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5 suggerimenti prima di acquistare gioielli all’asta




I consigli di un grande esperto di gioielleria per chi vuole acquistare gioielli d’epoca all’asta. Può essere conveniente a patto di…  ♦

Vi piace frequentare le aste di gioielli, ma siete titubanti nell’acquisto? Vi domandate quando un gioiello potrebbe essere un investimento sicuro e quando invece il suo prezzo è giustificato solo una moda passeggera? E poi meglio i pezzi d’epoca o contemporanei? Tempo fa David Warren, senior international jewellery director di Christie’s, grande esperto di gioielli e (ovviamente) di aste, ha voluto offrire dei consigli agli appassionati di gioielli, specialmente quelli d’epoca e di grande pregio. Possono essere anche un’affare, un ottimo investimento.  Il testo integrale dell’intervento di Warren si trova sul sito della casa d’aste qui. Ecco, quindi, i cinque consigli da seguire per chi vuole acquistare un gioiello.

Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940
Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940

1 Il periodo Art Déco di Cartier
Dalla fine del 20 ° secolo al 1920, Cartier ha ingioiellato i polsi, il collo e il cuore delle case reali e dell’aristocrazia internazionale, spiega David Warren. L’inarrestabile vena creativa dei fratelli Pierre, Louis e Jacques era pervasa da un’etica che nessun altro aveva: non copiare, creare sempre. Il risultato è che questi i gioielli di questo periodo con il loro stile pulito e lineare non passano mai di moda. I gioielli Art Déco, tra l’altro, sono firmati anche da altre grandi firme della gioielleria, come Van Cleef & Arpels o Verdura.

Carier, bracciale Art Deco del 1928 in platino con 40 carati di diamanti taglio rosa e tondo e al centro un diamante taglio brillante di 3,35 carati
Cartier, bracciale Art Deco del 1928 in platino con 40 carati di diamanti taglio rosa e tondo e al centro un diamante taglio brillante di 3,35 carati

2 I diamanti colorati
I diamanti colorati sono le star degli ultimi anni e alle aste segnano prezzi stratosferici. Ma, attenzione: di sicuro devono avere una certificazione che ne attesti le caratteristiche, per esempio, se sono stati trattati o no per far risaltare il colore. Un diamante scaldato può essere più vivace, ma certo una pietra naturale ha più appeal. Non solo. Una pietra piccola, ma raffinata, è sempre preferibile a una grande ma con difetti. «Che senso ha avere uno smeraldo da 50 carati, se però è pieno di inclusioni?», si domanda Warren. «Meglio una pietra da 8-10-carati che è un gioiello, del valore tra i 40 mila e i 60 mila dollari per carato, piuttosto che una pietra di 50 carati che però ne vale massimo 3 mila a carato». Insomma, se volete acquistare una pietra, oltre al prezzo complessivo considerate anche quello per carato.

Diamanti giallo, rosso, blu, rosa
Diamanti colorati di diversi tagli e colori

3 Portabilità
I profitti nelle aste di gioielli crescono e per Christie’s ogni anno è migliore del precedente. Parte di ciò pare che sia dovuto alla portabilità, cioè al fatto che gioielli e diamanti si possono muovere facilmente da un luogo all’altro. In altre parole, sono un investimento che sta in una tasca. «Non si può comprare una casa nel centro di Parigi e poi, quando il mercato scende, spostare l’investimento a Londra. Ma con un diamante in tasca si può andare ovunque». Così se qualcuno avesse comprato dei diamanti colorati nel 1970 e li avesse rivenduti venduti nel 1990 il guadagno sarebbe stato grande, ma chi li avesse acquistati nel 1990 e rivenduti ora avrebbe un profitto molto più ampio». E attenzione, si dice che conti anche la provenienza e il prestigio del precedente proprietario, ma secondo l’esperto questo è vero ma non fondamentale. Quello che conta è la qualità.

Chanel Comètes, orecchini Étoile Filante, con 93 diamanti taglio brillante e montatura in oro bianco a forma di stella
Chanel Comètes, orecchini Étoile Filante, con 93 diamanti taglio brillante

4 Non è solo una questione d’epoca
Alcuni pezzi contemporanei scatenano delle vere e proprie guerre in sede d’asta e il loro valore finale supera di molto le stime. È stato il caso, tanto per fare un esempio, del bracciale Parrot Tulip di Jar, venduto anni fa all’asta di Magnificent Jewel di Ginevra per oltre 3 milioni e mezzo di dollari, nonostante la stima fosse tra i 200 mila e 300 mila dollari. Insomma, ci sono brillanti designer contemporanei che lavorano in tutto il mondo: Lorenz Bäumer a Parigi, Vicente Gracia a Valencia, e Michelle Ong, Wallace Chan e Edmond Chin a Hong Kong. Si può anche trasformare un vecchio gioiello, con un risultato che può essere sorprendente. Per esempio, Warren racconta di un suo cliente in possesso di alcuni zaffiri e diamanti montati da Gérard, che li ha affidati a Jar per farne un nuovo gioiello. Secondo l’esperto di Christie’s, sebbene dispiaciuto che l’eredità artistica di un nome così importante fosse andata perduta, la trasformazione in una croce grossa e massiccia con cinque zaffiri circondata da un pavé di brillanti è una delle migliori creazioni di un vero genio, l’equivalente contemporaneo di Fabergé.

Jar, bracciale Parrot Tulip in oro modellato a forma di foglie due che circondano il polso con diamanti e granati verdi
Jar, bracciale Parrot Tulip in oro modellato a forma di foglie che circondano il polso, con diamanti e granati verdi

5 Andare a caccia
Collezionare gioielli, spiega Warren, è come andare a caccia: bisogna essere pazienti e aspettare la preda giusta. In questo modo si può concludere un buon affare e, allo stesso tempo, impiegare bene i propri soldi.

 

Anna Hu con David Warren di Christie's (da Facebook)
Anna Hu con David Warren di Christie’s (da Facebook)
christie's collana
Collana con diamanti tagliati a pera e pendente da 20,20 carati. Venduta da Christie’s per 4,5 milioni di euro
collana Art Deco con ciondolo composto da un diamante eccezionale (colore D, Internally Flawless) di 16,24 carati, all'asta da Christie's
Collana Art Deco con ciondolo composto da un diamante eccezionale (colore D, Internally Flawless) di 16,24 carati, all’asta da Christie’s
Asta di Christie's
Asta di Christie’s
Bracciale venduto per 3,5 milioni da Christie's
Bracciale venduto per 3,5 milioni da Christie’s
Anello di Etcetera venduto da Christie's per 3,3 milioni di dollari
Anello di Etcetera venduto da Christie’s per 3,3 milioni di dollari






Cala il prezzo dei diamanti da laboratorio




I diamanti creati in laboratorio, ma sarebbe più preciso dire in una fabbrica, conquistano molte acquirenti. Sono del tutto uguali, da un punto di vista chimico, ai diamanti naturali e, soprattutto, costano meno. Molto meno. Rispetto a due o tre anni fa il costo (e il valore) dei diamanti fabbricati dall’uomo con sofisticate macchine è diminuito di circa un terzo. Continuerà questa tendenza? Fino a quanto scenderà il valore dei diamanti sintetici? Conviene acquistarli subito o è meglio aspettare? Sono domande che ricorrono spesso tra chi sta per acquistare un gioiello con diamanti, soprattutto anelli e orecchini.

Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox di De Beers
Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox di De Beers

Lo scenario è cambiato per due motivi. Il primo è l’ingresso sul mercato di De Beers, il colosso che estrae dalla terra diamanti naturali e che, inoltre, commercializza gioielli realizzati con queste pietre. Nel 2018, a sorpresa, De Beers ha annunciato che avrebbe iniziato a vendere gioielli con diamanti creati in laboratorio. A molti è sembrata una decisione paradossale, un modo per farsi concorrenza in casa. Ma il successo del marchio Lightbox, destinato ai gioielli con diamanti artificiali, sembra dare ragione a De Beers. Ma Lightbox ha anche spiazzato il mercato con prezzi molto più bassi della concorrenza: 200 dollari per un gioiello con un diamante da 0,25 carati, 400 dollari per mezzo carato, 600 dollari per 0,75 carati e 800 per un anello con diamante da 1 carato. Subito i prezzi sono scesi di quasi il 30%.

La nuova miniera: l'impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali
La nuova miniera: l’impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali

Il secondo fattore che ha contribuito a far scendere i prezzi è l’evoluzione della tecnologia, che consente oggi di creare diamanti con un costo sempre più basso. Mentre fino a qualche anno fa era molto complicato ottenere diamanti artificiali di oltre 3 carati, adesso il processo di produzione sembra molto più agevole e per pietre di piccole dimensioni il prezzo è ormai molto basso.

Collana in oro e diamanti di laboratorio
Collana in oro e diamanti di laboratorio

A queste ragioni si aggiunge il successo decretato dai consumatori. Così il prezzo sul mercato dei diamanti creati in laboratorio è sceso in media notevolmente, con qualche alto e basso nel 2019. Secondo alcuni analisti, uno dei motivi del successo è legato alla pandemia covid. Le riunioni via Zoom, per esempio, potrebbero essere alla base della grande richiesta di orecchini con diamanti di laboratorio: nessuno andrà a verificare l’origine di quelle pietre indossate sullo schermo di un computer. Le vendite, infatti, continuano ad aumentare e i prezzi, secondo Virtual Diamond Boutique, quest’anno solo calati del 3%.

Orecchini con diamanti blu creati in laboratorio
Orecchini con diamanti blu creati in laboratorio

Ovviamente la discesa non potrà continuare all’infinito, ma il clima di competizione tra i produttori sembra avvicinare i diamanti creati in laboratorio sempre più lontano dalla cosiddetta fine jewelry, per avvicinarsi al mondo fashion. Diamanti semplici, da acquistare e da cambiare quando si ha voglia di rinnovare il proprio jewels box. Non diamanti che sono per sempre, insomma, ma solo per un momento.

Il diamante cresciuto in laboratorio
Anello con diamante cresciuto in laboratorio







Che cosa sono le perle keshi?




Non tutte le perle sono uguali. Se volete sapere che cosa sono le perle keshi leggete questo articolo ♦︎

Ci sono le perle Akoya, le perle di Tahiti, le perle dei Mari del Sud. E ci sono le perle keshi. Forse non sapete esattamente che cosa sono, anche se magari avete una collana di perle keshi nel vostro jewelbox. Ecco, quindi, tutto quello che dovete sapere sulle perle keshi.

Orecchini con perle barocche
Misani, orecchini in oro lavorato a mano con perle keshi australiane e diamanti

Sono definite keshi le perle piccole e non nucleate, cioè che non si formano attorno a un nucleo, come le perle più grandi e conosciute. Infatti, erano considerate come sottoprodotti della coltivazione delle perle. La parola keshi è giapponese e significa anche chiodo di garofano: è stata usata per tutte le perle coltivate senza un nucleo. Ma in origine le perle di keshi erano considerate uno scarto. Eppure non è facile coltivare perle keshi: il 10% delle ostriche muore dopo il trapianto, il 10% entro tre anni e solo un terzo rifiuta il nucleo e la madreperla, che consente di ottenere una perla keshi. Di queste, solo l’1% è perfetta.

Orecchini con perle Keshi e cristallo di rocca e diamanti, Wallace Chan
Orecchini con perle Keshi e cristallo di rocca e diamanti, Wallace Chan

L’allevamento di ostriche perlacee è molto diffuso: per questo si trovano perle keshi tahitiane, d’acqua dolce, della Polinesia francese, Akoya, cinesi, australiane. Ma, attenzione, anche le perle keshi non sono tutte uguali. Accanto a quelle senza nucleo, oggi a volte sono definite keshi anche le perle d’acqua dolce, anche se gli esperti del settore non sono d’accordo.

Spilla con guscio di granchio eremita, perla keshi, topazio rosa, diamante cognac
Michael Kneebone, sSpilla con guscio di granchio eremita, perla keshi, topazio rosa, diamante cognac

Una delle differenze con le altre perle consiste nel fatto che quelle keshi sono composte interamente di madreperla. Ma, se non hanno nucleo, come si forma una perla keshi? Come le altre varietà, le perle keshi possono essere creata in modo naturale o seguendo un intervento umano. In natura il processo di formazione avviene per caso: una keshi è il prodotto di un’ostrica che ha rifiutato il nucleo, per esempio un granello di sabbia che è entrato nel guscio. Il fatto di non avere il nucleo comporta il fatto che di solito le perle keshi hanno una forma irregolare. Sono classificate, quindi, come perle barocche.

Orecchini con perle e diamanti di Moksh
Orecchini con perle e diamanti di Moksh

Le caratteristiche delle perle keshi

Questa varietà di perle può avere molti colori, pesi, dimensioni, qualità e forme. Quelle naturali sono molto rare (e costose): possono formarsi sia in acqua dolce sia in mare. Il primo aspetto che si nota, però, è la dimensione: le perle keshi sono molto più piccole delle sorelle maggiori e questo perché non contengono un nucleo. Ed è anche il motivo che spesso provoca una forma irregolare. La loro forma è spesso bizzarra per l’assenza di un supporto su cui la madreperla si forma in modo naturale.

