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Si possono bagnare i gioielli?

Si possono bagnare i gioielli? I gioielli si possono rovinare? Di sicuro il mare è un pericolo per i gioielli: ne abbiamo parlato qui  Ma non c’è solo il mare. Ci sono molte occasioni, a cominciare dalla propria vasca da bagno, la doccia al mattino o semplicemente il lavandino della cucina, in cui i gioielli si possono bagnare. Ecco, appunto: si possono bagnare i gioielli? Dipende. L’aspetto principale da considerare è il materiale con cui sono composti. Ma, in ogni caso, ricordate che il sale del mare e il cloro o le altre sostanze disinfettanti delle piscine possono sempre rovinare i vostri gioielli.

I gioielli possono rovinarsi a contatto con l'acqua
I gioielli possono rovinarsi a contatto con l’acqua

Oro. Il metallo allo stato naturale non si ossida perché non reagisce chimicamente all’ossigeno. Non teme, quindi, il contatto con i liquidi. Ma, attenzione: spesso l’oro è rivestito con una sottile patina di rodio che serve a renderlo più brillante oppure a fargli cambiare colore (come nel caso dell’oro annerito). In questo caso il gioiello immerso spesso nell’acqua potrebbe perdere la sua brillantezza. C’è, poi, un altro problema: i gioielli in oro quasi sempre non utilizzano il metallo allo stato naturale, cioè a 24 carati. In particolare, i gioielli d’oro più a rischio sono quelli che contengono una quantità maggiore di altri metalli in lega. Per esempio, l’oro a 14 carati oppure, ancora più diluito nella lega metallica, quello a 9 carati. Anche in questo caso il contatto con l’acqua o altri liquidi può far perdere la lucentezza al metallo.

Anello Wave Stacking in oro 24 carati
Menē, anello Wave Stacking in oro 24 carati

Placcatura d’oro. Ci sono casi di ossidazione dell’oro quando questo è una placcatura su un altro metallo. Questo fenomeno avviene, per esempio, quando si utilizza un processo di doratura al mercurio, che si basa sull’applicazione di un amalgama di mercurio-oro su un metallo, seguito dal riscaldamento per rimuovere il mercurio: si ottiene così uno strato d’oro poroso, che può far penetrare i liquidi. In questo caso una reazione chimica sul metallo usato come supporto può causare un fenomeno di ossidazione che si riflette su tutto il gioiello, anche sulla parte in oro. In ogni caso, una placcatura d’oro è più fragile e tende a usurarsi nel tempo. Il questo caso i liquidi possono ossidare il metallo sottostante: se avviene, l’unico rimedio è procedere a una nuova placcatura. Meglio non esporre gioielli placcati oro, con qualsiasi metodo siano stati realizzati, a prolungati contatti con l’acqua.

Bracciale bronzo placcato oro
Bracciale bronzo placcato oro

Vermeil. Stesso discorso della placcatura: il vermeil, in effetti, è argento placcato oro. È considerata una formula abbastanza raffinata, ma è facile rovinare la placcatura, magari con piccoli graffi che possono mettere a contatto l’acqua con l’argento.

Anello Round Trip in vermeil
Anello Round Trip in vermeil by Charlotte Chesnais

Argento 925 o sterling silver. È l’argento più puro, un metallo piuttosto robusto, ma che può perdere la patina di lucentezza a contatto prolungato con l’acqua, specialmente in ambienti come la piscina, oppure con i solventi utilizzati per la pulizia. Il contatto occasionale con l’acqua pulita, non salata, non ha un effetto negativo, ma il gioiello può rovinarsi se viene a contatto con la crema solare, profumi o altre sostanze detergenti. In commercio ci sono anche i gioielli con argento 075, che contiene germanio, che previene l’ossidazione e può contribuire a conservare il metallo con l’aspetto originale. È un po’ più resistente, ma fino a un certo punto.

Collana in argento della collezione Amatum
Collana in argento della collezione Amatum by Pianegonda

Ottone. È una lega piuttosto robusta, ma può ossidarsi a contatto prolungato con l’acqua. L’ottone può corrodersi a causa dei componenti di zinco, rame e stagno. In questo caso il metallo diventa progressivamente nerastro, verde o blu, con un rivestimento ossidato che, però, può essere rimosso.

Anello in ottone
Anello in ottone by Ambush

Come pulire e lucidare il corallo

Come pulire, conservare e lucidare i vostri gioielli di corallo. Ecco i consigli utili per chi vuole un corallo sempre brillante ♦︎

I gioielli con il corallo sono molto belli e spesso si indossano specialmente in estate (ma non solo): una collana di corallo è perfetta con un abito leggero e, magari, su una pelle abbronzata. Ma come si puliscono i gioielli di corallo? E come si possono conservare anelli, collane e orecchini realizzati con il corallo? Ecco i consigli utili per pulire e conservare i vostri gioielli di corallo.

Collana in corallo e oro indossata
Caterina Murino, collana in corallo e oro indossata

Il corallo. Prima di scoprire come pulire e conservare il corallo è bene fare una premessa. Il corallo è considerato comunemente come un semplice materiale, come fosse una pietra. Ma non è così: il corallo è formato da migliaia di minuscoli organismi grandi pochi millimetri identici, geneticamente chiamati polipi (non sono ovviamente i polipi con i tentacoli e ventose): le loro secrezioni di carbonato di calcio formano la struttura solida che sviluppa i rami del corallo. Bisogna capire, insomma, che il corallo è unico e anche molto delicato. Come le perle, per esempio, il corallo va indossato spesso.

Salvatore Collaro, anello in oro bianco, diamanti e corallo rosso
Salvatore Collaro, anello in oro bianco, diamanti e corallo rosso

Corallo opaco. Con il passare del tempo spesso il corallo può diventare opaco. La brillantezza del gioiello appena acquistato scompare e rimane una superficie senza riflessi. Questo avviene perché la lucidatura superficiale del corallo, ottenuta durante la lavorazione dell’artigiano che ha realizzato il gioiello, è stata eliminata dall’uso quotidiano. A rovinare il corallo sono, in particolare, sudore, acidità della pelle e sostanze cosmetiche. Quindi, se volete indossare una collana di corallo tenetela lontana da creme per il corpo, profumi e deodoranti. Un altro consiglio: evitate di conservare il corallo alla luce del sole, la temperatura troppo alta può rovinarlo. Meglio conservare il gioiello di corallo in un cassetto, al chiuso.

Tiara di Cartier in corallo, diamanti, perle. Venduta per 775.000 dollari
Tiara di Cartier in corallo, diamanti, perle

Metodi di pulizia. Il corallo è un materiale delicato e va trattato con cura. Uno dei metodi per pulire il corallo è quello di immergerlo in una bacinella di acqua, in cui è stata sciolta qualche goccia di detersivo. Alcuni consigliano l’ammoniaca, ma va utilizzata con prudenza, perché può rovinare il gioiello. Dopo aver tenuto a bagno il corallo per circa mezz’ora, si può passare un panno oppure utilizzare un bastoncino di cotone per eliminare l’eventuale sporco che si è ammorbidito con il lavaggio.

corallo della sardegna Green Beryl of over 20 carats diamanti
Assael, bracciale con corallo della Sardegna, diamanti e un berillo verde di 20 carati

Come lucidare il corallo. Se il corallo è molto rovinato, per ottenere una lucidatura uguale a quella di origine è meglio rivolgersi a un orefice. Un altro metodo, poco rischioso, consiste nell’utilizzo di semplice olio di oliva: versarne poche gocce su un panno morbido e passare il tessuto sul corallo. Per evitare che diventi opaco, due volte l’anno si può strofinare non troppo energicamente il corallo in un panno di cotone, magari imbevuto di cera liquida. nel caso di una collana, una buona abitudine è anche quella di cambiare il filo interno al gioiello ogni due o tre anni.

Orecchino in oro e corallo
Cartier, orecchino in oro e corallo
Choker Danzatori del Crepuscolo, in corallo, con piastre che ricordano disegni rupestri
Caterina Murino , choker Danzatori del Crepuscolo, in corallo, con piastre che ricordano disegni rupestri
Anello in oro con corallo rosso
Chantecler, anello in oro con corallo rosso e diamanti
Anello in oro, corallo rosa, ametista
Salvatore Collaro, anello in oro, corallo rosa, ametista
Anello con corallo rosso e tsavoriti
Alex Ball, anello con corallo rosso e tsavoriti
Bracciale con corallo intrecciato
Eredi Jovon, bracciale con corallo intrecciato

Gioielli e sicurezza in aeroporto

I gioielli si possono indossare quando si passa al controllo di sicurezza negli aeroporti?

Ci sono gioielli che sono considerati pericolosi? Ecco tutte le risposte ai vostri dubbi.

State per mettervi in viaggio e volete portare qualche gioiello con voi? Uno dei momenti più delicati è il controllo di sicurezza negli aeroporti. Come comportarsi per quanto riguarda collane, anelli e bracciali? Si possono indossare oppure dovete lasciarli a casa? Vanno per forza sfilati è messi nelle cassette di plastica, che passano sotto il controllo di scanner a raggi x per non far suonare l’allarme dei metal detector? Chi ha l’abitudine di indossare parecchi gioielli, oltre all’orologio, si sarà chiesto come ci si deve regolare. La risposta la fornisce il blog della Tsa, la Transportation Security Administration, cioè il sito ufficiale del Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti.

Tenete presente che quelli pubblicati sono consigli, non regole assolute. Quindi, possono esserci comportamenti diversi secondo le regole dei diversi aeroporti nel mondo. Ma in linea di massima queste indicazioni dovrebbero andare bene.

Controllo dei bagagli in aeroporto
Controllo dei bagagli in aeroporto

Indossare i gioielli. La Tsa consiglia di tenere indosso i gioielli. Quindi, se non trovate controllori particolarmente pignoli, non dovrete sfilare collane o anelli. Ci sono, però, delle eccezioni: se il gioiello è voluminoso potrebbe essere ispezionato. Un grande anello o una collana con un pendente maxi, infatti, potrebbero nascondere sostanze pericolose, non si sa mai. In questo caso sarà richiesto un controllo specifico.

Controllo al body scanner
Controllo al body scanner

Siete in dubbio? Temete di far suonare l’allarme al momento di passare attraverso il body scanner? La soluzione è togliere i gioielli prima del controllo e riporli nel bagaglio a mano: borsa, zaino o piccola valigia, che passa sotto i raggi x del controllo. Naturalmente, se sono gioielli poco costosi si possono benissimo riporre nelle vaschette assieme allo smartphone e alle monete. Sconsigliato, invece, nascondere i gioielli nel trolley che finisce nella stiva dell’aereo: nel caso di perdita del bagaglio le compagnie rimborsano solo poche centinaia di euro.

Gioielli al controllo passaporti
Gioielli al controllo passaporti

Piercing. I piercing metallici possono causare un allarme del metal detector. Questo, in alcuni casi, può suggerire agli operatori un controllo ulteriore. Può anche essere chiesto di rimuovere il piercing dal  corpo, ovviamente in locale chiuso se si trovano in una zona del corpo non esposta. È comunque una perdita di tempo.

Gli occhiali (di solito) non sono sospetti
Gli occhiali (di solito) non sono sospetti

Occhiali. Non ci sono solo i gioielli: gli occhiali da vista possono essere indossati durante il passaggio al metal detector. Gli occhiali non dovrebbero causare il suono dell’allarme. In ogni caso, è sempre meglio indossarli che camminare senza vedere nulla o quasi.

