Rossoprezioso, brand milanese con boutique nel quartiere di Brera, vede le stelle. Nessuna aspirazione astronomica ma, invece, l’utilizzo di uno dei simboli più diffusi, quello della classica stella a cinque punte, utilizzata per comporre una collezione di gioielli che comprende orecchini, collane e bracciali. I diversi pezzi sono realizzati in argento placcato oro 18 carati e smalto blu. Una sottile catena collega le stelle, a formare una piccola galassia da indossare. Niente di impegnativo, sono bijoux da portare anche durante il giorno, in occasioni non formali. Prezzi: un bracciale costa 180 euro, orecchini da 155, 160 o 290 euro, collana da 340 euro. Giulia Netrese
I 50 anni di Dinh Van
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Compie 50 e li festeggia con un gioiello speciale e un libro: la parigina Dinh Van riesce a rinnovare il suo stile unico, che l’ha consacrata tra i grandi del design. Fondata nel 1965, dal gioielliere-artigiano Jean Dinh Van, di origine vietnamita, la Maison francese ha saputo distinguersi dagli altri brand del settore per il stile che rimane lontano da forme come fiori, animali o croci. Insomma, niente simboli, ma una linea geometrica pulita, lontana dai codici tradizionali della gioielleria. Al contrario, Dinh Van ha saputo reinterpretare oggetti comuni trasformandoli in gioielli, come nel caso delle lamette da barba o delle manette. Il primo gioiello di successo di Dinh Van è stato l’anello 2 Perle, creato nel 1967 per Pierre Cardin. Una rivoluzione per l’epoca, con una silhouette quadrata, in cui sono collocate due diverse sfere colorate nel centro. Un pezzo straordinario, cheè entrato entrerà nel Museo delle arti decorative di Parigi nel 2003.
Per celebrare il suo mezzo secolo di vita, la maison ha deciso reinterpretare questo anello in una collezione completa in oro giallo, ornata da due perle (perle Akoya o Tahiti, ma anche d’acqua dolce, bianche ed ematite). La collezione si declina in anelli, bracciali, collane, orecchini. Prevista (a novembre) anche una riedizione del bracciale Maillet de polo, datato 1980. Il modello sarà offerto in soli 50 esemplari.
Infine, è in arrivo un libro che racconta le più grandi creazioni della casa. Scritto da Berenice Geoffroy-Schneiter per Assouline Publishing, rende giusto onore al designer franco-vietnamita. Lavinia Andorno
Swarovski autunno-inverno 2015
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Come saranno i gioielli Swarovski per l’autunno inverno 2015? Il mistero è stato svelato dalla modella Miranda Kerr, ex «angelo» di Victoria ‘s Secret e da tre anni volto del brand austriaco di cristalli e bijoux. La collezione è la protagonista di un servizio fotografico preparato il 30 giugno scorso, a New York, per presentare le novità Fall/Winter. Le immagini svelano bracciali molto colorati, ovviamente con i cristalli della Maison, con tonalità che vanno dal color bronzo al rame, fino al rosa pesca. Grandi catene con elementi uniti da anelli d’acciaio che diventano bracciali o collane. Ma anche anelli sempre della stessa tonalità, e orecchini. Nella collezione non mancano le collane più elaborate, con disegni di fantasia e declinate su tonalità che vanno dall’argento al color prugna. O, forse, color Marsala, una delle tonalità più utilizzate negli ultimi mesi. Swarovski rilancia anche i bracciali elastici, che negli anni scorsi hanno avuto un buon successo di pubblico: si vedono e costano poco.
