Sembrano di cartone i bracciali di David Bielander, ma in realtà sono preziosi, in oro o argento. È un’idea forse bizzarra, che sottintende al concetto di falsa identità: un oggetto costruito un materiale povero, potrebbe benissimo essere il regalo per la festa della mamma alle elementari, ed è invece un accessorio molto sofisticato nella tecnica. La superficie è patinata, mentre l’interno è ondulato esattamente come il cartone da imballaggio, ossia due fogli che racchiudono una carta ondulata. Ma, a differenza della versione in cellulosa, qui il metallo è piegato e modellato a mano, e c’è persino la graffetta che si utilizza normalmente per chiudere l’imballo. Certo, la copia è molto più preziosa dell’originale, ma solo il peso, la temperatura e il suono del bracciale rivela la sua vera natura. In questo caso, invece, si rovescia il proverbio secondo cui non è tutto oro ciò che luccica. In ogni caso, l’idea ha brillato abbastanza da convincere la giuria del Bavarian State Prize ad assegnare al designer, di gioielli contemporanei, nato a Basilea e trasferito a Monaco, il riconoscimento del 2015 . Ecco le immagini di questa capsule collection battezzata Cardboard. Lavinia Andorno
Segreti e Luci di Piaget
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Si viaggia tra Occidente e Oriente con la nuova collezione di alta gioielleria di Piaget: dalla Venezia bizantina al fascino esotico di Samarcanda, sulla via della seta con pietre dure, gemme colorate, diamanti, oro e persino piume. Già perché per realizzare questi 93 gioielli sono stati incaricati orafi, incastonatori, lucidatori, incisori smaltatori e una plumassier, ossia una competenza ormai rara, quella di chi prepara le piume come ornamento, in questo caso si tratta di Nelly Saunier, i cui lavori sono molto ricercati nel mondo della moda.
A Venezia in maschera
La collezione, battezzata Segreti e Luci, richiama i misteri di una città unica al mondo per la sua architettura, la sua arte e i suoi canali, mentre i bagliori luminosi delle pietre sono i colori dei commerci nell’antica fortezza nel deserto dell’Uzbekistan, crocevia tra Cina ed Europa. Uno dei pezzi che ha suscitato maggiore curiosità è un bracciale alla schiava in oro bianco, inciso a mano con dei solchi irregolari secondo una tecnica tipica della Maison, e decorato con piume di pavone e di fagiano; al centro uno smeraldo colombiano taglio cuscino di oltre 3 carati, circondato da otto smeraldi e otto zaffiri taglio marquise e 10 diamanti taglio brillante.
L’ispirazione viene dai balli in maschera, una tradizione a Venezia, e le piume non potevano mancare. Palazzi, maschere, volti nascosti, intrighi e segreti, ecco lo spirito della città nell’anello in oro bianco con uno zaffiro centrale taglio cuscino immerso in un mare di diamanti taglio marquise e brillante. Ma la sorpresa sta nella parte superiore che si apre e scopre un cielo blu notte in smalto champlevé Grand Feu, una tecnica che consiste nello scavare la superficie del metallo per riempirla di smalto appunto, con stelle in diamanti disposte come la costellazione del Leone, simbolo di San Marco. Un altro anello, Palazzo, richiama le finestre invetriate delle maestose case sul Canal Grande, così come gli orecchini di rubini e l’anello da cocktail con lo zaffiro centrale. E, ancora, il bracciale che sembra un ricamo di Burano, l’isola dei merletti vicina a Venezia, in oro giallo e diamanti.