Con i bagagli verso l'imbarco
Con i bagagli verso l’imbarco
Verso il gate
Verso il gate
Le code ai controlli di sicurezza possono essere snervanti
Le code ai controlli di sicurezza possono essere snervanti
In aeroporto
In aeroporto

Allarme orecchini giganti

Attenzione agli orecchini troppo grandi

Possono provocare danni, specialmente se indossati con frequenza. Ecco quello che c’è da sapere sui maxi orecchini.
Secondo Dana Oliver, Executive Fashion and Beauty Editor, della testata online The Huffington Post, gli orecchini giganti sono pericolosi per chi li indossa. Un articolo sull’edizione americana del quotidiano web pubblicato tempo fa, riportava il parere del chirurgo plastico Edward Miranda, secondo qui sono tre i principali rischi provocati da orecchini troppo pesanti:

  1. Lieve infezione che può verificarsi, in genere poco dopo il piercing iniziale.
  2. Poiché gli orecchini indossati aggiungono peso al lobo attraverso una sottile striscia di pelle, l’usura data dalla forza di gravità allungherà il lobo trasformando il foro da rotondo a ovale. A lungo andare, il lobo può addirittura rompersi e dividersi in due.
  3. Gli orecchini grandi, specialmente quelli a cerchio, possono impigliarsi facilmente in abiti oppure essere strappati da un bambino, com la conseguente lacerazione del lobo.
Attenzione agli orecchini giganti
Attenzione agli orecchini giganti

Interventi chirurgici

«I nostri lobi delle orecchie sono un’area molto delicata e morbida nelle nostre orecchie, indossando grandi orecchini ogni giorno aumenti le possibilità di allungare il lobo dell’orecchio a un ritmo sempre più elevato. Ciò può causare l’allungamento della pelle e la rottura del lobo dell’orecchio», avverte Deepak Dugar, chirurgo estetico che opera a Berverly Hills, California. Naturalmente, tutto dipende anche dal peso del gioiello. Alcuni orecchini possono essere molto grandi, ma anche molto leggeri. Non sempre è così, però. Nei casi meno gravi gli orecchini  maxi possono comunque causare mal di testa.

Orecchini di Messika in oro rosa e diamanti
Orecchini di Messika in oro rosa e diamanti

Il pericolo è talmente reale che esistono dei medici specialisti nella ricostruzione dei lobi. Un lifting dell’orecchio, per ricostruire la parte inferiore danneggiata da orecchini troppo pesanti è diffusa. Il procedimento comprende due opzioni: una per un lobo in cui il piercing ha allungato il lobo, e il secondo è per ispessire le orecchie che sono semplicemente diventate più sottili con l’età. Il costo dell’intervento varia, negli Usa, tra 1.500 e 3mila dollari. In ogni caso, il lobo non torna più come prima. Quindi, attenzione a non esagerare con orecchini ultra pesanti.

Orecchini firmati Marni
Orecchini firmati Marni
Orecchini di Prada
Orecchini di Prada
Saskia Diez Orecchini in argento Barbelle
Saskia Diez Orecchini in argento Barbelle
Eden Diodati, Bracciale Kalifa e orecchini Edo Pendulum
Eden Diodati, Bracciale Kalifa e orecchini Edo Pendulum
Orecchini-collana di Cosh
Orecchini-collana di Cosh

Mare e gioielli, ecco che cosa fare

Si possono indossare i gioielli al mare? Si rovinano? Sì, state attente: acqua di mare e piscina rovinano i vostri gioielli. Ecco che cosa fare per proteggerli ♦

L’estate è il periodo dell’anno in cui i vostri gioielli rischiano di più: il nemico si chiama acqua: quella del mare o della piscina. In tutti e due i casi i vostri gioielli rischiano parecchio. Il sale contenuto nell’acqua di mare è una sostanza corrosiva che può causare seri danni ad anelli, orecchini o collane. Anche i metalli nobili, come oro e platino possono essere rovinati con un contatto prolungato.

Innanzitutto, il gioiello in oro è spesso in lega con altri metalli: per esempio, l’oro a 18 carati contiene per il 25% materiali come nickel, oppure, rame o argento. Questi metalli a contatto con l’acqua di mare si rovinano facilmente. Anche il platino, seppure più resistente dell’oro, soffre a contatto prolungato con l’acqua salata.

Pietre come i turchesi possono rovinarsi con l'acqua di mare
Pietre come i turchesi possono rovinarsi con l’acqua di mare

Pericolo saldature. Un punto debole dei gioielli sono le saldature. Se un gioiello è ben fatto non si vedranno a occhio nudo, ma ci sono. Il sale può corrodere proprio quelle parti più delicate di giunzione tra le diverse parti di un gioiello. Un altro pericolo è dato dalle onde o dall’impatto del gioiello causato dal nuoto. Una bracciata mentre si nuota causa uno scontro con l’acqua di un certo rilievo a una struttura delicata come, per esempio, un anello. Per questo non sono infrequenti i casi di anelli in cui le griffe che fermano la pietra si ammorbidiscono e finiscono per lasciare libero il diamante, o qualunque altra gemma, che custodiscono. Ancora più rovinoso è l’effetto dell’acqua di mare sui bijoux, che sono realizzati con metalli meno resistenti e sono solitamente più leggeri.

Se per errore si fa il bagno in piscina o in mare con i gioielli, meglio lavarli subito dopo con acqua corrente
Se per errore si fa il bagno in piscina o in mare con i gioielli, meglio lavarli subito dopo con acqua corrente

Pietre appannate. Un altro effetto negativo è quello del sale sulle pietre preziose o semipreziose. Non solo si rischia di perderle per esempre, ma un bagno in mare le renderà meno brillanti a causa del sale che si deposita sulla superficie. Un bagno tra i flutti marini non è consigliato neppure per le perle. Gli stessi pericoli i gioielli li corrono con i bagni in piscina: meglio toglierseli, quindi, prima di fare un bagno.

Anche l'acqua di una piscina può essere nociva per i gioielli
Anche l’acqua di una piscina può essere nociva per i gioielli a causa delle sostanze chimiche disciolte nell’acqua

Come rimediare. E se per caso vi dimenticate di togliere i gioielli prima di un tuffo? La cosa migliore da fare appena tornate a casa è lavare i gioielli in acqua fredda o tiepida, con una goccia o due di detergente non aggressivo. Dopo averli tenuti a bagno per una decina di minuti i gioielli si puliscono delicatamente con uno spazzolino da denti con setole molto morbide. Le gemme si lucidano con un panno.

Vietato fare il bagno con anelli e bracciali, specie se sono bijoux
Vietato fare il bagno con anelli e bracciali, specie se sono bijoux

Argento. Tra tutti i tipi di gioielli, quelli in argento possono rovinarsi di più a contatto con gli agenti come profumi, creme per proteggersi dal sole e salsedine, oltre al  ph acido della pelle. L’ossidazione può essere accelerata a causa di questi agenti: meglio lasciare a casa i gioielli d’argento, oppure riporli in una borsa una volta arrivate in spiaggia.

Leggi anche: Come pulire i gioielli d’argento 

Un bracciale d'oro: può essere indossato in spiaggia, ma lontano dalla salsedine
Un bracciale d’oro: può essere indossato in spiaggia, ma lontano dalla salsedine

Piccola guida ai gioielli vintage

Gioielli vintage: piacciono sempre di più, ma prima di sceglierli bisogna conoscere bene le loro caratteristiche. Ecco i consigli della gemmologa della casa d’aste online Catawiki. 

Quale anello vintage scegliere? A lei piacerà? Oppure: come fargli capire che cosa mi piace? La prima regola è andare sul classico. La seconda, è seguire il trend. E, in questa chiave, arrivano i consigli della casa d’aste online Catawiki. Secondo quanto rileva l’azienda, ci sarebbe (meglio usare il condizionale) un incremento nell’acquisto di anelli antichi. Può essere. Ma, in ogni caso, gli anelli in uno stile d’antan hanno sempre avuto estimatori ed estimatrici.

Collana vittoriana con diamanti. Prezzo: 28.000 dollari
Collana vittoriana con diamanti. Prezzo: 28.000 dollari

La casa d’aste, quindi, ha pensato bene di chiedere a Deborah Mazza, gemmologa e banditore su Catawiki, un commento: «Negli ultimi dieci anni si è verificato un forte cambiamento rispetto a quello che gli utenti cercano al momento della scelta di un anello di fidanzamento. I trend rivelano un allontanamento dagli anelli dallo stile classico, come i solitari acquistati in gioiellerie di alto livello, mentre adesso si cerca qualcosa che non rientri nell’ordinario, per questo gli anelli vintage sono diventati molto diffusi e richiesti. Ma questo implica il dover fare una ricerca per selezionare un oggetto vintage e, per evitare che la futura sposa resti delusa, bisogna rivolgersi ad un gemmologo, che potrà garantire la qualità e la provenienza dell’anello. Tutto il resto dipende dal gusto personale».

Spilla vittoriana in alluminio annerito e jet-Whitby
Spilla vittoriana in alluminio annerito e jet-Whitby (giaietto), un mineraloide di origine vegetale

Aggiunge Louise Baltruschat Hollis, responsabile del noto sito per matrimoni Whimsical Wonderland Weddings: «Per alcune coppie, il matrimonio rappresenta indubbiamente il giorno più importante della propria vita. Per questo, non c’è da meravigliarsi se si fa di tutto per rendere questo giorno memorabile. Le spose di oggi optano per qualcosa di personalizzato, dal festival chic alle cerimonie nel bosco, e questo desiderio di avere qualcosa di unico passa anche attraverso la scelta dell’anello».

Quindi, ecco una breve guida agli anelli nello stile del passato.

Vittoriano È un anello per chi ama i colori. Molto spesso, infatti, gli anelli vittoriani montano gemme colorate inclusi granati, smeraldi e zaffiri, per questo gli anelli di questo periodo di tempo sono la scelta ideale quando si cerca di un’alternativa al classico diamante solitario. «In genere, quando si opta per le gemme colorate, c’è la tendenza a scegliere anelli con zaffiro grazie alle sue proprietà di resistenza all’usura, ed è stata Kate Middleton a lanciare questo trend», continua la gemmologa. «Per coloro che cercano qualcosa di insolito ma comunque colorato e resistente, suggerirei di cercare un rubino. I rubini hanno una resistenza incredibile, seconda solo ai diamanti e alla metà del prezzo, non c’è quindi da stupirsi se si è verificato un forte aumento della richiesta».

Anello vittoriano in oro e diamanti
Anello vittoriano in oro e diamanti

Art Nouveau Sono l’antitesi alla semplicità di un solitario tradizionale. Gli anelli in stile Art Nouveau (in Italia si chiama stile Liberty) si caratterizzano per la forma. Originario dei primi del Novecento, lo stile Art Nouveau è conosciuto per i disegni intricati e ricchi di dettagli e curve, che lo rendono una scelta audace per le spose. Sono ricchi di storia e presentano dettagli del romanticismo. Spesso presentano molte pietre colorate innestate in uno stile delicato ma complesso.

Il classico Trinity di Cartier, in oro e diamanti. È nato nel 1924 ed è ancora prodotto
Il classico Trinity di Cartier, in oro e diamanti. È nato nel 1924 ed è ancora prodotto

Art Déco Questo stile ha acquisito popolarità negli anni Venti e Trenta, con disegni sono caratterizzati da un deciso stile geometrico e angoli che rappresentano una rottura con lo stile del periodo precedente. Sono tornati di gran moda anche grazie al Il Grande Gatsby.

Anello Art Deco in platino, diamanti e onice
Anello Art Deco in platino, diamanti e onice

Antique Tiffany & Co. Per alcune donne che desiderano unicamente l’eccellenza, l’unica scelta possibile è un Tiffany & Co. vintage. La Maison americana produce anelli di fidanzamento dal 1837, e sebbene tendano ad avere uno stile classico, acquistando un pezzo vintage è possibile garantirsi un tocco unico per sentirsi fuori dall’ordinario e indossare un pezzo di storia.

