Per Damiani il 2014 ha significato un incremento dei ricavi consolidati da vendite del 4,3% a cambi correnti (150,4 milioni). Conferma di una «solida e duratura crescita» nel segmento retail (+7,2%), che incide per circa il 41% sul totale ricavi. L’utile non c’è ancora, ma le perdite si sono notevolmente ridotte a 3,5 milioni contro gli 8,6 del bilancio precedente. Il consiglio di amministrazione del gruppo di Valenza ha approvato il progetto di bilancio (che è stato chiuso al 31 marzo 2015). Migliora, soprattutto, la redditività: l’Ebitda (margine lordo) consolidato supera i 4 milioni di euro (era di 0,3 milioni di euro nel 2013). A quanto pare gli affari vanno bene soprattutto per i monomarca Damiani, che tra Italia ed estero, registrano una crescita del 25%. In buona performance anche il segmento wholesale (ingrosso), maggiormente penalizzato in passato dalla crisi dei consumi, ha registrato un recupero con ricavi in crescita del 2,4%. Damiani gestisce 54 punti vendita diretti, di cui 41 monomarca. Gli investimenti in giro per il mondo hanno, però, peggiorato l’indebitamento, salito a 50,5 milioni contro i 40,8 al 31 marzo 2014: uno scotto inevitabile se l’azienda vuole sostenere l’espansione sui mercati fuori dai confini. Un esempio è quello del progetto Damiani Ginza Tower, che consiste nella trasformazione di un edificio di nove piani, situato nella centralissima Chuo-street del quartiere di Ginza in Tokyo. Nell’edificio sarà situata la nuova boutique Damiani e la Vip room, che occuperanno quattro piani del palazzo e gli uffici della filiale giapponese del gruppo. La conclusione dei lavori di allestimento e l’apertura della boutique è prevista per l’estate. Federico Graglia
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