Anello in oro bianco, diamanti, turchese
Anello in oro bianco, diamanti, turchese
Collana in oro bianco, turchese, ametista, diamanti
Collana in oro bianco, turchese, ametista, diamanti

Gioielli e orologi da collezione a Montecarlo con Artcurial

Come sempre la casa d’aste Artcurial organizza vendite all’incanto in piena estate. E, come sempre, sono rivolte a quanti frequentano la Costa Azzurra. Nel Principato di Monaco, all’Hotel Hermitage di Montecarlo, dal 16 al 19 luglio sono in programma aste di orologeria e gioielleria, oltre a Hermès Vintage, e scultura. Ogni vendita sarà preceduta da una mostra aperta a tutto il pubblico.

Jaeger LeCoultre, Reverso smaltato in collaborazione con l'artista portoghese José de Guimarães
Jaeger LeCoultre, Reverso smaltato in collaborazione con l’artista portoghese José de Guimarães

L’asta Horlogerie de Collection presenterà pezzi iconici e orologi vintage particolarmente rari. Il catalogo include una versione Panda del famoso Rolex Daytona, con quadrante crema e contatori neri, pezzo vintage del 1968, ref. 6239, in eccellente stato di conservazione, oggi quasi introvabile sul mercato. In vendita anche un modello Speedmaster di Omega realizzato appositamente per il Raid, l’unità d’élite della polizia francese. Questa edizione è stata progettata nel 2018 dall’orologiaio parigino Antoine de Macedo in collaborazione con Omega. Nel 2021 sempre in asta di Artcurial un orologio simile è stato venduto a favore degli orfani della polizia per la somma di 70.000 euro. Sempre per gli orologi è presente un brand come Jaeger LeCoultre e il suo Reverso, best-seller dell’azienda da oltre 90 anni, che fa parte di una collezione privata, appartenente a un appassionato del genere. La collezione comprende dieci Reverso originali, come un raro modello smaltato, creato da Jaeger LeCoultre nel 2003 in collaborazione con l’artista portoghese José de Guimarães.
FP JOURNE, Tourbillon Souverain - 2007, Orologio da polso in platino con secondi morti, tourbillon e riserva di carica
Fp Journe, Tourbillon Souverain – 2007, Orologio da polso in platino con secondi morti, tourbillon e riserva di carica

Un secondo pezzo, prodotto nel 1996 in edizione limitata a 25 esemplari, presenta una miniatura smaltata di un dipinto ispirato al pittore ceco Alfons Mucha. È stimato 12.000-18.000 euro. Un Rolex/Comex Submariner ref. 16610 fornito alla Compagnie Maritime d’Expertise de Marseille sarà probabilmente uno degli orologi subacquei più ricercati della vendita. È un pezzo interessante per qualsiasi appassionato di orologi professionali.
Van Cleef & Arpels, bracciale art déco a nastro in platino con zaffiri e diamanti, 1925 circa
Van Cleef & Arpels, bracciale art déco a nastro in platino con zaffiri e diamanti, 1925 circa

Per i gioielli, sono in catalogo pezzi di importanti case di gioielleria come Piaget, Chopard e Van Cleef & Arpels. Sotto la lente gioielli come la spilla di Mauboussin Art Déco in platino, oro, smeraldi intagliati e diamanti del 1930 (20.000-30.000 euro), o un anello in platino con diamante taglio pera da 8,44 carati, certificato Lfg, Colore I, purezza VVS2, assenza di fluorescenza, tipo IIa (60.000-80.000 euro). Van Cleef & Arpels, invece, presenta tra l’altro un bracciale a nastro in platino con zaffiri e diamanti, 1925 circa (25.000-30.000 euro).

Anello in platino con diamante taglio a pera
Anello in platino con diamante taglio a pera
Orologio pendente Cartier in oro giallo e diamanti
Orologio pendente Cartier in oro giallo e diamanti

I gioielli storici nei dipinti degli Uffizi

Gli Uffizi di Firenze, un museo famoso in tutto il mondo che conserva dei gioielli della pittura. Ma anche dei gioielli nei dipinti. Ora un libro svela la passione per i gioielli di pittori come Artemisia Gentileschi, Botticelli, Tiziano, Giotto, Goya, per citarne alcuni. Il libro si intitola Diamanti rubini e smeraldi. Il linguaggio dei gioielli nei dipinti degli Uffizi (edizioni Nomos, circa 75 euro acquistato online) ed è stato scritto Silvia Malaguzzi, storica dell’arte e una delle maggiori esperte al mondo nel campo dell’oreficeria. Il volume considera un centinaio di opere custodite nel museo fiorentino sotto il profilo dei gioielli rappresentati nei quadri.