Il classico anello in oro bianco e tre diamanti di Tiffany & co.
Il classico anello in oro bianco e tre diamanti di Tiffany & co.
Spilla a forma di farfalla con diamanti e perle, di epoca vittoriana
Spilla a forma di farfalla con diamanti e perle, di epoca vittoriana
Tiara e collana vittoriana venduta da Christie's
Tiara e collana vittoriana venduta da Christie’s
Spilla di René Lalique, con smalto e crisoprasio
Spilla di René Lalique, con smalto e crisoprasio
Anello Art Nouveau con lucertola e uccello, in oro e opale
Anello Art Nouveau con lucertola e uccello, in oro e opale
Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940
Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940
Anello art déco con diamanti
Anello art déco con diamanti
Particolare di un bracciale Art Deco di Cartier, con perle con zaffiri e diamanti
Particolare di un bracciale Art Deco di Cartier, con perle con zaffiri e diamanti

Che cosa fare se vi rubano i gioielli in hotel

Che cosa fare se vi rubano i gioielli in hotel? Non è, purtroppo, un evento così raro: un furto di gioielli in hotel può avvenire facilmente se non siete prudenti. Ecco che cosa fare se vi rubano i gioielli in hotel.

Gioielli in hotel
Gioielli in hotel

La storia è sempre la stessa: siete in vacanza, oppure affrontate un viaggio per lavoro e non potete indossare sempre gli stessi orecchini, oppure anello e collana. Decidete, quindi, di lasciare nella vostra stanza in hotel i vostri gioielli. Potreste essere sbadate e dimenticarli incustoditi su un tavolino. Oppure, sperando di non avere sorprese, avete nascosto i gioielli in una tasca della valigia. Ma purtroppo al vostro ritorno in hotel scoprite che i vostri gioielli non ci sono più.

Nella stanza di hotel
Nella stanza di hotel

Prima di scoprire come dovete affrontare questa situazione è bene fare una premessa: non lasciate mai i gioielli, specialmente se sono di valore, incustoditi in una stanza di albergo. La cosa migliore da fare è chiuderli alla cassaforte fornita dall’hotel, che può essere nella vostra stessa camera, oppure quella della reception. Non è solo buonsenso, ma anche un consiglio pratico. Vediamo perché.

Parlare con la direzione dell'hotel
Parlare con la direzione dell’hotel

La prima cosa da fare se subite un furto è comunicare il fatto alla direzione dell’hotel. Subito dopo andate alla polizia e sporgete denuncia, anche nel caso qualcuno vi consigli di non farlo. Chiedete anche alla direzione dell’hotel di fare il possibile per recuperare i vostri gioielli. Nel caso il o la colpevole sia una persona che lavora alla pulizia delle camere c’è qualche (rara) possibilità di tornare in possesso dei gioielli.

Usare lo smartphone
Usare lo smartphone

Il secondo consiglio utile è quello di registrare prove dell’esistenza dei vostri gioielli: fotografateli con lo smartphone, magari anche quando li riponete da qualche parte in hotel. Spesso (cioè sempre), infatti, gli hotel chiedono una prova: avevate davvero dei gioielli nella vostra camera o ve lo state inventando ora? Ed è difficile provare di averli avuti davvero, giusto? E ancora più difficile è convincere qualcuno che non li avete persi.

Reception in hotel
Reception in hotel

Se, invece, gli oggetti sono stati rubati dalla cassaforte entra in gioco la responsabilità dell’hotel. Ma, in questo caso, deve essere dimostrata la negligenza nella gestione: per esempio a causa di casseforti facilmente apribili o lasciate incustodite. In questo caso l’hotel può essere costretto a pagare un indennizzo. Ma qui viene la cattiva notizia: dipende da dove vi trovate. La legislazione è differente da un Paese all’altro.

Hotel room
Hotel room

In Italia, per esempio, una sentenza ha stabilito che chi subisce un furto in hotel, se dimostrato, ha diritto a essere risarcito con una cifra che può arrivare fino a un massimo di 100 volte il costo della stanza di hotel. E questo vale anche se si lascia un gioiello incustodito su un comodino. Negli Usa, invece, il rimborso varia da uno Stato all’altro e, in media, prevede un indennizzo tra 300 e 500 dollari. Se il vostro gioiello vale di più, peggio per voi.

Negli hotel un concierge assiste gli ospiti svolgendo varie attività come prenotare ristoranti , prenotare hotel, organizzare servizi spa, offrire assistenza in casi di emergenza
Negli hotel un concierge assiste gli ospiti svolgendo varie attività come prenotare ristoranti, prenotare hotel, organizzare servizi spa, offrire assistenza in casi di emergenza

Un consiglio utile, secondo gli esperti, è quello di sottoscrivere una polizza di assicurazione prima della partenza, che comprenda anche la copertura dai furti. Ma, in questo caso, state bene attente prima di acquistare l’assicurazione: controllate a quanto ammonta il rimborso in caso di furto: spesso le cifre previste sono molto basse.

Quando l’anello di matrimonio è arcobaleno

I gioiellieri che offrono un anello di matrimonio per persone dello stesso sesso sono in aumento. E gli uomini preferiscono anelli fatti in … ♦

Vi ricordate della pubblicità di Tiffany sull’anello per persone delle stesso sesso? Ne hanno parlato tutti i giornali, spesso con titoli elogiativi e anche un pizzico di cinismo: un passo avanti nei diritti matrimoniali o un passo avanti nelle vendite? In realtà, l’iniziativa non ha solo allargato questo segmento di mercato, ma di fatto ha identificato una nuova tendenza: l’anello di fidanzamento da uomo a uomo o da donna a donna. Certo, si tratta di una nicchia, che però cresce: per esempio, la legalizzazione, nel 2014, del matrimonio tra persone dello stesso sesso in Inghilterra, Scozia e Galles, ha fatto aumentare la domanda di fedi nuziali.

Matrimonio gay
Matrimonio arcobaleno

E, infatti, se prima si vendevano degli anelli informali come simbolo di un impegno privato, ora l’attenzione si è spostata verso qualcosa di più istituzionale, una scelta più ponderata e su misura. Gli uomini sono alla ricerca di qualcosa di meno appariscente, ma non necessariamente meno prezioso: diamanti, oro rosa, palladio e titanio sono in cima alle classifiche. Personalizzazione è la parola chiave per conquistare i clienti inglesi, che sono interessati anche alle finiture, che siano lucide, opache o satinate non è importante, ma vogliono contribuire al disegno dell’anello. Cosa che porta maggiore libertà creativa, sebbene i gioiellieri di fronte a tanto estro diano sempre lo stesso consiglio: poiché si suppone debba durare parecchi anni la fede dovrebbe seguire il gusto personale piuttosto che l’ultima moda. 

La firma del registro
La firma del registro

In un matrimonio al femminile, per ora, sembra prevalere una tendenza più vicina alla fede, al classico anello di matrimonio, un cerchio di oro che simboleggia l’unione tra due persone. Anche con piccole varianti, per esempio, con un piccolo diamante incastonato all’interno della banda metallica. Ma, in sostanza, le donne sembrano preferire più sobrietà. È anche una questione estetica: gli uomini hanno mediamente mani più grandi e, quindi, anche gli anelli sono di dimensioni maggiori e risultano più visibili.

Cerimonia di matrimonio gay al femminile
Cerimonia di matrimonio al femminile

Anche se i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono ormai consentiti in un gran numero di Paesi, non sembra si sia codificata una formula comune per quanto riguarda i gioielli da indossare, a partire dagli anelli. Al momento prevale, insomma, una semplice trasposizione delle caratteristiche per gli anelli di matrimonio utilizzate dalle coppie etero. È la tradizione. Ma non è detto che in un prossimo futuro gli anelli possano assumere un aspetto diverso: è un universo ancora inesplorato.

Matrimonio gay
Scene di matrimonio

Come scegliere gli orecchini di diamanti

Un classico di sempre: gli orecchini con diamanti a solitario, chiamati anche orecchini di diamanti punto luce.

Semplici ed eleganti, sono un gioiello che dovrebbe essere sempre presente nel proprio jewelbox. Ecco come scegliere gli orecchini di diamanti. Gli orecchini di diamanti punto luce sono il sogno di ogni donna: come scintille illuminano qualsiasi viso. Non a caso si chiamano punti luce. Una moda iniziata con regine e dame di corte nel 1500, che continua sui Red Carpet dei giorni nostri con Angelina Jolie, Natalie Portman, Scarlett Johansson ed Eva Longoria. Ma, oltre a imbellire, gli orecchini di diamanti a solitario hanno un altro pregio: si possono portare anche di giorno senza sentirsi a disagio, perché sebbene non passino inosservati riescono a essere discreti. A patto di avere scelto il modello giusto. Ecco alcuni consigli per l’acquisto, tra cui una verifica delle 4 C adeguata al gioiello.

Orecchini di diamante solitario, in oro bianco con chiusura a vite
Orecchini di diamante solitario, in oro bianco con chiusura a vite

Indossabilità

La montatura, e quindi il diamante, devono aderire perfettamente al lobo e non pendere, nemmeno leggermente, dall’orecchio, altrimenti la pietra guarda verso il basso e non cattura la luce. È un rischio che si corre con gemme oltre i due carati se gli orecchini non sono ben progettati. Certo, dipende anche dalla misura dell’orecchio, ma è fondamentale che il diamante sia incastonato in modo tale da avere il centro di gravità verso il lobo, perché l’insieme sia equilibrato.

Orecchini punto luce indossati
Orecchini punto luce indossati

Chiusura

I perni a farfalla, perfetti per gli orecchini più piccoli, hanno una controindicazione: con l’uso è probabile che si allentino, con il rischio di perdere l’amato gioiello. Più sicuro è il perno a vite, ma anche più scomodo da mettere e togliere. C’è un terzo tipo di perno, bombato e circolare con una cavità speciale, che blocca il fermaglio finché non viene premuto ai lati ed è quindi il più affidabile.

Damiani, orecchino taglio rotondo con chiusura bombata
Damiani, orecchino taglio rotondo con chiusura bombata

Certificazione

Meglio optare per pietre certificate se si tratta di diamanti. In fondo si acquista sostanzialmente la gemma, la lavorazione della montatura è minima.

Le 4 C

Carato È importante perché determina la dimensione e l’aspetto del punto luce. Ma attenzione alle differenze delle varie dimensioni a occhio nudo: un diamante da 2 carati non sembra essere due volte più grande di un diamante di un carato. Non solo, una pietra da 0,50 carati può sembrare più grande se circondata da un bordo di piccolissimi diamanti che in più conferisce maggiore lucentezza all’insieme.

Orecchini di diamanti solitario, taglio a cuore
Orecchini di diamanti solitario, taglio a cuore

Taglio Dipende dal gusto e dal budget, il taglio tondo, o brillante, è il più diffuso perché con le sue 57-58 sfaccettature riflette maggiormente la luce in, che sembra irradiarsi dal centro verso il bordo esterno e rende la pietra più brillante. A seguire, come popolarità per questo tipo di gioiello, i tagli princess e cuore. Comportano però più materiale di scarto per ottenere la stessa brillantezza del taglio tondo e, quindi, costano di più perché a parità di prodotto finito si utilizzano pietre di maggiori dimensioni.

Orecchini a bottone Celine, con diamanti
Orecchini a bottone Celine, con diamanti

Colore e chiarezza I diamanti senza inclusioni o macchie sono rari e costosi. Nel caso dei punti luce, è preferibile privilegiare il taglio e poi il colore e quindi la chiarezza. Meglio optare per pietre più bianche, quindi più lucenti, anche se con qualche difetto interno per avere il massimo valore relativo.

Pulizia

I diamanti sono una calamita per la polvere, specialmente gli orecchini così vicini a viso e capelli, quindi più facilmente a contatto con creme e gel. Proprio per questo devono essere puliti almeno una volta alla settimana. Basta un po’ di acqua tiepida, detersivo liquido delicato e uno spazzolino morbido per farli nuovamente brillare.