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Un Talisman per De Beers
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Un diamante è per sempre, anche se grezzo come quello che De Beers ha volutamente lasciato nella sua forma originale a ottaedro nella collana della collezione Talisman. Una pietra da 13 carati di color arancione bruciato che segna il ritorno all’alta gioielleria dopo quattro anni con nuovi pezzi creati per festeggiare una linea nata dieci anni fa. Il grande medaglione Wondrous Sphere, dalle dimensioni di un piattino, è la star della collezione, un pezzo unico composto da tre cerchi mobili tridimensionali che richiama le sfere celesti punteggiato da diamanti come fossero stelle. Un gioiello per intenditori che costa 1 milione di dollari (pari a circa 900 mila euro). Decisamente più accessibili, ma sempre classificabili come alta gioielleria, altri piccoli talismani, bracciali, orecchini e anelli, ma su tutti i pezzi la designer Hollie Bonneville-Barden ha inserito pietre non lavorate in una vasta gamma di tonalità di verde, rosa, blu e marroni, montate a filo per esaltarne la luce naturale abbinate abbinate ad altre invece classicissime perché lucidate e tagliate a baguette, rosa brillante e altri tagli misti. Non è la singola pietra a fare il gioiello ma l’armonia tra grezzo e lavorato, sebbene al centro comunque ci sia sempre un diamante colorato e grezzo. Una digressione per lo specialista di diamanti bianchi con l’obiettivo di raggiungere nuovi clienti, meno tradizionali. Forse un azzardo nello stile ma la compagnia se lo può permettere visto che come ha spiegato il suo amministratore delegato François Delage, gli affari crescono a doppia cifra, persino in Cina nonostante il giro di vite del governo, perché sembra che i clienti cinesi tendano ad acquistare i gioielli De Beers per se stessi e non come regali. A settembre nei negozi, intanto ecco le immagini. Lavinia Andorno
In viaggio con Louis Vuitton
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Si chiama Acte V / The Escape la sesta collezione di alta gioielleria firmata Louis Vuitton. Si compone di 50 pezzi unici, utilizza ampiamente la pietra dell’anno, l’opale blu mare, ma anche perle e pietre preziose meticolosamente selezionate. Lo stile riprende un po’ l’Art Deco, ma rivisitato. E il revival è anche nella rievocazione delle tappe di luoghi turistici in voga nel passato (e continuano a essere trendy), come Beau Rivage, Newport, Luxor, Excelsior e Capri. Sembra di vedere le etichette degli alberghi incollate sulle valigie di cuoio, i fortunati viaggiatori degli anni Trenta, le suite degli hotel… Insomma, gioielli raffinati e allo stesso tempo evocativi di uno stile di vita. Allo stesso tempo, la collezione riflette le geometrie moderne di chi voleva lasciarsi alle spalle l’Ottocento e guardare al progresso tecnologico. I gioielli ispirati a Luxor, per esempio incorporano la V attraverso il fiore di loto, cioè geometria ed esotismo, popolari durante la Art Deco anche grazie al ritrovamento della tomba di Tutankhamon, nel 1922. La suite dedicata a Capri, invece, ha un colore blu iridescente che ricorda il mare, ottenuto con opali australiani, a fianco della schiuma delle onde realizzata con una piccola cascata di diamanti. Giulia Netrese
I Fiori d’Opale di Chopard
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Opali, titanio e zirconio: l’accostamento inedito è di Chopard per la sua capsule collection di alta gioielleria Fiori d’Opale. Protagonista una pietra di antica tradizione, poco considerata in epoca moderna, ma che negli ultimi anni è stata riscoperta e ora ampiamente rivalutata. E, infatti, durante la settimana dell’alta moda parigina la Maison ha presentato tre anelli la cui pietra centrale è appunto un opale nero fiammeggiante e cangiante, in sfumature diverse dove a dominare sono una volta il blu, poi il verde e il rosso scuro. Tre varianti della stessa varietà per una creatività sorprendente: in un anello l’opale quasi blu è circondato da pistilli di diamanti da cui protendono leggeri e vividi petali venati di azzurro realizzati in titanio, metallo molto leggero e colorabile in un’ampia gamma di tonalità, come Chopard dimostra in questo caso; poi c’è il secondo modello con un raro esemplare di pietra dalle sfumature e giochi luce rossi, accentuati da pistilli di rubini e zaffiri viola, incastonati in oro bianco rodiato nero e petali modellati in zirconio, una lega estremamente dura che permette la massima precisione nella lavorazione, tempestati di spinelli rossi. Infine, il terzo, ma non per questo meno eccezionale, gioiello: un opale cabochon sul verde con piccolissimi pistilli in titanio blu e petali sempre nello stesso metallo con zaffiri viola e ametiste. Sono i primi tre esemplari di una collezione di sei anelli, probabilmente gli altri saranno mostrati alla Biennale degli Antiquari di Parigi a settembre. Intanto, ecco le prime immagini. M.d.B.