Orecchini con perle di Thaiti e diamanti
Mizuki, orecchini con perle di Thaiti e diamanti

Quanto costano

In genere le perle keshi costano molto meno di quelle rotonde e più grandi con nucleo. Ma se hanno forme o dimensioni particolari, e se sono naturali, il loro prezzo aumenta.

 

Jewelmer Joaillerie, collezione La Parisienne
Jewelmer Joaillerie, collezione La Parisienne, con perle keshi
Orecchini in oro giallo con perla kashi e ametiste
Little K, orecchini in oro giallo con perla kashi e ametiste
Orecchini con perle keshi e diamanti
Yvel, orecchini con perle keshi e diamanti

Collana Extravaganza, in oro bianco, 133 perle, 25 diamanti
Suzanne Syz, collana Extravaganza, in oro bianco, 133 perle, 25 diamanti







Come scegliere una collana lunga

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Le lunghe catene, le collane tipo sautoir, sono perfette per chi sceglie vertiginose scollature oppure per i leggeri vestiti da spiaggia. Ecco come scegliere la collana lunga giusta ♦

Vi piacciono le scollature coast to coast, capaci di far girare la testa anche a un eremita? In questo caso il gioiello più appropriato è una catena che percorre tutta la pelle lasciata scoperta come fosse un’autostrada sul corpo. Ok, si tratta di un accessorio che non è proprio discreto. Ma, d’altra parte, anche una maxi scollatura è vistosa. Inoltre, una lunga e sottile catena che parte dal collo per scendere fino all’altezza dei vostri fianchi può essere indossata anche per occasioni in cui l’abito è un optional, come in spiaggia, al mare.

Sautoir in oro bianco e diamanti
Sautoir in oro bianco e diamanti di de Grisogono

Come scegliere. La collana tipo sautoir deve essere proporzionata alla lunghezza del busto. Non deve arrivare all’ombelico, ma fermarsi molto più sopra, anche perché la scollatura non deve certo arrivare alla vita. Inoltre, considerate anche la vostra corporatura: una sottile collana su un corpo sovrappeso o non longilineo può contribuire a sottolineare un difetto invece di valorizzare la vostra linea. Da non sottovalutare la misura del seno: una scollatura profonda, accentuata dalla collana, è equilibrata con una misura ridotta e consistente. La scelta di Jenifer Aniston, per esempio, sembrerebbe già non azzeccata.

Jennifer Aniston
Jennifer Aniston

Quando indossare una collana molto lunga? Be’, naturalmente dipende dalle circostanze e dall’abbinamento con l’abito. Le collane molto lunghe andavano molto di moda negli anni Venti e Trenta: staranno benissimo su un abito a vita bassa, per esempio. Ma non solo. Oltre a fart risaltare la scollatura, una collana tipo sautoir può ravvivare un anonimo maglione di lana a collo alto, oppure una camicia a tinta unita. Su un vestito a fiori o con disegno fantasia, invece, una collana luna e sottile rischia di confondersi con il disegno della stoffa. Attenzione anche all’abbinamento con altri gioielli: orecchini altrettanto lunghi e pendenti, per esempio, potrebbero risultare eccessivi se indossati assieme a questo tipo di collana.

Collana e bracciale indossata da Federica Calemme
Collana sautoir e bracciale indossata da Federica Calemme by Rajola

In ogni caso, se anche pensate che una lunga catena sia un po’ eccessiva, sappiate che questa idea è stata adottata da parecchie altre star dello spettacolo, come Suki Waterhouse, Vanessa Hudgens, Rihanna o Sophia Bush. Infine, questa specie di sautoir dei nostri giorni è spesso sottilissimo e, dunque, non fa troppo effetto Madonna dei miracoli o, peggio, albero di Natale. 

Collana sautoir in oro bianco, con diamanti taglio brillante e goccia. Collana sautoir in oro rosa, con diamanti taglio brillante e fancy taglio goccia. Collana sautoir in oro bianco, con diamanti di diverso taglio
Crivelli, collana sautoir in oro bianco, con diamanti taglio brillante e goccia. Collana sautoir in oro rosa, con diamanti taglio brillante e fancy taglio goccia. Collana sautoir in oro bianco, con diamanti di diverso taglio
Nicole Richie e Jessie J
Jessie J e Nicole Richie
Sautoir della collezione D.Side di Damiani
Sautoir della collezione D.Side di Damiani
Sophia Bush e Rihanna
Sophia Bush e Rihanna
Chopard, sautoir in oro rosa, occhio di tigre, diamanti
Chopard, sautoir in oro rosa, occhio di tigre, diamanti
Sautoir in oro con fermaglio di diamanti bianchi
Fope, sautoir in oro con fermaglio di diamanti bianchi
Sautoir Alhambra in oro rosa, diamanti e lapislazzuli
Van Cleef et Arpels, sautoir Alhambra in oro rosa, diamanti e lapislazzuli
Sautoir in oro, diamanti e pietre colorate
Piaget, sautoir in oro, diamanti e pietre colorate
Sautoir con smeraldi colombiani di Muzo e semi di Tagua
Alexandra Mor, sautoir con smeraldi colombiani di Muzo e semi di tagua







Conviene acquistare un diamante nato in laboratorio?

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L’irresistibile ascesa dei diamanti di laboratorio. Ecco perché i diamanti sintetici piacciono sempre di più a chi acquista gioielli ♦︎

Vi piacerebbe acquistare un anello con un grande diamante da 1 carato e pagarlo la metà? O, addirittura, il 90% in meno? E se il diamante non fosse stato estratto in qualche miniera russa o africana, ma prodotto da una fabbrica e con le stesse caratteristiche di quelli naturali?

È il dilemma al quale sempre più spesso sarete di fronte. I diamanti sintetici, che le aziende chiamano pudicamente “diamanti cresciuti in laboratorio” o, addirittura, “fuori dalla terra” sono ormai una realtà sempre più diffusa. Secondo i dati raccolti dal sito Earther l’analista del settore Paul Zimnisky stima che saranno il 2-3% del mercato, ma con la percentuale è destinata ad aumentare. Ormai i diamanti sintetici,  cioè i diamanti cresciuti in laboratorio sono una industria diffusa, specialmente in Cina dove si produce circa la metà di quelli in circolazione, in gran parte però utilizzati a scopo industriale. I diamanti, infatti, sono il minerale più duro che esiste e servono anche per svariati utilizzi, per esempio per le macchine da taglio.

Anello ispirato alle fioriture eterne e alle farfalle danzanti del poetico Giardino Inglese. Lavorato a mano in oro bianco 18k Fairtrade, con 184 diamanti da laboratorio Diamond Foundry, per 6,84 carati
Anello ispirato alle fioriture eterne e alle farfalle danzanti del poetico Giardino Inglese. Lavorato a mano in oro bianco 18k Fairtrade, con 184 diamanti da laboratorio Diamond Foundry, per 6,84 carati

La produzione è florida anche in Occidente, dove persino la più grande industria di diamanti veri, De Beers, ha iniziato a produrre pietre artificiali. E l’International Grown Diamond Association (Igda), associazione nata nel 2016 da una dozzina di imprese attive nel settore, ora conta circa 50 membri. Secondo quanto dichiara l’associazione, i motivi della crescita dei diamanti sintetici sono due: la tecnologia consente di abbassare i prezzi e di ottenere diamanti che sono difficilmente distinguibili rispetto a quelli naturali, dato che sono del tutto identici e hanno la stessa composizione di quelli naturale. Per capire se un diamante è vero o artificiale, infatti, sono necessarie attrezzature che solo pochissimi centri di gemmologia hanno a disposizione. Se la pietra non è garantita (ammesso che la tracciabilità funzioni) un gioielliere non riesce distinguere un diamante naturale da uno prodotto in fabbrica.

Anello in oro bianco e diamante di laboratorio
Anello in oro bianco e diamante di laboratorio

Come si producono

Non tutti i diamanti artificiali sono uguali. Il sistema più tradizionale, introdotto ormai mezzo secolo fa, prevede di ricreare le stesse condizioni con cui si sono formati i diamanti nelle viscere della terra. Cioè attraverso una enorme pressione e una altrettanto eccezionale temperatura. Questo metodo è chiamato HPHT (high-pressure high-temperature). I diamanti si ottengono a partire da un materiale di carbonio, per esempio la grafite come quella che si usa per le matite. La grafite è posta in una gigantesca pressa meccanica capace di pressioni di 5-6 Gigapascal e sottoposta a temperature di circa 1.600 gradi Celsius. Insomma, bisogna fare una grande fatica.

Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox di De Beers
Orecchini con diamanti di laboratorio Lightbox di De Beers

Il sistema alternativo è completamente diverso: si chiama CVD e funziona attraverso deposizione chimica da vapore (Chemical vapor deposition). Secondo gli ingegneri che lo hanno messo a punto, è un modo che ricrea le condizione di come i diamanti potrebbero formarsi nelle nubi di gas interstellare, nello spazio. In questo caso un gas generato da idrocarburi, come il metano, viene pompato in un reattore a bassa pressione accanto all’idrogeno. I gas sono poi riscaldati da 3.000 a 4.000 gradi Celsius. Questo causa la rottura degli atomi di carbonio , che poi si depositano su un substrato, in genere una piastra quadrata piatta di un diamante sintetico prodotto con il metodo HPHT.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio

Le caratteristiche

Come è possibile che ingegneria e chimica producano pietre del tutto simili a quelle naturali? Eppure è così. Anzi, la mancanza di azoto nei diamanti prodotti con il metodo CVD conferisce, pare, una purezza chimica eccezionale. Tanto che i diamanti lab grown sono classificati come di tipo IIa, cioè particolarmente puri, come sono soltanto il 2% di quelli che si trovano in natura. Tra l’altro, mentre in passato i diamanti artificiali erano solo molto piccoli, oggi i produttori riescono a creare anche pietre con dimensioni ragguardevoli, sempre con un alto grado di purezza. Negli Usa è stato prodotto un diamanti artificiale di quasi 7 carati, ma in Germania si è arrivati fino a produrre un mostro di 155 carati.

Anversa: acquisti di un buyer
Antwerp (Anversa): acquisti di un buyer

Il prezzo

Anni fa un diamante di laboratorio costava un po’ meno rispetto a uno naturale. Oggi costa molto meno. Anzi, moltissimo meno. Secondo gli esperti del settore, un diamante di media qualità coltivato in un laboratorio costa ora il 40% in meno rispetto a uno naturale. Due anni fa lo sconto era solo del 18%. Inoltre, De Beers sta per proporre anche diamanti cresciuti in laboratorio prodotti in serie, quasi come fossero cristalli Swarovski, con uno sconto di quasi il 90% rispetto ai diamanti naturali.

Anversa: mercato dei diamanti
Anversa: mercato dei diamanti

Il pubblico apprezza

Torniamo alla domanda di partenza? Vi piacerebbe avere un anello con diamante e pagarlo la metà? Un sondaggio condotto nel 2018 da Consumer Research condotto da MVI Marketing ha rilevato che la maggior parte degli intervistati sceglierebbe un diamante più grande sviluppato in laboratorio rispetto a una pietra naturale più piccola, a parità di prezzo. Ma chi vuole acquistare un gioiello che mantenga o accresca il proprio valore nel tempo tende a preferire i diamanti naturali, più facilmente rivendibili.

Miniera di diamanti Cullinam
Miniera di diamanti Cullinam

Sono davvero ecologici?

Uno dei motivi che spingono la crescita dei diamanti artificiali risiede, secondo le aziende produttrici, nella loro sostenibilità, cioè nel rispetto dell’ambiente. Ma è proprio così? Dipende. Certo, rispetto ai diamanti estratti in modo primitivo, in miniere che sfruttano le popolazioni locali e che devastano il territorio, o magari che servono per sostenere guerre, l’impatto dei laboratori che producono diamanti sintetici è minore. Bisogna però aggiungere che dove le miniere sono controllate e l’attività mineraria è più moderna, il lavoro rimane duro, ma anche necessario per le popolazioni locali. Paesi come il Botswana, che erano tra i più poveri al mondo, oggi hanno parecchio migliorato le condizioni di vita media della popolazione grazie all’attività estrattiva delle pietre preziose. Inoltre, per produrre diamanti di laboratorio occorre utilizzare moltissima energia e, per esempio, in Cina la maggior parte dell’elettricità nasce nelle centrali a carbone.

Anelli in oro bianco e oro giallo con diamanti di laboratorio
Anelli in oro bianco e oro giallo con diamanti di laboratorio by Pandora

Secondo gli esperti del settore, le fabbriche di diamanti più efficienti con il metodo HPHT usano oggi circa fino a 700 kWh per carato, mentre la produzione CVD ne utilizza ancora di più, 1.000 kWh per carato di diamante prodotto. Uno studio ha stimato che i diamanti da laboratorio producano circa 511 chilogrammi di emissioni di carbonio. Secondo le compagnie minerarie, per estrarre un diamante naturale, tra consumo di carburante e di elettricità, si arriva a soli 160 chilogrammi di emissioni. Insomma, stando ai dati delle imprese che estraggono i diamanti (e che quindi vanno considerati di parte), estrarre una pietra naturale inquina meno di produrla artificialmente. Difficile dire quanto questi dati siano attendibili, ma bisogna prendere nota di quanto affermano. Insomma, ci sono due lati della medaglia.