Poche gocce di sapone liquido sono sufficienti
Poche gocce di sapone liquido sono sufficienti
Collezione Illusion, orecchini in oro nero 18 carati e diamanti
As29, collezione Illusion, orecchini in oro nero 18 carati e diamanti
Orecchini con diamanti ognuno del peso di 20,27 carati
Orecchini con diamanti ognuno del peso di 20,27 carati
Orecchini con diamanti sviluppati in laboratorio Lightbox
Orecchini con diamanti sintetici sviluppati in laboratorio Lightbox
Orecchini in oro bianco e diamanti della linea Eden
Recarlo, orecchini in oro bianco e diamanti della linea Eden
Orecchini con diamanti a taglio esagonale
Doryn Wallach, orecchini con diamanti a taglio esagonale

Storia della gioielleria in 10 tappe

Le 10 tappe fondamentali nella storia della gioielleria che è necessario conoscere. La prima è… ♦︎
Tempo fa il Financial Times ha pubblicato un articolo che individuava le 10 tappe fondamentali della gioielleria nel corso degli ultimi duecento anni o poco più. L’articolo parte dalla innovazione nel taglio dei diamanti, con l’introduzione della foggia a brillante, fino alla stampa in 3D. È interessante ripercorrere l’analisi per dare una bella ripassata alla storia del gioiello.

1 Taglio brillante

I diamanti con il taglio rotondo, o brillante, sono stati introdotti alla fine del 17esimo secolo, dopo che nel Settecento, nei gioielli barocchi, l’aspetto brillantezza delle pietre era diventato preponderante. Il taglio brillante si è sviluppato nei laboratori di Parigi, Amsterdam e Anversa, che hanno prodotto il precursore del taglio contemporaneo, che oggi è quello scelto per il 75 per cento dei diamanti.

Il diamante da 102 carati taglio brillante
Diamante da 102 carati taglio brillante

2 Galvanotecnica

Come si fa a far diventare oro quello che non lo è? Niente pietra filosofale: dal 1840 oro e argento sono applicati con un procedimento elettrolitico, che è diventato un pilastro della produzione di gioielli a prezzi accessibili. È merito del chirurgo di Birmingham John Wright, che ha sviluppato bagni galvanici con cianuro di potassio Wright ed i suoi soci George e Henry Elkington brevettato il processo di elettrodeposizione, che consente di applicare una sottile pellicola di oro o argento su un normale gioiello di altro materiale, come l’acciaio.

Bracciale in galvanica oro rosa di Swarovski
Bracciale in galvanica oro rosa di Swarovski

3 Tiffany setting

Nel 1886 Tiffany ha inventato l’anello più popolare tra le donne: eleva il diamante sopra il cerchio dell’anello tramite quattro o sei griffe, invece di essere incassato nel metallo. In questo modo il diamante si vede molto di più. Da allora l’anello con solitaire rimane da solo per pochissimo: tutti lo vogliono. Prima di Tiffany le incastonature dell’anello di diamanti erano molto più basse sul dito: le pietre erano solitamente fissate in una banda di oro o tenute con rebbi più corti, quindi le pietre avevano un profilo basso. La montatura Tiffany a valorizzato il diamante.

Anello solitario in platino e diamante con il Tiffany Setting
Anello solitario in platino e diamante con il Tiffany Setting

4 Platino

Alla fine dell’Ottocento si diffonde l’utilizzo del platino, un metallo più difficile da lavorare, ma molto più resistente dell’oro. Grazie alle nuove tecniche di trattare il platino Cartier può realizzare un gioiello raffinato come la tiara con disegno a ghirlanda. Il platino ha una notevole resistenza alla corrosione, e non si deforma anche ad alte temperature: è considerato un metallo nobile che assicura una lunga vita al gioiello.

Orecchini in platino e diamanti
Orecchini in platino e diamanti

5 Perle coltivate

Fino ai primi anni del Novecento le perle erano rarissime, perché si trovavano solo quelle prodotte naturalmente dalle ostriche. Dalla varietà Akoya, Kokichi Mikimoto è invece riuscito a ottenere perle indotte dall’uomo. Ma è merito anche di sua moglie. L’11 luglio 1893, la moglie di Mikimoto esaminò un cesto di ostriche appena pescate e vide la prima perla coltivata semisferica bella quanto di una perla naturale. Tre anni dopo, nel 1896, Mikimoto ottenne il suo primo brevetto per le perle coltivate.

Bracciale con tre fili di perle coltivate
Bracciale con tre fili di perle coltivate

6 Orecchini a clip

Negli anni Trenta si sono diffusi gli orecchini trattenuti da una piccola molla, come reazione all’uso del foro nell’orecchio, considerato un’usanza barbara (pare che non sia più così, ora). Gli orecchini a clip possono essere indossate da tutte, mentre quelli con foro sono riservati a chi ha le orecchie forate. Negli anni Settanta, però, è tornato di moda il buco ai lobi, e non solo.

Verdura, orecchini clip con la forma di grappolo d'uva, con oro, perle, platino e diamanti
Verdura, orecchini clip con la forma di grappolo d’uva, con oro, perle, platino e diamanti

7 Serti Mystérieux

È un’innovazione di Van Cleef & Arpels la tecnica di utilizzare pietre poste sul gioiello senza mostrare griffe o altri congegni per immobilizzare i singoli elementi. Sottilissime e invisibili rotaie conducono la pietra nella posizione desiderata. Inutile aggiungere che non è un’operazione semplice, anche se poi è stata imitata da molte altre Maison.

Clip Panache MystОrieux. Serti MystОrieux Vitrail zaffiri colorati, diamanti
Van Cleef & Arpels, clip Panache MystОrieux. Serti MystОrieux Vitrail zaffiri colorati, diamanti

8 Titanio

Nei primi anni Sessanta entra in scena il titanio. Anche in questo caso è la tecnologia che ha permesso ai gioiellieri più innovativi, come Jar, di utilizzare questo metallo leggero e resistente, che permette di realizzare gioielli con ardite fogge, impossibili con leghe più tradizionali come quelle con oro e argento.

Bracciale Calla in titanio e diamanti
Bracciale Calla di Vhernier in titanio e diamanti

9 Progettazione 3D

Per chi non lo sapesse, nonostante i filmati dei maggiori brand continuino a mostrare artisti con pennino e colori mentre disegnano le proprie collezioni, la stragrande maggioranza dei gioielli è disegnata al computer. Questo avviene grazie all’introduzione, negli anni Ottanta, della progettazione in 3D, con un software chiamato Cad. È un sistema meno poetico delle matite colorate, ma molto più efficiente.

Progettazione in 3D dei gioielli
Progettazione in 3D dei gioielli

10 Stampa 3D

Da qualche anno la frontiera è la stampa in 3D. La maggior parte inizialmente è stata realizzata in plastica, ma ora è possibile utilizzare anche il metallo. Dopo aver progettato il gioiello, si passa subito alla realizzazione tramite speciali stampanti che, invece di sfornare la foto delle vacanze, costruiscono per sottrazione (cioè limando il materiale in eccesso), oppure per aggregazione (aggiungendo polvere d’oro o d’argento, impastata) anelli, collane o bracciali.

Gioielli di platino realizzati con la stampante 3D
Gioielli di platino realizzati con la stampante 3D

 

 

Storia della Pantera di Cartier

Storia della Pantera di Cartier, la più famosa icona della grande Maison francese. Ecco tutte le cose da sapere sulla preziosa Panthère ♦

Perché i gioielli (e gli orologi Cartier) utilizzano spesso l’icona della Pantera, che è diventata il segno di alcune famose collezioni? Il fascino della Panthère ha origine nel 1914, con un quadro. A quel tempo, come ha raccontato l’esperta Sabrina Doerr, l’azienda parigina era gestita da Louis, Jacques, e Pierre Cartier (la Maison era stata fondata nel 1847 dal nonno, Louis-François Cartier).

Una spilla della serie Panthère di Cartier con diamanti gialli, onice e smeraldi
Una spilla della serie Panthère di Cartier con diamanti gialli, onice e smeraldi

Quell’anno Louis chiese pittore francese George Barbier di creare un dipinto ad acquerello da utilizzare come invito a una mostra di gioielli. La Dame à la Panthère raffigura una donna vestita elegantemente con una pantera ai suoi piedi. Il piccolo quadro ha avuto successo, tanto che da quel momento Cartier ha iniziato a utilizzare il disegno del felino.

George Barbier, «La Dame à la Panthère»
George Barbier, «La Dame à la Panthère»

Secondo Geo Cramer, esperto di Cartier, «agli inizi del XX secolo i grandi felini erano in voga per esprimere la femminilità: questi animali erano visti come la massima espressione della donna». Personaggi che animavano le notti parigine, come la marchesa Luisa Casati, che aveva adottato dei ghepardi nella sua casa di Venezia (ora sede del Guggenheim), confermano il fascino che esercitavano i super gatti nell’alta società. In ogni caso, nel 1914 segna la prima pantera di Cartier: un orologio che ha una superficie maculata. La pantera è stata completamente raffigurata per la prima volta su un beauty case di proprietà di Jeanne Toussaint, direttrice della gioielleria Cartier dal 1933, considerata la Coco Chanel dei gioielli.

Bracciale Panthère di Cartier con con acquamarina cabochon da 71,45 carati
Bracciale Panthère di Cartier con con acquamarina cabochon da 71,45 carati

Un rapporto di lavoro tra Jeanne Toussaint (1887-1976) e Louis Cartier era iniziato quando lei aveva 31 anni. Cartier era stato intimorito dalla sua bellezza, dallo spirito spensierato, e dall’aura di grandezza. Toussaint ha svolto un ruolo importante nel rendere la collezione Panthère de Cartier l’icona che è diventata, tanto che lei stessa è stata soprannominata La Panthère. Nel 1927, un designer di nome Peter Lemarchand si è unito al team di Cartier. Molto abile, ha osservato le pantere allo zoo fino a che, in collaborazione con Toussaint, è stato in grado di tradurle in disegni per realizzare gioielleria. Lemarchand ha giocato un ruolo importante nel rendere la pantera la leggenda che è oggi. In questo periodo compaiono le prime spille raffiguranti gli animali.

Anello Panthère di Cartier in oro bianco, diamanti e uno zaffiro rosa
Anello Panthère di Cartier in oro bianco, diamanti e uno zaffiro rosa

Nel corso degli anni molte celebrità e personaggi dell’alta società sono diventati estimatori della collezione Panthère de Cartier. Attrici come la messicana Maria Felix, l’ereditiera americana Barbara Hutton, o la Duchessa di Windsor, sono state tra le appassionate delle pantere della Maison parigina. Nel 1948, per esempio, il terzo marito Wallis Simpson, il principe Edoardo, duca di Windsor, ha chiesto Cartier di creare una spilla pantera tridimensionale per la moglie. Il risultato è un gioiello in oro giallo punteggiato con smalto nero con cabochon taglio smeraldo. Questa spilla ha anche segnato una pietra miliare nella storia del Panthère de Cartier: è stata la prima volta in cui il felino è stato rappresentato in tre dimensioni. Un anno dopo, nel 1949, i Windsor hanno comprato un’altra spilla pantera tridimensionale, questa volta realizzata con diamanti e onice montati in platino, su uno zaffiro cabochon da 152 carati. Non solo: la duchessa di Windsor ha acquistato altri pezzi della collezione Pantera negli anni successivi.

Classica Panthèere in oro, diamanti, platino, onice, smeraldi di Cartier
Classica Panthèere in oro, diamanti, platino, onice, smeraldi di Cartier

Anche Daisy Fellowes, mondana, ereditiera, direttore della rivista di moda americana Harper Bazaar, era anche una fan della pantera di Cartier: a suo tempo ha comprato una spilla di diamanti e zaffiro, con il felino nella posizione della pecora che simboleggia l’ordine cavalleresco del Toson d’Oro. Nel 1958 la Pantera ha invece conquistato la principessa Nina Aga Khan (Nina Dyer, modella anglo-indiana sposata con il principe Sadruddin Aga Khan). L’Aga Khan ha acquistato diversi elementi della collezione Panthère de Cartier, tra cui una spilla, un braccialetto con le estremità a forma di teste di pantera, e un braccialetto d’oro scanalato progettato con elementi che possono trasformarsi in orecchini. E la storia continua ancora. Nel 2014 Cartier ha celebrato i 100 anni di Panthère de Cartier con una serie di 56 pezzi di gioielleria e una mostra a Parigi, al Grand Palais.