Lo stile rich hippie di Jacquie Aiche
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Nel suo mondo di gioielli chic bohémien, Jacquie Aiche mescola elementi della cultura degli indiani d’America, per esempio turchesi e tormaline, con forme ispirate al Medio Oriente, come gli anelli mutistrato o le lunghe catene, o ancora i bracciale che avvolgono le dita. E non è un caso visto che il padre della designer cresciuta sulle colline di Hollywood è egiziano, mentre sua madre è nativa americana. Fin da bambina collezionista di minerali è riuscita a fare della sua passione un lavoro, creando il marchio che porta il suo nome una decina d’anni fa nel salotto di casa. In questi anni i suoi pezzi unici sono stati indossati da molte celeb. Tra i vari nomi Anna Kendrick, la super modella del momento Rosie Huntington-Whiteley e Rihanna, con la quale ha recentemente collaborato per una linea di tatuaggi temporanei. Per la sua nuova collezione rielabora in oro 14 carati anelli, bracciali e orecchini. Il risultato è uno stile, definito da Aiche, rich hippie. E visto il successo che raccoglie probabilmente è anche un po’ happy rich. Lavinia Andorno
La joie de vivre di Francesca Villa
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Soldatini d’epoca, fiches anni Cinquanta, biglie di vetro e numeri in ottone: i gioielli di Francesca Villa racchiudono un mondo in miniatura fatto di piccoli oggetti, raccolti in tanti viaggi o scovati per caso in un negozio d’antiquariato o un mercato. Lavorati e reinterpretati con oro in diverse tonalità, diamanti e pietre preziose colorate, perle, coralli, ognuno di questi pezzi è una storia a sé, magari è collegato a una persona, oppure a un luogo o a un momento speciale. Ma, attenzione a non etichettarli come gioielli sentimentali, a non confonderli con il gusto nostalgico tipico dell’epoca vittoriana: le creazioni di Villa non hanno nulla del sentimento di rimpianto. Anzi, sono ironiche, curiose e con accostamenti inaspettati, come i soldatini d’epoca tedeschi, acquistati a Boston da collezionista e inseriti in un cerchio d’oro da cui partono raggi costellati di pietre preziose come fossero fuochi d’artificio, oppure circondati da cuori, colombe e note musicali. Al modello militare si contrappone la spensieratezza e non a caso la collezione è stata battezzata Joie de vivre. M.d.B.
Un talismano per Chanel
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Curiosa coincidenza: come De Beers (https://gioiellis.com/un-talisman-per-de-beers), anche Chanel presenta una nuova collezione alta gioielleria che si chiama Les Talismans. Si vede che i gioielli preziosi sono sempre di più considerati anche capaci di proteggere. E in effetti, a ben vedere, sono davvero un talismano, per lo meno da un punto di vista economico, come investimento. Les Talismans di Chanel propone una serie di pezzi di grande valore, dove il motivo estetico portafortuna , per la verità, non è sempre immediatamente percepibile. Ma che importa? Se anche non protegge da malanni e disgrazie, un gioiello resta pur sempre un piacere da indossare. Diamanti, perle coltivate giapponesi, zaffiri, lacca multicolore e smalto sono sufficienti a scatenare il buonumore (specialmente quando si riceve il gioiello in regalo). E si sa che chi è allegro ha maggior fortuna. Giulia Netrese
Per l’autunno Tiffany rivisita, reinterpreta, ripropone con variazioni i gioielli più classici delle sue collezioni. La Maison di New York ha annunciato questa settimana che direttore creativo, Francesca Amfitheatrof, ha deciso di proporre una nuova edizione di tre collezioni esistenti con diamanti. L’autunno sarà quindi sotto il segno di archi, fiori e simbolo di infinito, che caratterizzano le vecchie-nuove collezioni. Tiffany Victoria, per esempio, è la collezione di fascia più alta tra le tre. Utilizza diamanti con taglio brillante e a pera (molto trendy al momento), montati su platino, per creare gioielli che sembrano fiori. La collezione originale Victoria è uscita nel 1998, ed è stata ispirata in origine da un corpetto con diamante presentato all’Esposizione Mondiale di Parigi del 1889.
Un’altra rivisitazione riguarda la collezione Bow, in oro rosa e bianco 18 carati, con anse asimmetriche e nodi decentrati per bracciali e anelli. Infinity includerà bracciali e anelli in argento sterling e oro 18 carati con diamanti.