Pasta in tavola con Stroili
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Che cosa c’è di più italiano di un piatto di pasta? Stroili, sensibile alla tradizione gastronomica (e forse anche per la concomitanza dell’Expo di Milano dedicata al cibo), mette intavola pasta sotto forma di farfalle e rigatoni. Ma non si mangiano: sono, invece, in metallo dorato e satinati a mano in modo artigianale. Il risultato è la Pasta Couture Collection, una capsule che non solletica solo l’appetito, ma anche i buoni sentimenti. La versione luxury, infatti, sarà protagonista dell’asta benefica promossa da Charity Stars, il cui ricavato andrà a sostegno di 1Caffè Onlus, associazione no profit fondata dall’attore Luca Argentero, che promuove e raccoglie fondi a favore delle piccole Onlus italiane. I bracciali sono in argento 925 riciclato, satinati a mano e impreziositi da cubic zirconia. Saranno messi in vendita, in asta, con una base di 500 euro. All’asta si potrà partecipare dal 22 luglio. Altro aspetto da ricordare: i gioielli sono realizzati in materiale riciclato per dare origine a filiere di prodotto sostenibili e non impattare sul pianeta.
Se i bracciali vi piacciono e non avete intenzione di partecipare all’asta, niente paura: la Pasta di Stroili sarà in vendita in esclusiva nella boutique milanese di Corso Vittorio Emanuele e anche online. I quattro bracciali, a cui si aggiungono quattro anelli in ottone, avranno un prezzo, rispettivamente, di 49.90 e 19.90 euro. Federico Graglia
Menu indiano per Boucheron
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Boucheron, la quintessenza della gioielleria francese, si infila il turbante con Bleu de Jodhpur, una collezione di gioielli che nasce dall’incontro tra la mente creativa della Maison, Claire Choisne, e l’attuale Maharaja di Jodhpur, Sua Altezza Gajsingh II. D’altra parte, Boucheron e l’India hanno un rapporto di oltre un secolo e il Rajastan ha una lunga storia nell’oreficeria e nell’intaglio delle gemme. Ma questa nuova collezione ne rafforza il legame attraverso i simboli: Jodhpur è conosciuta come la città del sole, Boucheron come il gioielliere di luce e Parigi è la ville lumiere e il patronato del Maharaja conferisce autenticità e anche un tocco di romanticismo. Certo, la tradizione non è sufficiente per conquistare la fascia alta del mercato indiano e Boucheron spinge la sfida creativa al limite, con gioielli realizzati con nuovi materiali, per esempio il marmo. Attenzione, non uno qualsiasi, ma quello proveniente dalle cave di Makrana che hanno contribuito a costruire il Taj Mahal. Poi c’è la sabbia, quella del deserto del Thar, che si trova nel nord ovest di del Paese. Elementi della cultura indiana, che insieme al fiore di loto e alla tecnica mendhi, ossia il tatuaggio temporaneo eseguito con henné naturale rosso, e alle città di Jodhpur e Nagaur raccontano la storia delle quattro collane che costituiscono la collezione. La collana Jodhpur è un omaggio evidente alla gioielleria indiana, con la sua struttura simmetrica, il retro decorato per il piacere esclusivo del proprietario e il tipico grande diamante centrale a forma di aquilone, ed è anche il primo gioiello reversibile della Maison: da una parte il marmo bianco Makrana con il suo aspetto lattiginoso e la sua lucidatura che esalta la luminosità dei diamanti e rende il disegno geometrico un po’ più morbido; dall’altro lato invece, lo zaffiro inciso sul cristallo di rocca ricorda i decori dei palazzi di Jodhpur, conosciuta anche come città blu. Il costo di questa collana è di circa 1 milione e 300 mila euro.
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Tuum con Flores
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I gioielli religiosi di Tuum si arricchiscono con una nuova collezione: Rosario Flore. Si tratta di una variante delle collezioni Rosario e Rosario Magnum. Come precisa il brand che produce gioielli con impresse le preghiere cristiane, Rosarium in latino significa «corona di rose». In questo caso è, invece, una catena in argento rodiato associata a perle, onice, o a grani in argento. All’estremità è posto un fiore, mentre la micro-fede, con il messaggio impresso a rilievo, prende il posto della medaglia centrale. È possibile aggiungere il bracciale nello stesso stile, anche nella versione Lux (con tre spinelli neri). Ecco immagini e prezzi.