L'orologio-gioiello da polso Panthère Tropicale. Due punti focali del bracciale sono due acquamarine ottagonali per un totale di 12,71 carati e due tormaline blu ottagonali per un totale di 20,58 carati in varie tonalità. Sono accompagnati da onice e diamanti a taglio brillante incastonati in corallo arancione, tutti montati in oro giallo
L’orologio-gioiello da polso Panthère Tropicale. Due punti focali del bracciale sono due acquamarine ottagonali per un totale di 12,71 carati e due tormaline blu ottagonali per un totale di 20,58 carati in varie tonalità. Sono accompagnati da onice e diamanti a taglio brillante incastonati in corallo arancione, tutti montati in oro giallo
Collier Panthère di Cartier
Collier Panthère di Cartier
Spilla Panthére di Cartier
Spilla Panthére di Cartier, oro bianco, diamanti, onice, smeraldi
Spilla Panthere di Cartier. Stima: 280-320.000 dollari
Spilla Panthère di Cartier in oro, onice e smeraldi
Anne Hathaway con bracciale Panthère di Cartier
Anne Hathaway con bracciale Panthère di Cartier
Jeanne Toussaint
Jeanne Toussaint

6 cose da sapere sui diamanti colorati

I diamanti colorati, o fancy, sono le star delle aste internazionali. Ecco perché se avete un gioiello con un grande diamante colorato probabilmente siete ricchissimi ♦

I diamanti colorati, o fancy, sono le star delle aste internazionali, raggiungono stime altissime e, poi, spesso all’atto della vendita le superano. Certo, si tratta di esemplari straordinari per tonalità, purezza e peso, ma tutti i diamanti colorati sono abbastanza unici nel loro genere, anche quando si tratta di pietre da un carato: le impurità presenti all’interno le colorano in modi differenti durante il processo di formazione (per il verde si tratta di radiazioni, il blu è dato dal boro, il giallo e l’arancione dalle molecole di azoto che assorbono la luce blu).

Fancy Vivid Pink Diamond di 13,15 carati
Fancy Vivid Pink Diamond, 13,15 ct

La certificazione è un valido strumento, in quanto elenca tutti quei criteri, le 4 C, che ne determinano il valore. Una sorta di alfabeto di base di cui abbiamo già parlato, che nel caso delle gemme colorate assume significati diversi generati da altri fattori. Bisogna tenere conto che i diamanti possono avere più colorazioni insieme: alcune gemme sono pure, altre hanno un colore secondario, che gli conferisce una particolare sfumatura. E poiché il principali organismi di certificazione sono usano la lingua inglese un fancy greenish yellow diamond sarà una pietra gialla con una tonalità verde, mentre un light-yellow green diamond sarà verde con una leggera tinta gialla. Può creare confusione ma  il colore secondario nella dicitura viene prima di  quello primario.

Diverse sfumature di diamanti
Fancy diamonds

1 Il fattore R. Rarità: solo 1 su 10 mila pietre è colorata. A loro volta, i diamanti fancy sono divisi in tre gruppi: quelli marroni, grigi e gialli sono relativamente più comuni. Al secondo gruppo appartengono quelli con una tonalità più vivace di giallo e sfumature arancio. Nella terza, invece, si trovano quelli che hanno come colore primario l’arancione, il verde, il viola, il rosa e il blu: sono estremamente rari. Quindi, sebbene il colore secondario ne abbassi il valore, un diamante marrone puro sarà sempre più economico rispetto a un diamante rosa con un leggero tono marrone. Infine, c’è il diamante rosso, ma è una categoria a parte, che persino molti gioiellieri non hanno mai visto.

Il diamante rosso Moussaieff
Moussaieff red diamond

2 La quinta C. La fluorescenza, ossia la reazione cromatica della pietra all’irraggiamento di ultravioletti è in genere considerata un difetto e, quindi, incide sul prezzo. Ci sono, però, delle eccezioni: sulle pietre bianche dalla categoria H in su (la gamma del colore va da D, per le pietre completamente senza colorazione, a Z, quasi giallo) la fluorescenza diventa un vantaggio perché fa diventare le pietre più bianche. In quelle colorate è un aspetto irrilevante, a esclusione dei diamanti gialli, in cui deve essere nulla (nil) o leggera (slight).

De Beers, bracciale della linea Vulcan, con diamanti bianchi e fancy
De Beers, bracciale della linea Vulcan, con diamanti bianchi e fancy

3 Passaggi di carato. In linea generale il prezzo di un diamante da 1 carato è superiore del 25% al valore stabilito per una pietra da 0,90 carati della stessa categoria. La differenza aumenta con l’aumentare della qualità e raggiunge anche il 70% con un esemplare D Flawless. Nelle gemme colorate la cosa si complica: per esempio, un diamante rosa intenso da 0,50 carati può costare sei volte di più di un equivalente da 0.20 carati, perché il suo prezzo per carato è molto più alto e il peso in carati stesso è 2,5 volte superiore. Mentre nella fascia di colore più bassa, come il giallo pallido, la differenza non supera il 30%. Insomma, tutto dipende dall’intensità del colore.

Il diamante rosa Pink Star
Il diamante rosa Pink Star

4 Le inclusioni. Una parola che scoraggia la scelta di una pietra, nonostante abbia un bel colore. Secondo gli esperti, il migliore rapporto qualità prezzo si trova nella classificazione di chiarezza VS2. Ma questo vale per le pietre incolori. Invece, nel caso dei diamanti colorati SI1 e SI2, le inclusioni spesso sono invisibili ad occhio nudo. Insomma, perché pagare di più quando l’effetto estetico complessivo non è compromesso?

Collana con diamanti fancy
Collana con diamanti fancy brown

5 Il taglio. Negli esemplari incolori ha la funzione di ottenere il massimo della brillantezza. Invece, nel caso dei diamanti fancy il taglio serve per ottenere il massimo del colore, per esaltarlo. Un esempio: il taglio princess e rotondo, a causa del modo in cui riflettono la luce, ne attenuano il colore, mentre il taglio cushion o ovale esalta la tonalità. Per questo, i primi costano molto di più dei secondi, perché sono più rari. E quindi più ricercati.

Diamante Fancy Vivid Pinkish Purple VS1, taglio rettangolare, 2 carati
Diamante Fancy Vivid Pinkish Purple VS1, taglio rettangolare, 2 carati

6 La montatura. Anche un colore meno vivace si può valorizzare con una montatura. Per esempio, un diamante giallo pallido con le griffe in oro giallo, diventerà più intenso. Lo stesso vale per i diamanti marroni e rosa con l’oro rosa.

Fancy Vivid Bluish Green SI1 Rectangular-Shaped Diamond
Fancy Vivid Bluish Green SI1 Rectangular-Shaped Diamond

 

Attenti alla simmetria dei diamanti

Attenti alla simmetria: il taglio di un diamante può esaltare oppure rendere un anello meno brillante. Ecco come scoprirlo ♦

Mentre state per investire buona parte dei vostri risparmi in un anello con brillante, pensate bene a come scegliere il gioiello. Certo, un diamante è per sempre: proprio per questo vale la pena di compiere una scelta accurata. Sapete già che cosa sono le quattro C. Avete già letto la nostra guida Come scegliere il diamante dell’anello e Come scegliere un diamante. Ma c’è ancora una cosa da sapere: dovete fare attenzione alla simmetria. Ebbene sì: un diamante può anche essere «un po’ storto». In questo caso brillerà di meno e avrà meno valore in futuro.

Il diamante ovale da 88 carati messo all'asta
Diamante ovale da 88 carati messo all’asta da Sotheby’s

Che cosa significa simmetria?

La simmetria si riferisce alla precisione, alla forma e alla disposizione delle faccette del diamante. Il taglio brillante, per esempio, ne ha 58 (o 57 se non ha quella sulla punta inferiore) che devono essere perfettamente simmetriche: non è semplice. Diciamo subito che individuare la simmetria non è facile: il Gemmological Institute of America (Gia) ci ha messo 15 anni e ha studiato 38 milioni di diamanti prima di decidere come giudicare la simmetria di un diamante, in particolare quello rotondo, taglio brillante. Alla fine di tanta fatica ha stabilito i parametri e la classificazione. La simmetria può essere Eccellente, Molto buona, Buona, Sufficiente e Povera.

A sinistra, un diamante con una simmetria classificata come Ottima. A destra, una pietra classificata con simmetria Povera
A sinistra, un diamante con una simmetria classificata come Ottima. A destra, una pietra classificata con simmetria Povera

Perché è importante?

Pensateci un momento: un diamante deve essere il più trasparente possibile per lasciar filtrare la luce al suo interno. Poi, deve riflettere la luce attraverso le sue sfaccettature. Se queste non sono perfettamente simmetriche, anche lo scintillio della luce non sarà perfetto. Di più: il diamanti potrebbe scintillare pochissimo perché la pietra non riesce a far uscire la luce dal suo interno. I difetti di questo tipo, causati dalla mancanza di simmetria, sono chiamati deviazioni. Avviene spesso? Per fortuna no. Un tempo chi tagliava le pietre eseguiva tutto a mano, in ambienti male illuminati. Adesso la tecnologia aiuta a non sbagliare, o quasi.

Anello con diamante ovale di 51,60 carati
Anello con diamante ovale di 51,60 carati

Ecco i gradi di simmetria del diamante

Eccellente. Diamanti con una simmetria eccellente. Non presentano deviazioni e non hanno sfaccettature errate o mancanti.

Molto buono. Diamanti con simmetria che presenta un paio di deviazioni non importanti, per esempio un minimo disallineamento o una sfaccettatura non perfetta.

Buono. Diamanti con buona simmetria, ma anche alcune deviazioni che possono influenzare la brillantezza. Per esempio, a causa dell’angolo del padiglione o per una sfaccettatura mancante.

Discreta. Diamanti che presentano diverse deviazioni e, di conseguenza, una brillantezza ridotta. Le deviazioni compromettono una perfetta riflessione della luce.

Scarso. Scarsa simmetria e diverse deviazioni evidenti possono rendere il diamante quasi opaco. Le cause possono essere diverse, come una superficie non perfettamente centrata, sfaccettature mancanti o non identiche.

Williamson Pink Star, diamante rosa di 11 carati
Williamson Pink Star, diamante rosa di 11 carati

Che cosa bisogna guardare?

Le immagini che vedete sono eloquenti: le differenze nel taglio possono essere minime, o saltare subito all’occhio. La cosa migliore da fare è confrontare diversi diamanti con lo stesso taglio e sotto la stessa luce: scegliete quello che vi sembra brilli meglio, che vi piace di più: molto probabilmente non troverete un diamante poco simmetrico.  

A sinistra, un diamante con simmetria giudicata Eccellente. A destra, simmetria buona. La differenza è poco visibile
A sinistra, un diamante con simmetria giudicata Eccellente. A destra, simmetria buona. La differenza è poco visibile

I segreti dell’oro nero

Come si fa a trasformare l’oro, che in natura è giallo, in un metallo nero? Ecco come si ottiene l’oro di colore nero e come si pulisce ♦︎

L’oro in natura è giallo. Ma da tempo la gioielleria ama impiegare anche oro con colorazioni diverse. Le principali, oltre al colore naturale, sono la lega di oro rosa e di oro bianco. Ma non solo: ci sono tanti colori dell’oro, che dipendono dai metalli con cui viene fuso. Uno dei principali è il colore nero, o annerito.