In arrivo anche una nuova campagna di comunicazione. La pubblicità vedrà rappresentati parenti e amici della vita reale. Tiffany sostiene che la campagna mira a evidenziare le connessioni tra i propri cari. Federico Graglia
Sembra di cartone, ma è d’oro
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Sembrano di cartone i bracciali di David Bielander, ma in realtà sono preziosi, in oro o argento. È un’idea forse bizzarra, che sottintende al concetto di falsa identità: un oggetto costruito un materiale povero, potrebbe benissimo essere il regalo per la festa della mamma alle elementari, ed è invece un accessorio molto sofisticato nella tecnica. La superficie è patinata, mentre l’interno è ondulato esattamente come il cartone da imballaggio, ossia due fogli che racchiudono una carta ondulata. Ma, a differenza della versione in cellulosa, qui il metallo è piegato e modellato a mano, e c’è persino la graffetta che si utilizza normalmente per chiudere l’imballo. Certo, la copia è molto più preziosa dell’originale, ma solo il peso, la temperatura e il suono del bracciale rivela la sua vera natura. In questo caso, invece, si rovescia il proverbio secondo cui non è tutto oro ciò che luccica. In ogni caso, l’idea ha brillato abbastanza da convincere la giuria del Bavarian State Prize ad assegnare al designer, di gioielli contemporanei, nato a Basilea e trasferito a Monaco, il riconoscimento del 2015 . Ecco le immagini di questa capsule collection battezzata Cardboard. Lavinia Andorno
Segreti e Luci di Piaget
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Si viaggia tra Occidente e Oriente con la nuova collezione di alta gioielleria di Piaget: dalla Venezia bizantina al fascino esotico di Samarcanda, sulla via della seta con pietre dure, gemme colorate, diamanti, oro e persino piume. Già perché per realizzare questi 93 gioielli sono stati incaricati orafi, incastonatori, lucidatori, incisori smaltatori e una plumassier, ossia una competenza ormai rara, quella di chi prepara le piume come ornamento, in questo caso si tratta di Nelly Saunier, i cui lavori sono molto ricercati nel mondo della moda.
A Venezia in maschera
La collezione, battezzata Segreti e Luci, richiama i misteri di una città unica al mondo per la sua architettura, la sua arte e i suoi canali, mentre i bagliori luminosi delle pietre sono i colori dei commerci nell’antica fortezza nel deserto dell’Uzbekistan, crocevia tra Cina ed Europa. Uno dei pezzi che ha suscitato maggiore curiosità è un bracciale alla schiava in oro bianco, inciso a mano con dei solchi irregolari secondo una tecnica tipica della Maison, e decorato con piume di pavone e di fagiano; al centro uno smeraldo colombiano taglio cuscino di oltre 3 carati, circondato da otto smeraldi e otto zaffiri taglio marquise e 10 diamanti taglio brillante.
L’ispirazione viene dai balli in maschera, una tradizione a Venezia, e le piume non potevano mancare. Palazzi, maschere, volti nascosti, intrighi e segreti, ecco lo spirito della città nell’anello in oro bianco con uno zaffiro centrale taglio cuscino immerso in un mare di diamanti taglio marquise e brillante. Ma la sorpresa sta nella parte superiore che si apre e scopre un cielo blu notte in smalto champlevé Grand Feu, una tecnica che consiste nello scavare la superficie del metallo per riempirla di smalto appunto, con stelle in diamanti disposte come la costellazione del Leone, simbolo di San Marco. Un altro anello, Palazzo, richiama le finestre invetriate delle maestose case sul Canal Grande, così come gli orecchini di rubini e l’anello da cocktail con lo zaffiro centrale. E, ancora, il bracciale che sembra un ricamo di Burano, l’isola dei merletti vicina a Venezia, in oro giallo e diamanti.