Anello in oro bianco con diamanti lab grown
Anello in oro bianco con diamanti lab grown






Come assicurare i gioielli contro il furto




Assicurare i gioielli contro il furto, ma anche lo smarrimento. Ecco come proteggere i vostri gioielli quando non siete a casa ♦︎

State per partire per le vacanze. E i vostri gioielli? Non è consigliabile mettere in valigia i pezzi più preziosi: i bagagli potrebbero essere rubati durante il viaggio e, inoltre, i gioielli vanno poi custoditi durante la vacanza. Alberghi, automobile, aereo, treno: i pericoli di furto durante un viaggio sono molti. Leggi anche: Come evitare il furto dei vostri gioielli in viaggio. 

Rischio di furto durante le vacanze
Rischio di furto durante le vacanze

Per stare tranquilli le soluzioni sono solo due: depositare i gioielli in banca, in una cassetta di sicurezza, oppure assicurarli. Una cassaforte in casa, infatti, è sufficiente solo per fermare ladri occasionali poco esperti e che si limitano a frugare nei cassetti, ma non scoraggia dei professionisti del furto con un po’ di tempo a disposizione. Una polizza di assicurazione, non vi protegge dal trauma psicologico della perdita dei vostri gioielli, ma almeno vi garantisce di non perdere tutto il valore dei gioielli se si subisce un furto.

Appartamento svaligiato
Appartamento svaligiato

Ma come si possono assicurare i gioielli? Non è difficile: sono molte le compagnie di assicurazione che offrono la copertura in caso di furto, naturalmente in cambio del pagamento di una polizza. Non tutte le compagnie di assicurazione offrono lo stesso tipo di polizza e, quindi, bisogna fare attenzione e leggere bene le clausole del contratto assicurativo. Ecco quello che dovete sapere prima di assicurare i vostri gioielli contro il furto.

È importante stilare un elenco dei propri gioielli
È importante stilare un elenco dei propri gioielli con descrizione

1 Catalogate i vostri gioielli. Il costo della polizza è commisurato al valore dei vostri gioielli. Ma dovete anche dimostrare che sono vostri: occorrono foto e descrizione, con il maggior numero di dettagli possibile. Per esempio, quanti carati è l’oro (18 o 14?), e se i gioielli hanno delle pietre va descritto il tipo gemma e il peso (i carati). Ultimo aspetto, ma indispensabile: bisogna indicare dove sono stati acquistati i gioielli, a meno che non si tratti di collane, orecchini o anelli di famiglia. Cercate di scattare una foto per ogni gioiello in modo che siano visibili le caratteristiche. Ovviamente conservate questa lista e le foto in un luogo sicuro, magari speditele a voi stessi con una e-mail.

Fotografate i vostri gioielli
Fotografate i vostri gioielli

2 Cassaforte in casa. Anche se una cassaforte da casa, come quelle a muro, non è una barriera invincibile per i ladri: come abbiamo detto, può servire a scoraggiare un furto occasionale o un ladro disturbato e di fretta. Però una cassaforte ha il vantaggio di far diminuire il costo della polizza assicurativa. Per i gioielli di particolare valore le compagnie di assicurazione richiedono spesso che in casa ci sia una cassaforte. Quindi, se avete in casa una cassaforte, quindi, comunicate le sue caratteristiche alla compagnia di assicurazione.

Cassaforte per proteggere i vostri gioielli
Cassaforte per proteggere i vostri gioielli

3 Fate valutare i gioielli. È inutile assicurare dei gioielli senza sapere quanto valgono. Se avete un gioielliere di fiducia, portate a lui i gioielli e orologi per una valutazione. Ma deve essere una expertise scritta, non una valutazione a voce e imprecisa. È abbastanza semplice ottenere una stima del valore per i gioielli acquistati di recente, ma per i pezzi antichi, magari ereditati, è meglio rivolgersi a un gioielliere o a un esperto che conosca bene quel tipo di oggetti. Alcune società di assicurazioni richiedono proprio questo tipo di documentazione prima di stabilire il prezzo della polizza. Un consiglio: d’ora in avanti conservate gli scontrini o i documenti di acquisto quando comprate un gioiello.

I gioiellieri valutano spesso anche gli orologi
I gioiellieri valutano spesso anche gli orologi

4 Controlla online. Alcune società di assicurazione offrono un servizio online per le proprie polizze. Provate a ottenere un preventivo gratuito in pochi secondi. Consiglio: non fermatevi alla prima offerta, ma comparate almeno tre differenti polizze assicurative, facendo attenzione non solo al costo, ma anche alla copertura che offrono.

Ricerca su internet
Ricerca su internet

5 Tetto massimo. Non sempre è possibile assicurare l’intero valore dei gioielli: se avete pezzi molto preziosi, prima di sottoscrivere un contratto confrontate il massimale previsto tra diverse società assicurative. Inoltre, fate attenzione alle franchigie, cioè a quella quota prestabilita che comunque non viene rimborsata, ma è a carico di chi ha sottoscritto la polizza.

Vetrina di gioielleria a Zurigo
Vetrina di gioielleria a Zurigo

6 Polizze per smemorati. Oltre a coprire i vostri gioielli in caso di furto, potete estendere la polizza anche alla perdita di gioielli. Ma non pensate che sia facile fare i furbi simulando lo smarrimento del vostro anello preferito: dovrete dimostrare che lo smarrimento non è vostra responsabilità ma, per esempio, del servizio aeroportuale.

Chissà dove è finito il mio anello
Chissà dove è finito il mio anello

7 Polizza estesa. Potete considerare anche di assicurare contro il furto l’intero valore della casa, quadri e mobili compresi. Ma fate attenzione che nella polizza siano inclusi anche i gioielli e , in questo caso, per quale valore si estende la copertura assicurativa.

Jewelbox
Jewelbox







Che cosa accade ai vostri gioielli quando si ossidano




Perché i vostri gioielli anneriscono? Perché orecchini, anelli, collane e bracciali si ossidano? In questo articolo spieghiamo da un punto di vista scientifico che cosa accade ai vostri gioielli quando si ossidano. Se, invece, volete sapere come eliminare l’ossido dai vostri gioielli leggete qui.

Alcuni gioielli, in particolare quelli di argento, tendono a ossidarsi e diventano neri o con sfumature tendenti al verde. È l’effetto dell’ossidazione. In qualche caso i gioiellieri sfruttano questo cambiamento del metallo e propongono gioielli con superfici in parte annerite. Ma in questo caso è una scelta estetica. Il problema, invece, è quando l’ossidazione non è desiderata. Consideriamo questo aspetto da un punto di vista scientifico per capire come avviene l’ossidazione.

Collana in argento annerito by Giovanni Raspini
Collana in argento annerito by Giovanni Raspini

Un metallo si ossida avviene quando si verifica una reazione chimica sulla sua superficie. L’ossidazione avviene perché gli elettroni che compongono gli atomi di alcuni metalli (non tutti, ne parliamo più avanti) si spostano dal metallo alle molecole di ossigeno. In sostanza, divorziano dal loro consorte (il resto dell’atomo, cioè il nucleo centrale e gli altri elettroni) e si fidanzano con un altro: l’ossigeno. È un processo che in chimica si chiama ionizzazione. Quando fuggono dal metallo, gli elettroni che hanno divorziato dal loro nucleo originale per mettersi con l’ossigeno, creano la superficie ossidata. In sostanza, sono dei rovina famiglie.
Il processo di ossidazione del metallo
Il processo di ossidazione del metallo

Perché avviene l’ossidazione?
Qui viene il bello. Non si può dare tutta la colpa agli elettroni fuggitivi. Nelle famiglie le colpe non sono (quasi) tutte di un solo partner. In questo caso, il processo chimico che porta all’ossidazione può essere causato semplicemente dal contatto con l’aria, e quindi con l’ossigeno che ne è contenuto. Oppure l’ossidazione può essere determinata dal metallo esposto a acqua (anche l’acqua contiene ossigeno) o a sostanze acide che lo corrodono, per esempio, le creme cosmetiche o il sudore della pelle. Insomma, l’ossidazione avviene perché gli elettroni del metallo sono sedotti dal richiamo irresistibile dell’ossigeno: un vero tradimento chimico.
Anello in argento ossidato
Anello in argento ossidato

Metalli anti ossidazione
Per fortuna, non tutti i gioielli si ossidano. Come tutte le donne sanno, se vi regalano oppure se acquistate un gioiello in oro, potete stare tranquille: non si annerirà (tranne in rari casi, quando è in lega con metalli che si ossidano). Oltre all’oro, ci sono metalli che non a caso sono chiamati nobili, che non si anneriscono, come il platino, rutenio, rodio, palladio. Altri metalli, che però non sono classificati come nobili, resistono all’ossidazione e sono impiegati in gioielleria, come il titanio e l’alluminio. Infine, ci sono, inoltre, metalli inventati dall’uomo, cioè leghe di materiali diversi, che non sono sensibili all’ossigeno, come l’acciaio inossidabile e l’ottone.
Anello sfaccettato, con una gemma naturale incastonata in argento ossidato e oro 18 carati
Anello sfaccettato, con una gemma naturale incastonata in argento ossidato e oro 18 carati

Orecchini in argento ossidato
Orecchini in argento ossidato







Come pulire un anello d’argento

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Come pulire un anello d’argento? Se avete cercato sul web come pulire un anello d’argento (ce lo hanno chiesto diversi lettori) siete arrivati nel posto giusto ♦

Vediamo, infatti, quali sono le tecniche migliori per pulire un anello d’argento. Magari è un ricordo di famiglia: apparteneva a una nonna o vostra madre, oppure è un regalo che avete ricevuto. Non importa: quello che desiderate è eliminare lo sporco che si annida in una incisione oppure nella incastonatura (se l’anello ha anche una pietra). L’anello, inoltre, può essere annerito e aver perso la propria lucentezza. Ecco, quindi, che cosa dovete fare.

Anello in argento con motivo a foglie di acanto
Ell, anello in argento con motivo a foglie di acanto

La prima, sembra banale a dirlo (ma non lo è): osservate bene il vostro anello. Non tutti gli anelli in argento sono uguali. È antico? È molto lavorato, oppure è composto da una semplice banda liscia di metallo? Ha pietre o perle? Ogni tipo di gioiello ha bisogno di un trattamento speciale. Per esempio, le pietre dure (che in realtà non sono tanto dure) e le perle sono elementi delicati e non vanno sottoposti a una pulizia con detersivi o liquidi acidi, che possono rovinarle. Ma, in ogni caso, ci sono molti modi di pulire un anello di argento senza affidarlo a un gioielliere.

Anello in argento lucido e sabbiato. Prezzo: 124 euro
Pianegonda, anello in argento lucido e sabbiato

Farina di mais

Il metodo è sorprendente, ma funziona. La farina di mais, tipo maizena, mischiata ad acqua forma una pasta da applicare sull’anello. La pasta va applicata sul gioiello e poi, dopo una decina di minuti, rimossa con una spugna o un asciugamano.

Maizena e acqua
Maizena e acqua

Pellicola di alluminio

Questo metodo non va utilizzato per gioielli con pietre dure, come il turchese, l’opale, la corniola e tantomeno le perle. In una pentola appoggiate sul fondo un foglio di alluminio con la parte lucida verso l’alto. Aggiungete abbondante acqua e portate a ebollizione. Versate due cucchiai di bicarbonato di sodio per litro e immergete l’anello nella pentola per una decina di secondi o qualche minuto se l’anello è molto ossidato, quindi rimuovete il gioiello con una pinza da cucina o un cucchiaio. Asciugate con un panno morbido. Voilà, l’anello è pulito e brillante.

In alternativa, invece del bicarbonato di sodio potete utilizzare un cucchiaio di detersivo per bucato per una decina di minuti. Risciacquate e asciugate con un panno morbido.

Bicarbonato e alluminio
Bicarbonato e alluminio

Dentifricio

Un sistema classico per pulire i gioielli, quindi anche gli anelli in argento, è utilizzare uno spazzolino da denti morbido e una piccola quantità di dentifricio. Funziona per i denti e funziona anche per i vostri gioielli: strofinate delicatamente, risciacquate e asciugate il gioiello.

Il dentifricio va bene per i denti e per i gioielli
Il dentifricio va bene per i denti e per i gioielli

Ammoniaca

Anche questo sistema non va utilizzato per anello con pietre o perle. In una tazza di acqua calda, non occorre che sia bollente, versate un terzo di bicchiere di ammoniaca. Immergete i gioielli non oltre 15 minuti e sciacquate abbondantemente prima di asciugare.

Tazza con ammoniaca
Tazza con ammoniaca

Aceto

Anche se è un condimento che si utilizza per il cibo, non pensate che l’aceto sia poco efficace. Anzi, se troppo concentrato può essere pericoloso. Immergete gli anelli in mezza tazza di aceto bianco mescolato con due cucchiai di bicarbonato di sodio. Lasciate a bagno per due o tre ore, poi risciacquate e asciugate.