Leggi anche: I 9 colori dell’oro

Collezione Imperium, anello in oro nero, diamanti bianchi e rubini
Ortaea, collezione Imperium, anello in oro nero, diamanti bianchi e rubini

Tra i colori utilizzati per l’oro c’è anche il nero. È quasi un paradosso, perché l’oro, a differenza dell’argento o del ferro, non si ossida a contatto con l’aria. Ma l’idea di indossare oro nero piace a molte donne e a tanti designer che realizzano gioielli con questa tonalità scura del metallo.

Ma non tutto l’oro nero è uguale. Per trasformare l’oro giallo in metallo scuro ci sono diversi metodi. Questo significa anche una differente durata o robustezza della colorazione dell’oro.

Anello per lo zodiaco cinese, Cavallo
Anello in oro nero per lo zodiaco cinese, Cavallo

Il primo modo è quello di realizzare una patina mediante l’applicazione di composti contenenti zolfo e ossigeno, oppure rutenio.

Un altro sistema è quello di procedere a una deposizione chimica con il vapore: si ottiene con l’utilizzo di plasma e carbonio amorfo. Infine, si può indurre nell’oro una ossidazione artificiale con una lega di cobalto oppure cromo, di solito al 25%. A questo punto si porta questa lega a una alta temperatura fino a che si forma uno strato nero di ossido nero.

Anello Dawn, in oro nero, diamanti, perle di Tahiti, granati e citrini
Anello Dawn, in oro nero, diamanti, perle di Tahiti, granati e citrini

Metodo ultra tecnologico
Lo tesso effetto si ottiene unendo l’oro in lega con rame, ferro o titanio oppure con un mix si tre metalli diversi, per esempio 75% oro, 15% cobalto, 10% cromo. Cambiando metallo, però, la sfumatura scura dell’oro può tendere al marrone o al verde.

Più raro è, invece, un trattamento ultra tecnologico, che prevede la creazione di nanostrutture sulla superficie. Si ottiene così: un impulso laser colpisce l’oro per la durata di 1 milionesimo di miliardesimo di secondo. Una durata minima, che però che deforma la superficie del metallo creando un’area che assorbe praticamente tutta la luce, che così appare come nera. Ma è un sistema difficilmente utilizzato in gioielleria.

Deefine, orecchini in oro rodiato nero, diamanti neri
Deefine, orecchini in oro rodiato nero, diamanti neri

Pulire l’oro nero

Pulire un gioiello in oro nero è semplice: basta immergerlo in un recipiente con un po’ di acqua tiepida e qualche goccia di sapone liquido. Dopo una decina di minuti, il gioiello si può pulire con l’aiuto di uno spazzolino da denti a setole morbide. Strofinare con cautela, specialmente se l’oro è placcato: la superficie potrebbe rovinarsi. Infine, risciacquare. Meglio evitare stress a gioielli con pietre particolarmente delicate, come l’opale, oppure le perle.

Collezione Staple, orecchino in oro annerito e diamanti
Repossi, collezione Staple, orecchino in oro annerito e diamanti
Anello Crescendo Flare, in oro annerito lucido e diamanti
Kat Kim, anello Crescendo Flare, in oro annerito lucido e diamanti
Anello in oro rodiato nero e diamante nero
Borgioni, anello in oro rodiato nero e diamante nero
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti gialli
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti gialli

Come scegliere il portagioie da viaggio

Come scegliere il portagioie, o jewelry case, piccolo contenitore per custodire in viaggio i vostri gioielli ♦︎

Andare in vacanza con i gioielli è sempre un po’ complicato. Anche se si tratta solo di un week end. Non è semplice decidere in anticipo che cosa si indosserà qualche giorno dopo, in un ambiente completamente diverso, magari senza sapere se passerete una serata in un contesto elegante, oppure informale. Chissà. E se poi avrete voglia di indossare un gioiello al pomeriggio? Insomma, difficile prevedere quali gioielli saranno più appropriati con tanti giorni di anticipo.

Ecco perché le donne sono tentate di stipare in valigia o nella borsa più gioielli possibile, per essere pronte in qualsiasi caso.

In aeroporto
In aeroporto

Purtroppo questa si rivela spesso una cattiva idea. I gioielli in una borsa possono rovinarsi l’uno con l’altro se messi troppo vicino. Impacchettarli uno a uno è noioso e, inoltre, presuppone che facciate la stessa operazione al ritorno. I gioielli in una valigia corrono ancora più rischi che in una borsa, specialmente se viaggiate in aereo. Che fare? La soluzione sono i contenitori di gioielli per il viaggio. Sono piccoli box sono studiati apposta per contenere i gioielli, in modo che non si rovinino. Inoltre, i gioielli non si perdono, perché sono riuniti tutti assieme e non bisogna cercarli in tutti gli angoli di una borsa. In questo modo, inoltre, sono anche più facili da controllare.

Con i bagagli verso l'imbarco
Con i bagagli verso l’imbarco

Ce ne sono di molti tipi e alcuni hanno all’interno scomparti mobili, che possono essere tolti per fare spazio a qualche gioiello più grande, per esempio, una collana con pendente. Altri, invece, sono studiati apposta per contenere un preciso tipo di gioiello, per esempio, bracciali oppure orologi. Ecco alcuni jewelry box da viaggio: sono scelti solo a titolo di esempio, perché rappresentano diverse tipologie di queste mini valigie per gioielli.

ProCase

È una piccola borsa per gioielli, abbastanza spaziosa per trasportare collane, catene, anelli, orecchini, bracciali, ciondoli e altro. Ha un design a doppio strato, uno scomparto principale con divisori staccabili, tasche trasparenti con cerniera, bottoni automatici per bracciale, cinturini per orecchini e fila di anelli per tenere separati i gioielli. L’interno è morbido e ben imbottito, l’esterno robusto in tessuto di poliestere. Chiusura a doppia cerniera con ampia apertura per un facile accesso ai gioielli. Dimensioni: 7,9 x 4,9 x 2,56 pollici: si adatta facilmente al bagaglio a mano.

ProCase
ProCase

Comely Travel

È uno dei jewelry box più curati, di colore azzurro. Il Comely Travel Accessories Jewelry Storage Case è realizzato in cuoio rigenerato e si chiude con una cerniera. Dentro si trova uno specchio per il trucco. Pesa 231 grammi ed è suddiviso in due grandi scomparti, con ganci ricoperti di stoffa che servono ad appendere le collane, mentre uno scomparto più grande serve a ospitare i bracciali. Scanalature laterali sono studiate per accogliere gli anelli.

Comely Travel
Comely Travel

Zmart Portable Travel Jewelry Box

Piccolo e leggero: le sue dimensioni sono 10,9 x 8,9 x 8,4 centimetri, mentre pesa solo 1 etto. Ha un design elegante e pratico, leggero, facile da inserire nella borsa o valigia. È in pelle sintetica, morbida. All’interno ha un rivestimento in velluto per ogni sezione, che protegge i vostri gioielli ed evita graffi. Il primo livello ha due divisori staccabili. Piccoli fori su i divisori servono a riporre gli orecchini. Il secondo livello ha altri due divisori rimovibili. Anche in questo jewelry box non manca lo specchio. Indicato per viaggi brevi weekend, vacanza o anche per l’uso quotidiano.

Zmart Portable Travel Jewelry Box
Zmart Portable Travel Jewelry Box

Aveson PU roll Travel Watch Jewelry Box

Questo case è concepito apposta per bracciali e orologi. Se siete avete la passione per questo genere di oggetti, questo storage box fa per voi. Può contenere fino a tre orologi. Il cuscino è rimovibile per fornire una protezione supplementare per gli oggetti oppure fare spazio ad altri accessori. È in pelle sintetica con interno in velluto. È anche un’originale idea regalo.

Aveson PU roll Travel Watch Jewelry Box
Aveson PU roll Travel Watch Jewelry Box

Wodison PU Travel Jewelry roll Up

Amate gli anelli e vorreste portarli tutti con voi? Fate come i gioiellieri con questo contenitore portatile e morbido per i viaggi.  Si apre fino a 55 x 29 cm, ma è pieghevole: si arrotola e si porta facilemente in un angolo della valigia o della borsa. Roll Up Bag è in pelle sintetica di alta qualità. Ci sono 16 bottoni a pressione per fermare collane e pendenti, mentre è studiato per proteggere i vostri gioielli da danni e sporcizia.

Wodison PU Travel Jewelry roll Up
Wodison PU Travel Jewelry roll Up

Come vendere il proprio anello

Come vendere i vostri gioielli, per esempio il vostro anello? È conveniente smontare un anello per vendere separatamente oro e diamanti? ♦︎

Ci sono tanti modi per vendere un anello. Si può vendere intero, oppure decidere di separare le pietre preziose, di solito un diamante, dal cerchio d’oro che ferma la pietra. C’è, infatti, chi è interessato a investire in diamanti, anche se è bene ricordare che la rivalutazione non è affatto automatica. Insomma, che cosa succede se volete vendere i diamanti incastonati nei vostri gioielli? Separare oro e diamanti per vendere meglio un anello consente di ottenere un prezzo più alto? Siete sicuri? Prima di separare un diamante dal vostro anello e correre a venderlo, leggete questo articolo.

Anello di Crieri con smeraldo colombiano e diamanti a taglio triangolare. Copyright: gioiellis.com
Anello di Crieri con smeraldo colombiano e diamanti a taglio triangolare. Copyright: gioiellis.com

Come vendere il proprio anello?
L’idea più comune è quella di rivolgersi a un gioielliere. L’interessa ad acquistare l’anello dipende, però, da molti fattori, come il valore della pietra montata sul gioiello, dalla forma e dal marchio dell’azienda di gioielleria che lo ha realizzato. Questi tre fattori possono essere valutati separatamente. Se, per esempio, l’anello ha una pietra preziosa, ma in una montatura poco interessante, il gioielliere può essere interessato ad acquistare l’anello per poi smontarlo e riutilizzare i suoi componenti. Se l’anello è di una marca molto nota, l’interesse prevalente sarà quello di rivendere il gioiello, dopo averlo lucidato di nuovo. Una fede nuziale di solo oro sarà invece valutata semplicemente a peso. Se l’anello ha un certo valore potrebbe valer la pena di proporlo a una casa d’aste. Tenete però conto che in qualsiasi caso il prezzo che vi sarà proposto sarà molto inferiore a quello che sperate.

Valutazione di un diamante di Rubin & Zonen
Valutazione di un diamante di Rubin & Zonen

Valutate prima un prezzo

Prima di portare il vostro anello dal gioielliere o in una casa d’aste, però, sarebbe bene avere un’idea di quanto può valere sul mercato il vostro anello. Ci sono due modi per capirlo almeno in modo approssimativo. Se il vostro anello è di una marca nota potete iniziare a fare una ricerca sui siti delle maggiori case d’asta, che pubblicano il risultato delle vendite sul loro sito web. È probabile che se volete vendere un anello di Buccellati, Damiani o Bulgari, tanto per fare tre nomi, potreste trovare qualcosa che assomiglia al gioiello che avete per le mani. In questo modo vi farete almeno un’idea. Tenete conto che la valutazione determinata in un’asta deve poi scontare i diritti d’asta, cioè il compenso per la società che ha organizzato la vendita. E non sono pochi: possono arrivare a sfiorare il 30%. Se, invece, l’anello è molto semplice, è probabile che sia valutato semplicemente per il peso dell’oro. Se c’è anche un diamante, ma di piccolissime dimensioni, non contateci troppo. Per esempio, un diamante di 0,3 carati di media qualità sarà valutato qualcosa come 200 dollari o euro, circa, se non ha un colore più che buono, forse anche meno. Prima di vendere il vostro anello, quindi, fissate un valore sotto il quale non siete disposti a vendere: vi servirà per una eventuale trattativa con l’acquirente.