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Un Talisman per De Beers
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Un diamante è per sempre, anche se grezzo come quello che De Beers ha volutamente lasciato nella sua forma originale a ottaedro nella collana della collezione Talisman. Una pietra da 13 carati di color arancione bruciato che segna il ritorno all’alta gioielleria dopo quattro anni con nuovi pezzi creati per festeggiare una linea nata dieci anni fa. Il grande medaglione Wondrous Sphere, dalle dimensioni di un piattino, è la star della collezione, un pezzo unico composto da tre cerchi mobili tridimensionali che richiama le sfere celesti punteggiato da diamanti come fossero stelle. Un gioiello per intenditori che costa 1 milione di dollari (pari a circa 900 mila euro). Decisamente più accessibili, ma sempre classificabili come alta gioielleria, altri piccoli talismani, bracciali, orecchini e anelli, ma su tutti i pezzi la designer Hollie Bonneville-Barden ha inserito pietre non lavorate in una vasta gamma di tonalità di verde, rosa, blu e marroni, montate a filo per esaltarne la luce naturale abbinate abbinate ad altre invece classicissime perché lucidate e tagliate a baguette, rosa brillante e altri tagli misti. Non è la singola pietra a fare il gioiello ma l’armonia tra grezzo e lavorato, sebbene al centro comunque ci sia sempre un diamante colorato e grezzo. Una digressione per lo specialista di diamanti bianchi con l’obiettivo di raggiungere nuovi clienti, meno tradizionali. Forse un azzardo nello stile ma la compagnia se lo può permettere visto che come ha spiegato il suo amministratore delegato François Delage, gli affari crescono a doppia cifra, persino in Cina nonostante il giro di vite del governo, perché sembra che i clienti cinesi tendano ad acquistare i gioielli De Beers per se stessi e non come regali. A settembre nei negozi, intanto ecco le immagini. Lavinia Andorno
In viaggio con Louis Vuitton
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Si chiama Acte V / The Escape la sesta collezione di alta gioielleria firmata Louis Vuitton. Si compone di 50 pezzi unici, utilizza ampiamente la pietra dell’anno, l’opale blu mare, ma anche perle e pietre preziose meticolosamente selezionate. Lo stile riprende un po’ l’Art Deco, ma rivisitato. E il revival è anche nella rievocazione delle tappe di luoghi turistici in voga nel passato (e continuano a essere trendy), come Beau Rivage, Newport, Luxor, Excelsior e Capri. Sembra di vedere le etichette degli alberghi incollate sulle valigie di cuoio, i fortunati viaggiatori degli anni Trenta, le suite degli hotel… Insomma, gioielli raffinati e allo stesso tempo evocativi di uno stile di vita. Allo stesso tempo, la collezione riflette le geometrie moderne di chi voleva lasciarsi alle spalle l’Ottocento e guardare al progresso tecnologico. I gioielli ispirati a Luxor, per esempio incorporano la V attraverso il fiore di loto, cioè geometria ed esotismo, popolari durante la Art Deco anche grazie al ritrovamento della tomba di Tutankhamon, nel 1922. La suite dedicata a Capri, invece, ha un colore blu iridescente che ricorda il mare, ottenuto con opali australiani, a fianco della schiuma delle onde realizzata con una piccola cascata di diamanti. Giulia Netrese
I Fiori d’Opale di Chopard
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Opali, titanio e zirconio: l’accostamento inedito è di Chopard per la sua capsule collection di alta gioielleria Fiori d’Opale. Protagonista una pietra di antica tradizione, poco considerata in epoca moderna, ma che negli ultimi anni è stata riscoperta e ora ampiamente rivalutata. E, infatti, durante la settimana dell’alta moda parigina la Maison ha presentato tre anelli la cui pietra centrale è appunto un opale nero fiammeggiante e cangiante, in sfumature diverse dove a dominare sono una volta il blu, poi il verde e il rosso scuro. Tre varianti della stessa varietà per una creatività sorprendente: in un anello l’opale quasi blu è circondato da pistilli di diamanti da cui protendono leggeri e vividi petali venati di azzurro realizzati in titanio, metallo molto leggero e colorabile in un’ampia gamma di tonalità, come Chopard dimostra in questo caso; poi c’è il secondo modello con un raro esemplare di pietra dalle sfumature e giochi luce rossi, accentuati da pistilli di rubini e zaffiri viola, incastonati in oro bianco rodiato nero e petali modellati in zirconio, una lega estremamente dura che permette la massima precisione nella lavorazione, tempestati di spinelli rossi. Infine, il terzo, ma non per questo meno eccezionale, gioiello: un opale cabochon sul verde con piccolissimi pistilli in titanio blu e petali sempre nello stesso metallo con zaffiri viola e ametiste. Sono i primi tre esemplari di una collezione di sei anelli, probabilmente gli altri saranno mostrati alla Biennale degli Antiquari di Parigi a settembre. Intanto, ecco le prime immagini. M.d.B.