Pulire con l'aceto
Pulire con l’aceto
Anello in argento, collezione Settedoni di Tuum
Anello in argento, collezione Settedoni di Tuum
Collana multifilo in argento rodiato
Roma 1947. Collana multifilo in argento rodiato
Bracciale in argento
John Brevard. Bracciale in argento
Giovanni Raspini, anello in argento
Giovanni Raspini, anello in argento
Anello in argento
Eleonora Ghilardi, anello in argento Dandelion






Come evitare il furto dei vostri gioielli in viaggio




In viaggio con i gioielli: 10 consigli per evitare il furto dei vostri anelli, orecchini, collane, bracciali… ♦︎

Tutte le donne desiderano portare con sé qualche gioiello quando partono per un viaggio. Può essere il semplice anello nuziale, magari un paio di orecchini, una collana. O, forse, molti altri ancora: d’altra parte quando siete in vacanza avete anche voglia di passare qualche serata divertente, in cui sfoggiare il meglio, no? Ma c’è un problema: rischiate di farvi rubare i vostri gioielli. Treni, aeroporti, auto, hotel, case vacanze non troppo protette: le occasioni che possono favorire un furto sono molte. Ma, per fortuna, potete evitare il pericolo se seguite questi 10 suggerimenti.

Leggi anche: Gioielli in viaggio: 10 consigli 

Aereo. Mai imbarcare i gioielli con il bagaglio sistemato nella stiva dell’aereo: purtroppo i furti del contenuto delle valigie avvengono più frequentemente di quanto pensiate. Mettete i gioielli nel bagaglio a mano, e se lo riponete nella cappelliera tenetelo d’occhio.

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Gioielli nel bagaglio a mano

Auto. Sembra banale, ma c’è chi abbandona i gioielli in auto, ovviamente dentro una valigia, per andarsi a bere un cappuccino oppure per soddisfare le proprie esigenze igieniche. Sono proprio le auto incustodite di chi è in viaggio a essere preda dei ladri. Se siete in viaggio custodite i gioielli in un piccolo zaino che si possa chiudere bene e portatelo con voi quando uscite dall’auto.

zaino
Riporre i gioielli in uno zaino

Hotel. I furti nelle camere degli hotel sono frequenti. Leggete bene il cartello che si trova spesso nelle strutture alberghiere: «La direzione non è responsabile per lo smarrimento o il furto degli oggetti lasciati incustoditi». In alcuni Paesi, però, la legge prevede delle formule di risarcimento. In Italia, per esempio, se qualcuno ruba un gioiello nella vostra stanza di hotel, avete diritto a un risarcimento che copra il valore fino a un limite massimo pari a 100 volte la tariffa che avete pagato per la stanza. Insomma: moltiplicate per 100 quello che avete pagato per la camera è la cifra massima che potete ottenere come risarcimento. Naturalmente dovete provare di aver portato con voi i gioielli e che sono stati effettivamente rubati. Se, invece, affidate i gioielli direttamente all’albergo, che li custodirà nella sua cassaforte, sarete al sicuro. E, in caso di furto, potrete ottenere il risarcimento completo del loro valore.

hotel
Consegnare i gioielli alla direzione dell’hotel

Nave. Se avete deciso di regalarvi una crociera correte meno rischi: è più difficile che un ladro riesca a rubarvi i gioielli. Difficile, ma non impossibile. Anche in questo caso, come in hotel, è più sicuro affidare i vostri preziosi alla custodia della compagnia: a bordo c’è sempre una cassaforte proprio per questo.

cruise
In nave come in hotel

Abbigliamento. Inutile nascondere i pericoli: non tutti i luoghi che visitate sono sicuri allo stesso modo. E i turisti sono sempre la preda preferita per una rapina. Se vi trovate a camminare in strada evitate di esibire i vostri gioielli come in una sfilata. Nascondete la collana sotto la maglietta o il vestito, non indossate anelli vistosi oppure orecchini che attirano l’attenzione. Riservate i vostri gioielli agli spettatori che possono ammirarli, non a quelli che possono sottrarveli.

street
Ostentare gioielli in strada può attirare l’attenzione dei ladri

Spiaggia. Il mare è un amico delle donne, la sabbia è una nemica dei gioielli. Alzi la mano chi non conosce qualche donna che ha perso un anello o un paio di orecchini nella sabbia. Non portate gioielli preziosi in spiaggia se non avete anche chi può custodirli, magari affidandoli al gestore della struttura, se siete in un’area a pagamento e organizzata. Inoltre, evitate di lasciarli nella borsa quando andate a fare il bagno. A proposito, l’acqua di mare non fa bene ai gioielli.

Leggi anche: Mare e gioielli: ecco che cosa fare

beach
È facile perdere i gioielli in spiaggia

Confezione. Una buona idea, se dovete trasportare un gioiello da un luogo all’altro, è impacchettarlo con qualche cosa di poco attraente, per esempio carta di giornale. Difficile immaginare che dentro quel pacchetto si nasconde un anello o un paio di orecchini. Inoltre, la carta eviterà che i gioielli si graffino durante il trasporto.

paper
Una confezione insospettabile

Antifurto. Be’, forse non lo sapete, ma esistono anche i sistemi antifurto portatili. Per esempio, un allarme antiscippo a batterie dotato di sirena da 110 decibel. Il suo funzionamento è semplice: ha una linguetta in plastica inserita nella fessura presente sul dispositivo, che disabilita l’allarme acustico. La sirena si attiva quando a seguito di uno strappo, per esempio per uno scippo, la linguetta esce dalla fessura. Può essere utilizzato per proteggere dal furto di borse, ventiquattrore, bagagli.

alarm
Antifurto portatile per borse

Social. Esiste ancora qualcuno che non passi un po’ di tempo su Facebook, Instagram o altri social network? Forse. Ma se voi utilizzate i social network ricordatevi di non fornire indicazioni mentre siete in viaggio. Ma questa volta per non farvi rubare i gioielli che avete lasciato a casa.








50 sfumature di diamante grigio

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Tutto quello che dovete sapere sui diamanti di colore grigio e sulle tante sfumature che possono avere ♦

I diamanti bianchi sono un classico. Quelli colorati sono di moda. Ma i diamanti grigi sono di tendenza. C’è un unico problema: i diamanti grigi sono rari, molto rari. Ma sono considerati molto chic, anche perché sono perfetti da abbinare ad altri colori: il grigio è una sfumatura che riesce a convivere con tutte le altre, oltre che da sola. Un diamante di colore grigio, infatti, è adatto a essere abbinato a qualsiasi abito e può essere indossato in qualsiasi ora del giorno.

Collana di Monique Péan con diamanti grigi chiari
Collana di Monique Péan con diamanti grigi chiari

Caratteristiche. I diamanti grigi sono estratti in India, Russia, Sud Africa e Australia. Per i chimici il colore grigio deriva da un’alta concentrazione di idrogeno o di boro. Ma non solo: spesso i diamanti grigi hanno sfumature diverse, dovute a una leggera influenza di altri elementi minerali. Possono esserci, infatti, diamanti grigi che tendono all’azzurro, al verde, al beige. I più ricercati, però, sono proprio quelli grigi, non neri e neppure incolori.

De Beers, anello con diamante grigio taglio marquise
De Beers, anello con diamante grigio taglio marquise

Infatti, secondo il Gia (Gemological Institute of America), esistono molti tipi di diamanti grigi, anche con colorazioni supplementari. Ci sono i Gray Purple (grigi-viola), Gray-Blue (grigio-azzurri), Gray-Green (grigio-verdi) e così via. Inoltre, i diamanti grigi sono catalogati anche per l’intensità del colore: Light Gray, Fancy Light Gray, Fancy Gray, Fancy Dark Gray, e Fancy Deep Gray. Le tonalità più comuni secondo il Gia sono giallo, verde, blu e viola. L’occhio umano, d’altra parte, può distinguere circa 500 tonalità di grigio. Difficile però che capiti di vedere così tanti diamanti di questo colore…

Diamante grigio tendente all'azzurro
Diamante grigio tendente all’azzurro

Il costo. Il prezzo dei diamanti è determinato dal colore, ma anche dalla chiarezza e, ovviamente, dalla dimensione. Anche per i diamanti grigi valvono le famose quattro C che servono a classificare i diamanti. In generale, i diamanti grigi costano un po’ meno di quelli dai colori vivaci, come giallo o rosa. E costano meno, in media, anche di quelli incolori.  Federico Graglia

 

Anello Amulet, oro rosa, diamante grigio
Rachel Boston, anello Amulet, oro rosa, diamante grigio
Anello con la figura dell'occhio in oro rosa e diamanti neri e grigi
Bee Goddess, anello con la figura dell’occhio in oro rosa e diamanti neri e grigi
Anello con diamanti grigi e opale
Suciyan, anello con diamanti grigi e opale
Anello Neraviglia, linea Gioia. Zaffiri neri e diamanti grigi
Al Coro, anello Neraviglia, linea Gioia. Zaffiri neri e diamanti grigi
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti neri e grigi
Anello della collezione Just Rebel Star, in oro nero e diamanti neri e grigi
Spilla con diamante grigio-azzurro venduta da Christie’s
Spilla con diamante grigio-azzurro venduta da Christie’s
Anello con diamante grigio taglio marquise
Anello con diamante grigio taglio marquise
Maurizio Pintaldi, anello con diamanti grigi e neri
Maurizio Pintaldi, anello con diamanti grigi e neri
Moussaieff, anello con diamante grigio taglio smeraldo di 11 carati
Moussaieff, anello con diamante grigio taglio smeraldo di 11 carati

Le scale di grigio dei diamanti
Le scale di grigio dei diamanti







Come scegliere i gioielli per una cerimonia

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Quali gioielli indossare in occasione di una cerimonia, per esempio un matrimonio? Ecco 5 consigli per scegliere i gioielli giusti per una occasione ufficiale ♦︎

È arrivato il gran giorno: matrimonio, battesimo, premiazione, promozione in azienda, festa per i 50 anni… Sono tante le cerimonie alle quali può capitare di essere protagoniste o, in ogni caso, eventi ai quali ci si trova a partecipare. Quali gioielli indossare quel giorno? Quali sono i gioielli da scegliere per una cerimonia? Quali orecchini sono perfetti per una grande occasione?

Collana, orecchini e diadema con piccole perle: perfettamente coordinati
Collana, orecchini e diadema con piccole perle: perfettamente coordinati

1 Tenete conto dell’ora

Un evento formale: è il momento in cui bisogna mostrare il meglio di sé, e questo comporta anche presentarsi in modo adeguato. Certo, sceglierete il vostro abito più elegante. Meglio ancora se è proprio il vestito giusto per quella occasione: per esempio, per un matrimonio celebrato e festeggiato in campagna non vi presenterete con un vestito da sera. Allo stesso modo la scelta dei gioielli deve essere coerente con il tipo di abbigliamento. Si indossano gioielli sobri, classici, come fili di perle oppure con diamanti per un contesto formale: in chiesa, in Comune per un matrimonio, a una festa elegante, la sera. Si possono scegliere gioielli più colorati e vistosi, come grandi catene d’oro, anelli cocktail, bracciali a fascia se partecipate come ospite a una festa all’aperto, di pomeriggio, in campagna, o comunque in una situazione meno formale.

Orecchini pendenti molto vistosi, ma niente collana né diadema
Orecchini pendenti molto vistosi, ma niente collana né diadema

2 Perle e oro sempre ok

Per le cerimonie oro e perle vanno sempre bene, sia al pomeriggio sia alla sera. Per una cerimonia che prevede anche una successiva festa sono ammesse anche le pietre grandi e colorate. In ogni caso, attenzione alle dimensioni: alle cerimonie si addicono i gioielli senza eccessi, non troppo vistosi e quindi neppure troppo grandi: le protagoniste siete voi, non i vostri anelli, orecchini o collane. Se siete delle ospiti ricordate che la regola è quella di non fare ombra alla sposa o alla festeggiata. Moderazione è la parola chiave, anche per quanto riguarda i gioielli: non c’è bisogno di dimostrare la vostra ricchezza o sfoggiare gioielli tanto preziosi da far cadere la mascella a chi vi guarda. Se proprio ci tenete, riservate questa vanità in un’altra occasione: a teatro, a un party tra amici, a un evento mondano.

Claudia Galanti a un party con orecchini di smeraldi di de Grisogono. Ma niente collana
Claudia Galanti a un party con orecchini di smeraldi di de Grisogono. Ma niente collana

3 Adeguate al contesto

Il segreto è utilizzare i gioielli per aggiungere fascino e attenzione. I diamanti sono sempre un’ottima scelta, ma un grande collier con tante gemme è probabilmente eccessivo per una cerimonia che si celebra il mattino o il pomeriggio. Gli orecchini attraggono gli sguardi sul vostro viso, ma se sono troppo grandi concentrano l’attenzione solo sulla dimensione del gioiello e non sull’insieme. Vale sempre la regola di non indossare gioielli di grandi dimensioni tutti assieme. Un bracciale composto da tanti fili di perle o d’oro non va abbinato a una grande collana: o uno o l’altra. Stessa cosa per gli orecchini: se sono pendenti e molto visibili non devono rivaleggiare con la collana, che deve essere sottile e discreta, oppure non deve proprio esserci.

Indossato di Dancing in the Rain Élite
Indossato di Dancing in the Rain Élite di Nanis

4 Attenzione agli abbinamenti

Evitate l’effetto albero di Natale: i gioielli non vanno indossati su ogni parte del corpo. Meglio scegliere un gioiello prezioso, anche molto visibile, ma non in abbinamento con altri pezzi ugualmente preziosi. È importante anche coordinare lo stile: meglio evitare di scegliere gioielli in oro bianco e giallo o rosa assieme, a meno che l’effetto non sia appositamente studiato, oppure si tratti di gioielli composti con diverse tonalità del metallo. Più in generale, se siete ospiti per una cerimonia l’oro bianco va sempre bene, abbinato a diamanti o a pietre dal colore tenue, come l’acquamarina oppure una perla.