Ritratto di Maria Bonciani, 1490 circa, dettaglio
Ritratto di Maria Bonciani, 1490 circa, dettaglio

Perché i gioielli nei dipinti non sempre sono semplici ornamenti, ma spesso hanno anche un aspetto simbolico, giuridico, religioso e, visto che nel passato le cognizioni scientifiche erano scarse, le gemme erano anche considerate con virtù magiche e terapeutiche. Grazie alle illustrazioni e l’analisi dell’autrice sono spiegati, per esempio, i diademi indossati dagli angeli nella Maestà di Giotto, la parure di Battista Sforza nel ritratto di Piero della Francesca, la coccarda indossata dalla Contessa di Chinchón di Goya. I gioielli compaiono anche in tanti ritratti del Bronzino, come quello che ha per soggetto Eleonora di Toledo o quello di Maria de’ Medici alla piccola Bia, che indossa una medaglia con il profilo del padre.

Letizia Fontana, ritratto di gentildonna
Letizia Fontana, ritratto di gentildonna
La copertina del libro «Diamanti rubini e smeraldi. Il linguaggio dei gioielli nei dipinti degli Uffizi»
La copertina del libro «Diamanti rubini e smeraldi. Il linguaggio dei gioielli nei dipinti degli Uffizi»
Ritratto di Hans Holbein
Ritratto di Hans Holbein

A Vicenzaoro conferme e debutti

Ritorni, conferme, debuttanti: Italian Exhibition Group, società che organizza Vicenzaoro, anticipa i nomi di alcuni dei partecipanti alla prossima fiera (8-12 settembre). Ci sono, naturalmente, le conferme di grandi marchi italiani e internazionali, come Damiani, Roberto Coin, Crivelli, Fope, Annamaria Cammilli. Altri nomi italiani che hanno prenotato un posto a Vicenzaoro sono Roberto De Meglio, Palmiero, Gismondi 1754, Leo Pizzo, Mirco Visconti, Davite & Delucchi, Giorgio Visconti, World Diamond Group. Dall’estero le conferme di Schreiner Fine Jewellery, Yoko London, Dámaso Martinez, Autore, Stenzhorn, Akillis.

Booth di Fope, VicenzaOro January 2018. Copyright: gioiellis.com
Booth di Fope, VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com

Accanto alle conferme, ecco le novità: torna la storica maison spagnola Carrera y Carrera, dalla Germania Jörg Heinz, oltre al brand italiano Staurino e Vendorafa (marchio di recente acquistato da Gismondi 1754, dal Canada i gioielli di Birks. Torna a Vicenza il brand francese Djula, acquisito nel 2020 dal gruppo cinese Fosun, con i suoi gioielli ispirati al glam rock e apprezzati dalle cantanti Rihanna, Beyoncé e Ariana Grande.
Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com
Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com

Torna anche la Design Room. Torna il britannico Stephen Webster, debutta la storica Busatti Milano, prestigiosa, Miseno Jewelry, e si ripresentano Alessio Boschi, il giovane designer cileno José María Goñi, Netali Nissim, Morphée Joaillerie e Marina B. Altri brand votati al design sono Salima Thakker, di origini indiane e belga, la gioielleria Leonori, l’ateniese Lefteris Margaritis, Mousson Atelier, Antonini Milano, Dreamboule.

Alexander Sokolov, co founder di Mousson Atelier. Copyright-gioiellis.com
Alexander Sokolov, co founder di Mousson Atelier. Copyright-gioiellis.com

Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com
Vicenzaoro. Copyright: gioiellis.com

Rocca apre a Palermo e al Forte Village

Nuova apertura a Palermo e a una relocation al Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula (Cagliari) per Rocca,  catena di gioielleria e orologeria di alta gamma del gruppo Damiani. La nuova boutique di Palermo occupa uno spazio in via Libertà 35, viale alberato tra i più belli del capoluogo siciliano. Al suo interno, accanto alle creazioni dei brand del Gruppo, con i gioielli Damiani e Salvini in due corner dedicati, sono presenti altri nomi del lusso, come Breitling, Girrard Perregaux, Pomellato, Fred e Pineider. Palermo è la quinta città d’Italia per numero di abitanti, con un bellissimo centro storico fra i più grandi d’Europa. Il nuovo punto vendita si aggiunge agli altri tre già presenti in Sicilia, a Catania, Siracusa e Taormina, a testimonianza della volontà di Rocca di puntare sullo sviluppo commerciale dell’isola.

Esterno della gioielleria Rocca a Palermo
Esterno della gioielleria Rocca a Palermo

Il nuovo store stagionale del Forte Village, resort di lusso lungo la Costa del Sud della Sardegna, è posizionato in Piazza Luisa, cuore della struttura ricettiva e luogo per lo shopping grazie alla presenza delle migliori griffe internazionali. Oltre ai gioielli Damiani e alle creazioni Venini (vetro), è possibile trovare gli orologi di alcuni dei marchi più prestigiosi.