Pasta in tavola con Stroili
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Che cosa c’è di più italiano di un piatto di pasta? Stroili, sensibile alla tradizione gastronomica (e forse anche per la concomitanza dell’Expo di Milano dedicata al cibo), mette intavola pasta sotto forma di farfalle e rigatoni. Ma non si mangiano: sono, invece, in metallo dorato e satinati a mano in modo artigianale. Il risultato è la Pasta Couture Collection, una capsule che non solletica solo l’appetito, ma anche i buoni sentimenti. La versione luxury, infatti, sarà protagonista dell’asta benefica promossa da Charity Stars, il cui ricavato andrà a sostegno di 1Caffè Onlus, associazione no profit fondata dall’attore Luca Argentero, che promuove e raccoglie fondi a favore delle piccole Onlus italiane. I bracciali sono in argento 925 riciclato, satinati a mano e impreziositi da cubic zirconia. Saranno messi in vendita, in asta, con una base di 500 euro. All’asta si potrà partecipare dal 22 luglio. Altro aspetto da ricordare: i gioielli sono realizzati in materiale riciclato per dare origine a filiere di prodotto sostenibili e non impattare sul pianeta.
Se i bracciali vi piacciono e non avete intenzione di partecipare all’asta, niente paura: la Pasta di Stroili sarà in vendita in esclusiva nella boutique milanese di Corso Vittorio Emanuele e anche online. I quattro bracciali, a cui si aggiungono quattro anelli in ottone, avranno un prezzo, rispettivamente, di 49.90 e 19.90 euro. Federico Graglia
Menu indiano per Boucheron
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Boucheron, la quintessenza della gioielleria francese, si infila il turbante con Bleu de Jodhpur, una collezione di gioielli che nasce dall’incontro tra la mente creativa della Maison, Claire Choisne, e l’attuale Maharaja di Jodhpur, Sua Altezza Gajsingh II. D’altra parte, Boucheron e l’India hanno un rapporto di oltre un secolo e il Rajastan ha una lunga storia nell’oreficeria e nell’intaglio delle gemme. Ma questa nuova collezione ne rafforza il legame attraverso i simboli: Jodhpur è conosciuta come la città del sole, Boucheron come il gioielliere di luce e Parigi è la ville lumiere e il patronato del Maharaja conferisce autenticità e anche un tocco di romanticismo. Certo, la tradizione non è sufficiente per conquistare la fascia alta del mercato indiano e Boucheron spinge la sfida creativa al limite, con gioielli realizzati con nuovi materiali, per esempio il marmo. Attenzione, non uno qualsiasi, ma quello proveniente dalle cave di Makrana che hanno contribuito a costruire il Taj Mahal. Poi c’è la sabbia, quella del deserto del Thar, che si trova nel nord ovest di del Paese. Elementi della cultura indiana, che insieme al fiore di loto e alla tecnica mendhi, ossia il tatuaggio temporaneo eseguito con henné naturale rosso, e alle città di Jodhpur e Nagaur raccontano la storia delle quattro collane che costituiscono la collezione. La collana Jodhpur è un omaggio evidente alla gioielleria indiana, con la sua struttura simmetrica, il retro decorato per il piacere esclusivo del proprietario e il tipico grande diamante centrale a forma di aquilone, ed è anche il primo gioiello reversibile della Maison: da una parte il marmo bianco Makrana con il suo aspetto lattiginoso e la sua lucidatura che esalta la luminosità dei diamanti e rende il disegno geometrico un po’ più morbido; dall’altro lato invece, lo zaffiro inciso sul cristallo di rocca ricorda i decori dei palazzi di Jodhpur, conosciuta anche come città blu. Il costo di questa collana è di circa 1 milione e 300 mila euro.