Soie di Dior, alta gioielleria con seta
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Legare un nastro è una vera e propria arte, diceva Christian Dior. Farne un motivo di ispirazione per una collezione di alta gioielleria pure, soprattutto se chi la crea è la designer Victoire de Castellane. La nuova linea Soie, parola che significa seta in francese, riprende lo stile mirabolante della precedente collezione Archi Dior: montature complicatissime con una torsione dell’oro modellato e levigato come fosse una stoffa e accostamenti di colori spettacolari con pietre rare e selezionate. Con una differenza, dove prima c’erano le linee e le plissettate degli abiti ora ci sono le sinuose curve degli elementi decorativi: dalla distesa di diamanti incolore ma luminosissimi e scintillanti che avvolgono uno smeraldo nella parure Noué, alle pietre disposte come un merletto ricamato che impreziosisce una striscia di fettuccia colorata, ma qui si tratta brillanti bianchi e zaffiri blu e rosa taglio baguette. Al metallo il compito di evocare la leggera morbidezza della seta, dell’organza, del taffettà e del raso, alle pietre con i diversi tagli, la lucentezza del tessuto. Il risultato sono dei pezzi unici battezzati con i nomi dei diversi modi di confezionare i nastri nell’alta sartoria di una volta: Galon, Noué, Pli Plat, Gros Grain, Gänse, Froufrou, Smock, Volant, Fronce, Dénoué, Tresse e Plumetis. Alcuni esistono ancora nel pret a porter come il grog grain o il volant, ma tutti sono l’espressione di sapienza artigianale come quella dei grandi maestri orafi nel riprodurre queste forme. M.d.B.
Van Cleef & Arpels: nuove immagini
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Vi abbiamo parlato qui della nuova collezione di Van Cleef & Arpels, Seven Seas. Ecco altre immagini di quella che è la collezione più originale dell’estate 2015. Una collezione o, meglio, una collezione di collezioni, che resterà desiderabile per lungo tempo. Il tema del mare, tra flora e fauna, leggende e passioni, ha spinto i designer a un lavoro intenso e senza confini. Tra sogno e viaggio attraverso la cultura e il sapore dell’Oriente e del Mediterraneo, dell’oceano e del mare. La Maison ricorda anche che il nome della collezione è lo stesso scelto da Rudyard Kipling come titolo per la sua raccolta di poesie The Seven Seas (1896). Un’altra prova dei rimandi culturali dell’idea, quella di ispirarsi a sette differenti acque. Flutti che rivivono nel luccichio delle Pierres de Caractère, le gemme eccezionali scelte da Van Cleef & Arpels: zaffiri e smeraldi cristallini, turchesi, acquamarine e tormaline Paraiba. E, poi, i colori vivaci dei fondali marini, con rubini, coralli e spinelli rossi, oppure perle coltivate e onice. Il tutto a formare conchiglie, pesci e figure mitiche, come le sirene. Ecco un’altra serie di straordinarie immagini di questa collezione profonda come il mare.
Van Cleef & Arpels in viaggio per 7 mari
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Van Cleef & Arpels in viaggio attraverso i sette mari. La loro ultima collezione si ispira ai miti e alle meraviglie dei flutti che accarezzano il mondo, ammirati e temuti da navigatori e amanti della natura. I mari a cui si ispira la Maison sono l’Oceano Indiano, l’Atlantico, il Mare Arabico, il Mar Rosso, il Mar Mediterraneo, il mare Adriatico, il Mar Nero e il Mar Caspio. Bacini di acqua che sono stati tradotti in pezzi di haute joaillerie. Onde, ma anche pesci, le mitiche sirene, conchiglie. Ogni mare hai i suoi colori, e i gioielli seguono l’onda con l’utilizzo di pietre in nuance. Diamanti bianchi e neri, ma anche rubini e lapislazzuli, perle e oro rosa e bianco: tra le pinne che fluttuano delicatamente attorno ai pesci, anche il taglio delle pietre è scelto in sintonia con quello che devono rappresentare. Una curiosità: nei gioielli dedicati al Mar Adriatico spicca l’anello Ancone, dedicato ad Ancona, capoluogo della regione Marche. L’anello, composto da diamanti taglio brillante e taglio baguette, zaffiri, perle turchesi, con l’aggiunta di uno smeraldo colombiano ottagonale di 3.28 carati, evoca le onde del mare e le acque protette del porto. I pezzi dedicati all’Oceano Indiano, invece si perdono in arabeschi che ricordano le atmosfere orientali di quei porti. I gioielli dedicato al Mar Nero sono, come si poteva supporre, in bianco e nero, mentre quelli che si ispirano al Mar Rosso utilizzano, zaffiri rosa, spinelli e rubini. Buona navigazione.