Il corner Venini
Il corner Venini

Tiffany diventa verde

Gioielli sostenibili, ma anche aziende di gioielleria amiche dell’ambiente: Tiffany & Co. ha annunciato di essere diventata la prima nel segmento del lusso a ricevere l’approvazione dalla Science Based Targets Initiative (Sbti) per il suo obiettivo di zero emissioni nette. Si tratta di un’iniziativache è una collaborazione tra il Cdp (Carbon Disclosure Project), il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute e il World Wide Fund for Nature. Dal 2015 più di un migliaio di aziende hanno aderito all’iniziativa per fissare un obiettivo climatico su base scientifica.

Interno del laboratorio Tiffany a New York
Interno del laboratorio Tiffany a New York

Ora tra queste c’è anche Tiffany, che si è prefissata di raggiungere zero emissioni nette entro il 2040. La riduzione delle emissioni è, come ormai sanno anche i sassi, la necessità di mantenere il riscaldamento a 1,5 gradi centigradi, in linea con l’accordo di Parigi. Sbti ha verificato l’obiettivo a lungo termine di Tiffany & Co. di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra nelle proprie attività e nella catena di fornitura entro il 2040 in conformità con gli Science Based Targets Net-Zero Standard dell’iniziativa.
Lavorazione dei gioielli Tiffany
Lavorazione dei gioielli Tiffany

Tiffany & Co. ha anche ricevuto l’approvazione per il suo obiettivo di riduzione dei gas serra a breve termine per il 2030: l’azienda si impegna a ridurre le emissioni del 70% rispetto a una baseline del 2019. Inoltre, la Maison della galassia Lvmh è impegnata a ridurre le emissioni da fonti non di sua proprietà o controllo del 40% entro il 2030 rispetto al 2019. La Maison è sulla buona strada per raggiungere entrambi questi obiettivi, avendo ottenuto riduzioni del 33% nei primi due obiettivi. Un traguardo che, secondo l’azienda, a breve termine rappresenterà una pietra miliare significativa verso l’azzeramento netto, che includerà una riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040. L’obiettivo zero emissioni richiederà l’impegno e la decarbonizzazione dell’intera catena del valore.
Anthony Ledru
Anthony Ledru, Tiffany Ceo

Le tappe della sostenibilità

Nel 2022, Tiffany & Co. ha collaborato internamente in tutte le funzioni per costruire una tabella di marcia per raggiungere questo obiettivo, compresa una varietà di leve che abbracciano l’intera azienda, dall’approvvigionamento di materie prime e l’impegno con i fornitori alla produzione, distribuzione e trasporto di prodotti, e la costruzione e gestione di negozi al dettaglio.
Nell’aprile 2023, il punto di riferimento di Tiffany & Co. a New York City ha riaperto con un investimento significativo in importanti iniziative per l’ambiente, la salute e il benessere, destinate a funzionare in modo sostenibile per gli anni a venire. Il negozio è sulla buona strada per ricevere sia la certificazione Well Platinum che la certificazione Leed Gold (certificazioni sulla sostenibilità degli edifici), unendosi a oltre 35 negozi al dettaglio, uffici e siti di produzione nel portafoglio del marchio che hanno ottenuto la certificazione Leed.

Esame delle gemme
Esame delle gemme a Tiffany

A partire dal 2006, ricorda sempre l’azienda, Tiffany & Co. ha installato impianti fotovoltaici in loco in cinque località in tutto il mondo: Repubblica Dominicana, Cambogia, Rhode Island e due strutture per uffici e distribuzione nel New Jersey. La Maison prevede di espandere questo investimento nel 2023 con installazioni solari presso il suo impianto di lucidatura dei diamanti in Botswana e il sito di produzione di gioielli a Lexington, nel Kentucky. Tiffany attualmente ricava il 91% dell’elettricità globale da fonti pulite e rinnovabili, compresi i crediti di elettricità solare e rinnovabile in loco in più di 25 Paesi in cui opera. Infine, è in procinto di lanciare un programma di coinvolgimento dei fornitori per collaborare con i fornitori chiave sulla decarbonizzazione e prevede di lanciare impegni pilota entro la fine dell’anno.
L'interno del flagship di Tiffany a New York
L’interno del flagship di Tiffany a New York

Diamanti sempre più artificiali per De Beers

Se il colosso dei diamanti, quello che ha coniato il claim “un diamante è per sempre” sceglie di fare concorrenza a sé stesso, c’è qualcosa di strano. De Beers cinque anni fa aveva lanciato a sorpresa il brand di diamanti sintetici Lightbox. Adesso l’azienda, che è controllata dal gruppo minerario Anglo American, rilancia. In sostanza, il brand più famoso per i suoi diamanti, visto che estrae dalla terra quasi il 30% della produzione globale, spingerà sui diamanti creati in laboratorio, che costano meno.