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Tuum con Flores
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I gioielli religiosi di Tuum si arricchiscono con una nuova collezione: Rosario Flore. Si tratta di una variante delle collezioni Rosario e Rosario Magnum. Come precisa il brand che produce gioielli con impresse le preghiere cristiane, Rosarium in latino significa «corona di rose». In questo caso è, invece, una catena in argento rodiato associata a perle, onice, o a grani in argento. All’estremità è posto un fiore, mentre la micro-fede, con il messaggio impresso a rilievo, prende il posto della medaglia centrale. È possibile aggiungere il bracciale nello stesso stile, anche nella versione Lux (con tre spinelli neri). Ecco immagini e prezzi.
Soie di Dior, alta gioielleria con seta
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Legare un nastro è una vera e propria arte, diceva Christian Dior. Farne un motivo di ispirazione per una collezione di alta gioielleria pure, soprattutto se chi la crea è la designer Victoire de Castellane. La nuova linea Soie, parola che significa seta in francese, riprende lo stile mirabolante della precedente collezione Archi Dior: montature complicatissime con una torsione dell’oro modellato e levigato come fosse una stoffa e accostamenti di colori spettacolari con pietre rare e selezionate. Con una differenza, dove prima c’erano le linee e le plissettate degli abiti ora ci sono le sinuose curve degli elementi decorativi: dalla distesa di diamanti incolore ma luminosissimi e scintillanti che avvolgono uno smeraldo nella parure Noué, alle pietre disposte come un merletto ricamato che impreziosisce una striscia di fettuccia colorata, ma qui si tratta brillanti bianchi e zaffiri blu e rosa taglio baguette. Al metallo il compito di evocare la leggera morbidezza della seta, dell’organza, del taffettà e del raso, alle pietre con i diversi tagli, la lucentezza del tessuto. Il risultato sono dei pezzi unici battezzati con i nomi dei diversi modi di confezionare i nastri nell’alta sartoria di una volta: Galon, Noué, Pli Plat, Gros Grain, Gänse, Froufrou, Smock, Volant, Fronce, Dénoué, Tresse e Plumetis. Alcuni esistono ancora nel pret a porter come il grog grain o il volant, ma tutti sono l’espressione di sapienza artigianale come quella dei grandi maestri orafi nel riprodurre queste forme. M.d.B.
Van Cleef & Arpels: nuove immagini
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Vi abbiamo parlato qui della nuova collezione di Van Cleef & Arpels, Seven Seas. Ecco altre immagini di quella che è la collezione più originale dell’estate 2015. Una collezione o, meglio, una collezione di collezioni, che resterà desiderabile per lungo tempo. Il tema del mare, tra flora e fauna, leggende e passioni, ha spinto i designer a un lavoro intenso e senza confini. Tra sogno e viaggio attraverso la cultura e il sapore dell’Oriente e del Mediterraneo, dell’oceano e del mare. La Maison ricorda anche che il nome della collezione è lo stesso scelto da Rudyard Kipling come titolo per la sua raccolta di poesie The Seven Seas (1896). Un’altra prova dei rimandi culturali dell’idea, quella di ispirarsi a sette differenti acque. Flutti che rivivono nel luccichio delle Pierres de Caractère, le gemme eccezionali scelte da Van Cleef & Arpels: zaffiri e smeraldi cristallini, turchesi, acquamarine e tormaline Paraiba. E, poi, i colori vivaci dei fondali marini, con rubini, coralli e spinelli rossi, oppure perle coltivate e onice. Il tutto a formare conchiglie, pesci e figure mitiche, come le sirene. Ecco un’altra serie di straordinarie immagini di questa collezione profonda come il mare.