Tenzo, anello con granato e diamanti. Copyright: gioiellis.com
Tenzo, anello con granato e diamanti. Copyright: gioiellis.com

È una buona idea separare i diamanti o gemme dall’oro?

Dipende. Non è mai una buona idea se il gioiello è di una marca nota. Se il vostro gioiello ha il marchio riconoscibile di una Maison famosa è meglio vendere il gioiello tutto intero: otterrà una valutazione sicuramente maggiore. Se, invece, il vostro gioiello non ha un design particolarmente riconoscibile, separare oro e diamanti potrebbe essere una buona idea. Attenzione, però: dovete essere sicuri che l’oro abbia una buona caratura. Un anello in oro a 18 carati, per esempio, contiene solo il 75% di metallo puro. Quindi la valutazione di chi acquista prenderà in considerazione solo quella parte di oro. E ancora meno, ovviamente, per l’oro a 14 carati o a 9 carati. Inoltre, dovete essere sicuri che il diamante sia di buona qualità, magari accompagnato da un certificato rilasciato da un istituto gemmologico.

Anversa: valutazione di un diamante
Anversa: valutazione di un diamante

Come togliere i diamanti da un anello?

I diamanti sono l’elemento naturale più duro che esista. Ma questo non vuol dire che siano indistruttibili: i diamanti possono rompersi difficilmente, ma possono graffiarsi. Se avete pinzette abbastanza sottili da muovere i rebbi di un anello che contiene un diamante potete provare (a vostro rischio) da soli. In caso contrario, è meglio rivolgersi a un gioielliere. Ancora più difficile, per chi non è del mestiere, è togliere un diamante da un castone, cioè in un gioiello che blocca la pietra con una banda di metallo.

Lavorazione di un gioiello
Lavorazione di un gioiello

Come valutare i diamanti?

Solo un professionista può assegnare un valore credibile ai diamanti. Il valore, infatti, dipende dal peso e dalla qualità dei diamanti (le famose quattro C). Tutto è più facile, naturalmente, se il vostro gioiello è accompagnato da un certificato di valutazione del diamante, a patto che la pietra sia stata certificata da un ente accreditato. Tenete conto anche che chi acquista un diamante usato non lo valuterà al prezzo di mercato, ma solo a un prezzo più conveniente. Lo sconto potrebbe arrivare anche al 50% del valore di un diamante nuovo con caratteristiche simili.

Diamante rosa sotto la lente del gemmologo
Diamante rosa sotto la lente di un gemmologo

Chi può acquistare i diamanti?

Una volta che i diamanti sono stati smontati dal gioiello e valutati, ci sono tre possibilità. Portare i diamanti a un commerciante di diamanti, a un gioielliere, oppure venderli all’asta. L’ipotesi più probabile è la seconda: un gioielliere che crea lui stesso dei gioielli potrebbe trovare vantaggioso acquistare un diamante a un prezzo inferiore a quello di mercato, a patto naturalmente che la pietra sia autentica, certificata, e in buone condizioni.

Diamanti in vendita ad Anversa
Diamanti in vendita ad Anversa

Conviene portare i diamanti da un commerciante di pietre preziose?

Se il diamante ha un certo peso e una buona qualità vendere le pietre a un commerciante all’ingrosso può essere una soluzione, ma non è facile: il commerciante di solito si rifornisce sui mercati internazionali e acquista molti diamanti alla volta, per poi rivenderli. In ogni caso, non illudetevi: come abbiamo accennato, il valore che vi sarà offerto sarà probabilmente meno del 50% del prezzo al dettaglio. Ovvio: un commerciante di diamanti vende le pietre a chi produce gioielli e trattiene per sé un guadagno.

Diamanti all'ingrosso
Diamanti all’ingrosso

È meglio vendere all’asta il diamante dell’anello?

È possibile anche vendere un diamante all’asta, a patto che abbia un peso in carati da renderlo interessante (una valutazione che dipende dalla società che organizza la vendita all’incanto). Nelle grandi città ci sono case d’aste che periodicamente vendono anche gioielli e pietre. E oggi ci sono anche le aste online. Ma, attenzione, se non si tratta di un diamante di una certa dimensione e di buona qualità, difficilmente potrà essere considerato per una vendita all’incanto. Meglio, in questo caso, provare a vendere il gioiello intero.

Asta di Christie's
Asta di Christie’s

I diamanti di laboratorio sono sostenibili?

Sono meglio i diamanti naturali o quelli creati in laboratorio? Quali diamanti sono più sostenibili? E quali hanno un valore maggiore nel tempo? Domande che, presumibilmente, continueranno a essere di attualità anche nei prossimi anni. Perché soprattutto in Cina e in India si sono moltiplicate le fabbriche di diamanti creati con sofisticate macchine e a prezzi sempre più bassi. Inoltre, chi produce e vende diamanti sintetici, o di laboratorio, può sostenere che queste gemme siano del tutto identiche a quelle naturali, almeno sotto l’aspetto della composizione chimica. Dunque, chi ha ragione?

Lesotho Legend, grande diamante grezzo di 910 carati
Lesotho Legend, grande diamante naturale grezzo di 910 carati

I produttori di diamanti naturali sono preoccupati di fronte al diffondersi di gioielli realizzati con pietre create in laboratorio. Per questo il Natural Diamond Council, associazione che riunisce aziende come De Beers Group, Dominion Diamonds, Lucara Diamond, Petra Diamonds, RZM Murowa e Rio Tinto, ha deciso di spiegare le proprie ragioni. E di sfatare alcuni miti che accompagnano i diamanti di laboratorio. Sono risposte, dal punto di vista delle aziende minerarie, che contestano soprattutto l’idea che i diamanti sintetici siano green, amici dell’ambiente. Anche se non si può ignorare che proprio De Beers da qualche anno vende diamanti sintetici attraverso il marchio Lightbox Jewelry…
Vediamo quali sono gli argomenti del Natural Diamond Council.

Un diamante grezzo emerge dal reattore al plasma CVD
Un diamante sintetico grezzo emerge dal reattore al plasma CVD

I diamanti prodotti in laboratorio sono uguali a quelli naturali?
In realtà, spiega il Natural Diamond Council, i diamanti creati in laboratorio si possono distinguere dai diamanti naturali tramite l’utilizzo di strumenti di verifica professionali. I diamanti lab grown sono prodotti su larga scala in poche settimane, mentre quelli naturali hanno miliardi di anni, e presentano caratteristiche e modelli specifici legati al loro sistema di crescita (sono due i metodi per creare diamanti sintetici).

Anello in oro giallo e diamanti di laboratorio
Anello in oro giallo e diamanti di laboratorio di Grown Brilliance

I diamanti prodotti in laboratorio sono sostenibili?

Secondo il Natural Diamond Council, i diamanti prodotti in laboratorio replicano il processo naturale di creazione di diamanti, che richiede una considerevole quantità di energia elettrica, principalmente dalla rete nazionale. Oltre il 60% dei diamanti creati in laboratorio è prodotto in Cina e India, dove rispettivamente il 63% e il 74% delle reti elettriche è alimentata a carbone. Inoltre, la produzione di diamanti in laboratorio può richiedere temperature altissime che si avvicinano al 20% della temperatura della superficiale solare.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

I diamanti naturali significa sono una risorsa naturale limitata?
La formazione avviene nell’arco di milioni, talvolta miliardi di anni, e si verifica in zone limitate del manto terrestre, a temperature e pressioni estreme. Il recupero globale dei diamanti naturali ha raggiunto l’apice nel 2005, per poi decrescere del 30% nel corso degli ultimi 16 anni.

Anello trilogy in oro bianco con diamanti cresciuti in laboratorio
Anello trilogy in oro bianco con diamanti cresciuti in laboratorio

I diamanti creati in laboratorio si sono deprezzati negli ultimi anni?


Dal 2016 al 2023, il prezzo medio di un diamante creato in laboratorio da 1,5 carati è diminuito di oltre il 74%, insiste ancora il il Natural Diamond Council. Al contrario, anche se i prezzi dei diamanti naturali hanno subito fluttuazioni negli ultimi 35 anni, in media questi sono aumentati del 3% all’anno.

Diamante blu di laboratorio
Diamante blu di laboratorio

Estrarre diamanti naturali è eticamente sostenibile?


Grazie al Kimberley Process, voluto dalle Nazioni Unite e dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization), il commercio di diamanti grezzi, aggiungono i produttori di diamanti, è regolamentato per garantire che sia privo di conflitti. Il Responsible Jewellery Council (RJC) assicura un approvvigionamento responsabile attraverso certificazioni verificate da terzi. E marchi, rivenditori e gioiellieri, stanno implementando sempre più protocolli e politiche di approvvigionamento etico per garantire la trasparenza nelle loro catene di approvvigionamento.

Un impianto di produzione di diamanti sintetici
Un impianto di produzione di diamanti sintetici

L’estrazione di diamanti naturali nuoce all’ambiente?
Secondo il Natural Diamond Council i diamanti naturali contribuiscono a proteggere la biodiversità su un’area delle dimensioni delle città di New York, Chicago, Washington D.C. e Las Vegas messe assieme. De Beers Group, per esempio, lavora con Kelp Blue allo studio del potenziale delle alghe per immagazzinare carbonio, migliorando al contempo la salute marina. Diamond Route è una rete creata da De Beers Group per proteggere gli habitat naturali minacciati in Sudafrica e Botswana.

Miniera della Culinam
Miniera della Cullinan

I diamanti naturali sono nocivi per i Paesi in cui sono estratti?
Il settore dei diamanti naturali, dicono i produttori, supporta il sostentamento di 10 milioni di persone in tutto il mondo. Fino all’80% del valore del diamante grezzo resta nelle comunità locali sotto forma di acquisti locali, benefit occupazionali, programmi sociali, investimenti nelle infrastrutture, tasse, diritti e dividendi pagati dal settore ai rispettivi governi. Per i membri dell’NDC, l’85% di tutti gli approvvigionamenti è locale. E in Canada, l’industria dei diamanti naturali contribuisce al 24% del Pil totale nei territori nordoccidentali, dove 17 miliardi di dollari sono andati a imprese (NWT) e 7,5 miliardi di dollari a imprese di proprietà indigene (NWT).

La nuova miniera: l'impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali
La nuova miniera: l’impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali Lightbox (De Beers)

I gioielli dell’Art Nouveau

Tornano sotto i riflettori i gioielli Art Nouveau, che in Italia si chiama stile Liberty, ma con lo stile eclettico dei primi anni del Novecento negli Usa, oppure un barocco rivisitato, o un insieme di fantasie che mischiano stili diversi: collane, spille e orecchini di un secolo fa sono una strana combinazione tra eccesso e innovazione. Rispetto al gusto ottocentesco, nei gioielli del primo scorcio del secolo scorso si vedono le influenze più consistenti del gusto artistico dell’epoca.

René Lalique, spilla Art Nouveau Libellules, con aquamarina, smalto e diamanti
René Lalique, spilla Art Nouveau Libellules, con aquamarina, smalto e diamanti

Le ghirlande di Cartier, i ricami, i fiori di Boucheron e Chaumet, i richiami all’antico Egitto o all’Oriente, sono tra gli aspetti più appariscenti. Novità raggiunte anche grazie a innovazioni nella lavorazione, come l’utilizzo più frequente del platino, un metallo resistente, che ha permesso di acquisire in leggerezza, con gioielli che sono diventati meno pesanti e più resistenti rispetto a quelli in argento. Ma nella scelta di un gioiello che ha cento anni bisogna fare attenzione: a quel tempo i metodi di lavorazione erano differenti da quelli attuali, che sono aiutati dalla tecnologia.