La Imperial Necklace indossata da Ulyana Sergeenko
Faidee, la Imperial Necklace indossata da Ulyana Sergeenko

5 Osservate le proporzioni

Anche le proporzioni dei gioielli rispetto al corpo sono importanti: gioielli troppo grandi possono suggerire a chi li guarda che state indossando qualcosa che non è vostro. Un enorme anello può essere divertente per una festa di compleanno, ma non da esibire durante un banchetto di nozze. Le cerimonie sono eventi formali, dove si segue una precisa etichetta: attenzione a non mischiare troppi stili diversi di gioielli, così come non indossate un abito con maniche diverse l’una dall’altra.

Anello con cluster di perle
Anello con cluster di perle di Vittoria d’Aste-Surcouf







Come riconoscere se un diamante è vero

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Siete sicuri che il diamante del vostro anello sia autentico? Ecco 5 trucchi per scoprire se (probabilmente) il vostro diamante è autentico

Un caso classico: volete sapere se il diamante dell’anello di fidanzamento della nonna, che avete ereditato, è vero o falso. Oppure siete curiose di conoscere la verità sul diamante che vi hanno appena regalato (su un bellissimo anello), ma sul quale nutrite dubbi: e se fosse un’imitazione? O, infine, volete semplicemente sbarazzarvi di un anello con brillante che non avete quasi mai indossato, perché avete necessità di realizzare dei soldi. Già, ma quel diamante sarà proprio vero?

Expertise in un laboratorio Tiffany
Expertise in un laboratorio Tiffany

Diciamolo subito: per saperlo con assoluta certezza dovete rivolgervi a un gemmologo o a un laboratorio di gemmologia. Solo un professionista qualificato può darvi la garanzia che il vostro diamante è autentico. Naturalmente, se assieme all’anello con diamante avete anche un certificato di garanzia sulla pietra non avete bisogno di altro.

Ma, se avete fretta, potete farvi subito un’idea sulla autenticità del vostro diamante con qualche semplice prova a casa. Ripetiamo: non sono test sicuri al 100 per cento, ovviamente, ma possono suggerire valide indicazioni per scoprire se avete in mano un pezzo di vetro o di plastica invece di un diamante autentico. Tanto vale provare, no? Il risultato potrebbe sorprendervi.

Selezione dei diamanti nel laboratorio di Antwerp (Anversa)
Selezione dei diamanti nel laboratorio Tiffany di Antwerp (Anversa)

Un’ultima avvertenza: questi test non vi indicheranno se il diamante è naturale o creato in laboratorio. I diamanti sintetici che sono sempre più diffusi, infatti, hanno una composizione chimica del tutto identica a quelli naturali. Per distinguere i diamanti creati artificialmente sono necessarie attrezzature molto costose ed esami di laboratorio accurati. In ogni caso, i diamanti sintetici sono sul mercato in modo massiccio solo da pochi anni, quindi non è così probabile che ne abbiate uno. Un test casalingo, però, potrebbe indicare se il vostro diamante è in realtà un cristallo di vetro.

Diamante con piccole inclusioni
Diamante con piccole inclusioni

Prova numero 1: lente d’ingrandimento

Munitevi di una grande lente d’ingrandimento o di un paio di occhiali con vetri abbastanza spessi. O, in mancanza, del microscopio-giocattolo di vostro figlio. Osservate attentamente l’interno della pietra. Un vero diamante molto facilmente presenta delle piccolissime inclusioni, minuscole imperfezioni che sono micro tracce di carbonio o di altri minerali che sono restate imprigionate nella gemma. In questo caso, è un buon indizio: il diamante dovrebbe essere vero. Le gemme finte, infatti, non presentano alcuna inclusione. Certo, se il diamante è di primissima qualità dovrebbe essere comunque privo di imperfezioni, ma in questo caso sarà stato sicuramente pagato parecchio e dovrebbe avere un certificato che, per esempio, indica la purezza. Le eventuali inclusioni, e più in generale le imperfezioni, sono quindi un buon segnale della autenticità di un diamante.

Osservate il diamante con una lente
Osservate il diamante con una lente

Prova numero 2: test del respiro

Soffiate delicatamente sul diamante, come si fa per appannare la lente degli occhiali prima di pulirli. I diamanti non possono conservare il calore: il vapore acqueo su una pietra vera si disperde subito. Su uno zircone (sintetico), invece, permane più a lungo. Questo sistema funziona anche con le pietre sintetiche chiamate moissanite. Certo, dipende anche dalla superficie del diamante: deve essere sufficiente per consentire l’osservazione. La difficoltà maggiore di questo metodo rudimentale, però, è che bisogna avere a disposizione un altro diamante per poter fare il confronto.

Un anello format Harry Winston e disegnato per Lisa Christiansen. Un grande diamante con zaffiri e Moissanite
Un anello Harry Winston e disegnato per Lisa Christiansen. Un grande diamante con zaffiri e Moissanite

Prova numero 3: sotto vetro

Se il diamante è montato su un anello e sporge un po’, per esempio un solitario, potete provare a utilizzarlo per graffiare un vetro. Dovete passare sulla superficie del vetro uno spigolo della pietra e osservare se lascia incisa una sottile linea. Attenzione, però: anche se il diamante è il materiale più resistente, non vuol dire che non possa scheggiarsi: per eseguire questa prova bisogna prestare molta cautela. In ogni caso, se la pietra non lascia neppure un graffio sul vetro è più probabile che sia falsa. Ci sono però alcuni diamanti sintetici che riescono a graffiare il vetro.

Zirconi (cubic zirconia)
Zirconi (cubic zirconia)

Prova numero 4: leggete il giornale

Se il vostro diamante ha una dimensione adeguata (cioè non è microscopico) e non è montato su un gioiello, provate  disporlo su un foglio di carta stampata. Un diamante vero rifrange la luce e quindi non permette di scorgere le lettere attraverso di esso. Al contrario, per esempio, uno zircone (cubic zirconia, una pietra sintetica) ha l’effetto di una moderata lente: vedrete ingrandite le lettere stampate. L’effetto ingrandimento avviene anche con i cristalli.

La prova della carta
La prova della carta

Prova numero 5: fatelo nuotare

Se potete smontare il diamante, provate a metterlo in un bicchiere pieno di acqua: andrà subito a fondo, perché ha una densità maggiore. Al contrario, un diamante finto il più delle volte tende a galleggiare, perché non ha lo stesso peso specifico del vero diamante. È un metodo facile, ma efficace. Buona fortuna.  

Laboratorio Garavelli, la scelta delle pietre
Laboratorio Garavelli, la scelta delle pietre






Quanto valgono i tuoi gioielli?

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Quanto valgono i vostri gioielli? Qual è l’autentico valore di un anello, una collana o un paio di orecchini? Ecco che cosa determina il valore dei vostri gioielli ♦︎

Il più famoso finanziere del mondo o, meglio, l’investitore a lungo termine che non sbaglia un colpo, cioè Warren Buffett, ha nel portafoglio dei suoi fondi le azioni di Borsheim’s Fine Jewelry, un’azienda di gioielleria del Nebraska fondata nel 1870. Questa scelta ha convinto molti che se Warren Buffett, uno degli uomini più ricchi del mondo, investe (anche) in gioielli, allora acquistare anelli e collane d’oro è un’idea giusta per indirizzare i propri risparmi. Questa affermazione è giusta e sbagliata allo stesso tempo, vediamo perché.

Esame di un diamante a un precedente Dubai Jewellery Show
Esame di un gioiello com diamante

A che cosa servono i gioielli?

Potresti considerarli inutili, eppure da quando esiste l’umanità le donne hanno sempre scelto di indossare gioielli, come testimoniano i ritrovamenti archeologici. I gioielli sono, quindi, parte della cultura, della società, e hanno di conseguenza un valore ideale, che si somma a quello venale, cioè del materiale di cui sono composti. Il valore di un gioiello è determinato dalla forma, dal tipo di lavorazione, dal materiale utilizzato, ma anche dalla fama della Maison che l’ha realizzato. Non solo. C’è un altro aspetto importante, che di solito chi acquista e poi vende un gioiello non calcola: è il valore d’uso, esattamente come per un appartamento o un’automobile. In economia per valore d’uso si intende la capacità di un bene o di un servizio di soddisfare un dato fabbisogno. Questa opportunità per la gioielleria è possibile tradurla in numeri, proprio come per altri beni materiali. Un gioiello, insomma, è stato creato per essere indossato e l’utilizzo di un paio di orecchini, un anello, una collana va messo in conto. Se volete vendere un gioiello ricordatevi che è un oggetto usato. Quindi, da questo punto di vista, un gioiello offre un rendimento immateriale, ma reale: è quello dato dall’utilizzo.

Modella con collana composta da 374 diamanti bianchi e gialli
Graff, modella con collana composta da 374 diamanti bianchi e gialli

Quanto vale un gioiello?

Il valore non è assoluto. Varia. Per esempio, un gioiello creato nell’Ottocento ha una forma differente da quello di un corrispettivo oggetto contemporaneo: un tempo persino i materiali e il taglio delle pietre era differente, perché era diversa la tecnica di lavorazione. Oggi quello che era il massimo cento anni fa può sembrare superato. Non stupisce, quindi, che un gioiello abbia un valore che si modifica nel tempo. Il prezzo di un gioiello può salire, ma può anche scendere se la sua forma corrisponde meno al concetto di bello, quello che è richiesto sul mercato. Ma un gioiello di ottima qualità, che ha certificati di provenienza ed è di buona fattura, è probabile che mantenga il proprio valore o lo aumenti nel tempo.

Diadema fine Ottocento firmato Fontana in argento, oro e diamanti
Diadema fine Ottocento firmato Fontana in argento, oro e diamanti

Quanto vale un gioiello di marca?

Nonostante i criteri estetici siano mutevoli, i gioielli di famose Maison, come Cartier, Tiffany, Buccellati, riescono a mantenere il loro valore più facilmente rispetto a quelli di anonimi artigiani. Questo, però, vale soprattutto per i grandi gioielli, pezzi che possono essere valorizzati in una vendita all’asta. Un semplice ciondolo in argento, anche se è stato venduto da un’azienda famosa, ha comunque scarse probabilità di aumentare il proprio valore nel tempo.

Spilla di Cartier anni Trenta con smeraldi e diamanti
Spilla di Cartier anni Trenta con smeraldi e diamanti

Quanto valgono oro e pietre preziose?

Il valore di un gioiello è determinato soprattutto dal suo aspetto e dalle ore che sono state necessarie per crearlo. Per esempio, l’alta gioielleria è composta da pezzi unici, con un lavoro artigianale che a volte dura settimane o addirittura mesi, spesso con pietre preziose particolarmente costose. Il valore di questi gioielli sarà alto, ma non solo per il materiale utilizzato. Invece, per un gioiello normale, per esempio un anello uguale a tanti altri, il valore sarà molto determinato dai materiali di cui è composto. L’oro di un anello, per esempio, sarà spesso valutato a peso nel caso di gioielli prodotti in serie. In questo caso tenete conto che a determinare il valore del metallo sarà l’oro contenuto nella lega con cui è stato realizzato l’anello, oppure gli orecchini o la collana. L’oro a 18 carati, per intenderci, è metallo giallo per il 75%, il resto è di solito argento per il 7-12% e rame per il 13-18%. I gioielli in oro a 14 o 9 e 10 carati contengono percentuali ancora maggiori di altri metalli e minori di oro. Stesso discorso per l’oro rosa o bianco: anche in questo caso si tratta di leghe con altri metalli, che conferiscono un diverso colore (in natura l’oro è solo giallo). Per le pietre la valutazione è più complicata. Mentre di solito un gioiello in oro è più semplice da classificare, per le pietre che non hanno un certificato rilasciato da un istituto di gemmologia universalmente riconosciuto bisogna fidarsi del gioielliere o di una expertise. In generale, è molto facile che il prezzo proposto per un piccolo diamante sia molto inferiore alle vostre aspettative: non pensate che un diamante di 0,05 carati sull’anello di fidanzamento abbia un grande valore.

Lavorazione di un anello Toi & Moi by Messika
Lavorazione di un anello Toi & Moi by Messika

Come si determina il valore di un gioiello?
Con queste premesse, come si determina il vero valore di un gioiello? Se si tratta di un gioiello d’epoca o vintage, il metodo migliore per scoprirlo è sfogliare i cataloghi e, naturalmente, i risultati delle aste. È facile che troviate un gioiello simile al vostro per epoca, materiali ed estetica. Osservate il risultato della vendita, il rapporto tra stima di partenza e aggiudicazione finale. Questo è un buon indicatore. Alle aste si vendono anche gioielli contemporanei, quindi anche in questo caso potreste trovare delle indicazioni sul valore del vostro gioiello. Se volete vendere un gioiello, le case d’asta hanno esperti in grado di offrire una valutazione di massima. Ma il risultato della vendita all’incanto non sempre è coerente con le stime, in meglio o in peggio. Se avete qualcosa di più moderno, potete cominciare a chiedere un parere ai gioiellieri della vostra città. Non solo a uno, ma almeno a tre differenti gioiellieri. Nel caso i gioielli abbiano pietre, inoltre, è necessario stabilire se sono autentiche e qual è la loro qualità, a meno che abbiate un certificato gemmologico che lo attesti. Una strada diversa, e più aleatoria, è la vendita diretta con una delle tante aste online. Ma in quel caso il valore è affidato in buona parte alla fortuna e alla capacità di presentare il gioiello. In ogni caso, tenete conto che partecipare a un’asta ha anche dei costi variabili, meglio informarsi prima.

