Legare un nastro è una vera e propria arte, diceva Christian Dior. Farne un motivo di ispirazione per una collezione di alta gioielleria pure, soprattutto se chi la crea è la designer Victoire de Castellane. La nuova linea Soie, parola che significa seta in francese, riprende lo stile mirabolante della precedente collezione Archi Dior: montature complicatissime con una torsione dell’oro modellato e levigato come fosse una stoffa e accostamenti di colori spettacolari con pietre rare e selezionate. Con una differenza, dove prima c’erano le linee e le plissettate degli abiti ora ci sono le sinuose curve degli elementi decorativi: dalla distesa di diamanti incolore ma luminosissimi e scintillanti che avvolgono uno smeraldo nella parure Noué, alle pietre disposte come un merletto ricamato che impreziosisce una striscia di fettuccia colorata, ma qui si tratta brillanti bianchi e zaffiri blu e rosa taglio baguette. Al metallo il compito di evocare la leggera morbidezza della seta, dell’organza, del taffettà e del raso, alle pietre con i diversi tagli, la lucentezza del tessuto. Il risultato sono dei pezzi unici battezzati con i nomi dei diversi modi di confezionare i nastri nell’alta sartoria di una volta: Galon, Noué, Pli Plat, Gros Grain, Gänse, Froufrou, Smock, Volant, Fronce, Dénoué, Tresse e Plumetis. Alcuni esistono ancora nel pret a porter come il grog grain o il volant, ma tutti sono l’espressione di sapienza artigianale come quella dei grandi maestri orafi nel riprodurre queste forme. M.d.B.
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