Tiara art nouveau di Philippe Wolfers con spilla a forma di pavone
Tiara art nouveau di Philippe Wolfers (1858–1929), argentiere, gioielliere, scultore e designer belga, con spilla a forma di pavone

Anche la scelta delle pietre era meno scientifica di quella di oggi, per non parlare del trattamento delle gemme, che ora riesce a valorizzare pietre che allora erano utilizzate allo stato naturale: opache, tagliate in modo un po’ approssimativo a brillante, a rosa, a goccia e a cabochon, a cui si sono aggiunti poi forme come calibré e briolettes. Eppure i gioielli tra la fine dell’Ottocento e gli Anni Ruggenti segnano una svolta e conservano un grande fascino. Tanto che ora sono tornati a essere al centro dell’attenzione anche sul mercato, tra case d’aste e antiquariato.

Spilla con corallo, diamanti e smalto di Janesich, 1930
Anello art nouveau con acquamarina, granati e smalto di Georges Fouquet

Ma quali sono le caratteristiche dei gioielli Art Nouveau? Bisogna premettere che gli artisti e gli artigiani della gioielleria di quel periodo volevano distinguersi prima di tutto dalla produzione di massa, che iniziava ad affacciarsi sul mercato prpoprio a quel tempo. Per questo i gioielli Art Nouveau sono caratterizzati da una raffinata lavorazioen artigianale. Ancora oggi si ricordano designer e gioiellieri famosi come René Lalique, Louis Comfort Tiffany e Karl Fabergé. I loro gioielli sono stati copiati e persino le grandi industrie di oggetti o della moda si sono ispirati a questi maestri del design.

Collana con ametista, giada e oro disegnata da Julia Munson sotto la direzione di Louis Comfort Tiffany nel 1906
Collana con ametista, giada e oro disegnata da Julia Munson sotto la direzione di Louis Comfort Tiffany nel 1906

A loro volta, i creatori di gioielli in stile Art Nouveau sono stati affascinati dall’arte di Cina e Giappone, che in Occidente erano espressioni artistiche ancora poco conosciute. Elementi naturali come animali, insetti o fiori sono stati associati a creature mitiche come i draghi. E, come negli acquarelli realizzati in Cina e Giappone, l’Art Nouveau ha privilegiato i colori pastello.

Pendente di collier Art Nouveau in oro e smalto, con viso di donna e glicine
Pendente di collier Art Nouveau in oro e smalto, con viso di donna e glicine

I gioielli Art Nouveau hanno anche privilegiato la figura femminile. Non dimentichiamo che nell’era Vittoriana una donna non poteva mostrare in pubblico neppure una caviglia. L’Art Nouveau non ha avuto timore, per reazionre, di valorizzare il corpo femminile senza censura, spesso in figure associate a personaggi della mitologia o fantastici. Anche la gioielleria ha tenuto conto di questo aspetto.

Collana Lucertola, Francia Art Nouveau, 1900, in bachelite e metallo
Collana Lucertola, Francia Art Nouveau, 1900, in bachelite e metallo

Il più famoso creatore di quel periodo è stato il designer di vetri e orafo francese René Lalique (vissuto tra il 1860 e il 1945). Utilizzava colori tenui e volumi con curve sinuose, pietre semipreziose, ambra, madreperla, e materiali inconsueti come il guscio di tartaruga, il corno, perle barocche.

René Lalique
René Lalique
Pendente a forma di delfino di James Cromar Watt. Smalto, oro, opale e perle
Pendente a forma di delfino di James Cromar Watt. Smalto, oro, opale e perle
Spilla a forma di rana in oro, diamanti, opali e rubini
Spilla a forma di rana in oro, diamanti, opali e rubini
Spilla in alessandrite, diamanti e smalto Art Nouveau, circa 1900, Marcus & co
Spilla in alessandrite, diamanti e smalto Art Nouveau, circa 1900, Marcus & co
Uovo con cestino di fiori per lo zar Nicola firmato Peter Carl Fabergé
Uovo con cestino di fiori per lo zar Nicola firmato Peter Carl Fabergé

I segreti dei gioielli Masai

Olivia Palermo è un’attrice, modella e blogger statunitense. Ma non solo: è anche ambasciatrice di Progetto Masai. Anni fa ha partecipato alla proiezione in anteprima di Red 2, a New York, indossando un abito Alexander Wang bianco e una splendida collana di ispirazione tribale. Vistosa, certo, ma di sicuro effetto.

Olivia Palermo
Olivia Palermo

Ma quanti conoscono, davvero, il significato e la storia dei bijoux dei Masai? Ecco che cosa bisogna sapere: la tribù Masai vive nella zona Centro-Est dell’Africa. È famosa per la tradizione dei gioielli composti da perline colorate. Il beadwork fa parte della loro cultura e le donne Maasai quasi ogni giorno trovano il tempo per comporre collane o bracciali.

Un uomo della tribù Masai. Photo: Kureng Workx
Un uomo della tribù Masai. Photo: Kureng Workx

La produzione di gioielli tribali, infatti, è affidata alle donne, anche se poi i monili sono indossati anche dagli uomini. Ma non solo per una questione di moda: il colore e il tipo di perline indossate, infatti, indicano età e condizione sociale Per esempio, gli uomini con un alto rango sociale nella tribù indossano gioielli più elaborati, con più colori. Oltre a indossarli, i gioielli tribali costituiscono una fonte di reddito, visto che sono venduti ai turisti: difficile resistere alla tentazione di aquistare un bijou.

Collane Masai
Collane Masai

Ma se volete farvi regalare un gioiello, è meglio conoscerne il significato. Le ragazze Maasai spesso indossano un grande disco pianeggiante attorno al collo quando ballano. Il movimento del disco accentuano grazia, flessibilità e agevolano la ricerca di un marito. Una volta sedotto il maschio, le donne indossano una collana un molto elaborata e pesante il giorno delle nozze. Non è molto consigliabile: spesso pende talmente verso il basso che può rendere difficile per persino camminare. Una volta diventata moglie, una donna Maasai indossa il Nborro, lunga collana con perline blu.

Ragazza Masai con collana e orecchini
Ragazza Masai con collana e orecchini

Anche i colori, infatti, hanno un significato. Spesso i colori sono relativi al bestiame posseduto, che è la principale fonte di cibo del Maasai e resta un simbolo di ricchezza. Il rosso, in ogni caso, è considerato un colore associato al coraggio e al sangue. Ma anche delle vacche quando sono macellate. Il bianco rappresenta invece la pace, la purezza  e la salute.  Il blu è legato all’energia e al cielo, l’arancione all’ospitalità, così come il giallo. Il verde è associato alla salute e alla terra. Infine, il nero rappresenta il popolo e le lotte che deve sopportare.

Donne in cerca di marito
Donne in cerca di marito
Complicati orecchini Masai
Complicati orecchini Masai
Collana a disco
Collana a disco
Elaborato diadema di perline
Elaborato diadema di perline
Giovane perlinato
Giovane con perline

Le cose da sapere sui diamanti neri

Come creare gioielli in resina

C’è chi indossa gioielli. E c’è chi vuole crearli con le proprie mani, magari gioielli in resina. Già, ma come fare gioielli in resina? Che cosa occorre? Quali sono i passaggi fondamentali. Vediamo come si può creare un gioiello in resina nella misura e con il disegno che avete deciso voi. Proprio per questo i gioielli in resina sono diventati sempre più popolari negli ultimi anni. È facile capire perché: si tratta di un materiale è versatile, economico e può essere utilizzato per creare un’ampia gamma di design. Se vi stuzzica l’idea di creare i vostri gioielli in resina, ecco una guida dettagliata per iniziare.

Collezione Reef, bracciale in resina e ottone
Collezione Reef, bracciale in resina e ottone di Marie-Hélène de Taillac

Materiale necessario:
• Resina epossidica
• Tazze di miscelazione
• Mescolare i bastoncini
• Stampo in silicone
• Pigmento o colorante (facoltativo)
• Glitter (facoltativo)
• Componenti di gioielleria (anelli di salto, ganci per orecchini, ecc.)
• Carta vetrata
• Equipaggiamento protettivo (guanti, maschera, occhiali)

Questo kit di resina epossidica è venduto su Amazon a 78,99 euro
Questo kit di resina epossidica è venduto su Amazon a 78,99 euro

Passaggio 1: preparate lo spazio di lavoro
La resina è un materiale che crea disordine, quindi ti consigliamo di lavorare in un’area ben ventilata e protetta da polvere e avanzi. Coprite il vostro spazio di lavoro con plastica o giornali e indossate indumenti protettivi, inclusi guanti, maschera e occhiali.

Stampo in silicone per anelli rotondi in resina epossidica, misure assortite, per creare gioielli in resina, anche questo si trova facilmente su Amazon
Stampo in silicone per anelli rotondi in resina epossidica, misure assortite, per creare gioielli in resina, anche questo si trova facilmente su Amazon

Passaggio 2: mescolare la resina
Seguite le istruzioni sulla confezione della resina epossidica per miscelare la resina e l’indurente nelle proporzioni corrette. Versate la resina in una tazza di miscelazione e mescolate per 2-3 minuti, assicurandovi di raschiare i lati e il fondo della tazza per garantire che la miscela sia ben amalgamata.

Passaggio 3: aggiungi colore e glitter (facoltativo)
Se volete aggiungere colore alla resina, potete usare pigmenti o coloranti. Fare attenzione a non aggiungere troppo colore, perché può influire sul processo di polimerizzazione. Potete anche aggiungere glitter o altri piccoli elementi decorativi in questa fase.

Passaggio 4: versare la resina
Versate la miscela di resina nello stampo in silicone. Se state realizzando un ciondolo o degli orecchini, potete usare uno stampo con una interruzione nella parte superiore dell’anello. Se state realizzando un braccialetto è sufficiente usare uno stampo con una superficie piana.

Anello realizzato a mano e venduto su Etsy, con cristalli di alluminio, filo di rame, resina epossidica, quarzo tibetano, quarzo rutilato dorato, ametista, granato e quarzo rosa
Anello realizzato a mano e venduto su Etsy, con cristalli di alluminio, filo di rame, resina epossidica, quarzo tibetano, quarzo rutilato dorato, ametista, granato e quarzo rosa

Passaggio 5: rimuovere le bolle
Usate una pistola termica o, se ne avete a disposizione, una fiamma per rimuovere eventuali bolle che potrebbero essersi formate nella resina. Fate attenzione a non tenere la fonte di calore troppo vicino alla resina o troppo a lungo, in quanto ciò può causare il surriscaldamento della resina e la polimerizzazione troppo rapidamente.

La preparazione della resina epossidica della creatrice Katherine Swift
La preparazione della resina epossidica della creatrice Katherine Swift

Passaggio 6: curare la resina
Seguite le istruzioni sulla confezione della resina per determinare il tempo di polimerizzazione. Questo può variare da poche ore a tutta la notte. Una volta che la resina si è indurita, rimuovetela dallo stampo e rifinisci l’eccesso con carta vetrata.

Stampi per la resina epossidica
Stampi per la resina epossidica

Passaggio 7: aggiungi gli altri elementi ai gioielli
Attaccate anelli o ganci per orecchini ai pezzi di resina usando le pinze. Se state realizzando un braccialetto o un anello, potete usare un adesivo forte per fissare il pezzo di resina a una base di metallo.

Lavorazione di un oggetto di resina
Lavorazione di un oggetto di resina

Passaggio 8: goditi i tuoi nuovi gioielli!
I vostri gioielli in resina sono ora completi e pronti per essere indossati o regalati a un amico. Conservate i pezzi in un luogo fresco e asciutto per evitare che diventino torbidi o scoloriscano nel tempo.

Orecchini in ottone, resina e cristalli
Orecchini in ottone, resina e cristalli

In conclusione, creare i tuoi gioielli in resina può essere un progetto fai-da-te divertente e gratificante. Con i materiali e le tecniche giuste, potete realizzare pezzi belli e unici che riflettono il vostro stile personale. Buon lavoro!

Collana in resina indossata. Foto: Aog Pixels
Collana in resina indossata. Foto: Aog Pixels

Come pulire gli orecchini