Mar Mediterraneo
Mar Rosso
Mar Arabico
Oceano Indiano e Atlantico
Mar Nero
Dolce & Gabbana, oro a Portofino
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Alta gioielleria, gemme grandi come uova, una cornice tra le più affascinanti del mondo: Dolce & Gabbana hanno presentato la loro nuova collezione a Portofino, Italia. Gioielli con un gusto barocco, come quello che si ritrova nelle chiese e nei palazzi della Sicilia seicentesca, con forme molto vaporose, involute. Collane grandi fiori con al centro pistillo d’oro. Grosse pietre preziose, oro, lavorazione minuziosa e artigianale di ogni pezzo. Anche la presentazione è stata barocca: oltre 200 i pezzi alloggiati in teche di cristallo tra i saloni dell’Olivetta, villa vista mare che Dolce&Gabbana hanno acquistato quasi 20 anni fa da Silvio Berlusconi.
Il pendente di Morellato per i selfie
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Morellato smart: il brand veneto lancia il suo primo gioiello hi-tech. Si tratta di un ciondolo a forma di cuore in acciaio e cristalli. La particolarità di questo pendente è che si connette allo smartphone (iPhone o qualsiasi Android, come quelli Samsung, Lg o Sony). Basta scaricare una app gratuita: in questo modo lo Smart Jewel riceverà i messaggi che arrivano sul cellulare. La app permette di pre-impostare il colore preferito per ogni differente notifica: il cuore vibrerà per ogni chiamata in arrivo e assumerà una luce colorata. Non solo: si può rispondere e conversare avvicinando il gioiello all’orecchio. Forse qualcuno vi prenderà per matta, ma pare funzioni. La lunghezza della catena in acciaio è studiata per consentire di prendere il cuore tra le mani, parlare o semplicemente per visualizzare il colore delle notifiche led. C’è anche la funzione track lost phone, che consente di non perdere lo smartphone, grazie a una vibrazione e a un segnale sonoro, che indicano che ci si sta allontanando troppo dal cellulare.
Infine, ma non meno interessante, il gioiello diventa anche una specie di telecomando per poter foto e selfie. a distanza. Non si può dire che manchino le novità. Lavinia Andorno
Ayala Bar Radiance collection
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Ayala Bar radiosa con la Radiance collection proposta per l’estate 2015. La designer israeliana gioca con tonalità e colori per realizzare i suoi bijoux che utilizzano una composita serie di materiali: stoffa, fili, ma anche perline, jais (nome francese del giaietto, varietà di lignite picea, usato, nella moda, come pietra dura ornamentale) e cristalli Swarovski. Oltre alla linea Radiance, il lavoro di Ayala comprende le collezioni Classic, Hip, e Indigo. Sono diverse nel mix, ma coerenti nello stile composito di bijoux di alta qualità e, soprattutto, originali. La Hip Collection, per esempio, è composta da collane, orecchini e bracciali che si ispirano al folklore metropolitano. La Radiance punta, invece, sui contrasti di colore, con choker, collane con medaglioni centrali, sautoir, orecchini e bracciali semoventi. Nella Indigo Collection spuntano forme in argento che si legano ai tessuti colorati. Ecco le immagini e i prezzi dei bijoux. G.N.
Armani scomponibile per Autunno 2015
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Anche Emporio Armani punta sui gioielli trasformisti e il pezzo forte della collezione Autunno 2015, disegnata e prodotta da Fossil, è una collana multiuso in acciaio rose gold. Di grande raffinato impatto visivo, copre il decolleté ed è formata da un cerchio grande collegato a un altro uguale, di dimensioni inferiori, da due tondi decisamente più piccoli, uno sempre in rose gold e l’altro in acciaio e cristalli. Basta scomporre gli elementi per indossare un chocker, un bracciale e un paio di orecchini. Se poi il desiderio è quello di avere una parure si può acquistare a parte l’anello doppio che in sostanza è identico agli orecchini. Più sportivo, nello stile tipico della seconda linea di Armani, il bracciale in pelle con una sezione simile alla catena della bicicletta, ma ingentilita dal tono rosa e dai cristalli. Infine, sempre nell’estetica essenziale di re Giorgio, la collana con pendente, gli orecchini e gli anelli a forma di sottile semicerchio con scintillanti cristalli bianchi. Ecco immagini e prezzi. Giulia Netrese
Vhernier, estate sul Cuscino
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Per riposarsi, Vhernier passa l’estate sulla collezione Cuscino. Comodo, no? In realtà, però, gli anelli di questa linea non fanno per niente addormentare. Anzi, utilizzano colori forti, brillanti, molto smart per restare in sintonia con le tonalità vivide della stagione più calda dell’anno. Sul gambo degli anelli, come grossi boccioli, spuntano quarzi citrini, ametiste viola e topazi azzurri tagliati a cuscino, montati su oro rosa. Il design dell’anello è caratterizzato anche da una lavorazione specifica: una fenditura attraversata da piccole lamelle orizzontali, come fosse una piega o un taglio che irrompe nella grande montatura d’oro. Oltre che a alleggerire il gambo che sorregge e racchiude la pietra, il segno grafico che attraversa lateralmente il metallo rende il gioiello più moderno. D’altra parte, questo è proprio lo stile Vhernier. Il prezzo è attorno ai 7mila euro. L.A.