Benoit Repellin, responsabile dell'asta Magnificent Jewels di Sotheby's a Ginevra
Benoit Repellin, responsabile dell’asta Magnificent Jewels di Sotheby’s a Ginevra
Asta di Christie's a Ginevra
Asta di Christie’s a Ginevra






 

Quanto conta la chiarezza di un diamante?

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Quanto conta la chiarezza nella valutazione di un diamante? Ecco come scoprire qual è il grado di chiarezza ♦︎

Facciamo chiarezza sui diamanti. E non è un modo di dire: la chiarezza è una delle famose quattro C che definiscono la qualità di un diamante assieme al peso (carati), al colore (color) e al taglio (cut, in inglese). Insomma, è un aspetto al quale fare molta attenzione quando si acquista una pietra oppure un gioiello con un diamante. La chiarezza potrebbe compromettere il valore della pietra, anche se gli altri tre parametri citati sono ottimi. Per fortuna quando acquistate un gioiello con diamante potete chiedere anche un certificato che elenca la classificazione della pietra.

Ecco, quindi, che cosa guardare per sapere qual è il grado di chiarezza del vostro diamante e che cosa significano le sigle che compaiono sul certificato.

La scala della chiarezza secondo il Gia
La scala della chiarezza secondo il Gia

La scala della chiarezza

La chiarezza di un diamante riguarda il suo grado di trasparenza. Se la pietra non ha impurità al suo interno otterrà il voto più alto. Se all’interno della pietra compaiono piccole o grandi inclusioni, cioè impurità imprigionate nel minerale, avrà un voto più basso. La scala parte da Flawless (FL), la pietra senza difetti, e va fino a Included 3 (I3) cioè con gravi impurità all’interno. Questa scala di valore è quella adottata dall’autorevole Gia, Gemological Institute of America, ovvero il più noto centro di ricerca e di apprendimento di mineralogia degli Stati Uniti d’America, fondato nel 1931 da Robert Shipley in California.

Il diamante taglio smeraldo, da 163,41 carati, D flawless e di tipo IIA di de Grisogono
Il diamante taglio smeraldo, da 163,41 carati, D flawless e di tipo IIA di de Grisogono

Quanto è importante la chiarezza?

È molto importante. Prima di tutto perché una migliore chiarezza si traduce in riflessi perfetti della luce e, quindi, in un diamante più brillante. Inoltre, le impurità, se molto accentuate, potrebbero nel tempo compromettere la struttura stessa del diamante. Premesso questo, bisogna aggiungere che un diamante completamente privo di inclusioni è molto, molto raro. Di solito le imperfezioni non sono visibili a occhio nudo, ma bisogna ingrandire la pietra almeno dieci volte (lo standard utilizzato dai gioiellieri) per scorgere le inclusioni.

Laurence Graff con il più grande diamante taglio brillante (102 carati) internally flawless
Laurence Graff con il più grande diamante taglio brillante (102 carati) internally flawless

Che cosa significano i gradi di chiarezza?

Le inclusioni difficilmente si possono individuare a occhio nudo, tranne in pietre molto grandi e con difetti accentuati. A questo punto la scelta è una questione di gusti: una pietra con chiarezza bassa, cioè con inclusioni, può avere un prezzo notevolmente minore di un diamante super trasparente: insomma, potete scegliere una pietre un po’ più grande per lo stesso prezzo di una piccola, ma con chiarezza massima. Difficilmente qualcuno se ne accorgerà, tranne al momento di una vendita. Un buon compromesso potrebbe essere quello di scegliere una via di mezzo, cioè un diamante con classificazione Vs1 o Vs2. Se, invece, volete proprio andare sul sicuro e puntate ad acquistare un gioiello con diamante anche come forma di investimento (a lungo termine), puntate su una pietre classificata da FL a VVS1. Gli esperti sconsigliano, invece, diamanti con purezza SI3 in quanto sono probabilmente pietre equivalenti al grado I1 o I2, in cui le inclusioni sono troppo evidenti: si tratta di diamanti di bassa qualità.

Diamante fancy con piccole inclusioni
Diamante fancy con piccole inclusioni

Flawless e Internally Flawless

Nella descrizione di un diamante potreste imbattervi nelle definizioni Flawless e Internally Flawless. Che significano? Flawless significa che il diamante è senza inclusioni o imperfezioni visibili con un ingrandimento di dieci volte, Internally Flawless solo che nessuna inclusione è visibile.

collana Art Deco con ciondolo composto da un diamante eccezionale (colore D, Internally Flawless) di 16,24 carati, all'asta da Christie's
Collana Art Deco con ciondolo composto da un diamante eccezionale (colore D, Internally Flawless) di 16,24 carati, all’asta da Christie’s

Che cosa sono le inclusioni?

Sono elementi di diverso tipo. Possono essere minuscoli cristalli, aghi, imperfezioni con la forma di piume, nuvole, punti, dentelli). Basta una sola di queste quasi invisibili inclusioni per far scendere il diamante nella scala della chiarezza. In generale, per esempio, un diamante classificato VVS1 ha almeno una inclusione puntiforme, se è VVS2 ne almeno due. Naturalmente, non tutte le inclusioni hanno lo stesso effetto sul diamante. Le inclusioni trasparenti sono preferibili alle inclusioni bianche, che a loro volta sono meno dannose delle inclusioni scure. Il peggio sono le inclusioni scure e centrali nei gradi SI1. Una delle inclusioni più comuni è descritta come nuvola. In realtà piccole nuvole composte da diversi punti generalmente non hanno alcun effetto sull’aspetto del diamante. La cosiddetta piume è, invece, una micro fessura che tocca, ma non compromette la superficie del diamante. Una piccola fessura non ha alcun impatto, mentre una più grande può essere pericolosa sul lungo termine, fino a compromettere la solidità della pietra. Questi sono i diffetit più diffusi, ma in realtà ce ne sono molti altri, come la granulosità.

Anello in oro con diamanti con inclusioni
Anello in oro con diamanti con inclusioni

Come scegliere?

Un certificato gemmologico è il primo aspetto da considerare. Inoltre, valutate se il gioiello con diamante potrebbe essere messo in vendita prima o poi, oppure rimanere in famiglia. Infine, l’aspetto più importante: guardate bene il diamante. Osservatelo da una distanza di 30-40 centimetri, tenendolo con una pinzetta o, se montato su un anello, afferrate il cerchio. Mettete a fuoco e osservatelo bene in controluce, verso una fonte luminosa. Che cosa vedete? La scelta sta a voi.




Diamante con piccole inclusioni
Diamante con piccole inclusioni
Diamante taglio a cuore di 15,87 carati
Diamante taglio a cuore di 15,87 carati, colore D, senza inclusioni
Anello di platino con diamante da 9,13 carati. Colore D, privo di inclusioni
Anello di platino con diamante da 9,13 carati. Colore D, privo di inclusioni
orecchini
Orecchini con diamanti a taglio circolare colore D, privi di inclusioni, di 22,60 e 22,31 carati, venduti per 8,565 milioni dollari
Anello con diamante rosa taglio a pera Fancy Intense da 13,20 carati, Internally Flawless. Stima: 9-14 milioni di dollari  
Anello con diamante rosa taglio a pera Fancy Intense da 13,20 carati, Internally Flawless

Diamante da 100.20 carati, D color, Internally Flawless, type IIa. Stima: 18 - 23 milioni di euro, venduto a 20, 6 milioni di euro
Diamante da 100.20 carati, D color, Internally Flawless, type IIa. Stima: 18 – 23 milioni di euro, venduto a 20, 6 milioni di euro







Come diventare designer di gioielli




Disegnare gioielli, creare anelli, collane, orecchini, progettare intere collezioni di gioielleria: è un sogno che qualche volta diventa realtà. Ma come si diventa designer di gioielli?

Diventare designer di gioielli non è difficile, ma non è neppure facile: dipende da molti fattori. Ma, prima di tutto, perché volete diventare designer di gioielli? Avete intenzione di aprire la vostra boutique e di trasformarvi anche in gioiellieri? Oppure pensate di cercare lavoro in una grande azienda che produce gioielli? O, infine, vi piacerebbe semplicemente dimostrare la vostra creatività con gioielli artigianali progettati da voi?

Harry Winston, schizzo di anello con granato mandarino
Harry Winston, schizzo di anello con granato mandarino

Diverse opzioni. Anche se progettare gioielli può sembrare un’attività precisa, ideare anelli, orecchini e collane non è sempre la stessa cosa: dipende dal contesto in cui vi potete trovare. Un’attività artigianale, in cui si progettano pochi gioielli realizzati a mano è differente da preparare il design di una collezione per un grande brand. Nel primo caso, per esempio, un artigiano può adattare più facilmente il progetto di un gioiello ai materiali di cui dispone, come la dimensione o la foggia delle pietre. Un’azienda di grandi dimensioni, invece, ha bisogno di progettare gioielli sempre uguali, con dimensioni di pietre standard e più facilmente realizzabili in fase di produzione su larga scala. Inoltre, in una grande azienda il designer crea dopo aver ricevuto le indicazioni sul tipo di gioiello creare, anche sotto il profilo del costo.

Schizzo preparatorio per anello
Schizzo preparatorio per anello

Disegnare gioielli. Insomma, se immaginate l’attività di designer come quella di un pittore che disegna su un cartoncino meravigliosi gioielli con tante pietre colorate, sappiate che non è così. Ma, certo, i designer spesso utilizzano uno schizzo preparatorio per i loro migliori gioielli. Ci vuole una mano d’artista per disegnare un collier con matita e colori a tempera. Tenete conto, però, che non è facile: lo schizzo deve essere molto proporzionato, perché anche la differenza decimo di millimetro, nella realtà, è di grande importanza. Bisogna saper valutare bene le dimensioni di una pietra che si vuole inserire: la maggior parte dei gioielli, per esempio, utilizza gemme di dimensioni predefinite. In ogni caso, nessuno vi impedirà mai di progettare le vostre collezioni partendo da un foglio di carta, una matita e un sottile pennello. Ma, poi, bisogna saper fare anche altro.

Laura Bicego, designer e fondatrice di Nanis
Laura Bicego (a sinistra), designer e fondatrice di Nanis

Dopo il bozzetto. Naturalmente, per creare un gioiello si deve partire da un’idea. In questa fase disegnare dei bozzetti su carta con la matita può essere utile. Ci si avvicina, così, alla progettazione finale del gioiello. Lo schizzo preliminare sarà la base su cui lavorare. Questo è l’inizio del processo creativo. Il secondo passo, invece, è trasformare l’idea, l’estetica del gioiello, in un progetto che sia realizzabile. Il gioiello non deve essere solo piacevole da guardare, ma anche abbastanza robusto nonostante sia composto da pochi grammi di metallo. Inoltre, deve anche essere piacevole da indossare, non troppo pesante o fastidioso a contatto con la pelle. Tutti aspetti che devono essere affinati.

Vanessa Martinelli, designer di Lugano (Svizzera) in una foto pubblicata su Facebook
Vanessa Martinelli, designer di Lugano (Svizzera) in una foto pubblicata su Facebook

Progettazione 3D. Dopo un eventuale schizzo su carta, nella maggior parte dei casi il gioiello deve essere progettato per una produzione industriale. Ci voglio misure precise, che devono essere trasferite ai macchinari di produzione. Ovviamente, il lavoro del designer consiste nel proporre qualcosa di originale, ma anche realizzabile con gli strumenti di cui dispone l’azienda. Naturalmente, se il gioiello è realizzato a mano in modo artigianale sarà importante soprattutto l’occhio esperto di chi lo realizza. Ma normalmente il lavoro artistico su carta è trasformato in uno speciale file Cad (Computer Aided Design) 3D con utilizzo di appositi software. In un determinato tipo di produzione, per esempio, il file può essere successivamente utilizzato per creare un modello in plastica realizzato con una stampante 3D. Questo prototipo è poi utilizzato per realizzare uno stampo in gesso che sarà utilizzato per procedere alla successiva lavorazione del gioiello. Anche quest’ultima parte deve essere ben conosciuta al designer, che deve progettare gioielli che possano effettivamente lavorati. Ma a quel punto il designer sta già pensando alla prossima collezione.