Van Cleef & Arpels in viaggio per 7 mari
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Van Cleef & Arpels in viaggio attraverso i sette mari. La loro ultima collezione si ispira ai miti e alle meraviglie dei flutti che accarezzano il mondo, ammirati e temuti da navigatori e amanti della natura. I mari a cui si ispira la Maison sono l’Oceano Indiano, l’Atlantico, il Mare Arabico, il Mar Rosso, il Mar Mediterraneo, il mare Adriatico, il Mar Nero e il Mar Caspio. Bacini di acqua che sono stati tradotti in pezzi di haute joaillerie. Onde, ma anche pesci, le mitiche sirene, conchiglie. Ogni mare hai i suoi colori, e i gioielli seguono l’onda con l’utilizzo di pietre in nuance. Diamanti bianchi e neri, ma anche rubini e lapislazzuli, perle e oro rosa e bianco: tra le pinne che fluttuano delicatamente attorno ai pesci, anche il taglio delle pietre è scelto in sintonia con quello che devono rappresentare. Una curiosità: nei gioielli dedicati al Mar Adriatico spicca l’anello Ancone, dedicato ad Ancona, capoluogo della regione Marche. L’anello, composto da diamanti taglio brillante e taglio baguette, zaffiri, perle turchesi, con l’aggiunta di uno smeraldo colombiano ottagonale di 3.28 carati, evoca le onde del mare e le acque protette del porto. I pezzi dedicati all’Oceano Indiano, invece si perdono in arabeschi che ricordano le atmosfere orientali di quei porti. I gioielli dedicato al Mar Nero sono, come si poteva supporre, in bianco e nero, mentre quelli che si ispirano al Mar Rosso utilizzano, zaffiri rosa, spinelli e rubini. Buona navigazione.
Mar Mediterraneo
Mar Rosso
Mar Arabico
Oceano Indiano e Atlantico
Mar Nero
Dolce & Gabbana, oro a Portofino
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Alta gioielleria, gemme grandi come uova, una cornice tra le più affascinanti del mondo: Dolce & Gabbana hanno presentato la loro nuova collezione a Portofino, Italia. Gioielli con un gusto barocco, come quello che si ritrova nelle chiese e nei palazzi della Sicilia seicentesca, con forme molto vaporose, involute. Collane grandi fiori con al centro pistillo d’oro. Grosse pietre preziose, oro, lavorazione minuziosa e artigianale di ogni pezzo. Anche la presentazione è stata barocca: oltre 200 i pezzi alloggiati in teche di cristallo tra i saloni dell’Olivetta, villa vista mare che Dolce&Gabbana hanno acquistato quasi 20 anni fa da Silvio Berlusconi.
Il pendente di Morellato per i selfie
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Morellato smart: il brand veneto lancia il suo primo gioiello hi-tech. Si tratta di un ciondolo a forma di cuore in acciaio e cristalli. La particolarità di questo pendente è che si connette allo smartphone (iPhone o qualsiasi Android, come quelli Samsung, Lg o Sony). Basta scaricare una app gratuita: in questo modo lo Smart Jewel riceverà i messaggi che arrivano sul cellulare. La app permette di pre-impostare il colore preferito per ogni differente notifica: il cuore vibrerà per ogni chiamata in arrivo e assumerà una luce colorata. Non solo: si può rispondere e conversare avvicinando il gioiello all’orecchio. Forse qualcuno vi prenderà per matta, ma pare funzioni. La lunghezza della catena in acciaio è studiata per consentire di prendere il cuore tra le mani, parlare o semplicemente per visualizzare il colore delle notifiche led. C’è anche la funzione track lost phone, che consente di non perdere lo smartphone, grazie a una vibrazione e a un segnale sonoro, che indicano che ci si sta allontanando troppo dal cellulare.
Infine, ma non meno interessante, il gioiello diventa anche una specie di telecomando per poter foto e selfie. a distanza. Non si può dire che manchino le novità. Lavinia Andorno