Punto luce di Lightbox
Punto luce con diamante di laboratorio Lightbox

Alla base della scelta c’è il prezzo in calo dei diamanti naturali. Anche se molti credono che le gemme più desiderate dalle donne siano un investimento sicuro, che nel tempo acquista sempre più valore, il prezzo dei diamanti è sceso di circa il 20% dai massimi di febbraio 2022. Nel frattempo, India e Cina producono un sempre maggior numero di diamanti sintetici, creati in laboratorio, a prezzi sempre più bassi. Una concorrenza spietata. Per chi non lo sapesse, i diamanti prodotti in laboratorio sono chimicamente indistinguibili da quelli naturali, anche se un’accurata analisi può determinare l’origine artificiale delle gemme. A occhio nudo, però, nessuno è in grado di percepire la differenza.

La nuova miniera: l'impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali
Impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali Lightbox (De Beers)

Proprio per questo la quota totale di diamanti sintetici in pochi anni è passata da circa il 2% a quasi il 10% del totale secondo alcuni esperti. E, allo stesso tempo, il loro prezzo è sceso del 60%. Ma non è tutto, perché secondo alcune stime, forse ottimistiche, se si guarda al settore del gioielli (cioè a quei diamanti che non sono utilizzati per l’industria) le vendite di anello, orecchini o collane con gemme artificiali sarebbe vicina al 50%. Probabilmente la percentuale si riferisce al segmento di gioielli con diamanti nello specifico mercato americano e non alla totalità. Ma anche se è difficile capire quanto queste stime corrispondano alla realtà, tutti concordano che le vendite di gioielli con diamanti di laboratorio è in forte aumento. E le mosse di De Beers sembrano solo un prendere atto della realtà. Anche sul fronte industriale le cose non vanno meglio: il Global Rough Diamond Price Index, relativo alle pietre grezze, è in ribasso del 18% rispetto al massimo storico che aveva toccato a febbraio 2022.

Al Cook, Ceo De Beers
Al Cook, Ceo De Beers

De Beers ha quindi creato una linea di prodotti premium, Finest, con diamanti di laboratorio certificati allo stesso modo di quelli naturali. In effetti, anche i diamanti artificiali possono essere di differente qualità. La certificazione si basa sugli stessi criteri utilizzati per i diamanti naturali, con le classiche 4C. Un ulteriore passo di De Beers è la promozione con azioni di marketing di anelli di fidanzamento con diamante solitario creato in laboratorio, per ora negli Usa. Quasi una bestemmia per chi ama i diamanti naturali, creati nel profondo della terra milioni di anni fa. E dire che De Beers al debutto del brand Lightbox aveva sottolineato le differenze incolmabili tra diamanti naturali e artificiali.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

Fope apre a Tokyo

Fope apre il primo flagship in Asia, a Ginza, il quartiere dello shopping di lusso di Tokyo. Per l’azienda veneta si tratta di una apertura record, visto che è presente da soli tre anni sul mercato giapponese, dei quali, come ha sottolineato il presidente di Fope, Umberto Cazzola, segnati dal covid e dai relativi lockdown. Il negozio di Fope è su due livelli, per uno spazio vendita di 100 metri quadrati al piano terra, più un coffee point di 89 metri quadrati al primo piano, un’area unica pensata per prolungare l’esperienza d’acquisto restando aperti al di fuori dell’orario di apertura.

Interno del flagshipstore Fope a Tokyo
Interno del flagshipstore Fope a Tokyo

Architettura ad archi e design sono stati pensati con caratteristiche ispirate allo stile italiano: facciata e rivestimenti di colore chiaro, bianco e due tonalità di verde, e assemblato in segmenti separati. I profili a forma di piramide ricordano storici palazzi rinascimentali. All’interno del negozio Fope sono presenti tre aree separate, ciascuna con una funzione distinta. Una vetrina utilizza il duplice affaccio ad angolo. Nella zona centrale si trova il piano vendita, e all’interno è stata ricavata una vip room più intima, caratterizzata da un soffitto a specchio. Il nuovo punto vendita si aggiunge alle altre sedi monomarca di Fope a Venezia, Londra, Dubai, Kuala Lumpur e Isola Bella, una boutique stagionale sul Lago Maggiore, in Italia.
inaugurazione
Inaugurazione dello store Fope

Interno della boutique Fope
Interno della boutique Fope
L'architettura privilegia la linea ad archi
L’architettura privilegia la linea ad archi
La scala porta al piano superiore dove si trova un coffee point
La scala porta al piano superiore dove si trova un coffee point
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