Nikos Koulis
Nikos Koulis, grande designer-gioielliere

La formazione. Insomma, come si diventa designer? Nel mondo della gioielleria non mancano i grandi designer con un percorso autodidatta. Ma sono eccezioni. Per diventare bravi designer non bisogna essere capaci soltanto nel disegno. La fantasia non è sufficiente. Bisogna conoscere tutto il ciclo produttivo del gioiello e, meglio ancora, avere almeno cognizioni di gemmologia. Bisogna sapere, per esempio, la differenza di trattamento tra un opale e un diamante. Inoltre, è evidente, occorre conoscere come si progetta un gioiello. È possibile imparate tutto questo, o quasi, con un apprendistato in una bottega orafa, o direttamente in un’azienda di gioielleria. E sono molti quelli che hanno seguito questa strada, specialmente nei distretti del gioiello, come Valenza in Italia, Ginevra in Svizzera o Pforzheim in Germania. Ma la soluzione migliore è iscriversi a una scuola di gioielleria. Ce ne sono molte, in tutti i grandi Paesi e nelle maggiori città. Una volta usciti dalla scuola, infatti, un piccolo marchio di gioielli potrebbe limitarsi a richiedere un periodo di prova per saggiare le vostre capacità. Ma le grandi aziende del settore possono chiedere prova pratica, organizzare diversi colloqui per saggiare la vostra preparazione e anche un esame scritto. Anche per diventare designer di gioielli, insomma, non basta la creatività: bisogna ampliare le proprie conoscenze.

Garavelli, progettazione Cad
Garavelli, progettazione Cad







Come riconoscere il vero corallo




Vi hanno regalato una bella collana di corallo. Ma sarà vero corallo? Sapete riconoscere un corallo autentico da un falso quando state per acquistare un gioiello? Come distinguere il vero corallo da quello contraffatto? Prima di scoprire come riconoscere il corallo, dovete naturalmente sapere che cosa è il corallo.

Collana in corallo arancio
Collana in corallo arancio

Che cosa è il corallo. Tutti sanno che il corallo prima di essere un materiale per collane, orecchini o bracciali è un organismo vivo. I coralli, per la biologia, sono invertebrati marini della classe Anthozoa del phylum Cnidaria. Sono minuscoli individui, ognuno di pochi millimetri, chiamati polipi (ma non c’entrano con i pesci omonimi), che vivono in colonie compatte. Ci sono tanti tipi di corallo. Quello che è utilizzato per la gioielleria è una specie di scheletro che si forma negli anni, prodotto dai singoli individui che compongono la comunità: questa struttura può misurare fino a diversi metri. I coralli richiedono luce solare e acque limpide e poco profonde (meno di 60 metri o 200 piedi). Il corallo è delicato ed è sempre più a rischio di sbiancamento a causa dello stress per la maggiore temperatura dell’acqua o per le tossine presenti nel mare. Assicuratevi che il vostro gioiello abbia una provenienza lecita e sostenibile.

Anello in oro bianco, oro giallo, corallo, tsavoriti, diamanti
Anello in oro bianco, oro giallo, corallo, tsavoriti, diamanti

Vero o falso. Come riconoscere un corallo vero da un’imitazione? La prima regola da seguire è: cercate la parte brutta. Non è un paradosso. In natura la perfezione non esiste. Un materiale completamente naturale avrà sempre piccole imperfezioni che, però, ne segnalano l’autenticità. Attenzione: non è che un anello con un perfetto cabochon di corallo sia per forza falso. Il gioielliere può semplicemente aver eliminato le imperfezioni. Ma è molto difficile cancellare qualsiasi traccia di ciò che è naturale, come piccole macchie, linee concentriche simili a quelle del legno (indicano la crescita del ramo di corallo). Un’idea può essere quella di osservare bene il retro (se c’è) del gioiello, per esempio un anello: di solito le eventuali imperfezioni sono riservate alla parte nascosta.

Orecchini con corallo nero, zaffiri, oro
Orecchini con corallo nero, zaffiri, oro

Corallo nero. C’è il corallo rosso, rosa, bianco. E poi c’è il corallo nero. Ma, in realtà, quest’ultimo non appartiene alla stessa famiglia degli altri. Quello che è chiamato corallo nero è un vegetale marino (gorgonacea) che cresce tra le onde del mare nell’area dell’equatore. Il corallo, invece, come abbiamo visto è composto da migliaia di piccoli polipi. Il corallo nero, che spesso è marrone scuro, è invece una pianta molto dura, che può essere lavorata. Attenzione a non scambiare questo materiale con il vero corallo. Tra parentesi: il corallo nero non è raro (come invece qualcuno vuole fare credere) e ha un valore piuttosto basso.

Collana con rare perle pelle d'angelo
Collana con rare perle pelle d’angelo

La pelle d’angelo. Una delle trappole dei gioiellieri disonesti è vendere falso corallo pelle d’angelo. È chiamata così una rara varietà di corallo rosa compatto Satsuma, di origine giapponese: meno macchie bianche presenta,  migliore è la qualità. Questo tipo di corallo ha una caratteristica particolare, che aiuta a riconoscerlo subito: costa molto, cifre con tre zeri. Quindi, un gioiello con un prezzo più basso non è pelle d’angelo, ma semplice corallo rosa. Bello, ma è un’altra cosa. A proposito: proprio perché il corallo pelle d’angelo è così raro, di solito è venduto con un certificato di garanzia: meglio chiederlo.

Collana in corallo rosa di Salvatore Collaro
Collana in corallo rosa di Salvatore Collaro

Spilla con corallo rosa e pavé di diamanti
Spilla con corallo rosa e pavé di diamanti by Ciaravolo

Anello con corallo
Le Sibille, anello con corallo cabochon

Anello in oro con corallo rosso
Chantecler, anello in oro con corallo rosso e diamanti







In viaggio con i gioielli, ecco i maggiori pericoli




Gioielli in viaggio. Sognate spiagge, monti, città d’arte? Attenzione: prima di partire per le vacanze o per un semplice week end è bene conoscere i pericoli in agguato per i vostri amati gioielli. Se volete sapere quali sono le mosse giuste per proteggere i vostri gioielli durante un viaggio leggete questo articolo.

In viaggio con i gioielli
In viaggio con i gioielli

Qui, invece, parliamo di quali sono i più frequenti pericoli per chi porta a spasso anelli, collane e orecchini. Attenzione: questo non significa che dovete rassegnarvi ad andare in giro senza un ornamento al collo o sulla mano. Semplicemente, dovete fare più attenzione a quelle che sembrano trappole per le viaggiatrici meno attente.

Un piacevole bagno, ma senza gioielli
Un piacevole bagno, ma senza gioielli

Una specie di classifica delle situazioni in cui è più facile perdere di vista i propri gioielli sono stati individuati da una recente indagine condotta da Jewelers Mutual, società specializzata in assicurazioni sui gioielli. Chi meglio di un assicuratore conosce quali sono i problemi delle sue clienti? Il 20% di chi si è rivolto a Jewelers Mutual, infatti, ha detto di aver perso gioielli durante un viaggio o di essere vittima di un furto durante una vacanza. Ecco, quindi, le 6 situazioni di maggior pericolo per chi viaggia con i gioielli.

La spiaggia è nemica dei gioielli
La spiaggia è nemica dei gioielli

1 Gioiello perso in spiaggia. La sabbia è la nemica numero uno dei gioielli. Non solo li rovina quando viene a contatto con metallo e pietre, ma li nasconde spesso in modo irrimediabile. Orecchini e anelli sono i gioielli più a rischio sulla spiaggia. Meglio lasciarli a casa o fare molta attenzione se si passeggia o, peggio, ci si diverte con qualche gioco o sport.

Fare il bagno è piacevole, ma è facile perdere gli anelli
Fare il bagno è piacevole, ma è facile perdere gli anelli

2 Gioiello perso in acqua. Anche l’acqua è un pericolo per i gioielli. E non solo quella del mare. Anche piscine, fiumi e laghi possono inghiottire facilmente i vostri gioielli. La circonferenza delle dita, per esempio, si restringe a contatto con l’acqua sotto i 37 gradi (circa la temperatura corporea) e questo può farvi perdere facilmente un anello. Il nuoto è, inoltre, una delle cause più frequenti per la perdita degli orecchini.

In hotel lasciate i gioielli in cassaforte
In hotel lasciate i gioielli in cassaforte

3 Furto in hotel. Non lasciare gioielli sul comodino di fianco al letto, sul tavolo della stanza d’albergo o in valigia. Ci sono ladri specializzati in questo tipo di furti oltre a indurre in tentazione il personale addetto alle pulizie. Se non è presente nella vostra stanza, ogni hotel ha una cassaforte centrale dove riporre gli oggetti di valore: utilizzatela.

Non imbarcate i gioielli assieme al trolley
Non imbarcate i gioielli assieme al trolley

4 Gioielli smarriti nei bagagli. Purtroppo lo smarrimento di una valigia o di un trolley durante uno spostamento da un aeroporto all’altro non è infrequente. Evitate di riporre nei bagagli oggetti di valore.

Ops! lavandino anello
Ops!

5 I lavandini. Lavarsi le mani è necessario, ancora di più per ragioni sanitarie. Ma i lavandini sono una trappola per gli anelli, che possono cadere nel foro di scarico. Ancora più frequentemente, però, i gioielli sono dimenticati sul bordo di ceramica del lavello.

In viaggio con l'auto
In viaggio con l’auto

6 Furti in auto. Se viaggiate in auto avrete la tentazione di nascondere i gioielli sotto il sedile, in uno scomparto segreto (per voi, ma non per i ladri), o nel portabagagli. Una vera pacchia per i ladri, che in pochi minuti riescono a eseguire una perfetta perquisizione del vostro veicolo. Non lasciate gioielli incustoditi in auto.

Spiaggia a Biarritz
Spiaggia a Biarritz







Quanto spendere per l’anello

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Non sapete quanto è giusto spendere per un anello di fidanzamento? Leggete qui ♦

Quanto bisogna spendere per un anello di fidanzamento? È una spesa che nel tempo si ripaga, perché il valore dell’anello sale? Oppure è meglio investire la stessa somma in qualcosa che ha un’utilità immediata, come un mobile o una o due rate di mutuo? Dipende. Non c’è una risposta unica a tutte queste domande. Ma si può ragionare per arrivare a una conclusione intelligente.

Kim Kardashian con l'anello di fidanzamento
Kim Kardashian con l’anello di fidanzamento

1 Meglio non andare oltre uno o due mesi di stipendio, ma…

Una vecchia regola indicava in due mesi di stipendio un valore impegnativo, ma non impossibile. Certo, tutto è in proporzione al reddito. Se un manager guadagna 4mila euro o dollari al mese, un anello da 8-10mila euro o dollari è una scelta possibile. Ma, certo, chi guadagna 1.500 euro al mese farà fatica anche ad arrivare a un anello da 3mila euro. Quindi, la proporzione di due mesi di stipendio va mantenuta solo se non è da considerarsi uno sforzo impossibile, che debilita le proprie finanze. Lo stesso ragionamento vale per chi riceve l’anello: è meglio far sapere prima che non si gradisce una spesa tale da costringere il futuro sposo a ridursi in povertà.

Recarlo, anello trilogy Nodo d’amore. Prezzo: 970 euro
Recarlo, anello trilogy Nodo d’amore. Prezzo: 970 euro

2 Ha senso chiedere un prestito per acquistare l’anello di fidanzamento?

Sì, è una strada possibile, a patto che il prestito non sia erogato a condizioni da usura. Insomma, tutto dipende da chi vi concede il prestito e a quali condizioni. Alcune carte di credito consentono un pagamento rateale, ma prima è meglio informarsi sul costo (Taeg) effettivo, cioè di interessi più eventuali spese.

Anello in oro rosa e rubino sintetico. Prezzo: 119 euro
Bluespirit, anello in oro rosa e rubino sintetico. Prezzo: 119 euro

3 È necessario scegliere la forma classica di solitaire?

Non siamo più nel Novecento, le vecchie regole non valgono neppure per quanto riguarda i gioielli. Certo, se il fidanzamento avviene in forma ufficiale e in un ambiente molto formale, allora la forma classica di oro o platino più brillante è consigliabile. Ma se non frequentate l’alta società potete tranquillamente optare per un design differente, a patto che sia molto semplice e comprenda anche una pietra di valore, meglio un diamante. Alcune gioiellerie propongono anelli composti da tre o quattro piccoli diamanti incastonati assieme, che danno l’impressione di un’unica pietra (ne trovate qualcuno anche nelle pagine di Gioiellis.com). Sono una valida alternativa.

Tiffany Setting. Prezzo: a partire da 13.000 euro
Tiffany Setting. Prezzo: a partire da 13.000 euro

4 Oro giallo oppure oro bianco?

Da circa mezzo secolo l’anello di fidanzamento è stato proposto quasi sempre in oro bianco oppure platino (un po’ più costoso). Attenti, in ogni caso, alla qualità dell’oro, che deve essere certificata. L’oro bianco, infatti, non è altro che oro giallo più altri metalli, come argento, nichel o manganese. Il colore chiaro ricorda, appunto, il matrimonio imminente e l’impegno della futura sposa, un tempo considerata di regola illibata alle nozze.

Vedi anche: Guida: come scegliere un anello.

Anello Etincelle di Cartier. Prezzo su richiesta
Anello Etincelle di Cartier. Prezzo su richiesta

5 Quanto deve costare un anello di fidanzamento?

Premesso che la spesa, come scritto sopra, deve essere proporzionata al proprio reddito, si trovano anelli a 14 carati con diamante da mezzo carato dai 600 ai 900 euro, con un po’ di fortuna anche a meno. Il peso (espresso in carati) del diamante fa la differenza. Se volete spendere poco state sotto 1 carato, e anche mezzo va bene. Certo, non sarà un solitaire da esibire alla serata di gala del Teatro alla Scala, ma farà ugualmente la sua figura.