Da Marina B ritorna un Bulgari
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Fondato nel 1978, venduto nel 1996, rivenduto e rilanciato nel 2011: il marchio Marina B, creato dalla nipote di Sotirio Bulgari, torna a essere un affare di famiglia. Giorgio Bulgari, nipote a sua volta di Marina, è stato nominato direttore creativo della maison da Paul Lubetsky, proprietario del brand, nonché ceo di Windsor Jewelers, uno dei principali gruppi del settore negli Usa. Il suo primo progetto Mini Atomo, appena presentato sul mercato, è una versione ridotta della collezione Atomo, un disegno del 1989 che assemblava perline in oro di diverse dimensioni legandole insieme come atomi, appunto. Una collezione evergreen, riproposta in misura mini come gioiello più leggero, e più accessibile, da portare tutti i giorni per allargare la base clienti.
Perché l’idea del 38enne Giorgio è quella di ripartire dall’estetica che ha reso così famosa la zia, compreso il taglio da lei inventato che giustamente porta di nome di Marina B. In dote ha 1.200 bozzetti d’archivio e i preziosi, è il caso di dire, consigli della zia, una signora di 84 anni di grandissimo talento, che ha rivoluzionato la gioielleria sostituendo lo smalto nero con l’oro ossidato, usando i colori delle pietre dure come mai prima, introducendo chiusure a molla e audaci motivi geometrici come elementi decorativi.
Il Trifoglio di Bibigì
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Il trifoglio non cresce solo nei prati: quello di Bibigì si trova anche in gioielleria. E non è verde, ma colorato e piuttosto prezioso. La collezione Trifoglio proposta dal brand milanese utilizza ametista rosa e brillanti per costruire pendenti, anelli e orecchini. Le gemme violette sono abbinate a oro rosa e montate in gruppi di tre, come suggerisce il nome della collezione. Accanto alle ametiste sono alternati piccoli diamanti, che aumentano la brillantezza dei gioielli. Le foglie e la ghirlanda composte dalle pietre sono poste su due cerchi concentrici che si uniscono a una estremità. Un gioiello ricco di idee e di design. M.d.B.
Miranda Kerr firma Swarovski
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Miranda Kerr designer per Swarovski: quella che un anno fa era un’indiscrezione (https://gioiellis.com/miranda-kerr-designer-per-swarovski), diventa realtà. Dopo varie stagioni come testimonial dell’azienda austriaca, la modella australiana sarà anche autrice di due collezioni, Diapason e Duo, in vendita nei negozi il prossimo Natale con prezzi dai 69 ai 299 dollari. Disegni classici e romantici, con cascate di cristalli dai colori chiari fino al grigio e al blu scuro nelle collane a forma di Y e V per Diapason, in una gamma che val dal discreto al molto vistoso; sottili catene a strati adornate di cristalli colorati con pendenti in argento placcati rosa e bianco che incorniciano pavé di cristalli taglio rosa a forma di cuore, stella, occhio blu, quadrifoglio, come simboli di amore, gioia, spirito, forza, grazia e fortuna. Ogni simbolo, ha spiegato Miranda alla conferenza stampa del progetto, è molto importante e personale, porta un messaggio positivo, ma il suo preferito è l’occhio blu perché è la capacità di vivere la vita con fiducia. Una collezione per esprimere se stesse nel periodo più scintillante dell’anno. Lavinia Andorno
Corallo & perle
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Che cosa c’è di più estivo del corallo? Perfetto sull’abbronzatura e quasi indispensabile per le serate al mare. Tra gli specialisti del corallo, il brand siciliano Oro di Sciacca propone la collezione Fiori d’acqua, che unisce il rosso elemento del mare con le perle australiane. La collezione è un continuativo, viene cioè riproposta di anno in anno. Ora, però, si aggiorna con l’utilizzo e l’abbinamento tra le pallide sfere australi e il vivido colore mediterraneo, in un singolare connubio della madreperla prodotta dal lontano oceano con colori rosso, rosa e salmone utilizzati per orecchini e collane.