Damiani, anello in oro bianco e diamanti. Prezzo; 5790 euro
Damiani, anello in oro bianco e diamanti. Prezzo: 5790 euro

6 Tanta resa, poca spesa.

Una buona idea è scegliere anelli senza un unico diamante, ma con tanti piccoli brillanti incastonati, magari su tutto il perimetro o quasi dell’anello. Non si tratta più di un solitaire, evidentemente, ma siccome la dimensione dei diamanti fa la differenza in termini di prezzo, tanti diamanti costano meno di uno.

Anello in oro bianco e diamanti. Prezzo: 3745 euro
Salvini, anello in oro bianco e diamanti. Prezzo: 3745 euro

7 Ci sono alternative ai diamanti?

Se non avete la necessità di un modello super classico, si può optare per un’altra pietra. Per esempio, uno zaffiro. Oppure scegliere uno zircone o uno zaffiro sintetico. Ok, non sono la stessa cosa, ma se non siete un esperto non noterete la differenza. La differenza, invece, sta nel prezzo: le gemme sintetiche costano molto meno. Però, attenzione: se vorrete vendere l’anello sarà valutato in proporzione.

 

L'anello con acquamarina indossato da Merghan Markle
L’anello con acquamarina indossato da Merghan Markle
Anello della Twist Twist collection, in oro e diamanti
Ferrarifirenze, anello della Twist Twist collection, in oro e diamanti
Recarlo, anello della collezione Elisir
Recarlo, anello della collezione Elisir con zaffiro blu e diamanti
Anello con leone scolpito in cristallo di rocca, oro bianco e diamante
Chanel, anello con leone scolpito in cristallo di rocca, oro bianco e diamante
Anello in oro bianco con acquamarina taglio ovale e diamanti
Paolo Costagli, anello in oro bianco con acquamarina taglio ovale e diamanti
Hemmerle, anello in argento, oro bianco e diamanti
Hemmerle, anello in argento, oro bianco e diamanti
Anello in oro bianco e diamanti Lucciole
Valentina Callegher, anello in oro bianco e diamanti Lucciole
Bracciale della collezione Allegra Toi & Moi di de Grisogono
Bracciale della collezione Allegra Toi & Moi di de Grisogono
Tiffany Harmony, anello solitaire
Tiffany Harmony, anello solitaire
Tamara Comolli, anello della collezione Curriculum Vitae, oro rosa 18 carati, 12 diamanti bianchi
Tamara Comolli, anello della collezione Curriculum Vitae, oro rosa 18 carati, 12 diamanti bianchi
Anello in oro bianco con pavé di diamanti bianchi e neri
Mattioli, anello in oro bianco con pavé di diamanti bianchi e neri
Contrasti, anello oro rosa, diamanti neri, diamanti gialli
Giovanni Ferraris, Contrasti, anello oro rosa, diamanti neri, diamanti gialli
Anello Hespérides. Zaffiro giallo ovale di 20,36 carati (Sri Lanka), onice, diamanti
Van Cleef & Arpels, anello Hespérides. Zaffiro giallo ovale di 20,36 carati (Sri Lanka),
onice, diamanti
Anello in oro rosa e spinello
Nouvel Héritage, anello in oro rosa e spinello
Anello Holika in oro bianco, con rubellite al centro, crisoberillo, tormalina
Cartier, anello Holika in oro bianco, con rubellite al centro, crisoberillo, tormalina
Louis Vuitton, anello della collezione Conquêtes - Régalia
Louis Vuitton, anello della collezione Conquêtes – Régalia
Anello Midnight Sun in oro rosa 18K con 1 smeraldo della Colombia taglio smeraldo (circa 5,43 carati), 12 smeraldi taglio marquise (circa 0,72 carati), 8 diamanti taglio marquise (circa 0,03 carati) e 52 diamanti taglio brillante (circa 1,20 carati)
Piaget, anello Midnight Sun in oro rosa 18K con 1 smeraldo della Colombia taglio smeraldo (circa 5,43 carati), 12 smeraldi taglio marquise (circa 0,72 carati), 8 diamanti taglio marquise (circa 0,03 carati) e 52 diamanti taglio brillante (circa 1,20 carati)







Come valutare i vostri gioielli




È necessario far valutare i vostri gioielli? La risposta è sì: la valutazione dei gioielli (quelli di un certo pregio, ovviamente) è una buona idea per molte ragioni. Quattro sono i motivi più importanti per valutare un anello, una collana o un bracciale:

1 In caso di furto potete avere un’idea del danno che avete subito e specificarlo nella denuncia alla polizia.
2 Se volete assicurare i vostri gioielli dovete avere un’idea di quale sia il vostro valore (e se vale davvero la pena di assicurarli) invece di affidarvi completamente alla compagnia di assicurazione.
3 I gioielli sono tra gli oggetti di maggior valore da lasciare ai vostri eredi (il più tardi possibile). Conoscere quanto valgono aiuta a una equa suddivisione ed evita litigi sgradevoli.
4 Se volete vendere i vostri gioielli dovete avere un’idea del loro effettivo valore.

I gioiellieri valutano spesso anche gli orologi
I gioiellieri valutano spesso anche gli orologi

Quindi, come si procede per ottenere una valutazione dei vostri gioielli?

Il parere di un gioielliere. Non tutti i gioiellieri possono dare una valutazione di un gioiello. Ma alcuni hanno la capacità e la competenza adatta. Per una valutazione il più possibile realistica è necessario che il gioielliere conosca i prezzi di mercato della gioielleria e che sappia anche giudicare le pietre che arricchiscono il gioiello. In questo caso è necessario che abbia conseguito un diploma in gemmologia. Che cosa può dirvi un gioielliere? Probabilmente sarà subito in grado di riconoscere il tipo di materiali utilizzati. C’è una grande differenza, per esempio, tra l’oro a 18 carati e quello di 14 carati o con una caratura inferiore. Inoltre, il gioielliere potrà osservare se la montatura delle pietre è stata realizzata a regola d’arte o è approssimativa. Infine, potrà pesare con esattezza il gioiello. Attenzione: un gioielliere può fornire un’opinione, non di una vera perizia. Insomma, il giudizio di un gioielliere è utile, ma non corrisponde spesso a quanto si potrebbe ricevere con la vendita di un gioiello. Una ricerca negli Stati Uniti, per esempio, è arrivata alla conclusione che, in genere, la valutazione (senza una proposta di acquisto) da parte di un gioielliere è sempre superiore al valore reale del gioiello.

Valutazione di un diamante di Rubin & Zonen
Valutazione di un diamante di Rubin & Zonen

Quando valutare i gioielli? Se avete fatto già valutare i vostri gioielli in passato dovete ripetere l’operazione? Gli esperti consigliano di verificare la valutazione dei gioielli ogni due o tre anni. Ma è difficile che il valore di un gioiello registri delle forti oscillazioni in un periodo di tempo breve, quindi questi termini non sono da considerare rigidi. Ma se avete gioielli di grande valore una valutazione periodica può essere una buona idea.

Valutazione di un anello
Valutazione di un anello

La stima di un esperto. In ogni grande città si trovano singoli professionisti o società che valutano gioielli e pietre preziose. Naturalmente questo servizio si paga. Quanto? Dipende dal numero dei gioielli e dal loro valore. C’è anche chi offre valutazioni online, ma questi servizi vanno presi con una buona dose di scetticismo. Certo, un gioiello semplice, di una marca conosciuta e venduto in molti esemplari potrà ottenere una valutazione abbastanza credibile, ma sarà sempre approssimativa. Inoltre, una valutazione gratuita significa probabilmente che chi valuta il vostro gioiello è anche disposto ad acquistarlo. E secondo voi vi offrirà un prezzo alto? Inoltre, la valutazione di un gioiello con una pietra, per esempio un diamante, deve contenere un’esatta descrizione del pezzo e un identikit della pietra: peso, colore, purezza, taglio. Una perizia seria può costare anche parecchio se il gioiello è complicato o di grande valore. Ma possono essere soldi spesi bene se avete intenzione, per esempio, di assicurare i vostri gioielli (leggi anche: Come assicurare i gioielli contro il furto).

Lavorazione di gioielleria
Lavorazione di gioielleria

Tenere d’occhio le aste. Se siete incerti e pensate di possedere un gioiello di valore, prima di procedere a una perizia potete sfogliare (online) i risultati delle tante aste che si tengono ogni anno. Il prezzo d’asta di un gioiello simile al vostro può darvi un’idea approssimativa di qual è il valore di mercato.

L'interno di una gioielleria Helzberg Diamonds
L’interno di una gioielleria Helzberg Diamonds

L’offerta di chi acquista. Una certificazione molto autorevole, per quanto riguarda le pietre, è un buon risultato. Un anello con diamante accompagnato da un certificato di un istituto quotato, come il Gia negli Stati Uniti o equivalente, è un punto di partenza quando si vuole vendere un gioiello. La valutazione di chi acquista, infatti, tenderà ad abbassare il valore dell’oggetto. Per esempio, nel caso di un diamante, chi acquista potrebbe considerare la pietra come di colore G invece di E o F. Idem per il grado di chiarezza: invce di VS1 potrebbe diventare SI1 o SI2. Quindi, se la valutazione del vostro gioiello non è “blindata” da un parere molto autorevole, tenete conto che la vostra idea potrebbe essere ottimistica: insomma, non aspettatevi che al momento della vendita sia rispettata una stima generica. Tra l’altro, tenete conto che un gioielliere non acquisterà mai un anello con diamante al prezzo di mercato stabilito nei negozi. I gioiellieri, infatti, acquistano le pietre all’ingrosso, a un prezzo molto inferiore a quello riservato ai comuni mortali. Se volete vendere il vostro gioiello tenete conto di questo aspetto.

Asta di Christie's a Ginevra
Asta di Christie’s a Ginevra







Che cosa è la fluorescenza dei diamanti

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Oltre al colore dei diamanti è importante valutare la fluorescenza. Sai che cos’è? Eppure circa un terzo dei diamanti ha tra le sue caratteristiche il fenomeno ottico della fluorescenza. Ecco come puoi riconoscerla ♦︎

Quando acquistate un gioiello con diamante, per esempio un anello, dovreste osservarlo alla luce del sole. Non solo per vedere scintillare il vostro gioiello, ma anche per scoprire se il diamante che volete comprare è fluorescente. Ecco perché.

Anello in oro bianco e diamanti con effetto fluorescenza
Anello in oro bianco e diamanti con effetto fluorescenza

Che cosa è la fluorescenza?

La fluorescenza è la reazione di un diamante alla luce ultravioletta. Circa un terzo dei diamanti è fluorescente e modifica il suo aspetto quando è colpito da raggi Uv. Quando una pietra di questo tipo è esposta ai raggi Uv del sole, o anche alla luce di una lampada fluorescente, cambia colore. Sono state classificate diverse intensità di fluorescenza: Nulla (Nil/None), Debole (Slight/Faint), Media (Medium), Forte (Strong), Molto Forte (Very Strong). Nella maggior parte dei casi, però, la fluorescenza è debole e non si nota. E se il diamante non è esposto ai raggi Uv la fluorescenza non appare.

Gradi di fluorescenza dei diamanti
Gradi di fluorescenza dei diamanti

Che colore assume un diamante fluorescente?

Dipende. Nella maggior parte dei casi quando è esposto alla luce del sole, specialmente al mattino presto, il diamante assume una colorazione azzurra. Di solito è considerato un vantaggio, perché migliora un diamante magari non di primissima qualità (tendente cioè al giallognolo). Ma in altri casi la fluorescenza può essere tendente al giallo: in questo caso un diamante non troppo bianco potrebbe peggiorare il suo colore, rendendolo meno bianco. Al contrario, un diamante fancy yellow, cioè naturalmente colorato giallo, potrebbe vedere migliorata la propria caratteristica nel caso di fluorescenza gialle e diminuita nel caso di fluorescenza azzurra. Ma la fluorescenza può essere anche bianca.

Diamante da 70,33 carati, con fluorescenza azzurra
Diamante da 70,33 carati, con fluorescenza azzurra

La fluorescenza è un difetto?

No, è una caratteristica della pietra. L’effetto dipende dal colore del diamante: può esaltarne o deprimere la colorazione.

Perché è meglio guardare un diamante alla luce del sole?

Un diamante potrebbe apparire migliore di quanto non sia se visto alla luce artificiale di una lampada a fluorescenza. Oppure, al contrario, se viene osservato alla luce di una lampada che nasconde la fluorescenza della pietra, se questa peggiora la colorazione. La cosa migliore è esaminare il diamante con diverse fonti di luce.

Anello in oro bianco e diamanti di Luminous Diamonds
Anello in oro bianco e diamanti con fluorescenza di Luminous Diamonds

La fluorescenza influisce sul prezzo del diamante?

I pareri sono discordi. In generale, se la fluorescenza esalta le caratteristiche di un diamante non può certo deprimere il prezzo.

La fluorescenza può influire sull’aspetto del gioiello?

Un diamante fluorescente potrebbe non accordarsi bene se montato vicino ad altri diamanti privi di questa caratteristica. Anche per questo è bene osservare un gioiello con attenzione con luci differenti.

Spilla Cloud e Skyline in oro bianco 18 carati con diamanti fluorescenti
Spilla Cloud e Skyline in oro bianco 18 carati con diamanti fluorescenti